Relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2015

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1 Relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2015

2 Relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2015

3 Società cooperativa per azioni Sede Legale: Bergamo, Piazza Vittorio Veneto 8 Sedi Operative: Bergamo, Piazza Vittorio Veneto 8; Brescia, Via Cefalonia 74 Aderente al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e al Fondo Nazionale di Garanzia Codice Fiscale, Partita IVA ed iscrizione al Registro delle Imprese di Bergamo n ABI Albo delle Banche n Albo dei Gruppi Bancari n Capogruppo del Gruppo Bancario Unione di Banche Italiane Capitale sociale al 30 giugno 2015: Euro i.v.

4 Indice UBI Banca: cariche sociali... pag. 5 Gruppo UBI Banca: principali partecipazioni al 30 giugno pag. 6 Gruppo UBI Banca: articolazione territoriale al 30 giugno pag. 8 Gruppo UBI Banca: principali dati e indicatori... pag. 9 Il rating... pag. 10 RELAZIONE INTERMEDIA SULL ANDAMENTO DELLA GESTIONE CONSOLIDATA AL 30 GIUGNO 2015 Lo scenario di riferimento... pag. 14 Gli eventi rilevanti del primo semestre pag Modifiche statutarie... pag La riforma delle Banche Popolari... pag Operazioni di razionalizzazione societaria... pag Prestitalia... pag Adeguamenti alle disposizioni di Vigilanza in materia di controlli interni... pag Evoluzione del contesto normativo di riferimento... pag. 27 La struttura distributiva, il posizionamento, l innovazione digitale e la monetica... pag. 28 Le risorse umane... pag. 34 Prospetti consolidati riclassificati, prospetti di conto economico al netto delle più significative componenti non ricorrenti e prospetti di raccordo... pag. 39 Il conto economico consolidato... pag. 47 L intermediazione con la clientela: la raccolta... pag La raccolta totale... pag La raccolta diretta... pag La raccolta indiretta e il risparmio gestito... pag. 66 L intermediazione con la clientela: gli impieghi... pag L evoluzione del portafoglio crediti... pag La rischiosità... pag. 74 L attività sul mercato interbancario e la situazione di liquidità... pag. 80 L attività finanziaria... pag. 84 Il patrimonio netto e l adeguatezza patrimoniale... pag. 100 Informazioni relative al capitale, al titolo azionario, ai dividendi pagati e all utile per azione... pag. 105 Informazioni sui rischi e sulle politiche di copertura... pag Principali rischi e incertezze relativi al secondo semestre dell anno... pag. 118 Società consolidate: dati principali... pag. 121 Le operazioni con parti correlate e con soggetti collegati... pag. 125 Altre informazioni... pag Accertamenti ispettivi... pag Anatocismo... pag Novità fiscali... pag. 130 Prevedibile evoluzione della gestione consolidata... pag. 135 BILANCIO CONSOLIDATO SEMESTRALE ABBREVIATO AL 30 GIUGNO 2015 Schemi del Bilancio consolidato semestrale abbreviato al 30 giugno pag. 139 Stato patrimoniale consolidato... pag. 140 Conto economico consolidato... pag. 141 Prospetto della redditività consolidata complessiva... pag. 142 Prospetti delle variazioni del patrimonio netto consolidato... pag. 143 Rendiconto finanziario consolidato... pag

5 Note illustrative... pag. 147 Politiche contabili... pag Principi generali di redazione... pag Altri aspetti... pag Informativa sul fair value... pag. 159 L area di consolidamento... pag. 161 Informazioni di natura contabile... pag Tabelle esplicative del Conto economico consolidato... pag Tabelle esplicative dello Stato patrimoniale consolidato... pag. 168 Le attività materiali e immateriali... pag. 170 Le attività/passività non correnti in via di dismissione... pag. 172 I fondi per rischi ed oneri... pag. 173 Le passività potenziali... pag Informativa sul contenzioso... pag Informativa di settore... pag Le operazioni con parti correlate ai sensi dello IAS pag. 182 Eventi successivi alla chiusura del semestre... pag. 185 ATTESTAZIONE DEL CONSIGLIERE DELEGATO E DEL DIRIGENTE PREPOSTO ALLA REDAZIONE DEI DOCUMENTI CONTABILI SOCIETARI... pag. 187 RELAZIONE DELLA SOCIETÀ DI REVISIONE... pag. 191 INFORMATIVA SULL ANDAMENTO DELLA CAPOGRUPPO UBI BANCA SCPA NEL PRIMO SEMESTRE 2015 Prospetti riclassificati, prospetti di conto economico al netto delle più significative componenti non ricorrenti e prospetti di raccordo... pag. 196 L andamento nel periodo... pag L evoluzione economica... pag Gli aggregati patrimoniali... pag. 213 Schemi del bilancio separato semestrale abbreviato al 30 giugno pag Stato patrimoniale... pag Conto economico... pag Prospetto della redditività complessiva... pag Prospetti delle variazioni del patrimonio netto... pag Rendiconto finanziario... pag. 228 POTERI DEGLI ORGANI SOCIETARI E DELEGHE LORO ATTRIBUITE Raccomandazione Consob n del 20 febbraio pag. 229 ARTICOLAZIONE TERRITORIALE DEL GRUPPO UBI BANCA CALENDARIO DEGLI EVENTI SOCIETARI DI UBI BANCA PER IL 2015 CONTATTI Legenda Nelle tavole sono utilizzati i seguenti segni convenzionali: - linea (-): quando il fenomeno non esiste; - non significativo (n.s.): quando il fenomeno non è significativo; - non disponibile (n.d.): quando il dato non è disponibile; - segno X : quando la voce non è da valorizzare (conformemente alle Istruzioni della Banca d Italia). Gli importi, ove non diversamente indicato, sono espressi in migliaia di euro. 4

6 UBI Banca: cariche sociali Presidente Onorario Giuseppe Vigorelli Consiglio di Sorveglianza (nominato dall Assemblea dei Soci il 20 aprile 2013) Presidente Vice Presidente Vicario Vice Presidente Vice Presidente Andrea Moltrasio Mario Cera Alberto Folonari Armando Santus Dorino Mario Agliardi Antonella Bardoni Letizia Bellini Cavalletti Marina Brogi Pierpaolo Camadini Luca Vittorio Cividini Alessandra Del Boca Ester Faia Marco Giacinto Gallarati Carlo Garavaglia Gianluigi Gola Lorenzo Renato Guerini Alfredo Gusmini (*) Federico Manzoni Mario Mazzoleni Enrico Minelli Sergio Pivato Andrea Cesare Resti Maurizio Zucchi Consiglio di Gestione (nominato dal Consiglio di Sorveglianza il 23 aprile 2013) Presidente Franco Polotti Vice Presidente Giorgio Frigeri Consigliere Delegato e Direttore Generale Victor Massiah (**) Silvia Fidanza Luciana Gattinoni Italo Lucchini Ettore Giuseppe Medda (***) Flavio Pizzini Elvio Sonnino Direzione Generale Direttore Generale Victor Massiah (**) Vice Direttore Generale Vicario Elvio Sonnino Vice Direttore Generale Rossella Leidi Vice Direttore Generale Ettore Giuseppe Medda Dirigente preposto ex art. 154 bis TUF Elisabetta Stegher Società di Revisione DELOITTE & TOUCHE Spa (*) Segretario del Consiglio di Sorveglianza (**) Francesco Iorio ha rassegnato le proprie dimissioni dalla carica di Direttore Generale con effetti dal 1 giugno 2015; da tale data pertanto a sensi di Statuto è decaduto dalla carica di Consigliere di Gestione. Dal 1 giugno 2015 Victor Massiah ha assunto anche la carica di Direttore Generale con durata non oltre la scadenza del mandato dell Organo di gestione (Assemblea 2016). (***) Nominato dal Consiglio di Sorveglianza il 14 luglio

7 Gruppo UBI Banca: principali partecipazioni al 30 giugno 2015 UBI Banca Scpa BANCHE RETE ALTRE BANCHE SOCIETÀ FINANZIARIE Banca Popolare di Bergamo Spa 100% IW Bank Spa (2) 100% UBI Leasing Spa 99,62% Banco di Brescia Spa 100% UBI Banca International Sa Lussemburgo 100% UBI Factor Spa 100% Banca Popolare Commercio e Industria Spa 83,76% Prestitalia Spa 100% Banca Regionale Europea Spa 74,77% (1) Banca Popolare di Ancona Spa 99,55% Banca Carime Spa 99,99% Banca di Valle Camonica Spa 84,13% (1) La percentuale rappresenta il controllo sul capitale complessivamente detenuto (azioni ordinarie, di risparmio e privilegiate). (2) La Società riviene dalla fusione per incorporazione di IW Bank in UBI Banca Private Investment e dalla ridenominazione della nuova realtà in IW Bank Spa, con efficacia giuridica dal 25 maggio (3) Il restante 1,44% è detenuto da Cargeas Assicurazioni Spa (già UBI Assicurazioni Spa). (4) Nel giugno 2015 un terzo della quota partecipativa è stato riclassificato fra le attività non correnti in via di dismissione ai sensi dell'ifrs 5. Le percentuali si riferiscono alle quote di partecipazione complessivamente detenute dal Gruppo (dirette + indirette) sull intero capitale sociale. 6

8 ASSICURAZIONI ASSET MANAGEMENT E SERVIZI FIDUCIARI ALTRE Aviva Assicurazioni Vita Spa 20% UBI Pramerica SGR Spa 65% BPB Immobiliare Srl 100% Aviva Vita Spa 20% UBI Management Co Sa Lussemburgo 100% S.B.I.M. Spa 100% Lombarda Vita Spa 40% Centrobanca Sviluppo Impresa SGR Spa 100% UBI Sistemi e Servizi SCpA 98,56% (3) UBI Trustee Sa Lussemburgo 100% UBI Academy SCRL 100% Zhong Ou Asset Management Co. Ltd Cina 35% (4) Società consolidate con il metodo integrale Società consolidate con il metodo del patrimonio netto 7

9 Gruppo UBI Banca: articolazione territoriale al 30 giugno Trentino Alto Adige Lombardia (759) 1 Veneto 27 1 Valle d Aosta Friuli Venezia Giulia Piemonte (169) Emilia Romagna (43) Liguria (38) Marche 80 Umbria Toscana (7) Abruzzo (17) Molise Lazio (106) Puglia (94) 93 1 Basilicata 19 1 Sardegna Campania (78) Calabria 84 Filiali in Italia UBI Banca Scpa 4 Banca Popolare di Bergamo Spa 350 Banco di Brescia Spa 288 Banca Popolare Commercio e Industria Spa 196 Banca Regionale Europea Spa 208 Banca Popolare di Ancona Spa 208 Banca Carime Spa 216 Banca di Valle Camonica Spa 66 IW Bank Spa 21 Filiali all estero 6 Banca Regionale Europea Spa Nizza, Mentone, Antibes (Francia) UBI Banca International Sa (Lussemburgo) Lussemburgo, Monaco (Germania), Madrid (Spagna) Presenze Internazionali UBI Factor Spa Cracovia (Polonia) UBI Management Co. Sa Lussemburgo Zhong Ou Asset Management Co. Ltd Shanghai (Cina) UBI Trustee Sa Lussemburgo Uffici di rappresentanza San Paolo (Brasile), Mosca, Mumbai, Hong Kong, Shanghai. 8

10 Gruppo UBI Banca: principali dati e indicatori INDICI DI STRUTTURA Crediti netti verso clientela /totale attivo 71,4% 70,3% 71,2% 70,1% 76,8% 78,0% 80,1% 79,0% Raccolta diretta da clientela /totale passivo 79,0% 76,5% 74,5% 74,6% 79,2% 81,8% 79,5% 80,0% Crediti netti verso clientela /raccolta diretta da clientela 90,5% 91,9% 95,5% 94,0% 97,0% 95,4% 100,8% 98,7% Patrimonio netto (incluso utile/perdita del periodo) /totale passivo 8,3% 8,1% 8,3% 7,4% 6,9% 8,4% 9,3% 9,1% Risparmio gestito /raccolta indiretta da clientela privata 60,4% 57,1% 55,2% 54,3% 51,2% 54,6% 53,2% 53,1% Financial leverage ratio (tot.attivo - attività immat.)/(pn incluso utile/perdita + pn di terzi - attività immat.) 13,6 14,0 14,7 17,0 18,5 19,3 17,1 17,3 INDICI DI REDDITIVITÀ Dati annualizzati ROE (utile netto)/(patrimonio netto incluso utile/perdita del periodo) 2,5% 2,4% 2,4% 0,8% 3,9% 1,6% 2,4% 0,6% ROTE [utile netto /pn tangibile (pn incluso utile/perdita - immobilizzazioni immat.)] 3,1% 2,9% 3,4% 1,2% 5,9% 3,1% 4,6% 1,2% ROA (utile netto /totale attivo) 0,21% 0,19% 0,20% 0,06% 0,27% 0,13% 0,22% 0,06% Cost/income (oneri /proventi operativi) 61,2% 61,8% 62,3% 64,3% 69,5% 70,6% 64,4% 63,9% Spese per il personale /proventi operativi 38,3% 38,2% 37,9% 39,0% 41,4% 41,5% 37,5% 38,8% Rettifiche nette su crediti /crediti netti verso clientela (costo del credito) 0,91% 1,08% 1,07% 0,91% 0,61% 0,69% 0,88% 0,59% Margine di interesse /proventi operativi 49,6% 53,3% 50,9% 52,8% 61,7% 61,3% 61,5% 68,7% Commissioni nette /proventi operativi 39,2% 36,0% 34,5% 33,5% 34,7% 33,9% 31,1% 33,3% Risultato netto dell'attività finanziaria /proventi operativi 6,5% 5,9% 9,4% 7,3% 0,2% 1,0% 3,2% -5,9% INDICI DI RISCHIOSITÀ Sofferenze nette /crediti netti verso clientela 4,91% 4,70% 3,89% 3,18% 2,49% 1,91% 1,36% 0,88% Rett.di valore su soff./soff.lorde (grado di copertura delle sofferenze) 38,68% 38,56% 41,60% 42,60% 43,31% 48,69% 51,57% 54,58% Grado di copertura delle sofferenze al lordo degli stralci delle posizioni oggetto di procedura concorsuale e delle relative rettifiche 53,03% 53,36% 56,05% 57,63% 59,06% 63,62% 66,10% Crediti deteriorati netti / crediti netti verso clientela 11,31% 11,10% 10,53% 8,73% 6,30% 5,17% 4,62% 2,40% COEFFICIENTI PATRIMONIALI Basilea 3 dal Tier 1 ratio (Tier 1 capital dopo filtri e deduzioni /attività di rischio ponderate) 12,94% 12,33% 13,23% 10,79% 9,09% 7,47% 7,96% 7,73% Common Equity Tier 1 ratio (Common Equity Tier 1 dopo i filtri e le deduzioni/ attività di rischio ponderate) 12,94% 12,33% 12,60% 10,29% 8,56% 6,95% 7,43% 7,09% Total capital ratio (Totale Fondi propri/ attività di rischio ponderate] 15,62% 15,29% 18,91% 16,01% 13,50% 11,17% 11,91% 11,08% Totale Fondi propri (dati in migliaia di euro) di cui: Tier 1 capital dopo i filtri e le deduzioni Attività di rischio ponderate DATI ECONOMICI, PATRIMONIALI (in migliaia di euro), OPERATIVI E DI STRUTTURA (numero) Utile (perdita) del periodo di pertinenza della Capogruppo ( ) ( ) Utile (perdita) del periodo di pertinenza della Capogruppo ante oneri per esodi anticipati e impairment Utile (perdita) del periodo di pertinenza della Capogruppo normalizzato Proventi operativi Oneri operativi ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) Crediti netti verso clientela di cui: sofferenze nette crediti deteriorati netti Raccolta diretta da clientela Raccolta indiretta da clientela di cui: Risparmio gestito Raccolta totale da clientela Patrimonio netto del Gruppo (incluso utile/perdita del periodo ) Attività immateriali Totale attivo Sportelli in Italia Forza lavoro di fine periodo (dipendenti effettivi in servizio + collaboratori con contratto di somministrazione) Forza lavoro media 3 (dipendenti effettivi in servizio + collaboratori con contratto di somministrazione) Promotori finanziari Gli indicatori sono stati costruiti utilizzando i dati riclassificati riportati nel capitolo Prospetti consolidati riclassificati, prospetti di conto economico al netto delle più significative componenti non ricorrenti e prospetti di raccordo della Relazione intermedia sull andamento della gestione consolidata. Le informazioni relative al titolo azionario sono riportate nello specifico capitolo all interno della Relazione. Con riferimento agli esercizi 2014 e 2011, si segnala che gli indici di redditività sono stati costruiti utilizzando l utile d esercizio ante oneri per esodi anticipati e impairment. 2 I dati al 31 dicembre 2013 e al 31 dicembre 2012 erano stati calcolati secondo la metodologia Basilea 2 AIRB e si riferiscono rispettivamente agli indicatori: Tier 1 (patrimonio di base/attività di rischio ponderate); Core Tier 1 dopo le deduzioni specifiche dal patrimonio di base (patrimonio di base al netto delle preference shares e azioni di risparmio o privilegiate di terzi/attività di rischio ponderate); Total capital ratio (patrimonio di vigilanza + Tier 3/attività di rischio ponderate). Per i periodi precedenti i dati erano stati calcolati secondo il metodo Basilea 2 Standard. 3 Nel calcolo della forza lavoro media i dipendenti part-time vengono convenzionalmente considerati al 50%. 9

11 Il rating Di seguito si riportano i giudizi di rating assegnati al Gruppo UBI Banca dalle tre principali agenzie internazionali. A conclusione di un processo di consultazione avviato nel settembre 2014, il 16 marzo 2015 Moody s ha pubblicato la nuova metodologia di rating delle banche. La revisione introduce alcune importanti novità: un macro profilo ed una più ampia gamma di elementi quali/quantitativi di osservazione ai fini della determinazione del BCA, l indicatore che esprime la solidità finanziaria intrinseca della banca (nel contempo è stato eliminato il Bank Financial Strength Rating); una analisi della struttura del passivo delle banche soggette a regimi di risoluzione per valutare gli impatti, in termini di perdita attesa, che l eventuale difficoltà della banca potrebbe avere, in assenza di alcun supporto, sulle varie categorie di strumenti di debito emessi e sui depositi [Loss Given Failure (LGF) analysis]; una valutazione del rischio controparte (Counterparty Risk Assessment), ovvero del rischio di default, relativamente agli impegni operativi e contrattuali assunti dalla banca (Covered Bond, derivati, garanzie, ecc.), generalmente non considerati dai sistemi di risoluzione esistenti. Il 17 marzo l Agenzia ha pertanto posto in revisione i rating di tutte le banche a livello globale. Il 22 giugno 2015, a conclusione della revisione per l Italia, che ha incorporato anche le nuove valutazioni in merito alle diminuite probabilità di supporto governativo, Moody s ha annunciato interventi sui rating di 17 banche/gruppi bancari, tra i quali anche UBI Banca. Il rating sui depositi e sul debito a lungo termine è stato aumentato da Baa3 a Baa2, con Outlook Stabile; il rating a breve termine è anch esso migliorato, da P-3 a P-2, mentre il BCA è rimasto invariato a ba1. Il rating a lungo termine su depositi e debito senior ha beneficiato di due notch di upgrade rispetto al BCA sulla base dei risultati della LGF analysis applicata al Gruppo UBI Banca che, in considerazione dell elevato volume di debito senior e del limitato ammontare di titoli subordinati, ha evidenziato una perdita attesa estremamente contenuta in caso di risoluzione. Nel contempo ad UBI Banca è stata assegnata una valutazione di Baa1 e di P-2 in termini di Counterparty Risk che ha reso possibile un miglioramento da Aa3 ad Aa2 del rating sul primo programma di Covered Bond, ufficializzato il 23 giugno. MOODY'S Long-term debt and deposit rating (I) Short-term debt and deposit rating (II) Baseline Credit Assessment (BCA) (III) Long-term Counterparty Risk Assessment (IV) Short-term Counterparty Risk Assessment (IV) Outlook (LT deposit & senior unsecured debt) GIUDIZI SULLE EMISSIONI Senior unsecured Euro Commercial Paper Programme Covered Bond (Primo Programma mutui residenziali) Baa2 Prime-2 ba1 Baa1(cr) Prime-2(cr) Stabile Baa2 Prime-2 Aa2 (I) Capacità di rimborso del debito in valuta locale a lungo termine (scadenza pari o superiore a 1 anno) (Aaa: miglior rating C: default) (II) Capacità di rimborso del debito in valuta locale a breve termine (scadenza inferiore a 1 anno) (Prime -1: massima qualità Not Prime: non classificabile fra le categorie Prime) (III) Il BCA non è un rating ma un giudizio sulla solidità finanziaria intrinseca della banca in assenza di supporti esterni (aaa: miglior rating c: default) (IV) Il Counterparty Risk (CR) Assessment non è un rating, ma un giudizio sulla probabilità di default negli impegni operativi e contrattuali assunti dalla banca [Aaa(cr): miglior rating C (cr): default)] [P-1 (cr): miglior rating Not Prime (cr): non classificabile fra le categorie Prime] Facendo seguito ad un processo di consultazione avviato nel novembre 2014, il 27 aprile 2015 Standard & Poor s ha pubblicato un evoluzione della propria metodologia di rating delle banche con l introduzione di una nuova componente di analisi, l Additional Loss-Absorbing Capacity (ALAC). Trattasi di una forma di potenziale supporto esterno che potrebbe essere incorporata nell Issuer Credit Rating per tenere conto del minore rischio di default delle obbligazioni senior in presenza di regolamentazioni che richiedono alle banche di detenere 10

12 passività bail-inable, ovvero passività che possono essere svalutate o convertite in capitale per evitare il default o la liquidazione della banca. Il 3 luglio 2015 l Agenzia ha rivisto l Outlook sul rating a lungo termine del Gruppo da Negativo a Stabile. Secondo S&P la stabilizzazione delle condizioni economiche e il rallentamento del deterioramento degli attivi consentiranno ad UBI Banca di continuare a rafforzare gradualmente, attraverso la generazione interna, la propria base di capitale. STANDARD & POOR S Short-term Issuer Credit Rating (i) A-3 Long-term Issuer Credit Rating (i) BBB- Stand Alone Credit Profile (SACP) (ii) bbb- Outlook (rating a lungo termine) Stabile GIUDIZI SULLE EMISSIONI Senior unsecured debt BBB- French Certificats de Dépôt Programme A-3 (i) L Issuer Credit Rating riflette il giudizio sul merito creditizio intrinseco della banca unitamente ad una valutazione del potenziale futuro supporto che la banca potrà ricevere in caso di difficoltà (dal governo o dal gruppo di appartenenza). Breve termine: capacità di ripagare il debito con durata inferiore ad un anno (A-1: miglior rating D: default) Lungo termine: capacità di pagamento degli interessi e del capitale su debiti di durata superiore ad 1 anno (AAA: miglior rating D: default) (ii) Il SACP rappresenta il giudizio sul merito creditizio intrinseco della banca, in assenza di supporto esterno (da parte del governo o del gruppo di appartenenza). Viene ottenuto partendo da un Anchor SACP che sintetizza la valutazione dei rischi economici e industriali propri del settore bancario italiano, poi rettificato per tenere conto di specifici fattori della banca quali la patrimonializzazione, la posizione commerciale, l esposizione al rischio, la raccolta e la situazione di liquidità, valutati anche in ottica comparativa. Il 1 aprile 2015, nell ambito della revisione annuale dei rating delle quattro maggiori banche italiane, Fitch Ratings ha ridotto a BBB/F3 (da BBB+/F2) con Outlook Stabile i rating di UBI Banca. Pur riconoscendo i miglioramenti intervenuti nella redditività operativa, la solida capitalizzazione, la stabile posizione di liquidità, il contenuto profilo di rischio e la buona rete distributiva, la decisione dell Agenzia riflette un livello al momento ancora significativo di attivi deteriorati generatisi negli ultimi anni di recessione. L 8 aprile 2015 il rating sul primo programma di Covered Bond è stato portato ad A (da A+ ) e posto in Watch Negativo poi risolto, il 28 aprile, confermando il rating A con Outlook Stabile mentre il rating sul secondo programma è stato mantenuto invariato a BBB+ con Outlook Stabile. A conclusione di una revisione dei supporti governativi a livello globale annunciata nel marzo 2014, alla luce dell evoluzione in atto nei sistemi di risoluzione delle crisi bancarie, il 19 maggio 2015 Fitch ha reso note le rating action sulle banche italiane. Per nove di esse, tra le quali anche UBI Banca, in considerazione del venir meno delle probabilità di un intervento governativo in caso di difficoltà, il Support Rating è stato portato a 5, il livello più basso, mentre il Support Rating Floor è divenuto NF (No Floor). FITCH RATINGS Short-term Issuer Default Rating (1) Long-term Issuer Default Rating (2) Viability Rating (3) F3 BBB Support Rating (4) 5 Support Rating Floor (5) Outlook (Long-term Issuer Default Rating) GIUDIZI SULLE EMISSIONI Senior unsecured debt Euro Commercial Paper Programme French Certificats de Dépôt Programme Covered Bond (Primo Programma mutui residenziali) Covered Bond (Secondo Programma mutui commerciali) bbb NF Stabile BBB F3 F3 A BBB+ (1) Capacità di rimborso del debito nel breve termine (durata inferiore ai 13 mesi) (F1+: miglior rating D: default) (2) Capacità di fronteggiare puntualmente gli impegni finanziari nel lungo termine indipendentemente dalla scadenza delle singole obbligazioni. Questo rating è un indicatore della probabilità di default dell emittente (AAA: miglior rating D: default) (3) Valutazione della solidità intrinseca della banca, vista nell ipotesi in cui la stessa non possa fare affidamento su forme di sostegno esterno (aaa: miglior rating - f: default). (4) Giudizio sull eventuale probabilità, adeguatezza e tempestività di un intervento esterno (da parte dello Stato o di azionisti istituzionali di riferimento) nel caso la banca si trovasse in difficoltà (1: miglior rating 5: peggior rating) (5) Questo rating costituisce un elemento informativo accessorio, strettamente correlato al Support Rating, in quanto identifica, per ogni livello del Support Rating, il livello minimo che, in caso di eventi negativi, potrebbe raggiungere l Issuer Default Rating. 11

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14 RELAZIONE INTERMEDIA SULL ANDAMENTO DELLA GESTIONE CONSOLIDATA AL 30 GIUGNO 2015

15 Lo scenario di riferimento 1 Nella prima parte dell anno lo scenario macroeconomico è risultato ancora condizionato da rischi di instabilità, che hanno nuovamente accentuato, nel secondo trimestre, la volatilità sui mercati finanziari. In primis va segnalata l evoluzione della crisi greca. Il 26 giugno il Governo ha interrotto le trattative in corso per il prolungamento del sostegno finanziario la cui scadenza era fissata per il 30 giugno 2 decidendo di sottoporre a referendum, il 5 luglio, la proposta presentata da istituzioni e paesi creditori, che subordinava la proroga al rispetto di stringenti obiettivi di bilancio per il periodo e all approvazione di importanti riforme, tra cui quella delle pensioni. Nel referendum hanno prevalso i voti contrari a tale proposta. In tale contesto sono andati accentuandosi i deflussi dei depositi e le tensioni sulla liquidità delle banche greche, che dal 28 giugno sono rimaste chiuse per tre settimane introducendo limiti ai prelievi di contante dai distributori automatici 3. Il 13 luglio i capi di Stato e di governo dell Area euro, dopo un confronto molto difficile, hanno raggiunto un intesa per iniziare le trattative finalizzate ad un terzo programma di sostegno. L avvio dei negoziati è stato condizionato all approvazione in tempi rapidi da parte del Parlamento greco di un ampio pacchetto di misure stringenti e dettagliate, che include tra l altro provvedimenti in tema di tassazione indiretta, pensioni, privatizzazioni e riforma della Pubblica Amministrazione. Nella seduta del 15 luglio il Parlamento greco ha approvato una prima serie di disposizioni. Conseguentemente la BCE ha innalzato il livello massimo per l erogazione di liquidità di emergenza alle banche greche mentre il 17 luglio l Unione europea ha predisposto l erogazione di un prestito ponte di 7,16 miliardi di euro che ha permesso alla Grecia di fronteggiare gli impegni finanziari a breve termine nei confronti della BCE e dell FMI 4. Sempre il 17 luglio, l Eurogruppo ha raggiunto un accordo per negoziare il sostegno dell ESM, mentre il 22 luglio il parlamento ellenico ha ratificato la seconda serie di riforme concordate con i creditori. Negli ultimi giorni la discussione tra i creditori di Atene (FMI, Unione europea e BCE) si sta orientando sulla possibilità di una seconda ristrutturazione dell enorme debito pubblico greco, nel 2014 pari al 177,1% del Pil. Hanno contribuito ad aumentare l incertezza anche: il brusco calo delle borse cinesi, a partire dalla metà di giugno, quale conseguenza dello scoppio di una bolla speculativa con rischi di contagio per l economia; il progressivo aggravamento delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente e in Nord Africa, nonostante il raggiungimento in luglio di un accordo sul nucleare tra Stati Uniti ed Iran che potrebbe portare alla revoca delle sanzioni nei confronti della Repubblica islamica. Il dibattito in corso sulla gestione dei flussi migratori, l esito delle elezioni autunnali in Portogallo e Spagna nonché la prospettiva di un referendum nel Regno Unito in merito alla permanenza nell Unione europea, potrebbero rappresentare ulteriori elementi di rischio per la ripresa dell Area euro. I differenziali tra i titoli di Stato dei Paesi periferici e quelli tedeschi hanno subito oscillazioni crescenti nel corso del semestre. Dopo aver raggiunto tra fine febbraio ed inizio marzo livelli minimi dall avvio della crisi, sulla scia dell annuncio del programma di acquisto di titoli pubblici da parte della BCE (Quantitative Easing), gli spread sono tornati a crescere repentinamente da inizio aprile in seguito all aggravarsi della crisi debitoria greca. Il differenziale tra il BTP decennale e l omologo bund tedesco pari a 153 punti base a fine giugno ha subito un impennata ad inizio luglio in concomitanza con l esito del referendum greco, per poi riportarsi rapidamente intorno ai 120 punti base successivamente al raggiungimento dell intesa. 1 Redatto sulla base dei dati disponibili al 31 luglio Il 30 giugno e il successivo 13 luglio la Grecia non ha rimborsato le tranche in scadenza del prestito ricevuto dal Fondo Monetario Internazionale (FMI). 3 La BCE ha deciso infatti di mantenere invariato rispetto al 26 giugno il livello massimo stabilito per l erogazione di liquidità di emergenza alle banche del Paese. 4 Non potendo far ricorso allo European Stability Mechanism (ESM), in quanto non sottoscritto da tutti i 28 Paesi membri dell Unione, il prestito è stato erogato attingendo alle risorse residue del fondo European Financial Stabilisation Mechanism (EFSM). 14

16 Spread BTP-Bund decennali Punti base GFMAMGLASONDGFMAMGLA SONDGFMAMGLA SONDGFMAMGL ASONDGFMAMGL ASONDGFMAMGL Fonte: Thomson Financial Reuters Alla luce della fragile ripresa e degli squilibri presenti a livello mondiale le principali Banche centrali continuano a portare avanti politiche monetarie accomodanti anche se negli ultimi mesi è andato emergendo un disallineamento tra gli Stati Uniti e l Europa. Per quanto attiene alla Banca Centrale Europea: al fine di conseguire un adeguata espansione del bilancio dell Eurosistema e di contrastare i rischi connessi con un periodo eccessivamente prolungato di bassa crescita dei prezzi, il 22 gennaio la BCE ha deciso di ampliare il programma di acquisto di titoli per finalità di politica monetaria, che in precedenza riguardava asset-backed Securities (ABS) e covered bond, includendo i titoli emessi dai Paesi membri e da alcune agenzie pubbliche dell Area (tra le quali anche la Cassa Depositi e Prestiti), nonché da talune istituzioni europee. Il programma di acquisti sul mercato secondario (Public Sector Purchase Program) è stato avviato il 9 marzo, ammonta complessivamente a 60 miliardi di euro al mese e proseguirà almeno sino alla fine di settembre del 2016 e comunque sino a quando l andamento dell inflazione nell Area euro non risulterà coerente con l obiettivo di politica monetaria (circa il 2%) 5 ; il 25 marzo ed il 24 giugno sono state inoltre regolate la terza e la quarta operazione mirata di finanziamento a più lungo termine (TLTRO). Alla prima, in cui l ammontare ottenibile da ciascuna banca era connesso con la quantità di prestiti erogati a famiglie ed imprese tra maggio del 2014 e gennaio del 2015, hanno partecipato 143 intermediari dell Area, che hanno ottenuto fondi per 98 miliardi di euro; alle controparti della Banca d Italia sono stati assegnati 36 miliardi 6. All operazione svoltasi in giugno hanno preso parte 128 intermediari dell Area, che hanno ottenuto fondi per 74 miliardi di euro; alle controparti della Banca d Italia sono stati assegnati 17,5 miliardi (111 miliardi dall inizio del programma); il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale è stato mantenuto al minimo storico dello 0,05%. Sull altra sponda dell Atlantico, la Federal Reserve ha lasciato invariato il tasso di riferimento sui Fed Funds tra 0-0,25%, prefigurando un rialzo graduale a partire dal quarto trimestre da monitorare alla luce dell effettivo consolidamento dell economia americana, ma anche del più generale impatto sulla ripresa globale. La Bank of Japan in giugno ha ribadito l obiettivo per la base monetaria confermando il programma di acquisto di titoli da 80 mila miliardi di yen l anno. Nei principali Paesi emergenti le banche centrali, ad eccezione di quella brasiliana, hanno progressivamente allentato le condizioni monetarie 7. 5 Al 10 luglio erano stati acquistati 216 miliardi di titoli pubblici, 98 miliardi di covered bond e 9 miliardi di ABS. 6 A partire dalla terza operazione è stato eliminato il differenziale di 10 punti base applicato in precedenza al tasso delle operazioni di rifinanziamento principale (0,05%). 7 La People s Bank of China ha progressivamente ridotto sia il coefficiente di riserva obbligatoria, sia il tasso d interesse a un anno sui prestiti bancari (25 punti base a marzo, maggio e giugno), ora pari al 4,85%. In India la Banca centrale ha ridotto tre volte di 25 punti base ciascuna (gennaio, marzo e giugno) il Repo, ora al 7,25%. Anche la Banca centrale russa ha cercato di avviare un percorso di riduzione dei tassi, tagliando quello ufficiale, ora all 11,50%, di 200 punti base in gennaio, 100 punti base in marzo, 150 punti base in aprile e 100 punti base in giugno; per contro la Banca centrale del Brasile ha accentuato la restrizione monetaria alzando cinque volte (gennaio, marzo, aprile, giugno e luglio) il tasso di riferimento di 50 punti base ciascuna al 14,25% per riportare l inflazione all interno dell intervallo di riferimento. 15

17 Sul mercato dei cambi, nel secondo trimestre sembra giu-15 essersi interrotto il A deprezzamento dell euro nei confronti delle principali valute internazionali 8. Dalla tabella emerge anche una progressiva svalutazione dello yen nei confronti del dollaro. Nelle prime settimane di luglio, in parallelo con Fonte: Thomson Financial Reuters l acuirsi della crisi greca, l euro è tornato a indebolirsi nei confronti della moneta USA. Principali cambi, quotazioni del petrolio (Brent) e delle materie prime L andamento dell indice delle materie prime riflette una debolezza per la componente non energetica, legata anche alla perdita di slancio dell economia cinese e all apprezzamento del dollaro, più che compensata nel secondo trimestre dal recupero delle quotazioni delle risorse energetiche. Tra aprile e giugno, infatti, il prezzo del petrolio di qualità Brent, si è stabilizzato intorno ai 65 dollari al barile, in ripresa rispetto ai minimi raggiunti a metà gennaio (47 dollari al barile). Nel mese di luglio tuttavia, i corsi petroliferi si sono riportati sui livelli di fine marzo, frenati dall elevata produzione negli Stati Uniti e nei paesi OPEC, ma anche dalle attese di una positiva conclusione dei negoziati con l Iran. Le dinamiche precedentemente descritte stanno mantenendo l inflazione su livelli particolarmente contenuti nei Paesi industrializzati; per contro nei principali Paesi emergenti, ad eccezione della Cina, i prezzi continuano a mostrare variazioni molto più accentuate. L andamento dell economia mondiale si conferma trainato dai Paesi emergenti asiatici, seppur con un rallentamento in Cina, ma anche dal crescente contributo dei Paesi avanzati 9. * * * mar-15 B dic-14 C Var. % A/C set-14 D giu-14 E Euro/Dollaro 1,1135 1,0730 1,2097-8,0% 1,2631 1,3691 Euro/Yen 136,39 128,89 144,78-5,8% 138,49 138,69 Euro/Yuan 6,9037 6,6515 7,5057-8,0% 7,7529 8,4933 Euro/Franco CH 1,0415 1,0435 1, ,4% 1,2063 1,2141 Euro/Sterlina 0,7086 0,7240 0,7766-8,8% 0,7790 0,8003 Dollaro/Yen 122,49 120,12 119,68 2,3% 109,64 101,30 Dollaro/Yuan 6,2000 6,1990 6,2046-0,1% 6,1380 6,2036 Futures - Brent (in $) 63,59 55,11 57,33 10,9% 94,67 112,36 Indice CRB (materie prime) 227,17 211,86 229,96-1,2% 278,55 308,22 Consuntivi e previsioni: Paesi industrializzati Prodotto Interno Lordo Prezzi al consumo Disoccupazione Disavanzo (+) Avanzo (-) Settore Pubblico (% del PIL) Tassi di riferimento Valori percentuali (1) 2016 (1) 2014 (2) giu-15 (3) 2015 (1) (2) 2014 (2) giu-15 (3) 2015 (1) (2) (1) 2016 (1) dic-14 lug-15 Stati Uniti 2,4 2,2 2,4 1,6 0,1 0,5 6,2 5,3 5,3 5,0 4,3 3,1 0-0,25 0-0,25 Giappone -0,1 1,0 1,2 2,8 0,4 0,2 3,5 3,4 3,4 8,4 7,6 7,0 0-0,10 0-0,10 Area Euro 0,8 1,4 1,6 0,4 0,2 0,3 11,6 11,1 10,8 2,4 2,2 1,7 0,05 0,05 Italia -0,4 0,7 1,3 0,2 0,2 0,2 12,7 12,7 12,3 3,0 3,0 2,8 - - Germania 1,6 1,5 1,8 0,8 0,1 0,5 5,0 4,7 4,7-0,7-0,6-0,8 - - Francia 0,2 1,3 1,4 0,6 0,3 0,3 10,2 10,2 10,4 4,0 3,7 3,0 - - Portogallo 0,9 1,2 2,0-0,2 0,8 0,7 14,1 12,4 13,2 4,5 3,2 3,1 - - Irlanda 4,8 3,1 3,0 0,3 0,4 0,0 11,3 9,7 9,6 4,1 3,9 3,4 - - Grecia 0,7-2,9-1,6-1,4-1,1-1,5 26,5 25,6 27,0 3,5 5,5 4,7 - - Spagna 1,4 3,2 2,6-0,2 0,0-0,1 24,5 22,5 22,8 5,8 4,3 3,2 - - Regno Unito 3,0 2,6 1,9 1,5 0,0 0,4 6,2 5,6 5,0 5,7 5,0 4,6 0,50 0,50 (1) Previsioni Fonte: Prometeia e Statistiche ufficiali (2) Tasso medio annuo (3) Laddove non ancora pubblicati i dati al 30 giugno 2015, sono state utilizzate le ultime informazioni disponibili Tra aprile e giugno il Pil degli Stati Uniti è cresciuto del 2,3% annualizzato, quinto rialzo consecutivo (+0,6% il dato rivisto dei primi tre mesi), beneficiando di un miglioramento dei 8 Per quanto riguarda la significativa variazione del cambio euro/franco svizzero intervenuta rispetto a dicembre, si ricorda che la stessa è da porre in relazione con l abbandono del regime di cambio minimo deciso in gennaio dalla Banca Nazionale Svizzera. 9 Secondo la revisione delle stime del Fondo Monetario Internazionale (luglio 2015), il Pil mondiale crescerà del 3,3% nel 2015 (+3,4% nel 2014), sempre trainato dai Paesi emergenti (+4,2%; +4,6% nel 2014), ma con un recupero delle economie avanzate (+2,1%; +1,8% nel 2014). 16

18 consumi e delle esportazioni nette, a fronte di una contrazione delle scorte e un indebolimento degli investimenti fissi. Sul mercato del lavoro indicazioni incoraggianti provengono dal tasso di disoccupazione sceso a giugno al 5,3%, il livello più basso dal maggio 2008 (5,6% a fine anno). Nel primo semestre l inflazione sembra essersi stabilizzata su valori pressoché nulli (0,1% a giugno), dopo il brusco calo intervenuto tra ottobre e gennaio (0,8% a dicembre). L indice core (al netto dei prodotti alimentari ed energetici) è risultato più stabile (1,8% a giugno; 1,6% a dicembre). Tra gennaio e maggio il saldo negativo della bilancia commerciale è aumentato a 212,8 miliardi di dollari (+0,5% rispetto al corrispondente periodo del 2014), risentendo di un accresciuto deficit nei confronti di Cina, Giappone e delle altre economie emergenti asiatiche, che ha più che compensato il miglioramento del saldo, ora positivo, nei confronti dei Paesi Opec. Nella prima parte del 2015 la crescita su base annua del Pil cinese è risultata stabile al 7%, il livello più basso degli ultimi sei anni, risentendo di una persistente debolezza degli investimenti nel comparto immobiliare e nel suo indotto oltre che di una riduzione dell attività commerciale. Tutti i principali indicatori della domanda interna hanno continuato a registrare sviluppi significativi in termini tendenziali sebbene in Consuntivi e previsioni: principali Paesi emergenti Prodotto Interno Lordo Prezzi al consumo Tassi di riferimento Valori percentuali (1) 2016 (1) 2014 (2) giu-15 (3) dic-14 lug-15 Cina 7,4 6,3 6,0 2,0 1,4 5,60 4,85 India 7,0 8,0 6,9 7,2 5,4 8,00 7,25 Brasile 0,1 0,1-1,5 6,3 8,9 11,75 14,25 Russia 0,6-3,4 0,2 7,8 15,3 17,00 11,50 (1) Previsioni Fonte: Prometeia, FMI e Statistiche ufficiali (2) Tasso medio annuo (3) Laddove non ancora pubblicati i dati al 30 giugno 2015, sono state utilizzate le ultime informazioni disponibili graduale rallentamento rispetto agli anni precedenti: +11,4% gli investimenti fissi; +4,6% gli investimenti nel settore immobiliare (+10,5% nel 2014); +10,4% le vendite al dettaglio di beni di consumo; +6,3% la produzione industriale (+7,1% per il comparto manifatturiero). Con riferimento agli scambi commerciali, nel primo semestre le contrapposte dinamiche tendenziali di esportazioni (+1%) ed importazioni (-15,5%) hanno determinato un surplus di 263,2 miliardi di dollari che ha contribuito a sostenere le riserve valutarie, a fine giugno pari a miliardi di dollari, per circa un terzo stabilmente investite in titoli pubblici statunitensi. Dopo una rapida discesa allo 0,8% nel mese di gennaio, l inflazione si è riportata su valori prossimi a quelli di dicembre (1,5%), attestandosi a giugno all 1,4%, sostenuta dai comparti dell abbigliamento (2,9%) e del tabacco/alcolici (3,5%). Nei primi tre mesi dell anno l economia giapponese ha registrato segnali positivi, con il Pil in crescita congiunturale dell 1% (+0,3% nell ultimo periodo del 2014). A fronte della stabilità della domanda interna per consumi, tale dinamica ha beneficiato di un accresciuto apporto delle scorte e degli investimenti non residenziali, solo in parte compensato dalla flessione dell interscambio commerciale. I primi dati riferibili al secondo trimestre esprimono indicazioni contrastanti: a maggio la produzione industriale si è ridotta del 2,1% su base congiunturale (terza flessione negli ultimi quattro mesi); per contro l indagine Tankan di giugno ha evidenziato un miglioramento del livello di fiducia in particolare per le imprese di grandi dimensioni, manifatturiere e non. A giugno il tasso di disoccupazione si è portato al 3,4%, in linea con dicembre, mentre l inflazione si è attestata allo 0,4% (2,4% a dicembre), in sensibile calo dal mese di aprile per il venir meno dell effetto base dell aumento dell imposta sui consumi introdotta nell aprile Tra gennaio e marzo nell Area euro la ripresa economica sembra essersi stabilizzata, con il Pil in crescita dello 0,4% rispetto al periodo precedente (+0,4% anche nell ultimo trimestre del 2014), grazie al contributo dei consumi, degli investimenti fissi questi ultimi in progressivo miglioramento e delle scorte, a fronte di un generalizzato peggioramento delle esportazioni nette. Nonostante i difficili negoziati sul debito greco continuino ad essere motivo di preoccupazione, permane uno scenario favorevole ad un progressivo consolidamento della crescita nell Area, considerati gli attuali livelli del petrolio e del cambio, nonché le condizioni finanziarie espansive. 17

19 Per quanto attiene al secondo trimestre, in giugno l indicatore -coin calcolato dalla Banca d Italia che fornisce una stima della dinamica di fondo del Pil europeo ha registrato il settimo lieve aumento consecutivo dal minimo di novembre 2014, sostenuto anche dall andamento dell interscambio con l estero, i cui effetti sono stati in parte compensati dalla debole dinamica dell attività industriale. A conferma di un trend non ben definito, l indice della produzione industriale a maggio si è ridotto dello 0,4% su base congiunturale (invariato ad aprile; -0,4% a marzo), riflettendo anche l andamento del dato tedesco, pur in presenza di un miglioramento per le altre economie principali (+0,9% in Italia; +0,4% in Spagna; +0,3% in Francia). Per contro, il dato tendenziale risulta in crescita dell 1,6% (+0,9% ad aprile; +2,1% a marzo). A giugno, il tasso di disoccupazione si è confermato stabile all 11,1%, in marginale riduzione rispetto all 11,3% di dicembre, incorporando ancora situazioni di particolare criticità in Grecia (25,6% ad aprile), Spagna (22,5%), Italia (12,7%) e Portogallo (12,4%). Dopo un progressivo recupero tra gennaio (-0,6%, livello minimo) e maggio (0,3%), a giugno l inflazione è risultata pari allo 0,2%. L indice core, al netto dei prodotti alimentari ed energetici, è risultato pari allo 0,8%, sostanzialmente stabile rispetto a dicembre (0,7%). All interno dell Area euro, l economia italiana sembra manifestare i primi segni di un inversione di tendenza rispetto al passato. Dopo cinque periodi di variazioni negative e nulle, nel primo trimestre 2015 la dinamica congiunturale del Pil è tornata ad essere positiva (+0,3%), sostenuta dalle scorte e dagli investimenti fissi (in particolare mezzi di trasporto e costruzioni in vista dell apertura dell EXPO), a fronte di un apporto negativo dell interscambio commerciale e, marginalmente, dei consumi. Dai primi dati relativi al secondo trimestre, pare emergere un consolidamento della ripresa. A maggio l indice della produzione industriale corretto per gli effetti del calendario si presentava in deciso miglioramento al 3%, dopo le variazioni negative dei primi mesi dell anno (-2,2% a gennaio), sintetizzando variazioni tendenziali positive per quasi tutti i settori, fra i quali la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi (+16,2%), la fabbricazione di mezzi di trasporto (+15,4%), e la produzione di prodotti farmaceutici (+10,5%). Solo i settori estrattivo (-12,1%), tessile (-1,4%) e alimentare (-0,5%) mostravano una dinamica negativa. Sul mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione a giugno è salito al 12,7%, livello più elevato da inizio anno (12,4% a dicembre), nonostante le misure di decontribuzione per i nuovi assunti introdotte dalla legge di stabilità 2015 e le innovazioni previste dal Jobs Act 10. Il tasso relativo alla fascia anni ha presentato un trend analogo (44,2% a giugno; 41% a dicembre) 11. Il dato generale continua peraltro ad essere mitigato dalla presenza degli ammortizzatori sociali che tra gennaio e giugno hanno evidenziato una significativa riduzione tendenziale della Cassa Integrazione Guadagni: 365,5 milioni di ore autorizzate a fronte dei 524,1 milioni di un anno prima (-30,3%), quale sintesi di una generalizzata flessione delle diverse componenti (-21,9% l ordinaria; -22,4% la straordinaria; -61,7% la cassa in deroga). L inflazione, misurata dall Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo, è tornata positiva da maggio, registrando a giugno, per il secondo mese consecutivo, una lieve accelerazione su base annua pari allo 0,2% (-0,1% a dicembre). L andamento dei mesi primaverili è riconducibile anche al settore dei servizi. Nei primi cinque mesi dell anno il saldo della bilancia commerciale è migliorato a 15,7 miliardi di euro (+13,9 miliardi nello stesso periodo del 2014) in virtù di un rilevante avanzo dell interscambio dei prodotti non energetici, del quale circa due terzi stabilmente riferibile ai beni strumentali, che ha più che compensato il deficit energetico (-14,4 miliardi). Il surplus complessivo è stato alimentato da un volume di scambi più sostenuto, con le esportazioni in aumento nei cinque mesi del 4,1% su base tendenziale spiegato per oltre un terzo dall incremento delle vendite di autoveicoli verso gli Stati Uniti e le importazioni in crescita del 3,2%. Si segnala che in data 2 luglio il Parlamento ha definitivamente approvato la legge di delegazione europea 2014, provvedimento che contiene i criteri di delega per la trasposizione nell ordinamento nazionale di numerose importanti direttive europee. Tra queste figura la Direttiva sul Risanamento e la Risoluzione delle Banche (BRRD), da completare con l emanazione dei relativi decreti legislativi. La Banca d Italia è stata designata quale Autorità italiana di risoluzione delle crisi. 10 Il 7 marzo e il 25 giugno sono entrati in vigore quattro decreti attuativi del Jobs Act (Decreti Legislativi 4 marzo 2015, n. 22 e n. 23; Decreti Legislativi 15 giugno 2015, n. 80 e n. 81). 11 Il dato esprime l incidenza dei giovani disoccupati sul totale dei giovani occupati o in corso di occupazione. 18

20 * * * L andamento dei mercati azionari, particolarmente favorevole per la borsa nipponica e le borse europee, ha subito per quest ultime un ritracciamento nel corso del secondo trimestre a seguito dell incalzare di possibili timori di contagio dei Paesi periferici, derivanti dalla delicata questione greca. Come si evince dalla Andamenti dei principali indici azionari espressi in valuta locale tabella, nonostante questa inversione di tendenza, le migliori performance del semestre hanno interessato i listini italiani, con variazioni rispetto a dicembre di poco inferiori al 20%. Per contro si è riscontrata una maggiore stabilità per le borse americane, già su livelli ampiamente superiori a quelli precrisi. L indice MSCI che rappresenta l andamento dei mercati dei Paesi emergenti in lieve crescita nei sei mesi, risulta stabile rispetto a marzo nonostante l improvviso calo che ha interessato il mercato azionario cinese dalla metà di giugno. Su tale mercato, le quotazioni sono bruscamente diminuite del 30% in meno di un mese, a fronte dei consistenti rialzi registrati a partire da novembre (+150%), alimentati da un massiccio accesso al mercato borsistico da parte dei piccoli risparmiatori, il cui basso grado di conoscenza finanziaria può aver amplificato le fluttuazioni. Ciò ha riflesso l allentamento delle condizioni monetarie e l esortazione esplicita delle autorità a sostenere lo sviluppo del mercato azionario. All inizio di luglio le autorità finanziarie sono intervenute per cercare di arrestare la caduta dei corsi, stimolando l acquisto di azioni da parte delle agenzie e delle società pubbliche; al contempo sono state sospese le contrattazioni di quasi la metà delle aziende quotate e bloccati i nuovi collocamenti. Con riferimento al risparmio gestito, il settore dei fondi comuni di investimento sta continuando a trainare l aggregato complessivo grazie ad una raccolta netta che a fine giugno si presentava positiva per 68,7 miliardi di euro, riconducibili per oltre due terzi ai fondi di diritto estero (+50,5 miliardi) ed in via residuale a quelli di diritto italiano (+18,2 miliardi). In termini di tipologie, alla favorevole evoluzione hanno concorso principalmente i fondi flessibili (+32,4 miliardi), gli obbligazionari (+18,7 miliardi) e i bilanciati (+10 miliardi), mentre variazioni più modeste hanno interessato gli azionari (+6,1 miliardi) e i prodotti di liquidità (+1,8 miliardi), a fronte di una sostanziale stabilità per gli hedge (-0,3 miliardi). A fine giugno il patrimonio gestito aveva pertanto raggiunto i 780 miliardi di euro, dai 683,3 miliardi di dicembre (+14,2%), sintetizzando nel periodo una ricomposizione in termini percentuali a favore dei fondi flessibili (dal 22% al 23,7%), degli azionari (dal 20,7% al 21,3%) e dei bilanciati (dal 6,4% al 7,2%), mentre si segnala una riduzione per la quota dei prodotti obbligazionari (dal 46,1% al 43,2%) e di liquidità (dal 3,9% al 3,7%). La fragilità del contesto di riferimento continua a condizionare il sistema bancario, nell ambito del quale la dinamica della raccolta permane negativa riflesso anche della perdurante, seppur più moderata, flessione dei prestiti a fronte di un marginale, ma progressivo rallentamento dei crediti deteriorati. giu-15 A * * * mar-15 B dic-14 C Var. % A/C set-14 D giu-14 E Ftse Mib (Milano) ,1% Ftse Italia All Share (Milano) ,1% Xetra Dax (Francoforte) ,6% Cac 40 (Parigi) ,1% Ftse 100 (Londra) ,7% S&P 500 (New York) ,2% DJ Industrial (New York) ,1% Nasdaq Composite (New York) ,3% Nikkei 225 (Tokyo) ,0% Topix (Tokyo) ,8% MSCI emerging markets ,7% Fonte: Thomson Financial Reuters Per risolvere il problema della scarsa accessibilità al credito da parte delle aziende il 27 giugno è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale un Decreto Legge (D.L. 83/2015) recante misure urgenti in materia fallimentare, civile e processuale civile e di organizzazione e funzionamento dell amministrazione giudiziaria. Tra le misure contenute figurano: 19

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