Aggiornamento del Piano di Ambito La domanda idrica

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1 Aggiornamento del Piano di Ambito La domanda idrica PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA Ambito Territoriale Ottimale Calabria 5 - Reggio Calabria Luglio 2010

2 Indice 1. Premessa La popolazione residente Inquadramento generale Andamenti demografici recenti Morfologia del territorio Densità abitative Distribuzione della popolazione sul territorio Composizione dei nuclei familiari Stima dei consumi civili domestici Le proiezioni demografiche Procedimento utilizzato La presenza delle attività economiche Le aziende attive L occupazione La formazione del valore Le aree produttive Il turismo e la popolazione fluttuante Il turismo alberghiero Le seconde case Stima dei consumi idrici del turismo Il settore irriguo Le caratteristiche strutturali dell agricoltura Reggina Gli schemi consortili Stima dei fabbisogni irrigui L attività manifatturiera Le attività sensibili ai fabbisogni idrici Le attività idroesigenti - Stima dei fabbisogni idrici Le attività idroinquinanti Stima dei carichi inquinanti La domanda attuale Il quadro attuale dei fabbisogni idrici I carichi potenziali generati Le tendenze evolutive La popolazione residente Il turismo Il settore manifatturiero L agricoltura Indice delle tabelle Tabella 1 Andamento del saldo demografico...6 Tabella 2 Andamento della popolazione sul territorio dell ATO dal 2001 al Tabella 3 Classificazione territoriale per Zona Altimetrica...8 Tabella 4 Pressione insediativa nelle diverse aree dell ATO 5 Reggio Calabria...8 Tabella 5 Distribuzione della popolazione in Centri, Nuclei e Case Sparse...11

3 Tabella 6 Numero di famiglie e numero medio di componenti per famiglia...12 Tabella 7 Stima dei consumi domestici...14 Tabella 8 Previsione della popolazione residente al Tabella 9 Imprese attive per settore di attività economica...19 Tabella 10 Occupati per settore di attività economica...20 Tabella 11 Offerta degli esercizi alberghieri e complementari nell ATO 5 Reggio Calabria...24 Tabella 12 Arrivi e Presenze Turistiche nell ATO 5 Reggio Calabria...25 Tabella 13 Distribuzione mensile delle Presenze Turistiche...26 Tabella 14 Tassi di occupazione delle strutture ricettive...26 Tabella 15 Abitazioni totali, occupate e non occupate...28 Tabella 16 Strutture ricettive e posti letto ad uso turistico...30 Tabella 17 Fabbisogni idrici legati al turismo...31 Tabella 18 Aziende e relativa superficie investita per le principali coltivazioni praticate...33 Tabella 19 Fabbisogni e volumi irrigui disponibili attuali...36 Tabella 20 Fabbisogni e volumi irrigui disponibili a lungo termine...37 Tabella 21 Aziende con irrigazione secondo le principali coltivazioni irrigate...38 Tabella 22 Superficie irrigata e fabbisogni irrigui per subambito...39 Tabella 23 Aziende che praticano l irrigazione per tipo di approvvigionamento...39 Tabella 24 Unità Locali e Addetti per divisione economica...41 Tabella 25 Fabbisogno idrico annuo per divisione economica...43 Tabella 26 Fabbisogno idrico annuo per subambito...44 Tabella 27 Carichi inquinanti per divisione economica...45 Tabella 28 Carichi inquinanti stimati di origine industriale...46 Tabella 29 Ripartizione dei fabbisogni di risorsa idrica per settore e per subambito...48 Tabella 30 Carichi potenziali suddivisi per subambito e provenienza...49 Analisi della domanda 3

4 1. Premessa Il presente rapporto si propone di analizzare i dati e le informazioni disponibili al fine di quantificare i fabbisogni idrici ed i carichi inquinanti che sono da porre a base dei servizi che il futuro Gestore sarà chiamato a garantire. Questa operazione è tanto più necessaria per la estrema frammentazione che ha fin qui caratterizzato le gestioni preesistenti nell ATO 5 Reggio Calabria: l ATO attraverso gli studi e le indagini che sono state intraprese, ha posto le basi per superare i limiti allo sviluppo di servizi che sono essenziali per la popolazione e le attività economiche dei Comuni che vi fanno parte. Questo lavoro si inserisce all interno del percorso di aggiornamento del Piano di Ambito che si completa con la realizzazione delle altre analisi settoriali, la ricognizione delle infrastrutture, le risorse idriche di riferimento, la progettazione degli interventi, la definizione del piano tecnico economico. Il percorso di analisi che viene svolto nello studio della domanda, in particolare per la comprensione dei fenomeni in essere, e dunque per lo sviluppo degli scenari futuri, viene rappresentato nelle pagine che seguono. (1) 2. La popolazione residente 2.1 Inquadramento generale L elaborazione di un piano di gestione dei servizi di una comunità su un territorio vasto e per un arco temporale di medio-lungo periodo richiede di fissare alcuni riferimenti circa le caratteristiche della domanda: le dinamiche demografiche passate, recenti e quelle previste, rappresentano per i servizi del ciclo idrico componenti essenziali di tale processo. Qualche breve cenno storico aiuta a comprendere anche le tendenze in atto. Il sistema insediativo Reggino è il risultato delle molteplici vicende che si sono susseguite nel tempo determinando la forma e gli assetti che oggi caratterizzano il territorio. La complessa struttura morfologica ha da sempre condizionato ed orientato sia le forme dell insediamento che le relazioni funzionali, sociali ed economiche; a ciò si aggiungono nel tempo una serie di grandi eventi, i terremoti del 1783 e del 1908, le alluvioni degli anni 50, che hanno inciso sulla storia dei ( 1 ) Per facilità di esposizione i contenuti delle tabelle ed i commenti vengono esposti con riferimento alla partizione del territorio dell ATO 5 Reggio Calabria secondo tre sub ambiti come di seguito definiti: Area Ionica (Comuni di Africo, Agnana Calabra, Antonimina, Ardore, Benestare, Bianco, Bivongi, Bovalino, Brancaleone, Bruzzano Zeffirio, Camini, Canolo, Caraffa del Bianco, Careri, Casignana, Caulonia, Ciminà, Ferruzzano, Gerace, Gioiosa Ionica, Grotteria, Locri, Mammola, Marina di Gioiosa Ionica, Martone, Monasterace, Palizzi, Pazzano, Placanica, Platì, Portigliola, Riace, Roccella, Ionica, Samo, San Giovanni di Gerace, San Luca, Sant'Agata del Bianco, Sant'Ilario dello Ionio, Siderno, Staiti, Stignano, Stilo), Area Tirrenica (Anoia, Candidoni, Cinquefrondi, Cittanova, Cosoleto, Delianuova, Feroleto della Chiesa, Galatro, Giffone, Gioia Tauro, Laureana di Borrello, Maropati, Melicuccà, Melicucco, Molochio, Oppido Mamertina, Palmi, Polistena, Rizziconi, Rosarno, San Giorgio Morgeto, San Pietro di Caridà, San Procopio, Santa Cristina d'aspromonte, Sant'Eufemia d'aspromonte, Scido, Seminara, Serrata, Sinopoli, Taurianova, Terranova Sappo Minulio, Varapodio, San Ferdinando), Area dello Stretto (Bagaladi, Bagnara Calabra, Bova, Bova Marina, Calanna, Campo Calabro, Cardeto, Condofuri, Fiumara, Laganadi, Melito di Porto Salvo, Montebello Ionico, Motta San Giovanni, Reggio di Calabria, Roccaforte del Greco, Roghudi, San Lorenzo, San Roberto, Sant'Alessio in Aspromonte, Santo Stefano in Aspromonte, Scilla, Villa San Giovanni) Analisi della domanda 4

5 luoghi, sulle dinamiche sociali ed economiche, sulle organizzazioni insediative, determinando spesso l azzeramento del patrimonio storico e la costruzione di nuclei di nuova fondazione. A questi eventi si sono accompagnati importanti processi migratori che hanno anch essi modificato gli assetti del territorio. Le Figure che seguono offrono una efficace rappresentazione di taluni fenomeni che hanno caratterizzato le dinamiche della popolazione nel Secolo passato ed oltre. Se si fa riferimento ai dati ufficiali dei Censimenti compresi tra il 1901 ed il 2001, si evidenzia come nella prima parte del Secolo la popolazione sia andata progressivamente aumentando fino a raggiungere all inizio degli anni 50 la punta di quasi abitanti; ha fatto seguito un rapido declino che nel corso dei successivi 20 anni ha riportato la popolazione a abitanti nel 1971, con una perdita netta di oltre abitanti. Nei decenni successivi il decremento è continuato pur con tassi in flessione, fino a raggiungere all inizio degli anni 2000 i abitanti. Figura 1 Andamento della popolazione nell ATO 5 Reggio Calabria nel corso del Andamenti demografici recenti Dopo una rilettura che ci consegna alcune tendenze generali del sistema insediativo Reggino nel corso del secolo scorso, cercheremo di approfondire le dinamiche più recenti, soprattutto a livello locale. Se si considerano i dati relativi al movimento anagrafico dei Comuni, complessivamente nel territorio dell ATO 5 Reggio Calabria la popolazione è passata dai abitanti del 2001 ai abitanti all inizio del 2009, con un saldo positivo di abitanti. Pare dunque potersi affermare che dopo i primi anni del 2000, in cui il trend demografico presentava ancora un andamento decrescente, per la diminuzione del tasso di natalità ed il saldo negativo della componente migratoria, nel corso degli anni successivi si sia passati ad una stabilizzazione della popolazione residente. Si tratta ancora di un fenomeno altalenante, in cui a Analisi della domanda 5

6 periodi di modesta crescita si susseguono altri di inversione, e in cui la variabile migratoria determina sostanzialmente le variazioni in positivo o negativo del bilancio. Figura 2 Andamento della popolazione nell ATO 5 Reggio Calabria negli anni La Tabella seguente rappresenta efficacemente la relativa fluttuazione delle componenti critiche e la loro dipendenza dalle tendenze migratorie, in particolare della popolazione straniera proveniente dall Europa dell Est e dall Africa. Tabella 1 Andamento del saldo demografico Anno Saldo Naturale Saldo Migratorio Variazione A livello dei diversi subambiti si manifestano alcune tendenze che è utile sottolineare: - l Area dello Stretto è nell ultimo decennio l unica con un saldo positivo ( abitanti), ed anche quella che mostra in cinque anni su otto un trend di crescita della popolazione; - l Area Ionica e quella Tirrenica viceversa evidenziano nello stesso periodo una contrazione dei residenti (rispettivamente e 882 abitanti) con una dinamica pressoché continua, e in sei anni su otto il trend è negativo. Analisi della domanda 6

7 Tabella 2 Andamento della popolazione sul territorio dell ATO dal 2001 al 2009 Subambito Area Ionica Area Tirrenica Area dello Stretto Totale ATO Subambito Var. 01/02 Var. 02/03 Var. 03/04 Var. 04/05 Var. 05/06 Var. 06/07 Var. 07/08 Var. 08/09 Area Ionica -0,06% -0,13% +0,39% -0,62% -0,35% -0,09% +0,08% -0,05% Area Tirrenica -0,06% -0,43% +0,43% -0,13% -0,63% -0.51% +1,15% -0,34% Area dello Stretto -0,19% +0,01% +0,50% +0,45% +0,45% -0,20% +0,55% -0,09% Totale ATO -0,1% -0,2% +0,5% 0,1% -0,1% -0,3% +0,6% -0,2% In sintesi è possibile dire che il territorio dell ATO 5 Reggio Calabria è stato caratterizzato nell ultimo decennio da un leggero incremento della popolazione (+ 0,4%), con il rafforzamento in particolare dell Area dello Stretto, che assume i caratteri di centro direttore rispetto agli altri territori. Si tratta di dinamiche che hanno interessato in una certa fase altre parti del Paese, a cui in genere fanno seguito riposizionamenti successivi dettati da logiche di costo e di qualità della vita. La crescita della popolazione è ancora legata fortemente al fenomeno dell immigrazione, in particolare dall estero, mentre i tassi di natalità e mortalità non sembrano ancora aver ritrovato una tendenza certa. 2.3 Morfologia del territorio Sotto il profilo morfologico, l ATO di Reggio Calabria si estende su una superficie di circa kmq ed è caratterizzato da zone altimetriche in prevalenza di Collina e di Montagna: solo il 7% della superficie territoriale complessiva viene classificata dall ISTAT come appartenente a Comuni di Pianura, ed in questi Comuni risiede il 12% della popolazione (2009). Si ricorda che le zone altimetriche ISTAT fanno parte del sistema circoscrizionale statistico e rappresentano una ripartizione del territorio nazionale in zone omogenee derivanti dall'aggregazione di Comuni contigui sulla base di valori soglia altimetrici. Si distinguono zone altimetriche di Montagna, di Collina e di Pianura. Analisi della domanda 7

8 Tabella 3 Classificazione territoriale per Zona Altimetrica Subambito Zona altimetrica Superficie (kmq) Popolazione (2009) N Comuni Area Ionica Collina litoranea 782, Montagna litoranea 569, Area Tirrenica Pianura 222, Collina litoranea 178, Montagna litoranea 417, Montagna interna 112, Area dello Stretto Collina litoranea 724, Montagna litoranea 175, Totale ATO 3183, La gran parte dei Comuni (54) appartiene alla Collina litoranea, zona del territorio caratterizzata di norma da altitudini inferiori ai 700 metri; in questi Comuni risiede oltre il 70% della popolazione. L area Tirrenica come si può notare è l unica dove coesistono diverse tipologie altimetriche, con una significativa presenza dei territori di pianura. 2.4 Densità abitative Le maggiori densità abitative della popolazione (2001) sono quelle dei Comuni della fascia litoranea Ionica e Tirrenica, oltre che nell area dello Stretto. La Tabella che segue riassume i dati della pressione insediativa che si esercita nelle varie aree dell ATO di Reggio Calabria: come si vede l Area dello Stretto assume densità che si aggirano mediamente intorno ai 300 abitanti/kmq, valori che confermano la dimensione caratteristica degli agglomerati urbani. Tabella 4 Pressione insediativa nelle diverse aree dell ATO 5 Reggio Calabria Subambito Superficie (km 2 ) Popolazione Densità (Ab/Km 2 ) Area Ionica Area Tirrenica Area dello Stretto Totale ATO La più alta concentrazione insediativa si registra nei Comuni di Villa San Giovanni (oltre 1000 Ab/Kmq), Reggio Calabria (760 Ab/Kmq) e Campo Calabro (540 Ab/Kmq). Con densità comunque superiori ai 300 Ab/Kmq, otto Comuni dell area Tirrenica, Bagnara Calabra, Gioia Tauro, Melicucco, Analisi della domanda 8

9 Palmi, Polistena, Rosarno, San Ferdinando, Taurianova, e altri quattro del versante Ionico, Bovalino, Locri, Marina di Gioiosa Ionica, Siderno. Di converso i territori dei Comuni dell entroterra, interessati nel tempo da progressivi fenomeni di spopolamento mostrano densità decrescenti nelle zone della collina e della montagna con valori che passano dai 100 ai 50 Ab/Kmq; i minimi intorno ai 10 Ab/Kmq si raggiungono nei Comuni di Roccaforte del Greco, Bova, Ciminà, Candidoni. 2.5 Distribuzione della popolazione sul territorio Un ulteriore aspetto che ai fini delle previsioni relative allo sviluppo del servizio idrico riveste una grande importanza, è rappresentato dalla distribuzione della popolazione negli agglomerati e nelle case sparse. Da questi dati è infatti possibile trarre utili indicazioni per una prima valutazione della popolazione servita e da servire con opere di acquedotto, fognatura e depurazione. I dati ISTAT utilizzati sono relativi ai Censimenti della popolazione dal 1981 al 2001, e consentono di quantificare l entità degli abitanti in Centri, Nuclei e nelle Case Sparse, e di conseguenza di valutare la dispersione o viceversa l aggregazione dei residenti sul territorio. Ricordiamo che tali dati non coincidono a rigore con quelli della popolazione ricavati dai movimenti anagrafici dei Comuni, essendo differenti le metodologie di rilevazione e le date di riferimento.(2) A livello di ATO gli ultimi dati ISTAT disponibili (2001), indicano che la popolazione stabile risiede in massima parte nei Centri abitati per oltre il 90%, mentre solo una parte modesta, il 2,8% risiede in Case sparse, e il restante 3,6% in Nuclei di piccole dimensioni. Ciò in altri termini significa che dei quasi residenti (2001), poco più di sono quelli che potrebbero non ricorrere del tutto o in parte ai servizi pubblici di acquedotto-fognatura-depurazione, perché o dotati di approvvigionamento autonomo (pozzi, sorgenti), o di strutture proprie di allontanamento e ( 2 ) Si riportano di seguito le definizioni di Centri, Nuclei e Case Sparse utilizzate da ISTAT: Centro abitato: aggregato di case contigue o vicine con interposte strade, piazze e simili, o comunque brevi soluzioni di continuità, caratterizzato dall esistenza di servizi od esercizi pubblici determinanti un luogo di raccolta ove sogliono concorrere anche gli abitanti dei luoghi vicini per ragioni di culto, istruzione, affari, approvvigionamenti e simili. Nucleo abitato: aggregato di case contigue o vicine, con almeno cinque famiglie residenti, privo del luogo di raccolta che caratterizza il centro abitato. Il carattere di nucleo abitato è, inoltre, riconosciuto: - al gruppo, anche minimo, di case situate in zona montana, quando vi abitino almeno due famiglie e le condizioni di viabilità siano tali da rendere difficili e comunque non frequenti i rapporti con le altre località abitate; - all aggregato di case (dirute e non dirute) in zona montana, già sede di popolazione e, alla data del censimento, completamente o parzialmente disabitato per il noto fenomeno dello spopolamento montano; - ai fabbricati di aziende agricole e zootecniche (cascine, fattorie, masserie, etc), anche se costituiti da una sola unità, purché il numero delle famiglie ivi abitanti non sia inferiore a cinque; - ai conventi, alle case di cura, alle colonie climatiche e sanatoriali, agli orfanotrofi, alle case di correzione, alle scuole-convitto situati in aperta campagna; - agli edifici distanti da centri e nuclei abitati, con servizi od edifici pubblici (stazione ferroviaria, centrale idroelettrica, spaccio, chiesa, etc.), purché negli stessi o nelle eventuali case prossime, da comprendere nel nucleo, abitino almeno due famiglie; - agli aggregati di case con popolazione non stabile, di case, cioè, adibite quasi esclusivamente a residenza secondaria, anche se, alla data del censimento, completamente o parzialmente disabitate. Case Sparse: case disseminate per la campagna o situate lungo strade e tali da non poter costituire nemmeno un nucleo abitato. Analisi della domanda 9

10 smaltimento dei reflui. Questa situazione andrebbe meglio indagata con i dati delle utenze comunali, e approfondita nelle varie realtà dell ATO. E abbastanza usuale che su un territorio vasto il 10% della popolazione possa risiedere al di fuori dei Centri abitati, ma vi sono situazioni in cui la parzializzazione degli insediamenti, storica o di più recente formazione, porta a cifre anche più importanti. Nella realtà del territorio Reggino, vi sono otto Comuni in cui la popolazione che risiede in Case sparse assume questa dimensione, si tratta dei Comuni di Agnana Calabra, Brancaleone, Candidoni, Galatro, Gerace, Polistena, Stilo. Citiamo il caso limite di Bova dove la popolazione in Case sparse (373 abitanti) è maggiore di quella residente nel capoluogo (101 abitanti). A livello di subambito, i Comuni dell Area Ionica mantengono il più alto valore di popolazione in abitazioni isolate, in media oltre il 5%, viceversa quelli dello Stretto e dell Area Tirrenica sono caratterizzati dai maggiori addensamenti nei Centri abitati, con valori che raggiungono il 94% e il 96% rispettivamente. Se si esaminano i movimenti di lungo periodo, appare evidente come nel complesso a livello di ATO, la distribuzione della popolazione si è qualitativamente modificata: a fronte di una perdita di quasi abitanti nel periodo , i residenti nelle Case sparse sono diminuiti di oltre unità. Queste dinamiche hanno interessato entrambi i decenni di riferimento ( e 91-01), con maggiore evidenza per le Aree Ionica e Tirrenica. Un fenomeno non ancora evidenziato dai numeri, i dati con questi livelli di disaggregazione sono fermi al Censimento 2001, riguarda la fase di recupero che in genere è successiva, e che si manifesta con dinamiche di ritorno nelle abitazione in case sparse e nei nuclei minori: si tratta di un fenomeno che viene definito come la città diffusa (sprawl), e che è legato alla espansione dell abitato oltre i vecchi centri urbani con aree più aperte e a minori costi di acquisto, e che comporta importanti ripercussioni sulla fornitura dei servizi a rete. Analisi della domanda 10

11 Tabella 5 Distribuzione della popolazione in Centri, Nuclei e Case Sparse Subambito Area Ionica Area Tirrenica Area dello Stretto Totale ATO Centri abitati Abitanti per tipo di località Abitanti per tipo di località Abitanti per tipo di località Nuclei abitati Case sparse Totale Centri abitati Nuclei abitati Case sparse Totale Centri abitati Nuclei abitati Case sparse ,25% 6,83% 12,92% 88,09% 5,76% 6,15% 87,99% 6,79% 5,22% ,63% 0,65% 6,73% 94,53% 2,09% 3,38% 93,93% 2,83% 3,23% ,37% 3,16% 2,47% 93,89% 2,94% 3,17% 96,44% 2,35% 1,2% ,39% 3,31% 6,30% 92,66% 3,38% 3,96% 93,68% 3,56% 2,76% Totale Variazioni percentuali Variazioni percentuali Subambito Centri abitati Nuclei abitati Case sparse Totale Centri abitati Nuclei abitati Case sparse Totale Area Ionica +9,70% +15,64% -52,37% -0,05% -3,92% +13,39% -18,44% -3,81% Area Tirrenica +2,05% +224% -49,81% 0,00% -3,65% +31,10% -7,20% -3,04% Area dello Stretto +0.88% -5,64% +30,34% +1,40% +1,98% -20,58% -62,24% -0,72% Totale ATO +3,16% +2,69% -36,78% +0,63% -1,09% +3,06% -31,74% -2,16%

12 2.6 Composizione dei nuclei familiari Nel contesto in esame, è importante trarre qualche ulteriore evidenza dall analisi della composizione dei nuclei familiari. Questa informazione può risultare molto utile per confronti relativi alla tipologia delle utenze domestiche e nella stima dei consumi individuali. I dati storici relativi ai Censimenti della popolazione (dal 1981 al 2001) mostrano fenomeni noti nel Paese e che investono anche il territorio dell ATO 5 di Reggio Calabria. In una condizione di calo della popolazione che ha caratterizzato gli ultimi venti anni del 900 (dai abitanti del 1981 ai del 2001), si assiste in parallelo ad un incremento dei nuclei familiari, con il risultato che progressivamente si registra una riduzione del numero di componenti per famiglia: si passa da nuclei familiari del 1981 ai del 2001, con un numero medio di 3,26 componenti nel 81, 3,04 nel 91 e 2,84 nel Appena una decina risultano alla data dell ultimo Censimento (2001) i Comuni dove i nuclei familiari erano costituiti da almeno tre componenti, Africo, Bagnara Calabra, Delianuova, Giffone, Gioia Tauro, Melicucco, Platì, Rizziconi, Rosarno, San Ferdinando, San Luca, Siderno, Sinopoli, e molti quelli in cui la composizione del nucleo familiare è inferiore alla media (2,84) con valori minimi per alcuni Comuni dell Aspromonte (Staiti 2,02) a causa del progressivo abbandono da parte delle generazioni più giovani. L Area Ionica storicamente mostra la più bassa composizione del nucleo familiare, così come nel versante opposto l Area Tirrenica è quella con i valori più elevati, ma la tendenza di lungo periodo è verso una omologazione dei modelli di vita e delle dinamiche familiari, con un verosimile ulteriore decremento delle medie. Tabella 6 Numero di famiglie e numero medio di componenti per famiglia Subambito n Famiglie n Medio Componenti n Famiglie n Medio Componenti n Famiglie n Medio Componenti Area Ionica , , ,78 Area Tirrenica , , ,89 Area dello Stretto , , ,84 Somma e Media ATO , , ,84

13 2.7 Stima dei consumi civili domestici In applicazione del D.P.C.M. n.62/1996, le gestioni del servizio idrico integrato sono tenute a garantire livelli minimi di servizio nei confronti della propria utenza. In particolare, alle utenze domestiche potabili deve essere assicurata una dotazione procapite giornaliera alla consegna non inferiore a 150 l/abitante/giorno, intesa come volume attingibile dall utente nelle 24 ore. Questo indirizzo impone che anche nelle pianificazioni di area vasta si debbano considerare le dotazioni secondo una prassi diversa da quella consolidata, che attribuiva all abitante residente (o servito) l intera fornitura idrica, comprendendo anche le componenti non propriamente domestiche e delle stesse attività produttive. Purtroppo, nella gran parte dei casi le gestioni in economia (e quelle in esame ne sono una conferma), non consentono di disporre del dettaglio necessario nella scomposizione dei consumi secondo le diverse tipologie di utenza: modalità di tariffazione ancora differenti, mancanza dei contatori nei Comuni, residue contabilizzazioni a forfait, sono tutti elementi che rendono problematico l approccio alla questione. Dalla ricognizione effettuata presso Gestioni industriali del servizio idrico, operanti sul territorio di altro ATO avente comunque caratteristiche confrontabili, essendosi resa disponibile una contabilizzazione annuale dei consumi basata sull uso dei contatori, è stato possibile analizzare in dettaglio la struttura esistente dei ricavi, con riferimento alla presenza o meno di alcune condizioni, in particolare: 1) ripartizione dei volumi venduti per tipologia degli usi; 2) utilizzo dei minimi impegnati; 3) separazione tra consumi civili domestici attribuibili a residenti e fluttuanti. Questi tre punti sono essenziali per una corretta valutazione dei consumi attuali. Infatti, la condizione al punto 1) consente di individuare il numero di utenze e i consumi attribuibili agli usi domestici, distinguendoli da tutti gli altri usi non civili. Quanto al punto 2), si è inteso verificare che non vi fossero distorsioni nei dati di consumo dovuti alla eventuale persistenza di pratiche assai utilizzate nel passato. Infine, al punto 3), si sono considerate le conseguenze dovute alla presenza sul territorio di un rilevante numero di utenze non residenziali. Nelle elaborazioni svolte e di cui si riportano i risultati, si sono tenute nella dovuta considerazione le avvertenze sopra richiamate, avendo cura di esaminare campioni di dati per i quali fosse garantita la omogeneità. Essendo ampiamente documentata dalla bibliografia la relazione tra dimensione dell aggregato e consumi dell acquedotto, si è voluto approfondire la natura di tale relazione sia con riguardo alle dotazioni totali che per quelle domestiche e assimilabili. In altri termini, una volta che i volumi d acqua venduti alle varie utenze, sono stati depurati dei quantitativi consumati dal turismo, dalle attività produttive e da quelle agricole, per la parte residuale è stato possibile costruire due diverse equazioni legate alla dimensione degli aggregati

14 urbani: la dotazione unitaria risultante, è per i consumi civili domestici di 127 litri/abxg per i Comuni con meno di abitanti, e di 151 litri/abxg per quelli con più di abitanti. Il grado di correlazione ottenuto con una curva di tipo lineare è come si vede molto buono in entrambi i casi: - per i Comuni con meno di residenti Y = 46,49*Ar R 2 = 0, per i Comuni maggiori di residenti Y = 55,296*Ar R 2 = 0,9527 dove Y = volume erogato (mc) Ar = abitanti residenti (n o ) Da queste elaborazioni sembra dunque essere verificato che, mentre per i Comuni maggiori (>6.000 ab) la dotazione procapite risulta sostanzialmente allineata alle disposizioni normative, nei Comuni minori (<6.000 ab) questa è al di sotto dello standard. E la conferma dunque di come esista una differenza sensibile nelle dotazioni unitarie tra i centri di minori dimensioni e quelli con un più esteso sviluppo degli insediamenti e delle attività economiche: questa evidenza è relativa sia ai consumi civili, ma anche a quelli totali erogati dai pubblici acquedotti e può essere associata alla differente organizzazione che caratterizza i centri minori rispetto alle città. Riteniamo che per una valutazione preliminare questi standard possano essere estrapolati anche ai Comuni dell ATO 5 Reggio Calabria: si tratta infatti di dotazioni relative ai soli utilizzi civili (domestici e assimilabili), e dunque non affette dalle grosse distorsioni che sono proprie delle utenze complementari (turismo, industria, agricoltura ) e che dipendono dal tessuto sociale e produttivo di un territorio. Resta l assunzione di fondo che, trattandosi di consumi volti a soddisfare i fabbisogni primari delle popolazioni, non dovrebbero esservi motivazioni tali da far ritenere che nel territorio Reggino questi stessi consumi assumano valori assai differenti. Alla luce di tali assunzioni, le stime svolte per l ATO 5 Reggio Calabria portano alla quantificazione di un fabbisogno attuale per gli usi domestici ed assimilabili di circa di mc/y. Questo valore è calcolato al netto delle perdite che pertanto vanno ad incrementare il fabbisogno complessivo. Tabella 7 Stima dei consumi domestici Subambito Popolazione 2009 Consumi Domestici (m3/y) Area Ionica Area Tirrenica Area dello Stretto Totale ATO Analisi della domanda 14

15 3. Le proiezioni demografiche 3.1 Procedimento utilizzato Nei paragrafi precedenti si sono analizzate le dinamiche che hanno caratterizzato anche nei periodi più recenti l andamento della popolazione nel territorio dell ATO 5 Reggio Calabria. Si è visto come gli anni che si sono succeduti dopo il 2000 hanno rappresentato una inversione di tendenza, in un contesto insediativo che era stato negli ultimi decenni del 900 ancora dominato da progressive perdite di popolazione. Si sono allora considerate le ipotesi di sviluppo prodotte dall ISTAT e relative al periodo Queste previsioni contengono tre possibili scenari evolutivi della popolazione definiti rispettivamente come Ipotesi Centrale, Bassa e Alta, con dettaglio territoriale fino al livello provinciale ma non dei Comuni. Le previsioni demografiche dell ISTAT sono realizzate in ragione di standard metodologici internazionalmente riconosciuti. In particolare, si ricorre al cosiddetto modello per componenti (cohort component model). In base a tale metodo, la popolazione, tenuto conto del naturale processo di avanzamento dell età, si modifica da un anno al successivo aggiungendo le nascite, sottraendo i decessi, aggiungendo i movimenti migratori in entrata e, infine, sottraendo quelli in uscita. Le previsioni vengono aggiornate periodicamente rivedendo e/o riformulando le ipotesi evolutive sottostanti la fecondità, la sopravvivenza e la migratorietà. Il precedente set di previsioni demografiche era stato pubblicato dall ISTAT nel 2003 e si riferiva al periodo Una simulazione su scala nazionale, che faceva riferimento ad un solo scenario evolutivo, venne pubblicata nel 2006 per il periodo Le nuove previsioni demografiche vanno dal 1 gennaio 2007 al 1 gennaio Esse sono pertanto finalizzate al disegno dell evoluzione demografica futura del Paese nel breve, medio e lungo termine. Pur tuttavia, l avvertenza è che i dati di lungo termine debbano essere trattati con cautela. Le previsioni demografiche divengono infatti tanto più incerte quanto più ci si allontana dalla base di partenza, in particolar modo nelle piccole realtà geografiche. Le previsioni sono, come si è detto, articolate secondo tre distinti scenari. Con il primo di essi, lo Scenario Centrale, viene fornito un set di stime puntuali ritenute verosimili che, costruite in base alle recenti tendenze demografiche, sono quelle verso il quale vengono principalmente orientati gli utilizzatori. Accanto allo scenario considerato più probabile sono stati costruiti due scenari alternativi che hanno il ruolo di disegnare il campo dell incertezza futura. Tali due scenari, denominati rispettivamente Scenario Basso e Scenario Alto, sono impostati definendo una diversa evoluzione per ciascuna componente demografica rispetto allo Scenario Centrale. Le due varianti tracciano idealmente un percorso alternativo, dove ciascuna componente apporterà maggiore (Scenario Alto) o minore (Scenario Basso) consistenza alla popolazione. Per lo Scenario Alto ciò significa fecondità, sopravvivenza e flussi migratori (interni e con l estero) più sostenuti, mentre vale esattamente l opposto nello Scenario Basso. Tanto il primo quanto il secondo sono da Analisi della domanda 15

16 intendersi soltanto come alternative plausibili. A nessuno dei due, infatti, può essere attribuito il significato di limite potenziale (superiore o inferiore) allo sviluppo della popolazione in futuro. Alla luce dei dati anagrafici relativi all ultimo decennio ed in particolare degli ultimi anni, si osserva nel complesso una sostanziale stabilizzazione della popolazione residente nel territorio dell ATO 5 Reggio Calabria, pur all interno di oscillazioni in positivo o negativo tra un anno e l altro. Nel lungo periodo le previsioni dell ISTAT escludono che possa realizzarsi una dinamica sostenuta di crescita della popolazione; anzi, nell arco dei prossimi 20 anni, assunti come orizzonte della pianificazione di Ambito, la popolazione residente viene vista per tutte le alternative simulate, in diminuzione, rispettivamente di circa unità per lo Scenario Basso, di unità per lo Scenario Centrale, e di unità per lo Scenario Alto. Questi dati sembrano confermare che né il saldo naturale né quello migratorio saranno in grado di incidere positivamente sul trend evolutivo della popolazione dell ATO 5 Reggio Calabria, e che dunque nel lungo periodo vi è da attendersi una progressiva ripresa del calo della popolazione residente. Il confronto, seppure limitato al triennio , tra i dati della proiezione ISTAT e quelli relativi al movimento anagrafico dei Comuni, parrebbe tuttavia allineare i trend recenti alle ipotesi che sono insite nello Scenario Alto, che pertanto viene assunto a base delle proiezioni future del Piano di Ambito. Definito dunque il quadro di assieme all interno del quale è destinata a muoversi la dinamica della popolazione, il passaggio successivo ha considerato l approfondimento della previsione a livello locale, attraverso l analisi dei fattori che imprimono differenti profili alle realtà del territorio. La base su cui è stato incentrato lo studio ha considerato nei subambiti provinciali la scala appropriata per far emergere le componenti specifiche dell economia urbana e territoriale. La metodologia utilizzata consiste nel classificare i vari Comuni dell ATO 5 sulla base di indicatori che tengono in considerazione i seguenti aspetti: - variazione demografica nel quinquennio , per individuare le tendenze più recenti nell insediamento della popolazione; - variazione demografica nel decennio , per disporre di un riferimento probante sulle dinamiche precedenti; - variazione della superficie del territorio urbanizzato nel periodo dal , per tenere conto degli sviluppi insediativi nei vari Comuni. Le analisi condotte sulle variabili sopra indicate hanno fornito le indicazioni più importanti per le previsioni future della popolazione, e sono diventate la guida per bilanciare i profili dei subambiti e all interno di essi dei singoli Comuni. In buona sostanza, a ciascun Comune è stato attribuito un profilo di tendenza che tiene conto del suo peso relativo, in modo tale che a livello dell intero ATO la popolazione prevista in ciascun anno rispetti l evoluzione imposta dall aver considerato lo scenario dell ISTAT, la cui previsione non va oltre alla scala provinciale. Analisi della domanda 16

17 Il dettaglio ottenuto, a livello comunale, sconta sicuramente le imprecisioni dovute alle molte variabili intervenute nel processo di bilanciamento dei tassi di crescita: tali imprecisioni risultano tuttavia mitigate, se anziché considerare il dettaglio comunale ci si riferisce all aggregazione dei Comuni nei tre subambiti di riferimento. Tabella 8 Previsione della popolazione residente al 2030 Subambito Popolazione 2015 Popolazione 2020 Popolazione 2025 Popolazione 2030 Area Ionica Area Tirrenica Area dello Stretto Totale ATO La precedente Tabella riporta l evoluzione su base quinquennale della popolazione prevista nei diversi subambiti nell orizzonte dei 20 anni. Nell arco di questo periodo è dunque previsto che la popolazione residente possa regredire complessivamente di circa unità, ovvero del 3,2% rispetto alla popolazione attuale. Il risultato disaggregato mostra mediamente una maggiore tenuta dell Area Ionica e di quella Tirrenica, ed un calo più spinto per i Comuni dello Stretto. 4. La presenza delle attività economiche Oltre ai fabbisogni espressi dalla popolazione, le strutture del servizio idrico sono chiamate a soddisfare la domanda di attività economiche che in qualche modo ne sono dipendenti, creando necessità aggiuntive negli investimenti e nella gestione dei servizi. Alla base di una corretta programmazione del Piano di Ambito è necessario allora che vi sia una valutazione di tali fabbisogni e della loro compatibilità con gli usi primari del servizio idrico integrato. E possibile approfondire le caratteristiche del sistema economico nel territorio dell ATO 5 Reggio Calabria facendo riferimento a vari studi elaborati dall Istituto Tagliacarne, dalla Camera di Commercio di Reggio Calabria, e a documenti della programmazione provinciale e regionale. 4.1 Le aziende attive Alla fine del 2008 il complesso delle attività presenti sul territorio Reggino comprende un numero di imprese registrate pari a di cui l 88,4% ( aziende) attive. Questo dato, pur in un periodo di crisi congiunturale piuttosto severa mostra un debole incremento che continua sin dal Il saldo delle imprese al consuntivo 2008 si mantiene positivo (0,2%), e pur nella esiguità dell incremento, risulta accettabile se paragonato al dato regionale negativo (- 0,8%) e a quelli Analisi della domanda 17

18 delle altre province Calabresi fra le quali solo Cosenza e Crotone mantengono valori positivi (rispettivamente 0,1% e 1,9%). Il comparto di maggior rilievo è rappresentato dal commercio, che assorbe il 35,7% delle imprese registrate e posiziona Reggio Calabria al 1 posto tra le province con maggiore incidenza di questa componente che, risulta maggiore anche del dato regionale (31,9%). Discreta appare inoltre la presenza delle attività artigianali al 20,1 %, pur se in flessione di un 1,7% rispetto al 2006 e se inferiore al dato nazionale (28%). Il tessuto imprenditoriale si caratterizza per una base consistente di aziende individuali di piccola e piccolissima dimensione sia per l'industria che per i servizi; infatti la quasi totalità delle imprese ha meno di 10 occupati. Per quanto riguarda la densità imprenditoriale, 7,7 imprese ogni 100 abitanti, la provincia di Reggio è terzultima nella classifica regionale, davanti a Vibo Valentia e Cosenza, ben al di sotto sia del dato relativo al Mezzogiorno e si colloca in 92-esima posizione nella speciale graduatoria nazionale. Alcune tendenze recenti dell imprenditoria Reggina si possono trarre dal confronto tra il numero di imprese iscritte e quelle cessate (2008); nella provincia di Reggio Calabria si hanno 542 aziende iscritte e 394 cessate, un saldo che, sebbene sia positivo e pari a +148, risulta decisamente inferiore e soggetto ad un trend negativo rispetto a quello del 2006 (saldo positivo pari a +776) e ancor più rispetto a quello del 2005 (saldo positivo pari a ). Osservando i saldi per i diversi settori economici si possono evidenziare alcune differenze che consentono di delineare alcuni processi tendenziali: - un consistente saldo negativo tra aziende iscritte e cessate, pari a -142 interessa il settore manifatturiero e questo dato non riguarda solo la provincia di Reggio Calabria, ma interessa, pur con le dovute differenze, l'intera regione (-825). Tale dato appare meno negativo se confrontato con il dato del 2006 (saldo provinciale tra aziende iscritte e cessate, pari a -187, saldo regionale pari a -888); - il saldo positivo più elevato (+495) è relativo alle imprese non classificate che però vedono rallentare il trend positivo rispetto al 2006, quando si registrava un saldo positivo pari a +888; - anche le imprese del settore agricolo presentano un saldo positivo, anche se di dimensioni più ridotte (+151) in crescita rispetto al 2006 quando si registrava un saldo pari a +98. Tali dinamiche mettono in evidenza come negli ultimi anni il tessuto imprenditoriale, non solo provinciale, sia interessato da un processo di trasformazione che riguarda in particolar modo il settore manifatturiero. Osservando più in dettaglio le imprese attive per settore risulta evidente: - il forte peso del settore dei servizi che complessivamente comprende aziende attive, ossia il 58,45% del totale. Disaggregando i dati, si osserva come il numero più Analisi della domanda 18

19 elevato di aziende sia relativo al comparto del commercio, che presenta imprese e incide per il 38,37%. Con un incidenza pari al 5,41% e imprese attive si collocano le attività immobiliari, di noleggio, informatica e di ricerca, mentre con un incidenza leggermente inferiore e pari al 3.98% si collocano le imprese che erogano altri servizi pubblici, sociali e personali. Un ruolo non secondario viene svolto dalle imprese che operano nel settore dei trasporti che con aziende attive incidono per il 3,76% sul tessuto produttivo provinciale e presentano un valore più elevato nei confronti del dato medio regionale che si attesta sul 3%. Infine il settore turistico (alberghi e ristoranti) incide per il 3,85% con un numero di aziende pari a 1.688; Tabella 9 Imprese attive per settore di attività economica Imprese Attive Valore assoluto Valore % Agricoltura, caccia e silvicoltura Pesca, piscicoltura e servizi connessi Estrazione di minerali Attività manifatturiere Produz. e distrib. energ. elettr., gas e acqua Costruzioni Commercio e riparazioni Alberghi e ristoranti Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni Intermediazione monetaria e finanziaria Attività immobiliari, noleggio, informatica e ricerca Pubblica amministrazione e difesa; assicurazione sociale obbligatoria 1 0,00 Istruzione Sanità e altri servizi sociali Altri servizi pubblici, sociali e personali Servizi domestici presso famiglie e convivenze 0 0,00 Imprese non classificate Totale imprese attive con una presenza inferiore, ma comunque significativa nel sistema imprenditoriale provinciale, si colloca l agricoltura che, con aziende ed un incidenza pari al 17,72%, costituisce il secondo settore economico del territorio provinciale; - il settore manifatturiero, con un incidenza pari all 11,47% e un numero di aziende attive costituisce il terzo settore economico del territorio provinciale. Se questo quadro sintetico del sistema imprenditoriale si confronta con il quadro dei dati relativi al Censimento dell industria e dei servizi dell ISTAT al 2001, si possono osservare alcune differenze e rilevare alcune questioni relative al sistema economico-produttivo che non emergono invece con i Analisi della domanda 19

20 dati finora considerati. In particolare si fa riferimento al peso che hanno le attività istituzionali di tipo pubblico e al peso che i singoli settori hanno rispetto al numero degli addetti. 4.2 L occupazione Al quadro del sistema delle imprese è utile affiancare una lettura dei dati dell occupazione per attività economica, in modo da comprendere quali attività presentino maggiore dinamicità nell assorbire mano d opera e quali invece presentino situazioni di stallo o di crisi. Tale lettura viene confrontata con i dati a livello regionale e nazionale in modo da comprendere, in relazione alle dinamiche più complessive dei diversi settori produttivi il comportamento del tessuto locale. Da una prima lettura della distribuzione percentuale degli occupati per settore di attività economica viene confermata la forte rilevanza del settore dei servizi (66,7% degli occupati) che si colloca comunque in linea con i dati regionali (69%) e nazionali (65,6%). Diversamente, l industria presenta un valore più alto rispetto alla media regionale, assorbendo il 36% degli occupati rispetto al 19% della regione. Tabella 10 Occupati per settore di attività economica Agricoltura Industria Servizi Totale Industria totale di cui Manifatturiero Cosenza Crotone Catanzaro Vibo Valentia Reggio Calabria Calabria ITALIA Osservando poi il dato disaggregato dell occupazione per il comparto manifatturiero all interno del settore secondario, si evidenzia come la provincia di Reggio Calabria presenti un peso percentuale che, pur in linea con il valore medio provinciale (rispettivamente 46,1% per Reggio Calabria e 45,9% per la Calabria), appare comunque distante dal dato nazionale che risulta pari a 72,6%. Infine, per quanto riguarda l agricoltura il peso degli occupati appare sia per la provincia (10,9%) che per la regione (11,7%) più alto di quello nazionale che invece si attesta sul 4,3%; quest ultimo dato conferma l importanza che ancora riveste il settore agricolo pur tra le difficoltà che lo caratterizzano. Alcune tendenze sulle trasformazioni che hanno interessato la struttura occupazionale della provincia si possono osservare mettendo a confronto le variazioni degli occupati per settore di attività tra il 2005 e il 2006, anche se il periodo di osservazione è probabilmente troppo ravvicinato e antecedente al manifestarsi della successiva fase di recessione economica. Una prima lettura del dato complessivo fa emergere una situazione di stabilità dell occupazione Analisi della domanda 20

21 provinciale, mentre lo stesso a livello regionale fa registrare un livello di crescita pari a +1,8% e a livello nazionale pari a +1,9%. Osservando i dati disaggregati si possono delineare alcune dinamiche che hanno caratterizzato i diversi settori produttivi della provincia: - una contrazione rilevante in termini occupazionali è evidente per il settore agricolo (-7,6%), in controtendenza rispetto alla realtà nazionale (+3,6%), e sicuramente molto più consistente di quella che interessa anche le altre province Calabresi. Il calo degli occupati nell agricoltura della provincia è quasi il doppio di quello medio rilevato per la regione (- 3,8%) e comunque il più elevato rispetto alle dinamiche delle altre province; - una contrazione di un certo rilievo degli occupati, in controtendenza con le altre realtà territoriali che vengono poste a confronto, riguarda il settore dei servizi, nonostante il suo peso rilevante nel tessuto produttivo provinciale. Reggio Calabria è infatti l unica provincia a registrare una variazione percentuale negativa che, pari a -2,7%, evidenzia una dinamica differente da quella regionale e nazionale che invece fa registrare valori medi positivi e pari rispettivamente a +2,9% ed a +2,8%; - un processo di crescita sembra invece riguardare il settore industriale che nel periodo considerato vede aumentare i propri occupati del +14,2%, valore che non solo risulta il più consistente se paragonato con quello delle altre province Calabresi, ma che fa emergere il netto divario che esiste con i corrispettivi dati rilevati a livello regionale e nazionale, pari rispettivamente a +1,7% ed a -0,2%. Osservando poi il dato disaggregato relativo al settore manifatturiero si può osservare una variazione percentuale dell occupazione positiva e pari a +4,2%, valore questo, che risulta il più elevato a livello provinciale, dopo quello registrato da Vibo Valentia (+11,6%), e comunque superiore al valore medio regionale (+1,7%) e nazionale (-0,2%). 4.3 La formazione del valore Interessante appare il quadro ove si consideri il sistema dei conti economici, in particolare l aggregato del Prodotto Interno Lordo, che sintetizza i risultati delle imprese, delle Amministrazioni Pubbliche e delle Istituzioni sociali di qualsiasi dimensione, e che è altrimenti denominato Valore Aggiunto, per il fatto che dal conteggio che ne determina il valore vengono esclusi i consumi di beni intermedi utilizzati all interno dei processi produttivi di beni e sevizi. Il valore aggiunto della provincia di Reggio Calabria relativo all anno 2007, ha raggiunto gli 8.277,5 milioni di Euro (27,9% dell intero V.A. regionale), e dopo Cosenza, contribuisce maggiormente alla formazione del valore totale nazionale nella misura dello 0,60%. Il reddito prodotto pro-capite (circa Euro) è in lieve aumento, ma sensibilmente più basso del Pil per abitante registrato a livello nazionale. La quota più rilevante del valore aggiunto della provincia deriva dal settore dei servizi (80,3%). A seguire il settore dell Industria in senso stretto, il cui contributo alla formazione del valore Analisi della domanda 21

22 aggiunto Reggino, pari a 8,9%, risulta essere il più basso se confrontato con il corrispettivo valore registrato nella Calabria (10,3%) e in Italia (21,4%). Figura 3 Composizione del valore aggiunto per settore (2007) Reggio Calabria Calabria Mezzogiorno Italia Il settore edile con il 6,3% presenta, invece, un valore più in linea con il valore nazionale (6,1%), meno con quello regionale, superiore di quasi un punto percentuale e pari a 7,2%. Il contributo fornito dall agricoltura Reggina, con un valore pari al 4,5% rappresenta all interno della Calabria l incidenza più elevata dopo le province di Catanzaro (4,8%) e Vibo Valentia (5,8%), ma anche un peso superiore a quello regionale (4,4%) e nazionale (2,1%). 4.4 Le aree produttive Il sistema delle aree produttive nell ATO 5 Reggino è caratterizzato da due tipologie di insediamento: gli agglomerati industriali gestiti dal Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Reggio Calabria (ASIREG) e le aree produttive gestite dai Comuni. Le aree industriali gestite dal Consorzio coprono una superficie complessiva di 1895 ettari di cui 783 destinati ad attività produttive e 257 residui per i nuovi insediamenti produttivi. Gli insediamenti industriali sono localizzati nei seguenti agglomerati: - Gioia Tauro-Rosarno-San Ferdinando, con una superficie complessiva di 1483 ettari di cui 498 destinati ad attività produttive e 245 residui per i nuovi insediamenti produttivi. L agglomerato, che risulta localizzato lungo le dorsali principali del sistema dei trasporti e delle reti energetiche e delle telecomunicazioni della regione, lega il proprio futuro allo sviluppo delle attività del Porto commerciale di Gioia Tauro, tra i principali hub di Analisi della domanda 22

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