Daniela Bica VITIGNI DI SICILIA

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2 Daniela Bica VITIGNI DI SICILIA Regione Siciliana Assessorato Agricoltura e Foreste Servizi allo Sviluppo - Palermo, 2007

3 Pubblicazione edita da: Assessorato Agricoltura e Foreste Dipartimento Interventi Infrastrutturali Direttore Generale Dott. Dario Cartabellotta Viale Regione Siciliana, Palermo Tel Fax agri2.direzione@regione.sicilia.it Servizio XI - Servizi allo Sviluppo Dirigente Responsabile Dott. Paolo Girgenti Tel Fax servizio11@sesasicilia.it Autore: Dott.ssa Daniela Bica Dirigente Responsabile U.O C.I.P. (Centro Informazione Permanente) Servizio XI - Servizi allo Sviluppo Tel Fax d.bica@regione.sicilia.it È vietata la riproduzione dei testi e dei materiali iconografici senza autorizzazione e citazione della fonte. Bica, Daniela <1966> Vitigni di Sicilia / Daniela Bica. Palermo : Regione siciliana, Assessorato agricoltura e foreste, Servizi allo sviluppo, Vite Varietà coltivate Sicilia CDD-21 SBN Pal CIP Biblioteca centrale della Regione siciliana Alberto Bombace

4 INDICE Presentazione pag. 5 Introduzione » 7 Storia dell ampelografia » 9 Elenco delle cultivar idonee alla coltivazione in Sicilia » 13 Guida ai caratteri ampelografici descrittivi » 15 Descrizioni ampelografiche » 21 Carricante » 23 Catarratto bianco comune » 26 Catarratto bianco lucido » 29 Corinto nero » 32 Damaschino » 35 Frappato » 38 Grecanico dorato » 41 Grillo » 44 Insolia (Ansonica) » 47 Malvasia di Lipari » 50 Moscato bianco » 53 Nerello cappuccio » 56 Nerello mascalese » 59 Nero D Avola (Calabrese) » 62 Nocera nera » 65 Perricone » 68 Zibibbo » 71 Bibliografia » 75 3

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6 PRESENTAZIONE La vitivinicoltura costituisce per molti Paesi una realtà economica e sociale di notevole rilevanza; la progressiva introduzione della coltura della vite, ha segnato, infatti, per molte aree l inizio di una civilta, che ha saputo trarre dai vigneti il vino, assurto a simbolo del lavoro dell uomo e della tradizione culturale e storica di un popolo. Un lungo percorso, documentato da storici, genetisti e studiosi, che giunge ad oggi ttraverso una realtà costellata di vigneti ed imprese vitivinicole che in Sicilia operano a fronte dell esigenza di adeguarsi alle innovazioni, da una parte, proposte dalla ricerca scientifica e tecnologica e, dall altra, imposte dall evoluzione dei mercati e da una domanda sempre crescente di vini pregiati, intrisi della tradizione di un territorio. L azione di selezione e di recupero dei vitigni autoctoni, condotta negli ultimi decenni anche con il sostegno dell amministrazione regionale, ha orientato i produttori verso l adozione di scelte varietali, al contempo oculate e strategiche, per valorizzare le produzioni enologiche realizzate nelle diverse aree viticole della Sicilia. La presente guida è, quindi, lo strumento utile per continuare a porre in atto tale processo attraverso il coinvolgimento di vivaisti, viticoltori e tecnici, figure primarie in tale percorso di conoscenza applicativa nonché speciali destinatari che, assieme ai sempre più numerosi enoviticultori, contribuiscono a rendere inimitabile la vitivinicoltura siciliana. Prof. Giovanni La Via Assessore all Agricoltura e Foreste della Regione Siciliana 5

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8 INTRODUZIONE La valorizzazione della piattaforma ampelografica rappresenta uno dei principali punti di forza per la valorizzazione e il potenziamento della viticoltura di ciascuna Regione italiana. Negli anni 90 in Sicilia si è puntato sulla diffusione di vitigni alloctoni soprattutto a bacca nera, quali il Cabernet Sauvignon, il Merlot e il Syrah, con il fine di produrre vini monovarietali (come previsto anche in alcune nuove Doc) o da utilizzare in miscela con alcuni vitigni autoctoni. Recentemente si è invece preso coscienza dell elevata potenzialità vitivinicola dei vitigni autoctoni, che rappresentano peraltro uno degli strumenti principali per la tipicizzazione e la differenziazione delle produzioni enologiche. I vitigni autoctoni siciliani sono caratterizzati da un elevata variabilità, trattandosi di varietàpopolazioni sottoposte negli anni a selezione massale da parte dei viticoltori, i quali ancora oggi selezionano e moltiplicano gli individui ritenuti migliori, ricorrendo all innesto a dimora delle barbatelle selvatiche. In questi ultimi anni la Sicilia sta puntando al recupero e alla valorizzazione di alcuni vitigni autoctoni e il presente lavoro, che si inserisce in questo filone, ha lo scopo di fornire un contributo attraverso la descrizione delle caratteristiche ampelografiche dei principali vitigni siciliani. La scelta oculata del vitigno più idoneo alle differenti condizioni pedo-climatiche e al risultato enologico che si intende perseguire, rappresenta infatti uno dei parametri cardine da cui non si può prescindere se si vuole puntare ad un ulteriore miglioramento degli standard qualitativi finali. Dott. Paolo Girgenti Dirigente Coordinatore Servizi allo Sviluppo Dott. Dario Cartabellotta Dirigente Generale Dipartimento Interventi Infrastrutturali 7

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10 STORIA DELL AMPELOGRAFIA L ampelografia (dal greco ampelos, vite e grafo, scrivo) è quella scienza avente come fine la descrizione di specie e cultivar di vite. Tale disciplina è alla base dello studio della caratterizzazione genetica: da un lato consente di giungere ad una profonda conoscenza di un determinato vitigno (o specie), mettendone in evidenza le caratteristiche peculiari, dall altro di risolvere problemi di omonimia (vitigni differenti ma con il medesimo nome, quali ad esempio il gruppo delle Malvasie o dei Lambruschi ) e di sinonimia (nomi differenti attribuiti ad uno stesso vitigno, come nel caso ad esempio dello Zibibbo, sinonimo più conosciuto della cultivar Moscato di Alessandria). La cognizione di tali aspetti permette infine di giungere ad una classificazione organica delle cultivar (o specie), che tiene conto delle diverse gerarchie e dei differenti rapporti reciproci. L interesse da parte degli agricoltori nei confronti delle caratteristiche morfologiche ed agronomiche delle cultivar di vite impiegate per finalità enologiche è antichissima, risalendo addirittura al I secolo dopo Cristo. E nel XVIII secolo però che tale interesse si trasforma in un vero e proprio studio tassonomico, grazie al lavoro di Tournefort (1700) prima e a quello di Linneo (1753) e della sua Scuola successivamente, ma che tuttavia non arriva alla descrizione dettagliata delle varietà coltivate. L esigenza di accertare con sicurezza l identità delle diverse cultivar e di determinarne in maniera approfondita le caratteristiche si delinea infatti in maniera più sistematica e scientifica tra la fine del XVIII e il XIX secolo, quando si va affermando il razionalismo illuminista e diviene oramai chiara l esistenza di una certa stabilità nei caratteri delle piante di vite, indipendentemente dal tempo e dal luogo di coltivazione. Allo studio e all identificazione di numerose varietà coltivate si dedicano nell Ottocento studiosi come il conte Odart, grande ampelografo fautore della costanza dei caratteri nella vite nonché autore di diverse edizioni della sua Ampelographie Universelle (1849/74). In Italia molti si impegnano a creare ampie collezioni di varietà di vite e a descriverne in maniera accurata gli esemplari raccolti (Mendola, 1868; Incisa, 1869; Di Rovasenda, 1877); tali lavori si affiancano ad altre opere ampelografiche tra le quali si ricordano quelle dell Acerbi (1825) e del Gallesio (1817/39). L interesse scientifico e lo studio dei vitigni conosce un ulteriore impulso verso la fine del XIX secolo, a seguito della diffusione in Europa di parassiti come la fillossera, che causano la distruzione di immense superfici vitate. Nasce così la necessità di identificare i diversi vitigni e di conoscerne le caratteristiche vegeto-produttive al fine di compiere una scelta quanto più oculata possibile nella fase di ricostruzione dei vigneti con piante bimenbri. Nel 1872 a Vienna si costituisce la prima Commissione Internazionale di Ampelografia, con l intento di coordinare le attività dei diversi Paesi e giungere alla stesura di un catalogo ampelografico generale. In Italia vengono istituiti il Comitato Centrale Ampelografico e le 9

11 Commissioni Ampelografiche Provinciali, il cui progetto di regolamento viene approvato il 25 febbraio 1875 con decreto dell allora Ministro d Agricoltura Industria e Commercio. Il compito del Comitato Centrale e delle Commissioni Provinciali è lo studio dell intero patrimonio ampelografico presente sul territorio nazionale, ivi comprese le caratteristiche enologiche, e la creazione di un vero e proprio inventario viticolo di quei tempi. I resoconti dei lavori delle Commissioni Provinciali vengono pubblicati dal 1876 al 1887 sotto forma di Bollettini Ampelografici, che costituiscono ancora oggi una fonte di informazione di straordinaria importanza in quanto vere e proprie fotografie della viticoltura del passato, riportanti notizie su vitigni antichi oggi quasi scomparsi, dei quali si sarebbe persa ogni traccia se non si disponesse di tale fonte di divulgazione. Per la Sicilia particolare importanza rivestono i lavori delle Commissioni Ampelografiche delle province di Catania (1878, 1879), Palermo (1881) e Caltanissetta (1883). In tutti i Paesi viticoli vengono redatti i Cataloghi Ampelografici nei quali vengono descritte le caratteristiche dei diversi vitigni, spesso accompagnate da disegni a colori e, successivamente, da fotografie (Viala e Vermorel, 1901/1909; Molon, 1906). In Italia nel 1952 Dalmasso in sede di Accademia Italiana della Vite e del Vino promuove la costituzione, da parte del Ministero dell Agricoltura e delle Foreste, di una nuova Commissione Nazionale Ampelografica finalizzata alla preparazione di un Ampelografia Italiana. Tale iniziativa porta alla stesura dell opera Principali vitigni ad uva da vino e da tavola coltivati in Italia, edita e via via aggiornata a cura dell Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano Veneto. Nel ventennio successivo l OIV (Organitation Internationale de la Vigne et du Vin) avvia la compilazione di un Registro Ampelografico Internazionale, a fine di raccogliere e descrivere il maggior numero possibile dei vitigni coltivati nel mondo. Queste iniziative però non sono state aggiornate e come tali non forniscono una descrizione esaustiva della piattaforma ampelografica dei vari Paesi. A livello italiano maggiori e più precise informazioni ci pervengono dai lavori pubblicati da vari ricercatori operanti nelle diverse regioni della nostra penisola (Schneider e Mannini, 1994, 2006; Iacono et al., 1999; Calò et al., 2001; ecc.). A livello normativo particolare importanza riveste l istituzione del Catalogo Nazionale delle Varietà di Vite (DPR 1164 del ) e del Comitato Nazionale per l Esame delle Varietà di Viti (istituito in base al Reg. CEE 2314/72), successivamente divenuto Comitato Nazionale per la Classificazione delle Varietà di Viti (DM 28 dicembre 2001). Tra i compiti di tale Comitato vi è quello di pronunciare pareri sull omologazione delle selezioni clonali, sull iscrizione di varietà di viti e cloni omologati nel Catalogo delle Varietà, sulle eventuali sinonimie ed omonimie dei vitigni, nonché sulle variazioni della struttura e dell organizzazione del Catalogo Nazionale delle Varietà di Vite. L iscrizione di una nuova cultivar al Catalogo Nazionale delle Varietà di Vite (oggi Registro Nazionale) è regolamentata dal DM Requisiti da accertare, in sede di prove ufficiali, per l esame delle varietà di viti, ai fini dell iscrizione nel Registro Nazionale delle varietà di vite che prevede l accertamento delle caratteristiche di distinguibilità, stabilità e omogeneità attraverso la valutazione delle caratteristiche morfologiche (ampelografiche) e fisiologiche, nonché agronomiche tramite prove di coltivazione. In base ai Regolamenti Comunitari 1493/99 e 1227/2000 ogni anno gli Stati membri devono compilare e comunicare alla Commissione la propria classificazione delle varietà di viti per la produzione di vino. 10

12 A livello italiano in base all Accordo del 25 luglio 2002 della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano in materia di classificazione delle varietà di viti le varietà non sono più distinte, su base provinciale, in autorizzate, raccomandate e temporaneamente autorizzate, ma bensì raggruppate in due sole categorie: idonee alla coltivazione e in osservazione, lasciando a ciascuna Regione e Provincia Autonoma la scelta della tipologia territoriale per le quali è prevista la classificazione (Regione, Provincia, bacino viticolo). La Sicilia è stata tra le prime regioni a legiferare in tal senso e con Decreto Assessoriale 8 agosto 2003 ha individuato l intero territorio regionale come unità amministrativa di riferimento per la classificazione delle varietà di uve da vino. 11

13 ELENCO VARIETÀ IDONEE ALLA COLTIVAZIONE IN SICILIA Albanello Alicante Alicante Bouschet Ansonica Barbera Cabernet Franc Cabernet Sauvignon Calabrese Carricante Catanese Nero Catarratto Bianco Comune Catarratto Bianco Lucido Chardonnay Ciliegiolo Corinto Nero Fiano Damaschino Frappato Gaglioppo Grecanico dorato Grillo Malvasia Bianca Malvasia di Lipari Manzoni Bianco Merlot Minnella Bianca Montepulciano Mondeuse Montonico Bianco Moscato Bianco Moscato giallo Müller Thurgau esclusivamente nella provincia di Messina esclusivamente nella provincia di Messina 12

14 Nerello Cappuccio Nerello Mascalese Nocera Perricone Petit Verdot Pinot Nero Pinot Grigio Pinot Bianco Sangiovese Sauvignon Semillon Syrah Tannat Tempranillo Traminer aromatico Trebbiano Toscano Vermentino Vernaccia di S. Gimignano Viognier Zibibbo esclusivamente nella provincia di Trapani a bacca bianca a bacca nera a bacca rosata a bacca grigia 13

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16 GUIDA AI CARATTERI AMPELOGRAFICI DESCRITTIVI Il riconoscimento di una cultivar di vite può essere effettuato attraverso lo studio dei caratteri ampelografici descrittivi basati sull esame degli organi della pianta quali l aspetto del germoglio e del tralcio erbaceo alla fioritura, della foglia adulta tra l allegagione e l invaiatura, del grappolo e dell acino alla maturazione. L esame degli organi della vite viene effettuato attraverso il rilevamento di descrittori di tipo quantitativo e qualitativo che vengono valutati attraverso dei numeri e degli aggettivi, al fine di rendere quanto più possibile oggettiva e confrontabile la valutazione del livello di espressione di un determinato carattere. Per rendere più comprensibile e chiara la descrizione ampelografica dei vitigni, si riportano delle spiegazioni inerenti la terminologia utilizzata. TOMENTOSITÀ: presenza di peli sulla superficie degli organi della pianta. Trattasi di una carattere discriminativo molto importante, utilizzato per la descrizione del germoglio e della foglia adulta. La vite presenta diverse tipologie ed intensità di tomentosità: se il tomento è costituito da peli striscianti, vale a dire disposti orizzontalmente rispetto alla superficie vegetale, l organo viene definito aracnoideo, lanuginoso o cotonoso nel caso rispettivamente di scarsa, media o abbondante tomentosità. Se invece siamo in presenza di peli diritti o setole, quindi disposti verticalmente rispetto alla superficie vegetale, si parlerà di tomento setoloso o vellutato, in presenza rispettivamente di scarsa o abbondante peluria. FOGLIA ADULTA: le diverse parti vengono indicate come segue = lobo principale mediano 2 = lobi laterali 3 = seno peziolare 4 = seno laterale superiore 5 = seno laterale inferiore 6 = denti fogliari 7 = nervature principali 1 15

17 La forma del lembo viene definita come: Cordiforme Cuneiforme Pentagonale se a forma di cuore se a forma di cuneo, composto da un rettangolo (o quadrato) e da un triangolo se inscrivibile in un pentagono Orbicolare Reniforme se inscrivibile in una circonferenza se a forma di rene, ossia inscrivibile in un rettangolo Il profilo del lembo, valutato osservando la sezione trasversale della foglia al centro del lembo, può essere: piano a coppa a margini involuti a margini revoluti ondulato, tormentato 16

18 La bollosità del lembo fogliare si definisce come la presenza di piccole gibbosità tra le nervature di ordine inferiore. Al contrario le depressioni consistono in piccole conche rotonde che generalmente si localizzano alla base delle nervature principali. La forma della base del seno peziolare e dei seni laterali viene descritta come segue (da Schneider e Mannini, 2006): A V a U a lira a lira con bordi sovrapposti a graffa (o a U + V) Il seno peziolare viene definito sguarnito quando alla base è delimitato dalla nervatura principale su almeno uno dei due lati (o entrambi). 17

19 I margini dei denti vengono definiti come segue concavi rettilinei convessi concavi-convessi GRAPPOLO: per descrivere il grappolo sono stati usati i seguenti aggettivi (da Schneider e Mannini, 2006): cilindrico conico troncato alato con ala lungamente peduncolata composto 18

20 ACINO: in base alla sua forma, viene definito come: appiattito sferoidale ellittico ovoide tronco-ovoide obovoide La dimensione e la forma dell acino dipendono dai valori del diametro longitudinale e trasversale dell acino stesso e dal loro rapporto (D.L./D.T.). Ø longitudinale (D.L.) Ø trasversale (D.T.) TRALCIO ERBACEO e T. LEGNOSO: per descriverli viene valutata la sezione trasversale e la superficie degli internodi circolare ellittica appiattita liscia angolosa striata costoluta 19

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22 DESCRIZIONI AMPELOGRAFICHE

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24 CARRICANTE SINONOMI: Carricanti, Caricanti, Nocera bianca. E errato il sinonimo di Catarratto. OMONIMI: nessuno. ZONE DI COLTIVAZIONE IN SICILIA: la zona di elezione per la coltivazione di questo vitigno è sulle falde dell Etna, dove è ancora largamente coltivato, raggiungendo quote più elevate rispetto al Nerello mascalese. Nelle zone costiere della Sicilia occidentale, pur mantenendo un elevata resa produttiva, non riesce a garantire lo stesso livello qualitativo. CENNI STORICI: questo antico vitigno deve probabilmente il suo nome ai viticoltori di Viagrande (CT) che lo hanno così denominato per la sua elevata e costante produttività. Indicazioni sul suo utilizzo enologico nella Sicilia di fine 700 ci provengono da Sestini (1991), mentre le prime testimonianze della sua diffusione territoriale si devono all Abate Geremia (1835). 23

25 24 CARATTERI MORFOLOGICI GERMOGLIO: apice lanuginoso, di colore verde biancastro giallo, con macchioline rosso-arancio ai margini, nodi apicali in rilievo. Foglioline apicali (1-3): pentalobate, pagina superiore da cotonosa a lanuginosa, di colore verde biancastro giallo, con sfumature tra il dorato e il ramato tra le nervature principali; presenza di macchioline rossastre ai margini sulla 3 a fogliolina. Pagina inferiore molto cotonosa. Foglioline basali (4-6): pentalobate, profilo a coppa, pagina superiore da lanuginosa a poco aracnoidea, di colore verde giallo con note dorate evidenti soprattutto sulla 4 a e 5 a fogliolina; presenza di macchioline rossastre ai margini. Pagina inferiore da cotonosa a molto lanuginosa. TRALCIO ERBACEO: contorno da angoloso a striato, internodi di colore verde, con striature rossastre particolarmente intense sulla parte dorsale. Presenza di peli lunghi sia a livello dei nodi che degli internodi. Viticci: bifidi o trifidi, di colore verde con sfumature rossastre sulle zone esposte. FOGLIA ADULTA: di medie dimensioni, cuneiforme, a volte tendente al pentagonale o all orbicolare, pentalobata o appena pentalobata, profilo a coppa con margini ondulati e spesso involuti. Lembo spesso, lucido, quasi glabro, debolmente bolloso, di colore verde medio con depressioni alla base delle nervature principali e nervature ginocchiate. Denti a base stretta, medio-corti con margini rettilineo-convessi tendenti al convesso. Seno peziolare chiuso, a volte con bordi leggermente sovrapposti, a U + V o a lira; seni laterali superiori a lira, a volte con un dentino. Pagina inferiore da molto aracnoidea a poco lanuginosa. Picciolo di lunghezza pari alla nervatura principale mediana, generalmente di colore verde con sfumature rossastre sulla parte esposta. GRAPPOLO: da medio a grosso, mediamente lungo, di forma cilindrica o cilindro-conica, alato, generalmente medio-spargolo, a volte tendente al compatto. Peduncolo molto corto, di colore verde, spesso legnoso alla base; rachide e pedicelli verdi.

26 ACINO: da medio e medio-grande (2,40 g), ellittico corto (D.L./D.T.= 1,10 g), buccia debolmente pruinosa, di colore verde-giallo con sfumature aranciate. TRALCIO LEGNOSO: internodi da corti a medio corti con sezione trasversale generalmente ellittica, a volte quasi circolare; superficie striata e leggermente angolosa, di colore nocciola aranciato bluastro con striature più scure. Nodi dello stesso colore. CLONI SELEZIONATI: CR 7. Vigoria: mediamente vigoroso. PRINCIPALI ASPETTI AGRONOMICI E FENOLOGICI Forma di allevamento e potatura: allevato in passato ad alberello siciliano con due o tre branche portanti ciascuno uno sperone di 1-2 gemme, si adatta bene all allevamento a controspalliera con potatura a cordone speronato. Comportamento alla moltiplicazione: buona affinità con i portinnesti tradizionali; ottima con il 140 Ru. Produttività: vitigno ad elevata e costante produttività, produce anche sulle femminelle. Resistenza alle crittogame: scarsa tolleranza alle principali malattie crittogamiche. Epoca di germogliamento: medio-precoce (ultima decade di marzo). Epoca di maturazione: medio-tardiva (da fine settembre a metà ottobre). VINI DOC: Etna bianco 25

27 CATARRATTO BIANCO COMUNE SINONOMI: Catarratto, Catarratto latino, Catarratteddu, Catarrattu lu nostru. E da considerare errato il sinonimo di Carricante, che invece è un altra cultivar nettamente distinta. OMONIMI: nessuno. ZONE DI COLTIVAZIONE IN SICILIA: è di gran lunga la cultivar principale: coltivata intensamente nelle province di Trapani, Palermo e Agrigento, è comunque presente un po ovunque. CENNI STORICI: vitigno di antichissima coltivazione, è coltivato da lungo tempo in Sicilia ed in particolare modo nella parte occidentale dell isola. Lo descrive Cupani nel suo Hortus Catholicus nel 1696 e quindi il canonico Geremia nel Vitigno predominante nella seconda metà del XIX secolo, subisce una certa contrazione a inizio 900 nella zona di Trapani a vantaggio della cultivar Grillo (particolarmente idonea alla produzione del vino Marsala ), per recuperare però a metà del secolo scorso. 26

28 CARATTERI MORFOLOGICI GERMOGLIO: apice cotonoso, di colore verde biancastro con macchioline arancio rossastre al margine. Foglioline apicali (1-3): pentalobate, pagina superiore cotonosa, di colore bianco verdastro con note leggermente dorate sulla 3 a fogliolina, inferiormente molto cotonose. Foglioline basali (4-6): pentalobate, pagina superiore da lanuginosa ad aracnoidea, di colore verde giallo con note bronzate (soprattutto sulla 4 a fogliolina), generalmente più intense rispetto al Catarratto bianco lucido; pagina inferiore di colore verde biancastro, lanuginosa tra le nervature, molto aracnoidea sulle nervature. TRALCIO ERBACEO: contorno da costoluto a un po angoloso o striato, internodi di colore verde con striature rossastre sulla parte esposta al sole, parte apicale ricurva o a pastorale. Viticci: bifidi, talvolta trifidi, di colore verde spesso con sfumature bronzate. FOGLIA ADULTA: dimensioni da medie a medio-grandi, di forma da pentagonale a orbicolare con 3-5 lobi, a volte intera; lembo piuttosto bolloso, profilo a coppa con margini ondulati e/o tormentati, spesso revoluti. Seno peziolare con bordi sovrapposti, a V stretta o, meno spesso, a lira; seni laterali superiori a U o a lira. Denti medi, di lunghezza e larghezza variabile con margini da rettilinei a rettilineo-convessi. Pagina superiore da quasi glabra a poco aracnoidea, di colore verde intenso, pagina inferiore lanuginosa tra le nervature, aracnoidea sulle nervature. Picciolo di colore verde sulla parte non esposta, verde striato di rosso su quella esposta, più corto o di lunghezza uguale alla nervatura principale mediana. GRAPPOLO: mediamente grosso e lungo, alato, cilindro-conico tendente al conico o al piramidale, da medio a compatto; peduncolo molto corto di colore verde e legnoso alla base, rachide e pedicelli di colore verde. 27

29 ACINO: da medio-piccolo a medio (1,93 g), pruinoso, sferoidale tendente all ellittico corto (D.L./D.T.= 1,03), di colore verde-grigio sfumato di rosa sulla parte esposta al sole. TRALCIO LEGNOSO: sezione trasversale generalmente ellittica, a volte tendente al circolare, superficie striata, internodi di colore nocciola grigiastro tendente al bruno giallastro o bruno rossastro. Nodi più scuri. CLONI SELEZIONATI: CS 1, VCR 7, VCR 8. PRINCIPALI ASPETTI AGRONOMICI E FENOLOGICI Vigoria: buona. Forma di allevamento e potatura: controspalliera con potatura mista (Guyot) o corta. Comportamento alla moltiplicazione: ottimo con gran parte dei portinnesti. Produttività: buona e costante. Resistenza alle crittogame: buona tolleranza alla peronospora, alla botrite, e all oidio. Epoca di germogliamento: da fine marzo a metà aprile. Epoca di maturazione: media (fine settembre). VINI DOC: Alcamo, Contea di Sclafani, Contessa Entellina, Delia Nivolelli, Erice, Monreale, Salaparuta, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita di Belice. 28

30 CATARRATTO BIANCO LUCIDO SINONOMI: Catarrattu lustru biancu, Catarrattu lustru, Catarratteddu lustru, Catarrattu lustra cane. OMONIMI: nessuno. ZONE DI COLTIVAZIONE IN SICILIA: come il precedente è diffuso soprattutto nelle province vitate della Sicilia occidentale. CENNI STORICI: l origine di questo vitigno si intreccia e si confonde con quella del Catarratto bianco comune. La prima distinzione tra i due vitigni viene fatta da Macagno (Boll. Amp. 1883), ma pochi anni dopo Mendola lo include tra i sinonimi del Catarratto comune, mentre Paulsen (1905) lo considera una selezione di quest ultimo, dal quale lo differenzia per alcuni caratteri quali il grappolo più compatto e gli acini meno pruinosi. 29

31 30 CARATTERI MORFOLOGICI GERMOGLIO: apice cotonoso, di colore verde biancastro con leggere macchioline rossastre al margine. Foglioline apicali (1-3): pentalobate, pagina superiore cotonosa, di colore bianco verdastro con note leggermente dorate sulla 3 a fogliolina, pagina inferiore molto cotonosa. Foglioline basali (4-6): pentalobate, pagina superiore da lanuginosa ad aracnoidea, di colore verde-giallo con note bronzo ramate (soprattutto a livello della 4 a fogliolina), in generale meno intense rispetto al Cataratto bianco comune; pagina inferiore di colore verde biancastro, da cotonosa a lanuginosa tra le nervature, lanuginosa sulle nervature. TRALCIO ERBACEO: sezione trasversale circolare, contorno da costoluto a un po angoloso o striato, internodi di colore verde con leggere striature rossastre sulla parte esposta al sole; parte apicale ricurva. Viticci: bifidi, talvolta trifidi, di colore verde spesso con sfumature leggermente bronzate. FOGLIA ADULTA: dimensioni da medie a medio-grandi, di forma da pentagonale a orbicolare, trilobata o pentalobata, a volte intera, lembo molto bolloso, profilo a coppa con margini ondulati e/o tormentati, spesso revoluti. Seno peziolare chiuso con bordi sovrapposti, a V stretta o, meno spesso, a lira; seni laterali superiori a U o a lira. Denti medi, di lunghezza e larghezza variabile, margini da rettilinei a rettilineo-convessi. Pagina superiore poco aracnoidea, di colore verde intenso, pagina inferiore lanuginosa tra le nervature, aracnoidea sulle nervature. Picciolo di colore verde con striature rossastre sulla parte esposta, generalmente più corto rispetto la nervatura principale mediana. GRAPPOLO: mediamente grosso e lungo, alato, cilindro-conico, generalmente compatto; peduncolo molto corto di colore verde e legnoso alla base, rachide e pedicelli di colore verde.

32 ACINO: da medio-piccolo a medio (1,90 g), poco pruinoso, sferoidale tendente all ellittico corto (D.L./D.T.= 1,03), di colore verde grigio, un po dorato sulla parte esposta al sole. TRALCIO LEGNOSO: sezione trasversale generalmente ellittica, a volte tendente al circolare, superficie striata, internodi di colore nocciola grigiastro tendente al bruno giallastro o bruno rossastro. Nodi più scuri. CLONI SELEZIONATI: nessuno, la selezione clonale è in corso. Vigoria: buona. PRINCIPALI ASPETTI AGRONOMICI E FENOLOGICI Forma di allevamento e potatura: controspalliera con potatura mista (Guyot) o corta. Comportamento alla moltiplicazione: ottimo con gran parte dei portinnesti. Produttività: buona e costante. Resistenza alle crittogame: buona tolleranza alla peronospora, alla botrite, e media all oidio. Epoca di germogliamento: da fine marzo a metà aprile. Epoca di maturazione: media (fine settembre). VINI DOC:: Alcamo, Contea di Sclafani, Contessa Entellina, Delia Nivolelli, Erice, Monreale, Salaparuta, Santa Margherita di Belice, Sciacca, Sambuca di Sicilia. 31

33 CORINTO NERO SINONOMI: Passerina nera, Passolina, Minutidda. OMONIMI: esistono un Corinto a bacca rosa e uno a bacca bianca. ZONE DI COLTIVAZIONE IN SICILIA: cultivar idonea alla coltivazione nella sola provincia di Messina, è coltivata nelle Isole Eolie, soprattutto a Salina. CENNI STORICI: vitigno originario della Grecia, è presente un po ovunque in Europa, in particolare in Grecia ed in Turchia. Testimonianze della sua presenza in Italia intorno al XIV secolo ci giungono da Gallo e Soderini, che riportano anche il sinonimo di Marina nera (Gallo, 1595; Viala e Vermorel, 1901), mentre Cupani (1696) nel suo Horthus Catholicus e nel Panphyton Siculum descrive tre varietà di Corinto chiamate volgarmente Tuccarino, Tuccarineddu o Niuridduzzo e Tuccarino cu cocci. Lo stesso Cupani parla del Corinto appassito al sole indicandolo come Passulina del nostro Regno (Sestini, 1991). Viene descritto da Molon (1906) come Passerina nera. 32

34 CARATTERI MORFOLOGICI GERMOGLIO: apice glabro o poco aracnoideo, di colore verde con una debole sfumatura ramata al margine. Foglioline apicali (1-3): generalmente trilobate, pagina superiore con pochi peli lunghi, di colore verde giallo con leggere sfumature bronzate. Pagina inferiore quasi glabra tra le nervature, aracnoidea sulle nervature. TRALCIO ERBACEO: internodi corti e molto pruinosi, contorno liscio o poco costoluto, verde con qualche striatura rossastra sulla parte dorsale (sia a livello dei nodi che degli internodi), interamente verde su quella ventrale. Viticci: generalmente bifidi, di colore verde. FOGLIA ADULTA: di medie dimensioni, cuneiforme, generalmente trilobata, a volte pentalobata con lobi inferiori poco pronunciati, lembo spesso, debolmente bolloso, profilo leggermente a coppa e margini poco tormentati. Denti medi, a margini rettilinei convessi, alcuni concavi-convessi. Seno peziolare aperto, generalmente a V o a graffa, talvolta a U, seni laterali superiori a U. Pagina inferiore poco lanuginosa sulle nervature, setolosa tra le nervature. Picciolo rossastro, più corto della nervatura principale mediana. GRAPPOLO: piccolo, corto, da spargolo a compatto, di forma cilindrica, alato; peduncolo molto corto, di colore verde, legnoso alla base. ACINO: acino molto piccolo (0,6 g), da rotondo a leggermente appiattito (D.L./D.T.= 0,97), a sviluppo generalmente partenocarpico, buccia spessa, mediamente pruinosa, di colore vio- 33

35 letto. Vinaccioli assenti negli acini più piccoli; negli acini più grandi è presente un solo vinacciolo. TRALCIO LEGNOSO: internodi corti, sezione trasversale ellittica, superficie striata, pruinosa, di colore bruno aranciato, con nodi di colore bruno scuro. CLONI SELEZIONATI: nessuno, la selezione clonale è in corso. PRINCIPALI ASPETTI AGRONOMICI E FENOLOGICI Vigoria: scarsa. Forma di allevamento e potatura: forme di allevamento a media espansione con potatura corta. Comportamento alla moltiplicazione: ottima affinità con il 420 A, buona con i portinnesti più diffusi. Produttività: medio-bassa. Resistenza alle crittogame: buona tolleranza alle principali malattie crittogamiche. Epoca di germogliamento: seconda metà di marzo. Epoca di maturazione: medio-precoce (metà settembre). VINI DOC: Malvasia delle Lipari. 34

36 DAMASCHINO SINONOMI: Damaschina, Domascina, Racina di navi. OMONIMI: nessuno. ZONE DI COLTIVAZIONE IN SICILIA: presente nella provincia di Trapani, soprattutto nella zona di Marsala. CENNI STORICI: il nome farebbe pensare ad una sua origine araba ma non si dispongono di notizie certe, non essendovi citazioni da parte di Cupani, di Geremia e di Nicosia. Nel Bollettino ampelografico del 1883 troviamo una Damascena bianca tra le cultivar presenti nella provincia di Palermo ma secondo Pastena (1970) non si tratterebbe del medesimo vitigno. Lo troviamo invece nella descrizione dei vitigni coltivati nella provincia di Caltanissetta (Boll. Amp. 1883), dove però è riportata come cultivar di minore importanza. A inizio del XX secolo si diffonde nella zona di Marsala (TP), per poi subire negli anni 30 una forte contrazione a favore del Catarratto. 35

37 CARATTERI MORFOLOGICI GERMOGLIO: apice, lanuginoso, di colore verde chiaro biancastro, con macchie rosa intenso ai margini; gemme apicali sfumate di rosa intenso. Foglioline apicali (1-3): pentalobate, di colore verde chiaro biancastro con sfumature dorate e rosa intenso, cotonose sulla pagina inferiore. Foglioline basali (4-6): pentalobate, di colore verde con sfumature rosate sulla 4 a fogliolina, pagina inferiore da cotonosa a lanuginosa. TRALCIO ERBACEO: contorno da poco angoloso a quasi liscio, tratto apicale ricurvo o molto ricurvo. Internodi di colore verde con striature rossastre sulla parte esposta al sole, nodi generalmente verdi; presenza di sfumature di colore rosa intenso sugli internodi apicali. Viticci: trifidi o bifidi, di colore verde, piuttosto lunghi. FOGLIA ADULTA: da grande a molto grande, pentalobata, di forma generalmente pentagonale, a volte orbicolare, pagina superiore di colore verde medio con punto peziolare leggermente rosato, lembo lucido e bolloso con depressioni alla base delle nervature; presenza di nervature ginocchiate. Profilo a coppa con margini involuti ed ondulati; se la foglia è piuttosto grande il lembo si presenta piano, tendente allo spiovente e con margini ondulati. Seno peziolare da aperto a chiuso, generalmente a graffa, a volte a V, seni laterali superiori a U o a lira. Denti di lunghezza variabile, a margini da rettilinei a rettilineo-convessi. Pagina inferiore da poco lanuginosa a lanuginosa, con molte setoline sulle nervature. Picciolo generalmente di lunghezza pari alla nervatura principale mediana, di colore verde, con sfumature variabili dal rosa al rosso vinoso sulla parte esposta. 36

38 GRAPPOLO: da grosso a molto grosso, lungo, di forma piramidale o piramidale conica, spesso con ala lungamente peduncolata o con due-tre ali, da medio a spargolo con peduncolo medio-corto, di colore rosato; rachide di colore verde-rosa e pedicelli di colore verde. ACINO: medio-grande o grande (3,50 g), sferico o leggermente appiattito (D.L./D.T.=0,99), buccia debolmente pruinosa, di colore verde-giallo con sfumature rosa-arancio. Pedicello lungo, di colore verde. TRALCIO LEGNOSO: internodi medio-lunghi con sezione trasversale da circolare ad ellittica, superficie da liscia a leggermente striata, di colore nocciola arancio grigiastro, con striature più scure. Nodi a volte leggermente più scuri degli internodi. CLONI SELEZIONATI: DF 1 PRINCIPALI ASPETTI AGRONOMICI E FENOLOGICI Vigoria: elevata. Forma di allevamento e potatura: si adatta molto bene all allevamento a spalliera, sia con potatura corta che mista (Guyot). Comportamento alla moltiplicazione: ha buona affinità con soggetti 1103 P, 1447 P, 1045 P, 140 Ru, 17/37, 157/11. Produttività: elevata e costante. Resistenza alle crittogame: sensibile alla botrite, tollerante all oidio e peronospora. Epoca di germogliamento: seconda metà di marzo. Epoca di maturazione: medio-precoce (prima metà di settembre). VINI DOC: Delia Nivolelli, Marsala 37

39 FRAPPATO SINONOMI: Frappato di Vittoria, Frappato Nero di Vittoria, Frappatu, Nerello, Nero capitano. OMONIMI: nessuno. ZONE DI COLTIVAZIONE IN SICILIA: è uno dei principali vitigni coltivati nelle province di Siracusa e Ragusa. CENNI STORICI: vitigno di antica coltivazione, si trova una testimonianza dell esistenza nella zona di Vittoria (SR) di vigneti di Frappato impiantati nel XVII secolo, in una lettera inviata dal Comm. Rosario Cancellieri da Vittoria al Barone Mendola (Ampelografia Italiana, 1879). Non è certo se tale vitigno fosse già esistente in quella zona prima della nascita della città di Vittoria, avvenuta intorno al XVII secolo, o se vi sia stata introdotta successivamente, derivando da essa la propria denominazione. 38

40 CARATTERI MORFOLOGICI GERMOGLIO: apice quasi cotonoso, di colore verde biancastro con orli da rossastri a rosa intenso. Foglioline apicali (1-3): pentalobate, molto incise, di colore verde giallo dorato con macchioline di colore bronzo ai margini; pagina inferiore cotonosa. Foglioline basali (4-6): pentalobate, di colore verde giallo con macchioline rossastre ai bordi; inferiormente da cotonosa a lanuginosa. TRALCIO ERBACEO: contorno un po angoloso, di colore verde, talvolta con striature rosso chiaro, tratto apicale ricurvo. Viticci: trifidi, talvolta bifidi, di colore verde-giallastro. FOGLIA ADULTA: da grande a molto grande con lobo principale mediano piuttosto sviluppato, pentalobata, talvolta trilobata; forma pentagonale o cuneiforme, a volte orbicolare. Lembo piano con margini involuti ed ondulati, pagina superiore di colore verde intenso, liscia, con depressioni alla base delle nervature; presenza di ginocchiature a livello della nervatura principale mediana. Seno peziolare a graffa, a V o U, chiuso o a bordi sovrapposti; seni laterali superiori a lira. Denti irregolari, con margini da convessi a concavi o concavi-convessi. Pagina inferiore cotonosa con presenza di setoline soprattutto a livello delle nervature di ordine inferiore. Picciolo di colore verde giallo sulla metà inferiore e da rosso violaceo a rosa sulla metà superiore, più corto o uguale alla nervatura principale mediana. GRAPPOLO: da medio a grande, di forma cilindrica o conica, alato, da compatto a molto compatto. Peduncolo corto, di colore verde, con qualche nota rosata sulla parte esposta al sole, legnoso alla base. Rachide e pedicelli di colore verde. 39

41 ACINO: medio-piccolo (1,50 g), da sferoidale ad ellittico corto (D.L./D.T.= 1,10), buccia spessa e pruinosa, di colore viola nero. TRALCIO LEGNOSO: sezione trasversale generalmente ellittica, internodi di media lunghezza (10-14 cm) con superficie leggermente striata, di colore grigio-nocciola con sfumature arancione tendenti al bruno; presenza di striature più scure. Nodi di colore bruno scuro. CLONI SELEZIONATI: FC 26 e FC 32. PRINCIPALI ASPETTI AGRONOMICI E FENOLOGICI Vigoria: buona. Forma di allevamento e potatura: allevato tradizionalmente ad alberello siciliano con potatura corta, si adatta molto bene all allevamento a spalliera, preferibilmente con potatura corta. Comportamento alla moltiplicazione: buona affinità con i portinnesti Rupestris du Lot, 140 Ru, 1103 P, 775 P, 779 P e 1045 P. Produttività: da medio-buona a buona. Resistenza alle crittogame: scarsa suscettibilità nei confronti delle principali malattie crittogamiche. Epoca di germogliamento: precoce (metà marzo). Epoca di maturazione: media (fine settembre). VINI DOCG: Cerasuolo di Vittoria. VINI DOC: Eloro, Erice, Vittoria. 40

42 GRECANICO DORATO In Sicilia sono presenti biotipi di Grecanico dorato a grappolo spargolo, numericamente più diffusi, e biotipi a grappolo compatto, meno diffusi. SINONOMI: Grecanico, Grecanico bianco, Grecanicu biancu a girimoli (relativamente ai biotipi a grappolo spargolo), Recanico, Grecanicu biancu a cruci (relativamente ai biotipi a grappolo serrato). OMONIMI: nessuno. ZONE DI COLTIVAZIONE IN SICILIA: diffuso principalmente nella Sicilia occidentale, soprattutto nella provincia di Trapani (zone di Marsala e di Mazara del Vallo). CENNI STORICI: coltivato da molto tempo in diverse regioni italiane, non si dispone di notizie sicure circa l origine di questo vitigno, anche se il nome Grecanico farebbe pensare ad una provenienza dalla Grecia. Il primo riferimento alla coltivazione di questa cultivar in Sicilia si deve a Geremia (1835), che ne distingue due biotipi: uno con grappolo spargolo, indicato come Grecanico a giriamoli, e uno con grappolo compatto e due ali disposte in modo da formare una croce, denominato Grecanico a croce. 41

43 42 CARATTERI MORFOLOGICI Di seguito si riporta la descrizione ampelografica del Grecanico dorato a grappolo spargolo, maggiormente diffuso in Sicilia. GERMOGLIO: apice quasi cotonoso, di colore verde biancastro con macchie rossastre distribuite ai margini. Foglioline apicali (1-3): pentalobate, di colore verde chiaro biancastro con sfumature ramate sulla 3 a fogliolina; pagina inferiore molto cotonosa. Foglioline basali (4-6): pentalobate, di colore verde biancastro con note bronzate più evidenti sulla 4 a e 5 a fogliolina (a volte sono totalmente bronzate), pagina inferiore da cotonosa a molto lanuginosa. TRALCIO ERBACEO: contorno costoluto o striato, di colore verde con striature rossastre sulla parte esposta al sole, sia a livello dei nodi che degli internodi, tratto apicale ricurvo o molto ricurvo. Viticci: bifidi, talvolta trifidi, piuttosto lunghi, di colore verde con sfumature rossastre o bronzate alla base. FOGLIA ADULTA: da media a medio-grande, pentalobata, a volte eptalobata, generalmente pentagonale, talvolta orbicolare, lembo finemente bolloso. Profilo a coppa con margini ondulati, seno peziolare generalmente chiuso, a U, a V o a graffa; seni laterali superiori a lira o a U. Denti da medi a mediolunghi, a base stretta; margini generalmente concavi-convessi, a volte rettilinei o leggermente convessi. Pagina inferiore da poco lanuginosa a molto aracnoidea, di colore verde chiaro con sfumature rosate alla base delle nervature. Picciolo mediamente più lungo o uguale alla nervatura principale mediana, di colore giallo-verde, sfumato di rosa soprattutto nel terzo superiore. GRAPPOLO: di medie dimensioni, piuttosto lungo, forma conica o cilindro-conica con una o due ali. Grappolo generalmente spargolo, a volte medio, peduncolo medio-corto, spesso legnoso alla base, di colore verde, a volte rosato; rachide e pedicelli di colore verde.

44 ACINO: medio (2,10 g), da rotondo a leggermente appiattito (D.L./D.T.=0,99), buccia debolmente pruinosa, di colore giallo rosa arancio, con sfumature dorate sulla parte esposta al sole. TRALCIO LEGNOSO: internodi da medio corti a medi (9-15 cm), sezione ellittica, superficie striata, di colore grigio nocciola, a volte tendente al bruno; nodi più scuri. CLONI SELEZIONATI: VCR 13 PRINCIPALI ASPETTI AGRONOMICI E FENOLOGICI Vigoria: buona, produce molte femminelle. Forma di allevamento e potatura: buoni risultati con l allevamento a controspalliera con potatura corta o mista (Guyot). Comportamento alla moltiplicazione: buona affinità con il 140 Ru, 779 P, 775 P, 17/37, 1045 P ; con il 161/49 sono stati ottenuti risultati contrastanti. Produttività: buona o media, a volte irregolare. E presente una seconda fioritura. Resistenza alle crittogame: sensibile all oidio, mediamente resistente alle altre principali avversità fungine. Epoca di germogliamento: medio-tardiva (fine marzo - primi di aprile). Epoca di maturazione: medio-tardiva (prima decade di ottobre). VINI DOC: Alcamo, Contea di Sclafani, Contessa Entellina, Delia Nivolelli, Erice, Menfi, Monreale, Santa Margherita di Belice, Sciacca. 43

45 GRILLO SINONOMI: Riddu, Ariddu. OMONIMI: nessuno. ZONE DI COLTIVAZIONE IN SICILIA: diffuso principalmente nella provincia di Trapani (zone di Marsala e di Mazara del Vallo), dove costituisce il vitigno base per la produzione del vino DOC Marsala, è un po presente nelle province di Palermo, Agrigento, Messina e Caltanissetta. CENNI STORICI: l origine di questo vitigno è praticamente sconosciuta. Non è tra i vitigni presenti nella collezione del Barone Mendola (1868) e la prima notizia relativa alla sua coltivazione in Sicilia risale al 1873 (Alagna - Spanò, 1873). Secondo alcuni autori sarebbe stato importato in Sicilia dalla Puglia dopo l invasione della fillossera. 44

46 CARATTERI MORFOLOGICI GERMOGLIO: apice molto lanuginoso, di colore verde biancastro con una leggera sfumatura ramata e poche macchioline rossastre ai margini. Foglioline apicali (1-3): pentalobate, pagina superiore cotonosa, le prime due di colore verde chiaro biancastro, la terza bronzata tra le nervature e verde sulle nervature. Pagina inferiore cotonosa, di colore biancastro verde chiaro con sfumature bronzate sulla terza fogliolina. Foglioline basali (4-6): pentalobate, a volte appena eptalobate, pagina superiore da lanuginosa ad aracnoidea con note bronzate particolarmente evidenti sulla 4 a e 5 a fogliolina. Pagina inferiore da lanuginosa ad aracnoidea, di colore verde con sfumature bronzate tra le nervature. TRALCIO ERBACEO: contorno da quasi liscio a leggermente angoloso, di colore verde con leggere striature rossastre sulla parte esposta al sole; tratto apicale ricurvo o molto ricurvo. Viticci: generalmente trifidi, mediamente lunghi (20-25 cm), di colore verde con parte terminale di colore rossastro. FOGLIA ADULTA: da media a grande, di forma orbicolare (più spesso) o pentagonale, generalmente pentalobata, talvolta eptalobata. Pagina superiore glabra, di colore verde intenso con punto peziolare leggermente rosato. Profilo del lembo a coppa con margini molto ondulati e/o tormentati, superficie debolmente bollosa. Denti mediamente pronunciati, irregolari, alcuni a base larga, altri a base stretta, con margini generalmente rettilineo-convessi o concavi-convessi, a volte rettilinei. Seno peziolare generalmente a V, talvolta a graffa o a lira, chiuso con bordi che tendono a toccarsi o a sovrapporsi. Seni laterali superiori a U o a lira. Pagina inferiore di colore verde chiaro con nervature di colore rosso vinoso alla base, aracnoidea sulle nervature e quasi glabra tra le nervature; presenza di ciuffetti di setoline alla base delle nervature principali e secondarie. Picciolo di lunghezza uguale o maggiore rispetto la nervatura principale mediana, di colore giallo verde sulla parte in ombra e sul tratto basale del lato esposto, di colore rosso vinoso sulla restante parte. 45

47 GRAPPOLO: medio grosso, generalmente conico, a volte cilindro-conico, spesso spargolo; peduncolo corto, di colore verde rosato, rachide e pedicelli di colore verde ACINO: medio-grande o grande (3,30 g), da rotondo a leggermente appiattito (D.L./D.T.=0,99). Buccia debolmente pruinosa, di colore verde giallo con sfumature rosa aranciate di intensità variabile in funzione dell esposizione al sole. TRALCIO LEGNOSO: internodi da mediocorti a medi, sezione trasversale quasi circolare tendente all ellittico, superficie un po striata di colore nocciola grigiastro; nodi più scuri, di colore bruno rossastro. CLONI SELEZIONATI: nessuno, la selezione clonale è attualmente in corso. PRINCIPALI ASPETTI AGRONOMICI E FENOLOGICI Vigoria: buona. Forma di allevamento e potatura: tradizionalmente allevato ad alberello marsalese (senza sostegno), predilige la potatura mista (Guyot), Comportamento alla moltiplicazione: ottima affinità con il portinnesto 420 A, buona con gran parte dei portinnesti del gruppo V. Berlandieri x V. rupestris, ad eccezione del 1103 P. Produttività: medio-buona, spesso irregolare. Resistenza alle crittogame: mediamente resistente all oidio, un po meno alla peronospora. Epoca di germogliamento: media (ultima decade di marzo). Epoca di maturazione: media (fine settembre). VINI DOC: Alcamo, Contea di Sclafani, Contessa Entellina, Delia Nivolelli, Erice, Mamertino di Milazzo, Marsala, Menfi, Monreale, Salaparuta, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita di Belice. 46

48 INSOLIA (Ansonica) Questo vitigno è iscritto al registro nazionale delle varietà di vite come Ansonica ma in Sicilia è conosciuto con sinonimo Insolia. SINONOMI: Insolia, Inzolia, Ansolia, Njolia, Nzolia bianca, Nzolia di Palermo, Zolia ; a Civitavecchia Uva del Giglio (Pastena, 1969). OMONIMI: esiste una Insolia a frutto nero, geneticamente differente da quella a bacca bianca. ZONE DI COLTIVAZIONE IN SICILIA: è uno dei principali vitigni coltivati nelle province di Trapani, Agrigento e Palermo, ma è presente anche in tutte le altre zone viticole siciliane. CENNI STORICI: vitigno molto antico, lo descrive Cupani (1696), distinguendo tre tipi di Insolia, di cui due a bacca bianca e una a bacca nera. Acerbi (1825) riporta una breve descrizione di una Nzolia bianca con acino piuttosto allungato. L Abate Geremia (1835) riferisce pure di due varietà di Insolia, una a bacca bianca e una a bacca nera, distinguendone, all interno della prima, diversi biotipi ( Nzolia di Palermo, Nzolia di Lipari, ecc.). Anche il Barone Mendola (1868) parla di diverse Insolie, specificando che la loro coltivazione abbonda in tutti i vigneti da Marsala a Catania. Prove della presenza di questa cultivar nei vigneti siciliani si rintracciano anche nei Bollettini Ampelografici del 1878, del 1883 e del

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