Nuovi modelli organizzativi in sicilia

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1 REGIONE SICILIANA LEGGE 14 aprile 2009, n. 5. Norme per il riordino del Servizio sanitario regionale.

2 Nuovi modelli organizzativi in sicilia Art. 12. Distretti sanitari 2. In ogni caso i nuovi distretti sanitari devono coincidere con gli ambiti territoriali dei distretti sociosanitari. 3. Il distretto deve coincidere con l'ambito territoriale dell'intero comune o di quelli di più comuni con divieto di frammentazione territoriale. Nelle aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina sono istituiti uno o più distretti sanitari fatte salve eventuali difformi previsioni da definirsi in sede di Piano sanitario regionale. 5. Il distretto sanitario costituisce l'articolazione dell'azienda sanitaria provinciale all'interno della quale, attraverso le strutture e i dipartimenti dalle stesse norme previsti, nonché attraverso i servizi ed i presidi territoriali di assistenza, sono erogate le prestazioni in materia di prevenzione individuale o collettiva, diagnosi, cura, riabilitazione ed educazione sanitaria della popolazione che, per le loro caratteristiche, devono essere garantite in maniera diffusa ed omogenea sul territorio. 6. Il distretto, in particolare, assicura la tutela della salute dei cittadini ed il governo del rapporto tra domanda ed offerta di servizi sanitari e sociali, e garantisce l'integrazione socio-sanitaria. 7. Con decreto dell'assessore regionale per la sanità d'intesa con l'assessore regionale per la famiglia, le politiche sociali e le autonomie locali sono fissati gli indirizzi operativi finalizzati ad assicurare le opportune integrazioni fra servizi sanitari e servizi sociali con specifico riferimento agli interventi in favore di portatori di handicap, anziani, minori, famiglie e delle altre fasce deboli della popolazione.

3 Nuovi modelli organizzativi in sicilia 8. Entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sentita la competente Commissione legislativa dell'assemblea regionale siciliana, l'assessore regionale per la sanità emana le linee guida di riorganizzazione dell'attività territoriale prevedendo l'istituzione dei Presidi territoriali di assistenza (P.T.A.) costituenti il punto di accesso alla rete territoriale, anche attraverso il Centro unico di prenotazione (C.U.P.), al fine di garantire in modo capillare l'erogazione di prestazioni in materia di: a) cure primarie (accoglienza, servizi sanitari di base e specialistici); b) servizi socio-sanitari integrati con le prestazioni sociali, con funzioni di presa in carico, valutazione multidisciplinare e formulazione del piano personalizzato di assistenza, attraverso l'integrazione professionale di operatori appartenenti alle Aziende sanitarie provinciali e ai comuni, a favore di persone e famiglie con bisogni complessi; c) servizi a favore dei minori e delle famiglie con problemi socio-sanitari e sociali; d) servizi di salute mentale (SERT). 9. All'interno delle cure primarie dovranno in particolare prevedersi: a) le U.T.A.P. (Unità territoriali di assistenza primaria) con la funzione di continuità assistenziale (assistenza notturna e/o a chiamata) e supporto alla lunga assistenza; b) le cure domiciliari con diversa intensità; c) le prestazioni di diagnostica specialistica, con ambulatori attrezzati anche per la piccola chirurgia di emergenza; d) le attività degenziali di bassa e media complessità clinica da realizzarsi anche mediante la riduzione dei posti letto per acuti e la conversione in posti di Residenze sanitarie assistenziali (R.S.A), cure riabilitative e presidi di lunga assistenza per patologie croniche, nonché posti semiresidenziali da adibire a centri diurni.

4 Nuovi modelli organizzativi in sicilia Art. 24. Rete dell'emergenza-urgenza sanitaria 1. Il sistema regionale di emergenza-urgenza è articolato in: a) sistema territoriale di emergenza: postazioni di soccorso territoriale, punti territoriali di emergenza, servizi di continuità assistenziali; b) sistema ospedaliero: pronto soccorso ospedaliero, dipartimento di emergenza-urgenza. 2. Il sistema di emergenza-urgenza: a) assicura il coordinamento delle attività connesse ai prelievi ed ai trapianti di organi in raccordo con il Centro regionale trapianti; b) assicura il trasporto di emergenza neonatale ed il trasporto anche secondario della rete dell'infarto miocardico acuto; c) favorisce l'integrazione con i servizi di continuità assistenziale; d) si raccorda con la Protezione civile; e) collabora con gli altri servizi pubblici addetti all'emergenza, con le Prefetture ed i dipartimenti di prevenzione e di tutela dei luoghi di lavoro; f) partecipa alla stesura di piani di intervento sanitario delle maxi-emergenze. 7. Il personale medico ed infermieristico da utilizzare nel Servizio Emergenza Urgenza 118 è scelto da una graduatoria regionale, regolamentata con successivo provvedimento dell'assessore regionale per la sanità, composta da soggetti in possesso dei requisiti formativi e di addestramento previsti dalla normativa vigente relativa ai servizi di emergenza-urgenza e in via prioritaria dal personale in servizio già utilizzato nelle ambulanze medicalizzate attive nel territorio regionale ed in possesso dei requisiti previsti.

5 Nuovi modelli organizzativi in sicilia 8. Al fine di assicurare omogeneità di intervento, continuità assistenziale ed efficienza operativa è istituito, senza oneri aggiuntivi a carico del Servizio sanitario nazionale né del bilancio della Regione, il Comitato regionale per l'emergenza-urgenza, presieduto dall'assessore regionale per la sanità, o da un suo delegato, composto dai responsabili delle Centrali operative del Servizio Emergenza Urgenza 118, dai direttori sanitari delle Aziende sedi di Centrali operative, nonché dai referenti provinciali per il Servizio 118 individuati dai direttori generali delle Aziende sanitarie provinciali che non siano sede di Centrali operative. 9. Con decreto dell'assessore regionale per la sanità, da emanarsi entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono determinate le modalità di funzionamento del Servizio emergenza-urgenza 118 e le procedure per l'adozione di protocolli operativi finalizzati a promuovere la qualità, l'efficienza e l'uniformità del servizio nell'intero territorio della Regione e a garantire il coordinamento tra le centrali operative e con la rete assistenziale, nonché le linee guida per la formazione e l'aggiornamento del personale.

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11 PARTE NORMATIVA Criteri generali (art 62 ACN come rinnovato dall A.C.N. 29/07/09) Il servizio di CA fa parte del programma di attività distrettuali e la sua attività è svolta prioritariamente dai medici di cui all articolo 62 comma 2 lett. a) e b). ed in sedi territoriali adeguatamente attrezzate. Al fine di garantire la continuità dell assistenza per l intero arco della giornata e per tutto l arco della settimana, nel rispetto della programmazione regionale, le Aziende Sanitarie Provinciali organizzano il Servizio di Continuità Assistenziale (C.A.) che garantisce prestazioni mediche secondo quanto stabilito dal D.P.C.M. 16/04/2002: dalle ore del giorno prefestivo alle ore del giorno successivo al festivo e dalle ore alle ore di tutti i giorni feriali, nel territorio di specifica competenza. Altre attività, come ad esempio quella svolta nei Punti di Primo Intervento (P.P.I.), o l eventuale possibilità di estendere l attività dalle ore 8.00 alle ore del prefestivo, possono essere concordate in sede di contrattazione aziendale per esigenze o carenze contingenti o eccezionali. Il servizio di C.A. è indirizzato a tutta la popolazione, in ambito aziendale, e ad ogni fascia di età, sulla base di uno specifico livello assistenziale. In particolare vengono erogate prestazioni di assistenza medico ambulatoriale e domiciliare per le patologie acute e le riacutizzazioni di patologie croniche che non rivestono il carattere dell emergenza. Le aziende in sede di trattativa aziendale possono concordare con le OOSS firmatarie del presente accordo, per gli ambiti territoriali a bassa densità di popolazione in via sperimentale ulteriori modelli funzionali di CA, previa autorizzazione da parte della Regione e senza ulteriore aggravio di spesa per la stessa.

12 E di fondamentale importanza perseguire un integrazione dei MdCA con i medici di Assistenza Primaria, anche nell ambito delle nuove funzioni delle strutture Territoriali (ad es. PTA) secondo le rispettive competenze, allo scopo di migliorare e rendere più efficiente l assistenza territoriale. Nell ambito delle attività in équipe o altre forme associative delle cure primarie, ai MdCA sono attribuite funzioni coerenti con le attività del medico di Assistenza Primaria, nell ambito delle rispettive funzioni, al fine di garantire l integrazione assistenziale per un più efficace intervento nei confronti delle esigenze di salute della popolazione. E pertanto opportuno prevedere linee guida e protocolli di intervento, per la completa integrazione tra i medici di C.A. e di A.P., anche nei presidi territoriali di assistenza e tra queste e la C.O. del 118, per un livello di risposta più adeguato ai fabbisogni di assistenza sanitaria dei cittadini, in cui le varie figure professionali operino nel rispetto delle proprie competenze e con pari dignità. (art. 62, comma 7, A.C.N. 2005, come rinnovato dall ACN 2009).

13 Art. 5 Massimale orario Entro 30 giorni dalla pubblicazione del suddetto accordo ed entro il 31 marzo di ogni anno i nuovi titolari devono comunicare la loro disponibilità all effettuazione delle ore di incremento orario, indicando anche una preferenza non vincolante per l Azienda per l attività territoriale da svolgere (PPI, ambulatorio di codici bianchi presso i PP.OO.,medicina fiscale, medicina del lavoro, etc.). Il monte ore di plus orario assegnato alle singole Aziende è in funzione del numero dei medici di C.A. in servizio nella stessa Azienda e le ore vengono assegnate come budget orario potenziale alle AA.SS.PP. senza alcun obbligo di distribuzione personalizzata al singolo professionista.[ La singola ASP articolerà un piano aziendale di utilizzo delle ore di plus orario sulla base dei fabbisogno del sistema locale, in armonia con le indicazioni regionali e con le aree prioritarie indicate dall AIR, e a livello distrettuale, per l organizzazione dei PPI Punti di Primo Intervento, tali ore saranno assegnate, anche considerando le preferenze espresse al momento della domanda, ai singoli Medici di CA in base ai seguenti criteri: residenza nel distretto sede del PPI; anzianità della titolarità. Le ore di plus orario eventualmente non utilizzate per carenza di adesioni al piano aziendale saranno ridistribuite prioritariamente ai titolari che hanno aderito al suddetto piano, successivamente ai nuovi titolari e quindi ai medici sostituti in servizio.

14 Art. 6 Punto di Primo Intervento (PPI) Il PPI rappresenta la modalità organizzativa attraverso la quale il Distretto potrà offrire un punto di riferimento alternativo all ospedale per la gestione delle urgenze di basso medio livello (codici bianchi e parte dei codici verdi). I PPI saranno gestiti attraverso la rete delle cure primarie (prioritariamente i Medici di Continuità Assistenziale), secondo le diverse potenzialità del contesto locale. L attività sarà integrata con gli infermieri e con gli specialisti poliambulatoriali ivi operanti e potenziata da sistemi di diagnostica essenziale (es: Point of Care Testing POCT). Il servizio dei PPI sarà assicurato nelle ore diurne dei giorni feriali dalle 8.00 alle e nei giorni prefestivi dalle 8.00 alle 10.00, secondo modalità di turnazione da definire a livello aziendale; è in atto prevista l attivazione di un PPI per distretto (con l eccezione delle ASP di Palermo, Catania e Messina, ove sarà possibile costituire i PPI anche negli ex distretti cittadini), per un totale di 62 punti, la cui allocazione sarà definita dalle Aziende Sanitarie. Il servizio garantirà l assistenza ambulatoriale (non è prevista la visita domiciliare) e sarà allocato in una sede aziendale, prioritariamente all interno del PTA o del Poliambulatorio distrettuale. Al fine di permettere la piena funzionalità dei Punti di Primo Intervento, fermo restando quanto previsto nell art.67, comma 9 dell ACN 2009, saranno concordate a livello locale le modalità per la prescrizione delle prestazioni specialistiche non differibili. La Regione Siciliana effettuerà un monitoraggio costante del funzionamento dei PPI, attraverso indicatori di processo e di esito e una valutazione complessiva dei risultati entro dicembre 2011, riservandosi l eventuale riallocazione delle risorse.

15 RISORSE FINANZIARIE REGIONALI PROGETTI-OBIETTIVO, 67 MLN DI INVESTIMENTI IN SICILIA PALERMO 12 Novembre Si tratta di quote vincolate del Fondo Sanitario Nazionale che il ministero della Salute eroga alle Regioni per raggiungere determinati obiettivi su tutto il territorio con particolare riguardo alle cure primarie, le malattie rare, quelle degenerative, le cure palliative, la prevenzione, la non autosufficienza, la tutela della maternita', le biobanche e la sicurezza sul lavoro. Sono progetti rivolti al territorio per supportare la crescita della rete assistenziale e che consentiranno di ridurre gli accessi inappropriati in ospedale. Questi, nel dettaglio, i "progetti obiettivo" programmati CURE PRIMARIE: - Assistenza h 24 e riduzione degli accessi impropri al PS e miglioramento della rete assistenziale (si tratta dei Punti di Primo Intervento N.d.R. ). Somma programmata: euro. - Potenziamento della gestione integrata delle patologie croniche sul territorio ( si tratta degli Ambulatori di Gestione Integrata N.d.R. ). Somma programmata: euro. - Potenziamento dell' assistenza pediatrica sul territorio. Somma programmata: euro. - Sperimentazione di un programma di Telemedicina e teleassistenza nella gestione dei pazienti cronici complessi. Somma programmata: euro. - Continuita' delle cure in un sistema integrato. Somma programmata: euro. NON AUTOSUFFICIENZA - Accesso unico al sistema delle prestazioni sociosanitarie (PUA). Somma programmata: euro. - - Potenziamento del sistema delle cure domiciliari. Somma programmata: euro. CURE PALLIATIVE E TERAPIA DEL DOLORE - Potenziamento della Rete regionale cure palliative. Somma programmata: euro. - Potenziamento rete regionale di Terapia del dolore. Somma programmata: euro.

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