Dott. M. Marconi 20/02/2013

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1 Dott. M. Marconi 20/02/2013

2 I fattori di rischio sono condizioni sfavorevoli della persona o del suo ambiente prossimale o distale, che caratterizzano le sue esperienza a partire dalle prime fasi della vita.

3 RISCHIO fenomeno molto complesso nel quale fattori di natura biologica, riguardanti il bambino ed uno o entrambi i genitori, si combinano a fattori di natura psico-sociale, riguardanti anch essi il bambino e/o il genitore (Rutter, 1991; Sameroff, Fiese, 2000)

4 Fattori di natura biologica che riguardano in modo specifico il bambino alla nascita: prematurità; basso peso; presenza di asfissia o altre complicanze neonatali; eventuali malformazioni. (Pesonen et. al. 2005)

5 povertà; precarietà e sovraffollamento abitativo; carenti situazioni igieniche; disoccupazione; nomadismo di breve e lungo periodo (a Roma 8 mila unità); monoparentalità; isolamento sociale; emarginazione linguistica e culturale. La prematurità, infatti, è presente con una maggior frequenza nelle famiglie con un livello socio-economico basso, piuttosto che alto (79%, basso peso alla nascita vs 41%, Baldini, 2005).

6 Le nascite a rischio tra le donne straniere rappresentano un fenomeno sociale di grande rilievo, in continuo aumento, soprattutto laddove i flussi migratori sono più consistenti (grandi città, regioni italiane economicamente più avanzate). Le ricerche condotte in Italia sulla assistenza alla nascita ricevuta dalle donne straniere e sugli esiti neonatali non sono numerose e soprattutto non disponiamo di dati epidemiologici recenti. (Di Lallo et al., 2010)

7 Nel cittadini stranieri DONNE (51,3%) (Di Lallo et al., 2011) Se il processo migratorio rappresenta per tutti coloro che ne fanno esperienza un passaggio critico, con conseguenti compiti di sviluppo e di riorganizzazione degli assetti personali e familiari (Monacelli, Mancini, 2005), in particolare per le donne l esperienza migratoria si carica di incognite e di oneri aggiuntivi.

8 La letteratura scientifica conferma che la condizione di nascita a rischio si aggrava quando alla patologia neonatale è associato lo svantaggio sociale rappresentato dall immigrazione: il rischio prognostico in questa specifica popolazione risulta significativamente aumentato. (Marconi et al., 2009) Le ricerche condotte in Italia sulla assistenza alla nascita ricevuta dalle donne straniere e sugli esiti neonatali non sono numerose e soprattutto non disponiamo di dati epidemiologici recenti. (Save the Children, 2011)

9 Fattori associati a un maggior rischio di near miss Età >35 anni: RR IC 95%: 1,6 (1,4-1,8) Taglio cesareo: RR IC 95%: 5,3 (4,6-6,1) Istruzione bassa (< 8 anni): RR IC 95%: 1,3 (0,9-1,7) Nazionalità non italiana: RR IC 95%: 1,6 (1,3-1,9)

10 MMR per nazionalità della donna Nazionalità italiana MMR = 11,7 (104 morti / nati vivi) Nazionalità non italiana MMR = 12,9 (14 morti / nati vivi) RR (IC 95%): 1,1 (0,6-1,9) MMR per istruzione della donna (dati disponibili solo per Lazio e Piemonte) Bassa (<8 anni) MMR = 15,8 (23 morti / nati vivi) Alta (>8 anni) MMR = 8,8 (17 morti / nati vivi RR (IC 95%): 1,8 (1,0-3,4)

11 Effective Perinatal Intensive Care in Europe Translating knowledge into evidence based practice ITA PFPM 30 % Classe di età gestazionale (sett.)

12 Effective Perinatal Intensive Care in Europe Translating knowledge into evidence based practice sul totale dei nati sotto le 32 sett. di EG Complicazioni della gravidanza (%) ITA (N=396) PFPM (N=153) Ipertensione gravidica > 20 sett. 15,4 12,5 Preeclampsia 8,3 7,8 Eclampsia 0,76 0,0 HELLP 1,8 2,6 Infezione 5,6 11,2 PROM 27,8 31,6 IUGR 18,2 7,2 Malf. congenite 1,8 3,3

13 Nessuna particolare differenza nelle patologie in gravidanza sul totale dei nati

14 Differenze nella frequenza d uso del Taglio cesareo nei parti a termine (37-41 sett.) per paese di nascita (primi 5 PFPM) % Romania Albania Polonia Filippine Bangladesh Italia Tot. PFPM

15 L accesso alle cure (II): appropriatezza del luogo di nascita per le gravidanze pretermine EG I livello III livello ITA PFPM ITA PFPM

16 L accesso alle cure (I): prima visita in gravidanza dopo le 12 sett. Circa 5 volte superiore fra le donne provenienti da PFPM rispetto alle donne nate in Italia (5% vs 1% nel ; 10% vs 2% nel ). All interno del gruppo particolarmente fragile delle donne che riconoscono da sole il proprio bambino queste differenze si riducono, ma con valori molto più alti (14.3% vs 6.2%, anno 2011). ricorso all amniocentesi in donne >35aa Nel 2011 la percentuale è stata del 40% fra le nate in Italia ed il 22.6% fra le nate in PFPM

17 L età materna si confermano le differenze per età, in un contesto di incremento delle nascite da donne con età superiore a 35 anni.. Età ITA PFPM ITA PFPM media (aa) <20 (%) (%) (%)

18 Indicatori analizzati Caratteristiche delle donne Accesso alle cure Patologie della gravidanza Mortalità e grave morbosità materna

19 L interesse della sanità pubblica alla salute riproduttiva delle donne migranti La gravidanza, pur se nella grande maggiornaza dei casi è un evento fisiologico, rappresenta una condizione particolarmente vulnerabile a fattori di rischio biologico e psicosociale. In questo contesto, le donne provenienti da altri paesi, che devono affrontare un nuovo contesto sociale, diversi stili di vita e diverse condizioni economiche, possono essere maggiormente suscettibili a questi fattori di rischio.

20 Nati da madri provenienti da Paesi a Forte Pressione Migratoria (PFPM) Lazio, %

21 I primi 10 paesi di nascita aumenta la quota di nati da donne rumene, dal Bangadlesh ed India % Romania Polonia Filippine Albania Rep. Pop. Cinese Perù Ucraina Ecuador Egitto Marocco Altri PFPM % Romania Albania Polonia Filippine Bangladesh Perù India Marocco Ucraina Rep. Pop. Cinese Altri PFPM 31.0

22 Ulteriori fattori di rischio nella popolazione straniera: HIV TOSSICODIPENDENZA MALATTIE PSICHIATRICHE

23 Il fenomeno della nascita da donna straniera, in continuo aumento, ha permesso di strutturare: PROGETTO APPROPRIATEZZA PROTEGGERE I NEONATI A RISCHIO PROGETTO HIV HIV, GRAVIDANZA E MATERNITA : FATTORI DI RISCHIO E PROTEZIONE

24

25 DESCRIZIONE DEL PROGETTO I neonati a rischio oggetto durante il ricovero, di un notevole investimento assistenziale, vengono dimessi e scompaiono dai programmi d assistenza, per ricomparire all attenzione dei servizi solo in condizioni di danno conclamato

26 OBIETTIVO SPECIFICO - Continuità delle cure - Verifica della prognosi entro i primi 6 mesi di vita

27 INTERVENTI Fase di ricovero Individuazione precoce del neonato/famiglia a rischio 1. definizione protocollata delle categorie a rischio; 2. scheda di registrazione, 3. equipe dedicata con apposita formazione (GRANI).

28 FASE PREDIMISSIONE: Consultazione con la famiglia alla nascita Intervento congiunto con l Assistente Sociale Contatto con il territorio (Conslutori familiari, pediatri di base, ecc.) Intervento con i mediatori linguistici e culturali Spazio Neonato Famiglia

29 Fase post dimissione: - Contatto telefonico con la famiglia; - Contatto telefonico con il pediatra di base; - Controllo ambulatoriale ravvicinato entro una/due settimane; - Controlli trimestrali periodici fino all anno di vita.

30 Controllo ambulatoriale ravvicinato entro una/due settimane;controlli periodici: AMBULATORIO DI CONSULTAZIONE FAMILIARE NEONATALE Intervento di valutazione neurocomportamentale del neonato e di supporto relazionale della famiglia Venerdi 8:00-13:00

31

32

33 Su 2377 ricoverati in T.I.N tra il settembre luglio 2012: 157 (7%) neonati da Madre HIV

34

35 PROMUOVERE la CAPACITA di SOSTENERE le ESPERIENZE EMOTIVE nella RELAZIONE con NEONATO, GENITORI, COLLEGHI REINTEGRARE le SENSIBILITA ORIGINARIE (MOTIVAZIONI) all INTERNO delle proprie COMPETENZE PROFESSIONALI

36 I ANNO II ANNO III ANNO L Accoglienza La Degenza La Dimissione

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38 BENEFICI INDIRETTI CORRELATI Un aumento del grado di consapevolezza professionale degli operatori addetti all evento nascita, attraverso un supporto individualizzato e qualificato durante la degenza; incremento delle competenze specialistiche nel trattare questa popolazione a rischio; miglioramento della qualità delle cure e dell umanizzazione sperimentando una collaborazione continua con i genitori.

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