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1 2 Febbraio 2013 Periodico mensile gratuito on line In attesa di registrazione al tribunale di Padova Redazione: Strada Statale del Santo Campodarsego (PD) Siate SERI e RESPONSABILI!

2 INDICE ECONOMIA Numero 2 Febbraio LA VOCE DELLE CATEGORIE La politica ha l obbligo di fare i conti con noi La giornata di mobilitazione di Rete Imprese Italia Confesercenti di fronte alla nuova legislatura Occorre ripartire da rigore, sviluppo ed equità Chiamati a fare la nostra parte per il Paese e la nostra agricoltura Ecco l Italia che vogliamo dalla politica CIA su elezioni e Agrinsieme Canale privilegiato online dell agenzia delle entrate per gli artigiani veneti Veneto, sesta regione per pressione tributaria E ultima per trasferimenti statali Imprese e cittadini hanno bisogno di scelte non di rinvii I più diplomati in saldatura Industria, rallenta la caduta: -5,8% Sul 2011 Direttore editoriale Sergio Gelain Direttore responsabile Carlo Perazzolo Redazione Via Antoniana, Campodarsego (PD) Tel Capo redattore Crisitina Sartori Elezioni politiche 2013 Sondaggio Demetra Opinioni.net per Confartigianato Imprese Veneto Nuovi criteri per il calcolo dell inflazione Dal web music store ai prodotti a km 0 in un touch: Le idee d impresa diventano start up 29 Gli artigiani improvvisati C INFO ISTITUZIONI Agenda digitale Per ripartire il Nordest punta sull Imprenditoria Femminile ENTI PUBBLICI E PRIVATI L importanza delle strategie DIRITTO E ROVESCIO Cloud computing e privacy TECNOLOGIA UTILE Materiali innovativi e trasferimento tecnologico: opportunità per il settore dell arredamento ARTE CULTURA Silvana Weiller Romanin Jacur - Sul filo del tempo Per una nuova cultura della conservazione In redazione Marco Ferrero Fabio Marcolongo Mirko Milani Moreno Marcolongo Anna Marcolongo Mariano Milani Anna Pietropolli Hanno collaborato Marco Ceretta Editore Il Prato Publishing House srl Via Boscovich, Saonara (PD) Grafica e web Promotia consorzio d imprese Scriptorium STORIA E TURISMO 48 Venetkens - Viaggio nella terra dei Veneti antichi 51 Lei cosa avrebbe fatto al mio posto? 52 Il Veneto e il turismo che cambia 55 Luigi Vendrasco la Cassandra di Venezia : storia di una ricerca Short stories 58 Perec Rivista periodica in attesa di registrazione presso il Tribunale di Padova

3 Fatti non promesse! Cari imprenditori, cari lettori, con la caduta del governo Monti il Paese si è avviato rapidamente verso le elezioni anticipate che ormai sono alle porte. Per questo si è pensato di dare spazio, in questo numero, alla voce delle aspettative del nostro mondo espresse per bocca delle associazioni di rappresentanza. Ciò che emerge dal dibattito diffuso è una fortissima voglia di discontinuità rispetto agli ultimi anni di governo e parlamento. A cominciare dalla riforma della legge elettorale secondo un indirizzo che consenta ai cittadini una vera possibilità di scelta e ai vincitori della competizione di poter governare con stabilità. C è assoluto bisogno di intraprendere la strada della moralizzazione della classe politica e istituzionale. Si badi bene, parliamo di provvedimenti a costo zero! Tante sono le questioni in campo, tante situazioni si sono acuite sotto la pressione ormai insopportabile della crisi recessiva e tante sono le leve sulle quali potrà agire chi vincerà le elezioni. Ma per il mondo dell impresa è ormai improcrastinabile l elaborazione di un piano industriale per il paese fondato sul lavoro, vale a dire sulle forze sane del Paese, quelle che producono la ricchezza con cui si riempiono le casse dello stato per pagare gli apparati pubblici e i servizi ai cittadini. Da più di trent anni non c è un idea chiara di come si debba sviluppare il nostro sistema paese, in quali direzioni orientare gli investimenti, quali assi privilegiare. Tutto è stato lasciato all improvvisazione, nella migliore delle ipotesi. Invece è necessario un piano industriale fondato sul lavoro, il che significa partire dalla consapevolezza che oltre il 90% delle imprese sono piccole o micro unità che operano nel manifatturiero, nei servizi, nel commercio, nell agricoltura e nel turismo; significa creare per queste realtà opportunità di crescita qualitativa, facilitandone l accesso alle strutture della ricerca, e quantitativa creando i presupposti per forme di aggregazione e reti d imprese semplici e facilmente praticabili. Significa semplificazione e sburocratizzazione, normative certe e stabili, applicazione tempestiva delle direttive UE (chissà come mai in Italia arriviamo sempre per ultimi). Significa un azione di indirizzo e controllo verso il sistema bancario affinché dia il suo contributo allo sviluppo del paese lavorando a fianco e a sostegno delle imprese, non degli operatori finanziari! Colleghi imprenditori, come vedrete dalla lettura degli interventi, molti sono gli stimoli e le indicazioni che le rappresentanze imprenditoriali annotano nell agenda dei parlamentari che saranno eletti; non potranno campare alibi di sorta. Voglio,perciò, ringraziare ancora una volta le associazioni di categoria che, con il loro contributo, utilizzano la nostra/vostra rivista per comunicare trasversalmente con le imprese e scambiarsi reciprocamente le opinioni sulle tematiche all ordine del giorno a tutto beneficio del sistema di imprese da esse rappresentate. Il ringraziamento è particolarmente sentito perché, grazie ai loro interventi, il primo numero di CFR Magazine ha avuto una diffusione ben oltre le nostre aspettative: la versione pdf della rivista è stata clickata più di volte dal giorno della pubblicazione e sono convinto che, con il vostro aiuto e quello delle Associazioni, potremo fare ancora meglio. Aspetterò con nutrito interesse i vostri contributi per il prossimo numero. NOTA DELLA REDAZIONE Gentili colleghi imprenditori, in questo numero abbiamo voluto lasciare spazio alla pluralità delle associazioni che ben rappresentano l eterogeneo tessuto produttivo del nostro territorio, non per sminuire la voce del singolo ma per garantire quella piena democrazia e pluralità informativa che vorremmo sempre veder applicata da chi è (o sarà) delegato a governarci. Non ce ne vogliano i molti che ci hanno inviato i loro testi che, oltre a potersi riscontrare negli articoli delle varie associazioni, crediamo comprenderanno facilmente la scelta operata. Dal prossimo numero torneremo a dar evidenza e corpo alla rubrica dedicata ai vostri interventi. Perciò, se vi fa piacere, potete continuare ad inviare alla redazione i vostri articoli su temi che ritenete di trattare, fosse anche solo per dare indicazioni, suggerimenti o spunti alle associazioni che vi rappresentano o mandare osservazioni alle istituzioni di riferimento. Sicuramente si parlerà del dopo elezioni, ma non sarà di sicuro l unico argomento trattato! cfr magazine 2 - febbraio

4 La politica ha l obbligo di fare i conti con noi di Fernando Zilio, Presidente Ascom Confcommercio Padova La giornata di mobilitazione di Rete Imprese Italia a cura dell Ufficio Stampa di Rete Imprese Italia Lo scorso 28 gennaio, nel corso della giornata di mobilitazione nazionale di Rete Imprese Italia, abbiamo detto con chiarezza che il futuro del Paese è inscindibilmente legato alle piccole e medie imprese ed all impresa diffusa, struttura portante della nostra economia reale. Abbiamo anche sostenuto che l Italia e l Europa tutta hanno necessità di reagire all avvitamento nella spirale tra disciplina fiscale ed aggravamento della recessione. Certo, mettere in sicurezza i conti pubblici e rafforzare la fiducia nei confronti dei nostri titoli di Stato era, ed ancora è, necessario, ma le manovre correttive degli andamenti della nostra finanza pubblica - pari a circa 100 miliardi di euro e per circa due terzi fondate sul ricorso a maggiori entrate - concorrono alla caduta complessiva del Pil, secondo le stime di Banca d Italia, per circa un punto tanto nel 2012, quanto nel Evidente, pertanto, che con il solo rigore non si va lontano e senza crescita diventa assai difficile far quadrare gli stessi conti pubblici. Servono dunque le riforme sia economiche che sociali, entrambe fondamentali se vogliamo affrontare la crisi di produttività e di competitività del nostro Paese. Purtroppo, nel corso degli ultimi dieci anni, si è troppo spesso rinviata la soluzione di questi nodi col risultato che oggi l Italia è un Paese più povero, in cui il PIL ed i consumi pro capite hanno fatto un balzo all indietro di circa quindici anni. Per questo, nel corso della giornata di mobilitazione, abbiamo chiesto alla politica di non mettere in liquidazione le imprese, ma di affiancarle per fare dell Italia un Paese normale in cui, ad esempio, fare impresa non significhi né la quotidiana odissea dello scontro con una burocrazia volutamente ottusa e miope, né l estenuante ricerca di un credito bancario sempre più difficile da ottenere. Un Paese normale in cui fare impresa non significhi dover aspettare anni i pagamenti delle pubbliche amministrazioni, facendo comunque puntualmente fronte ad una mole di tasse, che, per il contribuente Fernando Zilio in regola, sono arrivate oggi al 56 per cento circa di pressione fiscale complessiva e dove avere la certezza del diritto, cioè della legalità e della giustizia civile tempestivamente non debba essere un dono dell Altissimo, ma una semplice normalità, come normale dovrebbe essere poter disporre di infrastrutture e servizi pubblici efficienti e costi energetici secondo standard europei. Un Paese normale che consideri le sue piccole e medie imprese e l impresa diffusa una risorsa da accompagnare lungo il percorso del cambiamento, dell innovazione e della crescita e non come una marginalità da superare in ossequio a non si sa bene quale grande impresa o, magari, in dispregio a quel piccolo è bello che non sarà stato privo di difetti ma che ha contribuito, in maniera determinante, allo sviluppo dell Italia. Per far questo siamo convinti che si debba sgombrare la strada da due macigni che non ci consentono di proseguire nel nostro cammino, vale a dire una spesa pubblica enorme ed in gran parte improduttiva ed una pressione fiscale insostenibile che spinge sempre più imprese a guardare oltreconfine. Se chi andrà a governare il Paese saprà rispondere a queste semplici ma fondamentali richieste, allora avremo ancora, nel nostro mazzo, le carte per vincere la partita. Di sicuro, il declino non è ineluttabile ed un Italia migliore è ancora possibile. La manifestazione padovana si è imposta all attenzione dei media Originali, pungenti, un tantino infreddoliti (ha persino nevicato a Padova) ma non per questo meno battaglieri, gli artigiani ed i commercianti padovani hanno contribuito in misura determinante (a giudicare dai riscontri stampa e tv del giorno stesso e di quelli a seguire) al successo della giornata di mobilitazione nazionale di Rete Imprese Italia del 28 gennaio scorso. Una mobilitazione senza precedenti come, purtroppo, è senza precedenti la crisi nella quale si dibatte il Paese e che vedrà le piccole imprese sempre più in difficoltà se la politica continuerà a guardare più ai propri interessi che a quelli del Paese. Hanno dunque voluto sottolineare soprattutto la colpevole disattenzione da parte della politica nei confronti del mondo della piccola impresa le quattro organizzazioni di artigiani e commercianti (Ascom Confcommercio, Confesercenti, Cna e Upa Confartigianato) e lo hanno fatto stendendo (letteralmente) delle mutande maschili e femminili sulle quali avevano provveduto a scrivere Ridotti così. Il tutto è avvenuto davanti a Palazzo Moroni, sede del municipio di Padova, dove un nutrito numero di piccoli imprenditori, incuranti di pioggia e neve, hanno ascoltato dapprima il discorso diffuso in streaming che Carlo Sangalli, leader di Confcommercio e presidente di Rete Imprese Italia, ha pronunciato in avvio di manifestazione e poi quello di Fernando Zilio, presidente di Ascom Confcommercio Padova e presidente, per questo semestre, di Rete Imprese Italia Padova. Seppur in periodo di saldi aveva esordito Sangalli non faremo sconti a nessuno e Zilio ha rincarato la dose nei confronti di antichi, più recenti e futuri governanti, ricordando l angoscia che attanaglia lavoratori dipendenti e titolari d azienda che guardano con forte preoccupazione al futuro. Le imprese che stanno chiudendo i bilanci ha detto Zilio li chiuderanno in rosso e con quei conti in rosso andranno in banca dove gli verrà rifiutato il credito. E di fronte a tutto questo la politica cosa fa? Poco, ma meglio sarebbe dire, nulla. E allora ecco l arringa di Zilio che ha chiesto unione d intenti per costringere la politica a confrontarsi con questo mondo che non è marginale se è vero, come è vero e come documentava in apertura di manifestazione il servizio sui numeri di questo grande comparto, più della metà degli occupati in Italia sono tali perché occupati in piccole imprese. Lavoro, tasse, credito, allegra finanza, Imu che drena le risorse ed i cui proventi non si sa dove finiscano: tutti temi affrontati dal presidente di turno di Rete Imprese Italia Padova che ha addossato alla politica distratta da mille altre faccende, la gran parte delle colpe della recessione in atto nel Paese. Un Paese ha detto ancora, e provocatoriamente, Zilio che ha otto milioni di poveri e che dovrebbe avere anche un equitometro per sapere che fine fanno i soldi che arrivano nelle casse dello Stato. Concluso il suo intervento, più volte sottolineato dagli applausi dei presenti, Zilio ha ceduto la parola ai colleghi presidenti e direttori delle altre organizzazioni: Maurizio Francescon per Confesercenti, Guerrino Gastaldi per Cna e Roberto Boschetto per Upa Confartigianato, i quali, nel sottolineare la comunione d intenti, hanno ribadito che l economia è di fronte ad un ultima spiaggia: o la politica si fa carico del grido di sofferenza che viene dalle piccole imprese o dalla crisi non sarà possibile venir fuori. Come si diceva, la manifestazione padovana di Rete Imprese Italia ha avuto larga risonanza non solo a livello locale, a dimostrazione che la comunione d intenti avviata già da qualche anno sta dando i propri frutti. 6 cfr magazine 2 - febbraio 2013 cfr magazine 2 - febbraio

5 Confesercenti di fronte alla nuova legislatura a cura dell Ufficio Stampa Confesercenti Padova Italia al bivio Il quadro di riferimento è grave: - il PIL ha iniziato a indicare il segno meno fin dal 2008, giungendo nel 2012 (-2,4%) e destinato a proseguire nel 2013 (-1,1%), - nel 2013 il Pil italiano espresso a prezzi costanti ritornerà sui valori del 2000; il Pil pro-capite toccherà il livello del 1998, - per il reddito disponibile delle famiglie sempre espresso in termini reali pro-capite si ritorna addirittura sui livelli della metà degli anni ottanta. - I consumi delle famiglie nel 2012 hanno registrato un crollo del 2-3% e per il 2013 si prevede un ulteriore riduzione dell 1%. - La caduta dei consumi nel 2012 dovrebbe essere di intensità maggiore rispetto alla caduta del PIL, con una diminuzione dell ordine del 3% per i consumi alimentari e di circa 10% per gli acquisti di beni durevoli e semi durevoli (auto, arredamento, abbigliamento e calzature). - tra il 2007 e il 2011 le famiglie hanno ridotto la loro propensione al risparmio per mantenere determinati livelli di consumo, nel 2012 hanno tagliato i consumi. - Le prospettive di consumo saranno ulteriormente appesantite dalla spinta inflazionistica che dovrebbe arrivare nel mese di luglio in concomitanza con il nuovo adeguamento dell IVA dal 21% al 22%. Anche il peggioramento della disoccupazione ed il gap che ci separa dall Europa in termini di tasso di attività sono segnali inequivocabili dei danni profondi arrecati dalla lunghissima recessione. Questa tendenza va arrestata. Occorre rimettere il sistema su un percorso di crescita; assumere un modello di sviluppo sostenibile dal punto di vista finanziario. Le politiche economiche sono chiamate ad uno sforzo di rinnovamento in tutte le aree. Su alcune, come l aggiustamento del saldo dei conti pubblici, si è fatto molto. In altre, i progressi faticano a materializzarsi. La spesa pubblica, ad esempio, il sovraccarico burocratico, l inefficienza della Pubblica Amministrazione; il basso livello dei servizi forniti ai cittadini; meccanismi di reclutamento non meritocratici dei dipendenti pubblici; personale non qualificato nelle posizioni apicali; i costi della politica; la corruzione negli appalti; gli eccessi nei costi degli acquisti di beni intermedi, le pensioni d oro, manager strapagati alla guida di imprese o banche in stato fallimentare. Tutto questo ha conseguenze dirompenti per le prospettive di crescita dell economia. La politica economica della prossima legislatura non potrà permettersi esitazioni e dovrà essere in grado di mettere in atto un azione per interrompere la strada del declino e innescare una nuova fase di crescita. La crisi politica e le prossime elezioni determinano per il mondo delle PMI, a tutti i livelli, la necessità di essere presenti per partecipare a determinare il futuro economico e sociale del paese e sui suoi assetti fondamentali con proposte ben definite in grado di sollecitare le forze politiche a misurarsi con le esigenze reali del paese. Solo i titoli di queste proposte: 1. Una vera spending review che aggredisca gli sprechi; una profonda riforma istituzionale. riduzione significativa delle spese di rappresentanza politica; razionalizzazione del sistema di governo intermedio (abolizione delle province, forte riduzione e razionalizzazione delle società partecipate dagli enti locali, ecc.); forte recupero di efficienza della PA con conseguente riduzione dell incidenza delle spese di personale; Stop al fisco oppressivo. Attraverso riduzioni vere di spesa bisogna abbattere la pressione fiscale: ridurre l irpef sulle famiglie e le imprese, ridurre il costo del lavoro per accrescere la competitività. Lottare contro l abusivismo e la contraffazione; stabilire un tetto massimo di pressione fiscale individuale. stabilire un tetto massimo di pressione fiscale individuale. Riduzione della pressione fiscale, azzeramento del già fissato aumento dell aliquota Iva ordinaria (al 22%, dal prossimo mese di luglio); ridisegno della struttura dell Irpef; rimodulazione della tassazione sulle imprese, ridimensionamento dell IRAP, abolire il nuovo redditometro, riscrittura del regime sanzionatorio e allo sfoltimento degli adempimenti. 2. Riformare il federalismo all italiana. Fissare delle regole alla manovrabilità delle addizionali regionale e comunale all Irpef, intervenire sulla struttura dell I- MU, in direzione di una riduzione del prelievo sulla prima casa e la cancellazione della facoltà accordata ai Comuni di aumentare l aliquota base IMU per gli immobili destinati all attività produttiva, ridefinire il tributo rifiuti e servizi TARES 3. Energia più pulita e meno costosa: meno vincoli, più incentivi e tempi rapidi per le fonti rinnovabili, meno accise sui carburanti. Per l ambiente: agevolazioni shock per riconversioni edifici e nuove costruzioni. 4. Meno criminalità: più poliziotti nelle strade, più certezza delle pene 5. Decidere per le infrastrutture: task force per completare le opere, realizzare rapidamente le vie del mare, la TAV e l autostrada SA-RC. Varare un piano pluriennale di messa in sicurezza del territorio. 6. Decidere per i giovani: la recente riforma della previdenza ha fortemente limitato le possibilità d ingresso dei giovani sul mercato del lavoro, andranno quindi rivisti alcuni meccanismi e comunque va rafforzata l occupabilità delle giovani generazioni. Per rilanciare l imprenditoria giovanile occorre, inoltre, un opera di semplificazione e sistematizzazione degli incentivi in essere e vanno previste forme di tutoraggio alle start-up. 7. Decidere per le pmi del commercio: abolizione della norma che sancisce la liberalizzazione selvaggia delle domeniche, che costituisce una spinta alla ulteriore desertificazione delle nostre città; incentivi per la realizzazione di centri commerciali naturali, meno tasse locali, sconti fiscali per l energia, computer ed internet per tutte le pmi, andranno previsti strumenti per rendere più facile la diffusione della moneta elettronica in tutti gli esercizi. 8. Decidere per il turismo: allungare la stagionalità, abbattere tasse e tariffe locali, fare una vera politica di promozione nazionale che sappia fronteggiare la crescente concorrenza internazionale, e ridurre anche così gli sprechi; ridurre il costo dell energia elettrica nella bassa stagione. Ridurre l Iva, da noi più alta rispetto ai paesi concorrenti. 9. Politiche del lavoro. Dopo un anno di intensa attività, va fatta una riflessione sugli effetti della Riforma Fornero e soprattutto sugli impatti della flessibilità in entrata e sull eccesso di adempimenti burocratici; incentivi per l incremento dei livelli occupazionali; riduzioni contributive e fiscali strutturali per la contrattazione di II livello; sgravi contributivi e fiscali più rilevanti sul welfare contrattuale; miglior raccordo scuola-lavoro. 10. Politiche della previdenza. La Riforma Fornero andrà rivista, soprattutto laddove l allungamento dell età lavorativa abbia peggiorato sensibilmente la condizione anche di persone alle soglie della pensione con le precedenti regole (già frutto di vari interventi riformatori). 11. Credito. Per le imprese di minori dimensioni, è vitale, rappresentando spesso l unica fonte esterna di finanziamento. Al riguardo è importante sostenere con maggiore convinzione l intervento finalizzato a recuperare la solidità patrimoniale dei confidi. Va rivisto il regime di regolazione, va incentivata una ulteriore razionalizzazione del sistema, attraverso processi di aggregazione (anche in rete) delle strutture esistenti. 8 cfr magazine 2 - febbraio 2013 cfr magazine 2 - febbraio

6 Occorre ripartire da rigore, sviluppo ed equità Il ricorso alle urne non interrompa il duro percorso iniziato da Monti e ci liberi di nani e ballerine, corrotti e disonesti La caduta del Governo Monti e il ricorso immediato alle elezioni hanno posto termine ad una fase politica cruciale per il nostro paese e insieme aperto seri interrogativi per il prossimi mesi. Sarà la storia a dare un giudizio più completo e ponderato su questo difficile passaggio, anche perché le polemiche e gli scontri che caratterizzano questa campagna elettorale rischiano di oscurare la dura realtà dei fatti. Da settimane siamo sommersi da un confronto tra le forze politiche che non solo è acceso, ma anche infarcito di dosi massicce di propaganda, di corse a chi la spara più grossa, di sollecitazioni degli umori della pancia più che dei ragionamenti pacati e realistici. Invece è proprio in questi momenti che c è più bisogno di una visione lucida dei gravissimi problemi di cui soffre l Italia e di una proposta credibile per uscire dalla crisi e riprendere il cammino della crescita. Nel corso dell ultimo anno la medicina che abbiamo dovuto assumere è stata davvero amara: aumento ulteriore della pressione fiscale, caduta della produzione, chiusura di centinaia di piccole imprese, perdita di migliaia di posti di lavoro. Sacrifici dunque assai pesanti che però hanno consentito al nostro paese di allontanarsi dalla sponda del baratro su cui eravamo nell autunno dell anno scorso. Sacrifici che però oggi sarebbe irresponsabile buttare a mare. Nessuno può illudere gli italiani di poter tornare alla spesa facile, di poter far a meno dell Europa e dell euro, di poter trovare il colpevole solo nella speculazione finanziaria internazionale o nei complotti di qualche cancelleria non amica. Purtroppo siamo tuttora immersi in una crisi profonda che per essere superata ha ancora bisogno di profonde riforme e soprattutto di misure economiche che accanto al rigore sappiano rilanciare gli investimenti. Rigore, sviluppo ed equità, questi erano i concetti di fondo che Monti aveva lanciato oltre un anno fa, di Alessandro Conte, Presidente Regionale CNA Veneto Alessandro Conte ma che purtroppo, specie i secondi, si sono persi per strada. Invece è proprio da là che bisogna ripartire; se nei prossimi mesi non si riuscirà a riavviare la crescita, se i consumi interni non verranno sostenuti, anche il rigore non reggerà e i conti pubblici saranno inevitabilmente destinati a non tornare. Questa è la vera sfida che sta di fronte all Italia. E un sentiero stretto perché le risorse sono scarse e perché una ripresa dello sviluppo deve avvenire anche in Europa; ma è anche l unica strada che possiamo e dobbiamo percorrere. Lo chiedono soprattutto le piccole imprese che in quest ultima fase stanno soffrendo più di altre e che dal Governo che uscirà dalle elezioni si aspettano alcune misure economiche prioritarie: l avvio di una prima defiscalizzazione del costo del lavoro e dell Irap, la semplificazione burocratica e amministrativa, la riapertura dei canali di credito, la certezza sui tempi di pagamento, l abbattimento dei costi dell energia. Andremo alle elezioni con una legge elettorale squalificata e aberrante che i partiti non hanno saputo o voluto cambiare, ma almeno ci sia consentito di eleggere una classe politica largamente rinnovata: risparmiateci i nani e le ballerine, i corrotti e i disonesti, i senza mestiere e gli ignoranti. La politica deve tornare ad essere una attività nobile e seria. L Italia ne ha un disperato bisogno. Chiamati a fare la nostra parte per il Paese e la nostra agricoltura Coldiretti Padova: il neo presidente Federico Miotto affiancato dal Consiglio e dalla nuova Giunta a cura dell Ufficio Stampa Coldiretti Padova Federico Miotto un progetto per il Paese, molto chiaro e ben definito, per il quale siamo tutti chiamati a dare il nostro contributo, Abbiamo con senso di responsabilità e partecipazione. Ciascuno di noi sarà chiamato a fare al propria parte, io mi metto al servizio di tutti. Con queste parole Federico Miotto si è insediato alla guida di Coldiretti Padova di fronte al Consiglio provinciale della più grande organizzazione agricola della provincia, convocato per eleggere la giunta esecutiva. Laureato in Agraria, 31 anni, giovane allevatore di Piove di Sacco, Miotto è titolare dell azienda di famiglia da tre generazioni dedicata all allevamento di vitelloni da ingrasso, sposato con Elisa e padre di due bambini. Mi metto al servizio di tutti - dichiara il neo presidente - in continuità con il progetto di Coldiretti per la nostra agricoltura. Chiedo la collaborazione di ciascuno di voi, dai giovani a chi ha più esperienza nella nostra Organizzazione, perché ci aspettano anni impegnativi che ci vedranno protagonisti su più fronti sia a livello locale che nazionale. Ringrazio il presidente Calaon per quanto ha fatto in questi anni per Coldiretti e ringrazio l intera base della sezione di Piove di Sacco, nella figura del presidente Casalino, per il sostegno avuto fin dall inizio. Il presidente di Coldiretti Padova ha esposto al Consiglio Provinciale il programma di lavoro e il metodo d azione sulla strada del Progetto di Coldiretti per una Filiera Italiana firmata dagli Agricoltori. E la grande sfida che ci aspetta afferma Miotto è una strategia che va oltre il particolare e che si propone come un disegno più ampio per il nostro Paese. Per troppi anni siamo stati condizionati da particolarismi e logiche individualistiche, ora siamo chiamati invece ad una visione collettiva che superi le posizioni settoriali. Dobbiamo ricreare uno spirito di comunità, metterci al servizio di un azione collettiva e condivisa, perché non ha più senso ragionare in termini di comparti separati e in contrapposizione tra loro. E al sistema agricolo nel suo complesso che dobbiamo guardare se vogliamo essere protagonisti sul mercato e nella società civile. Miotto già dai prossimi giorni visiterà le Zone della provincia per conoscere da vicino e nel suo complesso la realtà territoriale e la ricca varietà dell agricoltura padovana. Inoltre proseguirà nel confronto e nel dialogo quotidiano con tutti i soggetti istituzionali ed economici del territorio: enti locali, Camera di Commercio, Consorzi di Bonifica, Consorzio Agrario, sistema della cooperazione. Siamo pronti a dialogare e a condividere il nostro percorso con chi vorrà essere al nostro fianco continua Miotto Solamente attraverso una intensa attività sindacale potremo dare concretezza al nostro progetto che va condiviso con tutti i nostri soci e fatto conoscere all esterno. Ribadiamo e rivendichiamo la nostra piena autonomia dal mondo politico, dal quale ci aspettiamo un impegno concreto sui dieci punti del documento L Italia che vogliamo presentato l autunno scorso a Cernobbio. Del resto possiamo contare sull appoggio sempre più convinto ed esteso della società civile, con la quale da anni dialoghiamo e ci confrontiamo. L azione di Campagna Amica sul territorio serve proprio a rafforzare il patto fra imprenditori agricoli e consumatori. Anche per questo non ci deve spaventare il confronto con la grande distribuzione, perché sono i consumatori che vogliono trovare sugli scaffali prodotti garantiti e firmati dagli agricoltori. Il nostro progetto di filiera è la nostra forza. Abbiamo già iniziato a raccoglierne i frutti con i primi accordi. A tutti i soci e ai dirigenti di Coldiretti chiedo di tenere sempre presente i nostri obiettivi comuni e ad impegnarsi come sistema, per realizzare il nostro disegno per il Paese. Il Consiglio Provinciale ha nominato la Giunta, con il vice presidente Giovanni Dal Toso affiancato da Caterina Ostellari, Francesco Zoia, Luigino De Togni, Federico Dianin, Paolo Luisetto, Franca Dussin, Francesco Dellai e Resio Veronese. 10 cfr magazine 2 - febbraio 2013 cfr magazine 2 - febbraio

7 Ecco l Italia che vogliamo dalla politica Coldiretti Padova in vista delle elezioni presenta il decalogo a tutti gli schieramenti a cura dell Ufficio Stampa Coldiretti Padova Coldiretti Padova guarda alle prossime elezioni con interesse e presenta le proprie proposte a tutti gli schieramenti politici con un documento articolato in dieci punti L ltalia che vogliamo. Le elezioni politiche ormai sono alle porte afferma il Presidente di Coldiretti Padova Federico Miotto - e tutti gli schieramenti in campo diffondono messaggi carichi di promesse, poi tutte da verificare sul campo. Coldiretti però non è rimasta alla finestra e ha elaborato un documento in dieci punti, L ltalia che vogliamo, per tracciare non solo la nostra azione futura ma soprattutto chieder conto a chi sarà chiamato a governarci. Non aspettiamo le promesse della politica, siamo noi che presentiamo alla politica un piano di lavoro che non lascia spazio a dubbi o fraintendimenti e chiede solo di essere messo in pratica. Dall esigenza di un governo globale di beni comuni come il cibo contro gli effetti di una globalizzazione senza regole fino all etica che deve traguardare insieme alla politica anche le forze sociali e tutti i cittadini. Questo il contenuto del decalogo di Coldiretti per un Paese migliore per portare pienamente l Italia in Europa. LA SINTESI DELL ITALIA CHE VOGLIAMO 1. Noi vogliamo un Italia che si spenda per un governo globale dei beni comuni Non c è possibile globalizzazione senza globalizzare anche le regole. Il cibo va collocato ai vertici dell agenda della politica globale e nazionale, riconoscendo il valore strategico dell agroalimentare contro il deserto di marchi, e la scellerata delocalizzazione dell industria italiana. 2. Noi vogliamo un Italia con più Europa e un Europa con più Italia Per avere la forza e l autorevolezza di costruire un contesto di regole, a salvaguardia dei beni comuni, è necessario lavorare alacremente alla costruzione degli Stati Uniti di Europa. Dobbiamo essere in grado di portare pienamente l Italia in Europa, facendo sì che la nuova Politica Agricola Comunitaria riconosca il valore strategico del modello italiano. 3. Noi vogliamo un Italia sussidiaria e solidale La sussidiarietà diventa strumento cardine per gestire la semplificazione burocratica e i principi di solidarietà sono indispensabili per superare le diseguaglianze. Nelle nostre imprese l intreccio fra sussidiarietà e solidarietà ha contribuito a mantenere la coesione territoriale, il legame fra generazioni, fra donne e uomini. In tutti i momenti in cui il Paese ne ha avuto bisogno Coldiretti è sempre stata presente. 4. Noi vogliamo un Italia che investa sui suoi punti di forza Patrimonio storico ed artistico, paesaggio, biodiversità, ricchissima articolazione territoriale, originalità e creatività, gusto e passione, intuito e buonsenso sono le risorse che garantiscono quel valore aggiunto inimitabile e non delocalizzabile al saper fare italiano. Lo dimostrano i suoi primati nel mondo in termini di valore aggiunto per ettaro, di export, di qualità e sicurezza alimentare, di contributo positivo al Pil che ci hanno permesso di mantenere vitali un numero di imprese senza eguali in Europa. 5. Noi vogliamo un Italia che fa l Italia Esiste a nostro giudizio una via italiana allo sviluppo aggiuntiva se non sostituiva di quella finora dominante. Il successo del nostro progetto è la dimostrazione che questa strada è percorribile e virtuosa: - perché distintiva, legata cioè a punti di forza esclusivi del nostro paese, - perché durevole, in quanto ancorata a fattori non delocalizzabili; - perché replicabile in tutti i settori dell economia; - perché arricchisce e non consuma i valori da cui trae nutrimento. 6. Noi vogliamo un Italia in cui ci sia buona politica Per accompagnare la crescita, abbiamo bisogno di buona politica in primo luogo per perseguire un più ampio interesse di carattere generale, ciò che si definisce bene comune. E per la nostra agricoltura chiediamo un impegno speculare: - verità, per garantire trasparenza ai cittadini consumatori - giustizia, per contrastare la rendita e ridistribuire il valore aggiunto a vantaggio di chi lo produce - legalità, per impedire i fenomeni che minacciano il valore del marchio Italia 7. Noi vogliamo un Italia che sappia alimentare la fiducia La carenza della fiducia dentro le nostre famiglie rappresenta un fattore di compressione di consumi e investimenti e impedisce la condivisione sociale nei confronti di serie politiche di contenimento del debito pubblico. La nostra agricoltura contribuisce ad attrarre e a trattenere più giovani rispetto agli altri comparti economici. Ciò accade perché essi colgono quella cifra di futuro che consente loro di scommettere sull intrapresa economica.. 8. Noi vogliamo un Italia dove il benessere torni a contare più del PIL Se tutto è merce e il Pil diventa l unico misuratore del benessere, la finanza prende il sopravvento sull economia reale. E tempo di ripensare lo sviluppo in una logica di benessere secondo principi di sostenibilità, etica del lavoro e coesione sociale. Dentro al consumo di cibo c è la cultura dei territori, la tipicità e la creatività di tutta la gente che l ha generato. Dentro al cibo c è la sicurezza alimentare che noi abbiamo garantito. Dentro i nostri farmers market si sta generando nuova economia e nuova occupazione, nuova qualità della vita. 9. Noi vogliamo un Italia che riscopra i valori della comunità La crisi ci ha fatto riflettere sulla necessità di investire su valori che non conoscono erosione: la socialità, l amicizia, la famiglia, lo stare bene assieme, la spiritualità, la solidarietà.in essi c è la chiave per potersi integrare nel mare della globalizzazione senza smarrirsi. I canali emotivi che abbiamo saputo creare con i consumatori e i cittadini, attraverso le iniziative nelle scuole, nelle piazze, nei borghi, nelle campagne, rispondono a questa domanda di prossimità e sono esse stesse fondanti della comunità. 10. Noi vogliamo un Italia dove l etica sia al primo posto Una molteplicità di episodi in questi anni ha messo a nudo le debolezze del ceto politico nazionale e locale, generando indignazione e pulsioni antipolitiche. Pulsioni comprensibili, ma non prive di contraddizioni, perché scaricando le colpe sul soggetto più visibile mettono da una parte le responsabilità di altri soggetti economici e in taluni casi, anche delle forze di rappresentanza. Noi abbiamo tenacemente tenuto insieme gli interessi particolari dei nostri imprenditori con quelli più generali dei cittadini e quindi del Paese. L abbiamo fatto con l obiettivo di offrire ai nostri associati e ai cittadini, da un lato, una chiave di soluzione delle problematiche dell oggi, e dall altro, per donare ai nostri figli e al Paese le radici di un nuovo civismo. CIA su elezioni e Agrinsieme a cura dell Ufficio Stampa Confederazione Italiana Agricoltori Padova Il 2013 si avvia con un appuntamento importantissimo per l agricoltura e per l economia italiana: l esito delle elezioni politiche in programma per le prossime settimane sarà determinante per il futuro del mondo agricolo, e la Confederazione Italiana Agricoltori si aspetta che il nuovo governo affronti seriamente i problemi del paese: Vogliamo essere considerati al pari degli altri settori sottolinea il Presidente di Cia Padova, Claudio D Ascanio Non chiediamo privilegi, ma solo equità e una giusta considerazione, visto che l agricoltura può essere una risposta alla crisi in termini di occupazione e di sviluppo economico, aprendosi alle giovani generazioni. La Cia, organizzazione autonoma rispetto ai partiti, valuterà i programmi delle coalizioni orientandosi verso le forze politiche che sapranno interpretare al meglio i bisogni dell agricoltura: La Confederazione ritiene che i suoi iscritti siano perfettamente in grado di giudicare le proposte dei partiti e i percorsi fatti dagli stessi negli ultimi anni. Come associazione di categoria, però, manterremo alta l attenzione sul confronto tra i candidati e sulle azioni reali che saranno messe in campo successivamente. Con il governo Monti c è stata un inversione di tendenza rispetto al precedente governo Berlusconi, dove l agricoltura era pura merce di scambio ma, anche se il ministro Catania si è dimostrato disponibile, non dobbiamo dimenticare gli impegni presi con il mondo agricolo, in particolare sulla questione dell Imu. Un tassello che si annuncia fondamentale nel confronto con il prossimo esecutivo, è il nuovo soggetto di rappresentanza Agrinsieme, composto da Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Italiane del settore agroalimentare (formata da Fedagri Confcooperative,Legacoop Agroalimentare e Agrital Agci), che mira ad essere un solido insieme di imprese e strutture cooperative in grado dare voce al settore, in un momento in cui sarà indispensabile aprire un dialogo serio e costruttivo con il nuovo governo. I numeri che Agrinsieme mette sul tavolo del confronto sono notevoli: più di 1,5 milioni di aziende agricole che gestiscono 17 milioni di ettari, pari al 60% del territorio nazionale, un volume d affari agricolo pari a 250 miliardi di euro all anno, equivalente al 16% del Pil nazionale, di cui 50 miliardi dal solo valore aggiunto da agricoltura e agroindustria e, per finire, oltre 3 milioni di occupati, 6 mila imprese cooperative per un totale di 860 mila soci, con fatturato annuo di 35 miliardi di euro. Lo scopo di questa aggregazione è quello di rappresentare unitariamente gli interessi del mondo agricolo prosegue D Ascanio - portando avanti una visione comune dell agricoltura italiana. L obiettivo fondamentale è quello di realizzare una spinta lobbistica forte per favorire politiche che aiutino l aggregazione delle imprese agricole, la costituzione di strutture economiche competitive per la commercializzazione all estero e l attivazione di reti di impresa per rafforzare i rapporti con la Gdo e, in generale, con la catena distributiva. 12 cfr magazine 2 - febbraio 2013 cfr magazine 2 - febbraio

8 Canale privilegiato online dell agenzia delle entrate per gli artigiani veneti a cura dell Ufficio Stampa CNA Veneto Veneto, sesta regione per pressione tributaria E ultima per trasferimenti statali a cura dell Ufficio Stampa CNA Veneto Assistenza fiscale efficiente e in tempo reale. E quanto riceveranno gli artigiani veneti dall Agenzia delle Entrate regionale, grazie ad un intesa sottoscritta dal Presidente della CNA del Veneto, Alessandro Conte e dal Direttore dell Agenzia delle Entrate del Veneto, Giovanni Achille Sanzò. Il protocollo sottoscritto permetterà alle imprese associate alla CNA del Veneto di avere un canale privilegiato di contatti con l Agenzia delle Entrate, utilizzando un apposito canale telematico e la PEC (Posta Elettronica Certificata). Si tratta di uno strumento innovativo e determinante per i rapporti fra imprese, associazioni ed Agenzia delle Entrate ha detto Alessandro Conte, Presidente della CNA del Veneto e la CNA promuoverà presso tutti i suoi iscritti l utilizzo del canale telematico per ottenere un servizio più efficace e ridurre gli accessi fisici agli sportelli degli uffici territoriali dell Agenzia delle Entrate. Ci siamo impegnati a realizzare iniziative di formazione per i nostri iscritti, anche a distanza e in occasione di convegni e seminari, anche con il patrocinio dell Agenzia delle Entrate. L utilizzo dei servizi telematici, strumento principe per ottenere efficacemente ed in tempi rapidi assistenza fiscale, farà risparmiare tempo agli artigiani, e garantisce elevati standard di prestazioni. Il rapporto tra l impresa/contribuente e l Agenzia delle Entrate per il tramite della CNA diventa più facile, trasparente e accessibile a chiunque, evita spostamenti delle persone, code agli sportelli, perdite di tempo, consente contatti e rapporti anche al di là dei normali orari e giorni di apertura degli uffici fiscali, mettendo così a disposizione dell impresa/utente un servizio su misura per le proprie necessità di tempo e di chiarezza. I servizi forniti sono: l assistenza su comunicazioni di irregolarità, avvisi telematici e cartelle (CIVIS); il duplicato di tessera sanitaria e codice fiscale; il rilascio di variazione e cessazione partita IVA; la registrazione di contratti di locazione (SIRIA web, IRIS web, Locazioni web); l accesso al cassetto fiscale dei propri clienti anche per il reperimento delle informazioni utili agli ulteriori adempimenti fiscali (es. versamenti eseguiti, dichiarazioni presentate, stato dei rimborsi). La Direzione Regionale del Veneto dell Agenzia e la CNA del Veneto istituiranno, inoltre, un Osservatorio regionale, costituito da rappresentanti delle due strutture per monitorare lo stato di avanzamento delle attività intraprese, il flusso delle richieste di assistenza da parte degli iscritti e i contenuti delle risposte e delle soluzioni fornite per garantire l uniformità dei servizi erogati, individuando inoltre i casi di best practices. La CNA del Veneto presenta il Rapporto 2012 dell Osservatorio Federalismo e Impresa e un pacchetto di proposte per la crescita e lo sviluppo rivolto ai candidati. Applicare il federalismo differenziato, previsto dall art. 116 della Costituzione; riformare il Patto di stabilità interno sulla base della «golden rule» europea (obbligo di pareggio per la parte corrente del bilancio e spesa per investimenti libera); determinare le manovre di finanza pubblica non più per singolo comparto (Regioni, Province, Comuni), bensì per territorio, sulla base di opportuni indici di virtuosità; completare al più presto il processo di rilevazione dei costi e dei fabbisogni standard per Regioni ed enti locali ed applicarli quanto prima in sede di ripartizione delle risorse tra territori: più trasparenza e responsabilizzazione. Sono questi i punti cardinali di un pacchetto di proposte per la crescita e lo sviluppo predisposte della CNA del Veneto e destinate ai candidati alle prossime elezioni di ogni livello, al nuovo governo ma anche a chi starà all opposizione. Ci sarà bisogno del contributo di tutti - afferma, infatti, il Presidente della CNA del Veneto, Alessandro Conte - per gettare le basi di una ripresa economica che non può più tardare. I nostri dati sulla fiscalità e sul rapporto tra le nostre imprese e la fiscalità territoriale, in particolare, dimostrano che il Veneto è fortemente penalizzato. Così non si può più andare avanti e servono più risorse per politiche di sviluppo delle imprese, della società e delle famiglie. Le proposte sono state redatte sulla base dei dati del Rapporto predisposto dall Osservatorio Federalismo e Impresa, realizzato dalla CNA del Veneto congiuntamente con CNA Lombardia e CNA Emilia Romagna per monitorare gli aspetti che riguardano maggiormente la vita delle imprese nel rapporto con la finanza pubblica territoriale. Dai dati del Rapporto emerge che, tra le regioni italiane, il Veneto è sesto per pressione tributaria e ultimo per trasferimenti statali e risulta particolarmente penalizzato dall attuale assetto della finanza pubblica territoriale. Una situazione che condivide con Lombardia ed Emilia Romagna (tabella 1). In queste tre regioni vivono 19,4 milioni di persone, pari al 32% della popolazione italiana, e operano 1,7 milioni di imprese (32% del totale). Il Pil complessivamente generato in quest area (622 miliardi di euro nel 2011) equivale al 39% del Prodotto interno lordo italiano. A livello pro capite, il Pil medio si collocherebbe poco sotto a quello della Baviera. Il gettito fiscale versato dai contribuenti di Emilia Romagna, Lombardia e Veneto (289 miliardi di euro) vale il 41% delle entrate fiscali nazionali. Nonostante tale rilevante contributo, queste tre regioni risultano penalizzate da alcune disparità a li- 14 cfr magazine 2 - febbraio 2013 cfr magazine 2 - febbraio

9 vello territoriale relative ai trasferimenti di risorse dal Centro alla Periferia. L impegno finanziario dello Stato centrale appare maggiore nei confronti di alcune regioni del Mezzogiorno, mentre si manifesta meno rilevante verso le aree del Centro-Nord. Secondo un recente rapporto della Ragioneria Generale dello Stato, la spesa 2011 dello Stato centrale effettuata in Veneto lo colloca al penultimo posto per fondi ricevuti. Ultima è la Lombardia, mentre al terz ultimo posto si trova l Emilia Romagna. Tale situazione è dovuta anche a decenni di finanza pubblica locale fondata essenzialmente sul criterio della spesa storica. Trasferimenti dello Stato al territorio sensibilmente più bassi, gradi di evasione fiscale, base imponibile locale e scelte sulle aliquote fanno sì che nel Veneto, e nelle altre due regioni, la pressione tributaria locale (somma dei tributi di Regione, Province e Comuni) è ampiamente al di sopra della media nazionale. I trasferimenti statali alle Amministrazioni Locali del Veneto ammontano a euro procapite, contro una media nazionale di euro. Subito a ruota delle prime cinque Regioni con maggiori trasferimenti, quelle a statuto speciale, ci sono la Basilicata, il Molise e la Calabria, rispettivamente con 2.275, e euro procapite. La Regione che riceve di più dallo Stato è la Valle d Aosta con euro pro capite. Diamo di più di quanto riceviamo - afferma il segretario regionale della CNA del Veneto, Mario Borin e se è giusto in base al principio di solidarietà, quando questo di più diventa troppo, si rischia di bloccare la locomotiva che dovrebbe trainare il resto del Paese. A nostro parere, la risposta alla necessità di conciliare autonomia, responsabilità e solidarietà viene fornita dall articolo 116 della Costituzione, che concede alle Regioni ordinarie la facoltà di richiedere la competenza legislativa esclusiva su una serie di materie attualmente conferite in via concorrente allo Stato e alle autonomie locali. Si tratta della via costituzionale per procedere alla realizzazione di quel federalismo a geometria variabile o differenziato più volte sollecitato dal Nord e che noi anche oggi chiediamo sia attuato. La Costituzione stabilisce che l assegnazione delle nuove materie alle Regioni sia accompagnata dall attribuzione di risorse proprie sufficienti al loro finanziamento. Il valore di tali materie, calcolato dal Rapporto, è rilevante: in Veneto lo Stato dovrebbe cedere competenze valutabili in circa 3,3 miliardi e la capacità di spesa locale aumenterebbe del 35,9%. A seguito di una ipotetica attuazione integrale dell articolo 116 si registrerebbe una diminuzione degli attuali divari della capacità di spesa con le Regioni a statuto speciale e il Veneto risalirebbe dalla ventesima alla decima posizione (Tabella 2). Nel corso degli ultimi tre anni anche il Patto di stabilità e le misure restrittive contenute nelle recenti manovre finanziarie hanno aggravato la situazione: i tagli effettivi e diretti alle Amministrazioni regionali e locali risultano superiori ai 15 miliardi nel 2012 e prossimi ai 23 miliardi nel 2013 ea seguito del patto di stabilità interno, le spese per investimenti delle Regioni, tra il 2008 e il 2011, sono crollate dei quasi il 27%, quelle delle Province del 22%, e quelle dei Comuni del 19%. L impatto delle regole di finanza pubblica appare particolarmente rilevante nelle Regioni del Nord, dove l 85% degli investimenti pubblici viene effettuato dalle Amministrazioni locali. La maggiore autonomia fiscale concessa recentemente a Regioni ed enti locali (IMU, addizionali IRPEF, TA- RES) rischia non di finanziare migliori servizi o nuovi investimenti, bensì unicamente a coprire i mancati introiti derivanti dai tagli ai trasferimenti. Il Nord - conclude il Presidente Conte - è il motore economico del Paese. Da noi è concentrata la maggioranza delle imprese e qui si giocano i destini competitivi dell Italia rispetto all Europa e ai mercati globali. Se tutto questo ha un senso, la classe politica non può non essere d accordo con noi che bisogna cambiare registro, ma non con soluzioni populistiche e inattuabili, ma con gli strumenti che la nostra Costituzione già prevede. Basta volere e basta fare. Tab 2 - Stima delle risorse da decentrare a seguito del federalismo differenziato : confronto regionale Tab. 1 - Trasferimenti correnti statali 2010 (euro procapite) Elaborazioni Osservatorio Federalismo e Impresa, CNA su dati ISTAT e COPAFF Elaborazione Unioncamere Veneto 16 cfr magazine 2 - febbraio 2013 cfr magazine 2 - febbraio

10 Imprese e cittadini hanno bisogno di scelte non di rinvii La CNA alla Regione. Disappunto degli artigiani per il rinvio dell approvazione del bilancio regionale a dopo le elezioni In un momento così difficile c è bisogno di scelte che sostengano le imprese e le famiglie, non di rinvii, dettati per giunta da opportunità elettorali. Chi governa la Regione deve assumersi le proprie responsabilità. E quello che i veneti si aspettano. Con queste parole il Presidente della CNA del Veneto, Alessandro Conte, ha sintetizzato lo stato d animo degli artigiani nei confronti della scelta temporeggiatrice della Commissione consiliare che avrebbe dovuto approvare la finanziaria ed il bilancio regionale da inviare poi in discussione al Consiglio veneto. Non si giustifica, infatti, un rinvio a dopo le elezioni, probabilmente per evitare i riflessi sul voto di scelte impopolari. La CNA concorda sulla necessità di un approfondimento che permetta di far includere nella bozza di bilancio in discussione i molti emendamenti suggeriti dalle categorie produttive nel corso della recente consultazione avvenuta a Palazzo Ferro Fini, ma a patto che si concluda a breve. Il 2013, infatti, si preannuncia ancora anno di stagnazione, come ha confermato una recente indagine nazionale svolta dal Censis per conto a cura dell Ufficio Stampa CNA Veneto Diplomato più. Un progetto che premia. Cna Padova con il contributo della CCIAA, diploma ormai da 5 anni gli studenti delle classi IV e V di quattro istituti professionali della provincia di Padova, offrendo un percorso formativo professionalizzante che ha come risultato il conseguimento del patentino di saldatore e brasatore. Tra fine 2012 e inizio 2013 sono stati consegnati 40 patentini ad altrettanti studenti dell IIS Fermi di Este, dell IIS Bernardi di Padova, dell IIS Meucci di Cittadella e dell IIS Pertini di Camposampiero. Si tratta dell attestato di frequenza di un corso di 20 ore extrascolastiche. I corsi sono stati realizzati grazie al personale tecnico delle scuole con il supporto della scuola di saldatura ASQSTS di Cna Padova. Il percorso formativo relativo alla qualifica di saldatore e brasatore, è stato scelto per rispondere al bisogno delle aziende del territorio dei settori impiantistica, refrigerazione, meccanica che richiedodella Cna su un campione di 450 imprese con meno di 50 addetti. Dall indagine - evidenzia il Presidente della Cna veneta, Alessandro Conte - risulta che la crisi ha messo in grande difficoltà le piccole e piccolissime imprese artigiane, quasi la metà delle quali (46,8%) si trova in una fase di ridimensionamento e il 45,3% di stagnazione (45,3%). L effetto della crisi, inoltre, si è fatto sentire soprattutto sul fronte occupazionale. Complessivamente, tra il 2007 e il 2012, le piccole imprese artigiane hanno subito una riduzione di oltre un quarto del numero degli addetti, in ambito nazionale, mentre per fortuna Veneto e Nordest si distinguono con una diminuzione, anche se sensibile, attestata al 12,6 %. A fronte di questa situazione il sistema delle piccole imprese ha impellente bisogno dalla Regione di scelte che individuino risorse per sostenere gli ammortizzatori sociali, l accesso al credito, lo sviluppo economico e infrastrutturale. Gli artigiani e le famiglie del Veneto - conclude il Presidente della CNA veneta hanno bisogno di certezze che li aiutino a superare questo periodo di acute difficoltà, ma questa mancanza di governo della Regione è la peggiore risposta che potrebbero ottenere da una classe politica che ha paura di decidere e non si rende conto che così facendo alimenta l antipolitica crescente. I più diplomati in saldatura Scuola e mondo del lavoro. Cna Padova impegnata in prima linea nella collaborazione tra scuola e inserimento degli allievi nel mondo del lavoro. a cura dell Ufficio Stampa CNA Padova no sempre più personale altamente specializzato, osserva il presidente della Cna di Padova, Guerrino Gastaldi. Il progetto Diplomato più compie dunque, 5 anni (oltre 200 diplomi consegnati). Con gli istituti tecnici superiori della provincia di Padova, la collaborazione si è consolidata sia in termini di organizzazione dei corsi sia per numero di ragazzi diplomati. Quest anno sono ben 40 i diplomi, che abbiamo consegnato ai quattro istituti professionali che hanno aderito al nostro progetto. La volontà, insieme a CNA Padova, ad ASQSTS storico partner tecnico dell associazione di categoria per la formazione qualificata di tutti i processi di saldatura e brasatura, è quella di voler proseguire in questo progetto formativo che vede coinvolte le scuole tecniche professionali della provincia di Padova, nell ottica di offrire uno spunto in più a quelle che saranno le forze lavoro del futuro, stigmatizza Sergio Gelain, in rappresentanza della CCIAA di Padova. A questi giovani l associazione vuole dare valore aggiunto, sia per formare nuovi imprenditori, sia per offrire una carta in più da giocare, quando si presenteranno nelle aziende per cercare lavoro. E di saldatori c è ancora una buona domanda a fronte di un offerta spesso carente, conclude Gastaldi. 18 cfr magazine 2 - febbraio 2013 cfr magazine 2 - febbraio

11 Industria, rallenta la caduta: -5,8% Sul 2011 a cura dell Ufficio Stampa Confindustria Padova Nel quarto trimestre ,0% gli ordini su base annua. Affonda la domanda interna (-7,8%). Stabile l export (-0,3%) appesantito dall Eurozona. Segno negativo per l occupazione (-1,7%). Segnali di attenuazione della fase recessiva. Determinante un quadro di certezza dopo il voto Pavin: «Dai partiti meno demagogia, più verità. Diminuire cuneo fiscale e costi energia per shock competitivo. Bisogna invertire lo spread della fiducia» L industria padovana archivia un anno nero. Il 2012 ha avuto una coda avvelenata e nel quarto trimestre non si arresta la caduta dell attività produttiva, seppure più contenuta. Pesa la depressione della domanda interna, mentre l export risente la debolezza dell Eurozona. Lo scenario resta nel complesso negativo, appesantito dalla sfiducia ben oltre quanto giustificato dalla situazione oggettiva, e dall incertezza anche politica. Tuttavia nel giudizio degli imprenditori la fase recessiva mostrerebbe segnali di attenuazione, prefigurando un timido recupero a partire dai prossimi mesi. Nel quarto trimestre 2012 l indice della produzione industriale registra una flessione del -5,8% rispetto allo stesso periodo del 2011 (dopo il -7% nel terzo trimestre), che nella media del 2012 porta il calo tendenziale della produzione al -4,7%. La contrazione riguarda tutti i comparti del manifatturiero (-6,2%), con il metalmeccanico che cede il -5,9%, più contenuta nelle costruzioni (-5%). L andamento negativo riguarda soprattutto le imprese con oltre 50 addetti (-7,6%). Tra ottobre e dicembre gli ordini scivolano del 6,0% su base annua, lasciando pochi spazi per un recupero di attività nei prossimi mesi. Per il 37,4% delle imprese la visibilità sugli ordini non arriva a un mese. Brusca caduta delle vendite in Italia, pari al -7,8%, più accentuata nel metalmeccanico (-9,7%). Dopo il calo nel terzo trimestre (non accadeva dal 2009), le vendite all estero rimangono pressochè stabili (-0,3%, ma -2,8% nelle imprese maggiori), appesantite dalla recessione dell Eurozona (-2,7% le vendite Ue), mentre crescono le vendite sui mercati extra europei (+3,1%). Il continuo calo dei livelli produttivi preme sull occupazione che arretra del -1,7% su base annua. La flessione è più marcata nelle imprese oltre 50 addetti (-3%) e nel metalmeccanico (-2,7%). Stabile il ricorso ai contratti a tempo indeterminato, pari al 27,2% delle nuove assunzioni, aumenta di dieci punti il tempo determinato (58%), si riduce l interinale (14,8%). La contrazione dell attività in coda d anno prolunga la fase recessiva. Si allentano le tensioni sui prezzi delle materie prime, in aumento per il 44,8% delle imprese. Permane elevata, ma in calo, la quota di chi registra un rialzo dei tassi di interesse applicati dalle banche, con credito molto selettivo e più caro per il 45,7%. La liquidità aziendale è giudicata tesa dal 41%, anche a causa dell allungamento dei tempi di pagamento: il 63,1% delle aziende lamenta ritardi. La previsioni per il primo trimestre 2013 restano nel complesso negative, tuttavia si delineano segnali di aggiustamento e attenuazione della fase recessiva. La produzione è attesa in crescita dal 16,1% delle aziende, in calo dal 30,6%: il saldo di opinione risale da -29 a -15. Migliorano, ma restano decisamente negative, le attese sugli ordini interni. Recupero di fiducia per la domanda estera, in aumento per il 27,7%, giù per il 14,7. Il 68,2% giudica stabili le prospettive dell occupazione. L incertezza del ciclo economico e anche politica per l esito del voto, suggerisce prudenza negli investimenti, previsti nei prossimi dodici mesi dal 59,5% delle aziende. Sale al 20,9% la quota di chi aumenterà gli impieghi, il 35,1% li manterrà stabili. Prevalgono gli investimenti in innovazione, sostituzione di impianti, ricerca e sviluppo. Massimo Pavin «La nuova flessione dei livelli produttivi nel quarto trimestre conferma la fase di acuta difficoltà per il manifatturiero e sposta in avanti il punto di svolta. Ma il rallentamento della caduta e le aspettative degli imprenditori delineano segnali di aggiustamento e attenuazione della fase recessiva. È il momento di fare qualcosa per concretizzarli dando un chiaro segnale che stiamo cambiando, riducendo la pressione fiscale per evitare un rischio avvitamento, pur nella cornice del rigore. Non si esce dalla crisi con i palliativi ma con uno shock competitivo. Nelle attuali condizioni di austerità fiscale e stretta creditizia, l unico modo per riacquistare in fretta competitività è ridurre i costi delle imprese, a partire dal cuneo fiscale sul lavoro e dall energia, e favorire gli aumenti retributivi legati ai guadagni di produttività. Decisivo per la ripartenza è dissipare il clima di sfiducia creato dalla situazione politica: perciò è cruciale che l esito del voto dia una maggioranza solida, che abbia come priorità le riforme e la crescita, dando così un quadro chiaro che infonda fiducia e orienti positivamente le decisioni di spesa e di investimento». Così il presidente di Confindustria Padova, Massimo Pavin commenta i risultati dell indagine congiunturale realizzata da Ufficio Studi di Confindustria Padova e Fondazione Nord Est su un campione di 311 aziende. «La politica economica agisce anche influendo sulle aspettative - aggiunge Pavin -. Per far ripartire consumi e investimenti occorre convincere famiglie e imprese che si è a una svolta nel governo dell economia. Ma questo impone di abbandonare il gradualismo. Vale per gli oneri fiscali e contributivi complessivi sulle imprese che hanno raggiunto l incredibile 68,3% (Germania 48,6%, Regno Unito 35,5), vale per il costo esorbitante di altri fattori produttivi come l energia. Occorre tagliare subito il cuneo sul lavoro e cancellare l Irap. Sull energia la nostra proposta è ridurre del 30% le componenti para-fiscali della bolletta energetica che sono la vera causa del differenziale di costo con i nostri concorrenti europei, oggi del 30%». «A tutti i partiti impegnati nella campagna elettorale - conclude il presidente di Confindustria Padova - chiediamo meno promesse e più verità, meno demagogia redistributiva e più attenzione a ciò che davvero può far ripartire la crescita e il lavoro, cioè l impresa. E che dicano con chiarezza se e come intendono tagliare la spesa pubblica, condizione senza alternativa per tenere insieme sviluppo e rigore e mantenere almeno in parte le promesse». 20 cfr magazine 2 - febbraio 2013 cfr magazine 2 - febbraio

12 Elezioni politiche 2013 I risultati di un sondaggio realizzato da Demetra Opinioni.net su incarico della Confartigianato Imprese Veneto a cura dell Ufficio Stampa Confartigianato Veneto Gli artigiani veneti si differenziano dal dato medio regionale. M5S primo Partito 22,5%, Giannino oltre l 11%. Monti non sfonda. PDL+Lega, 38,1% tengono maggioranza relativa ma perdono quasi la metà del consenso del 2008 Sbalchiero: un artigiano su 4 ha intenzione di astenersi? Io dico: andate a votare! Cosa succederà alle prossime elezioni politiche del 24 e 25 febbario? Per chi intende votare il mondo degli artigiani che, in regione, conta oltre 208mila tra titolari, soci e collaboratori familiari? Il loro voto si discosta da quello dei veneti oppure no? Ed inoltre, quali sono i provvedimenti che l artigiano ritiene più urgente per aiutare le piccole imprese? Quale la fiducia dei piccoli imprenditori nei leader politici? Queste le domande che la Confartigianato del Veneto ha fatto sottoporre all Istituto Demetra Opinioni. net con il sistema CATI, ad un campione di quasi mille (947) titolari di altrettante imprese artigiane operanti in regione. Ed i risultati, presentati stamani in una conferenza stampa al Caffè Pedrocchi di Padova dalla sociologa Natascia Porcellato e dal Presidente di Confartigianato Imprese Veneto Giuseppe Sbalchiero, sono per certi versi sconcertanti. Se infatti, in termini di fiducia verso i leader politici, il primo è risultato Maroni, con il 40% dei consensi, seguito da Grillo (35%) e Giannino (34%) ed a ruota Berlusconi il 31%, Alfano il 29%, Mario Monti 25%, mentre chiudono Bersani (18%) e Vendola (9%), è il dato sul possibile Premier preferito che colpisce. Primo è Beppe Grillo, seguito a ruota da Alfano, Giannino e Monti. Tutti e 4 sono praticamente appaiati attorno al 12-13% dei consensi. Emerge quindi chiaramente che il mondo artigiano veneto, oggi, non dispone di un referente privilegiato a cui guarda con più fiducia e che vorrebbe anche come premier. Tesi suffragata anche dal 10% degli artigiani che dice esplicitamente nessuno, ed un altro 19% che non si esprime. Sull orientamento di voto emergono le indicazioni più interessanti. Fermo restando lo storico scarso appeal che il Centro Sinistra ha verso il piccolo imprenditore veneto che lo attesta a circa al 9% (rispetto ad un dato medio regionale nel suo complesso, dove Bersani intercetta il 34%), l area di Monti raccoglie complessivamente l 11%, con gran parte dei voti catalizzati dalla lista che porta il nome del Presidente del Consiglio uscente (9%). Anche in questo caso, la differenza rispetto al Veneto nel complesso, dove Monti raccoglie il 16%, è consistente, anche se meno ampia rispetto a quella che possiamo osservare per Bersani. L area di centrodestra, che ha indicato in Berlusconi il candidato formale e Alfano quello reale, raccoglie complessivamente il 38% dei consensi, un po più di quanto raccolga complessivamente nel Veneto (35%). È la Lega Nord ad essere più presente tra gli artigiani che tra i veneti (18 vs 14%), mentre il Pdl è su livelli sostanzialmente equivalenti (17%). Una grande differenza sembra essere la popolarità del voto per il Movimento 5 Stelle: tra gli artigiani raggiunge il 23% mentre tra i veneti in generale si ferma poco sotto al 10%. Anche per il movimento di Oscar Giannino Fare per fermare il declino- osserviamo un maggior successo tra gli artigiani: qui, infatti, conquista l 11%, mentre nel complesso della regione si attesta intorno all 1%. Infine, anche Indipendenza Veneta raccoglie un importante 4% tra gli artigiani, più che tra i veneti in generale, dove sfiora il 2%. Il risultato del movimento 5 stelle e Fare sono quindi due tra i fattori che maggiormente caratterizzano l elettorato artigiano rispetto al Veneto in generale. Sono anche due formazioni nuove, che per la prima volta si affacciano sulla scena della politica nazionale. Entrambe raccolgono la maggior parte dei consensi tra coloro che nel 2008 avevano votato per Pdl e Lega Nord: sia nel caso del partito di Grillo che in quello guidato da Giannino, infatti, oltre il 60% dei voti proviene dal bacino delle due formazioni di centrodestra. Infine nell artigianato si ripropone una forte astensione ed indecisione: un artigiano su quattro. La provenienza è anche in questo caso marcatamente ricollegabile a coloro che nel 2008 avevano votato Pdl e Lega. Ma, a prescindere da chi vincerà le prossime elezioni, quali sono gli interventi di sviluppo che gli artigiano considerano più importanti e, tra questi, quali quelli più urgenti? Abbiamo fortemente voluto verificare i desideri della nostra base spiega Giuseppe Sbalchiero- ed abbiamo avuto indicazioni chiare sull agenda degli artigiani veneti. Innanzi tutto prosegue il Presidente- è emerso il raggiunto limite di sopportazione dei miei colleghi su moltissimi fronti. Tutti i provvedimenti che abbiamo loro sottoposto appaiono centrali: dal più alto, la riduzione della burocrazia (che ha quasi 10 di voto medio) al più basso che invece è nel riavvio delle privatizzazioni (media del 7). Il massimo dell urgenza l hanno ottenuta, oltre alla riduzione della burocrazia; la riduzione della spesa pubblica, delle tasse sulle imprese e una giustizia più veloce. Il che certifica il fallimento della politica, nella spending-review, nel riuscire a semplificare veramente le incombenze di cittadini ed imprese e nel offrire a questo Paese una giusta giustizia nei tempi e negli atti. Voglio sottolineare infine conclude Sbalchiero- 22 cfr magazine 2 - febbraio 2013 cfr magazine 2 - febbraio

13 come gli orientamenti al voto del nostro mondo si differenzino per molti aspetti dai dati medi della popolazione regionale. Guardano con più attenzione a coloro che parlano di piccola impresa (Grillo e Giannino), ma non solo. Mi preoccupa ad esempio un dato di astensione ed indecisione superiore alla media (25,6%). Mi sento quindi di concludere con un appello al voto. Votare è un nostro diritto che va rispettato. Nuovi criteri per il calcolo dell inflazione a cura dell Ufficio Stampa Confartigianato Veneto De Pellegrin, Anap Veneto: dal paniere Istat entrano i tablet, escono gli anziani. Beni alimentari aumentano del 3,2%. Urgente paniere speciale per i pensionati paniere Istat, per il controllo dell inflazione, entrano tablet, smartphone ed energy drink, tutti Nel prodotti dal target fortemente giovanile cui anziani e pensionati non sono interessati. In questo modo la politica rischia di perdere di vista i problemi della categoria che in questo momento sta soffrendo di più la crisi economica. Con queste parole Valerio De Pellegrin, Presidente dell ANAP Confartigianato Veneto (Associazione Nazionale Anziani e Pensionati), il sindacato dei pensionati di Confartigianato che in regione associa oltre 20mila persone, ha commentato il ritocco dell elenco dei prodotti che costituiscono il paniere su cui l Istituto nazionale di statistica calcola il tasso di inflazione. Non è certo nostra intenzione suggerire all Istat quali prodotti monitorare e quali no aggiunge De Pellegrin ma pensiamo che sia necessario introdurre l utilizzo di un paniere speciale, più tarato sui bisogni commerciali e sulle esigenze della popolazione anziana Oggi, in Italia, le persone con più di 65 anni rappresentano oltre il 20% della popolazione, ed è una percentuale destinata ad aumentare nei prossimi anni. Sono una parte della società non coinvolta nella tipologia di acquisti hi-tec presi ad oggetto dall Istat, ma che avrebbe bisogno di veder tutelato il suo potere di spesa, piuttosto compromesso negli ultimi anni. Basti citare l aumento del costo dei beni alimentari, che segnano un rialzo del 3,2%: il più rilevante dal 2009 conclude il Presidente dell ANAP Veneto - speriamo che il nuovo Governo affronti questo problema, che non è certamente di poco conto, visti i sacrifici che di recente sono stati chiesti ai pensionati. Nota Informativa L indagine è stata condotta dal 29 gennaio al 4 febbraio 2013 dall Istituto Demetra Opinioni.net. Il campione, stratificato per provincia e settore di appartenenza (edilizia, manifattura, servizi alle persone, servizi alle imprese), è di 947 casi ed è rappresentativo dell universo degli artigiani veneti. Il margine d errore statistico dei dati riportati è del 3.2% al livello di confidenza del 95%. Direzione di Natascia Porcellato e Angelo Tomaselli. Supervisione scientifica della rilevazione con metodologia CATI-CAWI di Claudio Zilio. Documento completo su 24 cfr magazine 2 - febbraio 2013 cfr magazine 2 - febbraio

14 Dal web music store ai prodotti a km 0 in un touch: Le idee d impresa diventano start up Presentate le 8 idee di impresa innovative di under 35 vincitrici di Rebound, il progetto di Confindustria Padova con Camera di Commercio e Pst Galileo, già esaminate da BAN Veneto. Web utility per viaggiare nel mondo, riprese aeree con pallone a elio, software per letture emotive, portale wiki sul basket, piattaforma social per escursioni, ambiente web per condividere appunti Potti: «Il Veneto pulsa di energie creative. Formazione e venture capital per farne nuove imprese». Furlan: «Da start up e spin off innovativi nuovo slancio alla crescita» software che sintetizza la voce riproducendo le emozioni, la web-utility per costruire il viaggio ideale, la piattaforma social sui sentieri escursionistici, l am- C è il biente web per condividere appunti e lezioni tra studenti, le riprese foto-video aeree dal pallone a elio. E poi un portale wiki-based per le squadre minori di basket, prodotti a km 0 a portata di touch, un web music store per vendere offline la musica di band underground che sarà testato tra pochi giorni a Vicenza. Sono le 8 idee d impresa di under 35 vincitrici di Rebound, il progetto lanciato da Confindustria Padova, in collaborazione con Camera di Commercio di Padova, Fòrema, BAN Veneto per stimolare giovani animal spirits nei settori innovativi e favorirne l incontro con la finanza privata. L iniziativa, alla prima edizione, ha intercettato 76 idee d impresa nei servizi digitali, mobile e tlc, marketing, web e social network, presentate da oltre 170 giovani under 35. Gli 8 team finalisti, selezionati da una giuria di imprenditori, manager e professionisti, hanno avuto l opportunità di seguire un percorso di formazione e consulenza affiancati da esperti di sviluppo d impresa e business angels, per trasformare le idee in business plan completi di analisi dei costi, mercati e competitors. Piani d impresa già al vaglio di business angels interessati ad investire in start up ad alto potenziale di crescita. Il tutto attraverso la a cura dell Ufficio Stampa Confindustria Padova piattaforma web di BAN Veneto, il network coordinato dal Parco Scientifico Galileo per far dialogare startupper high-tech e investitori. La presentazione dei vincitori di Rebound è avvenuta oggi a Padova nel corso dell evento Start up e new business: come e perché investire nel futuro organizzato da Camera di Commercio di Padova, Confindustria Padova e PST Galileo. Una prima assoluta che, davanti a oltre 250 imprenditori, ha acceso i riflettori sulle idee d impresa di studenti, ricercatori, ingegneri, appassionati di sport e viaggi, tutti tra i 22 e i 35 anni e con elevate competenze su web e It. Con un primo risultato concreto: due progetti, Crevel e Moku, sono entrati nell incubatore H-Farm che ne ha intuito il potenziale innovativo. Nel corso del convegno è stato inoltre presentato il network BAN Veneto che ad oggi conta 68 business angels e un portafoglio di 42 proposte d impresa (su 212 progetti ricevuti dal 2009). «Rebound conferma che Padova e il Veneto pulsano di energie creative nei settori innovativi - sottolinea Gianni Potti, vice presidente di Confindustria Padova -. Si tratta di coltivarle e indirizzarle perché possano diventare nuove imprese, linfa per la crescita. Bene quindi le semplificazioni e gli incentivi alle start up previsti nel Decreto Sviluppo bis. Il vero tema è però farle decollare e resistere nel tempo. Affiancare le start up con esperienza e metodo per emergere in un mercato iper selettivo, è quello che noi imprenditori dobbiamo fare per coglierne le opportunità. Iniziative come Rebound possono dare un contributo importante. Il vero premio è stato l affiancamento a questi giovani di professionisti di sviluppo d impresa e business angels. L altro tema cruciale è l accesso al credito per le buone idee d impresa. Nella Silicon Valley gli investimenti in imprese innovative ammontano a 11,8 miliardi di dollari, in Italia si stimano 80 milioni di euro, effettivi forse nemmeno 20. Serve un salto culturale anche di noi imprenditori, oltre che del mondo finanziario, per spingere il venture capital e ogni altra forma di sostegno alle start up e dare attuazione, con il prossimo Governo, ai contenuti dell Agenda digitale». «La diversificazione del sistema produttivo legato alla nascita di nuove imprese ad elevato contenuto tecnologico, derivanti da spin off universitari o aziendali, da giovani ricercatori e tecnici, costituisce la premessa di un nuovo slancio per lo sviluppo del nostro sistema produttivo - spiega Roberto Furlan presidente Camera di Commercio di Padova -. Nel sostenere questi due progetti, la Camera di Commercio di Padova dimostra sia di credere nell importanza strategica dell economia della conoscenza, che deriva dalla valorizzazione dei risultati della ricerca in termini economici e si basa su risorse umane molto qualificate, tecnologie sempre più raffinate e finanza per l innovazione, sia di puntare a garantire lo sviluppo economico del nostro territorio grazie anche alla creazione di strumenti e azioni che consentono di integrare domanda e offerta di innovazione e trasferimento tecnologico». 8 IDEE D IMPRESA PROSSIME ALLO START : ECCO I VINCITORI DI REBOUND CREVEL PROGETTA IL VIAGGIO IN UN CLICK. Ad accendere la lampadina di Claudio Floreani, 34 anni, appassionato di informatica, e del suo team, è stata l organizzazione di un viaggio tra amici da Monaco a Berlino e l idea di migliorarla con la tecnologia. Un master in economia digitale ha fornito la cassetta degli attrezzi. Ne è nata una utility web-based che permette di esprimere preferenze di viaggio e tradurle in progetti visual da condividere con gli amici. In un click gli utenti possono salvare pagine web, contenuti multimediali, post su mete turistiche. Tutte le informazioni vengono interpretate, localizzate e organizzate su una mappa, collaborando con i compagni di viaggio, operatori e agenzie turistiche. La web utility è in fase di test con il sostegno di H-Farm. GO ON TRAILS: ESCURSIONI SOCIAL. Dalla passione per le escursioni di Thomas Bertani e Giovanni Masarà, 22 anni, studenti di ingegneria e filosofia del collegio Don Mazza di Padova, è nata una piattaforma web per consultare dati geografici sui sentieri e condividere itinerari. Pensata per appassionati, enti locali e chiunque si occupi di promozione turistica, ne esiste già un prototipo con dati forniti da Trentino Alto-Adige e Friuli Venezia-Giulia. Due le fonti di business: la digitalizzazione dei dati delle mappe cartacee e l applicazione del modello freemium per l utilizzo della piattaforma da parte di PA e organizzazioni turistiche. Per l utente finale l uso della piattaforma sarà gratuito. MI-VOQ: MENTI DEL CNR INVENTANO LETTURE EMOTIVE. È di Giacomo Sommavilla, 34 anni, e di tre colleghi ricercatori del Cnr di Padova nel campo delle tecnologie vocali l idea di un servizio per personalizzare la voce sintetica Text To Speech (trasformazione automatica di un testo scritto in un monologo parlato). Una tecnologia per riprodurre timbro e prosodia dell autore, usando la voce per leggere qualsiasi testo scritto da condividere sui social network dove ogni utente deciderà a chi consentirne l utilizzo e per cosa (sms, facebook, twitter). Un software capace di generare anche letture emotive, con tempi e costi competitivi. Il team ha già creato un prototipo e condotto esperimenti di adattamento dello spettro vocale su stili di parlato emotivi. MOKU: SCAMBIARSI GLI APPUNTI È SMART. Una volta si scambiavano blocchi e nastri sbobinati. Con Moku gli studenti potranno organizzare in un ambiente web gli appunti di lezioni e le registrazioni, condividendoli con amici e colleghi e rendendone possibile l aggiornamento in ogni luogo e momento. L idea è di Simone Pozzobon, 27 anni, trevigiano e di tre amici ingegneri e designer ed è già entrata nella scuderia di H-Farm. La filosofia è lean startup, con brevi cicli di sviluppo e feedback dalla community degli utenti. L approccio sarà il freemium, con opzioni gratuite e a pagamento. Già completo nelle funzionalità back-end, è in corso la realizzazione del front-end grafico. Sarà possibile accedere alla webapp tramite account facebook o twitter, ma anche condividere Moku tramite invito mail o facebook. NOISE THE NET: UN WEB MUSIC STORE PER LE BAND UNDERGROUND. Da un idea maturata al liceo, il team dei vicentini Matteo Scapin, Tommaso Grotto, Maria Cristina Malavolta, Luca Guglielmi - età media 28 anni - ha sviluppato un applicazione 26 cfr magazine 2 - febbraio 2013 cfr magazine 2 - febbraio

15 Gli artigiani improvvisati a cura dell Ufficio Stampa Unione Provinciale Artigiani Padova web di supporto alle band indipendenti per distribuirne la musica in formato digitale durante i concerti live. Le band potranno caricare la musica online e renderla accessibile tramite download. Il progetto si inserisce in un percorso di virtualizzazione del processo di distribuzione della musica, già aperto da itunes, allargandolo a una nicchia estremamente vasta. Due le tipologie di utenti: le band indipendenti e i loro fan, appassionati e ricercatori di nuove esperienze musicali. Il lancio avverrà a fine gennaio in un concerto live a Vicenza. PLAYBASKET.IT: WIKI WEB A PORTATA DI SQUADRE MINORI. Proposto da Alberto e Riccardo Tentori, 33 e 28 anni, di Camposampiero, un ingegnere e un laureato in economia, Playbasket.it si propone come il più importante portale web dedicato alle categorie agonistiche minori del basket in Italia con visitatori unici al mese. Offre statistiche su giocatori, squadre, risultati. Modello wiki il funzionamento, con database arricchiti dagli utenti. Per il salto nel mondo del business, il team ha creato un software che permette a chiunque di aggiornare facilmente i dati della propria squadra, implementando complessi database, per dare informazioni sulle serie minori, dove l utenza di giocatori è molto ampia: praticanti in Italia, 1,5 milioni con appassionati e pubblico, per un mercato di nicchia tutto da raggiungere. QUI VIVO, QUI CIBUS: PRODOTTI A KM 0 A PORTA- TA DI TOUCH. Proposta dai veronesi Nicola Galetto, Marco Grumolato, Alessandro Vaccaro, 27 anni, è un applicazione mobile dedicata a tutte le Pmi che vogliano vendere cibi a km 0 direttamente ai clienti finali scavalcando la distribuzione. Le aziende avranno la propria pagina web, la possibilità di geolocalizzarsi e vendere on-line i propri prodotti. Una leva per accrescere la visibilità delle aziende, il numero di clienti e i margini competitivi. Il modello di business prevede una piccola percentuale sulle transazioni eseguite dal cliente sulla piattaforma con carta di credito e, in una fase successiva, una personalizzazione. L idea è diffondere Qui Cibus a livello regionale come test e successivamente espanderlo a livello internazionale. TOTACAM ELIO: RIPRESE FOTO-VIDEO A PROVA DI ELICA. Maturata lavorando nell advertising per gli sport estremi, l idea di Stefano Pagura, padovano, 24 anni, è un sistema per riprese foto-video sopraelevate con pallone ad elio. Il prototipo è già realizzato con costi competitivi e la possibilità di fare riprese particolari in movimento, con rotazioni e traslazioni, e di volare anche con vento fino a 60 km/h. Sempre in sicurezza, grazie all ala a delta che consente al dispositivo di scendere lentamente anche in caso di danni o guasti al pallone. Il modello di business prevede la vendita on line e il noleggio. Non ha bisogno di autorizzazioni particolari per il volo. Tra i potenziali clienti, agenzie, professionisti, appassionati di fotografia, pubblica amministrazione. L Associazione denuncia il fenomeno dilagante popolo sommerso di quasi 2 mila artigiani improvvisati, che non ha competenze professionali e attac- Un ca con forza il mercato di chi le regole del mestiere le conosce. E soprattutto le rispetta. «Nell ultimo periodo spiega Roberto Boschetto, presidente dell Unione Artigiani di Padova - stiamo assistendo a un fenomeno preoccupante: lavoratori che chiudono la partita Iva perché non sono riusciti a stare al passo con gli studi di settore ma continuano a lavorare clandestinamente». Una situazione che mette a rischio non solo gli artigiani ma anche i committenti del lavoro, che non hanno garanzie e non possono rivalersi con nessuno. Non hanno esperienza, diploma o corso professionale alle spalle. Sono pensionati, cassaintegrati, parrucchiere ed estetiste, studenti che cercano di arrotondare. È questo l identikit del popolo del sommerso, quasi 2 mila artigiani improvvisati che non rilasciano fattura e offrono tariffe più economiche rispetto a chi il lavoro lo svolge nel rispetto delle regole e con professionalità. L Unione Provinciale Artigiani denuncia un fenomeno ormai sempre più dilagante e sempre meno gestibile: «Conosciamo bene questa situazione spiega Roberto Boschetto, presidente di Upa Padova riceviamo continue lamentale dai nostri artigiani. Nell ultimo periodo stiamo assistendo a un fenomeno preoccupante: lavoratori che chiudono la partita Iva perché non sono riusciti a stare al passo con gli studi di settore ma continuano a lavorare clandestinamente». Non c è categoria che non sia toccata da questa situazione, che affonda le sua radici proprio nell instabilità generata dalla crisi. L aumento di irregolari infatti è il prodotto dello scontro tra i bisogni di chi vuole lavorare a tutti i costi e chi vuole risparmiare a tutti i costi, senza pensare alla sicurezza. I rischi domestici e legali sono elevati, a causa degli strumenti di lavoro fuori norma o non sterilizzati e quindi molto pericolosi:«i malumori sono inevitabili continua Boschetto non possiamo prescindere dal fatto che siamo nella totale illegalità, che significa meno tutele anche per il committente: spesso infatti i lavori vengono eseguiti male, ma il consumatore non può rivalersi con nessuno perché non ha pezze giustificative». Oltre il danno la beffa. E ad essere maggiormente colpito è il ceto medio, che quest anno vedrà aumentare gli aggravi fiscali fino quasi a 726 euro per famiglia. La competizione nel sommerso è elevata: la battaglia si gioca tutta sul filo del poco tempo garantito per concludere il lavoro e i prezzi da confrontare sono tanti, da quelli che si leggono su annunci sparsi ovunque in città a quelli dei numerosi siti web interamente dedicati al tema. L impegno dell Unione Provinciale Artigiani continua con ancora maggiore forza, per difendere i diritti dei propri associati. Negli ultimi anni l Associazione ha lanciato più volte messaggi di allerta nei confronti degli abusivi, oltre a una campagna dedicata (Io ci metto la faccia) che ha portato alla segnalazione di alcuni nominativi di persone che lavoravano in nero. È necessario quindi che questa battaglia venga combattuta non solo dagli artigiani ma da tutto il territorio, sia provinciale che regionale. Un artigiano che chiude perché non riesce a far fronte alle spese e sceglie il sommerso è una sconfitta per tutti. Ecco perché le segnalazioni alle autorità sono importanti e il ruolo delle istituzioni diventa fondamentale: perché il rispetto delle regole è l unica strada per consentire a tutti, e non solo a una parte della società, di vivere meglio. 28 cfr magazine 2 - febbraio 2013 cfr magazine 2 - febbraio

16 info istituzioni info istituzioni Agenda digitale di Maurizio Pirazzini, Segretario generale della Camera di Commercio di Padova Maurizio Pirazzini Risolvere il gap dell analfabetismo informatico per ridare slancio e competitività alle PA e al Sistema impresa Per chi crede nella Rete come volano per far ripartire l economia del Paese, il 13 dicembre 2012 rappresenta una data importante per l approvazione di Agenda Digitale e Start up come legge dello Stato. Ma l approdo in Gazzetta Ufficiale della legge è solo il primo passo. Più complessa è la fase di inseminazione delle conoscenze tecnologiche al fine di creare un vero e proprio ecosistema dell innovazione che pervada trasversalmente qualsiasi imprenditore a prescindere dalle dimensioni e dal settore di appartenenza. Per chi lavora con la Rete e punta alla creazione di nuove imprese o al rafforzamento di quelle già esistenti, il progetto strategico Agenda Digitale Italiana si connota infatti come una delle novità principali del decreto Semplifica Italia. Nel 2010, la Commissione europea Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, ha stabilito una strategia nella quale la funzione dell Agenda è quella di rendere liberamente disponibili i dati delle pubbliche amministrazioni; favorire la trasparenza, la responsabilità e l efficienza del settore pubblico; stimolare l innovazione e incoraggiare la crescita economica. Entro il 2020 dovranno essere portati a compimento diversi obiettivi, come l uso sociale della tecnologia, la realizzazione delle reti di nuova generazione e, più in generale, una vera e propria alfabetizzazione digitale che coinvolgerà certamente anche il tessuto imprenditoriale della nostra provincia, fatto di piccole e micro imprese che devono recuperare in modo straordinario l arretratezza che a tuttoggi si riscontra nel processo di alfabetizzazione informatica. Per le imprese e la società sono numerose le opportunità di sviluppo connesse al progetto di Agenda digitale. Si potranno creare nuovi incentivi per l utilizzo delle tecnologie digitali nei processi amministrativi per fornire servizi ai cittadini. A beneficiarne saranno l efficienza, la trasparenza e l efficacia di molti processi burocratici. Questi elementi rappresentano le condizioni di base anche per la realizzazione di politiche di Open Government per consentire alle pubbliche amministrazioni di essere aperte e trasparenti nei confronti dei cittadini (si veda il recente articolo 18 del DL 83/2013 che impone la pubblicità di una serie di dati relativi a contributi ed appalti erogati dalle pubbliche amministrazioni). Tuttavia, nonostante gli sforzi compiuti finora in tema di informatizzazione, l Italia è ancora indietro rispetto ai partner occidentali. I dati riportati dall Agenda Digitale Italiana parlano chiaro: quasi 5,6 milioni di italiani difettano delle nozioni base per poter usufruire dei benefici del web, mentre sono almeno le località nel Paese che soffrono di un deficit infrastrutturale, soprattutto nel Mezzogiorno, nelle aree rurali e in quelle lontane dai grandi centri urbani. Il problema è rappresentato da un divario digitale : si registra ancora un consistente digital divide, dovuto a ritardi infrastrutturali, nell utilizzo di internet e nell impatto della Rete in diversi ambiti. Ecco perché agenda digitale e start up possono dare respiro e fiducia ad un Italia stanca e spesso asfittica. Senza le competenze digitali quest Agenda è però irrealizzabile, e non va sottovalutato il fatto che l Italia è al primo posto per analfabetismo funzionale nel rapporto World Literacy Foundation, con il 47% di popolazione analfabeta funzionale. Preoccupante inoltre è il dato italiano -come rilevato nel recentissimo rapporto Telecom Italia connessa - Agende digitali regionali - della percentuale della popolazione (47%) che dovrà utilizzare Internet entro il 2015 (contro una media europea del 75%). Siamo addirittura terzultimi per e-commerce nei Paesi UE con un deprimente 15% di persone che hanno acquistato on line nell ultimo anno mentre Bruxelles chiede di raggiungere il 50% entro tre anni. Situazione critica anche per le PMI con l 11% che effettuano acquisti e solo il 4% che vendono on line, molto distanti dall obiettivo del 2015 del 33%. E non va meglio per i servizi di e-government utilizzati dal 22% della popolazione con l ltalia che si colloca al penultimo posto nella classifica europea. Il decreto Crescita 2.0 pone dunque un urgenza, quella cioè di affrontare il tema dello sviluppo delle competenze digitali delle imprese e della popolazione italiana in generale. Dobbiamo insomma fare in modo che imprenditori e famiglie possano acquisire e mantenere le competenze digitali necessarie per il percorso di innovazione che anche il nostro Paese sta intraprendendo. Non si tratta solo di mera alfabetizzazione informatica, di apprendere l uso del computer, ma di consentire a ciascuno di noi di riuscire a interagire con l amministrazione pubblica per via telematica, come prevede il Codice dell amministrazione digitale. A partire da luglio 2013 tutti i rapporti tra imprese e pubbliche amministrazioni devono essere effettuati esclusivamente tramite canali telematici. In prospettiva l uso di questi strumenti rappresenta il pilastro per il processo di costruzione delle comunità intelligenti, che richiederà competenze tali da consentire il pieno utilizzo delle opportunità di questa rivoluzione digitale. Si rende urgente, così, un programma nazionale di alfabetizzazione digitale, cioè un programma con una strategia organica nazionale, che possa tuttavia svilupparsi e declinarsi su base territoriale e con le gambe delle mille iniziative che già attraversano il nostro Paese, e che si sviluppano oggi senza un raccordo, senza un obiettivo complessivo e senza una misurazione dei risultati conseguiti. Non va dimenticato, oltretutto, che nei prossimi anni l Unione Europea punterà moltissimo sull economia digitale mettendo al centro della propria Agenda Digitale la diffusione del Cloud Computing attraverso 6 punti fondamentali che sono: l armonizzazione dell offerta Cloud, lo sviluppo di partnership tra pubblico e privato, la definizione di linee guida per i contratti, lo stimolo di azioni di joint procurement, la valorizzazione delle best practice e la promozione dell interoperabilità e la portabilità dei servizi. In questo contesto la Camera di Commercio di Padova ha già attivato una partnership con Google e già da quasi due anni utilizza le tecnologie in cloud per la condivisione delle informazioni e la redazione distribuita di atti e documenti. L UE stima di poter raggiungere entro il ,5 milioni di nuovi posti d lavoro ed un aumento del Pil di 160 miliardi di euro, pari a circa l 1% del Pil europeo. Ma cosa potrebbe voler dire il Cloud per la pubblica amministrazione italiana? Potenzialmente il Cloud potrebbe permettere alla PA di ridurre i costi e le inefficienze dei sistemi attuali, di prescindere dai gap accumulati muovendo verso un nuovo paradigma di informatizzazione, di abbassare la massa critica di investimento e i fabbisogni di competenze consentendo anche alle PA più piccole ed oggi tecnologicamente follower, di accedere ai benefici di una nuova digitalizzazione diffusa. Si tratta ora di avere la capacità di visione ma anche la giusta operatività per far ripartire la rincorsa dell Italia alle più evolute tecnologie ICT e ai sottostanti modelli organizzativi. 30 cfr magazine 2 - febbraio 2013 cfr magazine 2 - febbraio

17 Per ripartire il Nordest punta sull Imprenditoria Femminile a cura dell Ufficio Stampa Comitato Imprenditoria Femminile di Padova info istituzioni enti pubblici e privati L importanza delle strategie di Silvia Oliva Segretario alla Ricerca Fondazione Nord Est, & Gianluca Toschi, Ricercatore Area Studi Economici Fondazione Nord Est Intervista a Stefania Brogin presidente di uno tra i più dinamici Comitati in Italia Da dove ripartire e cosa valorizzare per ricominciare a crescere anche nel Nordest, che dopo esser stato la locomotiva economica d Italia, ha Stefania Brogin accusato la crisi strutturale in atto dal Stefania Brogin, giovane presidente del Comitato IF della Camera di Commercio di Padova spiega che: «la ricetta per la ripartenza del Nordest passa necessariamente dall imprenditoria femminile e giovanile. Dall aprile scorso è al lavoro a Padova il Comitato Imprenditoria Femminile affermatosi nel 2012 come relatà tra le più innovative in Italia per la promozione della donna». Chiusi positivamente tutti i progetti del primo anno su cosa siete concentrate ora? «Punteremo ancora molto sulla formazione diretta, aggiornata e concreta per dare risposte e strumenti alle nostre imprese e per supportare al massimo lo start up di nuove attività. L anno si è aperto con la presentazione del bando Regionale di sostegno per le neo imprese femminili, che prevede un finanziamento a fondo perduto del 50%. La scelta della Regione è la riprova che per il rilancio del Nordest occorre puntare su imprese femminili e giovanili, portatrici e di una nuova cultura d impresa legata alla creatività e all innovazione. Come Comitato dedicheremo le nostre risorse per creare un bando che premi la creatività e l innovazione. Lanceremo anche un bando per avviare una filiera tra imprese che possa attorno a un progetto condurre alla formalizzazione di un contratto di rete. Punteremo sulla diffusione dell uso delle tecnologie per il web e sui social media, come strumento di marketing-comunicazione e come rete professionale e di internazionalizzazione attraverso la formula del road show, con incontri cioè itineranti nel territorio di Padova con il coinvolgimento e supporto delle associazioni che ci ospiteranno nelle loro sedi per essere presenti e vicini alle imprese». Brogin aggiunge che: «Proseguiremo il percorso di formazione delle imprenditrici per favorire l accesso al credito e per sfruttare le nuove mode di consumo con leve di marketing adeguate. L internazionalizzazione la affronteremo per aree Paese secondo anche le manifestazione di interesse raccolte nei precedenti incontri, coinvolgeremo sempre esperti, testimonianze di imprenditori e imprenditrici oltre all azienda speciale Promex. Desideriamo passi il messaggio che in un economia globalizzata le dimensioni d impresa non rappresentano un limite se si ragiona in un ottica di aggregazione e rete. Occorrono idee innovative, conoscenze, competenze, strategie ponderate, atteggiamento pronto al cambiamento continuo e una mentalità già internazionale appena si nasce anche quando si pensa di rivolgersi a un mercato locale, l aggregazione è un passaggio ormai obbligato per affrontare i mercati esteri. In autunno avremo la seconda edizione dell Open Day Donna per l imprenditoria femminile. Dopo il successo dell anno passato, l evento sarà ancora più bello e aggiornato di contenuti, sempre con la partecipazione e collaborazione delle associazioni di categoria, i funzionari Camera Commercio, esperti, Centro Produttività Venteo per offrire consulenze e servizi appropriati e per creare un opportunità importante di crescita, come merita questo ricco territorio». su Facebook pagina del Comitato Imprenditoria Femminile di Padova Italia delle Imprese che ha coinvolto un campione di attività produttive a livello nazionale, appartenenti a tutti L indagine i settori e con almeno 10 addetti, ha messo in luce nel corso degli anni, e i particolar modo nella lunga attuale fase di crisi, come esistano all interno dello stesso comparto e dello stesso territorio performance imprenditoriali alquanto differenti, riconducibili a diverse scelte strategiche. Strategie che nelle modalità e dimensioni rispondono a logiche diversificate in base al comparto di riferimento, alla mission aziendale, alla struttura dell impresa ma che, tuttavia, sono riconducibili almeno a tre elementi: innovazione, internazionalizzazione e capacità di strutturarsi e mettersi in rete. Questi tre ambiti strategici, però, esplicano a pieno la propria potenzialità sull efficienza e sulle performance delle imprese se interconnessi. Così, ad esempio un internazionalizzazione minima che non preveda anche la capacità di presidiare stabilmente i mercati non è sufficiente a garantire un risultato concreto sui ricavi, così come un innovazione di prodotto senza una più complessa revisione dei processi produttivi ripaga in misura minore gli investimenti realizzati. Nello stesso tempo quanto più le imprese dimostrano capacità innovativa tanto più appiano in grado di presidiare i mercati esteri, così come una maggiore presenza nei mercati internazionali permette di acquisire nuova conoscenza utile per avviare ulteriori progetti di innovazione. Su tutto questo pesa ampiamente la massa critica disponibile per le imprese. Se si usa il criterio del numero di addetti, la piccola dimensione non appare più adeguata a supportare la capacità competitiva nella fasi di innovazione e internazionalizzazione. Agli stessi risultati si arriva considerando l articolazione organizzativa: le imprese meno strutturate appaiono non in grado di intraprendere questi percorsi. Ovviamente la massa critica e allo stesso tempo la ricchezza funzionale non si ottiene solo crescendo verticalmente ma anche creando occasione di partnership, di rete, di aggregazione in base agli obiettivi strategici dell impresa stessa. Quale innovazione? L innovazione rappresenta ancora una strategia vincente per le imprese italiane? Una domanda lecita, quando si scopre, leggendo i risultati della ricerca L Italia delle imprese 2012, che più di una impresa su cinque (21,3%) tra quelle che ha investito in in- 32 cfr magazine 2 - febbraio 2013 cfr magazine 2 - febbraio

18 enti pubblici e privati enti pubblici e privati novazione negli ultimi tre anni dichiara che i nuovi prodotti proposti al mercato non hanno trovato alcun riscontro in termini di fatturato. Innovare non paga più come una volta? Il dato è probabilmente influenzato dal nuovo peggioramento del ciclo economico che ha colpito l economia mondiale dopo i timidi segnali di ripresa registrati nel che ha reso più selettiva la domanda. Altre risposte fornite dagli imprenditori portano però a pensare che la crisi non sia l unico fattore in gioco. L incapacità di ottenere soddisfazione dalle attività di innovazione caratterizza le imprese di dimensioni minori, quelle scarsamente o per nulla internazionalizzate, quelle meno strutturate e quelle che hanno scelto di impegnarsi solamente sul fronte dell innovazione di prodotto e non anche su quella di processo. Tutti indizi che portano a pensare che una serie di cambiamenti in atto ormai da diversi anni [In maniera sintetica vale la pena ricordare le linee essenziali dei cambiamenti intervenuti: ampliamento dell estensione degli ambiti in cui agiscono i processi di produzione, circolazione e utilizzo delle conoscenze rilevanti per l innovazione e processi innovativi che si caratterizzano per essere sempre più codificati e per richiedere, molto più che in passato, conoscenze scientifiche e tecnologiche formalizzate.] hanno radicalmente mutato il contesto in cui agiscono i processi di innovazione e potrebbero aver trovato, nella crisi, una forza acceleratrice capace, in qualche modo, di spiazzare le imprese. I sistemi di piccola e media impresa, che caratterizzano gran parte del tessuto economico nazionale, si caratterizzano, infatti, per la grande capacità di generare flussi di innovazioni incrementali che si traducono nella capacità di produrre variazioni marginali e differenziazioni dei prodotti al fine di adattare la produzione a cambiamenti (marginali) della domanda. Ma tutto questo sembra non bastare più. Il successo delle attività di innovazione oggi dipende dalla capacità di attivare dei percorsi di assorbimento di conoscenze codificate e complesse (anche su scala internazionale) che permettono di introdurre innovazioni di prodotto radicali. I risultati della ricerca sembrano in qualche modo confermare tale ipotesi: le imprese strutturate, quelle inserite in reti internazionali utilizzano con maggior frequenza l opzione dell innovazione radicale (rispettivamente 57,7% e 50,2%, 45,4% il dato medio). Esiste poi un altra dimensione, legata alla capacità di comunicare l innovazione, che sembra giocare un ruolo fondamentale rispetto al successo della stessa: tra le imprese che hanno nella propria organizzazione una funzione marketing la percentuale di chi non ha visto nessun contributo in termini di fatturato derivante dai nuovi prodotti scende al 13,8% (21,3% il dato medio). Tornando alla domanda di partenza: l innovazione rappresenta ancora una opzione vincente? Sì, per le imprese capaci di attivare percorsi di innovazione diversi rispetto a quelli che hanno sperimentato (con grande successo) in passato. Servono più innovazioni radicali che per essere prodotte hanno bisogno di una maggior capacità di individuare, valutare, assimilare e utilizzare a fini commerciali conoscenze esterne di tipo codificato e complesso. In che modo si ottiene questo? Portando in azienda competenze, conoscenze, relazioni e linguaggi nuovi e, magari, collaborando con le Università. Una parte delle imprese italiane ha già avviato questo percorso: il 12,5% collabora con il mondo universitario (43,1% sopra i 100 addetti), una percentuale che è più del doppio rispetto a quello che si registrava fino a qualche anno fa. La crisi sembra in qualche modo aver avvicinato due mondi (quello della ricerca e quello delle imprese) in passato lontani. Non solo export La debolezza della domanda interna italiana ha reso evidente la necessità per le imprese di rivolgere il proprio sguardo oltre i confini nazionali alla ricerca di mercati con una domanda di beni e servizi in crescita. Tuttavia, i dati raccolti nell Indagine Italia delle Imprese del 2012 mostrano che non basta più accontentarsi di occasioni minime di presenza sui mercati, perché solo una quota di fatturato estero significativo e una presenza qualificata attraverso l allungamento delle proprie reti fuori dai confini nazionali, sia nella fase produttiva che in quella commerciale, garantiscono una reale capacità di tenuta delle performance aziendali, nonostante la crisi. Le imprese italiane e nordestine che riescono a impostare una tale strategia di presidio dei mercati sono circa una su tre, le internazionalizzate con una quota di fatturato estero anche minima due su cinque. Certo il modello prevalente con cui le imprese italiane si collocano all interno delle catene globali del valore con forme volute di internazionalizzazione che prevedano dei veri e propri investimenti diretti all estero sono una percentuale minima rispetto al complesso dei modelli di presenza sui mercati esteri con cui gli imprenditori impostano le loro strategie di apertura internazionale. Così, solo il 10,0% delle imprese internazionalizzate ha aperto uno stabilimento sui mercati esteri, mentre il 65,5% utilizza fornitori esteri e il 23% commissiona la produzione di beni e servizi. Allo stesso modo solo il 13,7% ha una sua rete commerciale all estero, mentre il 34,3% ha una sua rete di agenti. Ovviamente sono le imprese più strutturate a poter intraprendere investimenti maggiori, mentre le più piccole preferiscono strategie soft, complice anche il fatto che il 64,4% dichiara ancora di non appoggiarsi ad alcun soggetto istituzionale (enti pubblici, associazioni di categoria, camere di commercio ecc.) per impostare e realizzare le proprie scelte di apertura internazionale. Nel 2012 pur rimanendo costante rispetto all anno precedente la percentuale di imprese che mantengono relazioni con i mercati esteri anche solo in termini di vendita, tra queste la quota di chi ha in essere forme di presidio dei mercati esteri che non comprendano la sola esportazione sembra essersi leggermente ridotta sia per quanto riguarda l internazionalizzazione produttiva sia per quanto riguarda quella commerciale. Ciononostante per la prima volta i dati che provano a disegnare gli effetti di tali strategie sul tessuto produttivo locale evidenziano alcuni segnali di preoccupazione. Da un lato, cresce la quota di chi dichiara che nell aver aperto uno stabilimento all estero ha realizzato una forte riduzione dei propri organici (18,2%) o ha chiuso la propria unità produttiva in Italia (7,1%), dall altro aumenta la preoccupazione in relazione al fatto che sugli attesi aspetti positivi (aumento della domanda di servizi innovativi e tecnologici e di competenze pregiate) possano prevalere quelli negativi come la chiusura delle imprese di subfornitura e la riduzione di occasioni occupazionali per i lavoratori non qualificati, oggi particolarmente colpiti dal rischio di uscita dal mercato del lavoro. In realtà, nel concreto la quota di chi ha sostituito anche solo in parte i fornitori italiani con quelli esteri è nel corso del 2012 diminuita (dal 45 al 36%) e, inoltre, una parte delle imprese di subfornitura che hanno visto le proprie imprese clienti spostare all estero la propria attività hanno dichiarato di aver accresciuto il numero dei propri acquirenti, di aver accolto al proprio interno competenze pregiate, di essersi spostati in nuovi settori o di aver a loro volta realizzato un investimento diretto all estero. Si tratta, in particolar modo, delle attività di impresa più strutturate e di quelle che hanno realizzato un upgrading delle funzioni e un percorso di innovazione tale da essere in grado di inserirsi in modo favorevole all interno delle catene globali del valore. Media/NL_3_2012(1).pdf 34 cfr magazine 2 - febbraio 2013 cfr magazine 2 - febbraio

19 diritto e rovescio diritto e rovescio Cloud computing I moderni metodi di memorizzazione ed elaborazione dei dati utilizzano sempre più spesso la tecnologia del cloud computing (c.d. nuvola informatica). Essa indica un insieme di tecnologie che permettono, tipicamente sotto forma di un servizio offerto da un c.d. provider al cliente, di memorizzare e/o elaborare dati grazie all utilizzo di risorse hardware e software distribuite e virtualizzate nella rete internet. Il cloud computing viene utilizzato per le più svariate esigenze e motivi e la sua regolamentazione si intreccia con l aspetto della riservatezza dei dati personali memorizzati nella nuvola. In materia di privacy però non vi sono regole giuridiche condivise a livello internazionale e neppure a livello di comunità europea. Proprio tale disomogeneità di regole in materia di privacy costituisce un notevole ostacolo alla libera circolazione dei dati, necessaria al funzionamento del cloud computing. Tale argomento è al centro dei lavori della Commissione Europea fin dal 2009, mentre in Italia il Garante per la protezione dei dati personali è intervenuto più volte sul tema nell ottica di promuovere un utilizzo corretto delle nuove modalità di erogazione dei servizi informatici, specialmente quelli erogati tramite cloud pubbliche, che comportano la esternalizzazione di dati e documenti, come nella Scheda di documentazione del 23 giugno 2011 intitolata Cloud computing: indicazioni per l utilizzo consapevole dei servizi rinvenibile sul sito internet del Garante ( docweb/-/docweb-display/docweb/ ). Attualmente il servizio in parola viene inteso come una forma di outsourcing e cioè di esternalizzazione di servizi, definito dalla Corte di Cassazione con sentenza n del 2006 come quell operazione comprendente tutte le possibili tecniche - inclusi il contratto d appalto di servizi e il contratto di cessione di ramo d azienda mediante le quali un impresa dismette la gestione diretta di alcuni segmenti dell attività produttiva e dei servizi estranei alle sue competenze di base. e privacy a cura dell Avv. Marco Ceretta In effetti, anche il funzionamento di siti quali Re- Digi o Megaupload, quest ultimo recentemente chiuso per motivi legati a contestazioni di copyright, si basano essenzialmente su schemi contrattuali di tipo cloud. L utente infatti memorizza file in infrastrutture delocalizzate e sparse in giro per il mondo, ai quali può accedervi quando e dove gli pare. Eventualmente ciò che rende illecito l uso del cloud sta nella possibilità di condividere con altri utenti dati dei quali non si possiede la titolarità per la distribuzione ed anche nell atteggiamento del gestore del sito che promuove ed incoraggia la condivisione e gli usi illeciti. Considerazioni simili si possono fare anche per alcuni social network, che in fin dei conti sono enormi cloud che raggruppano dati di diversa natura sui quali costruiscono dei servizi di presentazione e condivisione delle informazioni. Occorre però distinguere varie tipologie di cloud. Quello principale è denominato con l acronimo IaaS (Infrastructure as a Service) e consiste nell utilizzo di infrastrutture esterne per la memorizzazione di dati. Tale servizio viene utilizzato essenzialmente per soddisfare esigenze di backup esterno, concordando la maggior parte delle volte con il cloud provider il livello di garanzia per il recupero dei dati in caso di perdita totale degli stessi a livello locale, ovvero per avere i propri dati sempre disponibili in qualunque parte del pianeta attraverso una pluralità di canali di accesso. Il fornitore del servizio prende in consegna i dati e li memorizza su più server sparsi in giro per il mondo per proteggersi a sua volta dal rischio di perdita dei dati. Un altra forma di cloud è la Saas, acronimo di Software as a service, che ha ad oggetto l utilizzo dal proprio computer di appositi programmi che rimangono installati sui server del cloud provider senza comportare particolari investimenti per l utilizzatore finale. In tal modo l utente elabora i propri dati utilizzando l infrastruttura del cloud provider. In entrambi i tipi di servizi descritti vi sono rilevanti ripercussioni a livello di protezione dei dati perso- nali. Due sono i soggetti che hanno un ruolo attivo nel trattamento dei dati: l utilizzatore del sistema cloud da una parte ed il fornitore del servizio stesso (quindi il cloud provider) dall altra. Dato che a quest ultimo viene affidata la conservazione dei dati caricati dall utente, esso assume una veste rilevante per quanto concerne il trattamento dei dati personali e tale ruolo è già stato oggetto di interesse da parte dei Garanti Privacy sia a livello nazionale che internazionale. Il cloud computing infatti comporta una partecipazione del cloud provider ai processi di conservazione ed elaborazione dei dati personali, il cui ruolo potrebbe essere associato sia alla figura del titolare del trattamento che a quello del responsabile del trattamento. Il cloud provider difatti ha diversi obblighi circa la custodia dei dati e la sicurezza degli stessi. La conservazione dei dati in luoghi geografici differenti ha riflessi sia sulla normativa applicabile in caso di contenzioso tra l utente ed il fornitore, sia in relazione alle disposizioni nazionali che disciplinano il trattamento, l archiviazione e la sicurezza dei dati caricati nel cloud. Laddove il cloud provider abbia lo stabilimento in Italia, egli sarà tenuto anche al rispetto delle misure minime di sicurezza a norma del decreto legislativo n. 196 del 2003 (Codice Privacy). Ove invece la memorizzazione avvenga in più luoghi e nazioni diverse si pongono ulteriori problemi. Innanzitutto vi deve essere l autorizzazione dell utente a spostare e frammentare i dati anche al di fuori dell ordinamento originario. In secondo luogo si deve valutare se i dati possano effettivamente essere trasferiti o meno, pur in presenza della suddetta autorizzazione. Per quanto concerne invece la sicurezza dei dati, il cloud provider, a seconda della tipologia dei servizi offerti ed al regime contrattuale adottato, assume la responsabilità di preservare la riservatezza, l integrità e la disponibilità dei dati. Tra gli aspetti critici legati alla sicurezza dei dati personali, il Garante della Pivacy individua nella Scheda del citata sopra, quelli che necessitano di una più attenta analisi. In particolare, l utente affida i propri dati ad un fornitore esterno e così facendo ne perde il controllo 36 cfr magazine 2 - febbraio 2013 cfr magazine 2 - febbraio

20 diritto e rovescio Adottando invece le stesse tecniche utilizzate con il legno, si possono impiegare dei pannelli ottenuti al 100% con materiali di recupero post-consumo: si tratta, nello specifico, di espansi rigidi in poliuretano raccolti e recuperati dai residui di fabbricazione con l aggiunta di particelle ultrasottili in alluminio. Questi materiali hanno l aspetto di un tradizionale pannello di fibre di legno ma hanno il vantaggio di essere legtecnologia utile diretto ed esclusivo, affidando la tutela della riservatezza e della disponibilità delle informazioni immesse nella nuvola ai sistemi di sicurezza adottati dal cloud provider. I dati personali poi potrebbero anche passare per una catena di trasformazione di servizi presso altri service provider, diversi dall originario cloud provider, con la conseguenza che l utente potrebbe trovarsi nell impossibilità di sapere esattamente chi possa accedere ai propri dati. I dati personali sono custoditi e controllati anche in relazione alle conoscenze tecniche del tempo in base al progresso tecnologico, alla natura dei dati ed alle specifiche caratteristiche del trattamento, in modo tale da ridurre al minimo, attraverso l adozione di idonee e preventive misure di sicurezza, i rischi di distruzione o perdita anche accidentale dei dati stessi, di accesso non autorizzato, o di trattamento non consentito o non conforme alle finalità della raccolta dei dati stessi. A tal fine è espressamene previsto che i titolari del trattamento siano tenuti ad adottare le c.d. misure minime di sicurezza atte ad assicurare un livello minimo di protezione dei dati personali. Le analisi svolte in materia di privacy sottolineano tuttavia la carenza di regole giuridiche condivise in materia ed evidenziano che occorre trovare quanto prima una regola internazionale armonizzata a livello nazionale che fornisca un quadro di regole chiare e di garanzie per gli utenti. Le prime utili indicazioni a tal proposito le ha fornite nel luglio 2012 il Gruppo di lavoro articolo 29 per la protezione dei dati (l organo consultivo indipendente dell UE per la protezione dei dati personali e della vita privata. I suoi compiti sono fissati all articolo 30 della direttiva 95/46/CE e all articolo 15 della direttiva 2002/58/CE.) che prendendo in esame tutte le questioni rilevanti per i fornitori di servizi di cloud computing operanti nello Spazio economico europeo (SEE) e per i loro clienti, ha specificato tutti i principi applicabili della direttiva UE sulla protezione dei dati (95/46/CE) e della direttiva e-privacy 2002/58/CE (modificata dalla direttiva 2009/136/ CE). Un ulteriore grosso passo avanti è stato fatto alla 34ma Conferenza internazionale delle Autorità di protezione dati svoltasi il 25 e 26 ottobre 2012 in Uruguay intitolata Conferenza sulla privacy: alleanza delle Authorities contro le sfide globali nella quale i temi centrali sono stati i Diritti fondamentali, le nuove tecnologie e l alleanza tra le Authorities del mondo. Al termine della Conferenza sono stati tre i Documenti finali approvati e condivisi : La prima Risoluzione riguarda il Futuro della privacy e segna innanzitutto l impegno espresso dalle Autorità ad operare in maniera sempre più stretta e coordinata per fare fronte alle sfide globali poste dalle nuove tecnologie e dai big della rete che operano superando confini e normative non solo nazionali ma addirittura continentali. Dal punto di vista delle prospettive di regolamentazione, il documento pone l accento sul processo in corso volto ad aggiornare, a vari livelli, gli strumenti sovranazionali essenziali quali la Direttiva 95/46, la Convenzione 108/81 del Consiglio d Europa, le Linee-guida OCSE in materia di privacy, al fine di promuovere collaborazione e scambio reciproco di informazioni e contributi. Una seconda Risoluzione è relativa al tema cruciale proprio del cloud computing: con essa si chiede a tutte le parti interessate, Governi inclusi, di non abbassare il livello di tutela delle informazioni personali, di prevedere una valutazione di impatto privacy prima di ricorrere alle tecnologie cloud, di favorire la responsabilizzazione di tutti i soggetti e la definizione di standard comuni a livello internazionale, anche di tipo contrattuale. Il terzo documento è invece una Dichiarazione dedicata alla questione della profilazione. Nella Uruguay Declaration si richiamano le opportunità e rischi legati al crescente impiego di metodiche basate sulla raccolta ed elaborazione di gusti, abitudini, stili di vita personali, ma si chiedono anche misure specifiche a tutela della privacy: in particolare, maggiori garanzie sia sul processo di definizione e aggiornamento degli algoritmi utilizzati per profilare chi usa la Rete, sia sul loro utilizzo e sulle rispettive finalità. Le Autorità raccomandano, inoltre, che venga prevista la loro consultazione ogniqualvolta siano in particolare soggetti pubblici a ricorrere a tali tecnologie e sollecitano una maggiore trasparenza sulla costituzione e l impiego di database derivanti da attività di profilazione. Alla Conferenza l Autorità italiana è stata rappresentata dal Segretario generale che ha tenuto una relazione sul delicato tema del bilanciamento fra il diritto fondamentale alla protezione dei dati e la libertà di informazione ed espressione, portando all attenzione dei rappresentanti degli altri Paesi il peculiare modello scelto dall Italia di autoregolazione vigilata previsto con il Codice deontologico per l uso dei dati nell attività giornalistica. In buona misura la direzione è stata ormai tracciata ma sarà fondamentale che il legislatore abbia la stessa capacità e velocità di adattamento ed innovazione proprie delle moderne tecnologie affinchè, come purtroppo già successo in altri ambiti, l intervento normativo non venga sterilizzato dalla precoce obsolescenza dell ambito stesso cui è destinato. Materiali innovativi e trasferimento tecnologico: opportunità per il settore dell arredamento Quando si parla di arredamento si fa riferimento ad un numero piuttosto ampio e diversificato di prodotti, inseriti nei diversi ambienti domestici - la cucina, il salotto, la camera, lo studio, il bagno e anche il giardino e realizzati con materiali che conferiscono ai prodotti prestazioni tecniche ed estetiche diverse. Per l innovazione di prodotto in questo settore sono quindi possibili molteplici scelte di materiali alternativi a quelli tradizionali. Si può sicuramente affermare che il materiale maggiormente impiegato oggi in questo settore è il legno, che continua a confermarsi un valido materiale, sia per le sue prestazioni meccaniche sia per la sua versatilità, lavorabilità e per il suo costo. Attualmente però, a causa di una sensibilità crescente sull impatto ambientale dei prodotti e dell esigenza crescente di realizzare prodotti originali, il legno comincia a essere sostituito da materiali alternativi che hanno permesso l adozione di soluzioni maggiormente ecosostenibili. Ne sono un esempio i legni tecnologici, ovvero materiali termoplastici naturali realizzati a partire da fibre di legno, spesso derivate da scarti di lavorazione, legate assieme da una resina polimerica tradizionale, talvolta anch essa da riciclo. In miscela con un elevata percentuale di carica fibrosa, che può arrivare anche Legni Estrusi a cura di MaTech/PST Galileo Pannello da sansa esausta e plastiche riciclate al 60%-70%, si possono impiegare plastiche come il polietilene (PE), il polipropilene (PP), il polivinilcloruro (PVC), l acrilonitrile-butadiene-stirene (ABS), il polistirene (PS) e, in alcuni casi, anche il PLA, polimero biodegradabile di derivazione naturale. Il tutto può essere estruso, come una plastica tradizionale, oppure iniettato per ottenere rispettivamente profili (pieni o cavi) o oggetti dalle geometrie complesse. Questi prodotti rispetto al legno offrono superiori rigidità, resistenza alla flessione e all abrasione, ottima impermeabilità e resistenza al freddo. La possibilità di ottenere forme cave li rende non solo più leggeri ma anche più versatili e adatti ad ospitare al loro interno materiali isolanti oppure cavi elettrici. La loro stabilità dimensionale è paragonabile a quella dell alluminio; resistono inoltre ai raggi UV e anche all acqua salata. Grazie a queste proprietà sono utilizzati e utilizzabili, soprattutto nella forma estrusa, in varie applicazioni nel settore edilizio sia per interni che per esterni (pavimentazioni, mobili, finestre e steccati). 38 cfr magazine 2 - febbraio 2013 cfr magazine 2 - febbraio

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