Le radiazioni ottiche: fonti di rischio e misure di prevenzione
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- Giuseppina Chiari
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1 Le radiazioni ottiche: fonti di rischio e misure di prevenzione Dr. Piero Feroldi Direttore U.O. Fisica Sanitaria A.O. Spedali Civili di Brescia Dr. Luigi Spiazzi Dirigente Fisico A.O. Ospedale di Treviglio e Caravaggio
2 Specialisti in Fisica Medica Scuola di Specializzazione in Fisica Medica (4 anni post laurea magistrale) U.O. Fisica Sanitaria delle Aziende Ospedaliere Servizio di diagnosi e cura per i pazienti (parametrizzazione e ottimizzazione dell impiego delle radiazioni) Sicurezza per gli operatori
3 Radiazioni Ionizzanti Non ionizzanti (NIR) Meccanismi biofisici di interazione Effetti A breve termine A lungo termine Stocastici Deterministici (su tessuti o organi)
4 Radiazioni ottiche Scarsa capacità di penetrazione Cute Occhio
5 Cute Effetti a breve termine Eritema reazione infiammatoria dovuta ad una vasodilatazione del derma, dove un aumentato flusso di acqua può portare all'edema Pigmentazione Effetti a lungo termine sulla pelle Carcinogenesi Invecchiamento della pelle ( cambiamenti degenerativi delle pelle attribuiti all'azione a lungo termine a UV, anche solo il sole, lentiggini, nevi melanocitici, cheratosi solare, rugosità e atrofia, diffusa pigmentazione
6 Occhi Effetti a breve termine fotocheratite e fotocongiuntivite Effetti a lungo termine Cataratta cheratopatia climatica pinguecula e pterigio melanoma dell'uvea effetti sulla retina
7 Esposizione lavorativa da sorgenti nell ultravioletto Le radiazioni ottiche: valutazione del rischio e tutela dei lavoratori alla luce del D.Lgs. N 81 del 9/4/2008 Roma 6 febbraio 2009 Dr. Luigi Spiazzi - U.O. Fisica Sanitaria Prof. Pier Giacomo Calzavara Pinton - Cattedra di Dermatologia A.O. Spedali Civili di Brescia - Università degli Studi di Brescia
8 Situazioni considerate Saldatori Laboratori biochimici * Centri di fototerapia * Centri di estetica
9 Valutazione rischi e misure di contenimento Individuazione della sorgente Caratterizzazione spettrale della stessa Definizione delle modalità di esposizione Profilo spaziale Profilo temporale Calcolo del tempo massimo consentito di lavoro Definizione delle eventuali modalità di riduzione o eliminazione del rischio
10 Laboratori biochimici Tipologia delle sorgenti Nei laboratori di biochimica e genetica negli ospedali o nelle Università vi sono molte sorgenti di UV In generale le sorgenti sono caratterizzante da spettri a righe di cui vengono sfruttate le proprietà nell interazione con i materiali biologici Oppure sono utilizzate per la sterilizzazione delle cappe Le lampade possono quindi essere a A scarica : bassa o alta pressione A fluorescenza
11 Vie di esposizione La maggior parte delle lampade sono confinate in cappe o in strumentazione che, se non danneggiata, garantisce un adeguato confinamento della radiazione (nello spirito dell articolo 182) Vi sono però situazioni, come i transilluminatori, in cui l operatore può essere portato a operare, con le mani, nel campo di irraggiamento. Particolare attenzione va quindi rivolta all organizzazione dell attività e alla formazione del personale sui rischi e sulle precauzioni da adottare
12 Esposizione e tempi massimi consentiti > 8h 4 h - 8 h 2h - 4 h 1 h - 2h 30 min - 1h 20 min -30 min 10min - 20 min 1min-10min 0-1min apparecchiature / 28 vie di esposizione Dedotto da: O.Cazzulli, E. Giroletti: Rischio da esposizione a radiazione UV nei laboratori biochimici G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1, 56-65
13 Fototerapia Tipologia delle sorgenti Settoriali o a corpo intero
14 Spettro della radiazione Irradianza spettrale (W m -2 nm -1 ) Box UVB Irradianza spettrale (W m -2 nm -1 ) Box UVA 1 Emission spectr Lunghezza d'onda (nm) Lunghezza d'onda (nm) Wavelength (nm Metal halide lamps Fluorescent lamps
15 Vie di esposizione L esposizione degli operatori può avvenire per riflessione qualora sostino nell ambiente in cui sia in atto la terapia Per il set up della terapia Per assistenza ai pazienti Le lampade non sono in generale dotate di un sistema di confinamento assoluto Nel caso di box aperti in alto è opportuno verifica re la presenza nel soffitto o controsoffittatura di materiali riflettenti (ad es. plaffoniere per illuminazione)
16 Esposizione ambientale a 3 metri da box aperti ESPOSIZIONE AMBIENTALE A 3 METRI W/m nm nm Fondo TL-01 UVA UVA1
17 Esposizione lavorativa da sorgenti di radiazione ottica coerente Piero Feroldi Marco Galelli Adriano Cavallin U.O Fisica Sanitaria - A.O. Spedali Civili di Brescia Luigi Spiazzi Dirigente Fisico A.O. Ospedale di Treviglio e Caravaggio
18 Caratteristiche della radiazione laser Monocromaticità: i fotoni vengono emessi con la stessa (lunghezza d onda) ovvero la stessa frequenza. Unidirezionalità: il fascio di luce laser non diverge. Questo consente di indirizzarlo con estrema precisione. Coerenza: le onde e.m. viaggiano in fase nella stessa direzione. Ciò consente una elevata efficienza nel processo di amplificazione. Brillanza: per brillanza si intende la potenza (in watt o in joule al secondo) emessa per unità di superficie e per unità di angolo solido. (L'enorme brillanza del fascio Laser permette di raggiungere una densità di energia tale da sublimare o fondere i metalli più duri o i materiali refrattari. Per avere un idea del fenomeno basti pensare che il rapporto tra brillanza del Laser focalizzato e brillanza del sole allo Zenit è di circa ).
19 Principali applicazioni cliniche Uso chirurgico (generale, otorinolaringoiatria, ginecologia, urologia, dermatologia, estetica, ortopedia, oculistica): CO 2 ; Diodi; Nd:Yag; Ho:Yag; Argon; Eccimeri Vaporizzazione (otorinolaringoiatria, urologia, estetica, dermatologia, ginecologia): CO 2 ; Er:Yag Fotocoagulazione (angiologia, dermatologia, ginecologia, estetica): DIODO, Alessandrite; Nd:Yag Traumatologia dello sport e fisioterapia(co 2 ; Diodi) Diagnostica oncologica e funzionale
20 Fonte: Report AIFM
21 Fonte: Report AIFM
22 Sistemi di trasmissione ed utilizzo del fascio laser Trasmissione diretta Braccio articolato Guida d onda flessibile cava Fibra ottica Lenti APPLICATORI Punte a contatto di zaffiro Fibre con punta sagomata Estremità metalliche o in ceramica Diffusori Micromanipolatori Scanner fonte: Norma CEI 76-6
23 Classificazione dei laser La pericolosità degli apparecchi LASER è definita attraverso delle classi crescenti in funzione dei rischi: classe 1 classe 1M classe 2 classe 2M classe 3R classe 3B classe 4
24 I pericoli di riflessione Finiture lucide di pareti e soffitti Finestre Vetrinette Supporti per flebo Fissaggi al tavolo operatorio Contenitori inox Lampade scialitiche Diafanoscopi Orologi di sala Rubinetterie
25 Pericoli generici Rischi di fuoco e bruciature Bruciature dell endoscopio Utilizzo di disinfettanti e/o anestetici infiammabili Utilizzo di teli operatori di tessuto non tessuto Rischi da refrigeranti criogenici di alcuni laser per ricerche
26 Altri pericoli Fumi, elementi combusti e vapore Particelle ad alta velocità emesse durante il trattamento Elementi combusti nel tratto respiratorio del paziente Vapori nocivi provenienti dal laser(coloranti, solventi,etc.) Rischi elettrici
27 Cause principali di incidenti Esposizione oculare improvvisa durante operazioni di allineamento Scarso utilizzo di protezioni oculari anche se disponibili Malfunzionamenti delle apparecchiature che provocano esposizioni indesiderate Interventi tecnici sui generatori di alta tensione impropri Sistemi di protezione relativi ai rischi collaterali non adeguati Interventi tecnici di riparazione non adeguati Scelta inadatta degli occhiali di protezione o difetti intrinseci degli stessi
28 Misure di controllo tecnico/impiantistico Involucri di protezione Interblocchi sugli involucri di protezione Connettori di controllo a distanza Attenuatore del fascio o di arresto del fascio Interruttore a chiave o a lucchetto Sistemi ottici e diaframmi muniti di filtri Spie luminose, indicatori di emissione ottici Area controllata (ZLC - DNRO) Delimitazione del fascio Alimentazione e/o monitoraggio a distanza
29 Mezzi individuali di protezione Non sostitutivi dei mezzi tecnico/impiantistici Occhiali Indumenti Guanti
30 Controlli di tipo amministrativo procedurale Responsabile della sicurezza laser Regolamentazione delle procedure operative Limitazioni d impiego per classe Educazione e formazione Manuali sulla manutenzione e l assistenza Annotazione dei mezzi di protezione Segnali di avvertimento e contrassegni Limitazione dell accesso
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