Implementazione buone pratiche di fine vita
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- Alberta Damiani
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1 Implementazione buone pratiche di fine vita ESPERIENZA UNITA OPERATIVA MEDICINA SEZIONE POST-ACUTI OSPEDALE DI PAVULLO NEL FRIGNANO (MO) MONICA MARIANI - GIOVANNI CARRIERI
2 Buone pratiche di fine vita Ospedale di Pavullo nel Frignano AUSL di Modena ( Comune della Provincia di Modena abitanti, 682 metri sul mare dista 40 Km da Modena)
3 Ospedale di prossimità che serve un Distretto di circa abitanti. Dotato di Unità Operativa di Medicina organizzata per Intensità di cure e divisa in varie sezioni che vanno dalla Semi-Intensiva al Day-Hospital La Medicina Post-Acuti (MPA) è una sezione dotata di 35 posti letto
4 MPA Obiettivi da perseguire -completare l iter diagnostico-terapeutico -recuperare autonomia, alterata in seguito all evento acuto (ruolo strategico della sinergia con la Medicina riabilitativa) -caratterizzare l accoglienza con l effetto di accelerare il turn-over nei reparti per acuti, anche attraverso una presa in carico precoce di alcune tipologie di pazienti -favorire il reinserimento nell'ambito familiare e sociale (percorso dimissioni protette, formazione care giver, coinvolgimento nei percorsi ospedale-territorio rivolti alla cronicità) -contenere il fenomeno dei ricoveri ripetuti.
5 MPA 2014 attività: 750 trasferimenti dalle Unità Operative dell Ospedale di Pavullo e dagli Ospedali della AUSL di Modena Degenza media di 14,9 giorni 70% circa di dimissioni protette 97 decessi avvenuti in Reparto
6 460 persone dimesse con attivazione di assistenza extra ospedaliera 97 persone muoiono in una sola sezione di un Reparto di Medicina Pazienti fragili ma anche personale a rischio di burn-out
7 La sofferenza, la disabilità, la morte, la «inutilità del nostro lavoro» sono argomenti troppo importanti per essere elusi Non fanno parte solo del lavoro ma entrano con prepotenza nel nostro vissuto quotidiano e ci segnano condizionandolo
8 Occorrono strumenti condivisi che ci aiutino a capire, ad agire per ottenere: il maggiore beneficio per i Pazienti ma anche per i loro Familiari soddisfazione dal nostro lavoro perché competente ed efficace a livello tecnico ed umano L alleanza terapeutica fra paziente parenti ed operatori della salute
9 SE LA FORMAZIONE CULTURALE E ALLA BASE DI QUESTO PROCESSO LA COMUNICAZIONE E UNO DEGLI STRUMENTI ED UNO DEI MAGGIORI INDICATORI DI EFFICACIA UNA CHIARA COMUNICAZIONE FRA OPERATORI DIVENTA STRUMENTO DI FORMAZIONE E DI GESTIONE DEL DISAGIO LEGATO ALLA MALATTIA ED ALLA MORTE
10 Abbiamo applicato in fase sperimentale, dal 20 ottobre al 20 dicembre 2014, il documento di indirizzo redatto dal gruppo Aziendale nato per migliorare le pratiche di fine vita il cui obiettivo è di «Dare priorità ai bisogni della persona ricoverata in ospedale con malattia a prognosi infausta e ai suoi cari, migliorando la gestione della terminalità»
11 Dopo una breve fase di formazione di un nucleo medico-infermieristico affinchè facessero da referenti ed una formazione aperta a tutti gli operatori della Sezione Abbiamo iniziato ad applicare le quattro fasi di questo percorso -Criterio clinico: esistono strumenti scientifici che aiutano a fare diagnosi di fine vita non solo in oncologia ma anche in medicina -Criterio soggettivo: «surprise question» -Criterio funzionale: Palliative Performance Scale -Ricerca sintomi di terminalità: Palliative performance Index
12 Identificati i referenti abbiamo incominciato ad introdurre questi argomenti durante i momenti in cui tutto il personale è insieme per parlare dei Pazienti cioè il BRIEFING che precede la visita. TUTTI GLI OPERATORI SONO PRESENTI ed ognuno porta il proprio contributo Alla fine del briefing si pone la «domanda sorprendente», si identificano le persone più a rischio di morire e si decide se e quando iniziare a comunicare la nostra diagnosi di fine vita
13 A ciò seguirà una richiesta di incontro con il Paziente e i Parenti con il Medico della Sezione, il Referente per le cure palliative, la Coordinatrice Infermieristica e/o la Case Manager, in un luogo specifico e ad un orario concordato all interno del Reparto. Se necessario verranno coinvolte altre figure ed in particolare l Anestesista Al termine del colloquio si prenderà atto delle conclusioni e si deciderà se aggiornarsi dopo una pausa di riflessione o se intraprendere le cure con finalità palliative
14 Il tutto verrà documentato con una dichiarazione scritta che servirà ad attestare che al Paziente verranno fornite cure palliative ed evitate pertanto quelle futili o sproporzionate rispetto alle condizioni cliniche Questo documento sarà inserito nel Sistema Informatico Ospedaliero, nella cartella clinica ed in quella infermieristica cartacee. Da questo momento la terapia e la diagnostica verranno ripensate in base ai bisogni della persona nella loro globalità
15 AZIONI DI CURE PALLIATIVE Dopo la compilazione della dichiarazione Ridefinizione del setting assistenziale Rimodulazione degli interventi diagnostici e terapie farmacologiche Valutazione dei sintomi di terminalità Gestione linee venose e altri presidi coerente con la scelta di cure palliative Libertà di accesso ai congiunti al letto del paziente Personalizzazione, per quanto possibile, della stanza di degenza
16 Durante il periodo di applicazione sperimentale abbiamo applicato la valutazione di fine vita su 15 persone attuando il protocollo in 9 casi di cui 8 sono deceduti in Ospedale ed uno al domicilio dove era stato inviato applicando le procedure di dimissione protetta ed informando il Servizio Domiciliare della condizione di palliazione. Dall attivazione del protocollo al decesso sono passati da 1 a 22 giorni Ad un mese dalla sospensione ufficiale dell applicazione, il protocollo è ancora in atto anche se non introduciamo i dati nel sistema informatico.
17 L indicazione a trattamento di fine vita sta entrando nelle «abitudini professionali» in particolare dei Medici, sempre molto preoccupati e poco preparati a curare la persona venendo da una cultura dove si curano le malattie. Abbiamo ancora bisogno di formazione e di supervisione specialistica affinchè migliori la qualità dell aiuto che diamo ai malati nelle ultime fasi della vita
18 CONCLUSIONI... ASPETTI POSITIVI Migliore qualità di vita della persona Impatto positivo sugli aspetti psicologici ed emotivi dei famigliari Maggiore integrazione del gruppo e valorizzazione del personale ASPETTI NEGATIVI Necessità di approfondire gli aspetti relazionali Necessità di tempo qualificato Stress emotivi del personale
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