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1 IV Indice Presentazione Introduzione L epica Epica greca Iliade XII XVI Iliade Introduzione al poema 4 Iliade PRIMA PARTE L ira di Achille e l offensiva troiana 1. La peste e l ira (Libro I) Invocazione alla Musa (Libro I, vv.1-7) 12 La musa del canto epico La peste (Libro I, vv. 8-52) 14 Onore e vendetta L ira di Achille (Libro I, vv ) 18 Donne e dee 19 Epiteti ed espressioni formulari Achille e Teti (Libro I, vv e ) 27 RCS LIBRI EDUCATION SPA 2. Sotto gli occhi di Elena e degli dèi (Libri II-V) 31 Libro II 1. Un duello potrebbe porre fine alla guerra (Libro III, vv. 1-83) 31 Le similitudini Elena e gli anziani di Troia (Libro III, vv ) Afrodite, messaggera d amore, riunisce i due amanti (Libro III, vv ) 41 Azione umana e intervento divino Era propone a Zeus di violare i patti (Libro IV, vv. 1-67) 46 Il mondo amorale degli dèi dell Iliade 49 Libro V 3. Ettore e le donne di Troia (Libro VI) Ettore incontra Paride ed Elena (Libro VI, vv ) Ettore e Andromaca (Libro VI, vv ) 54 Ruoli maschili e femminili 60

2 Indice V 3. Ettore e Paride ritornano sul campo di battaglia (Libro VI, vv ) 62 Libertà e schiavitù II successo dei Troiani (Libri VII-XII) 65 Libro VII Libro VIII I Troiani si accampano nella notte (Libro VIII, vv ) 66 Libro IX Achille rifiuta di tornare a combattere (Libro IX, vv ) 71 Libro X Libro XI Libro XII I Troiani sfondano il muro (Libro XII, ) 78 Uno sguardo d insieme sulla prima parte dell Iliade 82 Iliade SECONDA PARTE Il combattimento presso le navi e la morte di Patroclo e di Ettore 5. La battaglia presso le navi (Libri XIII-XV) 86 Libro XIII Libro XIV Era inganna e seduce Zeus (Libro XIV, vv ) 86 Libro XV L assalto alle navi (Libro XV, vv ) 91 La rappresentazione omerica di duelli e battaglie La morte di Patroclo (Libri XVI-XVII) Achille e Patroclo (Libro XVI, vv ) 99 La coppia di amici 102 Onore e disonore dopo la morte dei guerrieri Ettore uccide Patroclo (Libro XVI, vv ) 106 Libro XVII Achille rientra in guerra (Libri XVIII-XXI) Teti e Achille (Libro XVIII, vv e ) Lo scudo di Achille (Libro XVIII, vv e ) 120 Il cosmo omerico 124 Libro XIX 125 Libro XX 125 Libro XXI La morte di Ettore (Libro XXII) La tragica scelta di Ettore (Libro XXII, vv ) 127 Il monologo Il duello tra Achille ed Ettore (Libro XXII, vv ) La disperazione dei Troiani (Libro XXII, vv ) 141 La struttura del libro XXII 146

3 VI Indice 9. I riti funebri finali (Libri XXIII-XXIV) 148 Libro XXIII 148 Libro XXIV Priamo e Achille (Libro XXIV, vv e ) 149 La condizione umana I riti funebri per Ettore (Libro XXIV, vv ) 159 I riti funebri nell antica Grecia 164 Struttura del poema 166 L ambivalenza degli eroi dell Iliade 167 Uno sguardo d insieme sulla seconda parte dell Iliade 169 Epica greca Odissea Odissea Introduzione al poema 212 Odissea PRIMA PARTE Viaggi e avventure di Odisseo 1. A Itaca, in assenza di Odisseo (Libro I) Invocazione alla Musa (Libro I, vv. 1-10) 220 La musa che narra L assemblea degli dèi (Libro I, vv. 1-95) 222 Assemblee umane e divine Penelope, Telemaco e i pretendenti (Libro I, vv ) 228 Percorsi tematici 1. La tragedia delle donne di Troia in Euripide, Seneca e Sartre 172 Euripide, Le Troiane 173 L addio di Andromaca al figlio (secondo episodio) 174 Seneca, Le Troiane 180 La morte è assenza di dolore (dal primo e dal terzo atto) 181 Jean-Paul Sartre, Le Troiane 186 Chi sono i veri barbari? (scena VII) Riprese dell Iliade nei nuovi linguaggi contemporanei 193 L Iliade rivista da Hollywood: Troy 194 Tra scrittura creativa e lettura multimediale: l Iliade di Baricco 202 Priamo racconta Telemaco a Pilo e a Sparta (Libri II-IV) 232 Libro II 232 Libro III 232 Libro IV Il ricordo della guerra e il doppio volto di Elena (Libro IV, vv ) 233 Donne fedeli e infedeli nell epica omerica Calipso e la tempesta (Libro V) Calipso e Odisseo (Libro V, vv e ) La tempesta marina (Libro V, vv ) 247 Nella figura di Odisseo convergono tradizioni diverse 249

4 Indice VII 4. Nella terra dei Feaci (Libro VI-VIII) Nausicaa (Libro VI, vv ) 251 I matrimoni Il palazzo di Alcinoo e la regina Arete (Libro VII, vv ) 263 Libro VIII 267 L oltretomba omerico Le Sirene, Scilla e Cariddi (Libro XII, vv ) 309 Antichissime dee 314 Uno sguardo d insieme sulla prima parte dell Odissea Il canto di Demodoco (Libro VIII, vv ) 268 Gioco, canto, musica e danza Comincia il racconto. Polifemo (Libro IX) 1. Odisseo rivela il suo nome (Libro IX, vv. 1-38) 273 Il banchetto Odisseo e i compagni prigionieri di Polifemo (Libro IX, vv ) Odisseo inganna e acceca Polifemo (Libro IX, vv ) 281 Rapporti sociali, navigazione e ospitalità Circe, l Ade, i mostri del mare (Libri X-XI) La maga Circe (Libro X, vv ) 290 Il rapporto dell uomo greco con la femminilità: paure e desideri 298 Libro XI La profezia di Tiresia (Libro XI, vv ) L incontro con l anima della madre (Libro XI, vv ) 303 Odissea SECONDA PARTE Odisseo nella sua isola e nel suo palazzo RCS LIBRI EDUCATION SPA 7. L approdo a Itaca (Libri XIII-XVI) 320 Libro XIII Il colloquio con Atena (Libro XIII, vv ) 320 Libro XIV Libro XV Libro XVI Odisseo si rivela a Telemaco (Libro XVI, vv ) 329 Itaca, un mondo familiare e quotidiano Odisseo travestito nel suo palazzo (Libri XVII-XX) 333 Libro XVII Il cane Argo (Libro XVII, vv ) 333 Un riconoscimento senza rivelazione 334 Libro XVIII 336 Libro XIX Euriclea riconosce Odisseo (Libro XIX, vv ) 337

5 VIII Indice L arte della digressione 341 La caccia sul Parnaso: un rito iniziatico Il sogno di Penelope (Libro XIX, vv ) 344 Sogni 349 Libro XX Il folle riso dei Proci (Libro XX, vv ) 350 L orrore misterioso di prodigi e profezie Odisseo riconquista il trono (Libri XXI-XXIV) 356 Libro XXI Odisseo si rivela ai Proci (Libro XXII, vv ) La strage (Libro XXII, vv ) 362 La struttura del libro XXII dell Odissea 366 Libro XXIII Odisseo e Penelope (Libro XXIII, vv ) 367 Libro XXIV 371 Strutture e simboli nella conclusione dell Odissea 372 I profeti nei poemi di Omero e di Virgilio 377 Enea consulta la Sibilla cumana (Virgilio, Eneide VI, vv ) 379 I profeti nella Bibbia e nel Corano 384 Mosè guida il popolo d Israele fuori dall Egitto (Esodo, capp. 11, 1-10 e 12, 1-42) 386 Il rimprovero divino tramite Isaia (Isaia, 1, 1-31) 391 Un profeta di nome Gesù (Matteo, 5, 1-20, 38-48; 6, 1-15) 395 La fine della storia e il ritorno dell Apocalisse (Apocalisse, 19, 11-21; 20, 1-15; 22, 6-11) 399 I profeti nel Corano (Sura XXI, vv ) L Odissea nella lirica dell 800 e del Ugo Foscolo, A Zacinto (Sonetti) 410 Giovanni Pascoli, L ultimo viaggio (Poemi conviviali) 411 Thomas Stearns Eliot, Circe s palace 415 Umberto Saba, Ulisse (Mediterranee) 416 Costantino Kavafis, Itaca 418 Ghiorgos Seferis, Sopra un verso straniero 420 Epica latina Eneide Eneide Introduzione al poema 426 Uno sguardo d insieme sulla seconda parte dell Odissea 373 Percorsi tematici 1. Indovini e profeti in Omero, Virgilio, nella Bibbia e nel Corano 376 Eneide PRIMA PARTE La fine di Troia e il viaggio degli esuli 1. La tempesta e l arrivo a Cartagine (Libro I) Proemio e invocazione alla Musa (Libro I, vv. 1-10) 436

6 Indice IX CULTURA ROMANA La missione di Enea La tempesta (Libro I, vv e ) 438 CULTURA ROMANA La funzione del potere e della regalità La costruzione di Cartagine e del tempio di Giunone (Libro I, vv ) 444 Il linguaggio virgiliano: l uso discreto e flessibile delle formule La fine di Troia (Libro II) L inganno del cavallo (Libro II, vv. 1-39) La morte di Laocoonte (Libro II, vv ) Ettore appare in sogno ad Enea (Libro II, vv ) 456 CULTURA ROMANA Sconfitta e rinascita L uccisione di Priamo (Libro II, vv ) Anchise decide di partire da Troia (Libro II, vv ) 464 CULTURA ROMANA La genealogia maschile: Anchise, Enea e Ascanio Il lungo viaggio degli esuli (Libro III) Polidoro (Libro III, vv ) 470 CULTURA ROMANA I riti funebri dei Romani L incontro con Andromaca e con Eleno (Libro III, vv e ) 474 CULTURA ROMANA I doni ospitali di commiato La passione d amore di Didone (Libro IV) L amore tra Didone ed Enea (Libro IV, vv e ) Il colloquio drammatico tra i due amanti (Libro IV, vv ) Didone medita il suicidio (Libro IV, vv ) 492 L angoscia notturna di Didone e di Medea La partenza di Enea e il suicidio di Didone (Libro IV, vv ) 499 CULTURA ROMANA Diverse visioni dell amore 506 Le figure di Didone e di Enea La discesa nell Ade e il destino di Roma (Libri V-VI) 508 Libro V 508 Libro VI La traversata dell Acheronte e l incontro con l anima di Didone (Libro VI, vv ) 510 CULTURA ROMANA Il ramo d oro I Campi Elisi e l incontro con l anima di Anchise (Libro VI, vv ) I grandi personaggi della storia di Roma (Libro VI, vv ) 521 CULTURA ROMANA Il carattere composito dell oltretomba virgiliano 526 I dubbi di Enea 526

7 X Indice Uno sguardo d insieme sulla prima parte dell Eneide 527 Eneide SECONDA PARTE La guerra e l insediamento nel Lazio 1. La morte di Pallante (Libro IX, vv ) 555 Un modello omerico: l impotenza degli dèi verso il destino 560 Libro XI Il Lazio antico e Roma futura (Libri VII-VIII) 530 Libro VII 530 Libro VIII Il dio del Tevere e la risalita lungo il fiume (Libro VIII, vv ) Attraverso i colli della futura Roma (Libro VIII, vv ) 536 CULTURA ROMANA L età dell oro 537 L uso delle anticipazioni nell Eneide L assedio al campo troiano. Eurialo e Niso (Libro IX) Il progetto di due amici (Libro IX, vv ) 543 L amicizia eroica secondo Virgilio L impresa eroica e la morte dei due amici (Libro IX, vv ) 546 La ripresa di un modello omerico: l impresa notturna di Ulisse e Diomede 552 Riferimenti omerici nella struttura del IX libro La guerra spietata e i giovani eroi (Libri X-XI) 555 Libro X La morte di Camilla (Libro XI, vv ) 561 Donne guerriere 565 RCS LIBRI EDUCATION SPA 9. Enea uccide Turno (Libro XII) Latino cerca invano di trattenere Turno (Libro XII, vv. 1-80) La crisi e la decisione di Turno (Libro XII, vv ) Il patto tra Giove e Giunone (Libro XII, vv ) La morte di Turno (Libro XII, vv ) 578 Il modello omerico del duello tra Achille ed Ettore 579 La doppia conclusione dell Eneide 584 Uno sguardo d insieme sulla seconda parte dell Eneide 585 Percorsi tematici 1. Il mito troiano nel teatro europeo 588 William Shakespeare, Troilo e Crèssida 589 La seduzione reciproca tra Crèssida e Diomede (atto V, scena II) 591

8 Indice XI La battaglia e la vile esecuzione di Ettore (atto V, scene VI, VII e VIII) 594 Il dolore dei Troiani e il sarcasmo di Pandaro (atto V, scene IX e X) 596 Jean Racine, Andromaca 599 Il tragico dilemma di Andromaca (atto III, scene VI-VIII) 601 Heinrich von Kleist, Pentesilea 607 Pentesilea sbrana Achille (scene XXII-XXIII) 609 La meravigliosa camera d alabastro di Ettore 619 Achille si innamora di Polissena 621 Christopher Morley, Il cavallo di Troia 622 La guerra di Troia nell America degli anni Trenta 623 Christa Wolf, Cassandra 628 La fine di Troia secondo Cassandra Il mito troiano nel romanzo 616 Binduccio dello Scelto, Storia di Troia 617 I nomi del mito 638 Illustrazioni pp. 2-3 Oplita all attacco (metà VI secolo a.c.). A fianco: anfora funeraria con una scena di sepoltura dipinta nella parte centrale (VIII secolo a.c., età arcaica). p. 11 Scena di combattimento tra Greci e Troiani proveniente dal santuario di Apollo a Delfi (VI secolo a.c.). p. 87 Rilievo in marmo di Thomas Banks, Teti emerge dal mare per consolare Achille della morte di Patroclo (1778). pp Anfora di terracotta dipinta che reca sul collo la scena dell accecamento di Polifemo (VIII secolo a.c., età arcaica). A fianco: testa di Ulisse, particolare del gruppo di Scilla che, insieme al gruppo di Polifemo, ornava la grotta di Tiberio a Sperlonga, residenza dell imperatore fino al 26 d.c. (sculture greche di età ellenistica). p. 227 Versione romana del mito di Ulisse e le Sirene. Mosaico del III secolo a.c. ritrovato in Tunisia. p. 327 Telemaco e Penelope e dietro di loro un telaio. Vaso etrusco del V secolo a.c. pp Enea, Anchise e Ascanio in un gruppo scultoreo del I secolo d.c. ritrovato a Pompei. A fianco: testa velata di Augusto, imperatore divinizzato. p. 443 Enea, Anchise, Ascanio e Creusa nel particolare del dipinto di Raffaello intitolato Incendio di Borgo ( ), conservato a Roma nelle Stanze Vaticane. p. 527 La gemma augustea, cammeo in onice del d.c. celebrativo del potere di Augusto e di Roma. Augusto compare in trono come Giove, con l aquila ai piedi e la lancia nella mano sinistra. Lo incorona la personificazione del mondo. Accanto a lui siede Roma con lancia ed elmo. Nella parte inferiore della gemma compaiono i popoli sottomessi da Augusto e da Tiberio.

9 Epica greca Iliade

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11 Iliade PRIMA PARTE L ira di Achille e l offensiva troiana

12 12 Iliade PRIMA PARTE L ira di Achille e l offensiva troiana 1 La peste e l ira Libro I 1. Invocazione alla Musa (Libro I, vv. 1-7, trad. di G. Cerri) Epica greca Iliade I primi sette versi contengono l invocazione alla Musa e l indicazione dell argomento che dà l avvio al poema: l ira di Achille. Il poeta chiede alla dea di cantare l episodio che ha determinato il ritiro dell eroe dalla partecipazione alla guerra di Troia e quindi sconfitte e lutti gravissimi per i Greci, e in generale morte e rischio di mancata sepoltura per gli eroi. Canta, o dea, l ira di Achille figlio di Peleo, rovinosa, che mali infiniti provocò agli Achei e molte anime forti di eroi sprofondò nell Ade, e i loro corpi fece preda dei cani 5 e di tutti gli uccelli; si compiva il volere di Zeus, v. 1. La dea invocata è la Musa, ispiratrice del canto e depositaria della memoria mitica. A volte vengono invocate, al plurale, le Muse, figlie di Zeus e di Mnemosyne, dea della memoria. L ira di cui si parla indica il sentimento dell eroe e l episodio introduttivo del poema. Peleo, signore di Ftia in Tessaglia, secondo il mito aveva sposato una dea marina, Teti o Tetide; Achille era perciò figlio di un mortale e di una dea. Secondo le convenzioni della società aristocratica, l eroe è definito dal proprio nome, accompagnato dal patronimico, cioè dall aggettivo derivato dal nome del padre, nobile guerriero. v. 2. Il nome Achei, o anche Danai, o Argivi indica nel poema i Greci dell età micenea. v. 3. Eroi sono nel testo omerico i nobili guerrieri, che fanno risalire a una divinità le proprie origini dirette o indirette. Ade è il nome del dio dei morti e del regno dell oltretomba, luogo sotterraneo dove le anime vivono come ombre, rimpiangendo la luce del sole e la pienezza vitale. v. 4. La sepoltura, rituale importantissimo per il singolo defunto e per la collettività, poteva non avvenire per mancanza di una tregua concordata tra i combattenti o per deliberata volontà dei vincitori, nelle fasi più accanite e feroci di una guerra. I corpi dei caduti rischiavano perciò di rimanere in balia di animali predatori. Questa situazione, per quanto considerata terrificante e impura, poteva verificarsi in Grecia in età arcaica, prima che venisse stabilito tra le città greche un obbligo tassativo, sacrale, che imponeva la restituzione incondizionata dei corpi dei caduti per la sepoltura. v. 5. Zeus, signore degli dèi olimpici, ha predisposto un piano in questo senso (per capirlo Una Musa suona la lira sul monte Elicona, scritto in basso sulla destra. Ai suoi piedi c è un uccellino. Vaso del 440 a.c. RCS LIBRI EDUCATION SPA

13 1. La peste e l ira (libro I) 13 dal primo istante in cui una lite divise l Atride, signore di popoli, ed Achille divino. meglio,vedi l episodio finale del primo libro). v. 7. Atride, cioè figlio di Atreo, è Agamennone, signore di Micene, capo della spedizione degli Achei. Achille è definito divino : l aggettivo, che spesso accompagna nomi di eroi, di donne nobili e di parti essenziali del cosmo, come il mare e l aurora, indica il legame dei personaggi mitici con le divinità e allude in particolare alla gloria e allo splendore, alla luminosità che alcuni esseri umani e naturali possiedono, come un riflesso divino. La musa del canto epico L Iliade si è formata dopo secoli di tradizione epica, soprattutto orale. I cantori, detti aedi, componevano i loro canti improvvisandoli secondo la situazione e le richieste degli ascoltatori; essi si basavano su un ampio repertorio di fatti mitici, schemi di racconto, formule appropriate per i personaggi, che potevano in parte variare. La loro arte consisteva nel trovare materiali all interno della tradizione e comporli, combinarli in una sintesi nuova. Gli ascoltatori, a loro volta, conoscevano a grandi linee i fatti principali, gli eroi e gli dèi, ma potevano aspettarsi ogni volta qualche novità nella composizione, nell organizzazione delle vicende, nel modo di narrarle. Quando l Iliade prese forma, si costituì come ampia e nuova sintesi di una ricca tradizione in cui il poema affondava le sue radici, che si perdevano in un passato remoto. Come sempre, per spiegare un attività imponente e superiore alle capacità del singolo essere umano, la mentalità greca arcaica presupponeva l opera di una divinità accanto a quella dell individuo: in questo caso si tratta della Musa del canto epico, figlia della dea della memoria. L autore del poema si eclissa di fronte ad essa; la dea stessa è chiamata a cantare l episodio introduttivo del poema e quindi l intera opera. L invocazione alla Musa era, comunque, anch essa parte della tradizione. L autore condivide la concezione, che ricorre tante volte nel poema, di un doppio livello di intervento, umano e divino, che concorre nel realizzare ogni opera importante. È interessante notare che sono in gioco divinità femminili: la Musa e la dea della memoria, Mnemosyne. L antica cultura greca si dimostra consapevole dell aspetto femminile connesso con la creazione artistica e del ruolo che le donne svolgevano all interno della famiglia come narratrici e custodi della tradizione mitica. COMPRENSIONE E ANALISI L aedo e il suo pubblico Il poeta presuppone che i suoi ascoltatori conoscano a grandi linee le vicende mitiche della guerra di Troia e degli eroi che ne furono protagonisti; vicende affidate alla memoria dei cantori e, in ultima analisi, alle dee del canto poetico. Gli ascoltatori si possono aspettare, però, novità anche rilevanti nella selezione, concatenazione, rappresentazione dei fatti. Egli non intende narrare tutta la guerra, in ordine cronologico, ma opera una prima selezione: inizia col racconto dell ira di Achille, che si supponeva avvenuta nel nono anno del mitico assedio, dopo numerose battaglie e conquiste di città minori, mentre Troia resisteva tenacemente; intorno a questo episodio intende concentrare la narrazione dei giorni decisivi, i più contrastati, drammatici e violenti, dell intera guerra. La figura di Achille assume un rilievo determinante; il fatto che egli si ritiri dalla guerra provocherà ai Greci i mali peggiori e innescherà conseguenze fatali per tutti i combattenti. Gli ascoltatori si aspettano un poema di guerra, carico di tensione e di lutti. Il poeta preannuncia l episodio iniziale e le sue conseguenze, ma esse sono lasciate, per ora, abbastanza indeterminate: si segnalano i lutti degli Achei, ma gli effetti dell ira di Achille sull in-

14 14 Iliade PRIMA PARTE L ira di Achille e l offensiva troiana sieme dei combattenti si affacciano solo nelle immagini potenti e sinistre della folla di anime che scendono nell Ade, mentre i corpi giacciono esposti all attacco degli animali predatori. Esseri umani, esseri divini Come sempre l azione è vista contemporaneamente sul piano umano e su quello divino: le conseguenze dell ira di Achille sono dovute anche al piano di Zeus. Sia la figura dell eroe che quella del dio supremo sono perciò all origine della sconfitta dei Greci e degli eventi luttuosi che ne deriveranno, secondo una concatenazione fatale. La potenza guerriera e quella divina suscitano ammirazione, per la loro capacità di determinare eventi grandiosi, ma anche terrore, per gli effetti catastrofici che ne possono derivare. Laboratorio 1. Quali eroi vengono citati nella protasi? Quale conflitto si preannuncia e con quali conseguenze? 2. Quali personaggi divini vengono citati? Qual è la funzione delle Muse? Quale ruolo assume Zeus nei confronti delle vicende umane, in questi primi versi? 2. La peste (Libro I, vv. 8-52, trad. di G. Cerri) Il dio Apollo ha scatenato una pestilenza nel campo degli Achei in seguito all offesa ricevuta da un suo sacerdote, Crise, che vi si era recato per riscattare la figlia presa prigioniera, ma era stato respinto in malo modo da Agamennone, padrone della ragazza. Epica greca Iliade Ma chi fu tra gli dèi, colui che li spinse a contesa? Fu il figlio di Leto e di Zeus: adiratosi contro il re, 10 scatenò sull esercito un morbo maligno, e la gente moriva, perché il figlio di Atreo non aveva fatto onore a Crise, suo sacerdote; venne costui alle rapide navi degli Achei per riscattare la figlia, portando un compenso ricchissimo, aveva in mano le bende di Apollo saettatore, 15 intorno allo scettro d oro, e pregava tutti gli Achei, più degli altri i due Atridi, ordinatori di popoli: v. 9. Leto (o Latona) e Zeus erano secondo il mito i genitori divini di Apollo, importante dio greco. Nell Iliade egli è già associato alla cetra e quindi alle arti, ma soprattutto è il dio arciere, il saettatore le cui frecce possono colpire i mortali con malattie fulminee o epidemiche; protegge la città di Troia e sostiene i suoi combattenti. v. 11. Agamennone non ha reso a Calcante l onore dovuto e il dio, offeso nella persona del suo sacerdote, si vendica contro l intera collettività dei Greci. Il sacerdote Crise appartiene a una popolazione dell Asia minore; sua figlia, Criseide, era stata fatta prigioniera durante la conquista di Tebe Ipoplacia. v. 14. Il sacerdote sottolinea la sua autorità sacrale presentando le bende del dio, che venivano usate durante i rituali come paramenti sacri. v. 16. I due Atridi, cioè figli di

15 1. La peste e l ira (libro I) 15 «Atridi e voi altri Achei, che portate solide gambiere, vi concedano gli dei, che hanno casa in Olimpo, di abbattere la città di Priamo, ed un felice ritorno in patria; 20 ma liberate a me la figlia amata, accettate il riscatto, onorando il figlio di Zeus, Apollo saettatore». Allora, fra gli Achei, tutti gli altri acclamarono: rispettare il sacerdote, accettare il riscatto splendido; ma non era d accordo Agamennone Atride, 25 che lo scacciava malamente, faceva una dura ingiunzione: «Vecchio, che io non ti colga presso le navi ricurve, né ora ad indugiarvi né poi a tornarvi di nuovo: non ti sarebbe d aiuto lo scettro né la benda del dio! Lei, io non la libero: dovrà prima invecchiare 30 nella mia casa, in Argo, lontano dalla patria, intenta al telaio e pronta al mio letto. Ma vattene, non m irritare, fa di tornartene sano». Disse così, il vecchio ebbe paura ed obbedì al comando: s avviò in silenzio lungo la riva del mare sonoro 35 e molto poi, venuto in disparte, il vecchio pregava Apollo signore, figlio di Leto dalla splendida chioma: «Prestami ascolto, dio dall arco d argento, che proteggi Crisa e Cilla divina e regni potente su Tenedo, Sminteo, se mai t ho eretto un bel tempio, 40 se mai ho bruciato per te le cosce grasse di tori o di capre, esaudisci a me questa preghiera: che i Danai paghino le mie lacrime sotto i tuoi strali!». Così diceva pregando; lo ascoltò Febo Apollo e scese giù dalle cime d Olimpo, adirato nel cuore, Atreo, sono Agamennone e Menelao, capi della spedizione. v. 19. Priamo è il potente sovrano di Troia, padre di cinquanta figli. vv La folla dei guerrieri greci esprime assenso alle parole del sacerdote, per motivi di rispetto e, forse, anche per convenienza economica; questo parere unanime, però, non è vincolante per il capo della spedizione, Agamennone, che afferma con arroganza i suoi interessi e il suo prestigio contro il sacerdote e contro la volontà dei guerrieri. vv La ragazza, assegnata ad Agamennone come preda di guerra, nelle intenzioni del suo padrone dovrà trascorrere la vita intera in condizione di asservimento, come schiava addetta al telaio e concubina forzata. vv Crisa e Cilla erano località e templi sacri ad Apollo situati nella costa occidentale della Troade; Tenedo era una piccola isola vicina alla costa, sede di un tempio eretto in onore di Apollo Sminteo. L epiteto del dio non è del tutto chiaro: forse è collegato con la parola greca che indica il topo, forse deriva da un altra città della Troade, Sminte. La presenza di tutti questi santuari di Apollo nella RCS LIBRI EDUCATION SPA Troade è in rapporto con la protezione che, secondo il racconto mitico, il dio accorda ai Troiani e ai loro alleati. v. 40. Il sacrificio in onore degli dèi consisteva nel bruciare le ossa delle cosce degli animali, avvolte da uno strato di grasso. Si supponeva che il fumo salisse fino agli dèi celesti e fosse loro gradito. v. 43. Febo: antico epiteto di Apollo, usato spesso anche come nome del dio; significa splendente o puro. v. 44. L Olimpo è la più alta montagna della Grecia ed era la sede, secondo il mito, degli dèi celesti.

16 16 Iliade PRIMA PARTE L ira di Achille e l offensiva troiana 45 portando l arco sulla spalla e la faretra tutta chiusa; tintinnarono le frecce sulle spalle di lui adirato, mentre si muoveva; scendeva simile alla notte. Poi si fermò a distanza dalle navi e vibrò un dardo: sinistro fu il sibilo dell arco d argento. 50 All inizio colpiva i muli ed i cani veloci; ma poi, su loro stessi scagliando il dardo appuntito, li bersagliava: senza posa, fitti, bruciavano i roghi dei morti. Per cercare di risolvere la situazione Achille convoca l assemblea dei guerrieri, in cui l indovino Calcante, rassicurato dalla sua protezione, rivela le cause dell ira di Apollo e propone di rendere al padre la giovane Criseide. v. 45. faretra: contenitore delle frecce. v. 52. Il rituale funerario si compie, nel racconto epico, con l incinerazione: i corpi sono dati alle fiamme su cataste di legna, poi le ossa vengono raccolte e poste in un urna. Onore e vendetta Nella società omerica non esistono leggi scritte, ma solo norme tramandate a voce, delle quali si fanno interpreti re, capi guerrieri e sacerdoti. Nella mentalità dell aristocrazia guerriera il codice d onore è la fondamentale guida nei rapporti umani. Un offesa arrecata in modo diretto o indiretto alla persona di un essere potente, uomo o dio, costituisce una potenziale diminuzione del suo onore; lo strumento principale per ristabilire l onore è la vendetta, che arreca all offensore e alla Particolare della statua di Apollo dal frontone del tempio di Zeus a Olimpia, edificato nel IV secolo a.c. sua collettività un danno almeno uguale, o superiore, a quello subito. L onore di ciascuno coincide, in fondo, col suo potere, inteso nel senso più ampio: capacità, prerogative, possessi, autorità, considerazione pubblica, stima. Il tema dell onore è fondamentale nell Iliade. Achille è particolarmente sensibile all onore personale; Ettore è sempre guidato dalla volontà di avere la stima del suo popolo compiendo verso uomini e donne di Troia i propri doveri di capo militare e di principe erede al trono. Il codice dell onore perciò motiva il comportamento di guerrieri e di dèi. Come vediamo in questo episodio, il dio Apollo è stato offeso nella persona del suo sacerdote, Crise; perciò si vendica contro tutta la collettività achea, scagliando le frecce mortali. Inoltre il dio intende ristabilire la propria autorità divina contro una prevaricazione operata da un mortale, Agamennone. Nel mondo omerico sulle responsabilità morali individuali prevale una forma di responsabilità collettiva, oggettiva, che coinvolge per intero le popolazioni negli eventuali errori o prevaricazioni o torti di un singolo membro del gruppo, tanto più se si tratta di un capo. È evidente, tuttavia, anche la volontà del dio di colpire indirettamente lo stesso Agamennone, provocando la morte dei suoi guerrieri e il violento dissidio con Achille.

17 1. La peste e l ira (libro I) 17 COMPRENSIONE E ANALISI Uno dei rari flash-back del poema Il poeta introduce subito i personaggi umani e divini che hanno determinato gli antefatti dell ira di Achille e costruisce una breve narrazione retrospettiva (un flash-back nel linguaggio del cinema). Come sempre avviene nell Iliade, la scena presenta in azione coppie di personaggi e di situazioni contrastanti: qui vediamo il sacerdote, portatore di importanti insegne sacrali, contrapposto al prepotente signore di eserciti; il dolore del padre umiliato, che trova però la sua vendetta nell azione del dio; la folla dei guerrieri greci esposta prima all arbitrio del capo Agamennone, poi alle frecce mortali del dio. Splendore e terrore nelle figure divine ed eroiche La potenza divina di Apollo è rappresentata, come già si era notato nei primi versi del poema, con ammirazione e terrore: il dio che scende come la notte porta inesorabile rovina all esercito greco. I possibili spunti di riflessione morale l invito al rispetto degli dèi, la critica alla prepotenza di Agamennone restano impliciti nella narrazione, che mette in evidenza soprattutto lo scontro tra forze contrapposte, umane e divine. Il mondo appare dominato da una logica inesorabile che produce contrasti continui; sia gli uomini che gli dèi sono spinti dalla volontà di affermare ciascuno il proprio potere (onore, affetti, prerogative, possessi personali) e queste diverse volontà cozzano tra di loro provocando tensioni. Apollo e Artemide fanno strage dei figli di Niobe, colpevole di avere sparlato della loro madre Latona. Laboratorio 1. Il testo contrappone Agamennone e Crise. Raccogli le informazioni relative alla condizione sociale e ai poteri particolari dei due personaggi, che sono evidenti anche negli epiteti che accompagnano i nomi e negli oggetti personali, simboli di prerogative. 2. Nel testo compare anche la massa anonima dei soldati achei, che non esprimono le loro ragioni con discorsi, ma solo con gesti e acclamazioni. Ritrova e sottolinea nel testo questi particolari. A chi danno il loro consenso? Chi si oppone a loro, e in base a quali ragioni?

18 18 Iliade PRIMA PARTE L ira di Achille e l offensiva troiana 3. L ira di Achille (Libro I, vv , trad. di G. Cerri) Agamennone accetta di restituire Criseide purché gli si dia subito un altra prigioniera; alle obiezioni di Achille replica minacciando di prendere l ancella di uno dei capi greci. Divampa allora l ira di Achille, che lo accusa di prevaricazione e minaccia di andarsene; l Atride decide di prendersi proprio Briseide, già assegnata ad Achille. Questi, sdegnato, giura di ritirarsi dalla battaglia. Epica greca Iliade Così detto, si mise a sedere; e fra loro si alzava l eroe figlio di Atreo, il molto potente Agamennone, furibondo; i suoi neri precordi erano gonfi di rabbia, fiamma che lampeggia sembravano gli occhi; 105 guardò subito male Calcante e gli disse: «Profeta di sciagure, mai hai detto a me cosa gradita; sempre ti piace nel cuore vaticinare malanni, una parola buona non la dicesti mai, non le desti corso! Ed ecco che ora fra i Danai divinando sostieni 110 che per questo il Saettatore procura loro dolori, perché non volli accettare lo splendido riscatto della giovane figlia di Crise, ché molto desidero tenermela in casa: più di Clitemnestra la stimo, della mia sposa legittima, ché non è da meno di lei, 115 né di corpo né di statura né di animo né di bravura. Tuttavia io voglio ridarla, se questo conviene: che sia salvo l esercito, scelgo, non che perisca; ma preparatemi subito un premio, ch io non sia il solo a restare senza compenso fra gli uomini d Argo, ché non è bene: 120 questo tutti voi lo vedete, il premio che mi va in malora!». Gli rispondeva allora Achille divino dal piede veloce: «Gloriosissimo Atride, fra tutti il più avido, come possono darti un premio gli Achei generosi? v Ha parlato l indovino Calcante. v precordi: il diaframma e i tessuti intorno al cuore; indica le emozioni, i sentimenti, ma anche i pensieri e la mente. vv Agamennone allude a una vicenda precedente: la flotta in partenza per Troia era bloccata in porto da Artemide, irata contro i Greci, e l indovino aveva predetto che solo il sacrificio di Ifigenia, figlia di Agamennone, avrebbe placato la dea. vv Clitemnestra: la moglie di Agamennone, madre di Ifigenia, Elettra e Oreste. Agamennone dichiara pubblicamente di stimare Criseide più della sposa legittima. vv Agamennone esige RCS LIBRI EDUCATION SPA immediatamente un altro premio per compensare la restituzione di Criseide: la distribuzione delle prede di guerra tra i nobili premia ed esalta il loro onore, e il suo verrebbe gravemente compromesso se lui solo restasse senza. v Achille sottolinea la gloria di Agamennone, ma anche la sua avidità.

19 1. La peste e l ira (libro I) 19 Non ce ne sono molti, che noi sappiamo, ancora in comune: 125 quanto nelle città predammo, tutto è diviso, e non va che l esercito lo rimetta insieme, a spartirlo di nuovo. Ma lei adesso cedila al dio; in seguito noi altri Achei tre, quattro volte ti ricompenseremo, se pure Zeus un giorno ci darà di espugnare la città di Troia dalle belle mura!». 130 A lui di rimando diceva il potente Agamennone: «No, per quanto valente, Achille divino, non ingannarmi così, con l astuzia, non me la fai, e non mi convinci. vv La spedizione achea ha comportato nel corso degli anni saccheggi e conquiste di numerose città e isole della Troade e dell Asia, alleate dei Troiani o semplicemente esposte alle razzie dei guerrieri; la divisione del bottino è stata fatta secondo le norme e sarebbe impossibile farla di nuovo. v cedila al dio: restituiscila al padre, dato che il dio lo impone. Donne e dee L Iliade, in complesso, rappresenta una società fortemente patriarcale; in particolare, in questo primo libro, troviamo un predominio maschile pressoché assoluto, che riguarda il mondo umano e che trova ripercussioni anche in quello divino. Il privilegio maschile, caratteristica comune delle società indoeuropee, si esalta ulteriormente nelle situazioni militari e in particolare nella collettività degli Achei, che vivono lontani dalle proprie mogli e figlie e convivono con schiave. Achille parla di Briseide come del suo premio; essa e Criseide sono oggetti e strumenti della competizione tra gli uomini, simboli del prestigio maschile. È possibile che verso di loro nascano sentimenti d amore nei confronti dei rispettivi padroni, e che siano magari ricambiati; ma tali sentimenti non hanno spazio nei discorsi dei guerrieri, in cui predomina ossessivamente la ricerca dell onore. Le donne, in questo libro, non parlano e non possono esprimere apertamente una propria volontà. La società guerriera rispecchiata nell Iliade assegna grande potere ai maschi adulti, di condizione nobile, capaci di imporsi con le armi. In contrasto con queste donne mortali, che sono per di più prigioniere di guerra, le divinità femminili dimostrano potenza e intraprendenza: Era, Atena, Teti. Anche le dee, però, sono meno potenti delle divinità maschili: Teti è stata costretta a sposare un mortale; Era, durante la sua lite con lo sposo divino, viene minacciata e costretta al silenzio. Nel corso del poema vedremo alcuni sviluppi nella situazione delle figure femminili, donne e dee. Le divinità femminili continuano per tutto il corso dell azione a sviluppare i propri piani, che però non possono prevalere sulla volontà di Zeus; d altra parte, tutti i piani di esseri divini si confrontano con la forza superiore del destino, la sola realtà veramente determinante. Troveremo una diversa configurazione dei rapporti tra uomini e donne all interno della collettività troiana, in cui le donne sono pure subordinate ai guerrieri, ma hanno maggiore importanza in quanto madri e mogli; i loro sentimenti e giudizi contano di più, anche a livello sociale. Vaso per unguenti del IV secolo a.c.

20 20 Iliade PRIMA PARTE L ira di Achille e l offensiva troiana Epica greca Iliade Dunque tu vuoi, per tenerti il tuo premio, che io invece così ne resti privato, e mi esorti a restituire costei? 135 Certo, se mi daranno un premio gli Achei generosi, adeguandolo al mio desiderio, che sia di pari valore! Ma se non lo danno, me lo vengo a prendere io stesso, o quello tuo o il premio di Aiace o quello di Odisseo, me lo prendo e me lo porto; e si terrà la rabbia colui da cui vado. 140 Ma su, a questo penseremo anche dopo, ora invece una nave nera, via, tiriamo nel mare divino, mettiamoci rematori a sufficienza, e un ecatombe imbarchiamo, e lei stessa, Criseide dalle belle gote, facciamo salire; uno sia capo, un uomo assennato, 145 Aiace o Idomeneo o il divino Odisseo, o tu, Pelide, di tutti il più micidiale, per propiziarci il Saettatore, compiendo i riti». A lui, guardandolo storto, disse Achille, veloce nei piedi: «Ah, rivestito d impudenza, esoso nell anima, 150 come può volentieri un Acheo obbedire ai tuoi comandi, per mettersi in marcia o affrontare con forza i nemici? Io non sono venuto per i Troiani armati di lancia a combattere qui, ché di nulla mi sono colpevoli: non m hanno certo rubato le vacche e nemmeno i cavalli, 155 né mai sono stati a Ftia, fertile popolosa, a devastare i campi, perché tra qui e lì ci sono troppi monti ombrosi e mare fragoroso; ma te, sfrontatissimo, abbiamo seguito, per i tuoi comodi, a mietere gloria per Menelao e per te, faccia di cane, 160 a danno dei Troiani; del che non ti curi né ti preoccupi, e invece tu proprio minacci di togliermi il premio per cui molto ho penato, e me l hanno donato i figli degli Achei. Mai ho un premio pari a te, quando gli Achei distruggono una città ben popolata dei Troiani; 165 ma la maggior parte della guerra faticosa la fanno le mani mie; se poi una volta c è da dividere, vv Agamennone sottolinea la sproporzione che si verrebbe a creare tra sé e Achille, sia nel possesso del bottino che nell onore, e non sopporta l attesa di un risarcimento successivo, collegato a un fatto non ancora certo (la conquista di Troia). v Aiace, re di Salamina, è il più forte degli Achei, dopo Achille; Odisseo (o Ulisse), re di Itaca, era famoso per la sua astuzia. vv. 149 e ss. Achille accusa Agamennone di avidità e mancanza di riguardo verso i propri guerrieri, che come lui lo hanno seguito per motivi di solidarietà e di onore, per ottenere adeguata ricompensa e riconoscimento. vv Emerge dalle parole di Achille un contrasto ancora più radicale: egli si vede attribuire, nella spartizione del bottino, una parte minore di quella che spetta

21 24 Iliade PRIMA PARTE L ira di Achille e l offensiva troiana COMPRENSIONE E ANALISI Epica greca Iliade La regalità Tutti gli eroi possono avere il titolo di re, anche se con un grado diverso di potere. Calcante, tuttavia, ha accennato a un uomo che domina su tutti gli Achei, alludendo perciò, implicitamente, al capo dell intera spedizione. Nella società micenea esisteva la figura di un sovrano, detto wanax, dotato di autorità superiore; Agamennone conserva, nella tradizione epica, un eco di questo potere. Egli, tuttavia, nel poema deve costantemente fare i conti con gli altri nobili guerrieri, che non esitano a criticare le sue decisioni e possono contestare la sua posizione di predominio, o minacciare di allontanarsi dalla spedizione se si ritengono poco onorati. Ritratto di giovane donna, risalente al VI secolo a.c., proveniente dall acropoli di Atene. Mogli e concubine Agamennone sostiene pubblicamente, in mezzo all assemblea guerriera, di amare e stimare Criseide più della sposa, Clitemnestra, sorella di Elena e madre dell infelice Ifigenia, sacrificata per propiziare la partenza della flotta greca. Con queste parole l Atride intende sottolineare l importanza che ha per lui la giovane prigioniera, e quindi la gravità della privazione che subisce, ma nello stesso tempo offende la sposa lontana. Nel mondo omerico i nobili possono avere concubine e hanno tutti i diritti sessuali nei confronti delle ancelle (prigioniere di guerra, schiave acquistate o figlie di schiavi), ma devono mantenere alla sposa legittima una posizione di indubbio maggiore prestigio e onore. Secondo il mito, Clitemnestra avrebbe a sua volta tradito il marito e organizzato, insieme all amante Egisto, l uccisione di Agamennone al suo rientro da Troia. Ne sarebbe derivata una serie di sciagure: Oreste avrebbe poi ucciso la madre per vendicare l uccisione del padre e avrebbe incontrato la follia per questo gesto. Il dono o premio d onore La collettività dei guerrieri distribuisce il bottino sulla base dei meriti e del prestigio di ogni combattente; ha una grande importanza l attribuzione delle prigioniere di guerra più belle e nobili. Dal testo omerico risulta che la distribuzione della preda veniva fatta tenendo conto del contributo dato di volta in volta dal singolo combattente, ma anche del prestigio, del potere, dello status di cui il nobile godeva in generale. Perciò Agamennone, che per dispotico orgoglio non ha voluto accettare i beni offerti come riscatto dal sacerdote Crise, si offende per la proposta di Achille, che vuole indurlo a rinunciare a Criseide, e minaccia per ritorsione di prendersi Briseide, il dono attribuito ad Achille. Altrettanto grave, ma per di più immotivata, è per Achille la sottrazione della giovane schiava che rappresenta il suo prestigio e il suo onore di fronte all esercito acheo, che gliel ha donata. RCS LIBRI EDUCATION SPA Un mondo attraversato dal conflitto L insanabile contrasto che si scatena tra i due guerrieri mette in evidenza i ruoli, le ragioni, le motivazioni di entrambi, in un duello verbale che conserva la carica aggressiva di uno scontro militare. Agamennone si considera deposi-

22 1. La peste e l ira (libro I) 25 tario di un potere sovrano che intende confermare affermando la propria supremazia su tutti, dispoticamente: all avidità personale si aggiunge la ricerca costante della sottomissione degli altri. Egli rappresenta un potere monarchico, che si giustifica in quanto proveniente da Zeus; ma Achille mette in discussione il suo predominio e cerca di affermare un primato diverso, basato sul valore individuale e sul riconoscimento dei meriti personali. Achille esprime in sostanza il codice dell aristocrazia greca: il nobile guerriero deve essere onorato per il suo contributo effettivo; il sovrano non ha di per sé un diritto superiore, può essere criticato, sminuito nella gloria e nel compenso materiale. Achille resta isolato; egli si contrappone, oltre che ad Agamennone, agli altri capi che hanno assistito in silenzio alla contesa; si ritira dalla guerra, ma non si toglie del tutto dal contesto guerriero. Egli desidera ardentemente la sconfitta degli Achei come conferma della propria indispensabilità, si attende una riparazione che Atena abilmente gli prospetta. Troviamo in questa situazione altri elementi Epiteti ed espressioni formulari Il linguaggio omerico è intessuto di formule che si ripetono e di aggettivi ricorrenti che accompagnano nomi propri o realtà umane e divine. Queste caratteristiche confermano l origine orale del poema; l antico cantore componeva sulla base di un ricco repertorio memorizzato che comprendeva schemi di episodi e formule già pronte per essere inserite nei versi tipici della metrica epica greca, gli esametri. Ne vediamo esempi anche in questo episodio. «Achille divino dal piede veloce»: il nome di Achille è accompagnato da due epiteti; il primo sottolinea la nobiltà e l origine divina dell eroe (così come l espressione «caro a Zeus» del v. 74), il secondo, che viene tradotto in italiano con un complemento di qualità, indica una capacità essenziale per un guerriero, la velocità nell inseguire il nemico o nel sottrarsi ad esso. Questo epiteto viene attribuito, nell Iliade, solo ad Achille. Il nome di Agamennone può essere accompagnato dal patronimico, Atride, o da epiteti che ne sottolineano il potere, come signore di popoli (v. 7), ordinatore di popoli (v. 16), potente (v. 130), o sovrano (v. 172). Per sottolineare la particolare solennità e autorità del personaggio, gli epiteti possono comparire insieme (per esempio al v. 102). Questi epiteti erano, evidentemente, associati ai rispettivi eroi da tutta la tradizione epica. In questo episodio la martellante ripetizione di aggettivi che sottolineano per Achille la nobiltà, l origine divina e il valore, mentre per Agamennone ribadiscono la sovranità e il potere, contribuisce a chiarire l origine della contesa tra i due eroi. La stessa cosa vale per gli epiteti che accompagnano i nomi delle divinità. Apollo è definito tramite i nomi delle due divinità che lo hanno generato (v. 9) e dagli epiteti Febo (v. 43), che significa probabilmente splendente o puro ; signore (v. 36), associato a «che scaglia lontano i suoi dardi» (v. 75), sinonimo di dio dall arco d argento (v. 37) e di Saettatore (v. 96). La dea Atena è definita dagli occhi azzurri (o lucenti) che l accostano alla civetta, l animale tradizionalmente associato a lei. Questo sguardo è particolarmente intenso e luminoso, segnala la potenza meravigliosa e temibile della dea (si veda il v. 200). La dea dalle bianche braccia, come le parole che volano del v. 201 e la dea dagli occhi azzurri del v. 206, sono esempi di espressioni formulari, cioè associazioni tipiche, costanti, tra un nome e le sue espansioni, che ne indicano le qualità permanenti. Il testo omerico, nato dalla recitazione orale, è fitto di formule, più o meno ampie, che facilitavano la composizione perché costituivano segmenti di versi già pronti sul piano della metrica e ben noti agli ascoltatori. A volte si incontrano versi interi, o gruppi di versi, che si ripetono. Le bianche braccia erano un segno di grande bellezza e di nobiltà; l epiteto formulare viene perciò attribuito spesso ad Era, regina degli dèi, o a donne regali (Elena, Andromaca, Nausicaa). L espressione «parole che volano» sottolinea la rapidità, e a volte la fugacità, oppure l effetto immediato, dei discorsi che attraversano l aria e raggiungono l ascoltatore come se fossero frecce. Un altro epiteto di Atena è Pallade. Si può facilmente rilevare nel testo la presenza dei versi formulari: per esempio, ogni discorso diretto è chiaramente inserito fra due versi, che ne indicano l inizio e la conclusione.

23 82 Iliade PRIMA PARTE L ira di Achille e l offensiva troiana Uno sguardo d insieme sulla prima parte dell Iliade Epica greca Iliade 1 CONOSCENZE a) Personaggi e trama del poema 1. Ricostruisci un quadro sintetico dei personaggi comparsi finora nel poema, distinguendo: a) esseri mortali e divinità b) personaggi maschili e femminili c) Achei (e divinità che li sostengono) e Troiani (con i popoli alleati e le divinità amiche). A volte si può discutere sulla collocazione di un personaggio. Come collocheresti il dio Zeus? 2. Rivedi le sintesi degli episodi e componi un testo ancora più sintetico (due pagine di quaderno al massimo) della trama del poema in questa prima metà. Ti consigliamo di indicare per prima cosa il piano di Zeus e le ragioni che lo hanno provocato, poi gli episodi che ne rallentano l attuazione, infine i fatti che iniziano a realizzarlo. b) Elementi della cultura greca arcaica 3. Rileggi le schede di. Come vedevano il mondo divino i Greci dell età arcaica? Definisci inoltre oralmente il significato dell onore e della vergogna, della libertà e della schiavitù, dei ruoli maschili e femminili nell antica cultura greca, riportando esempi tratti dai testi della prima parte del poema. c) Stile e modi della composizione in Omero 4. Rileggi le schede di COMPOSIZIONE E STILE e trova nei testi altri esempi di similitudini e di epiteti formulari. 2 COMPETENZE a) Parafrasare Parafrasare significa riformulare (oralmente o per iscritto) il testo poetico omerico in forma di prosa, senza cambiare né il contenuto né il significato, ma con la possibilità di modificare alcuni aspetti della costruzione della frase e del lessico secondo le scelte più comuni del linguaggio italiano medio (scritto oppure orale). Come vedi si tratta di un attività apparentemente semplice, anche perché le traduzioni che ti sono state presentate utilizzano un linguaggio piuttosto moderno; però la parafrasi richiede attenzione e un po di esercizio in classe, per accordarsi sul registro da usare nelle scelte linguistiche (né troppo informale, colloquiale e vicino al gergo giovanile, né troppo sofisticato, complicato e antiquato) e per decidere insieme come trattare alcuni aspetti caratteristici dello stile omerico, come gli epiteti formulari. b) Riconoscere la struttura fondamentale del poema L Iliade ha una struttura duale che si rispecchia in tutti gli episodi. Utilizzando anche le proposte inserite nei Laboratori al termine degli episodi, ricostruisci le coppie di personaggi o di situazioni accostate o contrapposte nel poema. 3 CAPACITÀ a) Riscrivere e reinventare I testi omerici, come sai, sono frutto di una lunga rielaborazione orale che ha comportato molte varianti, e nei miti greci compaiono anche narrazioni diverse sugli stessi personaggi e sulle stesse situazioni. Inoltre molti autori successivi a Omero, sia nella cultura

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