Global Fraud Report. Risultati della ricerca condotta dall Economist Intelligence Unit (EIU)

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1 Edizione Annuale 2011/12 Global Fraud Report Risultati della ricerca condotta dall Economist Intelligence Unit (EIU) La paura di subire frodi è in aumento a livello globale Il furto di informazioni rimane una minaccia seria Le aziende si mostrano impreparate alle nuove normative Le aziende non hanno ancora implementato strategie anti-frode efficaci An Altegrity Company

2 Qualche parola sulla ricerca Nel corso del Global Fraud Survey, la ricerca commissionata ogni anno da Kroll e condotta dall Economist Intelligence Unit nei mesi di giugno e luglio 2011, sono stati intervistati senior manager, diversi per provenienza geografica, tipologia industriale e funzioni svolte. L analisi dell Economist Intelligence Unit sarà citata per esteso nel presente rapporto. I risultati ottenuti sono stati successivamente vagliati da Kroll. Come negli anni precedenti, l esito dell indagine afferisce a una vasta gamma di settori, tra cui meritano una menzione speciale: servizi finanziari, servizi professionali, vendita al dettaglio e all ingrosso, tecnologia, media e telecomunicazioni, sanità e farmaceutica, viaggi, tempo libero e trasporti, beni di consumo, settore edile, ingegneristico e delle infrastrutture, risorse naturali e industria manifatturiera. I senior manager intervistati sono, per il 47%, dirigenti di alto livello. Metà di essi rappresenta aziende con introiti annuali superiori ai 500 milioni di dollari. Il campione esaminato quest anno proviene per il 23% dal Nord America, per il 24% dall Europa, per il 28% dalla regione Asia-Pacifico, per l 11% dall America Latina e per il 15% da Medio Oriente/Africa. Il rapporto di seguito presentato raccoglie i risultati dell indagine, arricchiti dall esperienza e dalla competenza di Kroll e di aziende affiliate appositamente selezionate. Alla sua stesura hanno contribuito l Economist Intelligence Unit e terzi. Kroll desidera ringraziare l Economist Intelligence Unit, il Dott. Paul Kielstra e tutti gli autori per aver contribuito alla stesura. I valori sono espressi in dollari statunitensi.

3 Contenuto Rapporto sulle frodi mondiali Contenuto introduzione Tom Hartley, Direttore Generale Business Intelligence & Investigations...4 Panoramica dell Economist Intelligence Unit Frodi in aumento...5 Uno sguardo sulla frode Affaticamento da frode...9 Panoramica geografica...10 Il quadro normativo Riforma del Foreign Corrupt Practices Act (FCPA)...12 Investire nei BRIC: Serve una due diligence ancora più attenta...14 Contributo speciale Recupero di Beni Sovrani...16 Analisi regionale: Americhe Nord-America overview...18 Quando la frode è un problema interno: Cinque punti da considerare..19 I rischi di violazione del quadro normativo derivanti da una due diligence inadeguata...21 Say-on-pay nel 2012: Un immagine vale più di mille parole...23 Canada overview...24 Il Canada moltipica gli sforzi anticorruzione...25 America latina overview...27 Condizioni di disparità in America Latina...28 Messico overview...30 Sradicare il fenomeno delle frodi dopo aver acquisito società attive nell industria brasiliana dello zucchero e dell etanolo...31 Frodi nei bilanci patrimoniali: Una piccola voce di bilancio può essere causa di grossi guai...32 Analisi Regionale: Asia-Pacifico Sud-est Asiatico overview...34 Le frodi nelle catene di approvvigionamento e fornitura in Asia...35 Cina overview...37 Lo screening dei fornitori: la compliance come strada verso un azienda migliore...38 Quando sorvegliare non basta: i revisori non sono cacciatori di frodi...40 India overview...42 La corruzione e il boom delle infrastrutture in India...43 Analisi regionale: emea Europa overview...45 La minaccia più grave agli istituti finanziari proviene dall interno...46 Indagini aziendali in regimi severi di privacy: Il caso dell Italia...48 Medio Oriente overview...50 Corruzione e frodi sulle vendite nel Golfo Consigli pratici...51 Africa overview...53 Africa: Ci siamo...54 Sintesi dei settori Sintesi per Settore dei Profili di Frode...57 Contatti Principali contatti regionali a Kroll...59 Economist intelligence unit Industry analysis Tecnologia, media e telecomunicazioni...20 Beni di consumo...22 Risorse naturali...26 Industria manifatturiera...33 Sanità, farmaci e biotecnologie...36 Commercio al dettaglio,...39 all ingrosso e distribuzione Servizi professionali...41 Servizi finanziari...47 Edilizia...52 Viaggi, tempo libero e trasporti...56 Edizione Annuale 2011/12 3

4 Introduzione Introduzione Ogni azienda deve confrontarsi con il rischio di frode. Il tipo di risposta la natura dell approccio alla prevenzione, al rilevamento, all indagine e alla divulgazione distinguerà una gestione accurata da una a rischio di perdite ingenti. Le società che operano in paesi, contesti giuridici e culture diversi affrontano sfide e rischi complessi durante lo sviluppo delle loro attività. La quinta edizione del Global Fraud Report di Kroll, redatto in collaborazione con l Economist Intelligence Unit, illustra la rapidità con cui si evolve la minaccia delle frodi e rafforza il vantaggio finanziario diretto per le organizzazioni che gestiscono attivamente i rischi di frode. Una novità positiva del rapporto di quest anno è il calo nella diffusione generale delle frodi, dall 88% delle persone intervistate vittime di frode negli ultimi 12 mesi al 75%. Tuttavia, si stanno diffondendo alcune tipologie di frode: in particolare, i conflitti di interesse nella gestione, le frodi nella catena di approvvigionamento, quelle finanziarie interne e la corruzione stanno diventando sempre più preoccupanti. Le aziende devono restare vigili, in quanto le frodi oggi sono strutturate in modo sempre piu sofisticato come anche le tattiche per evitare di essere scoperti. Cinque punti di particolare interesse emergono dall indagine di quest anno:» Consapevolezza. La consapevolezza del rischio di frode e le preoccupazioni che da ciò derivano sono cresciute significativamente nonostante, o forse proprio in conseguenza di una riduzione generale del numero di aziende colpite da frode negli ultimi 12 mesi.» Evoluzione. La buona notizia è che i le due principali tipologie di frode, il furto di beni materiali e quello di informazioni, hanno subito una lieve diminuzione quest anno. Tuttavia, i truffatori si stanno evolvendo e altri settori, in particolare quelli più vicini ai dipendenti e ai partner della catena di approvvigionamento delle società, mostrano una maggiore esposizione.» Corruzione. Metà degli intervistati si sono detti moderatamente o molto preoccupati di fronte al rischio di corruzione, mentre l incidenza di quest ultima è raddoppiata.» Preparazione. Nonostante l aumento dei problemi legati alla corruzione le società sono ancora impreparate a una più estesa applicazione normativa. Meno del 30% degli intervistati ritiene che le proprie aziende abbiano formato i loro manager, fornitori e dipendenti stranieri alla conoscenza e al rispetto di quanto previsto dall UK Bribery Act o dal US Foreign Corrupt Practices Act e meno di un quarto è convinto che la loro due diligence pretransazione sia in grado di identificare la conformità di un potenziale partner o obiettivo di un acquisizione alle normative.» Le misure antifrode danno i loro frutti. La nostra indagine indica che qualsiasi società può essere vittima di frode ma che le principali, in ogni settore e Paese, sono quelle che hanno investito meno nelle poco allettanti attività di formazione, verifica, screening e due diligence. Il rapporto presenta le opinioni di alcuni dei più abili e scrupolosi esperti antifrode. Mi auguro che fornisca dei suggerimenti utili e contribuisca a identificare le minacce e le opportunità emergenti per la vostra azienda. Tom Hartley Direttore generale Business Intelligence & Investigations 4 Global Fraud Report

5 Panoramica dell Economist Intelligence Unit Panoramica dell Economist Intelligence Unit Frodi in aumento Questo rapporto è il risultato del quinto e più rilevante Global Fraud Survey annuale condotto dall Economist Intelligence Unit su incarico di Kroll. Vi hanno contribuito, nei mesi di giugno e luglio 2011, più di milleduecento alti dirigenti provenienti da tutto il mondo e operanti in un ampia varietà di settori aziendali, con funzioni diverse. La grande diffusione e duttilità dei casi di frode rilevati ha evidenziato, in alcune aree, una progressione cui è inevitabilmente corrisposto un aumento del tasso di rischio in altre zone. I dati di quest anno forniscono cinque spunti importanti per la comprensione del contesto attuale. 1. Con il continuo variare delle minacce che si trovano ad affrontare le aziende, aumentano le preoccupazioni per ogni singolo tipo di frode. A prima vista, il sondaggio del 2011 riporta qualche buona notizia. Il numero delle aziende colpite dai due tipi più comuni di frode è diminuito. Quest anno, il 25% delle aziende ha denunciato casi di furto di beni materiali (in diminuzione rispetto al 27% del sondaggio 2010) e il 23% ha riportato episodi di furto, smarrimento o sottrazione delle informazioni (anche qui in ribasso rispetto al 27%). Più in generale, negli ultimi 12 mesi, soltanto il 75% delle aziende è stato vittima di frode, il che rappresenta un notevole calo rispetto all 88% dell anno scorso e uno dei risultati complessivi più bassi dall inizio di questo tipo di sondaggio. Le imprese sono tuttavia tutt altro che al sicuro e il livello di preoccupazione degli intervistati è nettamente aumentato. Per ciascun caso di frode considerato, la percentuale degli interpellati che dichiarano, per la propria azienda, una vulnerabilità moderata o elevata è salita, attestandosi, nella maggior parte dei casi, tra il 10% e il 15%. Le preoccupazioni sono aumentate anche per il furto di informazioni e di beni materiali, in controtendenza dispetto alla diminuzione registrata a partire dal Cosa si può dedurre dai dati raccolti? Sarà necessario condurre sondaggi ancora per parecchi anni per dimostrare una tendenza chiara e precisa, ma i dati di quest anno riflettono l inizio di un profondo cambiamento nel contesto in cui si verificano i casi di frode. I responsabili di episodi fraudolenti possono anche non darsi al furto di beni materiali e informazioni come in passato, ma ciò non vuol dire che siano intenzionati ad arrendersi. Al contrario, si stanno diffondendo sempre più altri tipi di frode e, in particolare, la frode finanziaria interna, la corruzione e i casi di frode nei processi di vendita e approvvigionamento. Ne consegue che, invece di un quadro dominato da due fattori di rischio principali ed un piccolo Edizione Annuale 2011/12 5

6 Panoramica dell Economist Intelligence Unit Tabella I: Percentuale delle società intervistate che si definiscono come altamente o moderatamente vulnerabili ai seguenti tipi di frode. Tabella II: Percentuale di società colpite dai fenomeni di frode elencati Furto di beni materiali 25% 27% Furto di informazioni 23% 27% Conflitti di interesse nell amministrazione 21% 19% Frodi nei processi di vendita, fornitura o approvvigionamento numero di rischi minori, le imprese devono ora affrontare una serie di pericoli più diffusi. In particolare, dopo i due casi più comuni di frode, i quattro successivi relativi ai conflitti di interesse del management, ai processi di approvvigionamento, ai processi finanziari interni e alla corruzione, hanno colpito l anno scorso circa una società su cinque, mentre i casi di cattiva amministrazione finanziaria venivano subito dopo, coinvolgendone quasi una su sei. Questo mutamento repentino nella natura delle minacce di frode spiega l aumento del senso di vulnerabilità. I responsabili di atti di frode hanno messo a punto tutta una gamma di strumenti per testare le difese aziendali e, nella maggior parte dei casi, non si limitano più solo a un paio di Furto di informazioni 50% 38% Corruzione 47% 38% Furto di beni materiali 46% 34% Conflitti di interesse del management 44% 27% Frodi nei processi di vendita, fornitura o approvvigionamento 42% 26% Violazione di norme e regole 41% 30% Furto di Proprietà Intellettuale (PI) 40% 27% Cattiva amministrazione finanziaria 39% 30% Frodi finanziarie interne 38% 27% Pratiche collusive 31% N/A Riciclaggio 25% 19% 20% 15% Frodi finanziarie interne 19% 13% Corruzione 19% 10% Cattiva amministrazione finanziaria 16% 13% Violazione di norme e regole di compliance 11% 12% Furto di PI 10% 10% Pratiche collusive 9% 7% Riciclaggio 4% 7% questi. Soltanto i sondaggi futuri chiariranno se tale tendenza è destinata a continuare o se le imprese saranno in grado di contrastarla. 2. Le imprese sono sempre più coscienti dell esposizione al rischio di corruzione ma spesso non dispongono delle soluzioni per porvi rimedio. La sua diffusione ha mostrato il maggior incremento rispetto a tutti gli altri tipi di frode considerati nel sondaggio, quasi raddoppiando la sua incidenza, passando dal 10% dell anno scorso al 19%. Ciò si verifica, tuttavia, in un contesto di maggiore vigilanza da parte delle autorità di regolamentazione. È ormai da qualche anno che le autorità statunitensi si stanno adoperando con forza per un applicazione extraterritoriale del Foreign Corrupt Practices Act (FCPA) (Legge federale che proibisce alle aziende di effettuare pagamenti a funzionari stranieri con lo scopo di sviluppare o di mantenere relazioni commerciali). La legge contro la corruzione della Gran Bretagna, entrata in vigore lo scorso luglio ed avente anch essa validità extraterritoriale, è in qualche modo più severa della legislazione americana. Trova applicazione nei casi di corruzione individuale in genere e non solo in quelli che coinvolgono funzionari statali, stabilisce un obbligo di prevenzione della corruzione a carico delle imprese e bandisce i pagamenti effettuati per accellerare le procedure (facilitating payments). Si tratta soltanto di alcuni degli esempi più importanti del maggiore rigore normativo adottato. Altri paesi come la Cina e l India hanno provveduto ad adottare misure più severe, ma non se ne sono ancora osservati gli effetti nella realtà concreta. Le preoccupazioni di fronte alla corruzione risultano quindi notevolmente aumentate, tanto che il fenomeno costituisce per le imprese una delle questioni più allarmanti rispetto agli altri casi di frode. Il 47% delle aziende si descrive ora almeno moderatamente vulnerabile alla corruzione, un dato che rappresenta un incidenza maggiore rispetto agli altri casi di frode con l eccezione del furto di informazioni. Il dato ancora più sorprendente è che il 24% afferma di essere altamente vulnerabile alla corruzione: tale risultato, tre volte maggiore rispetto all anno scorso, rappresenta l indice di incidenza più elevato dei casi di frode esaminati nel sondaggio. Il fenomeno a cui si è accennato sta avendo ripercussioni sulle decisioni di investimento. Il sondaggio di quest anno, come quello dell anno scorso, indica che quando il timore delle frodi scoraggia le imprese ad operare in un determinato paese o regione, la corruzione costituisce di gran lunga la maggiore preoccupazione. Del 46% di imprese cui è stato sconsigliato di intraprendere attività in un luogo a causa della presenza di una o più tipologie di frode, il 62% ha citato l incidenza della corruzione come uno dei fattori determinanti nella scelta effettuata. Nelle tre aree con il maggior numero di intervistati scoraggiati a investire, vale a dire Africa (15%), Cina (10%) e India (9%), la corruzione è stata citata come discriminante rispettivamente nel 69%, 59%, e 65% dei casi. 6 Global Fraud Report

7 Panoramica dell Economist Intelligence Unit Nonostante le serie preoccupazioni manifestate, le società non appaiono ben preparate ad affrontare il problema. Un quarto di esse ammette di non essere adeguatamente preparato (o di non esserlo affatto) ad adempiere alle normative in questo campo, e soltanto il 27% afferma di esserlo. Da uno sguardo più approfondito ai dati riguardanti la conformità alla normativa FCPA e alla Legge contro la corruzione della Gran Bretagna, si deduce che il problema è ancora più grave. Sebbene queste disposizioni abbiano una validità extraterritoriale che può avere anche implicazioni per le società non americane e non britanniche quando queste abbiano rapporti con il Regno Unito o gli Stati Uniti, è possibile che le attività delle aziende straniere non rientrino nella sfera di applicazione di nessuna delle due. La presente analisi prende quindi in considerazione solo le risposte di coloro la cui attività è basata in uno dei due paesi, poiché sarebbe difficile immaginare situazioni in cui le rispettive società non fossero soggette alle disposizioni di almeno una di queste normative. Tra i partecipanti interpellati, soltanto il 43% ha provveduto a formare alti dirigenti, agenti, venditori e dipendenti stranieri in materia di conformità ad una di queste normative, e soltanto il 39% ha effettuato una valutazione dei rischi che ne scaturiscono. Queste cifre non differiscono molto dal numero di imprese che non hanno agito allo stesso modo. Spesso gli intervistati hanno semplicemente risposto di non sapere se le loro aziende avessero fatto qualcosa in merito alla normativa. Ciò significa come minimo che gli eventuali sforzi compiuti sono rimasti nell ombra. Neanche con i processi di due diligence si è riusciti a venire a capo del problema. Soltanto il 37% degli intervistati ha dichiarato che le aziende in cui operano dispongono di informazioni sufficienti sulla conformità alle disposizioni sopra menzionate di un partner potenziale o di un obiettivo di investimento. Gli errori in questo campo possono costare cari. Nel 2007, elandia, una società di tecnologie di rete, ha acquisito Latin Node, un provider all ingrosso di servizi di telefonia via Internet. In seguito alla scoperta che la nuova sussidiaria effettuava pagamenti irregolari, elandia ha fatto tutto il necessario (informato le autorità, licenziato i dirigenti coinvolti, estinto i contratti ottenuti illegalmente), ma i costi di tutte queste operazioni sono saliti e hanno avuto ripercussioni sulle attività della sussidiaria. Nel giro di un anno, elandia ha deciso che la migliore opzione era di chiudere completamente Latin Node, con la perdita totale dell investimento di 22 milioni di dollari. È positivo che le imprese siano consapevoli del problema della corruzione. Ora però devono imparare a reagire La lotta al furto delle informazioni rimane al centro dell attenzione delle aziende. L incidenza del furto dei dati protetti è scesa rispetto all anno scorso dal 27% al 23%, ma ciò non vuol dire che le aziende sentano di avere il problema sotto controllo. Al contrario, le preoccupazioni sono aumentate. La metà degli intervistati si sente moderatamente o molto vulnerabile a questa tipologia di frode, il che rappresenta un dato in ascesa rispetto al 38% del La complessità dei sistemi informativi rappresenta, nel sondaggio, la causa principale di esposizione ai pericoli di frode secondo il 36% degli intervistati, con un aumento rispetto al 28% dell anno scorso. Non sorprende dunque che la sicurezza informatica sia oggetto degli investimenti più cospicui pianificati per l anno prossimo (30%). Tale timore può essere in parte motivato dal fatto che il furto di informazioni tende ad essere di solito più costoso rispetto ad altri tipi di frode più diffusi quali il furto di beni materiali. Quando si considerano soltanto aziende che hanno subito furti di informazioni o di beni materiali, allo scopo di valutarne il relativo impatto, si osserva che le imprese colpite dai furti di informazioni hanno riportato le maggiori perdite economiche. In media, le vittime solo di furti di beni materiali hanno riportato perdite dovute a frode pari all 1,5% dei profitti, mentre quelle colpite da furti delle informazioni hanno accumulato perdite di valore sostanzialmente maggiore, pari all 1,9%. Inoltre, la natura delle informazioni ricercate dai frodatori è così multiforme da richiedere potenzialmente sistemi di difesa altrettanto differenziati. Come illustrato dalla tabella, i dati protetti da proprietà industriale rappresentano il bersaglio più frequente, ma anche le informazioni su clienti e dipendenti costituiscono obiettivi comuni. La maggiore concentrazione su alcuni bersagli piuttosto che su altri varia, ovviamente, a seconda dei settori considerati, in base al valore delle informazioni che una società possiede. Per le società operanti nei settori della tecnologia, dei media e delle telecomunicazioni, i dati protetti da proprietà industriale rappresentano il bersaglio più diffuso (citato dal 36% degli intervistati), mentre per i settori dei servizi finanziari sono quelli sui clienti a costituire l obiettivo principale (29%). In generale, gli investimenti correnti nel campo della sicurezza delle informazioni possono anche aver prodotto risultati positivi quest anno, ma la battaglia è ben lungi dall essere vinta. 4. Spesso chi viene colpito più duramente dagli episodi di frode non ha altri da rimproverare all infuori di se stesso. Il sondaggio sulle frodi di quest anno ha calcolato il costo economico delle frodi in un modo nuovo e più diretto chiedendo agli intervistati la percentuale di reddito persa dall azienda nell ultimo anno. La maggior parte delle imprese ha riportato perdite e, tirando le somme del sondaggio, le frodi sono costate alle imprese il 2,1% dei profitti degli ultimi dodici mesi. Esaminata sotto un altra luce, questa cifra equivale al rendimento complessivo di una settimana lavorativa con variazioni trascurabili a seconda della collocazione e delle dimensioni dell impresa. Considerando però solo il risultato medio complessivo, si perde di vista il 18% delle imprese che a causa di attività fraudolente ha perduto più del 4% di tutte le entrate. Cinquantatré aziende, cioè quasi un quarto di quelle di cui sopra, hanno subito gravi danni accumulando perdite per più del 10% dei ricavi in seguito a episodi di frode. Dall analisi di queste imprese, denominate le più colpite, si sono notate alcune caratteristiche comuni. La prima lezione che si è appresa è che chiunque può essere colpito. Le caratteristiche geografiche e di settore sono certamente fattori da prendere in considerazione, ma non sono i più importanti. Le società africane e medio-orientali sono leggermente più numerose (il 19%, un dato superiore alla percentuale del 15% esaminata nel sondaggio). La percentuale (28%) delle società di servizi finanziari colpite, inoltre, è superiore rispetto a quanto ci si sarebbe aspettati dalla sua incidenza complessiva nel sondaggio (17%). Le maggiori differenze riguardano le modalità con cui tali società affrontano il rischio di frode. Innanzitutto, i loro sistemi di difesa sono deboli. Come risulta dalla tabella, è assai poco probabile che abbiano investito nelle misure antifrode esaminate nel sondaggio. La minore efficacia dei sistemi di difesa lascia le imprese più colpite in balia dei trasgressori e gli intervistati ne sono consapevoli. Una parte consistente degli intervistati provenienti da queste aziende ha dichiarato di essere profondamente vulnerabile a tutti i tipi di frode esaminati nel sondaggio, con differenze particolarmente evidenti nei casi di corruzione, riciclaggio e violazione di norme. Parimenti, sarà meno probabile che queste imprese dichiarino di essere adeguatamente o abbastanza preparate a conformarsi ai requisiti di compliance relativi alla Edizione Annuale 2011/12 7

8 Panoramica dell Economist Intelligence Unit Tabella IV: se la vostra azienda ha subito perdite o smarrimenti di informazioni o attacchi informatici, che tipo di dati sono stati presi di mira? Informazioni sui clienti 16,7% Informazioni sui dipendenti 11,9% Informazioni personali sulla salute 2,8% Dati protetti da proprietà industriale, inclusa la proprietà intellettuale 20,6% Altro 6,5% Non so 8,3% Non abbiamo subito questo tipo di frode 47,4% Tabella V: a quale delle seguenti misure antifrode la sua società ha destinato investimenti? media Più del 10% di ricavi sondaggio persi per frode Misure finanziarie (controlli finanziari, individuazione 72% 60% casi di frode, audit interni ed esterni, politiche antiriciclaggio) Misure sui sistemi informativi 66% 42% (Sicurezza IT, contromisure tecniche) Beni 62% 40% (sistemi sicurezza beni materiali, inventari scorte, etichettatura, registro beni) Misure amministrative 52% 38% (controlli di gestione, incentivi, supervisione esterna tramite, per es., comitati di revisione contabile) Vaglio informazioni di base sui dipendenti 47% 36% Personale 44% 21% (formazione, hotline per la denuncia di illeciti o attività illegali) Partner, clienti e venditori (due diligence) 43% 30% Misure reputazionali 41% 21% (monitoraggio mezzi di comunicazione, verifiche compliance, controlli aspetti legali) Rischi (responsabile rischi e sistema di gestione dei rischi) 42% 26% PI (valutazione rischi relativi alla proprietà 34% 19% intellettuale e programma di monitoraggio marchi industriali) Tabella VI: percentuale di aziende che si descrive altamente vulnerabile ai seguenti tipi di frode media Più del 10% di ricavi sondaggio perduti in seguito a frodi Corruzione 24% 51% Furto di beni materiali 13% 24% Conflitti di interesse del management 13% 24% Frodi nei processi di vendita, fornitura o approvvigionamento 13% 19% Furto di PI 13% 17% Furto di informazioni 13% 17% Violazione di norme e regole di compliance 11% 30% Cattiva amministrazione finanziaria 10% 27% Pratiche collusive 9% 24% Frodi finanziarie interne 9% 15% Riciclaggio 8% 30% corruzione, alla sicurezza delle informazioni, alle regole anti-trust o alle normative finanziarie, o di avere messo a punto misure di protezione anticorruzione sufficienti in tutti i reparti aziendali. Queste aziende possono avere consapevolezza del problema, ma senza per questo sentirsi stimolate a passare all azione. In termini di intenzione ad investire di più nelle misure antifrode, non si differenziano molto dalla media degli intervistati del sondaggio. Inoltre, anche i controlli antifrode esistenti risultano troppo spesso non gestiti in maniera adeguata. Tra le aziende più colpite, la causa decisiva dell esposizione ai rischi di frode, citata dal 36% degli intervistati, è rappresentata dall indebolimento dei controlli interni. Complessivamente, nel sondaggio, soltanto il 22% degli intervistati ha manifestato questo problema, e lo stesso vale per l 8% di quanti non hanno subito perdite finanziarie. Tali controlli tuttavia sono essenziali per ridurre l incidenza delle frodi. L anno scorso, il sondaggio ha rilevato che spesso l episodio fraudolento ha origine all interno. Quest anno, ciò si è dimostrato più vero che mai. Il 28% delle imprese che ha subito episodi di frode, e dove il colpevole è noto, ha riferito che il responsabile era un dipendente junior della società e il 21% che era un alto dirigente (l anno scorso entrambi i dati erano pari al 22%). Per un altro 11% delle organizzazioni, la trasgressione è stata commessa da un agente o intermediario; si arriva così ad un 60% di frodi commesse quest anno da individui che, a un qualche titolo, lavoravano per la società colpita dato in aumento rispetto al 55% registrato lo scorso anno. Non solo le aziende hanno chiaramente bisogno di controlli intensi ma tali controlli devono essere implementati accuratamente in tutto l organigramma. Anche se i responsabili sono spesso i dipendenti junior, gli effetti degli illeciti da loro perpetrati non sono i più costosi da rimediare. Per le organizzazioni più colpite, gli alti dirigenti sono da ritenere responsabili nel 29% dei casi e i dipendenti junior soltanto nell 8%; per le aziende che registrano perdite per frode inferiori all 1%, i dati suddetti sono pari al 20% e al 35%. Più sono anziani i potenziali responsabili, più rigorosi devono essere i controlli della società allo scopo di prevenire i loro intenti fraudolenti. Non sorprende che chi si impegna meno nella protezione sia maggiormente esposto a rischi, ma il numero delle società che perde parte sostanziale dei propri ricavi a causa di una frode impone ulteriore enfasi su questo punto. 8 Global Fraud Report

9 Uno sguardo sulla frode organizzatori di conferenze, e persino i consulenti come noi, sono tutti inclini a soffiare sul fuoco. Non sorprende quindi che si assista alla comparsa di un affaticamento da frode. È opportuno trovare un equilibrio e vale la pena tenere a mente alcuni semplici principi utili a raggiungerlo. Affaticamento da frode di Tommy Helsby Il sondaggio annuale sulle frodi presentato in questa edizione del Fraud Report mostra un leggero calo del fenomeno. Siamo veramente giunti ad una svolta? L incidenza degli eventi fraudolenti è realmente in diminuzione? Si registrano finalmente i benefici dell azione di contrasto ai crimini aziendali esercitata dalle misure di prevenzione? La risposta è probabilmente no. Il sondaggio è un barometro efficace della consapevolezza, da parte dei quadri direttivi, del fenomeno della frode come rischio aziendale. Esso mostra le tendenze nelle differenti regioni e nelle varie aree di vulnerabilità alla frode. Le cifre offrono probabilmente maggiori informazioni sul settore economico al quale fanno riferimento gli intervistati che non sulla vera entità del problema. La crisi finanziaria del ha concentrato l attenzione sulle frodi e, negli ultimi due anni, ha portato il fenomeno in cima all elenco delle priorità aziendali. Sono tuttavia numerose le questioni che si contendono l attenzione dei quadri direttivi. Esiste quindi il pericolo che il rischio di frode venga trascurato, trattandosi, peraltro, di un argomento scomodo e molto pericoloso in termini di esposizione. Per dirla in poche parole, è possibile che ci si stia stufando di parlare di frode. Prima che si raggiunga l eccesso opposto, vale la pena riesaminare le esperienze passate e vedere se è possibile imparare da esse. Come ha dichiarato Warren Buffett, soltanto quando la marea si ritira si scopre chi ha nuotato nudo. Quando i tempi sono propizi e i profitti alti, un caso di frode può essere considerato come una correzione contabile, ma in tempi difficili, la medesima correzione può trasformarsi in una violazione dei covenant. Quando le aziende falliscono, c è il desiderio istintivo di attribuire a qualcuno la responsabilità. Lo stesso qualcuno viene persino accusato di frode, magari in maniera fondata, anche se probabilmente sosterrà che le sue erano soltanto normali pratiche di mercato. Certe pratiche di mercato sono ora riconosciute, nel migliore dei casi, come improprie e, a volte, illegali. La politica, inoltre, sta realizzando che quella che un tempo veniva definita burocrazia inutile ha assunto ora la funzione di necessario supporto alle normative. Le autorità di controllo sono incoraggiate e autorizzate a non avere pietà e, per tutta risposta, il reparto di compliance delle aziende è diventato una componente centrale delle strategie aziendali. Naturalmente è solo una semplificazione, ma credo che la maggior parte di noi, di fronte al fenomeno fin qui delineato, concorderebbe sulla validità di un risultato atteso da tempo. Si può tuttavia manifestare assuefazione anche di fronte a una cosa positiva. Nessuno vuole autorità che si trasformino in vigilantes, una polizia di compliance che pattugli i corridoi delle aziende e dirigenti d azienda che chiedano all avvocato se devono prendere un caffelatte o un cappuccino quando vanno da Starbucks. E naturalmente, la stampa, gli Esiste un reale rischio di frode. La crisi finanziaria non l ha peggiorato, l ha semplicemente reso più evidente e, forse, ne ha acuito le conseguenze negative. La maggior parte dei casi di frode si è verificata durante congiunture positive, quando la guardia era abbassata. La prevenzione delle frodi è essenziale e deve essere proporzionata e pertinente al reale livello di vulnerabilità. Poiché la vulnerabilità si evolve insieme alle modalità di gestione dell azienda, dai registri contabili ai file informatici, dal transito della liquidità ai bonifici elettronici, dai beni materiali alla proprietà intellettuale, allo stesso modo devono essere sviluppate le tecniche di prevenzione. L identificazione delle tendenze dei reati finanziari aiuta a prevedere dove concentrare gli sforzi. I sistemi e i controlli di compliance costituiscono un elemento cruciale della protezione dalle frodi ma non dovrebbero essere fini a se stessi, e neanche il mezzo per raggiungere un fine. Dovremmo aspirare a rispettare le norme di compliance non perché i reparti incaricati ce lo impongono, ma perché è il modo migliore di gestire l azienda. La divisione dei compiti del reparto contabilità coglie inesattezze molto più spesso di quanto non individui il saltuario caso di frode. I contratti ottenuti grazie alla concorrenza leale valgono molto di più di quelli conquistati con la corruzione. I controlli sulle informazioni di base relative a venditori e agenti permetteranno di eliminare tanto i soggetti incompetenti e inadeguati quanto il cognato del ministro. La missione centrale della compliance deve essere il mantenimento e lo sviluppo di imprese dalle fondamenta stabili e durature. È facile a dirsi, ma forse non altrettanto a farsi, soprattutto in un ambiente in cui le trasgressioni vengono affrontate più severamente. Se non lo facciamo bene, però, corriamo il pericolo reale che si riaffermi la tendenza del passato liberista degli strappi alle regole e degli occhi bendati, della regulatory capture e dell interpretazione arbitraria delle regole, fino a quando il ciclo non ricomincerà di nuovo. Tommy Helsby è Presidente di Kroll Eurasia e lavora a Londra. Fin dal suo arrivo in Kroll nel 1981, Tommy ha contribuito in modo decisivo a plasmare e sviluppare il core business dell impresa in ambito due diligence e ha gestito numerosi dei progetti grazie ai quali Kroll è diventata nota in tutto il mondo negli anni 80. Tommy svolge un ruolo strategico sia per Kroll sia per molti dei suoi clienti in operazioni e controversie complesse. Tommy ha un interesse specifico per le dinamiche e le strategie dei mercati emergenti, in particolare India e Russia. Edizione Annuale 2011/12 9

10 Uno sguardo sulla frode Panoramica geografica Furto di informazioni 18% Furto di informazioni 22% Furto di informazioni 26% I pannelli sulla mappa riassumono: K la percentuale degli intervistati che per ogni regione o paese ha subito almeno una frode negli ultimi 12 mesi Conflitti di interesse del management 15% Furto di beni materiali 23% Risultati Kroll Nell ultimo anno, il Canada si è comportato molto bene rispetto ad altre aree. Ha presentato il tasso di perdite più basso e un calo in nove delle undici tipologie di frode esaminate dal sondaggio. Più della metà degli intervistati canadesi ha dichiarato di aver evitato o cessato operazioni in regioni fortemente esposte al rischio di frode. Il clima relativamente fiducioso dato dalla scarsa incidenza del fenomeno ha portato a investimenti in strategie antifrode inferiori alla media. America Settentrionale L America Settentrionale presenta il più basso tasso di perdite per frode rispetto alle altre aree considerate e la minore incidenza riscontrata per molti degli illeciti presi in esame nel sondaggio, ad eccezione dei reati di sottrazione delle informazioni e di furto informatico. Sebbene si sia leggermente ridotto negli ultimi dodici mesi, la sottrazione di informazioni è ancora l episodio fraudolento con l incidenza maggiore. Gli intervistati hanno riferito di investimenti in un ampia gamma di misure antifrode, tra cui sicurezza informatica, tutela della proprietà intellettuale, verifiche finanziarie e gestione dei rischi. Furto di informazioni 27% Furto di beni materiali 16% Canada Risultati Kroll Corruzione 37% Conflitti di interesse del management 21% Prevalenza 69% K le aree e le cause delle perdite più frequenti Frodi nei processi di vendita/ fornitura 21% Transparency International Corruption Perceptions Index 2009 Frodi finanziarie interne 23% 31% Furto fisico Risultati Kroll livelli molto bassi di corruzione altamente corrotto No data Mappa riprodotta con il permesso di Transparency International Analisi condotta da Kroll/Economist Intelligence Unit 10 Global Fraud Report Messico Il Messico presenta problemi di frode piuttosto diffusi. Le società hanno dichiarato un incidenza superiore alla media in otto delle undici tipologie di frode esaminate e la situazione è particolarmente grave con riferimento alla corruzione. L incidenza del furto di beni materiali è ben al di sopra della media e anche la sottrazione di informazioni, aggravata dalla crescente complessità delle tecnologie informatiche, rappresenta un rischio significativo. Sebbene siano coscienti del problema, le società messicane mostrano una propensione ad investire nelle strategie antifrode in genere inferiore alla media emersa dal sondaggio. Prevalenza 71% Prevalenza 70% Prevalenza 66% Abbiamo confrontato i risultati del dell indagine globale sulla frode con Transparency International Corruption Perceptions Index (CPI). Il CPI misura il livello di corruzione del settore pubblico così come percepito da uomini d affari e analisti. Il livello varia tra 10 (per nulla corrotto) e 0 (molto corrotto). Il confronto dimostra chiaramente che la frode e la corruzione sono spesso collegate. Conflitti di interesse del management 19% Conflitti di Frodi finanziarie interesse del interne 18% management 21% Furto di informazioni 24% Prevalenza 74% Frodi nei processi di vendita/ fornitura 23% Corruzione i 23% Risultati Kroll America Latina 25% Furto di beni materiali Il fenomeno in America Latina è in una fase di transizione. Sebbene il numero complessivo di società esposte ad almeno una tipologia di frode sia diminuito, è cresciuto decisamente il numero di società che si considerano a rischio. Le società che si descrivono almeno moderatamente vulnerabili al furto di beni materiali o a frodi sulle vendite sono aumentate del 29%, e un notevole incremento è stato registrato anche in altri campi. Le società di quest area geografica investono in un ampia gamma di strategie antifrode, tra cui sicurezza informatica e dei beni materiali e controlli finanziari. Frodi nei processi di vendita/ fornitura 14% Frodi finanziarie interne 16% Risultati Kroll Europa 23% Furto di beni materiali Anche se in Europa la diffusione generale del fenomeno è diminuita, è invece aumentata l incidenza di nove delle undici frodi considerate. Soltanto il 23% delle società europee ha dichiarato di non aver subito perdite finanziarie a causa di attività fraudolente, con un significativo calo del 47% rispetto all anno precedente. Le aziende di quest area si sentono vulnerabili soprattutto alla sottrazione di informazioni. Nonostante le crescenti preoccupazioni, il ricorso alle strategie antifrode più diffuse risulta inferiore alla media.

11 Uno sguardo sulla frode Conflitti di interesse del management 23% Cattiva gestione finanziaria 22% Furto fisico 20% Furto di informazioni 28% Prevalenza 84% Frodi nei processi di vendita/fornitura 33% Frodi finanziarie interne 20% Risultati Kroll Cina Frodi finanziarie interne 19% Furto di informazioni 26% Conflitti di interesse del management 23% Prevalenza 68% Frodi nei processi di vendita/ fornitura 25% Corruzione 21% Risultati Kroll Medio Oriente Se da un lato il numero di società mediorientali che hanno subito frodi è diminuito, dall altro sono aumentate, rispetto allo scorso anno, tipologie specifiche come la corruzione e le frodi nella catena di fornitura. A dispetto del quadro preoccupante, le società stanno compromettendo gli sforzi che loro stesse pongono in essere per contrastare le frodi. Infatti, un terzo degli intervistati in Medio Oriente ha affermato che la debolezza dei controlli interni sta aumentando l esposizione al fenomeno. Cattiva gestione finanziaria 32% Furto di beni materiali 38% Conflitti di interesse del management 27% Corruzione 37% Prevalenza 85% Frodi nei processi di vendita/ fornitura 31% Frodi finanziarie interne 33% Risultati Kroll Africa L Africa ha riportato in assoluto la più alta incidenza di frodi, con l 85% degli intervistati che ha dichiarato di esserne stato vittima nell ultimo anno. La corruzione costituisce un problema serio per il 78% delle società africane che indicano una vulnerabilità da moderata a elevata. L esperienza diretta o la percezione di frodi nel continente africano scoraggiano numerose società dall operare in zona. A causa della debolezza dei controlli interni, le numerose strategie antifrode adottate risultano poco efficaci. Cattiva gestione finanziaria 22% Furto di informazioni 27% Furto di beni materiali 23% L anno scorso, in Cina, l 84% degli intervistati è stato vittima di frodi: una percentuale molto elevata, inferiore soltanto a quella dell Africa. Rispetto a qualsiasi altro paese esaminato nel sondaggio, la Cina ha registrato la maggior diffusione dei fenomeni di frode nei processi di vendita, fornitura e approvvigionamento e nella sottrazione di informazioni. La causa principale dell aumento di tale esposizione è rappresentata dall elevato tasso di ricambio del personale. Sebbene il fenomeno sia combattuto con investimenti preventivi al di sopra della media, le misure adottate non risultano sufficienti visto il numero elevato di frodi commesse da organi direttivi aziendali. Conflitti di interesse del management 31% Furto di informazioni 28% Corruzione 31% Prevalenza 84% Frodi nei processi di vendita/ fornitura 22% Furto di beni materiali 33% Corruzione 28% Prevalenza 76% Frodi finanziarie interne 23% Risultati Kroll India L India presenta una maggiore diffusione rispetto alla media complessiva per otto delle undici tipologie di frode analizzate nel sondaggio. Corruzione e sottrazione delle informazioni sono sfide importanti per le società operanti in India, dove il 78% degli intervistati ha indicato che la propria organizzazione risulta altamente o moderatamente soggetta a fenomeni di corruzione. Sebbene il 59% delle vittime di frodi le attribuisca a fenomeni interni, meno del 50% delle società investe in misure antifrode come l esame delle esperienze passate dei dipendenti, le indagini di due diligence relativamente a partner o terzi e i sistemi di gestione dei rischi. Frodi nei processi di vendita/ fornitura 33% Frodi finanziarie interne 24% Risultati Kroll Sud-est asiatico Gli intervistati provenienti da quest area hanno riportato i tassi più elevati di frodi legate a processi di vendita, fornitura o approvvigionamento e ai conflitti di interesse del management, nonché livelli di corruzione superiori alla media. La corruzione ha rappresentato quest anno il problema principale per le società del Sud-est asiatico, con il 70% degli intervistati che ha dichiarato una vulnerabilità da elevata a moderata. Ciononostante, il 52% - la percentuale in assoluto più elevata tra quelle riscontrate nelle altre aree - ha dichiarato che la debolezza dei controlli interni ha aumentato l esposizione delle loro organizzazioni alla frode. Edizione Annuale 2011/12 11

12 Il quadro normativo Riforma del Foreign Corrupt Practices Act (FCPA) Maggiori tutele per chi si autotutela di Jeffrey Cramer Il 30 novembre 2010, la sottocommissione preposta alla lotta alla Crimininalità e alla Droga della Commissione Affari Giudiziari del Senato degli Stati Uniti ha discusso in sede d udienza potenziali modifiche al Foreign Corrupt Practices Act (FCPA), la legge sui reati di corruzione perpetrati in un paese straniero. I membri della commissione a favore della riforma hanno sostenuto la necessità di un aggiornamento dell FCPA, che negli ultimi dieci anni non ha subito alcuna modifica, per consentire al Dipartimento di Giustizia (DO J) un attuazione più equa. Tale sentire ha trovato riscontro il 14 giugno 2011, quando la questione è stata esaminata anche dalla Sottocommissione Crimine, Terrorismo e Sicurezza Interna della Commissione Affari Giudiziari della Camera. Concluse le due udienze, la riforma dell FCPA è entrata definitivamente nell agenda del Congresso. 12 Global Fraud Report

13 Il quadro normativo Vista l aggressività con cui l FCPA è stato applicato negli ultimi anni e il numero esiguo di di sentenze che hanno contribuito alla sua interpretazione, sono almeno cinque gli ambiti potenzialmente riformabili: la definizione di pagamento incentivante ; l allestimento di una difesa affermativa basata sul rispetto del modello di compliance societario; una precisazione del significato di funzionario straniero ; le limitazioni della responsabilità dei successori; e la ridefinizione dei casi in cui una società può essere ritenuta legalmente responsabile. Queste possibili rettifiche, nel loro complesso, potrebbero aiutare le imprese a gestire l insorgere di conflitti con la magistratura federale intorno all FCPA. Definizione di pagamento incentivante Le società sono comprensibilmente confuse sulla definizione di pagamento incentivante legittimo ai sensi dell FCPA. Sta spesso all interpretazione del magistrato incaricato dell indagine stabilire se si tratti di una tangente, di un dono o di un pagamento incentivante. Tale nebulosità è un limite all applicazione del diritto. James Sensenbrenner, presidente della Sottocommissione del Congresso, ha dichiarato: Tutti hanno il diritto di sapere che cosa è illegale e la certezza del diritto deve prevalere. Il sito web del Dipartimento di Giuistizia (DOJ) offre alcuni esempi di tangenti per distinguerle dai pagamenti incentivanti, senza però fornire il grado di certezza necessario a determinare un comportamento legittimo. Gli interventi normativi potrebbero determinare la trasparenza richiesta dalle imprese per condurre i propri affari all estero senza incertezze. Difesa affermativa basata sul rispetto del modello di compliance Questa riforma potrebbe essere quella di maggiore impatto, fornendo alle società l opportunità statutaria di evitare eventuali vertenze giudiziarie. Come nel caso della difesa per procedure adeguate del Bribery Act del Regno Unito, la riforma potrebbe offrire all azienda uno strumento potenziale di difesa qualora dimostrasse di aver disposto le procedure previste per prevenire e individuare condotte illecite. Una società non è da considerarsi penalmente responsabile nel caso in cui i dipendenti abbiano agito a titolo personale, aggirando un adeguato programma di rispetto delle procedure. La riforma potrebbe avere, tra le altre conseguenze, l adozione da parte delle imprese di un approccio più rigoroso alla compliance, così da disporre di un programma e di strumenti di due diligence sufficienti. Attraverso adeguate disposizioni, il Congresso potrebbe fornire un riparo sicuro dai procedimenti giudiziari, anche semplicemente codificando alcune facilitazioni, ad esempio ammende più basse per incoraggiare le imprese a svolgere indagini autonome sugli illeciti da segnalare direttamente al DOJ o alla Securities and Exchange Commission. Una ridefinizione del significato di funzionario straniero Se nell FCPA c è un concetto ancora più incerto di pagamento incentivante, questo è quello di funzionario straniero. Ai sensi del decreto, nella definizione di funzionario straniero rientra qualsiasi funzionario o dipendente di un governo straniero e per estensione qualsiasi organismo da questo dipendente. La formulazione corrente rende arduo determinare se un azienda rischi o meno di violare la legge effettuando transazioni con istituti a partecipazione statale. In certe parti del mondo dove i governi possiedono quote in molte aziende è quasi impossibile cercare di definire cosa costituisca un organismo statale. Modifiche nell FCPA possono indicare una direzione più chiara alle imprese, ad esempio attraverso l indicazione precisa delle quote di una società in mano a un governo straniero o altre indicazioni simili. Limitazione di responsabilità dei successori L FCPA potrebbe essere emendato per eliminare o limitare la responsabilità di una società acquirente nel caso emerga, da parte della società acquisita, una violazione che sia antecedente all acquisizione. Questo intervento si rivelerebbe vantaggioso solo nel caso in cui la società acquirente rivelasse e rimediasse all illecito attraverso un indagine sulla società acquisita, e renderebbe di conseguenza allettante, per la prima, l adozione di una due diligence efficace e di un sistema di controllo interno. Limitazione della responsabilità a fronte di violazioni intenzionali Per tutti i reati, tranne alcuni minori, la mens rea è basilare per stabilire la colpevolezza di un imputato nella perpetrazione dell atto criminoso. L FCPA stabilisce l intenzionalità come criterio dirimente. Tuttavia un impresa potrebbe essere ritenuta penalmente responsabile qualora, pur essendo a conoscenza dei reati penali in questione, manchi di porvi rimedio. In tale contesto, una rigida attribuzione di responsabilità potrebbe risultare problematica nel caso in cui l FCPA sia violato da qualcuno che al momento del fatto risultava dipendente. Il principio di mens rea deve valere sia per l individuo che per l azienda, affinché la si possa definire responsabile. Senza l introduzione di queste specifiche, permane il rischio in capo ad un impresa di pendenze giudiziarie, anche qualora non sia al corrente della violazione da parte di un dipendente, se non dopo che il reato è stato commesso. Per comprendere la necessità di questa riforma è sufficiente guardare alle tangenti pagate a funzionari esteri attraverso mandatari o parti terze. Si potrebbe far valere un eccezione per i dirigenti di alto livello la cui condotta è verosimilmente più legata al destino della società. In seguito all udienza del giugno 2011, Sensenbrenner, dopo aver informato i presenti che la Sottocommissione si sarebbe adoperata per stilare una proposta di legge, ha comunicato al rappresentante del DOJ che il dipartimento avrebbe dovuto prenderne atto. Le imprese che auspicano una minore vulnerabilità nei confronti dell FCPA devono comunque usare prudenza. Indipendentemente dalle riforme approvate, le società soggette alla normativa dell FCPA devono assumere adeguate misure di protezione. Tali misure devono comprendere livelli appropriati di due diligence, di formazione e di monitoraggio. In questo modo la loro posizione ne risulterà rafforzata. Jeffrey Cramer è managing director di Kroll a Chicago. Fin dal suo arrivo in Kroll, Jeffrey ha lavorato con numerose aziende all elaborazione di piani e procedure interne atte a garantire la compliance e ha supervisionato progetti internazionali di due diligence. Jeffrey è stato pubblico ministero a New York e a Chicago e nel corso dei suoi 13 anni di carriera ha preso parte a numerose investigazioni su presunte violazioni del Foreign Corrupt Practices Act. Più recentemente Jeffrey ha ricoperto l incarico di Senior Litigation Counsel presso il Dipartimento di Giustizia di Chicago. Edizione Annuale 2011/12 13

14 Il quadro normativo Investire nei BRIC: Serve una due diligence ancora più attenta di David Holley e Doug Frantz Le economie fertili e in rapida crescita dei cosiddetti paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) si stanno rivolgendo a multinazionali, banche d investimento ed investitori in un modo che ricorda le sirene che con il canto seducevano Giasone e i suoi compagni Argonauti. L urgenza di approfittare di questi mercati in rapida crescita può portare a decisioni affrettate, procedure di controllo non approfondite e scelte commerciali che si potrebbero rivelare avventate. Sia che una società entri in un nuovo mercato, valuti la possibilità di una joint venture con un socio straniero, desideri investire in un impresa estera o acquisirla, è necessario un livello adeguato di due diligence in merito all entità estera, ai suoi agenti, a partner commerciali e intermediari, per evitare problemi legati alle leggi anticorruzione vigenti. Tuttavia, i risultati del Fraud Global Survey 2011 indicano che meno di un intervistato su quattro ritiene i propri processi di due diligence sufficienti a comprendere appieno se l obiettivo dell acquisizione sia conforme alla legge Anticorruzione del Regno Unito (UKBA) o al Foreign Corrupt Practices Act (FCPA) degli Stati Uniti. Inoltre, quasi uno su due considera la propria azienda da moderatamente a fortemente vulnerabile alla corruzione, e questa è tra le ragioni principali per cui le aziende evitano di investire in nuove regioni o paesi. L alto livello di guardia rilevato nel sondaggio può indurre a sovrastimare il grado di conformità reale, perché sovente le aziende pensano di osservare la legge più scrupolosamente di quanto facciano in realtà. Anche accettando queste stime autoprodotte, resta elevato l allarme per l esposizione di molte aziende alle sanzioni penali e ai costi imposti da FCPA e UKBA, soprattutto nel contesto attuale di applicazione rigorosa, rispettivamente a opera del Dipartimento di Giustizia (DOJ) e del Serious Fraud Office (SFO) britannico. Si pone allora la questione di quali misure dovrebbe adottare una società decisa a seguire lo spirito della legge alla lettera. La gestione dei rischi anti-corruzione, attraverso una più scrupolosa due diligence., dovrebbe essere un obiettivo fondamentale nel momento in cui si opta per l espansione nei mercati BRIC e in altre economie emergenti. Entrambe le normative contengono poche indicazioni in merito alla definizione esatta di due diligence.. La FCPA non ne fa menzione. Il DOJ nella Opinion Procedure Release ha definito ragionevole una due diligence. che comprenda quanto segue: un rapporto investigativo indipendente redatto da una società investigativa internazionale rispettabile; un 14 Global Fraud Report

15 Il quadro normativo consulente d affari straniero che aiuti a destreggiarsi nel processo di due diligence nella giurisdizione estera; rapporti dell US Commercial Service del Dipartimento del Commercio; consultazione di database e liste nere tipo DNDB, ecc.; discussioni con la propria ambasciata nella giurisdizione straniera; un rapporto di un legale esterno sull obiettivo della transazione; una relazione sulla società target stilata da una società di forensic accounting indipendente; e il parere di un secondo legale esterno che abbia verificato la validità dell intero processo di due diligence.. l UKBA e l SFO da un lato forniscono alcune direttive sulla due diligence., dall altro offrono una protezione alle aziende munite delle procedure adeguate a prevenire il tipo di condotta che altrimenti potrebbe portare ad azioni legali. Il Ministero della Giustizia fornisce alcune indicazioni sulle procedure adeguate, specificando che la due diligence dovrebbe essere condotta su soggetti che offrono prestazioni a favore o per conto di un impresa e che dovrebbe essere proporzionata e calcolata sui rischi. Alla luce di queste indicazioni relativamente limitate, non c è da meravigliarsi che ci si preoccupi così tanto dell adeguatezza della due diligence. messa in atto prima di un operazione societaria. Presupponendo che le multinazionali applichino un certo livello di due diligence. in linea con le direttive indicate dai regolatori americani e britannici, rimane comunque prioritario capire perché il livello di ansietà tra gli intervistati in merito al loro processo di due diligence. sia così alto. Quando si intraprende un processo investigativo in previsione di un espansione nei mercati BRIC e in altri mercati emergenti, occorre enere presente che: 1. La quantità di informazioni aperte al pubblico varia da paese a paese ed è generalmente molto inferiore a quella disponibile, ad esempio, negli Stati Uniti. Inoltre, le informazioni spesso non sono così ben organizzate o facilmente verificabili come in altre giurisdizioni. Ciò evidenzia l importanza di andare sul campo e svolgere indagini discrete per comprendere appieno il soggetto di una due diligence.. 2. Le possibilità d incontrare un soggetto politicamente esposto sono generalmente maggiori in Russia e in Cina che altrove. Ciò richiede un processo investigativo più approfondito di quello consueto su funzionari, amministratori, azionisti, per evitare il rischio di violazioni e criticità. Si consiglia inoltre di effettuare controlli anche sui fornitori e sugli agenti di un azienda target per assicurarsi che le transazioni con parti non correlate avvengano effettivamente a condizioni di mercato. 3. Le ricerche nei media potrebbero non essere così approfondite, complete e affidabili come in altre giurisdizioni, poiché i mezzi di informazione e la stampa locali sono generalmente meno aggressivi ed è quindi meno probabile che siano propensi ad esaminare a fondo o denunciare certe problematiche. Ad esempio, in paesi come la Cina e la Russia, entrambi al centro di un intensa attività, attuale e futura, di fusioni e acquisizioni (M&A) da parte di aziende occidentali, è probabile che la semplice verifica delle informazioni su un partner potenziale attraverso i mezzi di informazione disponibili produca, nella migliore delle ipotesi, risultati incompleti. Ciò è tanto più vero in Cina, dove la tradizione di una stampa libera è debole e la corruzione è generalmente considerata elevata. 4. Continuano a mancare leggi anti-corruzione severe e la loro applicazione nei paesi BRIC non è comparabile a quella degli Stati Uniti, del Regno Unito e di altri paesi. Per questo motivo una società è tenuta a svolgere controlli più ampi sulle politiche, sulle procedure e sui manuali per i dipendenti dell impresa oggetto di acquisizione, relativamente alla corruzione, alle strategie per contrastarla e alle spese sostenute per doni e intrattenimento. Soddisfare i requisiti di una due diligence. accurata è un passo importante, ma i problemi possono sorgere anche quando le problematiche individuate nel corso di un indagine non sono gestite in modo efficace. Questo è quanto emerso dall accordo del marzo 2011 relativo alla Ball Corporation, un produttore statunitense di imballaggi in metallo per alimenti, bevande e prodotti per la casa. Nel marzo 2006, Ball acquisì un azienda argentina, Formametal S.A. La Securities and Exchange Commission (SEC) scoprì, nel corso del processo investigativo preacquisizione di Ball, informazioni che indicavano la probabilità che funzionari di Formametal avessero autorizzato precedentemente pagamenti discutibili dissimulati nei libri contabili e nei documenti societari. Sfortunatamente, i dirigenti di Formametal non avevano assunto misure sufficienti per prevenire ulteriori pagamenti impropri a funzionari della dogana argentina, fornendo così un appiglio alla SEC. La SEC notò che Ball Corporation non aveva licenziato tempestivamente il personale responsabile quando i contabili dell azienda avevano appreso dei pagamenti impropri nel febbraio Nonostante ciò, la multa fatta a Ball fu relativamente bassa, pari a $, perché si tenne conto delle iniziative di rimedio della società, della divulgazione volontaria delle infrazioni commesse e della cooperazione alle relative indagini. Le economie dei paesi BRIC presentano opportunità d investimento davvero allettanti. Si stima che entro il 2030 circa il 60% del PIL mondiale proverrà da essi. Inserirsi nei circuiti economici con la crescita più rapida al mondo comporta comunque dei rischi. Aziende americane, britanniche e multinazionali hanno bisogno di capire i potenziali pericoli di corruzione nelle economie BRIC e in economie emergenti simili, e svolgere un processo investigativo approfondito per evitare conflitti con le leggi anti-corruzione. Certamente il DOJ, la SEC e il Serious Fraud Office britannico hanno riconosciuto i rischi e intensificato i loro controlli sulle attività in questi paesi nell ambito della tendenza generale di una più intensa applicazione delle leggi anticorruzione a livello globale. David A. Holley è senior managing director ed è responsabile dell ufficio di Boston. Fin dal suo arrivo in Kroll nel 2000, David ha guidato investigazioni su presunte violazioni del Foreign Corrupt Practices Act e seguito casi di inquinamento ambientale, frode interna e crimini dei colletti bianchi. Prima di giungere in Kroll, David ha lavorato per un agenzia investigativa di media grandezza e nella Sezione Environmental Enforcement del Dipartimento di Giustizia americano. Doug Frantz, managing director di Kroll a Washington, ha vinto il Premio Pulitzer come giornalista investigativo ed è stato vice direttore del personale e investigatore capo del Comitato per le Relazioni Internazionali del Senato americano. Edizione Annuale 2011/12 15

16 Contributo speciale Recupero di Beni Sovrani Ogni nuova rivolta in Nord Africa e Medio Oriente pone la sfida ineludibile di recuperare risorse occultate che appartengono di diritto al popolo. Come Gheddafi, si presume che anche il leader deposto della Tunisia, Zine al-abedine Ben Ali, e l ex-presidente egiziano Hosni Mubarak abbiano enormi fortune nascoste in conti bancari esteri e altri beni finanziari e immobiliari in tutto il mondo. La situazione non è senza precedenti. Nel 1986, l amministrazione Reagan costrinse Ferdinand e Imelda Marcos a lasciare le Filippine dopo le elezioni farsa e l assassinio del loro principale avversario politico. Lo stesso anno, il governo americano e quello francese mandarono in esilio in Francia Jean Claude Duvalier di Haiti e sua moglie. Mentre erano al potere, Duvalier e i Marcos avevano accumulato ingenti ricchezze per se stessi e le loro famiglie, beni che nascosero in segreto all estero, nonostante la povertà e la disoccupazione endemiche diffuse nei loro paesi. Simili accuse sono state rivolte contro altri dittatori e leader politici, come Asif Ali Zardari, attuale presidente del Pakistan e marito dell ex primo ministro Benazir Bhutto; il presidente indonesiano Suharto e il suo clan durante i suoi 30 anni di regno; e il presidente liberiano Charles Taylor. L idea che un sovrano abbia diritti di proprietà su un paese e sulle sue finanze non è inedita. Lo confermano i vasti possedimenti della corona sottratti durante le conquiste normanne, molti dei quali sono ancora di proprietà della Regina d Inghilterra. Ma una forma repubblicana di governo non accorda tale privilegio ad un capo di stato. Eppure despoti come i Marcos, i Duvalier e, presumibilmente, i Gheddafi sono riusciti a controllare i commerci e gli affari e ad appropriarsi di fondi statali combinando un potere politico spregiudicato a un clima di terrore e, in alcuni casi, al sostegno estero. di Daniel E. Karson Parallelamente all aumento degli sforzi per catturare il colonnello Muammar Gheddafi dopo la caduta di Tripoli in mano ai ribelli alla fine di agosto, si è fatta anche più accesa la discussione su come stabilire se Gheddafi e la sua famiglia abbiano drenato beni libici per farne un uso personale e se, come nel caso di altri ex capi di stato, abbiano accumulato denaro, in segreto, in conti bancari esteri. Gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e altri governi avevano già congelato miliardi di dollari in conti bancari e proprietà immobiliari legati al regime di Gheddafi, la maggior parte dei quali sarà consegnata al nuovo governo della Libia. Ma che ne è stato degli altri beni che Gheddafi potrebbe aver occultato? Naturalmente, i guadagni illeciti comportano rischi. Il principale è la confisca dei beni entro i confini nazionali che il governo subentrante potrebbe ordinare. Ciò spiega il trasferimento all estero delle fortune dei suddetti capi di stato. In che modo la classe politica trasferisce i suoi averi? Per un governante è facile. Quando il depositante è un leader nazionale o un alto funzionario governativo, rappresentato da un ufficio legale locale o da un consulente d investimento di spicco, e gli importi sono a sette, otto o più cifre, è il denaro a parlare e a sistemare le cose. I governi e le banche hanno preso misure drastiche contro i cosiddetti conti discreti in tradizionali paradisi di esportazione di capitale, come per esempio la Svizzera. Tuttavia, le politiche del conosci il tuo cliente 16 Global Fraud Report

17 Contributo speciale apparentemente in vigore nei maggiori centri finanziari e bancari non sono a tenuta stagna e sono successive alla creazione di molti conti sospetti. Questo è stato certamente il caso di Jean Claude Duvalier, del quale un anno fa il tribunale federale svizzero accolse il diritto di rivendicare un conto di quattro milioni e ottocentomila dollari (il conto è tuttora congelato.) Negli ultimi venticinque anni, i governi che si sono succeduti e i partiti politici di opposizione hanno cercato di rintracciare i beni dei politici e delle loro famiglie, che si sono accaparrati una parte del denaro proveniente dai contratti governativi o, come nel caso dei Duvalier, si sono semplicemente girati assegni dalle casse statali. Il saccheggio continua tutt oggi e non sorprende che siano i paesi poveri ad essere depredati. Fortunatamente sarà più facile per tunisini, egiziani e libici rintracciare e recuperare il loro patrimonio rispetto ai governi delle Filippine e di Haiti, se potranno far valere la propria causa contro i loro ex governanti. I trattati di cooperazione reciproca e l attenzione dei media a livello mondiale, focalizzata sugli eccessi dei sovrani deposti, hanno aperto i caveau, se non il cuore, della Svizzera e di altri paesi. Come scovare le ricchezze I capi di Stato e i loro coniugi sperperano le ricchezze dei loro paesi in modo non diverso dai normali ricconi. Acquistano immobili (i Marcos) e gioielli (i Duvalier), supportano un entourage (Charles Taylor) e, naturalmente, aprono conti bancari all estero (tutti i suddetti). Esistono due modalità per scovare ricchezze: documenti e testimoni. La prima è abbastanza semplice e si divide in due categorie: documenti personali e registri pubblici. Gli investigatori di solito possono ottenere risultati rapidi ed identificare i beni rintracciando i documenti che, in un modo o nell altro, tutti i capi di stato si lasciano alle spalle. Inoltre, poiché gli egolatri raramente contemplano la possibilità di perdere il potere, spesso acquistano beni in paesi che mantengono registri commerciali e di proprietà pubblici che rivelano quindi gli interessi personali. A seconda dei documenti che sono stati lasciati dietro, gli investigatori sono generalmente in grado di rintracciare alcuni conti bancari, aziende, proprietà, aerei e yacht nel giro di novanta giorni. Questi risultati conducono spesso alla scoperta di altri beni. I Marcos possedevano edifici per uffici a Manhattan, camuffati da una società di Curacao. L ex presidente iracheno Saddam Hussein controllava aziende negli Stati Uniti e nel Regno Unito, nominalmente guidate da ministri del governo precedente. I Duvalier emettevano semplicemente assegni a loro favore da conti bancari a loro nome. La famiglia di Charles Taylor (Liberia) deteneva il diritto su atti di proprietà in Florida intestasti a suo nome. L altra modalità per individuare i beni è quella di interrogare testimoni. Quando un dittatore cade, lascia comunque schiere di assistenti e funzionari che hanno fatto il lavoro sporco nel gestire la documentazione e le pratiche. Molti di quelli che non sono riusciti a darsi alla fuga rischiano il carcere per complicità con il regime. Tale prospettiva è un incentivo a collaborare e rivelare informazioni sui beni e sulla loro ubicazione per ottenere una riduzione della pena. È quindi essenziale ascoltarli nelle prime fasi del processo di ricerca perché i documenti eventualmente in loro possesso diventano una sorta di mappa per rintracciare il tesoro. Dov è sparito il patrimonio dei capi di stato deposti più di recente? È una congettura ragionevole che chi è asceso al potere prima che i paradisi fiscali diventassero impopolari abbia depositato il proprio denaro in Svizzera, nelle Isole della Manica e in Liechtenstein. Si tratta di luoghi riservati e sicuri che vantano politiche di segretezza. Mubarak e Gheddafi rientrano in questa categoria. Tuttavia, a partire dai casi Marcos e Duvalier, le banche e il governo svizzero si sono trovati invischiati in una serie infinita di cause e con una pessima pubblicità, passando dall immagine di banchieri per ricchi, affidabili e discreti, a quella di protettori di tiranni e assassini. La Svizzera ha pertanto intrapreso una politica di collaborazione con i governi subentranti. A quanto pare senza che le giungesse alcuna richiesta formale, ha congelato i conti bancari del tunisino Ben Ali di propria iniziativa. In circostanze diverse, l accordo con cui UBS si impegna a fornire al governo degli Stati Uniti i nomi dei titolari dei conti americani ha mostrato inoltre una trasparenza mai vista prima nel paese. Poiché i consueti paradisi fiscali sono crollati o hanno almeno alleggerito le loro coperture, i tempi si sono fatti duri per i dittatori che rubano. In primo luogo, molti paesi si sono impegnati a sostenersi a vicenda per mezzo di trattati di assistenza legale reciproca (MLAT). Ai sensi di questi trattati, i governi offrono assistenza (in varia misura e con molte eccezioni) alle forze dell ordine e alle agenzie di riscossione delle imposte esteri. La caccia al patrimonio di un ex capo di stato può rientrare nell ambito di applicazione di un MLAT. In secondo luogo, ogni giorno le nostre società stanno diventando a sempre più alta intensità di informazioni e documentazione in forma cartacea o elettronica. Mentre la raccolta e lo stoccaggio di dati aziendali e personali ha raggiunto il massimo storico nei paesi sviluppati, il resto del mondo sta lentamente recuperando terreno. È possibile identificare una quantità sempre maggiore di informazioni attraverso banche dati, rendendo più difficile nascondere i veri proprietari di beni. In terzo luogo, come nel caso della Svizzera, l opinione pubblica e la classe politica si sono ribellate ai rifugi sicuri offerti ai dittatori deposti. Gli ex capi di stato possono trovare asilo fuori dal loro paese o un passaggio sicuro per un esilio in patria, ma perderanno certamente ogni battaglia legale relativa alla ricchezza eccessiva che può essere ad essi collegata. Tuttavia, restano ancora delle sfide impegnative. I MLAT con le Isole Cayman e le altre nazioni caraibiche non garantiscono automaticamente che i governi rendano accessibili i loro registri se il presunto reato non viene riconosciuto nei loro paesi. Ciò include le violazioni fiscali, una leva spesso usata per le indagini sui beni patrimoniali. Inoltre, i rapporti politici possono influenzare la decisione di un paese di cooperare con un indagine patrimoniale. Un ex capo di stato - Gheddafi è un buon esempio può avere coltivato buoni rapporti con altri regimi oppressivi che potrebbero essergli d aiuto in vista di un possibile esilio, come rifugio per se stesso e per il suo denaro. Hugo Chavez, ancora ben saldo al potere in Venezuela, è in procinto di trasferire lingotti d oro venezuelani dagli Stati Uniti alla Russia, alla Cina e al Brasile. È in cura per il cancro e nel suo paese dilagano crimini violenti, carenze energetiche e svariati altri problemi. Se Chavez verrà sconfitto alle elezioni, i suoi rapporti con questi Paesi potranno servire da acconto per la pensione. Banche centrali e organismi regolatori possono e devono proibire ai loro membri che questi tollerino la creazione di conti bancari per capi di governo all estero senza prima determinare la legittimità dei beni dichiarati e i presupposti legali necessari al trasferimento di contante. Le banche possono anche aumentare sui depositanti il livello delle procedure di controllo necessarie. Con l adozione di tali politiche, oltre a mettere in atto leggi anti-corruzione severe, la comunità mondiale può rendere più difficile ai tiranni la trasformazione del patrimonio di una nazione in un bottino personale. Daniel E. Karson lavora a New York ed è Presidente di Kroll in America. Ha condotto le indagini per recuperare i patrimoni nascosti della famiglia Marcos per conto della Camera dei Deputati Americana, della famiglia Duvalier per conto della Repubblica di Haiti, di Saddam Hussein su incarico del Regno del Kuwait e ha seguito molti altri casi simili nel resto del mondo. Edizione Annuale 2011/12 17

18 Analisi regionale: Americhe Nord-America OvervieW Come negli anni passati, il Nord America si è comportato bene su molti fronti della lotta contro le frodi. Ha registrato la media più bassa di danni economici derivanti da frodi di qualsiasi altra regione e la più bassa incidenza regionale per cinque dei tipi di frode esaminati dal sondaggio, ovvero i conflitti di interesse del management, con il 15% di aziende che hanno denunciato di esserne state colpite, le frodi finanziarie interne (13%), le frodi commesse nei processi di vendita, fornitura o approvvigionamento (12%), la corruzione e pagamento di tangenti (7%) e la collusione di mercato (6%). Inoltre, a differenza di altre parti del mondo, il Nord America non ha fatto registrare significativi aumenti nell incidenza di altri tipi di frode. Prevalenza: società colpite da episodi di frode Aree di perdita frequente: percentuale di aziende che denunciano perdite in seguito a questo tipo di frode Aree di vulnerabilità: percentuale di aziende che si considerano moderatamente o fortemente vulnerabili Aumento dell esposizione: percentuale di aziende per cui è aumentata l esposizione alle frodi I maggiori fattori dell aumento dell esposizione: il fattore più diffuso che conduce a una maggiore esposizione e percentuale delle aziende colpite Perdite: ricaduta media delle frodi sugli utili % 87% Furto o smarrimento di dati, attacchi informatici (26%) Furto di beni materiali o scorte (23%) Conflitti di interesse del management (15%) Furto o smarrimento di dati, attacchi informatici (51%) Furto di proprietà intellettuale (39%) Furto di beni materiali o scorte (36%) Furto o smarrimento di dati, attacchi informatici (32%) Furto di beni materiali o scorte (27%) Conflitti di interesse del management (14%) Cattiva gestione finanziaria (36%) Furto o smarrimento di dati, attacchi informatici (34%) Furto di beni materiali o scorte (31%) 79% 66% Complessità dei sistemi informativi (35%) Complessità dei sistemi informativi (26%) 1,7% Non disponibile Tuttavia gli intervistati dell area del Nord America presentano due particolari lati deboli. Il primo non desta sorprese: il furto e lo smarrimento di informazioni o l attacco informatico rimangono il tipo di frode più comune nella regione, con il 26% di società colpite quest anno. Questa area è anche quella in cui gli intervistati percepiscono il più alto rischio. Ben il 15% si considera fortemente vulnerabile (quasi il doppio della percentuale dell anno scorso) e un altro 36% dichiara di sentirsi almeno moderatamente vulnerabile. Parimenti, il 35% degli intervistati in Nord America indica nella complessità dei sistemi informativi il principale fattore dell aumento dell esposizione al rischio: un dato di gran lunga maggiore rispetto all anno passato (26%). Tale complessità è inoltre considerata come una delle ragioni per cui sono molte di più le società che vedono crescere la propria esposizione al fenomeno delle frodi. Meno riconosciute risultano le difficoltà incontrate dalle società in Nord America derivanti dal furto di proprietà intellettuale. Con il 14% di società colpite (in aumento dal 10% dello scorso anno), nel sondaggio di quest anno il Nord America ha denunciato la maggiore incidenza regionale dei casi di furto di proprietà intellettuale. A livello locale, tuttavia, gli intervistati si sono dimostrati lenti nell adattarsi a tale cambiamento. Sebbene il 39% si consideri da moderatamente a fortemente vulnerabile, il dato risulta leggermente inferiore alla media del sondaggio (40%). Nonostante diminuzioni degne di nota in numerose tipologie di frode, le aziende del Nord America dovranno rimanere vigili nei loro sforzi in direzione della prevenzione di furti di informazioni e di proprietà intellettuale. 18 Global Fraud Report

19 Analisi regionale: Americhe Quando la frode è un problema interno CINQUE PUNTI DA CONSIDERARE di Richard Plansky La frode rimane una preoccupazione grande ed in continua crescita praticamente per ogni tipo di azienda. Questa è una delle conclusioni del Global Fraud Survey 2011/2012 di Kroll. Un altra è che la grande maggioranza delle frodi è perpetrata da addetti ai lavori. Per essere precisi, il 60% delle frodi di cui è noto l autore sono commesse da dirigenti, dipendenti junior, agenti o intermediari in crescita rispetto al 55% indicato dal sondaggio 2010/2011. Il fenomeno della frode come illecito interno non è solo diffuso, ma in aumento. La domanda che ci si pone è perché? Anche se non esiste una risposta semplice, sembra che il crescente rischio di frode interna sia, almeno in parte, un riflesso della nostra economia basata sulle informazioni. Sempre più spesso il valore di una società non si misura in un bene materiale ma piuttosto in idee. Tali idee, proprietà intellettuale di un azienda, tendono ad essere memorizzate su computer e server sotto forma di dati digitali. Di conseguenza, gli addetti ai lavori hanno accesso a una gamma molto più vasta di informazioni preziose e le possono acquisire con maggiore facilità rispetto al passato. Alla luce di queste dinamiche, è sempre più probabile che le aziende si trovino prima o poi a dover indagare su un sospetto caso di frode da parte di un dipendente. Quando quel giorno arriverà, dovranno prendere decisioni critiche che potranno avere un impatto significativo sulla reputazione aziendale, sulla continuità commerciale e anche sul morale dei dipendenti. A tal fine, vi sono cinque punti fondamentali da considerare:» Blindare le prove. Qualora l indagine coinvolga personale interno, la necessità di preservare prove potenzialmente rilevanti è particolarmente importante. I perpetratori della frode all interno di un azienda avranno probabilmente libero accesso ai dati che dimostrano la loro condotta. Alla prima occasione utile, si dovrebbe pertanto provvedere a blindare le evidenze elettroniche in quanto queste possono essere facilmente e rapidamente eliminate. L azienda deve essere preparata a creare senza dare nell occhio immagini fedeli 1:1 di computer (forensic images), a scattare istantanee degli account più rilevanti dal server di posta elettronica e dai drive condivisi, conservando registri e log con informazioni relative agli accessi a Internet e ai sistemi informativi interni, a non cancellare o sovrascrivere specifici nastri di backup. In alcuni casi, può anche essere necessario mettere al sicuro i tabulati telefonici aziendali di rete fissa e mobile, i registri relativi agli accessi agli uffici con badge e i nastri della videosorveglianza. Edizione Annuale 2011/12 19

20 Analisi regionale: Americhe» Prendere precauzioni con discrezione. È possibile prendere misure preliminari per fare luce su sospetti di illeciti interni senza far insospettire i responsabili. Quasi sempre, un analisi del contenuto della posta elettronica aziendale e della cronologia di navigazione Internet chiarirà le attività e relazioni di un insider, sia all interno che all esterno dell ufficio. Nel caso si sospettino pagamenti di tangenti o conflitti d interesse, un esame della contabilità acquisti potrebbe rivelare dei modus operandi o recenti variazioni nei rapporti di fornitura che potrebbero far sottintendere fenomeni corruttivi. L analisi di documenti camerali e visure societarie può rivelare l esistenza di interessi o il possesso di quote di società fornitrici il cui volume di affari è incrementato proprio per il legame con l insider.» Considerare vicende personali che possono giustificare la necessità di commettere frodi. La frode è spesso causata e/o messa in evidenza da eventi specifici. Quando si sospetta di un soggetto interno all organizzazione, è sempre consigliabile condurre ricerche consultando fonti aperte ed accessibili al pubblico al fine di identificare eventuali indizi di problemi finanziari quali fallimenti, recenti azioni legali, casi di divorzio, sentenze passate in giudicato, esposizione finanziaria o acquisti per cifre che non sono in linea con il reddito noto della persona in questione.» Monitorare attività chiave. Ai sensi della politica aziendale e nel rispetto delle normative vigenti, le attività di un soggetto interno all organizzazione sospettato di condotta illecita dovrebbero essere monitorate al fine di raccogliere evidenze e mitigarne le conseguenze. Esempi di attività critiche da monitorare in quando potenzialmente remunerative includono la corrispondenza tramite il dominio aziendale, decisioni di assunzione di personale, autorizzazioni di pagamento effettuate dalla persona sospettata, oltre a commenti e post su social networks.» Preparare un piano di successione. Man mano che l indagine procede e i sospetti nei confronti del soggetto appaiono sempre più motivati, è importante pianificare quello che accadrà in seguito al suo possibile allontanamento. La mancanza di un piano di successione potrebbe ritardare la necessaria interruzione del rapporto di lavoro e creare notevoli problemi o interruzioni dell attività. Richard Plansky è senior managing director presso l ufficio di Kroll a New York. Grazie alla sua quasi ventennale esperienza in investigazioni e tutela della legge, Richard oggi gestisce una vasta gamma di incarichi complessi e in particolare si occupa di investigazioni interne. Economist Intelligence Unit Report Card Tecnologia, media e telecomunicazioni Il settore della tecnologia, dei media e delle telecomunicazioni ha registrato valori discordanti. Sebbene le frodi in generale siano sensibilmente diminuite, in particolare i furti di informazioni (calati dal 37% al 29%) e di proprietà intellettuale (PI) (dal 27% al 22%), questi ultimi sono rimasti al livello più alto rispetto a tutti gli altri settori. Per quanto riguarda i furti di PI, il settore in oggetto ha battuto il record poco invidiabile per il secondo anno consecutivo. Le imprese del settore sono consapevoli del problema e la percentuale con cui si considerano moderatamente o altamente vulnerabili al furto di informazioni (59%) e PI (49%) è più alta rispetto a quella di qualsiasi altro settore. Inoltre, altri tipi di frode tendono a essere sempre più comuni in questo ambito: le frodi nei processi di approvvigionamento hanno interessato il 21% delle imprese (contro il 15% dello scorso anno), la cattiva gestione finanziaria il 16% (contro il 10% dello scorso anno) e la corruzione l 11% (contro il 7% dello scorso anno). Perdita: ricaduta media delle frodi sugli utili: 2.1% Prevalenza: aziende colpite da frodi: 74% Aree di perdite frequenti: percentuale di aziende che segnalano perdite dovute a questo tipo di frode Furto o smarrimento di dati, attacchi informatici (29%) Furto di beni materiali o scorte (24%) Conflitti di interesse del management (23% Furto di PI, pirateria o contraffazione (22%) Frodi nei processi di vendita, fornitura o approvvigionamento (21%) Furto o frode finanziaria interna (18%) Cattiva gestione finanziaria (16%) Aumento dell esposizione alle frodi: aziende la cui esposizione alle frodi è aumentata: 78% Principali cause di maggiore esposizione: fattore più diffuso che causa maggiore esposizione alle frodi e percentuale di aziende colpite: Complessità dei sistemi informativi (43%) 0 % Corruzione Furto di beni materiali o scorte Riciclaggio Cattiva gestione finanziaria Violazione di norme e regole di compliance Furto o frode finanziaria interna Furto o smarrimento di dati, attacchi informatici Furto di PI, pirateria o contraffazione Frodi nei processi di vendita, fornitura o approvvigionamento Conflitti di interesse del management Pratiche collusive Moderatamente o altamente vulnerabili Leggermente vulnerabili 20 Global Fraud Report

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