24 novembre 2009 NITRATI E FITOFARMACI: LA CAPACITA PROTETTIVA DEI SUOLI IN PIEMONTE

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "24 novembre 2009 NITRATI E FITOFARMACI: LA CAPACITA PROTETTIVA DEI SUOLI IN PIEMONTE"

Transcript

1 24 novembre 2009 NITRATI E FITOFARMACI: LA CAPACITA PROTETTIVA DEI SUOLI IN PIEMONTE

2 LA TABELLA DI VALUTAZIONE DELLA CAPACITA PROTETTIVA DEI SUOLI La tabella di valutazione utilizzata in Piemonte è stata elaborata grazie alla collaborazione tra Cranfield University e Ipla, sancita da un protocollo del CAPACITA' PROTETTIVA ALTA MODERATAMENT E ALTA MODERATAMENT E BASSA BASSA Scheletro in % >60 Tessitura FA, FLA, L, A, AL FL, F, FSA, AS FS SF, S Presenza di crepacciature Assenti Reversibili che interessano il solo topsoil Irreversibili che interessano il solo topsoil Che interessano topsoil e subsoil Profondità dell orizzonte permanentemente ridotto in cm Assente o > <50 Soil Survey inglese, modificato e integrato da Ipla

3 SIMULAZIONI CON MACRO PER VALIDARE CAPACITA PROTETTIVA Per validare la tabella di capacità protettiva è stata prodotta una serie di circa 100 simulazioni con i dati di input relativi a 8 profili rappresentativi per la pianura piemontese. Le simulazioni sono state eseguite per ogni tipologia pedologica scelta, variando il clima (udico e ustico), la coltura (suolo nudo, mais irriguo e mais in asciutta) e l irrigazione (presente o assente). I risultati ottenuti sono relativi ad un periodo di circa dieci anni. flusso idrico (mm/anno) a 150 cm di profondità - regime udico - coltura mais in asciutta flusso idrico (mm/anno) a 150 cm di profondità - regime udico - coltura mais irriguo classe regime udico regime udico capacità input idrico + input idrico SITO tessitura protettiva irr. tot NOAC140 argilloso ALTA TORT0294 argilloso-limoso ALTA TORT165 franco-argilloso ALTA PIEM234 sabbioso-franco BASSA NOAC133 francosabbioso/sabbios o- franco MOD. BASSA PIEM402 francosabbioso/sabbios o- franco MOD. BASSA ALOC0006 franco-limoso MOD.ALTA NOAC137 franco-limoso MOD.ALTA flusso idrico (mm/anno) a 150 cm di profondità - regime udico - coltura suolo nudo

4 SIMULAZIONI CON MACRODB PER FITOFARMACI (Terbutilazina) Sono state eseguite simulazioni con il modello MACRODB2.3 creando due scenari nella zona dell Alto Novarese sulla base di una serie di informazioni su dati climatici, proprietà pedologiche del profilo di suolo, dati colturali relativi alle coltivazioni del sito e dati relativi alle caratteristiche fisico-chimiche e alle modalità, tempi e dosi di applicazione. In questo caso è stato simulato il comportamento di due diversi suoli, la serie BARAGGIONE, paleosuolo a tessitura fine, e la serie AGOGNA, suolo alluvionale recente a tessitura grossolana, nell ambito della coltivazione del mais irriguo con trattamento a base di Terbutilazina. Il bilancio di massa della Terbutilazina nei due suoli considerati risulta difficile da interpretare tenendo conto che la lisciviazione del prodotto non è solo dipendente dal bilancio idrico ma da fattori chimici degradativi nel suolo, a loro volta dipendenti dalle caratteristiche fisico-chimiche del prodotto e dalla quantità di sostanza organica. Dai dati ottenuti si desume comunque che la Terbutilazina si degrada fino al 95% in entrambi i suoli e come minimo all 83% - 84%.

5 SIMULAZIONI CON MACRODB PER FITOFARMACI (Terbutilazina) Period Applied (mg/m 2 ) Degraded (mg/m 2 ) Leached (mg/m 2 ) Period Applied (mg/m 2 ) Degraded (mg/m 2 ) Leached (mg/m 2 ) Suolo a capacità protettiva Alta BARAGGIONE Suolo a capacità protettiva moderatamente bassa AGOGNA Le differenze minime che si evidenziano nei valori di degradazione e di lisciviazione alla base del profilo non sono significative per caratterizzare le differenze di classe ottenute tramite la tabella interpretativa.

6 CAPACITA PROTETTIVA E VELOCITA DI INFILTRAZIONE CAPACITA PROTETTIVA LEGATA ALLA VELOCITA DI INFILTRAZIONE: a livello regionale la capacità protettiva è stata valutata esclusivamente in base alle caratteristiche fisiche del suolo; a livello di maggior dettaglio sono state considerate anche informazioni su aspetti legati alla chimica del suolo.

7 CARTA A SCALA 1: La Carta di capacità protettiva dei suoli a scala 1: è stato il primo degli elaborati derivati dalla Carta dei suoli del Piemonte. La necessità di rispondere alla Direttiva Nitrati e alla legislazione nazionale per l individuazione delle zone vulnerabili da nitrati ha imposto una accelerazione sulla capacità protettiva del suolo. Si è costituito un tavolo di lavoro con Regione, Arpa, Università e Ipla, per giungere alla individuazione delle zone vulneranbili da nitrati e fitofarmaci.

8 LA CAPACITA PROTETTIVA DEI SUOLI E LE ZONE VULNERABILI DA NITRATI In arancione le zone vulnerate: aree idrogeologicamente separate all interno delle quali la media delle rilevazioni ha evidenziato concentrazioni maggiori a 40mg/l. In giallo le fasce fluviali A e B. In verde le aree con vulnerabilità intrinseca elevata dell acquifero, capacità protettiva dei suoli bassa o moderatamente bassa e un valore del surplus azotato superiore a 50 kg/ha.

9 CARTA A SCALA 1: Scala 1: Scala 1:

10 I SUOLI PIEMONTESI SU INTERNET

11 I SUOLI PIEMONTESI SU INTERNET

12 I SUOLI PIEMONTESI SU INTERNET Per completare il rilevamento di pianura mancano alcune aree del Novarese (disponibili su internet a inizio 2010) e del Vercellese (previste per i primi mesi del 2011)

13 I SUOLI PIEMONTESI SU INTERNET

14 I SUOLI PIEMONTESI SU INTERNET

15 LE UNITA CARTOGRAFICHE

16 LE UNITA TIPOLOGICHE

17 LE UNITA TIPOLOGICHE

18 DUE ASPETTI DI CUI TENERE SEMPRE CONTO. La Carta dei suoli contiene, in numerose situazioni, per ogni Unità Cartografica più di una Tipologia di suolo (UTS), ciascuna con la propria capacità protettiva nei confronti delle acque sotterranee. Nell ambito della descrizione dell Unità cartografica è compresa sempre una semplice e sintetica chiave di riconoscimento, d aiuto nella definizione della singola tipologia di suolo. La Carta di capacità protettiva dei suoli nei confronti delle acque sotterranee, come peraltro tutte le carte derivate, non rappresenta una media della capacità protettiva dell Unità Cartografica, ma è realizzata interpretando i dati pedologici relativi alla tipologia pedologica dominante, ossia quella che copre la maggiore percentuale di territorio dell intera Unità.

19 LE CLASSI DI CAPACITA PROTETTIVA Classe alta Suolo molto evoluto e fine del vecchio conoide del fiume Cervo, nella pianura biellese. Suolo mediamente evoluto della pianura alessandrina nei pressi del torrente Curone. Paleosuolo posto su un terrazzo antico della parte meridionale dell Altopiano di Poirino (TO).

20 LE CLASSI DI CAPACITA PROTETTIVA Classe moderatamente alta Suolo evoluto con parziale presenza di scheletro della pianura vercellese e biellese Suolo molto ricco in argille espandibili, tipico della parte orientale dell Alessandrino. Paleosuolo posto sul terrazzo di Novara con tessiture franco-limose fino oltre 1 metro di profondità.

21 LE CLASSI DI CAPACITA PROTETTIVA Classe moderatamente bassa Suolo poco evoluto del Novarese, ricco di sabbie fini, utilizzato dalla risicoltura in sommersione. Suolo della pianura cuneese, molto ricco in sabbie e ghiaie con un evidente orizzonte sepolto. Suolo con evidenti condizioni di idromorfia, posto in prossimità di risorgive nel Cuneese.

22 Classe bassa LE CLASSI DI CAPACITA PROTETTIVA Suolo della pianura vercellese, di recente deposizione, formato da sabbie grossolane e ghiaiette. Suolo posto in prossimità del fiume Stura di Demonte costituito da ghiaie e sabbie. Suolo mediamente evoluto e ricco di ghiaie della pianura cuneese meridionale.

23 IL RILIEVO PEDOLOGICO NELLE AREE DI SALVAGUARDIA DEI POZZI regolamento 15/R del 2006 Con una determina dirigenziale il 17 settembre 2009 è stato approvato dalla Regione Piemonte un Manuale Operativo - in gran parte redatto dall IPLA - volto a fornire elementi tecnici e chiarimenti per la realizzazione dello studio pedologico nelle aree di salvaguardia dei pozzi e la predisposizione del Piano di utilizzazione dei fertilizzanti e dei prodotti fitosanitari (PUFF). Il Manuale Operativo si compone di quattro parti: relazione descrittiva metodologica, schema per la redazione del PUFF, manuale di campagna per il rilevamento e la descrizione dei suoli, scheda di campagna, glossario pedologico

24 IL RILIEVO PEDOLOGICO NELLE AREE DI SALVAGUARDIA DEI POZZI Piano di rilevamento di 1 osservazione ogni 2 ha, che in caso di assenza della carta a scala di semi-dettaglio - comprenda anche lo scavo di almeno un profilo pedologico, descritto, fotografato, campionato ed analizzato per definire la capacità protettiva del suolo. Caso 1. Le osservazioni confermano la corrispondenza del suolo presente all interno dell area di salvaguardia con quello dominante. Caso 2. Le osservazioni non corrispondono alla tipologia pedologica dominante ma sono riconducibili ad un altra delle tipologie riportate all interno della descrizione dell Unità Cartografica in oggetto. Caso 3. Le osservazioni non corrispondono alla tipologia pedologica dominante e non sono riconducibili nemmeno alle tipologie pedologiche secondarie.

25 LA DEFINIZIONE DELLE CLASSI IN BASE A CAPACITA PROTETTIVA DEI SUOLI E VULNERABILITA DELL ACQUIFERO Nella valutazione della vulnerabilità intrinseca dell acquifero captato si devono investigare e correlare almeno i seguenti fattori: a) soggiacenza della superficie piezometrica; b) profondità e tipologia dell acquifero; c) natura della zona non satura (stratigrafia e prove effettuate durante la trivellazione e dati relativi anche ad altri pozzi vicini). TABELLA DI VALUTAZIONE Capacità protettiva dei suoli Alta o Moderatamente alta Bassa o Moderatamente bassa Bassa Classe 4 Classe 3 Vulnerabilità intrinseca dell acquifero captato Media Classe 3 Classe 2 Alta o Elevata Classe 2 Classe 1

26 LE CARTE DI CAPACITA PROTETTIVA DEI SUOLI NEI CONFRONTI DELLE ACQUE PROFONDE - INSIEME ALLE CARTE DI CAPACITA D USO DEI SUOLI - RAPPRESENTANO ATTUALMENTE UNO DEGLI STRUMENTI MIGLIORI PER PORRE LA PEDOLOGIA AL CENTRO DELLE SCELTE DI PIANIFICAZIONE AGRARIA E AMBIENTALE. GRAZIE E BUON LAVORO.

Capacità protettiva dei suoli Studio pedologico nelle aree di salvaguardia

Capacità protettiva dei suoli Studio pedologico nelle aree di salvaguardia 23 ottobre 2009 REGOLAMENTO REGIONALE 11 dicembre 2006 n. 15/R Allegato B Capacità protettiva dei suoli Studio pedologico nelle aree di salvaguardia IL CICLO DELL ACQUA SUBLIMAZIONE CONDENSAZIONE PRECIPITAZIONE

Dettagli

In questo allegato al numero 1.1 è stato inserito un capoverso dall'articolo 1, comma 1, del R.R. n. 14/2009

In questo allegato al numero 1.1 è stato inserito un capoverso dall'articolo 1, comma 1, del R.R. n. 14/2009 In questo allegato al numero 1.1 è stato inserito un capoverso dall'articolo 1, comma 1, del R.R. n. 14/2009 La metodologia di riferimento per la definizione della Capacità protettiva dei suoli, sviluppata

Dettagli

Capacità protettiva e rischio di percolazione dell azoto nei suoli della pianura veneta

Capacità protettiva e rischio di percolazione dell azoto nei suoli della pianura veneta Convegno Il comportamento di nitrati e fitofarmaci nel suolo Milano 24 novembre 9 Capacità protettiva e rischio di percolazione dell azoto nei suoli della pianura veneta Francesca Ragazzi ARPAV Servizio

Dettagli

TETTO FRATI limoso-grossolana, fase tipica TTF1

TETTO FRATI limoso-grossolana, fase tipica TTF1 TETTO FRATI limoso-grossolana, fase tipica TTF1 Distribuzione geografica e pedoambiente Si tratta di una tipologia pedologica diffusa nella piana del Po dal confine tra le provincia di Torino e Cuneo fino

Dettagli

MUGARONE limoso-grossolana, fase tipica MUG1

MUGARONE limoso-grossolana, fase tipica MUG1 MUGARONE limoso-grossolana, fase tipica MUG1 Distribuzione geografica e pedoambiente Aree pedecollinari riconducibili, secondo la Carta Geologica d'italia, al Pleistocene inferiore (Villafranchiano), con

Dettagli

MANUALE OPERATIVO PER LA REALIZZAZIONE DELLO STUDIO PEDOLOGICO E LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO DI UTILIZZAZIONE DEI FERTILIZZANTI E

MANUALE OPERATIVO PER LA REALIZZAZIONE DELLO STUDIO PEDOLOGICO E LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO DI UTILIZZAZIONE DEI FERTILIZZANTI E Direzione Ambiente MANUALE OPERATIVO PER LA REALIZZAZIONE DELLO STUDIO PEDOLOGICO E LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO DI UTILIZZAZIONE DEI FERTILIZZANTI E DEI PRODOTTI FITOSANITARI (PUFF) AI SENSI DEL REGOLAMENTO

Dettagli

CARNEVALE franco-grossolana, fase tipica CNL1

CARNEVALE franco-grossolana, fase tipica CNL1 CARNEVALE franco-grossolana, fase tipica CNL1 Distribuzione geografica e pedoambiente Lungo tutto il corso del Tanaro, poco dopo la confluenza dello Stura da S. Vittoria d'alba (CN) verso nord fino ad

Dettagli

SALASCO franco-grossolana, fase tipica SLS1

SALASCO franco-grossolana, fase tipica SLS1 SALASCO franco-grossolana, fase tipica SLS1 Distribuzione geografica e pedoambiente Suolo che copre ampi territori posizionati sul livello fondamentale della pianura. Sono depositi relativamente antichi

Dettagli

ARÈ franco-grossolana su scheletrico-sabbiosa, fase tipica ARE1

ARÈ franco-grossolana su scheletrico-sabbiosa, fase tipica ARE1 ARÈ franco-grossolana su scheletrico-sabbiosa, fase tipica ARE1 Distribuzione geografica e pedoambiente Suolo tipico degli antichi conoidi ghiaiosi e sabbiosi, ormai da migliaia di anni non più interessati

Dettagli

ROVASENDA limoso-fine, fase anthraquica RVS2

ROVASENDA limoso-fine, fase anthraquica RVS2 ROVASENDA limoso-fine, fase anthraquica RVS2 Distribuzione geografica e pedoambiente Questo suolo è presente su estese superfici ondulate ed incise, che rappresentano i residui di una pianura molto antica

Dettagli

Stima della ricarica della falda, con l utilizzo di modelli del non saturo

Stima della ricarica della falda, con l utilizzo di modelli del non saturo PROGETTO RICLIC Regional Impact of Climatic Change in Lombardy Water Resources: Modelling and applications (RICLIC-WARM) Stima della ricarica della falda, con l utilizzo di modelli del non saturo L. Fumagalli

Dettagli

Regione Veneto Deroga alla Direttiva Nitrati

Regione Veneto Deroga alla Direttiva Nitrati Regione Veneto Deroga alla Direttiva Nitrati Metodologia per la determinazione delle aree con diversa capacità protettiva dei suoli La Commissione Europea con decisione di esecuzione del 3 novembre 2011

Dettagli

CARTA DELLA CAPACITÀ PROTETTIVA E DEL RISCHIO DI PERCOLAZIONE DELL AZOTO DEI SUOLI DELLA PIANURA VENETA

CARTA DELLA CAPACITÀ PROTETTIVA E DEL RISCHIO DI PERCOLAZIONE DELL AZOTO DEI SUOLI DELLA PIANURA VENETA Servizio Osservatorio Suoli e Bonifiche CARTA DELLA CAPACITÀ PROTETTIVA E DEL RISCHIO DI PERCOLAZIONE DELL AZOTO DEI SUOLI DELLA PIANURA VENETA aprile 2016 Pagina 1 di 10 INDICE 1 OBIETTIVI DELLO STUDIO...

Dettagli

Soilwater and Nitrogen Balances in the Emilia-Romagna plaine

Soilwater and Nitrogen Balances in the Emilia-Romagna plaine NITROGEN MANAGEMENT OPTIMISATION Gestione dell azoto in conformità alla Direttiva Nitrati Convegno internazionale Reggio Emilia, 14 set 27 Bilancio idrico e dell azoto per i suoli della pianura emiliano-romagnola

Dettagli

Servizio Geologico e Difesa del Suolo Biellese, Vercellese, Casalese C.so Cadore Torino (TO)

Servizio Geologico e Difesa del Suolo Biellese, Vercellese, Casalese C.so Cadore Torino (TO) PROVINCIA di VERCELLI A.T.O. n. 2 ECOGEO Studio Associato Settore Turismo, Marketing Territoriale e Risorse Idriche Autorità d Ambito Territoriale Ottimale n.2 di De Luca & Morelli di Popolo e Ticineto

Dettagli

REGOLAMENTO REGIONALE 11 dicembre 2006 n. 15/R

REGOLAMENTO REGIONALE 11 dicembre 2006 n. 15/R REGOLAMENTO REGIONALE 11 dicembre 2006 n. 15/R DISCIPLINA E PROCEDIMENTO DI DEFINIZIONE DELLE AREE DI SALVAGUARDIA DELLE ACQUE DESTINATE AL CONSUMO UMANO Elena Anselmetti Torino, 23 ottobre 2009 Articoli

Dettagli

Nuove indicazioni per la realizzazione e la conduzione di piantagioni da legno a ciclo medio-lungo. Padova 18 Febbraio 2005

Nuove indicazioni per la realizzazione e la conduzione di piantagioni da legno a ciclo medio-lungo. Padova 18 Febbraio 2005 Nuove indicazioni per la realizzazione e la conduzione di piantagioni da legno a ciclo medio-lungo Padova 18 Febbraio 2005 Riselvitalia: Attitudine delle terre alla coltivazione del noce di A. Giordano

Dettagli

AGOGNA scheletrico-franca, fase tipica AGO1

AGOGNA scheletrico-franca, fase tipica AGO1 AGOGNA scheletrico-franca, fase tipica AGO1 Distribuzione geografica e pedoambiente Terrazzi medio-recenti posti in prossimità dei corsi d'acqua che li hanno generati: La morfologia è caratterizzata da

Dettagli

Regione Piemonte azienda dimostrativa CERUTTI. Localizzazione. Azienda Agricola Cerutti fraz. Corveglia Villanova d Asti (AT)

Regione Piemonte azienda dimostrativa CERUTTI. Localizzazione. Azienda Agricola Cerutti fraz. Corveglia Villanova d Asti (AT) Localizzazione Azienda Agricola Cerutti fraz. Corveglia Villanova d Asti (AT) area di progetto (soil region di Italia: 18.7-18.8) I SUOLI DELL AZIENDA Il campo sperimentale dell azienda si trova sull Altopiano

Dettagli

I suoli del Friuli Venezia Giulia. nella dinamica dei nitrati: studi e valutazioni

I suoli del Friuli Venezia Giulia. nella dinamica dei nitrati: studi e valutazioni I suoli del Friuli Venezia Giulia nella dinamica dei nitrati: studi e valutazioni Stefano Barbieri Studi ERSA su azoto nei suoli Progetto SINA Carte capacità di attenuazione Progetto NetWet2 e RAZOFIN

Dettagli

REGIONE PIEMONTE - BOLLETTINO UFFICIALE N. 45 DEL 11/11/2010

REGIONE PIEMONTE - BOLLETTINO UFFICIALE N. 45 DEL 11/11/2010 REGIONE PIEMONTE - BOLLETTINO UFFICIALE N. 45 DEL 11/11/2010 Codice DB1100 D.D. 27 settembre 2010, n. 1035 Approvazione delle Linee guida per il monitoraggio del suolo su superfici agricole destinate ad

Dettagli

CUNEO scheletrico-franca, fase tipica CNO1

CUNEO scheletrico-franca, fase tipica CNO1 CUNEO scheletrico-franca, fase tipica CNO1 Distribuzione geografica e pedoambiente E' diffusa nella parte sinistra del conoide dello Stura di Demonte, nel tratto fra il suo sbocco in pianura e Centallo

Dettagli

TERRE BIANCHE limoso-fine, fase tipica TRB1

TERRE BIANCHE limoso-fine, fase tipica TRB1 TERRE BIANCHE limoso-fine, fase tipica TRB1 Distribuzione geografica e pedoambiente Serie che caratterizza parte dei terrazzi del Beinale, di Salmour, di Marene e di Montarosse alternandosi alla Serie

Dettagli

FUSINA S.R.L. INDAGINI NEL SOTTOSUOLO

FUSINA S.R.L. INDAGINI NEL SOTTOSUOLO FUSINA S.R.L. INDAGINI NEL SOTTOSUOLO COMMITTENTE : CENTRO GRAFICO DG SPA MARCALLO CON CASONE (MI) 1844_13 RELAZIONE IDROGEOLOGICA DI DETTAGLIO IN SUPPORTO AL PROGETTO DI UN CAPANNONE INDUSTRIALE A MARCALLO

Dettagli

Individuazione in Umbria delle aree vulnerabili da prodotti fitosanitari

Individuazione in Umbria delle aree vulnerabili da prodotti fitosanitari Bodo G., Businelli D., Gigliotti G., Martinelli A., Vizzari M., Bartoli D., Barbagianni N. ARPA Umbria Dipartimento di Scienze Agrarie ed Ambientali Università di Perugia Individuazione in Umbria delle

Dettagli

SERVIZIO SUOLI ARPA Veneto Ialina Vinci

SERVIZIO SUOLI ARPA Veneto Ialina Vinci SERVIZIO SUOLI ARPA Veneto Ialina Vinci SUPERFICIE RILEVATA SCALA 1:50.000 TOTALE aree rilevate: 8.534 km 2 49% della regione 65% della pianura TOTALE unità descritte 328 unità cartografiche 302 tipi di

Dettagli

RUSSIA, limoso-fine, fase tipica RSS1

RUSSIA, limoso-fine, fase tipica RSS1 RUSSIA, limoso-fine, fase tipica RSS1 Distribuzione geografica e pedoambiente Questo suolo è caratteristico di terrazzi alluvionali antichi in parte influenzati da depositi morenici portati da scaricatori

Dettagli

Efficienza d uso dell acqua in risicoltura a diverse scale spaziali: dal campo al distretto irriguo

Efficienza d uso dell acqua in risicoltura a diverse scale spaziali: dal campo al distretto irriguo CONVEGNO DI CHIUSURA DEL PROGETTO Efficienza d uso dell acqua in risicoltura a diverse scale spaziali: dal campo al distretto irriguo Risultati del progetto e sfide future Distretto Azienda Campo Prof.ssa

Dettagli

LUPINELLA. Non è ammesso il ristoppio della coltura; è ammesso il ritorno della coltura sullo stesso appezzamento dopo un intervallo di almeno 1 anno.

LUPINELLA. Non è ammesso il ristoppio della coltura; è ammesso il ritorno della coltura sullo stesso appezzamento dopo un intervallo di almeno 1 anno. LUPINELLA Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

Dettagli

ALLEGATO A (art. 2) (La tabella 1 di questo Allegato è stata sostituta dalla tabella allegata al r.r. 2/2004)

ALLEGATO A (art. 2) (La tabella 1 di questo Allegato è stata sostituta dalla tabella allegata al r.r. 2/2004) ALLEGATO A (art. 2) (La tabella 1 di questo Allegato è stata sostituta dalla tabella allegata al r.r. 2/2004) DESIGNAZIONE DELLE ZONE VULNERABILI DA NITRATI DI ORIGINE AGRICOLA INDICE AREE DESIGNATE RELAZIONE

Dettagli

Localizzazione. Regione Piemonte azienda dimostrativa MOSCA. azienda agricola dimostra Paolo Maria Mosca loc. C.na Cesiola Vecchia Crescentino (VC)

Localizzazione. Regione Piemonte azienda dimostrativa MOSCA. azienda agricola dimostra Paolo Maria Mosca loc. C.na Cesiola Vecchia Crescentino (VC) Localizzazione azienda agricola dimostra Paolo Maria Mosca loc. C.na Cesiola Vecchia Crescentino (VC) area di progetto (soil region di Italia: 18.7-18.8) I SUOLI DELL AZIENDA I suoli dell Azienda sono

Dettagli

MAIS. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura.

MAIS. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. MAIS Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non è

Dettagli

Metodologia per la stima dei carichi di azoto (N) di origine agricola della Regione Veneto

Metodologia per la stima dei carichi di azoto (N) di origine agricola della Regione Veneto Metodologia per la stima dei carichi di azoto (N) di origine agricola della Regione Veneto La stima dei carichi azotati di origine agricola derivanti dagli apporti delle concimazioni organiche e minerali

Dettagli

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE ERBAI MISTI Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

Dettagli

All. B.19 (R) All. B1.12 (R) di ricarica IN CORPO CIRCA 22ARIAL BOLD

All. B.19 (R) All. B1.12 (R) di ricarica IN CORPO CIRCA 22ARIAL BOLD All. B.19 (R) All. B1.12 (R) La IN cartografia QUESTO delle aree SPAZIO di ricarica TITOLO degli IN CORPO acquiferi 22 CIRCA 22ARIAL BOLD Acque sotterranee nel territorio di pedecollina-pianura LA CARTOGRAFIA

Dettagli

CRITERI PER LA DEFINIZIONE DELLE AREE VULNERABILI AI PRODOTTI FITOSANITARI: IL CASO DELLA REGIONE VENETO

CRITERI PER LA DEFINIZIONE DELLE AREE VULNERABILI AI PRODOTTI FITOSANITARI: IL CASO DELLA REGIONE VENETO CRITERI PER LA DEFINIZIONE DELLE AREE VULNERABILI AI PRODOTTI FITOSANITARI: IL CASO DELLA REGIONE VENETO Alessandro Chiaudani (1), Irene Delillo (1), Francesca Ragazzi (2), Carlo Riparbelli (3) (1) ARPAV,

Dettagli

Regione Friuli Venezia Giulia azienda dimostrativa LA FATTORIA di Morris Grinovero

Regione Friuli Venezia Giulia azienda dimostrativa LA FATTORIA di Morris Grinovero Localizzazione Legenda: azienda agricola dimostrativa La Fattoria di Morris Grinovero area di progetto (soil region di Italia: 18.7-18.8) I SUOLI DELL AZIENDA I terreni gestiti dall azienda ricadono prevalentemente

Dettagli

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE PRATI POLIFITI Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

Dettagli

Efficienza d uso dell acqua in risicoltura a diverse scale spaziali: dal campo al distretto irriguo

Efficienza d uso dell acqua in risicoltura a diverse scale spaziali: dal campo al distretto irriguo Efficienza d uso dell acqua in risicoltura a diverse scale spaziali: dal campo al distretto irriguo Prof.ssa Arianna Facchi Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali (DiSAA), UNIMI Masterclass SAIRISI,

Dettagli

Sostanza organica e supporti per la gestione dei suoli

Sostanza organica e supporti per la gestione dei suoli Sostanza organica e supporti Strumenti normativi, finanziari e tecnici per la protezione del suolo Giampaolo Sarno La protezione del suolo Bologna, 28 novembre 2008 Incremento sostanza organica P.R.S.R.

Dettagli

ALICE SUPERIORE, franco-grossolana, fase tipica ACS1

ALICE SUPERIORE, franco-grossolana, fase tipica ACS1 ALICE SUPERIORE, franco-grossolana, fase tipica ACS1 Distribuzione geografica e pedoambiente Tipologie di suolo come questa si sviluppano in aree sulle quali è attivo il processo di "paludizzazione": accumulo

Dettagli

RIVA DI CHIERI argilloso-fine, fase tipica RDC1

RIVA DI CHIERI argilloso-fine, fase tipica RDC1 RIVA DI CHIERI argilloso-fine, fase tipica RDC1 Distribuzione geografica e pedoambiente Suolo la cui distribuzione si colloca nell'ampia depressione, di larghezza mai superiore ad 1,5 Km, orientata in

Dettagli

SORGO. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura.

SORGO. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SORGO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

BARBABIETOLA DA ZUCCHERO

BARBABIETOLA DA ZUCCHERO BARBABIETOLA DA ZUCCHERO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

Dettagli

LOMBARDORE franco-fine, fase tipica LOM1

LOMBARDORE franco-fine, fase tipica LOM1 LOMBARDORE franco-fine, fase tipica LOM1 Distribuzione geografica e pedoambiente I suoli Lombardore si trovano nel Torinese tra Venaria e Fiano; nel Canavese tra Balangero,Volpiano e Lombardore(Vauda).Il

Dettagli

Condizionalità e attuazione direttiva nitrati in Puglia

Condizionalità e attuazione direttiva nitrati in Puglia Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali Regione Puglia Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari AZORT: un nuovo progetto di ricerca per razionalizzare la concimazione azotata degli ortaggi

Dettagli

Università degli Studi di Perugia Dipartimento Uomo e Territorio Sezione di Pianificazione del Territorio agricolo e forestale

Università degli Studi di Perugia Dipartimento Uomo e Territorio Sezione di Pianificazione del Territorio agricolo e forestale Università degli Studi di Perugia Dipartimento Uomo e Territorio Sezione di Pianificazione del Territorio agricolo e forestale Dati ambientali e tecniche GIS per la valutazione della vulnerabilità da fitofarmaci

Dettagli

MAIS. Non è consentito l uso di materiale proveniente da organismi geneticamente modificati (OGM). E obbligatorio impiegare semente certificata.

MAIS. Non è consentito l uso di materiale proveniente da organismi geneticamente modificati (OGM). E obbligatorio impiegare semente certificata. MAIS Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non è

Dettagli

Nitrati e irrigazione

Nitrati e irrigazione Lisciviazione (kg ha -1 N-NO3) Irrigazioni (m 3 ha -1 ) Nitrati e irrigazione L irrigazione può diventare una pratica colturale in grado di influenzare negativamente l ambiente mediante il movimento dell'acqua

Dettagli

PATATA. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura.

PATATA. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. PATATA Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

17 giugno Suolo e Vegetazione: due elementi strettamente legati e in equilibrio

17 giugno Suolo e Vegetazione: due elementi strettamente legati e in equilibrio TERRITORIO: CONOSCERE PER GESTIRE E TUTELARE Progetto pilota per contrastare fenomeni di siccità e desertificazione nel territorio della Regione Piemonte Suolo e Vegetazione: due elementi strettamente

Dettagli

Il risultato del lavoro svolto dall IZSM

Il risultato del lavoro svolto dall IZSM Il risultato del lavoro svolto dall IZSM Le attività condotte nell ambito del piano Campania Trasparente e SPES rappresentano un punto di riferimento fondamentale a diversi livelli istituzionali (Regione,

Dettagli

Scheda monografica n 1. AREA n 1. Caratterizzazione urbanistica:

Scheda monografica n 1. AREA n 1. Caratterizzazione urbanistica: Scheda monografica n 1 AREA n 1 Caratterizzazione urbanistica: Ubicazione catastale Foglio 122 mappali 7,12,166,167,318,457, 764,910,911. Foglio 123 mappali 44,49,62 66,68 71, 76 84,92,94,95,97,98,101,103,106,123

Dettagli

AGLIANO argilloso-fine, fase tipica AGL1

AGLIANO argilloso-fine, fase tipica AGL1 AGLIANO argilloso-fine, fase tipica AGL1 Distribuzione geografica e pedoambiente Rilievi collinari più o meno simmetrici, con crinali allungati e versanti con pendenza molto lieve ma regolare; le valli

Dettagli

CITTA' DEI RAGAZZI limosa-grossolana, fase tipica CDR1

CITTA' DEI RAGAZZI limosa-grossolana, fase tipica CDR1 CITTA' DEI RAGAZZI limosa-grossolana, fase tipica CDR1 Distribuzione geografica e pedoambiente Questo suolo è ampiamente diffuso sui medi e bassi versanti del versante nord della Collina di Torino mentre

Dettagli

CECE. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura.

CECE. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. CECE Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non è

Dettagli

Impatti climatici e acque sotterranee

Impatti climatici e acque sotterranee Università degli Studi di Milano-Bicocca Scarsità e siccità - Cambiamenti Climatici Impatti climatici e acque sotterranee Bonomi T., Cavallin A., Fumagalli L., Canepa P. Università degli Studi di Milano-Bicocca,

Dettagli

FAVA da orto SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE (OGM). AVVICENDAMENTO COLTURALE

FAVA da orto SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE (OGM). AVVICENDAMENTO COLTURALE FAVA da orto Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

Dettagli

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE FAVA da orto Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

Dettagli

INQUINAMENTO DA NITRATI

INQUINAMENTO DA NITRATI INQUINAMENTO DA NITRATI 1 QUALITA DELLE ACQUE SOTTERRANEE Il sistema acquifero della Pianura Padana rappresenta la fonte principale sia per l approvvigionamento idropotabile (>90%), sia per l agricoltura

Dettagli

Regione Lombardia azienda dimostrativa CARPANETA. Localizzazione. azienda agricola dimostrativa ERSAF Carpaneta. area di progetto I SUOLI DELL AZIENDA

Regione Lombardia azienda dimostrativa CARPANETA. Localizzazione. azienda agricola dimostrativa ERSAF Carpaneta. area di progetto I SUOLI DELL AZIENDA Localizzazione azienda agricola dimostrativa ERSAF Carpaneta area di progetto I SUOLI DELL AZIENDA L azienda è localizzata su superfici del livello fondamentale della pianura nell area di contatto tra

Dettagli

BARBABIETOLA DA ZUCCHERO

BARBABIETOLA DA ZUCCHERO BARBABIETOLA DA ZUCCHERO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

Dettagli

SCHEDA DI DESCRIZIONE DEL SUOLO

SCHEDA DI DESCRIZIONE DEL SUOLO SCHEDA DI DESCRIZIONE DEL SUOLO Localizzazione azienda agricola dimostrativa CERZOO area di progetto I SUOLI DELL AZIENDA L azienda è localizzata nella pianura pedemontana in ambiente di conoide su lembi

Dettagli

Individuazione dei siti idonei alla RA e caratterizzazione idrogeologica

Individuazione dei siti idonei alla RA e caratterizzazione idrogeologica LIFE Project Number FINAL Report Covering the project activities from 01/01/2012 to 31/12/2014 Reporting Date LIFE+ PROJECT NAME or Acronym

Dettagli

SUOLI dell EMILIA-ROMAGNA dove trovare i dati informativi

SUOLI dell EMILIA-ROMAGNA dove trovare i dati informativi Paola Tarocco SUOLI dell EMILIA-ROMAGNA dove trovare i dati informativi Seminario IL NOCCIOLO: UNA FILIERA AGROINDUSTRIALE IN ESPANSIONE RIMINI MACFRUT 11 maggio 2017 IL SUOLO IDEALE PER IL NOCCIOLO Profondo

Dettagli

PISELLO. Non è consentito l uso di materiale proveniente da organismi geneticamente modificati (OGM).

PISELLO. Non è consentito l uso di materiale proveniente da organismi geneticamente modificati (OGM). PISELLO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

CECE. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non è consentito l uso di materiale proveniente da organismi geneticamente modificati (OGM).

CECE. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non è consentito l uso di materiale proveniente da organismi geneticamente modificati (OGM). CECE Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non è

Dettagli

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE SORGO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

Quota del piano di campagna. Coordinata X Coordinata Y Data della prima misura 05/03/1992 Data dell'ultima misura 15/10/2007

Quota del piano di campagna. Coordinata X Coordinata Y Data della prima misura 05/03/1992 Data dell'ultima misura 15/10/2007 di alta pianura; presenta livelli statici mediamente compresi tra un minimo di 0.45 m e un massimo di 2.56 m di profondità dal piano campagna. Per quanto riguarda l escursione massima stagionale di falda,

Dettagli

ERBAI MISTI SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE (OGM). AVVICENDAMENTO COLTURALE

ERBAI MISTI SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE (OGM). AVVICENDAMENTO COLTURALE ERBAI MISTI Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

Dettagli

Dott. Geologo Paolo Di Giulio - Studio di Geologia e Geotecnica

Dott. Geologo Paolo Di Giulio - Studio di Geologia e Geotecnica Breve relazione idrogeologica nell area di Castelvecchio Subequo Realizzazione di un Impianto di autodemolizioni per il Sig Antonio Di Beraradino In questa breve relazione verranno messi in evidenza rispettivamente:

Dettagli

FAVA e FAVINO da granella

FAVA e FAVINO da granella FAVA e FAVINO da granella Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI

Dettagli

Assetto idrogeologico e rapporti tra acque superficiali e sotterranee nel tratto di pianura della Val Sangone

Assetto idrogeologico e rapporti tra acque superficiali e sotterranee nel tratto di pianura della Val Sangone Assetto idrogeologico e rapporti tra acque superficiali e sotterranee nel tratto di pianura della Val Sangone Università degli Studi di Torino Tesi di Laurea Magistrale in Scienze Geologiche Applicate

Dettagli

GIRASOLE SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE (OGM). AVVICENDAMENTO COLTURALE

GIRASOLE SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE (OGM). AVVICENDAMENTO COLTURALE GIRASOLE Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE SPINACIO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

La componente geologica, idrogeologica e sismica del Documento di piano del Piano di governo del territorio ex art. 8 della Lr.

La componente geologica, idrogeologica e sismica del Documento di piano del Piano di governo del territorio ex art. 8 della Lr. Politecnico di Milano Via Bonardi, 3 - Milano Arethusa S.r.l. Via Trento, 14 Curno (BG) Comune di Martinengo Piazza Maggiore, 1 Martinengo (Bg) La componente geologica, idrogeologica e sismica del Documento

Dettagli

INNOVAZIONI TECNOLOGICHE PER UNA VITIVINICOLTURA DI TERRITORIO ALTAMENTE SOSTENIBILE IL RILEVAMENTO PEDOLOGICO

INNOVAZIONI TECNOLOGICHE PER UNA VITIVINICOLTURA DI TERRITORIO ALTAMENTE SOSTENIBILE IL RILEVAMENTO PEDOLOGICO Sottomisura 16.2 PSR 2014-2020 Progetto In.Vi.T.a.S PROGETTI INTEGRATI DI FILIERA PIF n 31 INNOVAZIONI TECNOLOGICHE PER UNA VITIVINICOLTURA DI TERRITORIO ALTAMENTE SOSTENIBILE IL RILEVAMENTO PEDOLOGICO

Dettagli

L esperienza della Regione Veneto nell utilizzo delle informazioni sui suoli nella programmazione agroambientale

L esperienza della Regione Veneto nell utilizzo delle informazioni sui suoli nella programmazione agroambientale L esperienza della Regione Veneto nell utilizzo delle informazioni sui suoli nella programmazione agroambientale Parleremo di Valutazione Ambientale Strategica del PSR 2007-2013 Definizione del rischio

Dettagli

CEREALI (autunno-vernini) (frumento duro, frumento tenero, orzo, avena, farro e triticale)

CEREALI (autunno-vernini) (frumento duro, frumento tenero, orzo, avena, farro e triticale) CEREALI (autunno-vernini) (frumento duro, frumento tenero, orzo, avena, farro e triticale) Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti

Dettagli

BARBABIETOLA DA ZUCCHERO

BARBABIETOLA DA ZUCCHERO BARBABIETOLA DA ZUCCHERO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

Dettagli

GESTIONE delle RISORSE IDRICHE

GESTIONE delle RISORSE IDRICHE Corso di laurea specialistica in Ingegneria delle Acque e della Difesa del Suolo Corso di GESTIONE delle RISORSE IDRICHE a.a. 2003-2004 Lezione 4 Prof. Luca Lanza Dipartimento di Ingegneria Ambientale

Dettagli

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE FAGIOLINO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

Dettagli

UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PAVIA

UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PAVIA UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PAVIA ESAMI DI STATO per l'abilitazione all'esercizio della professione di GEOLOGO (sezione A) II sessione, anno 2016 16 novembre 2016 PRIMA PROVA SCRITTA Tema 1 - Illustri il

Dettagli

II. PIEZOMETRIA DELLA FALDA SUPERFICIALE NEL TERRITORIO DI PIANURA DELLA REGIONE PIEMONTE

II. PIEZOMETRIA DELLA FALDA SUPERFICIALE NEL TERRITORIO DI PIANURA DELLA REGIONE PIEMONTE II. PIEZOMETRIA DELLA FALDA SUPERFICIALE NEL TERRITORIO DI PIANURA DELLA REGIONE PIEMONTE Bove A., Casaccio D., Destefanis E., De Luca D. A., Lasagna M., Masciocco L., Ossella L., Tonussi M. II.1 PREMESSA

Dettagli

Aspetti idrogeologici ed attività estrattive. Esperienze e proposte

Aspetti idrogeologici ed attività estrattive. Esperienze e proposte Aspetti idrogeologici ed attività estrattive. Esperienze e proposte Un caso di studio nell ambito montano, dal Quadro Conoscitivo della variante al PIAE di Modena G. Barelli, D. Bonaposta, M.T. De Nardo,

Dettagli

III. CARATTERISTICHE GRANULOMETRICHE E DI PERMEABILITÀ DELLA ZONA NON SATURA NEL TERRITORIO DI PIANURA DELLA REGIONE PIEMONTE

III. CARATTERISTICHE GRANULOMETRICHE E DI PERMEABILITÀ DELLA ZONA NON SATURA NEL TERRITORIO DI PIANURA DELLA REGIONE PIEMONTE III. CARATTERISTICHE GRANULOMETRICHE E DI PERMEABILITÀ DELLA ZONA NON SATURA NEL TERRITORIO DI PIANURA DELLA REGIONE PIEMONTE Bove A., Casaccio D., Destefanis E., De Luca D. A., Lasagna M., Masciocco L.,

Dettagli

PRATI POLIFITI SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE (OGM). AVVICENDAMENTO COLTURALE

PRATI POLIFITI SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE (OGM). AVVICENDAMENTO COLTURALE PRATI POLIFITI Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

Dettagli

PIANO STRATEGICO. QUADERNO n. 6 VOLVERA e la CARTA dei SUOLI del Piemonte. COMUNE di VOLVERA PROGETTISTI: Arch. Flavia BIANCHI Arch.

PIANO STRATEGICO. QUADERNO n. 6 VOLVERA e la CARTA dei SUOLI del Piemonte. COMUNE di VOLVERA PROGETTISTI: Arch. Flavia BIANCHI Arch. COMUNE di VOLVERA REGIONE PIEMONTE PROVINCIA DI TORINO PIANO STRATEGICO QUADERNO n. 6 VOLVERA e la CARTA dei SUOLI del Piemonte PROGETTISTI: Arch. Flavia BIANCHI Arch. Claudio MALACRINO Studio Tecnico

Dettagli

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE ERBA MEDICA Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

Dettagli

PREVENZIONE DELL'INQUINAMENTO DELLE ACQUE DOVUTO ALLO SCORRIMENTO ED ALLA PERCOLAZIONE NEI SISTEMI DI IRRIGAZIONE.

PREVENZIONE DELL'INQUINAMENTO DELLE ACQUE DOVUTO ALLO SCORRIMENTO ED ALLA PERCOLAZIONE NEI SISTEMI DI IRRIGAZIONE. 18016 Supplemento ordinario n. 9 alla GZZETT UFFICILE Serie generale n. 90 LLEGTO VII PREVENZIONE DELL'INQUINMENTO DELLE CQUE DOVUTO LLO SCORRIMENTO ED LL PERCOLZIONE NEI SISTEMI DI IRRIGZIONE Principi

Dettagli

Valutazione globale provvisoria dei problemi di gestione delle acque

Valutazione globale provvisoria dei problemi di gestione delle acque Valutazione globale provvisoria dei problemi di gestione delle acque dei bacini idrografici delle Alpi Orientali Dott. Alberto Cisotto Autorità di bacino dell Alto Adriatico L articolo 14 della direttiva

Dettagli

AGLIO. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura.

AGLIO. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. AGLIO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

AGLIO. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura.

AGLIO. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. AGLIO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

CEREALI (autunno-vernini) (frumento duro, frumento tenero, orzo, avena, farro e triticale)

CEREALI (autunno-vernini) (frumento duro, frumento tenero, orzo, avena, farro e triticale) CEREALI (autunno-vernini) (frumento duro, frumento tenero, orzo, avena, farro e triticale) Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti

Dettagli

BASILICO, PREZZEMOLO E RUCOLA

BASILICO, PREZZEMOLO E RUCOLA BASILICO, PREZZEMOLO E RUCOLA Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE

Dettagli