Repubblica Italiana. In Nome del Popolo Italiano. La Corte dei Conti

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1 Repubblica Italiana In Nome del Popolo Italiano La Corte dei Conti Sezione Giurisdizionale d'appello per la Regione Siciliana composta dai magistrati: dott. Salvatore Cilia dott. Luciana Savagnone dott. Salvatore Cultrera dott. Pino Zingale dott. Licia Centro Presidente Consigliere relatore Consigliere Consigliere Primo Referendario ha pronunciato la seguente SENTENZA 55/A/2012 nel giudizio di appello iscritto al n. 3852/A.Resp del registro di segreteria, proposto da: - M. C. M. e S. F., elettivamente domiciliati a Palermo presso lo studio dell avv. Sergio Genova, rappresentati e difesi dall avv. Luigi Francesco Cuscunà, contro il Procuratore regionale e da: - il Procuratore regionale contro M. C. M. e S. F., elettivamente domiciliati a Palermo presso lo studio dell avv. Sergio Genova, rappresentati e difesi dall avv. Luigi Francesco Cuscunà, 1

2 avverso la sentenza n. 1058/2011 del 16 febbraio 2011, pubblicata il 23 marzo 2011, emessa dalla Sezione Giurisdizionale della Corte dei conti per la Regione siciliana. Visti gli atti e i documenti di causa. Uditi all udienza del 10 gennaio 2012 il relatore, consigliere Luciana Savagnone, l avv. Luigi Francesco Cuscunà ed il P.M. nella persona della dott.ssa Maria Rachele Aronica. Fatto Con atto di citazione depositato l 11 marzo 2010, il Procuratore regionale conveniva in giudizio M. C. M. e S. F. chiedendone la condanna al pagamento, in favore del comune di Palagonia, della somma di 6.235,70, nella misura del 50% ciascuno, per avere illegittimamente liquidato e rimborsato la suddetta somma per le spese sostenute dal sindaco per un viaggio a Rio de Janeiro. Sosteneva il Procuratore che la spesa era priva di ogni utilità e, pertanto, costituiva danno per il comune e di essa dovevano rispondere il M., quale responsabile del servizio finanziario, e la S., capo del I dipartimento. Con sentenza n. 1058/2011, la Sezione giurisdizionale, in accoglimento parziale della domanda, condannava i convenuti al risarcimento del danno in favore del Comune di Palagonia nella misura di 1.903,36 ciascuno, oltre rivalutazione monetaria ed interessi legali. Il giudice di primo grado, dopo avere illustrato la normativa regionale che disciplina le responsabilità dei dirigenti del servizio finanziario e di ragioneria degli enti locali, per i pareri ed i visti resi sugli atti amministrativi che comportano impegni di spesa, ha 2

3 ritenuto che il M., responsabile del servizio di ragioneria, avrebbe dovuto verificare, anche in ossequio all art. 31 del regolamento di contabilità del comune di Palagonia, l esistenza del presupposto dal quale sorgeva il diritto della obbligazione. Egli, invece, non avrebbe dimostrato, né allegato alcun documento da cui risultasse l inerenza della spesa all esercizio delle funzioni istituzionali del sindaco nelle fiere agricole. Ugualmente responsabile veniva ritenuta la convenuta S.che aveva predisposto ed adottato il provvedimento di liquidazione. Neppure lei, infatti, aveva motivato o giustificato il rimborso, dimostrando la inerenza della spesa con il fine istituzionale individuato nel provvedimento di liquidazione, correlato alle manifestazioni ICE 2005, mentre il viaggio a Rio de Janeiro era avvenuto nel I convenuti erano, così, ritenuti responsabili, per colpa grave, del danno cagionato al comune di Palagonia per il mancato controllo nell ambito delle rispettive funzioni sul rimborso spese a favore del Sindaco. Riteneva, tuttavia, il Collegio, che alla produzione del danno aveva concorso anche il comportamento del sindaco del comune, non citato in giudizio, cui era da addebitare il 40% della spesa. Veniva quindi pronunciata a carico dei convenuti una condanna al pagamento della somma di 1.903,36 ciascuno, pari al 60% dell importo. Con ricorso depositato il 6 giugno 2011, i signori M. e S., rappresentati e difesi dall avv. Luigi Francesco Cuscunà, hanno proposto appello avverso la sentenza, sostenendo, anzitutto che l autonomia normativa e gestionale dei comuni, autonomia tutelata dalle norme costituzionali, consente all ente di valutare il modo in cui concretamente l interesse pubblico deve essere curato, escludendo l esercizio giurisdizionale della Corte dei conti sugli atti discrezionali. 3

4 Circa la responsabilità del M. ha sostenuto il difensore che egli, quale responsabile del servizio finanziario e di ragioneria, doveva solo dare il parere di regolarità contabile e non esercitare un controllo di legittimità della spesa. Con riferimento alla responsabilità della S., ha osservato che la stessa, nello svolgimento delle funzioni di capo dipartimento, si limitava a valutare semplicemente la regolarità tecnica della delibera che veniva approvata annualmente dalla Giunta. Il difensore ha rilevato, infine, che comunque mancherebbe la colpa grave dei suoi assistiti il cui comportamento è stato caratterizzato da assoluta buona fede. Nelle conclusioni scritte, depositate in data 19 luglio 2011, il P.M. ha contestato la fondatezza dei motivi di appello delle parti, di cui ha chiesto il rigetto. Con ricorso depositato il 29 luglio 2011, anche il Procuratore generale ha proposto appello avverso la sentenza, impugnando il capo della decisione che ha ridotto al 60% il danno contestato. Ha sostenuto il Procuratore che l intero danno è da addebitare alla responsabilità esclusiva dei due convenuti, in quanto il provvedimento di liquidazione della missione non era supportato dalla preventiva e indispensabile delibera o determina di impegno contabile, né era motivato. Ha chiesto, quindi, la condanna dei funzionari al pagamento dell importo richiesto in citazione. All udienza dibattimentale il difensore degli appellanti, anzitutto, ha contestato l appello del Procuratore, affermando che l impegno contabile c era, come pure la copertura finanziaria. Ha, poi, insistito nei motivi di 4

5 appello proposti, rilevando che in altri giudizi, instaurati per uguali vicende, è stato escluso l obbligo del M. di esercitare un controllo di legittimità sulla spesa. A sostegno di tale assunto ha depositato la sentenza n. 716/2011, con la quale il suo assistito è stato assolto. Con riferimento alla posizione della S.ha negato la sussistenza a suo carico della colpa grave. Il P.M. si è riportato agli scritti difensivi. Diritto Con l appello proposto l avv. Cuscunà contesta, preliminarmente, il sindacato giurisdizionale sugli atti discrezionali della pubblica amministrazione, sostenendo che l interesse pubblico deve potere essere perseguito autonomamente da parte degli amministratori di un ente locale, senza che la relativa spesa possa costituire danno erariale. Non sarebbe, infatti, ravvisabile alcun nocumento patrimoniale quando l attività dell amministrazione si svolga nell ambito dei confini consentiti e comunque nell ambito delle finalità generali dell ente. Tali premesse, da cui muove la difesa degli appellanti, sono senza alcun dubbio condivisibili, poiché l autonomia normativa, regolamentare e gestionale degli enti locali, alla cui tutela provvedono anche le norme costituzionali, non può essere messa in discussione. Tuttavia, la fattispecie, riguardante la spesa sostenuta dal comune per rimborsare al sindaco il costo di un viaggio in Brasile, non sembra rientri, neppure in astratto, tra le spese a mezzo delle quali viene soddisfatto un qualunque interesse pubblico. Anzitutto, né dagli atti del comune né dagli accertamenti compiuti dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza si evince il motivo del soggiorno a Rio de Janeiro da parte del sindaco. D altra parte, neppure il difensore in 5

6 nessuna delle articolate memorie prodotte sia in primo grado che in appello offre alcuna giustificazione in merito, limitandosi a negare al Pubblico ministero contabile il potere di contestare la spesa. Proprio in virtù di tali circostanze risultano del tutto infondate anche le difese di merito spiegate dagli appellanti, i quali non avrebbero dovuto consentire una spesa del tutto ingiustificata. Diverse, infatti, si palesano le loro posizioni negli altri giudizi di responsabilità cui entrambi sono stati sottoposti ed ai quali ha fatto riferimento il difensore, producendo durante il dibattimento una sentenza di assoluzione in favore del M.. Invero, in quei giudizi si trattava di accertare se la motivazione del viaggio, sempre effettuato dallo stesso sindaco a spese dell amministrazione, potesse o meno considerarsi finalizzata al soddisfacimento di un bisogno del comune, cosicché la valutazione dell interesse pubblico, poteva anche esulare dalle competenze del funzionario preposto al controllo della spesa. Diversamente è avvenuto nella fattispecie, in cui nessuna motivazione palese del viaggio era stata data, non potendosi ritenere tale quella indicata nella delibera di impegno in cui si faceva riferimento ad una precedente determina del 2004, riguardante viaggi istituzionali per fiere agro-alimentari internazionali previste dal calendario ICE per l anno 2005, dato che il viaggio del sindaco, avvenuto nel 2007, non poteva essere in calendario. La somma rimborsata al sindaco, pertanto, in quanto spesa priva di giustificazione, ha costituito danno erariale per il comune, di cui devono rispondere, a titolo di colpa grave, i due funzionari che l hanno disposta. Essi, infatti, avrebbero dovuto, ciascuno secondo le proprie attribuzioni, assolvere con diligenza i compiti di ufficio che l ordinamento aveva loro affidato, 6

7 evitando lo sperpero di denaro pubblico. Ritiene, tuttavia, il Collegio, concordando con quanto affermato dal giudice di primo grado, che si debba valutare l incidenza causale sul danno che ha avuto il comportamento del sindaco, sia in quanto capo dell amministrazione sia in quanto beneficiario della spesa. Sul punto si ritiene infondato l appello proposto dalla Procura generale, secondo cui la responsabilità dell intero danno deve essere addebitata ai funzionari sia perché il provvedimento di liquidazione della missione non era supportato dal preventivo e indispensabile impegno contabile, sia perché non era motivato. Rileva, anzitutto, il Collegio che la presenza di una delibera di impegno, se appare indispensabile dal punto di vista della legittimità della spesa, non sempre costituisce presupposto della responsabilità contabile. Peraltro, proprio in questo caso, l impegno contabile era stata formalizzato, ma la spesa ugualmente ha costituito danno per l ente. Di esso è certamente corresponsabile il sindaco, che, a quanto risulta dagli atti, più volte aveva beneficiato di rimborsi non dovuti per viaggi effettuati all estero. In definitiva, ritiene il Collegio che entrambi gli appelli debbano essere respinti e confermata la sentenza di primo grado. Le spese del giudizio, in virtù del principio della soccombenza legale, devono essere addebitate agli appellanti M. C. M. e S. F. e si liquidano in complessivi 517,47 (cinquecentodiciassette/47) P.Q.M. La Corte dei conti, sezione giurisdizionale d appello per la regione siciliana RIGETTA l appello proposto da M. C. M. e S. F. e l appello proposto dal Procuratore 7

8 generale avverso la sentenza in epigrafe. Condanna gli appellanti M. C. M. e S. F. in solido al pagamento delle spese di questo grado di giudizio, che si liquidano in complessivi 517,47 ( cinquecentodiciassette/47) Così deciso in Palermo, nella camera di consiglio del 10 gennaio L ESTENSORE f.to (Luciana Savagnone) IL PRESIDENTE f.to (Salvatore Cilia) Depositata oggi in Segreteria nei modi di legge. Palermo, 06/02/2012 Il Direttore della Cancelleria f.to (dott. Nicola Daidone) 8