Nora. Il foro romano

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1 Università degli Studi di Padova - Dipartimento di Archeologia Nora. Il foro romano Storia di un area urbana dall età fenicia alla tarda antichità Volume II.2 - I materiali romani E GLI ALTRI REPERTI a cura di JACOPO BONETTO - GIOVANNA FALEZZA - ANDREA RAFFAELE GHIOTTO Padova 2009

2 La collana Scavi di Nora raccoglie studi monografici sulla città antica editi dalle Università di Genova, Milano, Padova e Viterbo che operano in sinergia con la Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano. La presente opera, suddivisa in quattro volumi, è l esito di una ricerca condotta nell'ambito di una Convenzione tra il Ministero per i Beni e le Attività culturali, Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano, e il Dipartimento di Archeologia dell'università di Padova. Università di Padova - Dipartimento di Archeologia Piazza Capitaniato, Padova tel Ministero per i Beni e le Attività Culturali Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano Piazza Indipendenza, Cagliari tel L opera è stata realizzata con il contributo e la partecipazione di: Dipartimento di Architettura, Urbanistica e Rilevamento - Università di Padova Dipartimento di Costruzioni e Trasporti - Università di Padova ISBN: Italgraf - Noventa Padovana Tutti i diritti sono riservati. è vietata in tutto o in parte la riproduzione dei testi e delle illustrazioni. Distribuzione: Edizioni Quasar di Severino Tognon s.r.l. - via Ajaccio 41/ Roma tel fax qn@edizioniquasar.it

3 Scavi di Nora I Padova 2009

4 Capitolo 19 La ceramica africana da cucina Giovanna Falezza La ceramica africana da cucina è rappresentata nello scavo del foro di Nora da un totale di 307 frammenti, dei quali il 42% è costituito da pezzi diagnostici riconducibili a forme precise (fig. 1). I frammenti provengono in buona parte da strati humotici o di formazione post-antica 1, ma discrete quantità di pezzi sono state rinvenute anche in livelli di età severiana 2. La classe, esportata già dagli inizi del I secolo almeno fino agli inizi del V secolo 3, è ben attestata in ambito sardo, dove si trovano pressoché tutte le forme note ed anche imitazioni di produzione locale 4. Sono documentati sia esemplari ad orlo annerito (principalmente i piatti-coperchi), sia ceramica a 58% Fig. 1. Rapporto tra frammenti diagnostici e non diagnostici di ceramica africana da cucina nell area del foro di Nora. 1 Gli strati di queste fasi più recenti che contengono il maggior numero di frammenti di ceramica africana da cucina sono le US 5409 (28 framm.), 5708 (36 framm.), 5722 (36 framm.), (24 framm.). 2 Ad esempio le US (20 framm.) e (10 framm.). 3 Ga n d o l f i 2005, Tr o n c h e t t i 1996a, % diagnostici pareti patina cenerognola e, in quantità minore, polita a bande (tegami, casseruole, scodelle). Quasi tutti i tipi sono prodotti nella Tunisia settentrionale, nella zona di Cartagine, ad eccezione della ceramica polita a bande, proveniente dalle fabbriche della Tunisia centrale 5. Dal punto di vista morfologico, è attestata un ampia varietà di forme (fig. 2). Prevalgono i piatti-coperchi, pari al 51% del totale dei diagnostici, tra i quali i più diffusi sono i tipi Ostia III, fig. 332 e Ostia I, fig. 261, con orlo ingrossato ma an- n f r a m m. t i p o f o r m a 23 Ostia III, fig. 332 piatto-coperchio 21 Ostia I, fig. 261 piatto-coperchio 8 Ostia I, fig. 18 piatto-coperchio 5 Ostia II, fig. 302 piatto-coperchio 3 Ostia IV, fig. 60 piatto-coperchio. 2 Ostia I, fig. 263 piatto-coperchio 2 Ostia IV, fig. 59 piatto-coperchio 1 Ostia I, fig. 20 piatto-coperchio 1 Ostia I, fig. 262 piatto-coperchio 1 Ostia I, fig. 264 piatto-coperchio 1 Hayes 185, Var. B piatto-coperchio 14 Ostia III, fig. 267 casseruola 13 Lamboglia 10 A casseruola 7 Hayes 199 casseruola 6 Ostia III, fig. 324 casseruola 1 Atlante CVIII, fig. 10 casseruola 1 Atlante CVII, fig. 11 casseruola 1 Ostia I, fig. 269 casseruola 7 Lamboglia 10 B tegame 1 Ponsich-Tarradell 1965 tegame 2 Hayes 181 scodella 1 Lamboglia 9 a scodella 1 Ostia I, fig. 55 marmitta Fig. 2. Tabella delle forme riconosciute, in ordine di frequenza. 5 Hay e s 1972, ; Atlante I, ; Ga n d o l f i 2005, 224. Sono dunque attestate tutte e quattro le categorie distinte da Tortorella in Atlante I (a, b, c, d).

5 682 Giovanna Falezza Fig. 3 cora indifferenziato dalla parete. Alto è anche il numero di tegami/casseruole (45%), rappresentate per lo più dalle forme Ostia III, fig. 267 (= Hayes 197) e Lamboglia 10 A (= Hayes 23 b), entrambe diffuse in un arco cronologico molto ampio (dalla metà del II a fine IV-inizi V secolo). In numero molto minore sono documentate scodelle e marmitte, rispettivamente il 3% e l 1% del totale. 1. Piatti-coperchi 6 Tra il materiale dell area del foro sono presenti numerose forme di piatti-coperchi che ne attestano l evoluzione morfologica (in un lunghissimo arco di tempo, dal I a fine IV-inizi V sec. d.c.) indicata dal progressivo ingrossamento dell orlo. Piatto-coperchio Ostia II, fig. 302 (fig. 3, 1) La più antica forma di piatto-coperchio di produzione africana, con orlo indifferenziato dalla parete, è presente tra il materiale del foro di Nora con 5 frammenti ad orlo annerito. La forma è diffusa dalla fine del I sec. a.c./inizi I d.c. alla seconda metà del II secolo; i 5 frammenti sono tutti residuali in livelli tardi relativi alla fase di spoglio delle strutture forensi 7. Un imitazione di questa forma è stata rinvenuta in una tomba romana di Nora 8. 6 Per le cronologie di tutte le forme, dove non indicato diversamente, si fa riferimento ad Atlante I, con aggiornamenti da Bo n i fay US 5722 (NR01/PF/5722/CR/64, NR01/PF/5722/CR/65, NR01/PF/5722/CR/66), US 5708 (NR01/PF/5708/CR/157), US 5008 (NR97/PA/5008/CR/3). 8 La Fragola 2000, 213. Piatto-coperchio Ostia III, fig. 332 (fig. 3, 2) Appartengono a questa forma (la più attestata in africana da cucina nell area del foro, con orlo appena ingrossato distinguibile dalla parete) 23 frammenti, quasi tutti ad orlo annerito (solo 5 frammenti hanno la superficie esterna polita a bande). La diffusione cronologica della forma va da età traianeo-adrianea alla seconda metà del II secolo. I pezzi rinvenuti provengono tuttavia per lo più da strati humotici (3 frammenti) 9 e da livelli relativi alla fase di spoglio delle strutture forensi (12 frammenti) 10 ; 2 esemplari sono stati rinvenuti in uno strato di formazione alto medievale nel portico occidentale 11, e solo 6 provengono da livelli di formazione più antica, di età severiana e di IV secolo 12. Esemplari di questa forma si riscontrano a Nora nell area G (32 frammenti) 13 e in una tomba romana 14, a Cagliari in Vico III Lanusei (99 frammenti) US (NR04/PG/11000/CR/61), 5132 (NR99/ PC/5132/CR/19), (NR06/PH/11681/CR/8). 10 US 5983 (NR03/PF/5983/CR/5), US 5966 (NR03/ PF/5966/CR/4), US 5409 (NR03/PF/5409/CR/49, NR03/ PF/5409/CR/54), US 5965 (NR03/PF/5965/CR/16), 5722 (NR01/PF/5722/CR/18, NR01/PF/5722/CR/76, NR01/PF/5722/ CR/66, NR01/PF/5722/CR/60), 5708 (NR01/PF/5708/CR/163, NR01/PF/5708/CR/167), (NR06/PH/11659/CR/2). 11 US (NR05/PH/11560/CR/7, NR05/PH/11560/ CR/6). 12 US (NR06/PG/11331/CR/89, NR06/PG/11331/ CR/88, NR06/PG/11331/CR/95), (NR05/PG/11131/ CR/23), (NR06/PH/11670/CR/2, NR06/PH/11670/ CR/6). 13 Fr e z z a , La Fragola 2000, Me z z a n o t t e 2006, 188.

6 La ceramica africana da cucina 683 Fig. 4 Piatto-coperchio Ostia I, fig. 18 (fig. 4, 3) Questo piatto-coperchio con orlo indifferenziato ma lievemente ingrossato rispetto ai precedenti è documentato nel materiale ceramico dell area del foro da 8 frammenti (2 presentano l esterno polito a bande, 6 hanno l orlo annerito), provenienti tutti da livelli moderni 16 o relativi alla fase di spoglio delle strutture forensi 17, con l unica eccezione di un pezzo rinvenuto in uno strato di IV secolo (NR06/ PH/11685/CR/1, proveniente dall US 11685). La forma è diffusa nella prima metà del III secolo. Esemplari di questo piatto sono già documentati a Nora con 4 frammenti provenienti dall area G 18. Un esemplare è presente inoltre in una tomba romana di Nora; sempre in un contesto funerario norense è documentata un imitazione della forma 19. Altri confronti in ambito sardo sono a Cornus 20 e a Cagliari in Vico III Lanusei (63 frammenti) 21 e a S. Eulalia 22. Piatto-coperchio Ostia I, fig. 20 Un unico frammento di piccole dimensioni e in cattivo stato di conservazione è forse riconducibile al piatto-coperchio Ostia I, fig. 20, con orlo appena ingrossato e leggermente pendente, e superfi- 16 US (NR04/PG/11000/CR/63), 5352 (NR06/ PM/5352/CR/3), 5373 (NR06/PM/5373/CR/30, strato inquinato). 17 US 5983 (NR03/PF/5983/CR/6), US 5708 (NR01/ PF/5708/CR/153, 2 framm.), (NR06/PH/11624/CR/26). 18 Fr e z z a , La Fragola 2000, Gi u n t e l l a 2000, Me z z a n o t t e 2006, Ma rto r e l l i, Mu r e d d u 2002, 293. cie esterna polita a strisce. La forma, scarsamente attestata 23, è diffusa nella prima metà III secolo; il frammento rinvenuto proviene da un livello di formazione moderna subito al di sotto dell humus (US 5599; NR06/PF/5599/CR/2). Piatto-coperchio Ostia I, fig. 261 (fig. 4, 4) Il piatto-coperchio Ostia I, fig. 261 presenta un orlo più ingrossato rispetto ai precedenti; è diffuso per un ampio arco cronologico, da età antonina o più frequentemente severiana a fine IV-inizi V secolo, ma probabilmente con maggiori attestazioni in contesti di III secolo 24. A questa forma appartengono 21 frammenti di orlo provenienti dall area del foro di Nora, tutti ad orlo annerito; 11 sono residuali in contesti post antichi 25 o in livelli relativi alla fase di spoglio delle strutture forensi 26, ma gli altri 10 provengono da stratigrafie affidabili di età imperiale. In particolare, 3 frammenti sono stati rinvenuti in un livello all esterno dell arco nord-orientale 27 in associazione con la scodella Lamboglia 10 A, 2 frammenti in un contesto di età severiana antece- 23 è tuttavia presente tra il materiale degli scavi sotto la chiesa di S. Eulalia a Cagliari (Ma rto r e l l i, Mu r e d d u 2002a, 293). 24 Hay e s 1972, US (NR03/PG/11000/CR/64), 5710 (NR01/ PF/5710/CR/6), 5042 (NR/98/PB/5042/CR/98). 26 US 5409 (NR03/PF/5409/CR/60), 5984 (NR03/PF/5984/ CR/16), 5722 (NR01/PF/5722/CR/76, NR01/PF/5722/CR/78, NR01/PF/5722/CR/63, NR01/PF/5722/CR/71), 5708 (NR01/ PF/5708/CR/156), (NR06/PH/11645/CR/2). 27 US (NR04/PG/11110/CR/10, NR04/PG/11110/ CR/11, NR04/PG/11110/CR/12).

7 684 Giovanna Falezza dente all ampliamento semicircolare della piazza 28, 1 in una buca precedente alla costruzione dell arco di ingresso nord-orientale 29, 2 in strati di preparazione pavimentale del vano più a sud del portico occidentale 30, e infine 2 in livelli relativi alla fase di ripavimentazione del tempio in età imperiale avanzata 31. Sempre a Nora la forma è attestata con 6 frammenti nell area AB (ambiente X) 32 in un contesto di V-VI secolo, con 11 frammenti nell area C 33 in strati di III e IV secolo, con 49 frammenti nell area G 34 in livelli di III-prima metà IV secolo, e nell area del teatro di Nora 35 in un contesto di tardo IV secolo. Sulla base dei contesti di ritrovamento di questi frammenti nell area del foro e nel resto della città si può forse proporre per Nora un arco cronologico di attestazione ristretto al III-prima metà del IV secolo. Nel resto della Sardegna, il piatto-coperchio Ostia I, fig. 261 è documentato a Cagliari sotto S. Eulalia 36 e in Vico III Lanusei (33 frammenti) 37, presso il Nuraghe Losa di Abbasanta 38, a Villasimius 39, nel territorio di Gesturi (località di Tana) 40, presso il Nuraghe Santu Antine a Torralba 41 ; in contesti tombali a Cornus 42 e nella necropoli meridionale di San Gavino a Porto Torres 43. Piatto-coperchio Ostia IV, fig. 60 La forma presenta un orlo annerito ancora più ingrossato, e conosce attestazioni a Cartagine tra e circa, ad Ostia in contesti di fine IV-inizi V secolo 44. Sono presenti tre frammenti, due rinvenuti come residuali in contesti di età post antica 45 ed uno proveniente da un livello all ester- 28 US (NR05/PG/11294/CR/47, NR05/PG/11294/ CR/53). 29 US (NR06/PG/11331/CR/98). 30 US (NR06/PH/11670/CR/8), (NR06/ PH/11679/CR/5). 31 US 5482 (NR04/PF/5482/CR/8), 5496 (NR04/PF/5496/ CR/6). 32 Ti l l o c a 2000, Ga z z e r r o 2003d, Fr e z z a , Be j o r 1994, Ma rto r e l l i, Mu r e d d u 2002a, Me z z a n o t t e 2006, Sa n t o n i et al. 1993, tavv. X, 3-4 e XX, Ma r r a s 1982, fig Li l l i u 1985, 59-60, 244, n. 1112, tav. LXVIII. 41 Manca di Mores 1988, Gi u n t e l l a 2000, Sat t a 1987, n Atlante I, US 5708 (NR01/PF/5708/CR/164), (NR06/ no dell arco nord-est (US 11112: NR04/PG/11112/ CR/2). Al di fuori dell area del foro questa forma è presente a Nora con un solo frammento rivenuto nell area C 46, in un livello di IV secolo; nel resto della Sardegna è invece frequentemente attestata, a Cagliari (S. Eulalia) 47, nel Nuraghe Losa di Abbasanta 48, nel territorio di Gesturi (località di Tana) 49, a Cornus 50 e nella necropoli orientale di Porto Torres 51. Piatto-coperchio Hayes 185, Variante B (fig. 5, 6) La forma Hayes 185 comprende, rispetto alla classificazione di Hayes 52, una serie più ampia di varianti documentate dagli scavi africani più recenti; il frammento rinvenuto nell area del foro (NR05/ PG/11294/CR/51), con orlo annerito e proveniente da un livello databile agli inizi del III secolo (US 11294), è riconducibile alla Variante B, caratterizzata da un orlo a labbro triangolare pendente e pareti coniche. Il piatto è attestato a Pupput e a Nabeul in contesti databili tra la fine del II e la metà del III sec. d.c. 53. Piatto-coperchio Ostia I, fig. 262 = Hayes 195 (fig. 5, 7) Dall area del foro proviene un solo frammento (NR06/PH/11685/CR/9) riferibile a questa forma, con orlo piuttosto pendente, annerito, ed esterno polito a bande; all interno è documentata talvolta una vernice sottile, ma le dimensioni minime del pezzo non consentono di notarne la presenza. La forma è diffusa da età antonina o più frequentemente severiana a fine IV-inizi V secolo. A Nora la forma è attestata con 1 frammento proveniente dall area AB, ambiente X 54. PH/11624/CR/25). 46 Ga z z e r r o 2003d, Ma rto r e l l i, Mu r e d d u 2002a, Sa n t o n i et al. 1993, tavv. X, 2 e XX, Li l l i u 1985, Gi u n t e l l a 1985, Sat t a 1987, Hay e s 1972, Bonifay 2004, 221, fig. 118, Ti l l o c a 2000, 244.

8 La ceramica africana da cucina 685 Piatto-coperchio Ostia IV, fig. 59 (fig. 5, 8) L orlo è pendente, molto ingrossato e annerito. La forma è presente con due frammenti rinvenuti entrambi in livelli successivi all abbandono delle strutture forensi 55 ; per la cronologia vi sono attestazioni a Cartagine tra e circa, e ad Ostia in contesti di fine IV-inizi V secolo. Piatto-coperchio Ostia I, fig. 264 (fig. 6, 9) L orlo è ripiegato all esterno; il frammento rinvenuto nell area del foro di Nora ha patina cenerognola ed interno rivestito da una vernice semibrillante. La forma conosce scarse attestazioni da età severiana; l esemplare (NR01/PF/5708/CR/162) è residuale in un livello relativo alla fase di spoglio Fig. 5 della struttura templare (US 5708). A Nora è presente anche nell area C 56 (8 frammenti) e nell area del teatro 57. Piatto-coperchio Ostia I, fig. 263 (fig. 6, 10) Appartengono a questa forma, con orlo arrotondato, annerito, a sezione semicircolare, due frammenti, l uno residuale in un livello moderno riferibile alla fase di spoglio delle strutture forensi (NR01/PF/5722/CR/65), l altro proveniente dal riempimento di una buca precedente alla realizzazione dell arco di ingresso nord-orientale del foro (NR06/PG/11331/CR/93). La diffusione della forma sembra circoscritta tra la prima metà del III e il IV secolo US 5409 (NR03/PF/5409/CR/37), 5708 (NR01/PF/5708/ CR/155). Fig Ga z z e r r o 2003d, Be j o r 1994, Atlante I, 214.

9 686 Giovanna Falezza A Nora esemplari di questa forma provengono anche dall area C 59, da un contesto datato al IV secolo, e dall area del teatro 60, da un livello di III secolo. 2. Casseruole - tegami Tra la ceramica africana da cucina rinvenuta nell area forense di Nora sono attestate numerose forme di casseruole, che, come per i piatti-coperchi, documentano lo sviluppo morfologico della forma dal I a fine IV-inizi V secolo: all inizio l orlo è a tesa piana con profilatura per l alloggiamento del coperchio, poi l elemento terminale dell orlo si ingrossa e si avvicina alla parete del vaso, e infine orlo e parete combaciano e rimangono a separarli solo due scanalature, una sopra e una al di sotto dell orlo. La maggior parte delle casseruole rinvenute nell area del foro sono a patina cenerognola, ma alcuni esemplari delle forme Lamboglia 10 A e 10 B sono ad orlo annerito o politi a bande. Casseruola Hayes 199 (fig. 7, 11, 12) Sono documentati 7 frammenti di questa casseruola con labbro ingrossato e accostato alla parete, profilata al di sotto dell orlo. Tutti i pezzi sono a patina cenerognola; 4 provengono da livelli post antichi 61, 2 da un contesto antecedente la costruzio- 59 Ga z z e r r o 2003d, Be j o r 1994, US 5722 (NR01/PF/5722/CR/61, NR01/PF/5722/ CR/482), 5599 (NR05/PF/5599/CR/9, NR05/PF/5599/CR/10). Fig. 7 ne dell arco di ingresso nord-orientale del foro 62, 1 da uno strato relativo alla fase di ristrutturazione dell edificio templare 63. La cronologia della forma non è ancora fissata con certezza; la datazione di Hayes (fine II-III secolo) è forse secondo Tortorella da anticipare e avvicinare a quella della forma Ostia III, fig La casseruola è attestata a Cagliari (Vico III Lanusei) con 69 frammenti 65. Casseruola Ostia III, fig. 324 (fig. 8, 13) In questa forma è ancora presente un piccolo spazio tra labbro e parete. Sono stati rinvenuti nell area del foro 6 frammenti, tutti a patina cenerognola; ad eccezione di 1 frammento proveniente dall humus (NR04/PG/11000/CR/8), gli altri pezzi sono stati rinvenuti in livelli di età severiana nell area dell arco d ingresso nord-orientale della piazza 66. La casseruola è diffusa ad Ostia dalla tarda età flavia alla metà del II secolo circa 67. Due frammenti di questa forma sono stati rinvenuti a Nora nell area G 68 ; un imitazione è documentata in una tomba romana di Nora US (NR05/PG/11331/CR/92, NR05/PG/11331/ CR/94). 63 US 5482 (NR04/PF/5482/CR/14). 64 Atlante I, Me z z a n o t t e 2006, US (NR05/PG/11331/CR/90, NR05/PG/11331/ CR/96), (NR05/PG/11294/CR/52), (NR05/ PG/11131/CR/18), (NR04/PG/11133/CR/19). 67 Atlante I, Fr e z z a , La Fragola 2000, 213.

10 La ceramica africana da cucina 687 Casseruola Hayes 197 = Ostia III, fig. 267 (fig. 8, 14) Si tratta di una casseruola con orlo congiunto alla parete e applicato, con scanalatura sulla parte superiore e solcatura nella parte inferiore; talvolta l orlo è teso verso l esterno e presenta al di sopra una solcatura. Dall area del foro di Nora ne provengono 14 frammenti, tutti a patina cenerognola, rinvenuti per lo più (10 frammenti) come residuali in livelli post antichi 70 ; 4 frammenti sono però contestuali in uno strato di tarda età imperiale (US 11685) 71. La forma è diffusa nel Mediterraneo dalla prima metà del II a fine IV-inizi V secolo 72 ; le attestazioni in contesti sardi potrebbero però restringere l arco cronologico di diffusione della forma nell isola principalmente al III secolo 73, con il successivo sviluppo di una consistente produzione locale, presente ad esempio nel territorio del Sinis e dell Oristanese 74. Svariati frammenti di questa casseruola provengono a Nora dall area C 75, 29 esemplari dall area G 76, ed un esemplare è stato rinvenuto sempre a Fig. 8 Nora in una tomba di età romana 77. Le attestazioni nel resto della Sardegna sono molto abbondanti, a Turris Libisonis 78, nel territorio di Villacidro 79, nel Nuraghe Losa 80, nel Nuraghe Mannu di Dorgali 81, e nella necropoli di età imperale a Gesturi 82. Casseruola Atlante CVII, 11 (fig. 8, 15) Un frammento di orlo allungato, a patina cenerognola, rivolto all esterno, è simile a quello di un esemplare rinvenuto a Cartagine in contesti databili tra il 360 e la seconda metà del VI secolo 83. Il pezzo (NR06/PH/11670/CR/3), di dimensioni ridotte, proviene dalla preparazione pavimentale del vano più a sud del portico occidentale (US 11670). Casseruola Atlante CVIII, 10 L orlo è poco ingrossato, ricurvo all esterno, leggermente convesso all interno per accogliere il coperchio. Nell area del foro è presente un solo frammento di piccole dimensioni (NR99/PC/5132/ CR/17), rinvenuto in un livello humotico. La forma 70 US 5722 (NR01/PF/5722/CR/62), 5708 (NR01/PF/5708/ CR/160, NR01/PF/5708/CR/165, NR01/PF/5708/CR/166, NR01/PF/5708/CR/168), (NR04/PG/11000/CR/62), (NR06/PH/11618/CR/14), (NR06/PH/11624/ CR/28), 5132 (NR99/PC/5132/CR/18), 5625 (NR01/PE/5625/ CR/13). 71 NR06/PH/11685/CR/2, NR06/PH/11685/CR/6, NR06/ PH/11685/CR/7, NR06/PH/11685/CR/8. 72 Atlante I, Cfr. Gazzerro 2003d, To r e, St i g l i t z 1987, Ga z z e r r o 2003d, Fr e z z a , La Fragola 2000, Vi l l e d i e u 1984, 138, figg Ti l l o c a 2004, Sa n t o n i et al. 1993, tav. XVIII, Bo n i n u 1980, Sat t a 1987, n Atlante I, 220. Questo tipo di casseruole presenta tuttavia un ampio ventaglio di varianti, per le quali non esiste ancora una tipologia completa (cfr. Bonifay 2004, ), che iniziano ad essere prodotte già nella seconda metà del III secolo (cfr. ad esempio la ceramica da cucina tipo C/B tipo 15: Bo n i- f ay 2004, , fig. 122a).

11 688 Giovanna Falezza è datata al IV secolo. Casseruola Ostia I, fig. 269 (fig. 9, 16) La forma, presente ad Ostia nei livelli della prima metà del III secolo 84, presenta orlo applicato con scanalatura nella parte superiore e patina cenerognola. Nell area del foro è attestato un solo frammento proveniente dall humus (NR05/PH/11500/ CR/8). Sette frammenti di questa casseruola sono stati rinvenuti a Nora nell area G 85. La forma trova confronti in ambito sardo presso il Nuraghe Losa di Abbasanta 86. Casseruola Lamboglia 10 A = Hayes 23 B (fig. 9, 17) L orlo è più o meno rilevato all interno, il fondo è convesso e solcato da striature concentriche; un gradino sottolinea il punto di congiunzione tra parete e fondo. Sono documentati nell area del foro 13 frammenti, 3 a patina cenerognola, 5 con politura a bande e 5 con orlo annerito; all interno si nota talora una vernice di tipo A2. I contesti di rinvenimento della forma ad Ostia, in Sardegna e nel Tirreno settentrionale conducono ad una datazione tra la prima metà del II secolo fino alla fine del IV-inizi V secolo 87 ; dei frammenti rinvenuti solo 6 non sono residuali e provengono da strati riferibili agli interventi di età severiana e di IV secolo nell area forense Atlante I, Fr e z z a , Sa n t o n i et al. 1993, Cfr. Ga z z e r r o 2003d, US (NR04/PG/11133/CR/18), (NR04/ PG/11113/CR/9), 5470 (NR04/PF/5470/CR/18), (NR04/PG/11110/CR13), (NR06/PG/11331/CR/97), (NR06/PH/11685/CR/14). Gli altri frammenti provengono dalle US 5722 (NR01/PF/5722/CR/60), 5042 (NR98/ Fig. 9 La forma è documentata a Nora nell area C 89 (in strati di II e di IV secolo), in una tomba romana 90 e nelle fondazioni delle Terme a Mare (di età severiana) 91 ; nel resto della Sardegna è una delle più diffuse, come dimostrano i rinvenimenti nel territorio di Villacidro 92, a Cagliari in Vico III Lanusei (111 frammenti) 93, nel Nuraghe Losa 94, a Santu Perdu Siapiccia nell Oristanese 95, ad Olbia (Su Cuguttu) 96, a Turris Libisonis 97 e nella necropoli meridionale di San Gavino 98. Tegame Lamboglia 10 B =Hayes 23 A (fig. 10, 18) Sono riconducibili a questa forma 7 esemplari, uno rinvenuto in un pozzetto alto medievale nel portico occidentale (NR04/PH/11524/CR/10), gli altri da un livello di età moderna (US ). La forma presenta orlo indistinto dalla parete e fondo convesso con striature concentriche; un gradino, talvolta appena accennato, sottolinea il punto di congiunzione tra parete e fondo. I pezzi provenienti dall area del foro sono tutti politi a bande. Per quanto riguarda la cronologia, la forma conosce ad Ostia attestazioni frequenti dalla fine del I alla prima metà del III PB/5042/CR/10), 5472 (NR04/PF/5472/CR/26), (NR04/ PG/11000/CR/59, NR04/PG/11000/CR/66), 5708 (NR01/ PF/5708/CR/159), (NR06/PH/11672/CR/1). 89 Ga z z e r r o 2003d, La Fragola 2000, Tr o n c h e t t i 1985b, 76, 80 (n. 12). 92 Ti l l o c a 2004, Me z z a n o t t e 2006, Sa n t o n i et al. 1993, tav. XVIII, Zu c c a 1990, Sat t a 1996, Vi l l e d i e u 1984, Sat t a 1987, nn. 370, 1620, NR03/PF/5409/CR/38, NR03/PF/5409/CR/39, NR03/ PF/5409/CR/41, NR03/PF/5409/CR/42, NR03/PF/5409/CR/43, NR03/PF/5409/CR/50.

12 La ceramica africana da cucina 689 secolo, meno frequenti da fine IV-inizi V secolo 100 ; a Turris Libisonis è ancora ben attestata nei livelli della prima metà del V secolo 101. Confronti in ambito sardo si trovano nel territorio di Villacidro 102, a Cagliari in Vico III Lanusei (3 frammenti) 103, ad Olbia (Su Cuguttu) 104, e a Turris Libisonis 105. Tegame Ponsich-Tarradell 1965, fig. 5, n. 3 Un frammento di orlo (proveniente come residuale da uno strato relativo alla fase di spoglio delle strutture forensi 106 ) è infine forse riferibile a questa forma di tegame, con orlo simile al tipo Ostia III, fig. 267 ma di minori dimensioni, con pareti più sottili solcate all interno da una serie di scanalature. Tuttavia il frammento, di dimensioni minime, non può essere identificato con certezza. La cronologia della forma è indeterminata Scodelle Scodella Lamboglia 9 A (fig. 10, 19) Da un piano pavimentale di età severiana presso l arco nord-orientale del foro (US 11131) proviene un frammento (NR05/PG/11131/CR/19) di questa scodella con parete a quarto di cerchio e fondo piano; l esterno è rivestito da una patina cenerognola, all interno è una vernice di tipo A2. La forma è diffusa da fine II-inizi III a fine IV-inizi V secolo. 100 Atlante I, Vi l l e d i e u 1984, Ti l l o c a 2004, Me z z a n o t t e 2006, Sat t a 1996, Vi l l e d i e u 1984, US 5708 (NR01/PF/5708/CR/161). 107 Atlante I, 216. Fig. 10 È attestata a Nora con due frammenti rinvenuti nell area C 108, a Porto Torres nella necropoli meridionale di San Gavino 109, e ad Olbia (Su Cuguttu) 110. Scodella Hayes 181, nn. 2, 12 Scodella Hayes 181, n. 1 Due frammenti provenienti da livelli humotici 111 sono riconducibili a due varianti della forma Hayes 181, con orlo indistinto, parete svasata, fondo piano leggermente rientrante, patina cenerognola; l interno è rivestito da una vernice spessa semibrillante di tipo A2. La forma è diffusa dalla fine del I secolo fino forse alla prima metà del II 112. A Nora sono documentati sei frammenti di orlo di questa scodella nell area C 113 ; la forma Hayes 181 è attestata inoltre a Turris Libisonis sia in contesto urbano 114 sia nella necropoli meridionale di S. Gavino Marmitte Marmitta Ostia I, fig. 55 È forse riferibile alla forma Ostia I, fig. 55 un frammento di piccole dimensioni (NR05/PG/11294/ CR/50) con orlo ingrossato e arrotondato, rivolto all esterno, a patina cenerognola. Si tratterebbe dell unica marmitta in ceramica africana da cucina 108 Ga z z e r r o 2003d, Sat t a 1987, nn. 729, Sat t a 1996, NR04/PG/11000/CR/65, NR98/PB/5042/CR/ Per una proposta di evoluzione della forma con datazione più circoscritta, si veda Bo n i fay 2004, 214; tuttavia i frammenti rinvenuti, a causa delle loro dimensioni molto ridotte, non possono essere inquadrati in una delle varianti proposte dall autore. 113 Ga z z e r r o 2003d, Vi l l e d i e u 1984, Sat t a 1987, nn. 729, 1241.

13 690 Giovanna Falezza media ponderata anni d.c. Fig. 11. Diagramma complessivo delle importazioni di ceramica africana da cucina (calcolato sulla media ponderata al decennio dei soli frammenti diagnostici rinvenuti nell area P). documentata nel materiale dell area del foro. La forma viene datata alla prima metà del III secolo; il pezzo proviene da un contesto di età severiana, relativo all ampliamento dell area forense nel settore nord-orientale (US 11294). 5. La ceramica africana da cucina: quadro generale Nell ambito della produzione vascolare romana la ceramica africana da cucina è l unica classe di vasellame comune di uso domestico ad essere prodotta ed esportata in massa 116 ; l ampiezza e la capillarità della sua diffusione fanno sì che essa costituisca i servizi da cucina più utilizzati in tutto il Mediterraneo e in Sardegna in particolare 117. Il diagramma della distribuzione quantitativa dei frammenti rinvenuti nell area del foro sull asse temporale (fig. 11) delinea almeno indicativamente l andamento delle importazioni di questa classe ceramica a Nora Ga n d o l f i 2005, Zu c c a 1985, Il diagramma è costruito calcolando la media ponderata dei frammenti per decennio (cfr. Te r r e n ato, Ri c c i 1998). La larga diffusione in tutto il Mediterraneo occidentale della cera- La ceramica africana da cucina compare a Nora alla fine del I sec. d.c. (le forme più antiche sono il piatto-coperchio Ostia II, fig. 302, la casseruola Ostia III, fig. 324 e la scodella Hayes 181), ma inizia ad essere presente in grandi quantità solo nella prima metà del II secolo 119. Un secondo picco di attestazioni si registra nella prima metà del III secolo, quando, a fianco di alcune forme già presenti che continuano a conoscere un ampio utilizzo (ad esempio le casseruole Lamboglia 10 A, Lamboglia 10 B, Hayes 197), affluiscono nella città nuovi tipi che conosceranno grande fortuna, come i piatti-coperchi Ostia I, fig. 261 e Ostia I, fig. 18. Dalla seconda metà del III a buona parte del IV secolo le presenze calano, restando tuttavia attestate mica africana da cucina e la standardizzazione delle forme - che ne facilita il riconoscimento - fanno sì che questa classe rappresenti un indicatore importante delle importazioni africane nei siti in cui essa è presente; tuttavia bisogna tener presente che l ampio arco cronologico di diffusione della maggior parte dei tipi costituisce un fattore di variabilità nel tracciare l andamento quantitativo delle sue attestazioni nel corso dei secoli. 119 Il dato avvalora l ipotesi (cfr. Tr o n c h e t t i 1998, 379 e Mezzanotte 2006, 187, nota 1849) che la ceramica africana inizi ad essere importata in Sardegna non prima dell d.c., come indicato dai rinvenimenti in diversi siti dell isola.

14 su valori medi abbastanza elevati; solo negli ultimi decenni del IV secolo le importazioni aumentano di nuovo, per scemare però irrimediabilmente nel primo quarto del V secolo. Il grafico delle importazioni della ceramica africana da cucina si rivela molto significativo se confrontato con quello relativo alla sigillata africana. Si evidenziano infatti molto chiaramente tre picchi di massima presenza quantitativa (il primo tra 100 e 150 d.c., il secondo nella prima metà del III secolo, il terzo tra il 390 e il 400), con ogni probabilità da relazionare all andamento produttivo rispettivamente della sigillata africana A, C e D. Più in particolare, si nota che il picco centrale, tra 200 e 250, è il più alto, e che ciascuno dei tre periodi di massima attestazione della ceramica africana da cucina corrisponde alla fase iniziale di diffusione di ciascuna delle tre principali produzioni di sigillata africana. Possiamo quindi avanzare l ipotesi che le importazioni dall Africa di terra sigillata e di ceramica da cucina affluissero a Nora congiuntamente, con una lieve predominanza quantitativa della ceramica da cucina. La ceramica africana da cucina 691

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