USO SOSTENIBILE DEI PESTICIDI. Sergi Salvatore
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1 USO SOSTENIBILE DEI PESTICIDI Sergi Salvatore
2 1. VI PROGRAMMA DI AZIONE AMBIENTALE E SVILUPPO SOSTENIBILE 2. DIFESA INTEGRATA OBBLIGATORIA, VOLONTARIA PRODUZIONE INTEGRATA (DLgs 150/2012, Decreto 22/01/2014 ) 3. UNI SCOPO CAMPO DI APPLICAZIONE E ORGANIZZAZIONI COINVOLTE 4. ETICHETTATURA-DICHIARAZIONE DI CONFORMITA UNI REQUISITI E VERIFICHE DI PARTE TERZA
3 VI Programma di Azione per l Ambiente ( ) Vista la crescente consapevolezza dei consumatori di sulle tematiche ambientali e sullo sviluppo sostenibile, il legislatore europeo attraverso il VI Programma di Azione per l Ambiente ( ) ha cercato di prendere in considerazione e normare tutti gli aspetti legati alla protezione dell ambiente e allo sviluppo sostenibile al fine di garantire una base comune per tutti i Paesi membri.
4 Da questa strategia tematica nasce la direttiva 2009/128/CE del 21 ottobre 2009, che istituisce un quadro per l azione comunitaria ai fini dell utilizzo sostenibile dei pesticidi, recentemente attuata in Italia con il decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150 e il successivo PAN.
5 DEFINIZIONE SVILUPPO SOSTENIBILE La definizione più diffusa è quella fornita nel 1987 dalla Commissione Indipendente sull'ambiente e lo Sviluppo (World Commission on Environment and Development), presieduta da Gro Harlem Brundtland, secondo la quale: Per sviluppo durevole e sostenibile si intende uno sviluppo che soddisfa i bisogni delle popolazioni attuali senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni.
6 DECRETO LEGISLATIVO n. 150 DEL 14/08/2012 E DECRETO 22/01/2014 -PIANO DI AZIONE NAZIONALE USO SOSTENIBILE DEI PESTICIDI PRODUZIONE INTEGRATA SQNPI
7 Dal D.Lgs. 150/2012 al PAN Il quadro generale delineato dal nuovo decreto coinvolge differenti discipline, che vanno dalle pratiche agronomiche ambientali (Condizionalità), alla sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/2008), alla sicurezza delle macchine (Direttiva Macchine), alla tutela delle acque (direttiva 2000/60/CE) e Gestione, smaltimento e recupero dei rifiuti (D.Lgs 152/2006). La struttura del decreto riprende, per quanto possibile, lo schema della direttiva 2009/128/CE. Definisce le misure per un uso sostenibile (art. 1), gli strumenti attraverso cui raggiungerle (artt. 7-21) e un sistema di verifica e controllo dell attuazione attraverso la definizione di indicatori di valutazione (art. 22, comma 1). Le modalità di intervento e operative sono implementate nel Piano d azione nazionale (PAN) che definisce gli obiettivi (premessa), le azioni (A1-A7), i target interessati (TAB 1), e gli indicatori prioritari, specifici e di rischio (allegato VII) per il raggiungimento degli obiettivi.
8 Nel Decreto Legislativo n. 150/2012 vengono definiti tre possibili livelli di applicazione sostenibile dei pesticidi Difesa integrata obbligatoria Così come definita dal Decreto Legislativo n. 150/2012, articolo 19 risulta OBBLIGATORIA dal 1 Gennaio 2014 applicando i principi generali di cui all allegato III; Difesa integrata volontaria Rientra nella produzione integrata così come definita dalla Legge 3 febbraio 2011 n. 4, recante disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari con particolare riferimento al Sistema di qualità nazionale di produzione integrata SQNPI come da Decreto Legislativo n. 150/2012, articolo 20); Agricoltura biologica Prevede l applicazione delle tecniche disciplinate dal Regolamento CE n. 834/2007 (Art. 21). Italia ( ettari), numero di aziende (40.146) incidenza di Sau biologica su quella totale (oltre il 9%). CONTROLLI Art. 23 SANZIONI Art. 24
9 DIFESA INTEGRATA OBBLIGATORIA Il primo gennaio 2014 è scattato l obbligo per gli agricoltori di applicare la difesa integrata obbligatoria SECONDO IL DECRETO LEGISLATIVO 150/2012, LA DIFESA INTEGRATA OBBLIGATORIA è riassunta negli 8 punti citati nell allegato III
10 PRIMO PUNTO LA PREVENZIONE E LA SOPPRESSIONE DI ORGANISMI NOCIVI DOVREBBERO ESSERE PERSEGUITE O FAVORITE IN PARTICOLARE DA: Appropriate tecniche colturali: Rotazioni colturali, falsa semina, date e densità di semina, sottosemina, lavorazione conservativa, potatura e semina diretta, utilizzo, ove appropriato, di «cultivar» resistenti/tolleranti, utilizzo di sementi e materiale di moltiplicazione certificati, concimazioni e irrigazioni adeguate; Prevenzione della diffusione di organismi nocivi mediante misure igieniche (pulitura regolare delle macchine e attrezzature); Protezione e accrescimento di popolazioni di importanti organismi utili, per esempio attraverso l'utilizzo di infrastrutture ecologiche all'interno e all'esterno dei siti di produzione.
11 SECONDO PUNTO GLI ORGANISMI NOCIVI DEVONO ESSERE MONITORATI CON METODI E STRUMENTI ADEGUATI, OVE DISPONIBILI Tali strumenti adeguati dovrebbero includere, ove possibile, monitoraggi e osservazioni in campo (cattura e conteggio degli adulti con trappole cromotropiche o a feromoni, cattura e conteggio degli organi infettanti, spore di conidi, con captaspore volumetrici), valutazione del danno diretto in campo (germogli attaccati, frutti e foglie colpiti, conteggio uova e neanidi) nonché sistemi di allerta, cosi come l'utilizzo di pareri di consulenti qualificati professionalmente, nonché bollettini di assistenza tecnica territoriali provinciali.
12 TERZO PUNTO VALORI SOGLIA In base ai risultati del monitoraggio, l'utilizzatore professionale deve decidere, in base a valori soglia di intervento, se e quando applicare adeguate misure di controllo. Per gli organismi nocivi, i valori soglia definiti a livello Provinciale e Regionale, per aree e colture specifiche e condizioni climatiche particolari devono essere presi in considerazione, ove possibile, prima del trattamento.
13 QUARTO PUNTO PREFERENZA DI METODI BIOLOGICI Ai metodi chimici devono essere preferiti metodi biologici sostenibili: confusione o disorientamento sessuale, lotta biologica mediante l utilizzo di antagonisti naturali virus, batteri, insetti e funghi entopatogeni. QUINTO PUNTO SELETTIVITA DEI PRODOTTI FITOSANITARI Deve utilizzare prodotti fitosanitari il più possibile selettivi rispetto agli organismi da combattere con effetti minimi sulla salute umana, gli organismi non bersaglio e l'ambiente. SESTO PUNTO RIDUZIONE DEI PRODOTTI FITOSANITARI L'utilizzatore professionale dovrebbe ridurre l'utilizzo dei prodotti fitosanitari, la frequenza dei trattamenti, ricorrendo a trattamenti localizzati, in modo che non aumenti il rischio di sviluppo di meccanismi di resistenza in popolazioni di organismi nocivi.
14 SETTIMO PUNTO STRATEGIE ANTIRESISTENZA Ove il rischio di resistenza a un trattamento fitosanitario sia conosciuto e il livello di organismi nocivi richieda trattamenti ripetuti sulla coltura, le strategie antiresistenza disponibili dovrebbero essere messe in atto per mantenere l'efficacia dei prodotti. Ciò può includere l'utilizzo di diversi prodotti fitosanitari con diversi modi di azione. OTTAVO PUNTO VERIFICA DELLE STRATEGIE IMPIEGATE Sulla base dei dati relativi all'utilizzo dei prodotti fitosanitari e del monitoraggio di organismi nocivi, l'utilizzatore professionale dovrebbe verificare il grado di successo delle strategie di difesa applicate.
15 DECRETO 22/01/2014 ADOZIONE DEL PIANO DI AZIONE NAZIONALE SULL USO SOSTENIBILE DEI PESTICIDI (PAN) A.7 STRATEGIE FITOSANITARIE SOSTENIBILI L obiettivo prioritario della «difesa integrata è la riduzione del rischio per l ambiente, per gli operatori, per i consumatori, i residenti e gli astanti. I possibili livelli di sostenibilità dei pesticidi sono: A.7.2 DIFESA INTEGRATA OBBLIGATORIA A.7.3 DIFESA INTEGRATA VOLONTARIA A.7.4 AGRICOLTURA BIOLOGICA
16 SECONDO IL PAN PUNTO A AL FINE DI RISPETTARE GLI OTTO PUNTI GLI UTILIZZATORI PROFESSIONALI DEVONO CONOSCERE, DISPORRE DIRETTAMENTE O AVERE ACCESSO A: DATI METEOROLOGICI TERRITORIALI/LOCALI ACQUISIBILI ANCHE MEDIANTE COLLEGAMENTI IN RETE DATI FENOLOGICI E FITOSANITARI FORNITI DALLA RETE CON SISTEMI DI PREVISIONE E SOGLIE DI AVVERTIMENTO BOLLETTINI TERRITORIALI/PROVINCIALI DI DIFESA INTEGRATA PER LE PRINCIPALI COLTURE MATERIALE INFORMATIVO PER L APPLICAZIONE DELLA DIFESA INTEGRATA, DIVULGATI DALLE AUTORITA COMPETENTI I DATI PREVISTI NEI PUNTI SU ELENCATI POSSONO ESSERE INSERITI IN UN UNICO BOLLETTINO TERRITORIALE ALLA FINE DI SEMPLIFICARE L INFORMAZIONE E LA DIVULGAZIONE. NEL CASO IN CUI NON SIA PRESENTE ALCUNA RETE LE AZIENDE POSSONO ASSOLVERE ALL IMPEGNO DELLA DEFESA INTEGRATA OBBLIGATORIA RICORRENDO AD UN SERVIZIO DI CONSULENZA, MEDIANTE APPOSITE STRUTTURE TERRITORIALI DI COORDINAMENTO, SU BASE REGIONALE E PROVINCIALE. PER LE AZIENDE CHE ATTUANO LA DIFESA INTRGRATA OBBLIGATORIA Non ci sono limitazioni nei prodotti Impiegabili, Non sono possibili aiuti, non è possibile chiedere la certificazione.
17 DIFESA INTEGRATA VOLONTARIA Legge 3 febbraio 2011 n. 4 Viene definita volontaria in quanto si aggiunge a quella obbligatoria precedentemente descritta ed è volontariamente applicata dalle aziende agricole. Questo livello applicativo può essere sostenuto ed incentivato (PAN A punto 5) o può essere conseguente a specifiche richieste del mercato; Rientra nella produzione integrata così come definita dalla Legge 3 febbraio 2011 n. 4, recante disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari con particolare riferimento al Sistema Di Qualità Nazionale Di Produzione Integrata SQNPI (Decreto Legislativo n. 150/2012, articolo 20); I prodotti conformi al Sistema possono essere contraddistinti da uno specifico segno distintivo. Il decreto prevede le opportune forme di coordinamento in relazione a eventuali segni distintivi già adottati dalle regioni o dalle province autonome per la produzione integrata.
18 IN CASO DI DIFESA INTEGRATA VOLONTARIA LE AZIENDE DEVONO: A.7.3 DIFESA INTEGRATA VOLONTARIA rispettare i disciplinari regionali di produzione integrata secondo le modalità previste dal SQNPI e dai sistemi di certificazione Regionali; Effettuare la regolazione o taratura strumentale delle attrezzature presso centri di prova autorizzati (A.3.7). L APPLICAZIONE VOLONTARIA DEI DISCIPLINARI DI PRODUZIONE INTEGRATA PERMETTE ALLE AZIENDE AGRICOLE DI: Accedere al sistema qualità nazionale di produzione integrata; Accedere ai sistemi di certificazione; Accedere alle misure di sostegno previste nel Piano di sviluppo rurale o nei provvedimenti che riguardano l OCM ortofrutta, Disporre di strumenti di supporto e di assistenza tecnica e di informazioni relative alla corretta applicazione dei prodotti fitosanitari.
19 PER L OPERATORE CHE APPLICA LA DIFESA INTEGRATA VOLONTARIA QUALE CERTIFICAZIONE. Sistema Nazionale Di Qualità Produzione Integrata? Come aderire? Certificazione produzione primaria? Certificazione imprese di trasformazione/condizionamento? Coesistenza del marchio SNQPI con altri segni distintivi/marchi collettivi Regionali e privati? Regolamento d uso del marchio collettivo? Quali Organismi possono certificare il SNQPI? Altre certificazioni..? OGGI E POSSIBILE? COME POSSO VALORIZZARE LA PRODUZIONE SUL MERCATO?
20 SNQPI Per quanto riguarda il Sistema di Qualità Nazionale relativo alla difesa volontaria, il decreto che deve renderlo operativo, è ancora all'esame della Conferenza Stato Regioni che a causa di una divergenza di orientamento con l'impostazione del Ministero, non ha ancora approvato il provvedimento. Secondo la proposta di decreto, infatti, quando le Regioni non inviano le deroghe rispetto ai singoli disciplinari regionali, entro i tempi previsti, il Mipaaf può modificare i disciplinari regionali esercitando una sorta di potere sostitutivo. Le Regioni non condividendo tale impostazione, al momento non hanno consentito l'approvazione del decreto contribuendo così a ritardare l entrata in vigore di uno strumento utile per la valorizzazione delle produzioni AGROALIMENTARI.
21 NORMA UNI 11233:2009 Sistemi di produzione integrata nelle filiere agroalimentari, Principi generali per la progettazione e l attuazione nelle filiere vegetali
22 PERCHE E STATA REALIZZATA UNA NORMA DI PRODUZIONE INTEGRATA Assenza di una chiara ed univoca definizione di produzione integrata a livello nazionale; Armonizzazione del concetto di produzione integrata; Coinvolgimento di tutti gli attori della filiera; Valorizzazione dei prodotti da essa ottenibili etichetta- dichiarazione di conformità;
23 MARCHI COLLETTIVI PRODUZIONE INTEGRATA PUBBLICI E PRIVATI Tecnica di Produzione Integrata-Norma Tecnica 02 GLOBALGAP
24 COGENTE DIFESA INTEGRATA OBBLIGATORIA D.Lgs 150/2012 VOLONTARIO UNI EN ISO UNI :2008 GLOBAL GAP DIFESA INTEGRATA VOLONTARIA REGOLAMENTI 178/2002 Art /2004 All. 1 p.to 9 REG. 1151/2012 REG. 834/2007
25 La Produzione Integrata (PI) nasce dall esigenza di coniugare la salvaguardia delle risorse ambientali con quella di migliorare le condizioni tecnico-economiche dell agricoltura e di difendere la salute umana valorizzando di conseguenza le produzioni ottenute. TUTELA DEL CONSUMATORE TUTELA AMBIENTALE UNI TUTELA DEL LAVORATORE TUTELA DEGLI ASTANTI
26 Scopo e campo di applicazione UNI La norma specifica la definizione di PI e fornisce gli elementi per progettare ed attuare un sistema di PI. Essa si applica al processo di Produzione Integrata nelle filiere agroalimentari vegetali per prodotti destinati all alimentazione umana e animale inclusa la gestione delle fasi postraccolta. La trasformazione è trattata solo in termini di rintracciabilità. REQUISITI AGGIUNTIVI E RICHIESTE GDO
27 ORGANIZZAZIONI COINVOLTE A) Aziende agricole in forma singola o associata; B) Organizzazioni che trasformano, commercializzano i prodotti agroalimentari e/o acquisiscono materie prime, semilavorati e prodotti certificati; C) Filiere agroalimentari;
28 Disciplinare Tecnico di Produzione Integrata Le Organizzazioni che intendono ottenere la certificazione di prodotti ottenuti in conformità alla UNI devono predisporre un Disciplinare tecnico aziendale (DTA/DTPI), che soddisfi almeno i punti della Norma, in funzione del tipo di Organizzazione e attività svolta.
29 Singola azienda di produzione agricola PUNTI DELLA NORMA CHE DEVONO ESSERE SVILUPPATI NEL DISCIPLINARE TECNICO PRODUZIONE INTEGRATA (SE L AZIENDA AGRICOLA NON CONDIZIONA IL PRODOTTO O LO CONDIZIONA DIRETTAMENTE IN CAMPO): 4. Elementi di un sistema di produzione integrata (da 4.1 a 4.14); Identificazione e rintracciabilità; 5.4 Gestione delle non conformità e del prodotto non conforme; 5.6 Gestione dei reclami; Gestione della documentazione e delle registrazioni
30 Organizzazioni che trasformano, commercializzano i prodotti agroalimentari e/o acquisiscono materie prime, semilavorati e prodotti certificati Il DTPI deve essere redatto solo ed esclusivamente in relazione ai processi ed ai prodotti direttamente gestiti dall organizzazione richiedente ed in particolare: 5.1 Generalità Qualifica dei fornitori, pianificazione delle produzioni e gestione degli approvvigionamenti Approvvigionamenti di prodotti agricoli freschi Approvvigionamenti di prodotti agricoli trasformati Identificazione e rintracciabilità; 5.4 Gestione delle non conformità e del prodotto non conforme; 5.5 Azioni correttive e preventive; 5.6 Gestione dei reclami; 5.8 Formazione e addestramento; 5.10 Etichettatura dei prodotti lavorati e trasformati; Gestione della documentazione e delle registrazioni;
31 Filiere Agroalimentari PUNTI DELLA NORMA CHE DEVONO ESSERE SVILUPPATI NEL DISCIPLINARE TECNICO AZIENDALE: 4. ELEMENTI DI UN SISTEMA DI PRODUZIONE INTEGRATA (PUNTI NORMA da 4.1 a 4.14); 5. PROGETTAZIONE ED ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI PRODUZIONE INTEGRATA (PUNTI NORMA da 5.1 a 5.12);
32 5.10 ETICHETTATURA NORNA UNI Le Organizzazioni che hanno ottenuto la certificazione di conformità alla Norma UNI hanno la possibilità di utilizzare il seguente logo: Produzione Integrata Certificata Norma UNI 11233:2009 Le etichette di confezionamento sono dichiarazioni di conformità emesse dall operatore per prodotti preimballati a proprio marchio o a marchio di clienti che lo richiedano.
33 POMODORI PELATI 100% DA PRODUZIONE INTEGRATA Produzione Integrata Certificata Norma UNI 11233:2009 I prodotti lavorati e/o trasformati possono essere definiti 100% da Produzione Integrata, nella denominazione di vendita, solo ed esclusivamente se il 100% di tutti gli ingredienti di origine agricola vegetale sono conformi alla UNI INGREDIENTI: POMODORO, SUCCO DI POMODORO, SALE, CORRETTORE DI ACIDITA : ACIDO CITRICO Negli stessi prodotti non è ammessa la contemporanea presenza dell ingrediente di origine agricola conforme e non conforme alla UNI
34 POLPA DI POMODORO AL BASILICO 100% DA PRODUZIONE INTEGRATA Produzione Integrata Certificata Norma UNI 11233:2009 I prodotti lavorati e/o trasformati possono essere definiti 100% da Produzione Integrata nella denominazione di vendita solo ed esclusivamente se il 100% di tutti gli ingredienti di origine agricola vegetale sono conformi alla UNI INGREDIENTI: POLPA DI POMODORO (94%), OLIO EVO, CIPOLLA, BASILICO (1,2%), SALE, CORRETTORE DI ACIDITÀ: ACIDO CITRICO. Gli ingredienti che caratterizzano i prodotti finiti ed entrano nella loro denominazione di vendita, devono essere conformi alla UNI Negli stessi prodotti non è ammessa la contemporanea presenza dell ingrediente di origine agricola conforme e non conforme alla NORMA UNI
35 POLPA DI POMODORO CON INGREDIENTI DA PRODUZIONE INTEGRATA * Produzione Integrata Certificata Norma UNI 11233:2009 I prodotti lavorati e/o trasformati possono essere definiti Con ingredienti da Produzione Integrata nella denominazione di vendita solo ed esclusivamente se una percentuale 70% in massa o in volume di tutti gli ingredienti di origine agricola vegetale sono conformi alla UNI LA % DEGLI INGREDIENTI CONFORMI ALLA UNI DEVE ESSERE SPECIFICATO IN ETICHETTA. INGREDIENTI: POLPA DI POMODORO (94% da produzione integrata * ), OLIO EVO, CIPOLLA, BASILICO, SALE, CORRETTORE DI ACIDITÀ: ACIDO CITRICO. Negli stessi prodotti non è ammessa la contemporanea presenza dell ingrediente di origine agricola conforme e non conforme alla NORMA UNI
36 ETICHETTATURA NORNA UNI E UNI EN ISO POMODORI PELATI 100% DA PRODUZIONE INTEGRATA Le Organizzazioni che hanno ottenuto la certificazione di conformità alla Norma UNI e UNI EN ISO hanno la possibilità di utilizzare: Produzione Integrata Certificata Norma UNI 11233:2009
37 ETICHETTATURA NORNA UNI E DOP POMODORO SAN MARZANO DELL'AGRO SARNESE- NOCERINO DOP 100% DA PRODUZIONE INTEGRATA Certificato da Organismo di controllo autorizzato dal Mipaaf Produzione Integrata Certificata Norma UNI 11233:2009
38 REQUISITI E VERIFICHE DI PARTE TERZA L attività di Certificazione secondo la presente norma deve soddisfare i seguenti requisiti minimi: L Organismo di Certificazione deve operare in conformità alla norma UNI CEI EN (Ai fini della certificazione del sistema di Produzione Integrata, l Organismo di Controllo può utilizzare certificazioni di segmenti della filiera in questione già emesse da altri organismi purché tutti gli Organismi di Controllo coinvolti siano in possesso di valido accreditamento per il rilascio delle certificazioni di conformità alla presente norma). La domanda di certificazione deve essere presentata prima della raccolta; La verifica da parte dell Organismo di Certificazione deve essere effettuata prima e/o durante la raccolta.
39 NUMERO VERIFICHE PARTE TERZA In fase di prima certificazione deve essere verificato un numero di siti almeno pari alla somma delle n i ), dove n i è il numero di siti ascrivibili al gruppo i-esimo di siti omogenei, per specie e per disciplinare, nel sistema di Produzione Integrata (aziende agricole, stabilimenti di condizionamento, stabilimenti di trasformazione, stabilimenti intermedi ecc.). In sede di sorveglianza annuale, deve essere verificato almeno il 60% dei siti oggetto di valutazione iniziale determinati come al trattino precedente. In sede di rinnovo della certificazione deve essere verificato almeno l 80% dei siti pari alla somma delle ni), dove ni è il numero di siti ascrivibili al gruppo i-esimo di siti omogenei, per specie e per disciplinare, nel sistema di Produzione Integrata (aziende agricole, stabilimenti di condizionamento, stabilimenti di trasformazione, stabilimenti intermedi ecc.).
40 PROVE DI CONFORMITA DI PARTE TERZA Le prove di conformità devono essere eseguite in ogni singolo gruppo di siti omogenei per specie e per disciplinare, al fine di verificare la conformità al sistema di Produzione Integrata. A tal proposito l Organismo di Controllo è tenuto ad eseguire su base annua prove di conformità, con un approccio basato sulla valutazione del rischio, su almeno: Il 20% dei siti della n i ), dove n i è il numero di aziende agricole omogenee, per specie e per disciplinare della Produzione Integrata Ogni stabilimento intermedio visitato per specie/prodotto/disciplinare tecnico di Produzione Integrata; Ogni stabilimento visitato per prodotto oggetto della certificazione; I punti vendita, nel caso la distribuzione sia richiedente/licenziataria della certificazione, pari al 20% dei siti della n i ) dove n i é numero di punti vendita.
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