Piano di riequilibrio faunistico del cinghiale (2002)

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1 Allegato alla Deliberazione della G.P. n. 20/6895 del 23 / 01 / 2002 PROVINCIA DI GENOVA Area 11 Sviluppo Sostenibile e Risorse Naturali Piano di riequilibrio faunistico del cinghiale (2002) 1

2 INDICE PREMESSA Pag. 3 OBIETTIVI Pag. 6 RUOLI Pag. 7 INDIVIDUAZIONE SOGGETTI COINVOLTI NELLA REALIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI DI CONTROLLO Pag. 8 INDIVIDUAZIONE DELLE AREE E DELLE MODALITA DI INTERVENTO Pag. 9 PROGRAMMAZIONE INTERVENTI DI CONTROLLO Pag. 12 REALIZZAZIONE DI RECINTI FISSI DI CATTURA Pag. 13 DESTINAZIONE DEI CAPI Pag. 14 DISPOSIZIONI RELATIVE ALLE NORME PER LA SICUREZZA DURANTE GLI INTERVENTI DI CONTROLLO Pag. 16 CONCLUSIONI 2

3 Premessa Come noto nel 2001, in un ottica di pieno e fattivo coinvolgimento delle diverse componenti operanti sul territorio e interessate a tale problematica, si è ritenuto necessario predisporre la struttura del Piano di riequilibrio faunistico del cinghiale attraverso una diretta partecipazione degli ATC, delle Associazioni venatorie, agricole e ambientaliste, realizzando, in tal senso, un Tavolo di Lavoro Tecnico congiunto. Gli incontri, tenutesi a partire dal mese di settembre 2000 e alle quali le Associazioni ambientaliste non hanno preso parte in quanto non condividevano tale metodo, hanno permesso di produrre un documento operativo caratterizzato da un estrema flessibilità di applicazione. Tale Piano, elaborato dallo STAFF dell Area 11, ha assegnato di fatto alla Provincia un ruolo di controllo sull attuazione dello stesso, anche tramite l attività di vigilanza, nonchè di coordinamento delle attività di riequilibrio attuate dai diversi soggetti individuati dalle vigenti normative. Il documento al contempo ha assegnato un ruolo prioritario agli Ambiti Territoriali di Caccia nella programmazione e nella gestione operativa dell attività di controllo, di concerto con lo STAFF dell Area 11, il Servizio di Polizia Provinciale, le associazioni agricole e quelle venatorie, al fine di conseguire complessivamente, nell arco di un triennio, un contenimento dei danni causati da tale specie alle produzioni agricole nella misura di circa il 30% (pari ad una riduzione annua del 10%) rispetto ai risarcimenti registrati nel triennio 1998/2000 (mediamente attorno ai 380 milioni/anno). Purtroppo i dati del 2001 relativi ai risarcimenti corrisposti hanno evidenziato una spesa complessiva pressoché in linea con tale media ATC Ge (*) ATC Ge ATC Ge (*) Esclusi 20 milioni per danni causati da caprioli. Da quanto sopra risulta evidente come in pratica una effettiva contrazione dei danni sia stata registrata solo nell A.T.C. GE-3 mentre per quanto riguarda gli altri due Ambiti si è registrato un consistente incremento dei danni sia nell A.T.C. GE-1 sia nell A.T.C. GE-2. Occorre evidenziare come la Sentenza della Corte Costituzionale n. 20/2000 del 27/01/00 in materia di Parchi, abbia in parte contribuito ad aggravare tale situazione precludendo all attività venatoria e di controllo un elevata porzione di territorio provinciale. In tal senso la recente approvazione da parte della Regione dei Piani dei Parchi Antola, Aveto Beigua e Portofino, dovrebbe consentire nel 2002 una più efficace azione di controllo da parte di tutti i soggetti coinvolti, fermo restando la predisposizione e l attuazione tempestiva di programmi e azioni di controllo da parte degli Enti Gestori. Risulta pertanto evidente come il presente Piano di Riequilibrio faunistico del Cinghiale per il 2002 possa costituire punto di riferimento per la gestione operativa dell attività di controllo anche da parte dei sopracitati Enti. L analisi finale dei dati concernenti il presidio territoriale attuato dagli Ambiti (in particolar modo A.T.C. Ge- 1 e Ge-2) nel 2001 ha permesso di verificare come, in rapporto all attività di controllo esercitata negli anni 3

4 passati, lo stesso non sia stato sufficiente ad ottenere un risultato adeguato all obiettivo prefissato (vedi tabella sottostante) A B C A B C A B C A B C INTERVENTI Ge-1 CAPI ABBATTUTI DANNI (milioni di lire) (*) INTERVENTI Ge-2 CAPI ABBATTUTI DANNI (milioni di lire) INTERVENTI Ge-3 CAPI ABBATTUTI DANNI (milioni di lire) A: Inverno/primavera B: Estate C: Autunno (*) Escluso 20 milioni per danni causati da caprioli Alla luce di quanto sopra si sottolinea, pertanto, come il Piano per il 2002 debba riprendere la positiva impostazione avviata soprattutto a partire dalla stagione venatoria 1999/00 i cui positivi risultati in termini di contenimento danni (riscontrati in particolare modo nel pe riodo gennaio/giugno del 2000) sono stati vanificati dalle vicende conseguenti alla citata Sentenza della Corte Costituzionale. Infatti se si fosse potuto continuare con interventi efficaci nel periodo invernale/primaverile del 2000 si sarebbero conseguiti risultati complessivamente molto positivi. Si sottolinea inoltre come l adozione, nel 2001, del sistema di allontanare i cinghiali dalle zone di criticità mediante l utilizzo dei cani, attuato con una certa frequenza nel corso dell anno 17 interventi-, non abbia conseguito un apprezzabile effetto sul contenimento dei danni 4

5 Pertanto è possibile sintetizzare l impostazione fondamentale delle iniziative per il 2002 come segue: 1. Attuazione tempestiva degli interventi selettivi sui giovani durante il periodo invernale primaverile; 2. Monitoraggio continuo ed azioni di controllo durante il periodo estivo finalizzate a prevenire tempestivamente possibili incursioni ai coltivi da parte di tale specie; 3. Attuazione del controllo nelle zone protette provinciali di maggior criticità durante la stagione venatoria. Per realizzare efficacemente quanto descritto è essenziale che gli Ambiti provvedano a individuare soggetti referenti, preferibilmente per vallata, al fine di verificare puntualmente, congiuntamente con lo STAFF dell Area 11 e il Servizio di Polizia Provinciale, la reale efficacia degli interventi realizzati. La Provincia manterrà un ruolo di indirizzo e coordinamento, inoltre potrà intervenire anche direttamente qualora la programmazione e attuazione degli interventi non sia risolutiva nel senso indicato. Riassumendo è quindi importante la tempestiva programmazione delle azioni di controllo da realizzare a partire dai primi mesi del 2002 (gennaio-febbraio-marzo) in particolare nelle seguenti zone di criticità: ATC-1 Valle Stura (Masone, Campoligure, Rossiglione e Tiglieto); ATC GE-2 Val d Aveto, Val Fontanabuona, Golfo Tigullio e Paradiso; ATC GE-3 Valle Scrivia, Propata, Giovi, Polcevera 5

6 Il Piano individua i seguenti obiettivi: OBIETTIVI 1. Assicurare il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati a tale problematica come gli Ambiti Territoriali di Caccia, Associazioni Venatorie e Associazioni Agricole, nonché garantire un adeguato presidio territoriale attraverso programmi sinergici con gli Enti Parco. Questo anche in ottemperanza a quanto disposto dall art.7 del Protocollo d intesa con gli Enti Parco Antola, Aveto, Beigua e Portofino in materia di gestione faunistica approvato con Deliberazione della Giunta Provinciale n. 586/69857 del 25/10/2000; 2. Garantire l attuazione del presente Piano tramite l attività di controllo e vigilanza, nonché il coordinamento delle attività di controllo realizzate dai diversi soggetti indicati dalle vigenti normative al fine di pervenire ad una maggior organicità nella gestione del cinghiale. L attuazione del Piano, se compiuta da parte di tutti i soggetti che intervengono all interno dello stesso, deve consentire il conseguimento del seguente obiettivo principale: 3. Attuazione riequilibrio della popolazione di cinghiali presente sul territorio provinciale intervenendo prioritariamente sui capi giovani- per diminuire, nell arco del triennio 2001/2003, di almeno il 30% la somma corrisposta mediamente nel triennio 1998/2000 (circa #) per il risarcimento dei danni arrecati da tale specie alle produzioni agricole. 6

7 RUOLI Fermo restando i ruoli che le vigenti normative in materia affidano ai diversi soggetti coinvolti nella realizzazione degli interventi di controllo, il presente piano individua:?? nella Provincia il soggetto garante dell attuazione dello stesso tramite l attività di coordinamento, controllo e vigilanza, anche nel rispetto del ruolo assegnato alla Polizia Provinciale dalla L. 157/92 e dalla L.R. 29/94;?? negli Ambiti Territoriali di Caccia i soggetti deputati alla programmazione e la gestione operativa di tale attività di concerto con il le associazioni agricole, venatorie e Enti Parco. La Provincia inoltre potrà intervenire anche direttamente qualora la programmazione e l attuazione degli interventi non sia risolutiva nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. 7

8 INDIVIDUAZIONE SOGGETTI COINVOLTI NELLA REALIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI DI CONTROLLO L ATC, sentiti i Distretti e le squadre interessate nonchè le Associazioni agricole, venatorie, ambientaliste ed Enti Parco propone, al fine di dare operatività agli interventi di controllo programmati, l elenco dei seguenti soggetti:?? Referente di vallata per i contatti con la Provincia e le associazioni di categoria;?? cacciatori di selezione abilitati;?? squadre costituite da soggetti abilitati all esecuzione di interventi in girata;?? squadre interessate agli interventi in braccata e di allontanamento con i cani;?? soggetti disponibili a realizzare e gestire i Recinti fissi di cattura; La scelta dei soggetti di cui sopra dovrà garantire in ogni caso il rispetto dei seguenti requisiti; 1. Conoscenza del territorio e della tecnica di controllo per garantire l efficacia dell intervento in idonee condizioni di sicurezza; 2. Disponibilità ad effettuare gli interventi ; 3. Presenza dei requisiti richiesti a livello normativo e regolamentare. E inoltre facoltà degli Ambiti Territoriali di Caccia, ai sensi di quanto previsto Criteri per la realizzazione degli interventi di controllo e di riequilibrio faunistico delle popolazioni di cinghiali nella Provincia di Genova approvati con Deliberazione della Giunta Provinciale n.117/16553 del 15/03/00 e sentita l Amministrazione Provinciale, disporre, in caso di ripetute inadempienze da parte delle squadre individuate per la realizzazione degli interventi di controllo, la sostituzione delle stesse con altre squadre dello stesso distretto o dello stesso Ambito per la realizzazione degli ulteriori interventi di controllo programmati. Si rinvia in tal senso alle disposizioni contenute nel vigente Regolamento per la caccia al cinghiale ed indicazioni di gestione della specie approvato con Deliberazione Consiliare n.40/46353 del 29/07/99 ed esattamente all art. 3 comma 6 Compiti dell ATC per la gestione faunistico-venatoria del cinghiale" e all'art.9 Indicazioni di gestione faunistica. 8

9 Aree di criticità INDIVIDUAZIONE DELLE AREE E DELLE MODALITA D INTERVENTO Attraverso il coinvolgimento delle diverse componenti operanti sul territorio (Ambiti Territoriali di Caccia, Associazioni Venatorie, Associazioni Agricole e Enti Parco) e ferma restando la flessibilità del presente Piano, si è ritenuto opportuno prevedere la programmazione degli interventi in aree di criticità, suddivise in Zone di aggregazione (Vallate e Comuni di ampie dimensioni) e Zone Puntiformi (Località e Comuni di piccola dimensione). ZONE DI AGGREGAZIONE ZONE PUNTIFORMI Valle Stura Valle Scrivia Alta Val Polcevera Golfo Paradiso e Tigullio Val Fontanabuona Val Graveglia Mele Masone Campoligure Rossiglione Tiglieto Isola del Cantone Ronco Scrivia Serra Riccò Mignanego Sori Recco Avegno S. Margherita Lig. Rapallo Neirone Moconesi Orero Lumarzo Mezzanego Né 9

10 ZONE DI AGGREGAZIONE ZONE PUNTIFORMI Borzonasca Rezzoaglio San Colombano Certenoli Genova Acero Cabanne Esola Ertola Gropparolo Mileto Moglia Parazzuolo Priosa Salto Scabbiamara Ventarola Calvari Romaggi Cichero Molassana Alta Aggio Prà Voltri Varie Lavagna -S. Giulia- Fontanigorda Bargone Campegli 10

11 Valutando le ricadute che l approvazione dei piani dei Parchi nonchè del nuovo Piano Faunistico Venatorio Provinciale hanno avuto e avranno sull assetto delle sistema di Zone Protette Provinciali (Oasi, Z.R.C., H.M., Valichi Montani), gli interventi di controllo per il 2002 potranno interessare in via prioritaria le seguenti zone: ZONE DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA OASI VALICHI HABITAT MIGRATORI Prato rondanino Cassinea Turchino Scoffera M.pennello Tana d orso Giovi Polcevera M.capanna Villanoce M.canne Creto Caucaso Ramaceto Modalità d intervento Dato atto che laddove le condizioni lo consentano risulterà opportuno in via prioritaria favorire la realizzazione di strutture di prevenzione quali pastori elettrici ed eccezionalmente recinti metalliche su superfici di modesta estensione, il presente Piano ha individuato le seguenti modalità di controllo diretto, previste dai Criteri per la realizzazione degli interventi di controllo e di riequilibrio faunistico delle popolazioni di cinghiali nella Provincia di Genova :?? cattura e abbattimento mediante gabbie mobili;?? cattura e abbattimento mediante recinti fissi di cattura (chiusini);?? appostamenti serali;?? girata;?? braccata; Può essere inoltre previsto l attuazione di misure di controllo indiretto, quali?? allontanamento con cani;?? foraggiamenti straordinari;?? utilizzo di strumenti di prevenzione (reti metalliche e pastori elettrici). Considerata l estrema dinamicità della specie oggetto del controllo, si procederà alla realizzazione di una rete di comunicazione con Province, Enti Parco e Regioni limitrofe al fine di sperimentare sul territorio modelli sistematici di rilevamento e di intervento finalizzati alla conoscenza e previsione dei macro-spostamenti della specie a livello inter-provinciale e regionale. PROGRAMMAZIONE INTERVENTI DI CONTROLLO 11

12 Fermo restando la flessibilità del presente Piano e l importante ruolo operativo di pertinenza degli Ambiti Territoriali di caccia, al fine di massimizzare l efficacia degli interventi che gli Ambiti stessi devono programmare e realizzare risulta necessario prevedere, anche in relazione alle realtà agro-silvo-pastorali presenti, una programmazione degli interventi come di seguito indicata: 1. Attuazione tempestiva degli interventi selettivi sui giovani durante il periodo invernale primaverile; 2. Monitoraggio continuo ed azioni di controllo durante il periodo estivo finalizzate a prevenire tempestivamente possibili incursioni ai coltivi da parte di tale specie; 3. Attuazione del controllo nelle zone protette provinciali di maggior criticità durante la stagione venatoria. INTERVENTI DURANTE LA STAGIONE VENATORIA Sulla base delle risultanze emerse dal monitoraggio nelle Zone Protette Provinciali individuate, gli Ambiti Territoriali di Caccia dovranno definire, prima dell apertura della stagione venatoria di concerto con gli Uffici tecnici dell Area 11 e il Servizio di Polizia Provinciale, quanto segue: 1. il numero minimo di interventi per ogni zona; 2. il calendario degli interventi; 3. le aree da presidiare all interno delle zone protette individuate; 4. le squadre individuate e gli altri soggetti previsti per il presidio delle aree di cui sopra; Z.R.C. OASI VALICHI HABITAT MIGRATORI Prato rondanino M.pennello M.capanna M.canne Creto Caucaso Ramaceto Cassinea Tana d orso Villanoce Turchino Giovi Scoffera Polcevera 12

13 REALIZZAZIONE DI RECINTI FISSI DI CATTURA Localizzazione e numero strutture. Nel 2001 è stata autorizzata, in accordo con l Ambito Territoriale di caccia Genova 2- Levante- e il Servizio di Polizia Provinciale, la realizzazione di un recinto fisso di cattura in Comune di Santa Margherita Ligure che diventerà operativo, presumibilmente, a partire dai primi mesi del Sulla base di quanto sopra e di quanto previsto dai Criteri per la realizzazione degli interventi di controllo e di riequilibrio faunistico delle popolazioni di cinghiale (Sus scrofa) nella provincia di Genova approvati con deliberazione della Giunta Provinciale n. 117/16553 del 15/03/2000 nonché dalle risultanze emerse dalle azioni di monitoraggio si ritiene opportuno individuare, per il presente anno, un massimo di 15 autorizzazioni per la realizzazione di tali strutture. Gestione delle strutture. I recinti di cattura possono essere approntati e gestiti, previa apposita richiesta all Amministrazione Provinciale e conseguente autorizzazione, da: 1. Soggetti proposti dagli Ambiti Territoriali di Caccia 2. Soggetti proposti dai Gestore delle Zone Protette Provinciali; I soggetti di cui sopra possono richiedere alla Provincia l autorizzazione per la messa in opera e gestione dei recinti di cattura dichiarando, ai sensi della vigente normativa in materia di autocertificazione, di: 1. essere proprietari e/o conduttori dei Fondi agricoli su cui verrà approntata la struttura di cattura (allegato mappa catastale e carta 1:25.000); 2. di non aver procedimenti penali in corso o definiti per violazioni di normative inerenti la caccia; 3. di attenersi alle disposizioni tecniche fornite dagli Uffici Tecnici della Provincia relativamente alla realizzazione e gestione della struttura; 4. di sorvegliare e gestire quotidianamente la struttura di cattura; 5. di avvisare immediatamente, una volta accertata la cattura, il servizio di Polizia Provinciale e il soggetto autorizzato dall Amministrazione Provinciale per l abbattimento dei capi catturati; 6. di tenere apposito registro dove devono essere annotate regolarmente: - il sito dove risulta localizzato il recinto di cattura; - periodo di funzionamento, limitato ai periodi di maggior criticità, del recinto di cattura; - data di cattura e indicazione del sesso ed età degli esemplari catturati; - nominativo del soggetto che ha effettuato l abbattimento; - ricevuta di consegna dei capi abbattuti; - numero di esemplari catturati nel periodo d innesco. - L abbattimento dei capi catturati può essere effettuato dalla Polizia Provinciale, dagli Agenti del Corpo Forestale dello Stato in servizio presso il territorio competente e, nel rispetto di quanto stabilito dal combinato disposto degli artt. 35 e 36 L.R. 29/94, da soggetti autorizzati dall Amministrazione Provinciale purchè muniti di licenza per l esercizio venatorio. In tal senso il Servizio di Polizia Provinciale e lo STAFF tecnico dell Area 11 devono tenere apposito registro in cui, oltre il nominativo dei soggetti autorizzati per la gestione dei recinti di cattura, risultino indicati i soggetti eventualmente autorizzati per l abbattimento dei capi, le date degli abbattimenti e il numero degli esemplari abbattuti per classe di sesso e di età nonché la destinazione dei capi abbattuti. L Amministrazione Provinciale attua inoltre, mediante il Servizio di Polizia Provinciale, le opportune azioni di Vigilanza e controllo su tale attività. 13

14 Gabbie mobili di cattura DESTINAZIONE DEI CAPI I capi catturati nelle strutture mobili di cattura attualmente a disposizione dell Amministrazione Provinciale possono: 1) Essere abbattuti dal Servizio di Polizia Provinciale e, fatta salva l esecuzione degli appositi esami igienicosanitari previsti per legge, destinati in beneficenza a Enti, Istituiti o altre strutture assistenziali. Qualora venisse avviato un circuito di commercializzazione della selvaggina tali capi possono essere destinati alla vendita fermo restando che gli eventuali proventi dovranno essere destinati:?? alla copertura del risarcimento e della prevenzione dei danni causati dai cinghiali alle produzioni agricole;?? al finanziamento di attività di riqualificazione agro-forestale; 1. Trasferiti presso i recinti di addestramento dei cani da seguita regolarmente autorizzati fermo restando che i soggetti gestori di tali strutture dovranno farsi carico di:?? effettuare e pagare le analisi da parte dell ASL 3 necessarie a certificare l idoneità sanitaria dei capi catturati;?? trasportare dalle strutture di cattura al recinto di addestramento i capi catturati;?? marchiare i capi prelevati;?? rispettare tutte le procedure richieste dalle normative vigenti contro il maltrattamento degli animali;?? corrispondere un contributo a Enti e Istituti di Beneficenza per ogni cinghiale catturato di entità comunque non inferiore al 50% del valore di mercato riscontrato per i cinghiali destinati a tale finalità;?? trasmettere all Area 11 copia del certificato sanitario rilasciato dall ASL, numero di marchiatura degli esemplari e ricevuta del versamento (con indicato il soggetto beneficiante). Appostamenti serali I capi abbattuti dal Servizio di Polizia Provinciale sono destinati, fatta salva l esecuzione degli appositi esami igienico-sanitari previsti per legge, in beneficenza a Enti, Istituiti o altre strutture assistenziali. Qualora venisse avviato un circuito di commercializzazione della selvaggina tali capi possono essere destinati alla vendita fermo restando che gli eventuali proventi dovranno essere destinati:?? alla copertura del risarcimento e della prevenzione dei danni causati dai cinghiali alle produzioni agricole;?? al finanziamento di attività di riqualificazione agro-forestale; Girate e braccate I capi di cinghiali abbattuti vengono affidati ai cacciatori intervenuti i quali dovranno, previ appositi esami sanitari previsti dalla vigente normativa in materia, destinare i capi abbattuti prioritariamente ad Istituti di assistenza o beneficienza e a trattenere almeno il 50% dei capi rimanenti. I cacciatori intervenuti possono disporre di tutti i capi abbattuti purchè provvedano a corrispondere un contributo a Enti e Istituti di Beneficenza per ogni cinghiale catturato di entità comunque non inferiore al 50% del valore di mercato dei capi trattenuti. In tal senso gli stessi dovranno trasmettere all Area 11 copia della ricevuta del versamento (con indicato il soggetto beneficiante). Recinti fissi di cattura 14

15 Fatta salva l esecuzione degli appositi esami igienico-sanitari previsti per legge il capo abbattuto rimane a disposizione del soggetto a cui è affidato il recinto di cattura. Qualora il soggetto non intenda disporre dei capi abbattuti, gli stessi potranno essere alternativamente:?? consegnati da parte della Polizia Provinciale a Enti o Istituti di Beneficenza;?? prelevati dai responsabili delle strutture autorizzate per l addestramento dei cani da seguita, qualora ne ricorressero le condizioni;?? destinati alla vendita fermo restando che gli eventuali proventi dovranno essere destinati: 1. alla copertura del risarcimento e della prevenzione dei danni causati dai cinghiali alle produzioni agricole; 2. al finanziamento di attività di riqualificazione agro-forestale; 15

16 DISPOSIZIONI RELATIVE ALLE NORME PER LA SICUREZZA DURANTE GLI INTERVENTI DI CONTROLLO Al fine di garantire il rispetto delle norme di sicurezza durante la realizzazione degli interventi di controllo, all inizio dell anno i componenti delle squadre, che intendono partecipare alla realizzazione di tale attività, debbono consegnare all Ambito Territoriale di Caccia di appartenenza una dichiarazione con la quale sottoscrivono di non essere affetti da patologie fisiche incompatibili con lo svolgimento di attività fisica. I partecipanti agli interventi di controllo devono essere altresì dotati di indumenti che li rendano facilmente riconoscibili a distanza, quali ad es. : pettorina o cacciatora di colore rosso, arancio o giallo. Per coloro che ne fossero sprovvisti la Polizia Provinciale avrà a disposizione un congruo numero di pettorine con tali caratteristiche da utilizzarsi all atto dell intervento. Entro 60 giorni dall approvazione del presente Piano le zone di battuta devono essere segnalate da appositi cartelli riportanti la seguente scritta rossa su campo bianco: Provincia di Genova- Polizia Provinciale- -ATTENZIONEintervento di controllo faunistico in atto. Eventuali inosservanze ad un corretto comportamento, durante l attività di controllo, che determini disturbo o possa causare pericolo rispetto al regolare svolgimento dell intervento, può comportare la sospensione della squadra dagli interventi di controllo successivi e potrà determinare una penalizzazione della stessa nella zonizzazione ai sensi di quanto indicato dal punto 2 art. 3 del Regolamento per la caccia al cinghiale ed indicazioni di gestione della specie approvato con Delib. del Consiglio Provinciale n. 40/46353 del 29/07/99. 16

17 17

18 CONCLUSIONI Vista l estrema dinamicità della specie oggetto di controllo e le problematiche connesse alla pianificazione delle Aree Protette Regionali, anche per quanto concerne il campo risarcitorio, risulta evidente come il presente Piano, pur definendo una ben precisa linea operativa, debba prevedere elementi di flessibilità che tengano conto di tali dinamiche. In tal senso si ribadisce come sia prevista, in tutte le località individuate, una continua azione di monitoraggio che, unitamente alle segnalazioni provenienti dai soggetti più volte citati, potrà eventualmente ridefinire il quadro di azioni previste. Risulta in ogni caso necessario ribadire come il Piano per il 2002 debba garantire un tempestivo, mirato e selettivo presidio territoriale nel periodo invernale/primaverile e durante la stagione venatoria -nelle zone protette provinciali- intervenendo durante il periodo estivo con tempestive azioni di contenimento. Pertanto ribadendo il ruolo prioritario assegnato agli Ambiti Territoriali di Caccia nella programmazione e attuazione dell azione di controllo, la Provincia manterrà un ruolo di indirizzo e coordinamento su tale attività ma potrà al contempo intervenire direttamente qualora gli interventi programmati e realizzati non siano risolutivi nel senso indicato dal presente Piano. E necessario inoltre ribadire come l azione di controllo sul territorio provinciale debba prevedere uno stretto raccordo tra gli Enti preposti a tale attività (Provincie e Parchi). In tal senso il Piano di riequilibrio faunistico del cinghiale per il 2002 può costituire punto di riferimento anche per la programmazione e l attuazione dell attività di controllo da parte degli Enti Parco. Infine, poiché il problema del riequilibrio faunistico del cinghiale è strettamente collegato con l attività di prevenzione e risarcimento danni, risulta importante sottolineare come sia prossima all approvazione, in via sperimentale ed in attesa che le normative in materia siano più definite e chiare, una ristesura delle procedure di risarcimento e prevenzione finalizzate ad un maggiore coinvolgimento dei soggetti operanti sul territorio. L esito dei vari interventi di controllo realizzati sarà dettagliato in tre relazioni riassuntive a fine giugno, fine settembre e gennaio Alla fine della stagione venatoria 2002/3 saranno forniti i dati relativi agli abbattimenti sia sul territorio venabile sia nelle zone di protezione e saranno elaborati confronti numerici e considerazioni che mettano in relazione gli abbattimenti con i risarcimenti e le opere di prevenzione per fornire un quadro in grado di mettere in luce indicatori che potranno fornire ulteriori affinamenti. 18

19 PIANO DI RIEQUILIBRIO FAUNISTICO 2002 ELABORATO SULLA BASE DEL PIANO DI RIEQUILIBRIO FAUNISTICO 2001 Piano di riequilibrio 2001: Valenza triennale (2001/2003) Obiettivo: Riduzione entro il triennio dei danni registrati nel 2000 (380 milioni) nella misura di almeno il 30% (10%annuo). Ruoli:?? Provincia: soggetto garante dell attuazione dello stesso tramite l attività di coordinamento, controllo e vigilanza, anche nel rispetto del ruolo assegnato alla Polizia Provinciale dalla L. 157/92 e dalla L.R. 29/94;?? Ambiti Territoriali di Caccia: soggetti deputati alla programmazione e la gestione operativa di tale attività di concerto con il le Associazioni Agricole, Venatorie e Enti Parco. Strumenti di controllo previsti: Controllo diretto:?? cattura e abbattimento mediante gabbie mobili;?? cattura e abbattimento mediante recinti fissi di cattura (chiusini);?? appostamenti serali;?? girata;?? braccata; Controllo indiretto:?? allontanamento con cani;?? foraggiamenti straordinari;?? utilizzo di strumenti di prevenzione (reti metalliche e pastori elettrici). Soggetti coinvolti: 1. cacciatori di selezione abilitati; 2. squadre costituite da soggetti abilitati all esecuzione di interventi in girata; 3. squadre interessate agli interventi in braccata e di allontanamento con i cani; 4. soggetti disponibili a realizzare e gestire i Recinti fissi di cattura; INTEGRAZIONI 19

20 1. RUOLI Ambiti Territoriali di Caccia: Oltre al ruolo previsto dal Piano 2001, per il 2002 è previsto che gli A.T.C. provvedano ad individuare un referente per vallata al fine di verificare puntualmente, congiuntamente con lo STAFF dell Area 11 e il Servizio di Polizia Provinciale, la reale efficacia degli interventi realizzati Provincia: Manterrà un ruolo di indirizzo e coordinamento inoltre potrà intervenire anche direttamente qualora la programmazione e l attuazione degli interventi non sia risolutiva nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. 2. PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI Riprendendo la positiva impostazione avviata soprattutto a partire dalla stagione venatoria 1999/00, i cui positivi risultati in termini di contenimento danni (riscontrati in particolare modo nel periodo gennaio/giugno del 2000) sono stati vanificati dalle vicende conseguenti alla citata Sentenza della Corte Costituzionale, la programmazione e realizzaione del controllo deve essere realizzata con la seguente scansione: 1. Attuazione tempestiva degli interventi selettivi sui giovani durante il periodo invernale primaverile; 2. Monitoraggio continuo ed azioni di controllo durante il periodo estivo finalizzate a prevenire tempestivamente possibili incursioni ai coltivi da parte di tale specie; 3. Attuazione del controllo nelle zone protette provinciali di maggior criticità durante la stagione venatoria. 3. DISPOSIZIONI RELATIVE ALLE NORME PER LA SICUREZZA DURANTE GLI INTERVENTI DI CONTROLLO (Vd. Allegato Servizio di Polizia Provinciale) 20

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