Relazione finale dell intervento di restauro: Castelliri (Fr), Chiesa Santa Croce Restauro della statua lignea rappresentante il Cristo Crocifisso

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1 Relazione finale dell intervento di restauro: Castelliri (Fr), Chiesa Santa Croce Restauro della statua lignea rappresentante il Cristo Crocifisso Castelliri restauratrice Federica Valente

2 Scultura lignea policroma Dimensioni: H 1,50 Restauratrice Federica Valente La scultura a tutto tondo e a grandezza naturale rappresenta il Cristo Crocifisso e probabilmente risale al XVII secolo. Il corpo sofferente è ancorato ad una croce lignea al cui apice troviamo il cartiglio bianco con la scritta INRI. Dietro di essa c è una raggiera, sempre lignea, colorata con vernice dorata. La parte inferiore della traversa della croce sembra essere originale, mentre la parte superiore aggiunta successivamente. Purtroppo nel corso dei secoli tutta la statua, compresa la raggiera, è stata più volte ridipinta, come si può vedere facilmente nelle zone in cui le fratturazioni hanno lasciato cadere parte degli strati soprammessi (foto n. 1, 2 e 3 ). Anche il perizoma che cinge i fianchi del Cristo ha i contorni irregolari ed il modellato originale si è perso al di sotto degli strati di colore ma anche di gesso aggiunti nel corso di precedenti interventi di restauro. Tecnica di realizzazione La statua lignea è ricavata dall assemblaggio di vari blocchi di legno riconoscibili anche dalle fenditure presenti sulla superficie che seguono le linee di giunzione tra i vari blocchi. Il busto centrale è scavato sul retro. Grazie alla temporanea rimozione di una tavoletta all altezza del perizoma e con l ausilio di un endoscopio è stato possibile indagarlo e apprezzarne i segni di lavorazione. La preparazione sembra abbastanza sottile e di colore chiaro. Probabilmente le zone policrome sono state realizzate con pigmenti stemperati in medium oleoso. Molto interessante è la resa delle gocce del sangue realizzate in rilievo. Quelle più piccole sembrano essere realizzate solo con stucco mentre quelle di dimensioni più grandi sono ricavate dall intaglio del legno successivamente ricoperto di stucco e di colore. Quest ultimi particolari si sono potuti apprezzare solamente dopo l intervento di descialbo, in quanto ricoperti da ben quattro strati di coloriture. Foto n. 1 Foto n. 2

3 Foto n.3 Stato di conservazione Lo stato di conservazione era precario: numerosi fori di sfarfallamento, testimonianza di attacchi di insetti xilofagi, erano presenti su tutta la superficie. Inoltre, in alcune parti, avevano determinato la perdita del modellato indebolendo strutturalmente il supporto. In precedenti interventi la cromia originale è stata ricoperta da ridipinture che, durante la fase di descialbo, è stato possibile individuare eseguendo una stratigrafia. Gli strati sovrammessi all originale erano quattro ( vedere la foto n. 4). Al di sotto delle ridipinture il supporto ligneo era in pessime condizioni. Questo tipo di insetto probabilmente della famiglia dei Cerambicidi pratica pochi fori di sfarfallamento ma traccia le sue gallerie longitudinalmente rispetto alla superficie. Foto n. 4

4 Quindi il legno appare intatto superficialmente, mentre al di sotto è incoerente. (vedere foto n. 5). Foto n. 5 Osservando l opera, dopo il descialbo, è stato possibile constatare che il degrado determinato dall attacco di insetti xilofagi era molto più importante sul retro delle braccia e delle gambe. Queste zone sono proprio quelle che si trovavano a stretto contatto con la croce lignea originale. Di quest ultima non si ha memoria, probabilmente sostituita per il suo stato di conservazione. Quindi potremmo ipotizzare che la croce originale, magari eseguita con un essenza legnosa meno resistente di quella utilizzata per il Cristo, sia stata la prima ad essere attaccata dai tarli, che successivamente sono passati anche alla statua. Per rendersi conto dell effettivo stato di conservazione del supporto molto indicativa è la foto in cui si vede perfettamente l innesto delle mani (non originali) al polso. Quest ultimo è interamente degradato a causa delle gallerie praticate dagli insetti xilofagi. (vedere foto n. 6)

5 Foto n. 6 Altre immagini che indicano il pessimo stato di conservazione dell opera Foto n. 7

6 Foto n. 7 Grappe metalliche di diverse misure sono state inserite per conferire maggiore resistenza alle braccia. Anche su quest ultime si possono fare delle ipotesi, infatti l ancoraggio con il busto non è molto naturale. Come ipotizzato anche dal funzionario di zona, la dottoressa Alessandra Acconci, probabilmente le braccia non erano fisse ma potevano distendersi lungo i fianchi. Questa caratteristica permetteva al Cristo crocifisso di essere portato in processione anche come Cristo morto il Venerdì Santo. (vedere foto n. 8). Foto n. 8

7 La grappa metallica che si vede dalla foto n. 8 è ancorata sia al legno di supporto che ad una malta resistente che aveva la funzione di riempitivo. Altra caratteristica che potrebbe avallare l ipotesi precedentemente descritta. Foto n. 9 particolare della gamba Foto n. 10 particolare del perizoma

8 Purtroppo la zona più degradata è quella del perizoma. Originariamente doveva avere delle zone dorate e argentate come si può vedere dalla foto n. 11. Foto n. 11 La decorazione è ben conservata solamente nella zona al di sopra della corda. All interno del pallino rosso si può apprezzare la presenza della foglia argento. Nelle altre zone è rimasto pochissima pellicola pittorica originale. Molto rimaneggiati appaiono anche i capelli, soprattutto nella parte della nuca. Anche quest ultima a contatto prossimo con la croce originale. Intervento di restauro Il primo intervento è stato quello del descialbo effettuato meccanicamente con l ausilio del bisturi e dell ablatore ad ultrasuoni. Al di sopra della pellicola pittorica originale erano presenti 4 strati di coloriture (vedi foto n 4). Successivamente si è provveduto al consolidamento del supporto ligneo. L operazione doveva garantire il risanamento strutturale dell essenza legnosa. Per questo sono state effettuate delle infiltrazioni di due resine: prima la resina alifatica Regalrez 1126 diluita in white spirit con bassa viscosità e che quindi penetra più in profondità; il secondo trattamento è stato effettuato con resina acrilica in soluzione paraloid B72 diluinto in diluente nitro.

9 La concentrazione di quest ultima è stata prima al 5% poi al 10% in modo da garantirne il maggiore assorbimento. La disinfestazione è garantita dalla permanenza della statua, dopo aver steso un antitarlo a base di permetrina, in involucri stagni (film anossici) nei quali è stata effettuata una sottrazione forzata di ossigeno. La pulitura per eliminare le vernice ossidate è stata effettuata con dimetilsolfossido. Foto n. 12 tassello di pulitura del viso Foto n.13 tassello di pulitura torace

10 Le mancanze e le integrazioni sono state stuccate in profondità con resina epossidica balsite K. Quest ultima è stata lasciata sottolivello per permettere di eseguire la finitura con gesso e colla di coniglio. Foto n.14 Foto n. 15

11 Mentre i fori di sfarfallamento sono stati riempiti con cotone idrofilo sul quale è stata colata una goccia di resina acrilica in emulsione. In questo modo la resina si aggancia ai bordi della galleria e formerà il supporto della stuccatura vera e propria. Tutte le stuccature a sono state ritoccate con colori a vernice della gamma selezionata per il restauro Maimeri. La protezione superficiale è garantita dalla stesura di una vernice satinata. Foto n. 16 Foto n. 17 durante la stuccatura Foto n. 18 dopo il ritocco pittorico

12 La reintegrazione pittorica del perizoma è stata la più complessa. Ormai della pellicola pittorica originale erano rimaste solo delle tracce poco leggibili. Mentre la presenza quasi totale del colore incarnato non poteva far scegliere una reintegrazione conservativa che non suggerisse almeno un unità di lettura per l intera opera. Per questo si è deciso di reintegrare il perizoma trattandolo a zone ma comunque riproponendo il colore presente intorno alle lacune e abrasioni. Questo è ben visibile nella foto n. 20. Foto n. 20

13 Foto n. 21 prima e dopo il restauro Foto n. 22 dopo la pulitura e dopo la reintegrazione pittorica

14 Foto n. 23 Tutte le grappe metalliche sono state pulite, trattate con acido tannico e successivamente protette con incral 44. Sono state lasciate a vista per rispetto dell istanza storica, solo quella presente frontalmente sulla spalla è stata reintegrata pittoricamente con colori a vernice in quanto unica, interferiva visivamente all unità di lettura dell opera. Purtroppo la croce non originale è di recente fattura. Per armonizzarla con la statua è stata rimossa la vernice sintentica che la ricopriva sostituendola con una stesura di gommalacca e cera d api.