A4 INGEGNERIA STUDIO TECNICO ASSOCIATO Via Roma, PRATO. Gennaio 2012

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1 REALIZZAZIONE DI VIVAIO A PIENO CAMPO, VIABILITÀ A4 INGEGNERIA STUDIO TECNICO ASSOCIATO Via Roma, PRATO INTERPODERALE, LIVELLAMENTO Tel/Fax DEI TERRENI E MODIFICA DEL RETICOLO DI DRENAGGIO SU TERRENO IN VIA DEL CASTELLINO IN LOC. VALENZATICO - COMUNE DI QUARRATA (PT) IMPIANTO IDROELETTRICO AD ACQUA FLUENTE LUNGO IL TORRENTE MAGRIOLA IN LOCALITA' MONTELUNGO NEL COMUNE DI PONTREMOLI (MS) Committenza: sig.ri Federico Niccolai, Francesco Niccolai, Committenza: Caraglio s.r.l. Ermellina Grani, Serena Gori RELAZIONE PAESAGGISTICA A SUPPORTO DEL PROCEDURA DI V.I.A. RELAZIONE TECNICA IDRAULICA Gennaio 2012 Gennaio 2010

2 SOMMARIO 1. PREMESSA ANALISI DELLO STATO ATTUALE STATO DI PROGETTO PREVISIONE DEGLI EFFETTI DELLE TRASFORMAZIONI DAL PUNTO DI VISTA PAESAGGISTICO- AMBIENTALE...8 VIA ROMA 26 PRATO 1

3 1. PREMESSA La presente relazione paesaggistica, congiuntamente al progetto dell intervento, è stata redatta a corredo dell istanza di Valutazione di Impatto Ambientale per autorizzazione paesaggistica relativamente al progetto per la realizzazione di un impianto idroelettrico ad acqua fluente sul torrente Magriola in località Montelungo nel Comune di Pontremoli (MS). La presente riporta i contenuti in merito agli aspetti paesaggistici ed ambientali indicati nel D.P.C.M. del 12/12/ ANALISI DELLO STATO ATTUALE L area su cui insiste l intervento in progetto si colloca all interno di un contesto naturale caratterizzato dalla presenza del torrente Magriola e del bosco circostante. La morfologia dei luoghi è quella tipicamente montana dell Appennino. Nella seguente figura 1 è riportato un estratto della CTR in scala 1: con indicazione della posizione della derivazione, della condotta e della centrale. La zona della presa-derivazione, essendo posizionata lungo il torrente in un tratto che corre all interno del bosco dove è presente una fitta vegetazione, non è visibile dai percorsi escursionistici (G.E.A. e T.L.4) presenti nella zona e segnalati nella bozza dell Elaborato 5.2 del Piano Strutturale disponibile in visione ma ad oggi non ancora adottato (vedi estratto di figura 2). La condotta sarà completamente interrata sia nei tratti che attraversano la zona boscata, che nel tratto che corre lungo la strada vicinale (G.E.A. e del T.L.4) che risale il versante a partire dal nucleo abitato di Pollina. La zona dove è previsto il fabbricato di centrale è posizionata in prossimità, ed è visibile, dalla via Francigena e dall ippovia segnalata nell Elaborato 5.2 del Piano Strutturale. (INDICARE EVENTUALI LIVELLI DI TUTELA STABILI DA PS). Tutta l area interessata dall intervento ricade all interno di quelle perimetrate ai sensi del R.D. 3267/1923 (vedi aree di colore viola in figura 3 estratto della carta del vincolo idrogeologico del PTC in scala 1: dove sono indicate le posizioni della derivazione, della centrale ed il tracciato della condotta) e di quelle perimetrate come aree boscate ai sensi della Legge 431/85 (vedi aree di colore verde in figura 4 estratto della carta delle aree boscate del PTC in scala 1: dove sono indicate le posizioni della derivazione, della centrale ed il tracciato della condotta). Per quanto sopra indicato ne consegue che il progetto è soggetto a: disposizioni del R.D. 3267/1923 e a quanto previsto dal Regolamento Forestale della Toscana n. 48/R del 2003; alla richiesta di autorizzazione paesaggistica ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio. VIA ROMA 26 PRATO 2

4 Figura 1 VIA ROMA 26 PRATO 3

5 Tratto tubazione interrate lungo G.E.A. e T.L.4 Zona dove è prevista la centrale Figura 2 VIA ROMA 26 PRATO 4

6 Figura 3 VIA ROMA 26 PRATO 5

7 Figura 4 VIA ROMA 26 PRATO 6

8 3. STATO DI PROGETTO L intervento in progetto prevede di realizzare un piccolo impianto idroelettrico ad acqua fluente sul torrente Magriola da realizzare in prossimità della località Montelungo nel Comune di Pontremoli in Provincia di Massa Carrara. L impianto è costituito da: una derivazione posta in corrispondenza di una piccola traversa, da realizzare nell ambito degli interventi in progetto, da cui parte la condotta di adduzione; una condotta di adduzione da realizzare con tubazione di diametro pari a 600 mm in acciaio completamente interrata; un piccolo fabbricato di centrale, a cui arriva la condotta, all interno del quale saranno collocate le turbine per la produzione di energia idroelettrica. La centrale è un fabbricato costituito da 2 volumi accostati. Nel volume principale troverà posto al piano inferiore il gruppo turbinageneratore. Il notevole approfondimento del piano interrato è dettato dalla necessità di posizionare la macchina ad una quota tale da consentire il completo utilizzo del salto disponibile. La portata turbinata viene recapitata in un canale di restituzione interrato, realizzato con uno scatolare in calcestruzzo armato, che la veicola nell'alveo del torrente Magriola. Il volume secondario è suddiviso in locale ENEL e locale di misura e locale utente. L'edificio, di forma rettangolare allungata, sarà ubicato in un terreno in sponda destra e addossato al pendio. La struttura portante dell'edificio è realizzata in pareti piene di c.a.. L energia elettrica prodotta sarà immessa in rete mediante una linea interrata da realizzare che sarà collegata a quella esistente posta su via per Pollina poco distante dalla centrale. Al fine di garantire un migliore inserimento nel contesto paesaggistico-ambientale esistente, è stato previsto di rivestire le pareti fuori terra del fabbricato di centrale con pietra locale in analogia alle costruzioni tipiche del vicino borgo di Pollina. Tutti gli infissi saranno realizzati o rivestiti in legno (ad eccezioni delle porte di accesso al locale ENEL e locale misura che devono rispettare una normativa specifica). Il tetto sarà con orditura in legno e copertura in coppi. Le proporzioni delle aperture e degli sporti del tratto è stato tratto dai vicini edifici esistenti. La traversa da realizzare presso la derivazione sarà realizzata in c.a. e rivestita esternamente in pietrame al fine di riprendere la tipologia costruttiva originariamente utilizzata per realizzare le opere di regimazione idraulica (briglie, traverse, canali di derivazione, etc.). In ragione del fatto, come sopra accennato, che la condotta di derivazione che porterà l acqua captata dalla presa alla zona di centrale, verrà sempre interrata e non sarà quindi mai visibile, l impatto paesaggistico è praticamente nullo. In Allegato A alla presente è riportato un rendering computerizzato della zona della derivazione e di quella della centrale. VIA ROMA 26 PRATO 7

9 4. PREVISIONE DEGLI EFFETTI DELLE TRASFORMAZIONI DAL PUNTO DI VISTA PAESAGGISTICO- AMBIENTALE In ottemperanza a quanto disposto dal D.P.C.M. del 12/12/2005, di seguito vengono descritte le interazioni tra l ambiente e l impianto in progetto sia nelle condizioni a regime che in fase di cantiere. Per quanto concerne le interazioni con il paesaggio riteniamo che, per quanto indicato ai precedenti capitoli, l impianto in progetto non comporti significativi effetti di trasformazione al contesto paesaggistico circostante. Emissioni nell aria Il processo produttivo (idroelettrico) non comporta alcuna emissione, sporadica o continuativa, in atmosfera, in quanto la turbina viene avviata, e funziona a regime con l acqua proveniente dalla derivazione fluviale attraverso la condotta idraulica in pressione alla quale è collegata. La collocazione dell impianto all interno di edificio destinato proprio a tale ed esclusivo uso non prevede altra strumentazione fonte di emissione come impianti di riscaldamento di uffici gestionali e/o gruppi elettrogeni. Scarichi idrici e rilasci delle acque L articolo 114 del Decreto Legislativo 152/06 e s.m.i. sottrae la restituzione delle acque impiegate nella produzione di energia idroelettrica alla disciplina generale degli scarichi, attribuendo poi alle singole Regioni (Reg. Reg. 46/R) la prerogativa di disciplinare la gestione di queste acque in funzione della corretta gestione della qualità dei corpi idrici. Di conseguenza gli unici scarichi idrici presenti nell area sono da ricondursi alle acque reflue derivanti dalla precipitazioni atmosferiche: la possibilità che tali acque meteoriche, durante il loro percorso superficiale verso i collettori naturali, funzionino da ricettori di eventuali inquinanti derivanti dall attività produttiva è praticamente nulla in quanto non vengono svolte attività operative all aperto che siano fonte di possibile inquinamento; non sono presenti inoltre scarichi di natura domestica, in quanto non presente personale operativo, o scarichi di natura industriale. Per quanto riguarda la restituzione delle acque turbinate disciplinate dall art. 114 sopra menzionato, queste vengono reimmesse in alveo in quantità e con le qualità che presentano in corrispondenza della derivazione lungo il torrente Magriola posta circa m a monte. Il processo di azionamento delle turbine verrà infatti realizzato, monitorato e gestito in modo da non introdurre modifiche di carattere fisico e/o chimico alle acque utilizzate; pertanto la risorsa idrica impiegata viene restituita al corso d acqua così come prelevata, nelle caratteristiche e nelle quantità in cui si trova al momento della derivazione. In base a quanto sopra indicato è evidente che l impianto, così come progettato, non altera alcuno degli obiettivi di qualità ambientale previsti per il T. Magriola. Produzione e smaltimento dei rifiuti Per la tipologia di attività in esame non si registrano processi di produzione di rifiuti ad eccezione dello sgrigliato prodotto dal sistema di pulizia della griglia meccanica posta sulla derivazione, che verrà gestito a norma di Legge. Per gli aspetti legati alle terre e rocce da scavo, invece, si rimanda al paragrafo specifico di seguito riportato. Eventuale produzione di rifiuti, quali per esempio materiali plastici, metallici, imballaggi ecc., con necessità di smaltimento e/o eventuale recupero e riutilizzo dei materiali recuperabili, si potrà registrare solo durante le temporanee ed occasionali attività di manutenzione ordinaria e straordinaria derivanti dal mantenimento a regime del ciclo produttivo che verrà eseguita da personale deputato al controllo in quanto l impianto non necessità di una presenza continua di personale. Lo smaltimento dei rifiuti prodotti verrà quindi eseguito direttamente dal personale che interviene sull impianto. I rifiuti prodotti durante le fasi di cantiere per la realizzazione delle opera saranno per lo più materiali plastici, metallici, imballaggi di varia tipologia e quanto altro collegato alle fasi di ordinaria attività di cantiere. Questi rifiuti saranno allontanati dalle aree di lavoro e smaltiti dall impresa che realizzerà le opere. VIA ROMA 26 PRATO 8

10 Per quanto riguarda, invece, i macchinari e i mezzi d opera, questi, al momento del loro utilizzo, saranno conformi e manutenuti secondo normativa, in modo da evitare operazioni di manutenzione e lavori di officina, che potrebbero portare alla produzione di rifiuti di tal genere. In ogni caso, se si dovessero effettuare operazioni di manutenzione dei mezzi, questa saranno effettuate presso officine specifiche o, nel caso si dovesse effettuare in area di cantiere, i rifiuti prodotti, di qualunque genere, olii, filtri, pneumatici o altro, saranno sistemati provvisoriamente in luoghi idonee e protetti e smaltiti secondo le normative vigenti. Sversamenti e contaminazione del terreno Il rischio di eventuali sversamenti e contaminazione del terreno da parte delle strutture produttive durante l attività della turbina e delle altre parti della struttura sono alquanto rari; eventualmente si possono avere sversamenti di oli lubrificanti e isolanti in caso di incidente e/o in condizioni anomale: tali perdite, comunque piccole in quantità, interesserebbero solo la struttura di alloggio delle macchine produttive, le cui superfici saranno pavimentate e facilmente pulibili. L edificio produttivo, comunque, sarà predisposto di centraline elettroniche di controllo a distanza in modo da avere chiara visione in tempo reale della situazione e degli eventuali piccoli problemi che si potranno venire a creare con la turbina. Rischio incendio Il rischio di incendio nella struttura idroelettrica, oggetto di valutazione ai sensi del Decreto Legislativo 19 settembre 1994, n. 626 e del D.M. 10 marzo 1998, è indicato come prevalentemente basso. Impatto acustico e visivo Le immissioni acustiche da parte della turbina idroelettrica, alloggiata all interno di edificio realizzato opportunamente sono inferiori ai limiti di Legge (D.P.C.M. 14/11/1997) per questo tipo di territorio: opere e materiali della centrale assicureranno un abbattimento acustico pari a 50 db per la copertura ed a 35 db per gli infissi rispetto ai 90 db che normalmente sono prodotti da turbine di questo tipo e taglia. La pressione acustica di riferimento da non superare dovrà essere pari a 65/55 decibel (vedi Piano di classificazione acustica comunale) ad 1 m di distanza dal fabbricato rispettivamente durante le ore diurne e notturne, in quanto la struttura funzionerà a pieno regime durante le 24 ore. Dal punto di vista visivo l impatto è estremamente basso in quanto la turbina, come descritto anche precedentemente, è alloggiata all interno di un edificio, per cui totalmente nascosta alla visione sia dall interno dell area di progetto, sia dalla strada per la frazione di Pollina. La zona della presa e derivazione non è direttamente visibile dai percorsi escursionistici (G.E.A. e T.L.4) presenti nella zona, né ha apparecchiature meccaniche più rumorose del fondo naturale del torrente. Campi elettrici e magnetici La linea elettrica da realizzarsi per il collegamento alla rete esistente sarà interrata ed avrà uno sviluppo di alcune centinaia di metri; questa sarà realizzata così come da indicazioni di ENEL. Impatto biologico e naturalistico Dal punto di vista biologico non emerge nessun impatto che possa rimanere significativo durante o dopo la realizzazione della centrale, in quanto non verrà utilizzato alcun prodotto o sostanza di natura biologica che possa anche accidentalmente essere dispersa nel corso dei lavori o dell esercizio della centrale. Non sono previsti scarichi provvisori o duraturi di reflui biologici (domestici) dall impianto. La realizzazione della centrale e della presa non porterà nessuna interferenza nemmeno al contesto strettamente pertinente all ambienta fluviale nel suo continuum longitudinale e temporale, dato che il corso d acqua, pur ospitando produttori primari fotosintetici (alghe, muschi, macrofite acquatiche), mantiene un metabolismo prevalentemente eterotrofico: in altre parole, la principale fonte di cibo per gli organismi acquatici è d origine terrestre ed è rappresentata in massima parte dalle foglie e dagli altri frammenti vegetali provenienti dalle fasce di vegetazione riparia e dai versanti boscosi. VIA ROMA 26 PRATO 9

11 Poiché questa fonte di cibo è molto discontinua, con un massimo corrispondente alla caduta autunnale delle foglie e altri apporti minori in occasione di forti precipitazioni, appare chiara l importanza dei dispositivi capaci di trattenere in alveo questi materiali fino all autunno successivo, che sono i massi presenti in alveo (tra i cui interstizi s incastrano durevolmente le foglie), le pozze (per sedimentazione) e le aree a bassa profondità presso le rive. Tutti elementi che non verranno assolutamente messi in discussione dalla realizzazione dell impianto. In chiave paesaggistica e naturalistica, l area dell impianto non risulta interessata da impatti significativi, né tantomeno compromessa, perché non ci sono pregi particolari o specifici influenti sugli interventi ad eccezione dei vincoli legati all ex Decreto Galasso Bis (ex D.L. 431/85) limitatamente alla fascia adiacente l alveo ed al bosco. Nessuna zona protetta o sito di interesse è presente in corrispondenza o in vicinanza dell impianto. Per la realizzazione delle opere dell intero progetto sarà necessario sgombrare una superficie boscata di circa 1960 m 2 per un volume stimato di legname di 55 m 3, per circa una quarantina di ceppaie e quasi ottanta piante, che si prevede di compensare mediante rimboschimento. Al fine d arrecare il minor danno possibile alla fauna terrestre ed acquatica durante l esecuzione dei lavori, consapevoli che si sta operando in un ecosistema vivente, è stato scelto il periodo naturalisticamente più opportuno per realizzare l intervento. Particolarmente importante è infatti il rispetto dei periodi riproduttivi, per evitare che il danno, oltre a colpire le comunità animali, comprometta il loro successo riproduttivo, ripercuotendosi sulle generazioni successive. Per i lavori in alveo occorrerà tener conto della classificazione a salmonidi del tratto di T. Magriola interessato, che comporterà un attenzione specifica al periodo di cantierizzazione dell intervento, il quale dovrà essere effettuato preferibilmente tra agosto ed ottobre, evitando assolutamente il periodo riproduttivo (novembre-febbraio). Nessun tratto di alveo verrà modificato drasticamente o denaturalizzato, neanche provvisoriamente: l utilizzo dei getti di cemento sarà limitato alle opere strutturali, avendo cura di deviare temporaneamente la portata idrica istantanea in una porzione del letto non interessata dai lavori mediante l impiego di paratoie o tubi (by-pass). Produzione e gestione delle terre e rocce da scavo Così come indicato negli elaborati progettuali, In merito alla gestione delle terre e rocce da scavo, normate secondo D. Lgs. 152/2006 e s.m.i., questo paragrafo intende fornire indicazioni utili alla gestione di tali materiali in modo da apportare impatti sull ambiente circostante quanto più ridotti possibili. Innanzitutto conviene definire che per terre e rocce da scavo si intendono quei materiali derivanti da attività di scavo per scopi vari che, per essere considerate come tali e gestiti al di fuori del regime dei rifiuti e pertanto essere potenzialmente riutilizzate per reinterri, riempimenti, rimodellazioni e rilevati, devono possedere e soddisfare determinati requisiti normativi; di seguito l elenco dei requisiti da soddisfare: a) siano impiegate direttamente nell ambito di opere o interventi preventivamente individuati e definiti b) sin dalla fase di produzione vi sia certezza dell integrale utilizzo VIA ROMA 26 PRATO 10

12 c) l utilizzo integrale della parte destinata a riutilizzo sia tecnicamente possibile senza necessità di preventivo trattamento o di trasformazioni preliminari per soddisfare i requisiti merceologici e di qualità idonei a garantire che il loro impiego non dia luogo ad emissioni, più in generale, ad impatti ambientali qualitativamente e quantitativamente diversi da quelli ordinariamente consentiti ed autorizzati per il sito dove sono destinate ad essere utilizzate d) sia garantito un elevato livello di tutela ambientale e) sia accertato che non provengono da siti contaminati f) le loro caratteristiche chimiche e chimico-fisiche siano tali che il loro impiego nel sito prescelto non determini rischi per la salute e per la qualità delle matrici ambientali interessate ed avvenga nel rispetto delle norme di tutela delle acque superficiali e sotterranee, della flora, della fauna, degli habitat e delle aree naturali protette. In particolare deve essere dimostrato che il materiale da utilizzare non è contaminato con riferimento alla destinazione d uso del medesimo, nonché la compatibilità di detto materiale con il sito di destinazione g) la certezza del loro integrale utilizzo sia dimostrata. L impiego di terre e rocce da scavo nei processi industriali come sottoprodotti, in sostituzione dei materiali di cava, è consentita nel rispetto delle condizioni fissate all articolo 183, comma 1, lettera p). In ogni caso, l intera parte del materiale scavato verrà riutilizzato tal quale all interno del sito di produzione, ovvero del cantiere stesso di lavoro, quale livellamento del terreno e/o modellamento dello stesso, sussistendo le condizioni di reimpiego descritte alla Legge 2/2009, conversione del D.L. 185/2008 anticrisi che introduce significative semplificazioni. Infatti le terre e rocce da scavo, purché utilizzate nello stesso sito di produzione, a fini di costruzione e allo stato naturale non sono più assoggettate alla disciplina dei rifiuti, ma nemmeno quali sottoprodotti se sussistono le seguenti condizioni: che il suolo escavato non sia contaminato che lo scavo sia avvenuto nel corso dell attività di costruzione che l utilizzo di tale materiale sia diretto con certezza ad attività di costruzione che il materiale sia utilizzato allo stato naturale e nello stesso sito. VIA ROMA 26 PRATO 11

13 RELAZIONE PAESAGGISTICA PROCEDURA DI V.I.A. IMPIANTO IDROELETTRICO SU T. MAGRIOLA (PONTREMOLI-MS) ALLEGATO A DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA Sezione della presa vista da valle VIA ROMA 26 PRATO 12

14 Sezione della presa vista da monte VIA ROMA 26 PRATO 13

15 RELAZIONE PAESAGGISTICA PROCEDURA DI V.I.A. IMPIANTO IDROELETTRICO SU T. MAGRIOLA (PONTREMOLI-MS) Zona della centrale vista dalla strada comunale Pollina - Montelungo VIA ROMA 26 PRATO 14

16 RELAZIONE PAESAGGISTICA PROCEDURA DI V.I.A. IMPIANTO IDROELETTRICO SU T. MAGRIOLA (PONTREMOLI-MS) Zona della centrale vista da monte VIA ROMA 26 PRATO 15

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