PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI DELLA PROVINCIA DI CREMONA

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1 Provincia di Cremona PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI DELLA PROVINCIA DI CREMONA

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3 INDICE PREMESSA Parte I - PRODUZIONE E GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E SPECIALI IN PROVINCIA DI CREMONA 1. PRODUZIONE DI RIFIUTI URBANI IN PROVINCIA DI CREMONA Produzione di Rifiuti Urbani nelle aree del cremasco, cremonese e casalasco Produzione di Rifiuti Urbani nei Comuni della provincia di Cremona La produzione provinciale di Rifiuti Urbani nel contesto regionale e nazionale La produzione dei Rifiuti Urbani e i consumi delle famiglie cremonesi La produzione di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche RACCOLTA DIFFERENZIATA IN PROVINCIA DI CREMONA Raccolta Differenziata Raccolta Differenziata degli imballaggi Altre Raccolte Differenziate Raccolta della frazione compostabile Autocompostaggio Produzione e raccolta dei rifiuti urbani per soggetto gestore Produzione di rifiuti urbani per soggetto gestore Raccolta imballaggi per gestore Raccolta della frazione compostabile per gestore Raccolta dei rifiuti urbani nei comuni di Annicco, Cappella Cantone e San Bassano - Zanoni Servizi Ambientali Srl Raccolta dei rifiuti urbani nel comune di Soresina ASPM - Azienda servizi pubblici municipalizzati Produzione e raccolta dei rifiuti urbani nel comune di Rivolta d Adda - Diodoro Ecologia Srl Raccolta dei rifiuti urbani nell area casalasca - Casalasca Servizi SpA Raccolta dei rifiuti urbani nell area cremasca - Società Cremasca Servizi SpA Raccolta dei rifiuti urbani nel comune di Cremona - AEM Cremona SpA Produzione e raccolta dei rifiuti urbani nell area cremonese - AEM Cremona SpA e Italia 90 C.Sas Raccolta Differenziata nelle aree del cremasco, del cremonese e del casalasco Raccolta Differenziata degli imballaggi nelle aree Altre Raccolte Differenziate nelle aree Raccolta della frazione compostabile nelle aree Raccolta Differenziata nei Comuni cremonesi Raccolta Differenziata in provincia di Cremona nel contesto regionale e nazionale LA GESTIONE DEI SERVIZI DI RACCOLTA E TRASPORTO, TERMOVALORIZZAZIONE E SMALTIMENTO DEI RIFIUTI URBANI IN PROVINCIA DI CREMONA Recupero di materia, termovalorizzazione e smaltimento dei Rifiuti Urbani PRODUZIONE E GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI IN PROVINCIA DI CREMONA Quadro normativo di riferimento Normativa comunitaria Normativa nazionale Normativa regionale Produzione e gestione dei Rifiuti Speciali in provincia di Cremona Produzione di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi Tipologia di rifiuti speciali Produzione per comparto produttivo 57 2

4 4.2.4 Distribuzione territoriale della produzione di rifiuti speciali Flussi di rifiuti I flussi di rifiuti speciali in ingresso I rifiuti conferiti Analisi della dotazione impiantistica per il recupero e lo smaltimento dei rifiuti speciali I servizi di gestione e smaltimento dei rifiuti speciali Il sistema di tariffa differenziata e gli incentivi per la gestione dei rifiuti Il passaggio da tassa a tariffa Tributo speciale per il deposito in discarica Incentivi/disincentivi La tariffa differenziata per il conferimento agli impianti di smaltimento Gli incentivi per la gestione dei rifiuti 72 ALLEGATI 1. Produzione di rifiuti urbani e raccolta differenziata in provincia di Cremona Rifiuti Urbani a smaltimento in provincia di Cremona Raccolta Differenziata rifiuti compostabili in provincia di Cremona Raccolta di rifiuti da imballaggio in provincia di Cremona Altre Raccolte Differenziate in provincia di Cremona Autocomposatggio in provincia di Cremona Quadro riassuntivo per gestori 8. Produzione di rifiuti urbani e raccolta differenziata bacini cremasco, cremonese, casalasco Distribuzione della produzione di rifiuti speciali per famiglia di codici C.E.R. e classificazione dei rifiuti 10. Distribuzione della produzione di rifiuti speciali per famiglia di codici C.E.R. e classificazione dei rifiuti 11. Operazioni di recupero e smaltimento dei rifiuti speciali 12. Elaborazioni ex Allegato I del Regolamento CE n. 2150/ Dati di produzione dei rifiuti speciali nei comuni della provincia di Cremona 14. Situazione dei comuni risultanti maggiori produttori di rifiuti speciali 15. Dati di gestione dei rifiuti speciali in provincia 16. Comuni suddivisi per fascia di appartenenza Tariffa di conferimento in discarica 18. Contributi e beneficiari Sistemi di raccolta differenziata per gestore Parte II LA GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E SPECIALI IN PROVINCIA DI CREMONA LA NORMATIVA COMUNITARIA, NAZIONALE E REGIONALE IN MATERIA DI RIFIUTI Normativa comunitaria in materia di rifiuti Normativa nazionale in materia di rifiuti Normativa regionale in materia di rifiuti GLI OBIETTIVI DEL PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI Indirizzi per la revisione del PPPGR Le indicazioni della Valutazione Ambientale Strategica Gli obiettivi normativi La raccolta di rifiuti compostabili nel comune di Cremona Scenari comparati al 2005 e nel periodo La comparazione degli scenari al La comparazione degli scenari nel periodo Obiettivi di Piano ANALISI MERCEOLOGICA DEI RIFIUTI URBANI DELLA PROVINCIA DI CREMONA L analisi merceologica per la definizione degli scenari di Piano 252 3

5 3.2 Metodologia di analisi Risultati delle analisi merceologiche Frazioni di rifiuti urbani a smaltimento LA DOMANDA DI RECUPERO, RICICLAGGIO E SMALTIMENTO DEI RIFIUTI URBANI La previsione dell andamento 260 socio-economico della provincia di Cremona Andamento demografico Andamento degli indicatori economici La previsione della produzione di rifiuti urbani in provincia di Cremona Andamento della produzione di rifiuti urbani La produzione dei rifiuti urbani Gli obiettivi di riduzione della produzione di rifiuti urbani Raccolta Differenziata Raccolta Differenziata della frazione compostabile Raccolta Differenziata degli imballaggi Altre Raccolte Differenziate Rifiuti ingombranti Flussi rifiuti urbani e raccolta differenziata in provincia di Cremona Domanda gestione e smaltimento e dimensionamento degli impianti Fabbisogno delle strutture per la raccolta dei rifiuti urbani Scarti degli impianti di selezione Fabbisogno impiantistico per la gestione della frazione compostabile Dimensionamento dell impianto di compostaggio Rigetti dell impianto di compostaggio Residuo secco indifferenziato da inviare al recupero e allo smaltimento Secco residuo all'impianto di selezione Secco alla termovalorizzazione 4.5 Fabbisogno di discarica per lo smaltimento del secco residuo indifferenziato Dimensionamento volumetrico della discarica Impianto di selezione Termoutilizzatore di Cremona Impianti per la gestione e smaltimento dei rifiuti speciali Discarica per inerti Impianto smaltimento rifiuti contenente amianto Impianto gestione fanghi Discariche:aspetti generali Costi del ciclo di gestione dei rifiuti urbani Copertura dei costi di gestione di rifiuti urbani Costi degli impianti di gestione rifiuti Considerazioni in merito ai costi in discarica e alla tariffa d ingresso Le previsioni del PPGR e la conformità alle disposizioni normative La composizione merceologica dei rifiuti urbani Gli obiettivi di riduzione dei rifiuti biodegradabili del D.lgs. 36/ Gli obiettivi di riduzione dei rifiuti di imballaggio della Direttiva 12/ Gli obiettivi di riduzione della di pile e accumulatori della Direttiva 66/ Gli obiettivi della Legge regionale 26/ ALLEGATI 1. Risultati delle analisi merceologiche nei comuni analizzati 2. Costi di gestione dei rifiuti urbani per comune - Anno 2007 Parte III - GLI INTERVENTI PER L ATTUAZIONE ED IL MONITORAGGIO DEL PIANO 1. PREVENZIONE E RIDUZIONE DELLA PRODUZIONE DI RIFIUTI URBANI Prevenzione, riduzione dei rifiuti e riutilizzo dei beni nella legislazione comunitaria Il concetto di prevenzione dei rifiuti 332 4

6 1.3 La politica integrata di prodotto Il ciclo di vita dei prodotti/servizi Politiche e strumenti di prevenzione I partner per le politiche di prevenzione IL SETTORE DELL USATO. PROSPETTIVE DI SVILUPPO Analisi dei flussi delle isole ecologiche Valore dell offerta La disponibilità degli operatori LE INIZIATIVE DELLA PROVINCIA DI CREMONA PER LA RIDUZIONE DEI RIFIUTI Le politiche per gli acquisti verdi: Green Public Procurement network (GPP-NET) Il Manifesto Ambientale per la riduzione dei rifiuti GLI INTERVENTI PER LA RIDUZIONE DEI RIFIUTI ED IL RIUSO DEI BENI NEL PPGR AZIONI DI SUPPORTO PER LA MESSA IN OPERA DEL PIANO ED IL CONSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI Azioni di supporto per gli obiettivi specifici del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti Azioni di prevenzione per la produzione dei rifiuti ed il riuso dei beni Attività di affiancamento e assistenza per migliorare l efficienza Gli strumenti di incentivazione e fiscalità locale per orientare i comportamenti delle amministrazioni pubbliche e degli operatori Attività di informazione e sensibilizzazione La qualità ambientale del sistema integrato di gestione dei rifiuti: le certificazioni EMAS/ISO per gli operatori e gli impianti Altre azioni di supporto per la messa in opera del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti Il monitoraggio del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti Lista degli indicatori 355 Parte IV - CRITERI PER LA LOCALIZZAZIONE DEI NUOVI IMPIANTI E LA VERIFICA DI QUELLI ESISTENTI 1. PREMESSA Il processo decisionale per la identificazione delle aree non-idonee ed idonee ad ospitare impianti nella procedura di revisione del Piano provinciale RU METODOLOGIA L iter per la verifica della localizzazione degli impianti di gestione, rivalorizzazione e smaltimento di rifiuti IDENTIFICAZIONE DEI MACROAMBITI E DEI MICROAMBITI Macroambiti - Criteri generali per la localizzazione degli impianti Macroambiti - Vincoli di esclusione previsti nel PTCP Macroambiti - Criteri di localizzazione specifici per tipologie di impianto Stazioni di trasferimento, piattaforme ed impianti di compost verde Discariche di rifiuti pericolosi e non pericolosi Fattore di pressione provinciale Impianti per il trattamento termico di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi Impianti di trattamento chimico - fisico, impianti di inertizzazione o altri trattamenti specifici, impianti di compostaggio/cdr/bio-stabilizzazione Raccomandazioni Microambiti Vincoli di esclusione INDICE DI IDONEITÀ DI UN AREA AD OSPITARE UN IMPIANTO Individuazione dei fattori preferenziali e penalizzanti Discarica 403 5

7 4.1.2 Termoutilizzatore Impianto di compostaggio Piattaforma ecologica Impianto di pretrattamento rifiuti speciali Analisi multicriteria Valutazione dell indice di idoneità del sito CARTOGRAFIA DI PIANO Utilizzo del sistema cartografico 413 Allegati Allegato A Tabelle delle magnitudo dei fattori di localizzazione degli impianti Allegato B Matrice di correlazione attività aspetti ambientali impatti ambientali Allegato C Tabelle dei pesi degli impatti potenziali sulle componenti ambientali, economiche e sociali 6

8 PROVINCIA DI CREMONA D.SSA MARA PESARO (DIRIGENTE) D.SSA BARBARA PISARONI (CAPOSERVIZIO) P.C. DANIO CAMPOLUNGHI GEOM. LUCA ERFINI GEOM. ROBERTO FOGAZZI P.A. MICHELA RAIMONDI ING. CLAUDIO RUFFINI COORDINATORE: DR. ELIO MANTI HANNO COLLABORATO: ARCH. ROBERTO PERRICONE D.SSA CRISTINA PERETTI (PER LA PARTE RELATIVA AI RIFIUTI SPECIALI) ING. LUIGI DAMATO (PER LA CARTOGRAFIA) CREMONA SETTEMBRE

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10 PREMESSA Il Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti della Provincia di Cremona è stato predisposto ai sensi della L.R. 26/03, norma attraverso la quale la Regione Lombardia ha ridefinito il quadro normativo regionale in materia di rifiuti ed ha attribuito alle Province competenze relative all aggiornamento della pianificazione provinciale. In particolare, l art.16 della L.R. 26/03 stabilisce che le Province, sulla base delle linee guida contenute nella pianificazione regionale, elaborano, con il concorso dei Comuni, i piani provinciali di gestione dei rifiuti urbani e speciali, nella logica della programmazione integrata dei servizi. L art. 20 della L.R. 26/03 stabilisce i contenuti dei Piani Provinciali che devono comprendere, tra l altro: a) dati e stime di produzione rifiuti e flussi da avviare a recupero e smaltimento; b) obiettivi di contenimento della produzione dei rifiuti, di recupero e di riduzione del conferimento in discarica; definizione di un programma per il riutilizzo e recupero dei rifiuti urbani; c) programmazione di obiettivi di raccolta differenziata di rifiuti urbani in funzione di specifiche situazioni locali; d) censimento impianti esistenti e individuazione necessità di completamento; individuazione offerta di recupero/ smaltimento da parte del sistema industriale per rifiuti urbani e speciali; e) individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di recupero/ smaltimento di rifiuti urbani e speciali; f) stima dei costi delle operazioni di recupero/ smaltimento dei rifiuti urbani; g) meccanismi gestionali per la verifica dello stato di attuazione del piano e modalità di controllo sulle varie fasi. La L.R. 26/03 prevede inoltre l applicazione della Direttiva 2001/42/CE relativa alla Valutazione Ambientale Strategica di piani e programmi. In questo ambito sono stati verificati gli effetti ambientali generati dalla attuazione del piano e confrontati tre scenari alternativi, determinati ciascuno da un diverso livello di raccolta differenziata. Il Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti della Provincia di Cremona è stato predisposto attraverso una procedura decisionale caratterizzata dalla ampia ed articolata partecipazione degli attori locali. La procedura decisionale adottata dalla Provincia di Cremona è stata definita a partire dai principi dei Agenda 21 Locale e considerando gli Aalborg Commitments sottoscritti dall Amministrazione nel La procedura decisionale è stata avviata attraverso la contestuale definizione dei criteri per la localizzazione degli impianti e la rilevazione dello stato di fatto della gestione ei rifiuti urbani e speciali. I criteri di selezione sono stati rappresentati attraverso una cartografia dedicata predisposta dal Servizio Cartografico della Provincia che ha consentito un agevole verifica delle aree potenzialmente idonee alla localizzazione degli pianti e di quelle preferibili dal punto di vista ambientale. La rilevazione circa l andamento della produzione di rifiuti della raccolta e delle modalità di gestione che ha caratterizzato il sistema cremonese negli anni scorsi è stato predisposto dal Servizio Rifiuti del Settore Ambiente della Provincia di Cremona ed ha rappresentato la base per la definizione degli scenari fino al I Contenuti del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti La prima parte del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti della Provincia di Cremona ha per oggetto la produzione e gestione dei rifiuti in provincia di Cremona Il cap. 1 della prima parte del documento di piano riguarda la produzione di rifiuti urbani al 2005 con l analisi per i bacini cremasco, cremonese e casalasco ed il confronto tra i comuni del territorio provinciale. La produzione provinciale è stata poi messa a confronto con il contesto regionale e nazionale. Una sezione specifica è stata dedicata ai rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Il cap. 2. della prima parte del documento di piano è interamente dedicato alla raccolta differenziata in provincia di Cremona con un approfondimento sulla raccolta degli imballaggi e 9

11 dei rifiuti compostabili. La raccolta differenziata è stata analizzata anche nei diversi bacini provinciali cremasco, cremonese e casalasco e per i diversi comuni del territorio. La raccolta differenziata provinciale è stata analizzata anche alla luce del contesto regionale e nazionale. Il cap. 3 della prima parte è dedicato alla gestione dei servizi di raccolta e trasporto, rivalorizzazione e smaltimento dei Rifiuti Urbani in provincia di Cremona Il cap. 4 della prima parte è dedicato alla produzione e gestione dei rifiuti speciali con la analisi della produzione, la verifica dei flussi di rifiuti e della dotazione impiantistica. La seconda parte del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti della Provincia di Cremona alla definizione degli scenari di produzione e gestione dei rifiuti per il periodo A partire dalla analisi degli adempimenti previsti dalla normativa in vigore, nel cap. 2 della seconda parte sono stati definiti gli obiettivi quantitativi di raccolta differenziata dei rifiuti urbani e gli obiettivi gestionali per i quelli speciali. Gli obiettivi sono stati selezionati tenendo conto degli esiti della valutazione ambientale strategica. Gi obiettivi di raccolta differenziata hanno consentito di definire la domanda impiantistica che si potrà registrare nel periodo e di stabilire la adeguatezza dell attuale offerta di rivalorizzazione, recupero e smaltimento; domanda e offerta sono sviluppate nei capitoli successivi. Il cap. 3 della seconda parte riporta l analisi merceologica dei rifiuti utile a verificare la composizione qualitativa e quantitativa dei flussi e determinare i livelli di raccolta per ciascuno di essi. Il cap. 4 della seconda parte definisce la domanda di recupero, riciclaggio e smaltimento dei rifiuti urbani ne periodo , in particolare determina la previsione dell andamento socio-economico la previsione della produzione di rifiuti urbani e le prestazioni in termini di raccolta differenziata che si potranno ottenere. I capitolo stabilisce inoltre il fabbisogno impiantistico per il La terza parte del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti della Provincia di Cremona è dedicata agli interventi per l attuazione ed il monitoraggio del piano. Il cap. 1 della terza parte è dedicato agli interventi per la prevenzione e riduzione della produzione di rifiuti urbani, al contributo che la provincia può assicurare alla politica integrata di prodotto, ai potenziali partner per le politiche di prevenzione Il cap. 2 della terza parte è dedicato alle potenzialità economiche ed ambientali relative alla politiche di riuso dei beni. Il cap. 3 della terza parte riguarda le iniziative in atto in provincia di Cremona per la riduzione dei rifiuti che hanno per oggetto le politiche per gli acquisti verdi: Green Public Procurement network (GPPNET) ed il Manifesto Ambientale per la riduzione dei rifiuti Il cap. 4 illustra gli interventi per la riduzione dei rifiuti ed il riuso dei beni previsti per il periodo Il cap.5 illustra le azioni di supporto per la messa in opera del piano ed il conseguimento degli obiettivi. Tali azioni riguardano, tra l altro,interventi di prevenzione, attività di affiancamento e assistenza per migliorare l efficienza complessiva del sistema, strumenti di incentivazione e fiscalità locale, attività di informazione e sensibilizzazione La quarta parte del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti della Provincia di Cremona è dedicata alla definizione dei I criteri per la localizzazione dei nuovi Impianti e la verifica di quelli esistenti. Il cap. 2 definisce la metodologia e la procedura che ha consentito la definizione dei criteri di localizzazione degli impianti di gestione, rivalorizzazione e smaltimento di rifiuti Il cap. 3 è finalizzato alla identificazione dei Macroambiti e dei Microambiti Il cap. 4 stabilisce le modalità di calcolo dell Indice di idoneità di un area ad ospitare un impianto ed individua i fattori preferenziali e penalizzanti per ciascuna tipologia di impianto. Il documento di piano è corredato dalla cartografia relativa predisposta in base ai criteri di selezione per la localizzazione definiti dall Amministrazione provinciale. Il documento di Piano è accompagnato dal Rapporto Ambientale e dalla Sintesi non tecnica relative alla procedura di valutazione ambientale strategica. Inoltre, allegato al documento di Piano il Rapporto Produzione e gestione dei rifiuti in provincia di Cremona: una analisi dei dati MUD degli anni dal 2000 al 2003 predisposto dal Servizio Rifiuti del Settore Ambiente della Provincia di Cremona. 10

12 PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI DELLA PROVINCIA DI CREMONA PARTE I PRODUZIONE E GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E SPECIALI IN PROVINCIA DI CREMONA 11

13 1. PRODUZIONE DI RIFIUTI URBANI IN PROVINCIA DI CREMONA Nel 2005, la produzione dei Rifiuti Urbani (RU) in provincia di Cremona ha raggiunto le t facendo registrare aumento di circa il 1,3 % rispetto alle le t del La popolazione residente in provincia è cresciuta dello 0.7% rispetto al 2004 raggiungendo abitanti. Tale produzione corrisponde ad una media procapite annua di circa 507,8 kg pari ad una produzione giornaliera di 1,4 kg. Nel 2004 la produzione procapite annua ammonta a circa 507,8 kg, con un incremento dello 0,5% rispetto l anno precedente. Rifiuti Urbani Anno Abitanti (n) Rifiuti Urbani Rifiuti Urbani procapite Variazione annua procapite (%) , ,3 5, ,6 4, ,8 2, ,2-0, ,6 3, ,6 3, ,7 2, ,8 4, ,5 0, ,1 1, ,9 1, ,9-2, ,2 3, ,8 0,5 Rifiuti Urbani Il trend di produzione di RU tra il 1991 ed il 2005 risulta in costante crescita con un incremento medio del 2,3% anno e valori particolarmente significativi negli anni 1992 e 1993 rispettivamente con il 5,4% e 4,4%. Una unica eccezione è rappresentata dal 2003 dove si registra un calo del 2,4% rispetto l anno precedente. 12

14 1.1 Produzione di Rifiuti Urbani nelle aree del cremasco, cremonese e casalasco Nel 2005 la quantità di RU prodotta nell area cremonese ammonta a t con una produzione procapite pari a 526,3 kg, che si è ridotta di circa il 2 % rispetto al Nel 2005 la quantità di RU prodotta nei 54 comuni dell area cremasca ammonta a t con un valore procapite pari a 490,6 kg ed ha subito un incremento di circa il 2 % rispetto al Sempre nel 2005, la quantità di RU prodotta nell area casalasca ammonta a t con una valore procapite pari a 522,3 kg, che è rimasto sostanzialmente invariata rispetto al Rifiuti Urbani nelle aree cremasca, cremonese, casalasca 2005 Area Numero di comuni Abitanti (n) Rifiuti Urbani Produzione procapite Variazione procapite (%) Cremasca ,6 2 Cremonese ,3-2 Casalasca ,3 0 Provincia di Cremona ,8 0,5 Rifiuti Urbani nelle aree cremasca, cremonese, casalasca 2005 (t kg/ab*a) t ,6 526,3 522,3 530,0 520,0 510,0 500,0 490,0 480,0 470,0 Kg/ab*a Cremasco Cremonese Casalasco Totale rifiuti urbani Produzione pro capite 1.2 Produzione di Rifiuti Urbani nei Comuni della provincia di Cremona Nel 2005, nel comune di Crema si registra una produzione di RU pari a t, nel comune di Cremona la produzione di RU è di t, in quello di Casalmaggiore di t ed in quello di Soresina di t. Rifiuti Urbani nei principali comuni della provincia di Cremona 2005 Comune Abitanti (n) Rifiuti Urbani Rifiuti Urbani procapite Crema ,5 Cremona ,4 Casalmaggiore ,7 Soresina ,7 Provincia di Cremona ,8 Crema, Cremona e Casalmaggiore fanno registrare una produzione procapite significativamente superiore alla media provinciale. A Crema la produzione procapite è pari a 601,5 kg, a Cremona di 588,4 kg, a Casalmaggiore 678,7 Kg, Nel comune di Soresina si registra una produzione procapite pari a 473,7 kg, inferiore alla media provinciale. 13

15 Per i comuni di Crema e Casalmaggiore si registra una riduzione della quantità di RU procapite tra il 2004 ed il Produzione procapite nei principali comuni della provincia di Cremona , ,5 588,4 473,7 Media provinciale Crema Cremona Casalmaggiore Soresina I comuni con la minore produzione di rifiuti procapite sono Tornata con 310,0 kg, Cà D Andrea con 323,3 kg. I comuni dove si registra la maggiore quota di produzione procapite, oltre Crema, Cremona e Casalmaggiore, sono Bagnolo Cremasco con 597,6 kg e Cappella Cantone con 730,7 kg. Produzione procapite nei comuni della provincia di Cremona ,6 730, ,0 323,3 Media provinciale Tornata Ca' d'andrea Bagnolo Cr. Cappella Cantone Rifiuti Urbani procapite nei comuni della provincia di Cremona 2005 Area cremasca Area cremonese Area casalasca Comune Casale Cremasco- Vidolasco Procapite Comune Procapite Comune Procapite 380,4 Pozzaglio ed Uniti 326,4 Tornata 310,0 Formigara 382,4 Olmeneta 353,1 Ca' d'andrea 323,3 Romanengo 387,3 Persico Dosimo 368,8 Ostiano 387,3 Bagnolo Cremasco 597,6 Gadesco Pieve Delmona 541,5 Cingia de' Botti 514,0 Crema 601,5 Sospiro 543,9 Drizzona 554,3 Cappella Cantone 730,8 Cremona 588,4 Casalmaggiore 678,7 Si rimanda all Allegato 1 per le informazione relative a tutti i Comuni del territorio provinciale. 14

16 1.3 La produzione provinciale di Rifiuti Urbani nel contesto regionale e nazionale Nel 2005, la produzione procapite di RU in provincia di Cremona si attesta a 507,8 kg che rappresenta un valore di poco superiore alla media fatta registrare dalle province lombarde che è pari a 502,6 kg. Nel 2005, le province che hanno fatto registrare una produzione procapite di RU superiore alla media regionale sono Brescia con 592,4 kg, Mantova con 553,3 kg, Pavia con 549,4 kg. Le province con una produzione procapite bassa sono Sondrio con 440,7 kg e Bergamo con 445,8 kg. Produzione Rifiuti Urbani nelle province lombarde 2005 Provincia Abitanti (n) Rifiuti Urbani Rifiuti Urbani procapite Varese ,5 Como ,8 Sondrio ,7 Milano ,2 Bergamo ,8 Brescia ,4 Pavia ,4 Mantova ,3 Lecco ,5 Lodi ,5 Cremosa ,8 Produzione procapite di Rifiuti Urbani nelle province lombarde ,5 481,8 440,7 494,2 445,8 592,4 549,4 552,3 465,5 474,5 507,8 Media regionale Va Co So Mi Bg Bs Pv Mn Lc Lo Cr Peraltro, la produzione procapite fatta registrare in provincia di Cremona è si di poco superiore a quella della regione Lombardia, ma risulta nettamente inferiore alla produzione procapite delle regioni del Nord Italia nel loro insieme pari a 532,6 kg e della media italiana pari a 539 kg. Produzione Rifiuti Urbani in Italia 2005 Abitanti (n) Rifiuti Urbani Rifiuti Urbani procapite (Kg) Lombardia ,6 Nord Italia ,6 Italia ,2 Provincia di Cremona ,8 15

17 Produzione procapite di Rifiuti Urbani in Italia ,6 532,6 539,2 507,8 Lombardia Nord Italia Italia Provincia di Cremona 1.4 La produzione dei Rifiuti Urbani e i consumi delle famiglie cremonesi La quantità di produzione dei RU e, in una certa misura, la loro qualità è strettamente correlata dal livello dei consumi delle famiglie cremonesi che dipende, in larga misura, dal Prodotto Interno Lordo provinciale e dall andamento dei prezzi. Nel grafico, per il periodo , sono correlati la produzione di RU con l andamento dei prezzi ed il PIL provinciale. Andamento della produzione dei rifiuti e degli indicatori economici zz Rifiuti urbani PIL provinciale Consumi familiari 1.5 La produzione di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche Le Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (AEE), sono, ai sensi dall art. 3 del D.lgs. 151/2005, le apparecchiature che dipendono, per un corretto funzionamento, da correnti elettriche o da campi elettromagnetici e le apparecchiature di generazione, trasferimento e di misura di questi campi e correnti, appartenenti alle categorie di cui all allegato I A dello stesso decreto e progettate per essere usate con una tensione non superiore a volt per la corrente alternata e a volt per la corrente continua. Il D.lgs.151/2005 è entrato in vigore il 13 agosto I Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE), sono le Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, compresi tutti i componenti ed i materiali di consumo (schede elettroniche, circuiti elettrici ed elettronici, memorie, amplificatori, trasformatori di potenza, reostati, sistemi di ricezione e trasmissione, batterie, accumulatori, ecc) che sono parte integrante del bene al momento in cui si decide di disfarsene. 16

18 Le categorie di AEE oggetto del D.lgs. 151/2005 sono quelle ricomprese nell allegato 1 A e precisati nell Allegato 1 B. 1. Grande elettrodomestici 1.1 Grandi apparecchi di refrigerazione 1.2 Frigoriferi 1.3 Congelatori 1.4. Altri grandi elettrodomestici utilizzati per la refrigerazione, la conservazione e il deposito di alimenti. 1.5 Lavatrici 1.6 Asciugatrici 1.7 Lavatrici 1.8 Lavastoviglie 1.8 Apparecchi per la cottura 1.9 Stufe elettriche Piastre riscaldanti elettriche 1.11 Forni a microonde 1.12 Altri grandi elettrodomestici utilizzati per la cottura e l'ulteriore trasformazione di alimenti Apparecchi elettrici di riscaldamento Radiatori elettrici Altri grandi elettrodomestici utilizzati per riscaldare ambienti ed eventualmente letti e divani Ventilatori elettrici Apparecchi per il condizionamento come definiti dal decreto del Ministro delle attività produttive 2 gennaio Altre apparecchiature per la ventilazione e l'estrazione d'aria 2. Piccoli elettrodomestici 2.1 Aspirapolvere 2.2 Scope meccaniche 2.3 Altre apparecchiature per la pulizia 2.4 Macchine per cucire, macchine per maglieria, macchine tessitrici e per altre lavorazioni dei tessili 2.5 Ferri da stiro e altre apparecchiature per stirare, pressare e trattare ulteriormente gli indumenti 2.6 Tostapane 2.7 Friggitrici 2.8 Frullatori, macina caffé elettrici, altri apparecchi per la preparazione dei cibi e delle bevande utilizzati in cucina e apparecchiature per aprire o sigillare contenitori o pacchetti 2.9 Coltelli elettrici 2.10 Apparecchi tagliacapelli, asciugacapelli, spazzolini da denti elettrici, rasoi elettrici, apparecchi per massaggi e altre cure del corpo 2.11 Sveglie, orologi da polso o da tasca e apparecchiature per misurare, indicare e registrare il tempo 2.12 Bilance 3. Apparecchiature informatiche per le comunicazioni 3.1 Trattamento dati centralizzato: mainframe; minicomputer; stampanti. 3.2 Informatica individuale: Personal computer (unità centrale, mouse, schermo e tastiera inclusi) Computer portatili (unità centrale, mouse, schermo e tastiera inclusi) Notebook Agende elettroniche Stampanti. 17

19 3.2.6 Copiatrici Macchine da scrivere elettriche ed elettroniche Calcolatrici tascabili e da tavolo e altri prodotti e apparecchiature per raccogliere, memorizzare, elaborare, presentare o comunicare informazioni con mezzi elettronici Terminali e sistemi utenti Fax Telex Telefoni Telefoni pubblici a pagamento Telefoni senza filo Telefoni cellulari Segreterie telefoniche e altri prodotti o apparecchiature per trasmettere suoni, immagini o altre informazioni mediante la telecomunicazione. 4. Apparecchiature di consumo 4.1 Apparecchi radio 4.2 Apparecchi televisivi 4.3 Videocamere 4.4 Videoregistratori 4.4 Registratori hi-fi 4.6 Amplificatori audio 4.7 Strumenti musicali 4.8 Altri prodotti o apparecchiature per registrare o riprodurre suoni o immagini, inclusi segnali o altre tecnologie per la distribuzione di suoni e immagini diverse dalla telecomunicazione 5. Apparecchiature di illuminazione 5.1 Apparecchi di illuminazione 5.2 Tubi fluorescenti 5.3 Sorgenti luminose fluorescenti compatte 5.4 Sorgenti luminose a scarica ad alta intensità, comprese sorgenti luminose a vapori di sodio ad alta pressione e sorgenti luminose ad alogenuri metallici 5.5 Sorgenti luminose a vapori di sodio a bassa pressione 6. Utensili elettrici ed elettronici 6.1 Trapani 6.2. Seghe 6.3 Macchine per cucire 6.4 Apparecchiature per tornire, fresare, carteggiare, smerigliare, segare, tagliare, tranciare, trapanare, perforare, punzonare, piegare, curvare o per procedimenti analoghi su legno,metallo o altri materiali 6.5 Strumenti per rivettare, inchiodare o avvitare o rimuovere rivetti, chiodi e viti o impiego analogo 6.6 Strumenti per saldare, brasare o impiego analogo 6.7 Apparecchiature per spruzzare, spandere, disperdere o per altro trattamento di sostanze liquide o gassose con altro mezzo 6.8 Attrezzi tagliaerba o per altre attività di giardinaggio 7. Giocattoli e apparecchiature per il tempo libero e lo sport 7.1 Treni elettrici e auto giocattolo 7.2 Consolle di videogiochi portatili 7.3 Videogiochi 7.4 Computer per ciclismo, immersioni subacquee, corsa, canottaggio, ecc. 7.5 Apparecchiature sportive con componenti elettrici o elettronici 7.6 Macchine a gettoni 8. Dispositivi medici (ad eccezione di tutti i prodotti impiantati ed infettati) 8.1 Apparecchi di radioterapia 8.2 Apparecchi di cardiologia 18

20 8.3 Apparecchi di dialisi 8.4 ventilatori polmonari 8.5 Apparecchi di medicina nucleare 8.6 Apparecchiature di laboratorio per diagnosi in vitro 8.7 Analizzatori 8.8 Congelatori 8.9 Altri apparecchi per diagnosticare, prevenire, monitorare, curare e alleviare malattie, ferite o disabilità 9. Strumenti di monitoraggio e di controllo 9.1 Rivelatori di fumo 9.2 Regolatori di calore 9.3 Termostati 9.4 Apparecchi di misurazione, pesatura o regolazione ad uso domestico o di laboratorio 9.5 Altri strumenti di monitoraggio e controllo usati in impianti industriali, ad esempio nei banchi di manovra 10. Distributori automatici 10.1 Distributori automatici, incluse le macchine per la preparazione e l'erogazione automatica o semiautomatica di cibi e di bevande: a) di bevande calde; b) di bevande calde, fredde, bottiglie e lattine, c) di prodotti solidi Distributori automatici di denaro contante 10.3 Tutti i distributori automatici di qualsiasi tipo di prodotto ad eccezione di quelli esclusivamente meccanici Prima dell entrata in vigore del D.Lgs. 151/2005 i RAEE erano soggetti essenzialmente al Decreto 22/97 - art. 44 (beni durevoli) che distingueva le seguenti cinque classi: frigoriferi, surgelatori e congelatori; televisioni; computer; lavatrici e lavastoviglie; condizionatori d aria. L art. 6 del D.lgs. 151/2005 stabilisce l obbligo di raccolta separata dei RAEE in capo ai produttori, distributori e pubbliche Amministrazioni; entro il 31/12/2008 deve essere conseguito un livello di raccolta separata dei RAEE provenienti dai nuclei domestici di almeno 4 kg annuo per abitante. A tal fine, i Comuni assicurano la funzionalità, l accessibilità e l adeguatezza dei sistemi di raccolta differenziata dei RAEE provenienti dai nuclei domestici istituiti ai sensi delle disposizioni vigenti in materia di raccolta separata dei rifiuti urbani, in modo da permettere ai detentori finali ed ai distributori di conferire gratuitamente al centro di raccolta i rifiuti prodotti nel loro territorio; il conferimento di rifiuti prodotti in altri comuni é consentito solo previa sottoscrizione di apposita convenzione con il comune di destinazione; Per raggiungere l obiettivo dei 4 kg/anno per abitante e assicurare una corretta gestione dei RAEE, il D.lgs. 151/2005 stabilisce l istituzione di un adeguato sistema informativo agli utenti di apparecchiature elettriche ed elettroniche riconducibili ai nuclei domestici, riguardo a: l obbligo di non smaltire i RAEE come rifiuti urbani misti e di effettuare una raccolta separata degli stessi; i sistemi di raccolta disponibili, nonché la possibilità di riconsegnare al distributore l AEE all atto dell acquisto di una nuova apparecchiatura; gli effetti potenziali sull ambiente e sulla salute umana come risultato della presenza di sostanze pericolose nelle AEE; il significato del simbolo del cassonetto mobile barrato ; le sanzioni previste in caso di smaltimento abusivo di tale tipologia di rifiuti 19

21 2. RACCOLTA DIFFERENZIATA IN PROVINCIA DI CREMONA 2.1 Raccolta Differenziata I rifiuti raccolti in forma differenziata nel 2005 ammontano a t, pari ad una resa procapite di 267,2 kg con un aumento, rispetto l anno precedente, del 5%. La flessione nel quantitativo di raccolta differenziata che si è registrata nel 2005 in termini di percentuale è da attribuire ad una revisione del sistema di contabilizzazione dei rifiuti. Raccolta Differenziata Anno Abitanti (n) Raccolta Differenziata Raccolta Differenziata procapite Raccolta Differenziata (%) ,1 8, ,9 10, ,4 12, ,2 15, ,3 17, ,2 21, ,9 24, ,2 29, ,1 35, ,5 37, ,5 43, ,8 48, ,1 50, ,4 53, ,7 52,7 Raccolta Differenziata (%) ,3 10,6 12,7 15,0 17,5 21,7 24,8 29,4 35,1 37,9 43,2 48,9 50,9 53,1 52, La Raccolta Differenziata è cresciuta mediamente del 13,4% l anno, passando dall 8,3% del 1991 al 52,7 % del L incremento medio di Raccolta Differenziata registrato nel periodo è pari al 7,7 %. 2.2 Raccolta Differenziata degli imballaggi La raccolta degli imballaggi nel 2005 ammonta a t pari ad una produzione procapite di circa 134,8 kg. Nel 2005 si è registrata una riduzione del 2,7% nella raccolta di rifiuti da imballaggio che nell anno precedete aveva raggiunto le t. È necessario ricordare, tuttavia, che la quantità di carta e legno contabilizzata nel totale di Raccolta Differenziata non è costituita totalmente da imballaggi. 20

22 Raccolta Imballaggi Anno Imballaggi Imballagi procapite , , , ,8 Nel 2005 sono stati raccolti t di vetro con una raccolta procapite pari a 43,0 kg, t di carta e cartone con un valore procapite di 62,1 kg e t di legno con un valore procapite pari a 17,1 kg. Nelle tabelle seguenti è riportata una analisi relativa alle frazioni merceologiche che costituiscono la categoria rifiuti da imballaggio. Vetro Nel 2005 sono stati raccolte t di vetro con un valore procapite pari a 43,0 kg ed un incremento rispetto al 2004 dello 0,2 %. Raccolta Vetro Anno Vetro Vetro procapite Incremento procapite (%) , ,1 20, ,4 1, ,0 6, ,7 6, ,0 4, ,7 2, ,2 5, ,9 8, ,7 5, ,0 6, ,4 6, ,0 1, ,3 7, ,0 0,0 21

23 Raccolta procapite Vetro ,0 43,0 40,0 30,0 20,0 19,1 23,1 23,4 25,0 26,7 28,0 28,7 30,2 32,9 34,7 37,0 39,4 40,0 43,3 10,0 0, Carta e Cartone Nel 2005 sono state raccolte t di carta e cartone con un valore procapite pari a 62,1 kg ed un incremento rispetto al 2004 del 3,9 %. Raccolta Carta e Cartone Anno Carta e Cartone Carta procapite Incremento procapite (%) , ,5 35, ,2 3, ,2-4, ,9 33, ,4 34, ,4 9, ,9 12, ,7-2, ,3 9, , ,0-3, ,2 3, ,1 3,9 22

24 Raccolta procapite Carta e Cartone ,0 60,0 50,0 40,0 41,4 45,4 50,9 49,7 54,3 59,8 58,0 60,2 62,1 30,0 30,9 20,0 10,0 17,4 23,5 24,2 23,2 0, Plastica Nel 2005 sono stati raccolte t di plastica con un valore procapite pari a 11,9 kg ed un incremento rispetto al 2004 del 9,1 %. Raccolta Plastica Anno Plastica Plastica procapite Incremento procapite (%) , ,9 102, ,5 189, ,0 59, ,8 19, ,4 12, ,9 9, ,9 16, ,4 7, ,0 22, ,9 10, ,0 1, ,0 10, ,9 9,1 23

25 Raccolta procapite Plastica ,0 12,0 11,9 10,0 8,0 9,0 9,9 10,0 11,0 6,0 5,9 6,9 7,4 4,0 2,0 2,5 4,0 4,8 5,4 0,0 0,4 0, Legno Nel 2005 sono stati raccolte t di legno con un valore procapite pari a 17,1 kg ed una riduzione rispetto al 2004 del 2,5 %. Raccolta Legno Anno Legno Legno procapite Incremento procapite (%) , ,7 68, ,7 35, ,0 28, ,5 9, ,4-6, ,7 14, ,1-2,5 Raccolta procapite Legno ,0 18,0 16,0 14,0 15,0 16,5 15,4 17,7 17,1 12,0 10,0 11,7 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0 5,1 8,

26 Imballaggi in metallo Nel 2005 sono stati raccolte 645 t di imballaggi in metallo con un valore procapite pari a 1,9 kg ed una riduzione rispetto al 2004 del 5,0 %. Raccolta Imballaggi in metallo Anno Imballaggi in metallo Imballaggi in metallo procapite Incremento procapite (%) , ,1 0, ,3 200, ,4 33, ,5 25, ,4-20, ,6 50, ,5-16, ,6 20, ,0 66, ,8 80, ,0 66, ,0-33, ,9-5,0 2.3 Altre Raccolte Differenziate La categoria Altre RD comprende tra l altro, pile, farmaci, oli alimentari, pneumatici beni durevoli, neon. Nel 2005 sono stati raccolte t di tali materiali con un valore procapite pari a 18,0 kg ed una riduzione rispetto al 2004 del 7,9 %. Altre Raccolte Differenziate Anno Altre RD Altre RD procapite , , , ,0 Nel 2005 la raccolta di beni durevoli ammonta a circa 973 t, con un valore procapite pari a 2,8 kg ed un incremento rispetto al 2004 del 40 %. Raccolta beni durevoli Anno Beni Durevoli Beni Durevoli procapite Incremento procapite (%) * 2, ,3-11, ,5 8, ,7 8, ,0-25, ,8 40,0 25

27 Raccolta procapite beni durevoli ,5 2 2,6 2,3 2,5 2,7 2,0 2,8 1,5 1 0, Raccolta della frazione compostabile Nel 2005 i rifiuti compostabili raccolti ammontano a t con un valore di raccolta procapite pari a 106,4 kg. Rispetto al 2004, è stato registrato un incremento della raccolta procapite pari al 5,9 %. La raccolta di frazione verde, costituita prevalentemente da sfalci e potature, nel 2005 ha raggiunto le t con una raccolta procapite pari a 63,3 kg. ed un incremento del 6,6%. La raccolta di frazione organica, costituita prevalentemente da scarti organici di origine domestica, nel 2005 ha raggiunto le t con una raccolta procapite pari a 43,1 kg ed un incremento del 4,8 %. Rifiuti compostabili Anno Verde Verde procapite Organico domestico Organico procapite Rifiuti compostabili Rifiuti compostabili procapite Incremento procapite (%) , , , , , ,4 20, , , ,3 36, , , ,9 39, , , ,1 19, , , ,7 21, , , ,1 29, , , ,9-2, , , ,1 5, , , ,4 5,9 26

28 Raccolta procapite rifiuti compostabili ,3 27,4 22,8 35,5 22,3 26,6 0,4 0,8 1,8 51,9 42,8 9,1 62,1 46,4 15,7 Rifiuti compostabili 75,7 48,9 26,8 101,1 106,4 98,1 95,9 Verde 63,3 59,7 60,4 55,0 43,1 40,9 41,4 37,8 Organico Autocompostaggio I composter distribuiti in provincia di Cremona al 2005 sono che consentono la produzione di circa t di compost. In provincia di Cremona l incremento del compostaggio domestico tra il 2004 ed il 2005 è di circa il 15,5 %. È nei comuni più piccoli nei quali si registra una elevata adesione della popolazione alle pratiche di compostaggio domestico. A Grontardo, tutte le famiglie residenti sono dotate di composter, a Ripalta Guerina il 49% di esse e a San Martino del Lago il 46%. Nel comune di Cremona sono stati distribuiti composter con il coinvolgimento diretto del 3% delle famiglie, a Crema sono stati distribuiti 909 composter con il coinvolgimento del 6% delle famiglie, a Casalmaggiore 643 composter con il coinvolgimento del 11 % delle famiglie, a Soresina 328 composter con il coinvolgimento dell 8% delle famiglie. Distribuzione di composter e resa nei principali comuni della provincia di Cremona 2005 Comune Composter (n) Resa teorica (K=350 Kg) Adesione (%) Incremento (%) Crema Cremona Casalmaggiore Soresina Distribuzione di composter e resa nei comuni della provincia di Cremona 2005 Comune Composter (n) Resa teorica (k=350 kg) Adesione (%) Incremento (%) San Bassano Casteldidone Cappella Cantone San Martino del Lago Ripalta Guerina Grontardo Pandino Vailate Agnadello Tornata Spineda Corte de' Cortesi

29 2.5 Produzione e raccolta dei rifiuti urbani per soggetto gestore In questo paragrafo è sviluppata una analisi del sistema provinciale di gestione dei rifiuti urbani a partire dai soggetti che gestiscono il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti e dalla organizzazione del servizio. A differenza dei paragrafi successivo dedicato alle aree del territorio, qui si fa riferimento al soggetto che gestisce il servizio. L analisi proposta consente di verificare l efficacia dei diversi modelli di raccolta differenziata attivati sul territorio e di mettere a confronto l effettivo rendimento. Nel 2005, i gestori dei servizi di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani attivi sul territorio sono i seguenti: AEM Cremona SpA che svolge il servizio nel comune di Cremona AEM Cremona SpA + Italia 90 che svolge il servizio in 38 comuni dell area cremonese ASPM Soresina che svolge il servizio nel comune di Soresina Casalasca Servizi SpA che servizio in 22 comuni dell area casalasca Diodoro Ecologia SrL che svolge il servizio nel il comune di Rivolta d Adda Società Cremasca Servizi SpA che svolge il servizio per 49 comuni dell area cremasca Zanoni Servizi Ambientali Srl che svolge il servizio per 3 comuni Nel testo che segue si fa la distinzione tra i gestori svolgono il servizio in aree del territorio e quelli che operano in singoli comuni. Nella analisi dei sistemi di raccolta e delle rese si dovrà tenere conto in modo adeguato di tale differenza Produzione di rifiuti urbani per gestore Nel 2005, la produzione procapite di rifiuti urbani varia dai 588, 4 kg di Cremona ai 440,5 kg di Rivolta d Adda a fronte di una media provinciale che si attesta a 507,8 kg. Oltre il comune di Cremona, sono i comuni dell area cremasca quelli con la più elevata produzione procapite di rifiuti urbani. Produzione dei rifiuti urbani per gestore 2005 Gestore Abitanti Rifiuti Urbani Rifiuti Urbani procapite AEM Cremona ,4 AEM Cremona + Italia ,6 ASPM Soresina ,7 Casalasca Servizi ,3 Diodoro Ecologia ,5 Società Cremasca Servizi ,9 Zanoni Servizi ,3 28

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