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1 T0 81 M AT ER AZ ZI A NA LIZ ZA R EE C OM PO RR E Analizzare e comporre La prima prova scritta di italiano Analizzare e comporre propone un lavoro sistematico di preparazione alle 4 tipologie di prova presentando un metodo di lavoro applicabile ai diversi tipi di testo. Elementi caratterizzanti di questa Guida Tipologia A L ANALISI TESTUALE Analizzare un testo equivale a mettere in atto una procedura Il testo poetico Il testo narrativo Il testo drammatico Il testo non narrativo in prosa Tipologia B LA SCRITTURA DOCUMENTATA Analizzare i materiali presentati nei dossier delle due tipologie testuali Il saggio breve L articolo di giornale Saggi brevi e articoli sviluppati in parallelo Tipologie C e D IL TEMA Analizzare la traccia comprende una Antologia tematica 8 temi di ordine generale): per ciascuno una precisa procedura per l acquisizione di un metodo LE ATTIVITÀ Riferite alle 4 tipologie di prova formano concretamente le competenze di analisi e produzione scritta Soluzioni per l insegnante Integrazione di testi assegnati negli Esami di Stato del passato e Analisi di un testo narrativo in versi per lo studente La prima prova scritta di italiano A-B-C-D schede di trattazione teorica, esempi e attività mirate online in T081 Materazzi Analizzare e comporre e 14,00 VALIDO PER IL 2011 NELL ELENCO DEI LIBRI DI TESTO INDICARE L INTERO CODICE isbn Per saperne di più vai al link Cercare, Sapere, Conoscere sul sito T081_PH1 PREZZO AL PUBBLICO LOESCHER ANNI DI SCUOLA Melfino Materazzi Analizzare e comporre La prima prova scritta di italiano Analizzare e comporre LE 4 TIPOLOGIE D ESAME T081 Materazzi In copertina: Pietro Puccio, Tempo di esami. tecnica mista su carta, questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte o opportunamente punzonato o altrimenti contrassegnato), è da considerarsi copia di saggio - campione gratuito, fuori commercio vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 l. 633/1941). esente da iva dpr , n. 633, art. 2, lett. d). esente da documento di trasporto dpr , n. 633, art. 74).

2 Melfino Materazzi Analizzare e comporre La prima prova scritta di italiano THEMA LOESCHER EDITORE

3 Loescher Editore - Torino I diritti di elaborazione in qualsiasi forma o opera, di memorizzazione anche digitale su supporti di qualsiasi tipo inclusi magnetici e ottici), di riproduzione e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo compresi i microfilm e le copie fotostatiche), i diritti di noleggio, di prestito e di traduzione sono riservati per tutti i paesi. L acquisto della presente copia dell opera non implica il trasferimento dei suddetti diritti né li esaurisce. Fotocopie per uso personale cioè privato e individuale), nei limiti del 15% di ciascun volume, possono essere effettuate dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n Tali fotocopie possono essere effettuate negli esercizi commerciali convenzionati SIAE o con altre modalità indicate da SIAE. Per riproduzioni ad uso non personale l editore potrà concedere a pagamento l autorizzazione a riprodurre un numero di pagine non superiore al 15% delle pagine del presente volume. Le richieste per tale tipo di riproduzione vanno inoltrate a: Associazione Italiana per i Diritti di Riproduzione delle Opere dell ingegno AIDRO) Corso di Porta Romana n. 108, Milano segreteria@aidro.org e sito web L editore, per quanto di propria spettanza, considera rare le opere fuori del proprio catalogo editoriale. La fotocopia dei soli esemplari esistenti nelle biblioteche di tali opere è consentita, non essendo concorrenziale all opera. Non possono considerarsi rare le opere di cui esiste, nel catalogo dell editore, una successiva edizione, le opere presenti in cataloghi di altri editori o le opere antologiche. Nel contratto di cessione è esclusa, per biblioteche, istituti di istruzione, musei ed archivi, la facoltà di cui all art ter legge diritto d autore. Maggiori informazioni sul nostro sito: Ristampe N ISBN Nonostante la passione e la competenza delle persone coinvolte nella realizzazione di quest opera, è possibile che in essa siano riscontrabili errori o imprecisioni. Ce ne scusiamo fin d ora con i lettori e ringraziamo coloro che, contribuendo al miglioramento dell opera stessa, vorranno segnalarceli al seguente indirizzo: Loescher Editore s.r.l. Via Vittorio Amedeo II, Torino Fax clienti@loescher.it Loescher Editore S.r.l. opera con sistema qualità certificato CERMET n A secondo la norma UNI EN ISO Contributi Consulenza didattica: Benedetta Livi Antologia tematica: Lucia Donati Realizzazione Redattore responsabile: Paola Sanini, Laura Trimarchi Redazione: Chiara Mantegazza Ricerca iconografica: Emanuela Mazzucchetti Progetto grafico e impaginazione: studio Slash - Milano Fotolito: Graphic Center - Torino Stampa: Sograte - Città di Castello PG) Referenze iconografiche p.145: E. Delacroix/Musée du Louvre, Parigi; p.155: C. Carrà/ by Siae, Roma, 2011; Fondazione U. Boccioni; G. Balla/ by Siae, Roma, 2011; p.172: R. Guttuso/ by Siae, Roma, 2011; p.174: G. De Chirico/ by Siae, Roma, 2011; p.176: G. Pelizza da Volpedo/Galleria d Arte Moderna, Milano; p.200: M. Chagall/ by Siae, Roma, 2011.

4 INDICE Parte prima L ANALISI TESTUALE tipologia A) La normativa in vigore Dalla teoria alla pratica 5 Il testo poetico 6 PER CONOSCERE IL TESTO 1 Livello metrico-ritmico 7 2 Livello fonico-rimico 9 3 Livello formale-iconico 10 4 Livello lessicale 13 5 Livello sintattico 15 6 Livello semantico 17 ESERCIZI 7 Attività di preparazione all analisi del testo poetico 19 PROCEDURA DI ANALISI 8 Analisi di un testo poetico 24 ESEMPI 9 Analisi di un testo poetico tradizionale Analisi di un testo poetico moderno 29 ATTIVITÀ 11 Analisi di un testo poetico 32 PROVE ASSEGNATE IN PASSATO 12 Analisi testuali assegnate all Esame di Stato 41 Il testo narrativo 46 PER CONOSCERE IL TESTO 13 Scomposizione e riduzione del testo Storia, racconto, autore, narratore I modelli della narrazione breve La dimensione temporale La dimensione spaziale Personaggi e sistemi di personaggi La distanza narrativa e i modi del discorso 56 ESERCIZI 20 Attività di preparazione all analisi del testo narrativo 58 PROCEDURA DI ANALISI 21 Analisi di un testo narrativo 62 ESEMPI 22 Analisi di una novella Analisi di un passo di romanzo 67 ATTIVITÀ 24 Analisi di un testo narrativo 70 PROVE ASSEGNATE IN PASSATO 25 Analisi testuali assegnate all Esame di Stato 82 Il testo drammatico 85 PER CONOSCERE IL TESTO 26 Romanzo e dramma Morfologia del testo drammatico 87 PROCEDURA DI ANALISI 28 Analisi di un testo drammatico 89 ESEMPI 29 Analisi di un testo drammatico in prosa Analisi di un testo drammatico in versi 95 ATTIVITÀ 31 Analisi di un testo drammatico 98 PROVE ASSEGNATE IN PASSATO 32 Analisi testuali assegnate all Esame di Stato 105 Il testo non narrativo in prosa 107 PER CONOSCERE IL TESTO 33 Tipologie di testi non narrativi in prosa 108 PROCEDURA DI ANALISI 34 Analisi di un testo non narrativo in prosa 109 ESEMPI 35 Analisi di un testo non narrativo in prosa 110 ATTIVITÀ 36 Analisi di un testo non narrativo in prosa 113 PROVE ASSEGNATE IN PASSATO 37 Analisi testuali assegnate all Esame di Stato 120 3

5 INDICE Parte seconda LA SCRITTURA DOCUMENTATA tipologia B) L articolazione della prova 123 Il saggio breve 125 PER CONOSCERE IL TESTO 38 Le caratteristiche del saggio breve 127 PROCEDURA DI ELABORAZIONE 39 L elaborazione di un saggio breve 128 ESEMPI 40 Stesura di un saggio breve 129 L articolo di giornale 133 PER CONOSCERE IL TESTO 41 Informazioni introduttive Le tipologie degli articoli di giornale Come si scrive un articolo «scolastico» 139 PROCEDURA DI ELABORAZIONE 44 L elaborazione di un articolo di giornale 142 ESEMPI 45 Stesura di un articolo di giornale 143 Saggi brevi e articoli sviluppati in parallelo 148 PER CONOSCERE IL TESTO 46 Le caratteristiche specifiche dei due generi scritturali 149 Parte terza IL TEMA tipologie C e D) I due ambiti tematici 205 PER CONOSCERE IL TESTO 54 Le caratteristiche di un tema Le tracce I requisiti principali del tema 209 PROCEDURA DI ELABORAZIONE 57 Come si svolge un tema 210 I TIPI DI TEMA 58 Il tema di argomento storico Il tema di ordine generale 215 ESEMPI 60 Svolgimento di un tema di argomento storico Svolgimento di un tema di ordine generale 219 PROVE ASSEGNATE IN PASSATO 62 Tracce ministeriali di temi di argomento storico Tracce ministeriali di temi di ordine generale 224 ANTOLOGIA TEMATICA 64 8 temi di ordine generale con testi di approfondimento 226 BIO-BIBLIOGRAFIE DEGLI AUTORI 250 ESEMPI 47 Sviluppo in parallelo di un saggio breve e di un articolo di giornale 150 REALIZZAZIONI GUIDATE 48 Ambito artistico-letterario Ambito socio-economico Ambito storico-politico Ambito tecnico-scientifico 165 ATTIVITÀ 52 Dossier documentari per la stesura di saggi brevi e articoli di giornale 169 PROVE ASSEGNATE IN PASSATO 53 Dossier documentari assegnati all Esame di Stato ANALISI DI UN TESTO NARRATIVO IN VERSI Esempi Attività Prove assegnate in passato PROVE ASSEGNATE IN PASSATO Tipologia A Tipologia B 4

6 parte prima l analisi testuale tipologia La normativa in vigore L analisi del testo è il primo tipo di prova scritta per l esame di italiano assegnato all Esame di Stato. Il Decreto Ministeriale n. 355 del 18/9/1998 che la introduceva nell ordinamento lo definiva in tali termini: «Analisi e commento, anche arricchito da note personali, di un testo letterario o non letterario, in prosa o in poesia, corredato da indicazioni che orientino nella comprensione, nella interpretazione d insieme del passo e nella sua contestualizzazione». Tale definizione è stata poi ripresa in forma identica in tutti i documenti ufficiali. I testi proposti nelle diverse edizioni che si sono succedute dall entrata in vigore della Riforma, ci hanno mostrato che le attività di «comprensione», «interpretazione d insieme del passo» e «sua contestualizzazione» consistono in: a) eventuali note per lo più di tipo lessicale) al testo, per agevolarne la compiuta comprensione; b) una decina di righe di presentazione biografica e letteraria dell autore e qualche notizia sull opera o raccolta) da cui è stato tratto il brano o la poesia) proposto all analisi; c) una batteria tripartita di domande o richieste di vario tipo. La tripartizione fa riferimento a tre momenti di prima comprensione e decodifica, analisi vera e propria, interpretazione e approfondimenti. Ad essi dovrebbero corrispondere altrettante parti o sezioni della relazione d analisi, la quale, però, finisce spesso per essere trascurata dai candidati con l opzione per il più agevole svolgimento «a questionario», cioè fornendo singole risposte ai singoli quesiti. Dalla teoria alla pratica Nel corso del Novecento la critica letteraria ha messo a punto diverse tecniche d analisi delle opere letterarie. Se però superiamo l aspetto teorico e scendiamo a livello di analisi concreta del testo letterario e anche di quello non letterario, la metodologia risulta abbastanza standardizzata e del tutto simile a quella insegnata a scuola. Questo metodo di analisi e descrizione consiste nel mettere in atto una procedura e cioè nel valutare in successione una serie di aspetti ed elementi che caratterizzano un testo e che, comunque, possono essere presi in esame anche in modo indipendente gli uni dagli altri. Analizzare un testo equivale, dunque, a sottoporlo a una certa procedura, che prevede un dato numero di passaggi che portano alla compiuta descrizione degli aspetti formali e contenutistici del testo stesso. Si tratta, infine, di un analisi obiettiva. Anche se i prodotti letterari sono particolarmente renitenti a classificazioni, le tipologie testuali fanno capo a tre macro-tipologie: quella del testo poetico, quella del testo narrativo e quella del testo drammatico, tutte ricche di varianti e ibridazioni e dunque con caratteri che vanno identificati e interpretati di volta in volta sul singolo testo. 5

7 Il testo poetico I livelli o sistemi) Il testo poetico ha una struttura complessa e solo uno smontaggio consapevole dei suoi elementi costitutivi può consentire una piena comprensione del brano in esame. Il testo poetico è costituito da vari livelli o sistemi, che analizzeremo nel dettaglio nelle schede che seguono. Per l analisi dei testi poetici sono necessarie competenze tecniche specifiche che si collegano a ciascuno dei livelli citati. Per un corretto approccio all analisi di un testo poetico, quindi, si dovrà essere in grado di individuare, come primo elemento, la forma metrica e ritmica. Questo vale sia per la lirica tradizionale, che ha conosciuto una ricca serie di formalizzazioni, sia per quella del Novecento che, adottando il verso libero e la strofa aperta, ha voluto superare il complesso apparato formale della tradizione. La capacità di riconoscere e interpretare tale tratto specifico è quindi un prerequisito indispensabile per l analisi del testo poetico. IL PERCORSO DI LAVORO SCHEDE Per conoscere il testo Livello metrico-ritmico...1 Livello fonico-rimico...2 Livello formale-iconico...3 Livello lessicale...4 Livello sintattico...5 Livello semantico...6 Esercizi Attività di preparazione all analisi del testo poetico...7 Procedura di analisi Analisi di un testo poetico...8 Esempi Analisi di un testo poetico tradizionale...9 Analisi di un testo poetico moderno...10 Attività Analisi di un testo poetico Prove assegnate in passato Analisi testuali assegnate all Esame di Stato

8 PER CONOSCERE IL TESTO LIVELLO METRICO-RITMICO scheda Una delle caratteristiche più evidenti del testo poetico è che sia formato non da righe come un testo in prosa), ma da versi, ossia da un gruppo di parole al termine del quale si va a capo. I versi hanno lunghezza diversa e, nella lingua italiana, se ne distinguono vari tipi binari, ternari, quaternari, quinari, senari ecc.) individuati in base al numero delle sillabe delle parole che li costituiscono. Inoltre, la studiata alternanza di sillabe toniche quelle in cui cade l accento naturale) e sillabe atone quelle in cui non cade l accento naturale), produce nel verso un determinato ritmo. Così alcune sillabe toniche acquistano maggior forza, accogliendo accenti ritmici ictus), mentre altre ne perdono, ponendosi quasi sullo stesso piano delle sillabe atone. Ne consegue che in un verso possono essere distinti tre tipi di sillabe: a) sillabe forti, sulle quali cadono sia l accento naturale sia quello ritmico ictus); b) sillabe semi-forti, sulle quali cade solo l accento naturale; c) sillabe atone, sulle quali non cade alcun accento. L insieme delle regole su cui si basa la composizione dei versi si chiama metrica. per conoscere IL testo Le figure metriche In un testo poetico il conteggio delle sillabe può variare nel caso in cui si determinino particolari fenomeni, detti figure metriche. Vediamo le principali. SINALEFE Una parola finisce per vocale e la parola successiva inizia ugualmente per vocale. In questo caso, le due vocali si fondono in una sola emissione di voce, determinando la fusione delle sillabe di cui fanno parte, cosicché da due sillabe quella finale della parola e quella iniziale della successiva) ne risulta una sola. esempio: Foco d amore in gentil cor s aprende G. Guinizelli) = Fo-co-d a-mo-re in-gen-til-cor-s a-pren-de le sillabe metriche sono 11, non 12). DIALEFE Due parole contigue rispettivamente terminano e iniziano per vocale come accade per la sinalefe), ma una delle due o entrambe sono sillabe toniche. In tal caso non avviene alcuna fusione. esempio: Già era l sole a l orizzonte giunto Dante) = già-e-ra l-so-le a-l o-riz-zon-te-giun-to, dove si ha dialefe nel primo caso perché si tratta di due sillabe toniche) e sinalefe nel secondo. SINERESI All interno di una parola, si verifica la fusione di due vocali che normalmente appartengono a sillabe distinte, tale da comportare la perdita di una sillaba. esempio: per suo consimel loco G. Guinizelli) = persuo-con-si-mel-lo-co, laddove, normalmente, «suo» è bisillabo. DIERESI All interno di una parola, un dittongo si trasforma in uno iato, ossia quando le due vocali di un dittongo si pronunciano come sillabe distinte. Essa può essere evidenziata sul testo da due puntini sulla prima delle due vocali da pronunciare separate ï, ü). Questa figura metrica determina l aumento di una sillaba. esempio: più che stella dïana splende e pare G. Guinizelli) = più-che-stel-la-di-a-na-splen-de e-pa-re il primo caso è una dieresi, il secondo una sinalefe). Altre regole per il computo delle sillabe Nel computo metrico delle sillabe di un verso vanno tenute presenti altre regole. In linea di massima il verso italiano è piano ictus principale sulla penultima sillaba). esempio: Nel mèz-zo del cam-mìn di nò-stra vìta Dante) = endecasillabo. Se il verso è tronco, e cioè l ultimo ictus cade sull ultima sillaba, questa vale per due. esempio: a cal-pe-star ver-rà A. Manzoni) = settenario anche se le sillabe sono sei). Se il verso è sdrucciolo, e cioè l ultimo ictus cade sulla terzultima sillaba, l ultima sillaba atona non va contata. esempio: o-ra cen pòr-ta l un de du-ri àr-gini Dante) = endecasillabo anche se le sillabe sono dodici). Tipologia dei versi Non basta un preciso numero di sillabe a fare un verso: occorre pure che gli accenti ritmici ictus) cadano in determinate posizioni, in base al numero di sillabe che compongono i loro schemi metrici. I versi si dividono in due categorie: parisillabi e imparisillabi. I versi parisillabi, composti cioè da un numero pari di sillabe, presentano accenti su posizioni fisse e per questo incontrano generalmente minor fortuna nel gusto dei poeti). Tra i parisillabi distinguiamo il verso: binario: con accento sulla 1ª sillaba; esempio: Si sta G. Ungaretti) quaternario: con accento sulla 1ª non sempre) e sulla 3ª; esempio: Sòlca il màre G. Colli) 7

9 scheda il testo POETICO senario: con accento sulla 2ª e sulla 5ª; esempio: Al rè Travicéllo G. Giusti) ottonario: con accento sulla 2ª o 3ª e sulla 7ª; esempio: Mughétto fiore piccìno G. Ungaretti) decasillabo: con accento sulla 3ª, 6ª e 9ª sillaba. esempio: S ode a dèstra uno squìllo di tròmba A. Manzoni) Quindi si può concludere che l accento sulla penultima sillaba è costante abbiamo detto che normalmente i versi italiani sono piani, e questa caratteristica accomuna i versi parisillabi e quelli imparisillabi. I versi imparisillabi, composti cioè da un numero dispari di sillabe, presentano accenti su posizioni variabili, tranne l ultimo che cade sempre sulla penultima sillaba. Tra gli imparisillabi distinguiamo il verso: ternario: con un solo accento sulla 2ª sillaba; esempio: Andàte A. Palazzeschi) quinario: con accenti sulla 1ª o 2ª sillaba e sulla 4ª; esempio: Il mòrbo infùria A. Fusinato) settenario: con accenti su una delle prime quattro e sulla 6ª sillaba; esempio: Ei fù. Siccòme immòbile A. Manzoni) novenario: con accenti variamente disposti, ma il principale sempre sulla 8ª sillaba; esempio: Il giorno fu pieno di làmpi G. Pascoli) endecasillabo: con accento principale sulla 10ª sillaba e gli altri variamente disposti e prevalentemente sulla 6ª e 8ª sillaba o sulla 4ª e 7ª. esempio: Nel mezzo del cammìn di nostra vìta Dante) Le pause Oltre agli accenti ritmici ictus), altri elementi importanti per il ritmo sono le pause, che servono a mettere in risalto parti del verso. La pausa ritmica più forte è la pausa versale e si colloca a fine verso; un altra pausa forte è quella che si trova dopo la cesura, che divide in due parti i versi lunghi dall ottonario in su). Vediamo le diverse possibilità di cesura nei versi più comuni: l endecasillabo ha una cesura che può cadere dopo le prime 5 sillabe il verso è detto a minore, con ictus obbligatorio sulla 4 a sillaba) o dopo le prime 7 detto a maiore, con ictus obbligatorio sulla 6 a sillaba); esempio: rara tralùce / la nottùrna làmpa G. Leopardi), con cesura dopo le prime 5 sillabe; La donzellétta vién / dalla campàgna G. Leopardi), con cesura dopo le prime 7 sillabe. nei versi doppi come il dodecasillabo o doppio senario), nell alessandrino o martelliano o doppio settenario), o nel doppio ottonario, la cesura cade tra i due emistichi, e cioè le due parti in cui la cesura divide il verso, senza possibilità di sinalefe, separando in tal modo le due unità base. esempio: dagli àtri muscòsi, / dai fòri cadènti A. Manzoni) è un dodecasillabo o senario doppio; Ròsa frésca aulentìssima / ch apàri invér la stàte Cielo D Alcamo) è un verso alessandrino, o doppio settenario, di cui il primo elemento o emistichio) è sdrucciolo. La scansione e l enjambement Nell ambito dell analisi di un testo, l individuazione delle sillabe metriche o posizioni) e dell esatta collocazione di ictus e pause è detta scansione. Scandire un verso equivale a coglierne il ritmo, che può coincidere con quello sintattico evidenziato, come nella prosa, dai segni di interpunzione), ma può anche non corrispondere perfettamente. In questo caso prevale il ritmo metrico e la figura che rileva la mancata coincidenza tra pausa metrica a fine verso pausa versale) e pausa sintattica, che conclude una frase o una parte di essa autonoma per significato, è detta enjambement. Con questo termine francese, che corrisponde letteralmente a «scavalcamento» in italiano «inarcatura» o «spezzatura»), si intende la frattura, tra la fine del verso e l inizio di quello successivo, del legame tra parole grammaticalmente e sintatticamente unite come, ad esempio, soggetto e predicato, oppure verbo e complemento oggetto, sostantivo e aggettivo, e via dicendo. L effetto che l enjambement produce varia a seconda dei casi ma, in generale, questa figura conferisce maggiore rilievo alle parole che ne sono coinvolte, evidenziandole nel contesto. esempio: A egregie cose il forte animo accendono / l urne de forti, o Pindemonte; e bella / e santa fanno al peregrin la terra / che la ricetta. Io, quando il monumento / vidi ove posa il corpo di quel grande... U. Foscolo) Le strofe Un altro importante elemento riconducibile al livello metrico-ritmico è la strofa, che nella poesia tradizionale è la combinazione di versi e rime scheda 2) secondo uno schema prestabilito. Le strofe a schema fisso della tradizione letteraria italiana sono: il distico: due versi di uguale lunghezza e legati da rima baciata; la terzina: tre versi, generalmente endecasillabi, un particolare tipo di terzina è quella dantesca, detta anche terza rima o terzina dantesca, con rima incatenata ABA BCB CDC...); la quartina: quattro versi di qualsiasi lunghezza legati da diversi tipi di rima ABAB, ABBA ecc.); la sestina: sei versi, tradizionalmente endecasillabi, rimati secondo lo schema ABABCC; l ottava: otto versi endecasillabi, rimati secondo lo schema ABABABCC. Le strofe combinate tra loro danno origine a diverse tipologie di componimento descritte più avanti scheda 3). 8

10 PER CONOSCERE IL TESTO LIVELLO FONICO-RIMICO scheda Le parole, prima ancora di esprimere un significato, sono un insieme di vocali e consonanti che danno vita a numerose combinazioni dove il timbro, e cioè la qualità del suono cupo, aspro, chiaro ecc.), varia. I poeti, inoltre, selezionando il lessico e impiegando le cosiddette figure di suono, ottengono effetti particolari che vengono così a influire sul significato. Accade spesso, ad esempio, che il timbro sonoro venga usato per rafforzare il senso del messaggio poetico, facendo così corrispondere a immagini cupe e aspre, suoni che abbiano le stesse qualità. Le figure di suono Vediamo le principali figure di suono. ONOMATOPEA Le componenti sonore della parola riproducono un rumore, una voce, un verso d animale. Si tratta quindi di un unione tra suono e senso, con effetti decisamente suggestivi. Quando un testo è particolarmente ricco di onomatopee, si parla di fonosimbolismo. esempio: Clof, clop, clock, / [ ] / è giù, / nel cortile, / la povera / fontana / malata A. Palazzeschi) PARONOMASIA Accostamento di parole di suono uguale o simile ma di significato diverso. L effetto, a seconda del contesto, è un potenziamento o una modificazione del senso; esempio: ch i fui per ritornar più volte volto Dante) ALLITTERAZIONE Ripetizione di suoni identici in parole diverse. L effetto semantico di tale ripetizione sonora può essere quella di collegare o mettere in opposizione) il senso delle parole interessate. esempio: di me medesmo meco mi vergogno F. Petrarca) La rima È la più importante figura del livello fonico e consiste nell identità di suono, a partire dalla sillaba tonica, tra parole che, in genere, chiudono il verso. Le rime, però, possono trovarsi anche all interno del verso e, in questo caso, si parla di rime interne o rimalmezzo. A seconda della posizione dell accento tonico delle parole in rima abbiamo: rima tronca: l accento cade sull ultima sillaba; rima piana: l accento cade sulla penultima sillaba; rima sdrucciola: l accento cade sulla terzultima sillaba. A seconda della disposizione delle rime all interno del testo possiamo avere: rima baciata o accoppiata: due versi consecutivi in rima secondo lo schema AA; rima alternata: segue lo schema ABAB; rima incatenata: secondo lo schema ABA, BCB, CDC ecc.; rima incrociata o chiusa: segue lo schema ABBA; rima sciolta: svincolata da schemi prestabiliti. Vi sono poi delle varianti dei quattro tipi fondamentali baciata, alternata, incatenata e incrociata) e sono: rima ripetuta: secondo lo schema ABC, ABC ecc.; rima invertita: segue lo schema ABC, CBA; rima caudata: con schema AAAB, CCC. Altri casi particolari sono: rima identica: tra parole omografe, omofone e con identico significato; rima equivoca: tra parole omografe, ma con significati diversi; esempio: Tutti insieme pregando ch i sempre ami / [ ] / Preghi ch i prezzi il mondo e i suoi dolci ami Petrarca), dove il primo «ami» è voce del verbo amare, mentre il secondo è un sostantivo. rimalmezzo: la parola che rima con il verso precedente si trova a metà del verso, come spesso accade in caso di versi doppi doppio senario, doppio settenario ecc.); esempio: Tra bande verdigialle d innumeri ginestre / la bella strada alpestre scendeva nella valle. / Ecco nel lento oblio, rapidamente in vista, / apparve un ciclista al sommo del pendio. Gozzano) rima interna: la parola-rima si trova in una posizione diversa dalla metà o fine verso; esempio: Passata è la tempesta / odo augelli far festa e la gallina / tornata in su la via Leopardi) rima ipermetra: la rima in una parola sdrucciola è dissimulata dalla sillaba finale. esempio: Montale negli Ossi di seppia pone in rima canneto-sgrétola), miracolo)-ubriaco, àsoli)-caso, strepito)-siepi; rima derivata: è costruita da voci che hanno la stessa radice. In Petrarca abbiamo le seguenti parole-rima: guardi-sguardi, senta-consenta, attendi-intendi. per conoscere IL testo 9

11 scheda PER CONOSCERE IL TESTO LIVELLO FORMALE-ICONICO il testo POETICO La combinazione di strofe formate da versi di uguale lunghezza o di lunghezza diversa ha determinato la formazione di diversi tipi di componimenti che la tradizione pur tra variazioni e ibridazioni ha tramandato fino alle soglie del Novecento, quando la sperimentazione del verso libero ha fatto sì che cadessero in disuso quasi del tutto. A seconda degli argomenti da trattare veniva impiegata una diversa tipologia di componimento. I componimenti Per i temi di carattere politico-religioso, civile, morale o semplicemente narrativo, vediamo quali erano le forme più antiche. SIRVENTESE Di origine provenzale, costituito da strofe formate da tre versi monorimi in genere endecasillabi o settenari) seguiti da un verso più breve detto coda) in rima con i primi tre versi della strofe successiva. LAUDA In origine formata da lasse monorime o da strofe di sei versi ababcc), poi trasformata da Jacopone da Todi in ripresa di due versi e strofe di quattro. Quanto al tipo di versi, la lauda più antica si serve dell ottonario, ma Jacopone usa anche l endecasillabo e il settenario. TERZA RIMA DANTESCA) Terzine di endecasillabi a rima incatenata. OTTAVA O OTTAVA RIMA) Strofe di endecasillabi a rima alternata e chiusura con un distico a rima baciata, usata soprattutto nei poemi cavallereschi e nei testi derivati da questo genere. CAPITOLI In endecasillabi sciolti. con maiuscola la rima dell endecasillabo, con minuscola quella di altre tipologie di versi). Fronte Rime { Chiare, fresche et dolci acque a 1 piede ove le belle membra b pose colei che solo a me par donna; C { gentil ramo ove piacque a 2 piede con sospir mi rimembra) b a lei di fare al bel fiancho colonna; C Chiave herba et fior che la gonna c Sirma 1 a volta { leggiadra ricoverse d co l angelico seno; e aere sacro, sereno, e { ove Amor co begli occhi il cor m aperse D 2 a volta date udïenza insieme f a le dolenti mie parole extreme F Per la poesia lirica, quella cioè in cui viene cantato il sentimento d amore o comunque tematiche intimistiche, le forme più antiche e tradizionali sono state le seguenti. CANZONE Di origine provenzale, ma rielaborata dagli stilnovisti e da Dante, fino alla forma canonica fissata da Petrarca. Essa consta di 5-7 strofe, o stanze, cui fa seguito di solito una stanza più breve, detta commiato o congedo, che ha struttura variabile. Ciascuna stanza è composta di due elementi: la fronte e la sirma o sirima). La fronte si divide in due «piedi», formati per lo più di 3-4 versi, che si ripetono nelle altre stanze con la medesima struttura. La sirma può essere unitaria o divisa anch essa in parti uguali dette «volte». La sirma è legata alla fronte con un verso, detto «chiave», che può restare isolato o rimare con l ultimo verso della fronte, oppure una o due volte) con un verso della sirma. I versi usati sono l endecasillabo e il settenario, che si susseguono con ordine fisso. esempio: nella celebre canzone Chiare, fresche et dolci acque tratta dal Canzoniere di Petrarca, ritroviamo la struttura appena descritta per convenzione si segna SONETTO Forse derivato da una stanza della canzone, di cui riproduce la struttura bipartita tra fronte le quartine) e sirma le terzine), entrambe a loro volta bipartite in «piedi» e «volte». La tradizione vuole che il primo a utilizzarlo in Italia sia stato il «siciliano» Jacopo da Lentini, che adotta sistematicamente lo schema ABAB ABAB per le quartine e CDE CDE per le terzine, mentre gli stilnovisti introdussero la forma ABBA ABBA nelle quartine e nelle terzine CDE EDC oppure CDE DEC. Nella forma canonica, il sonetto è composto da 14 versi endecasillabi, ma esistono alcune varianti come: il sonetto minore, che ha versi più brevi dell endecasillabo; il sonetto rinterzato probabilmente inventato da Guittone d Arezzo), che si ottiene inserendo un settenario dopo i versi dispari delle quartine e dopo il primo e secondo verso delle terzine; il sonetto caudato, che fu portato alla ribalta nel XVI secolo dalla poesia burlesca di Berni, e aggiunge dopo l ultimo verso un settenario in rima e una coppia di endecasillabi a rima baciata; il sonetto continuo, che prolunga nelle terzine una o entrambe le rime delle quartine ecc. 10

12 esempio: proponiamo come esempio un celebre sonetto tratto dalla Vita nova di Dante. Fronte Rime 1 piede { Tanto gentile e tanto onesta pare A la donna mia quand ella altrui saluta, B ch ogne lingua deven tremando muta, B e li occhi non l ardiscon di guardare. A { Ella si va, sentendosi laudare, A 2 piede benignamente d umiltà vestuta; B e par che sia una cosa venuta B da cielo in terra a miracol mostrare. A Sirma { Mostrasi sì piacente a chi la mira, C 1 a volta che dà per li occhi una dolcezza al core, D che ntender no la può chi no la prova: E { e par che de la sua labbia si mova E 2 a volta uno spirito soave pien d amore, D che va dicendo a l anima: Sospira. C ballata Anch essa d origine provenzale, assunse la forma canonica con gli stilnovisti. Si serve di versi endecasillabi e/o settenari e consta di una strofetta introduttiva, detta ritornello o ripresa, che a seconda del numero di versi, variabile da due a quattro, comporta la definizione di «piccola», «mezzana» o «grande» della ballata stessa. La strofe vera e propria raramente più di una) è divisa in due «piedi» e una «volta». esempio: la struttura della ballata è ben esemplificata da Dante in una delle sue Rime. Rime Ritornello Per una ghirlandetta x o ripresa ch io vidi, mi farà y sospirare ogni fiore. z Strofa 1 piede I vidi a voi, donna, portare a ghirlandetta di fior gentile, b { { 2 piede e sovr a lei vidi volare a un angiolel d amore umile; b { e n suo cantar sottile b volta dicea: «Chi mi vedrà y plauderà l mio signore» z Nell ambito della produzione popolare o popolareggiante, i tipi di componimento più comuni sono i seguenti. CANTO CARNASCIALESCO O TRIONFO) Affermatosi a Firenze nella seconda metà del Quattrocento con Lorenzo il Magnifico, era destinato a essere eseguito da compagnie in maschera durante le feste del carnevale; dal punto di vista metrico adotta le forme della ballata, con frequente ripetizione della parola-rima alla fine di ogni strofa. CANZONETTA Nata nell ambito della poesia siciliana duecentesca come forma di canzone composta esclusivamente da versi brevi, nel corso del Trecento venne impiegata come testo poetico destinato alla musica e strutturato per lo più nel metro della ballata. A fine Cinquecento ricevette la definitiva sistemazione come testo composto da varie strofe di sei versi, per lo più di quadrisillabi e ottonari, dove si trovano anche parole sdrucciole e tronche, fino a quel momento ritenute tipiche dei generi «umili». Tra Settecento e Ottocento scrissero canzonette Parini, Foscolo e Manzoni, che però definirono questi loro componimenti con il termine ode. STRAMBOTTO O RISPETTO) Breve componimento accompagnato dalla musica, in versi endecasillabi da quattro a dieci), rimati in vario modo. Il modello, che ha avuto origine nel Trecento e ha riscosso incredibile fortuna nel Quattrocento come canto amoroso dialogato, adotta le forme dell ottava siciliana con rime alternate) o toscana sei versi a rima alternata e un distico finale a rima baciata). Gli strambotti sono per lo più formati da una sola ottava. A lungo dimenticato, lo strambotto venne riproposto a fine Ottocento da Carducci e Pascoli. L acrostico La poesia, oltre a essere letta, deve essere anche vista e, per dare spessore all impatto visivo di un testo, si ricorre, ad esempio, all acrostico, tecnica che impone una lettura non solo orizzontale, ma anche verticale di un testo poetico, per scoprirne diversi e più ampi significati. Anche Dante si dedica a questo tipo di composizioni, ma è nel Seicento che questa tecnica trova piena consacrazione. A questo periodo appartiene, appunto, l acrostico che segue, celebre quantomeno per la posizione che occupa. Si tratta della prima ottava dell Adone di Giambattista Marino. IO chiamo te, per cui si volge e move LA più benigna e mansueta sfera, santa madre d Amor, figlia di Giove, BELla dea d Amatunta e di Citera; TE, la cui stella, ond ogni grazia piove, DE la notte e del giorno è messaggiera; TE, lo cui raggio lucido e fecondo SErena il cielo ed innamora il mondo. Se si leggono dal basso in alto le sillabe iniziali di ogni verso, a eccezione del verso 3, si ottiene l acrostico sillabico «Sete de te, bella i o» «bella, io ho sete di te»), che rivela il desiderio di Adone. All inizio del Novecento la tecnica della poesia figurata viene riproposta soprattutto dai letterati legati al movimento futurista, nell ambito del loro programma di «svecchiamento» del linguaggio poetico. scheda per conoscere IL testo 11

13 scheda il TESTO POETICO Una fruizione diversa Il primo problema che pongono componimenti di questo tipo è quello della modalità di lettura: percepito l effetto d insieme, come bisogna leggere il testo? Va letto normalmente in successione, secondo la disposizione grafica? Certamente sì, perché è quella che il poeta ha scelto, e non senza motivo. Infatti, una volta individuati i vari blocchi di testo, si impone la necessità di ricomporre il tutto per scoprire che si tratta di un testo altrimenti «normale», reso «diverso», e più ricco, dalla particolare disposizione grafica. Non basta, quindi, leggere un testo simile alla luce delle sole competenze «tecniche», occorre percepirlo con il senso della vista, analizzarlo nella sua interezza e nelle parti che lo compongono. Il valore dello spazio Anche se la valorizzazione dell aspetto iconico non riguarda che una piccola porzione dei testi poetici, resta il fatto che, almeno a partire da Giovanni Pascoli, la poesia novecentesca ha restituito importanza alla «forma» della poesia, caricando i testi e il loro significato della componente visiva. È fondamentale, in questo senso, il rapporto tra lo spazio occupato dallo scritto e quello bianco che lo circonda. Infatti una caratteristica della poesia novecentesca è la brevità del testo, che di solito «galleggia» nella pagina bianca. Si viene così a creare una sorta di contrasto tra «pieno» e «vuoto» che accresce d un valore aggiunto il senso di base del testo. Questo è un elemento che difficilmente si coglie in un antologia scolastica, che adotta per lo più la normalizzazione di tutti i testi per ottimizzare gli spazi, ma che si può facilmente verificare osservando una raccolta originale. Qui i testi sono quasi sempre impaginati in una certa maniera: talvolta in posizione centrale rispetto alla pagina, altre volte spostati verso il basso a destra o a sinistra), altre ancora spinti verso l alto a destra o a sinistra). Quindi la disposizione delle parole nella pagina, con altri elementi visivi il carattere, il corpo delle lettere), rafforza il messaggio del testo stesso amplificandone, a seconda dei casi, la valenza rassicurante, enfatica o, al contrario, il senso di angoscia, di emarginazione, di solitudine, che il poeta intende esprimere. Un altro accorgimento che arricchisce i significati del testo riguarda lo stacco, ossia la riga bianca tra i versi, oppure gli spazi che isolano parole all interno dei versi. Questa pratica, lanciata appunto da Pascoli, è stata riproposta da molti altri poeti, e rimanda a sensi e significati diversi, da chiarire di volta in volta. esempio: prendiamo come esempio Temporale, la famosa poesia di Pascoli tratta dalla raccolta Myricae. Un bubbolio lontano... Rosseggia l orizzonte, come affocato, a mare; nero di pece, a monte, stracci di nubi chiare: tra il nero un casolare: un ala di gabbiano. La forma della lirica, e in particolare la riga bianca tra il primo e secondo verso, suggerisce un legame con il genere «ballata». In tal senso il primo verso si configura come ritornello o ripresa e questo implica il carattere durativo della sensazione descritta nel verso, del resto confermata dai puntini di sospensione. Lo spazio bianco si è dunque semantizzato, nel senso che veicola un significato. È nel primo Novecento, con Ungaretti, che si arriva al culmine della sperimentazione prosodica e al superamento degli schemi metrici tradizionali con l impiego del verso libero, l abolizione della punteggiatura e i raggruppamenti di versi scanditi da intensi spazi bianchi. 12

14 PER CONOSCERE IL TESTO LIVELLO lessicale scheda Le capacità espressive di un testo poetico sono pressoché illimitate, considerando la molteplicità di rapporti di significato che i termini stabiliscono fra loro e con l intero contesto. A ogni parola, inoltre, possono corrispondere due significati: denotativo e connotativo. Con il primo termine si intende il significato letterale di una parola, quello fornito dal vocabolario, che serve per identificare o descrivere la persona, l oggetto o il concetto di cui si sta parlando referente); nel secondo caso, invece, si pone l attenzione sul significato aggiunto di un vocabolo, una sorta di valore supplementare o figurale), che amplifica così la capacità espressiva del termine stesso. L importanza del lessico La poesia, utilizzando soprattutto i significati connotativi, non ha tanto la funzione di fornire informazioni, quanto piuttosto quella di suscitare emozioni, evocare stati d animo mediante immagini nuove e impreviste. Per questo motivo la scelta lessicale operata dal poeta è fondamentale poiché, appunto, è dal singolo termine e dall accostamento di diverse parole che prende vita la moltiplicazione dei significati di un testo poetico. Tali scelte avvengono sempre in un contesto linguistico determinato storicamente, nel senso che il poeta attinge sia dalla lingua viva del suo tempo, che da quella della letteratura precedente, e proprio da questo rapporto fra tradizione e innovazione la creatività poetica trova strade sempre nuove e originali per esprimersi. Tono, registro e scelte lessicali Il lettore, sin dal primo contatto con un testo, ne avverte il tono generale. È intuitivo, infatti, comprendere se un componimento è impostato su un registro formale costruito, cioè, con un lessico elevato e accuratamente selezionato, di tipo aulico/solenne, colto, ufficiale ecc. o informale, ossia caratterizzato da un lessico semplice, colloquiale, popolare, intimo ecc. Individuato il registro prevalente, si deve valutare la presenza di elementi «dissonanti», che rimandano, cioè, a registri linguistici diversi. Questi elementi, definiti scarti proprio perché si configurano come corpi estranei rispetto al registro prevalente, spesso sono preziosi perché consentono di cogliere significati del testo o intenzioni dell autore, che sono dissimulati dietro quelli apparenti. Nella maggior parte dei casi, possono configurarsi come scarti elementi di linguaggi settoriali tecnico-scientifico, politico, burocratico ecc.) o gergali o dialettali, che vanno ogni volta raffrontati con il loro significato proprio, al fine di comprenderne la funzione. Lo stesso vale per eventuali arcaismi forme «antiche» uscite dall uso comune), neologismi termini di recente coniazione non ancora entrati nell uso comune) o forestierismi sia nel senso di prestiti da lingue moderne e straniere, che in quello di derivazioni da lingue morte come il greco e il latino). All analisi degli scarti, è bene far seguire quella della frequenza delle varie categorie grammaticali la cui insistita presenza potrebbe rivelare particolari intenzioni comunicative del poeta: non solo verbi, nomi, aggettivi, ma anche tempi e modi verbali, avverbi, pronomi, particelle pronominali e congiunzioni, in relazione tra sé e con il testo, potrebbero veicolare significati «aggiunti». Le principali figure di senso o di significato) L uso dei significati connotativi o figurali), caratteristico del linguaggio poetico ma presente anche nel linguaggio comune e prosastico, rimanda all impiego di particolari figure retoriche messe a punto sin dall antichità nell ambito di una disciplina, la retorica, appunto, che presso greci e latini era considerata l arte del parlare e dello scrivere in modo efficace e persuasivo. Si distinguono figure di senso o di significato), attraverso le quali si ha una trasformazione/moltiplicazione dei significati dei termini coinvolti, e figure di forma o di sintassi, SCHEDA 5), che alterano l ordine che le parole normalmente hanno nella frase. Esaminiamo le principali figure di senso. METAFORA Sostituzione di una parola con un altra che abbia con la prima almeno una qualità in comune. Tradizionalmente è intesa come una similitudine abbreviata e sottintesa, in cui sono scomparsi sia i consueti elementi linguistici di similitudine «come», «sembra», «pare» ecc.), sia la qualità su cui si basa il paragone. esempio: capelli d oro = capelli biondi come l oro. Le metafore, molto diffuse nel linguaggio quotidiano, possono essere costruite in vari modi: con un sostantivo nelle votazioni ha preso una valanga di voti); con un aggettivo nei suoi anni verdi, Luigi s era occupato di musica); con un verbo piovvero insulti da tutte le parti); con un predicato nominale nelle competizioni Paolo è un leone). METONIMIA Sostituzione di un termine con un altro con il quale sussiste un rapporto di relazione o di contiguità logica. esempio: abbiamo studiato Foscolo = abbiamo studiato le opere di Foscolo. Si ricorre a una metonimia quando si indica: il materiale al posto dell oggetto ho visto i bronzi di Riace ho visto le statue di bronzo trovate a Riace); l astratto per il concreto e viceversa le grandi potenze hanno deciso i rappresen- per conoscere IL testo 13

15 scheda il testo POETICO tanti degli stati più grandi e potenti hanno deciso); il contenitore al posto del contenuto abbiamo bevuto un bicchiere abbiamo bevuto un bicchiere di vino); l effetto per la causa a costo di tanto sudore a costo di tanta fatica che fa sudare); l autore per l opera è da tanto che non leggo Moravia è da tanto che non leggo un romanzo di Moravia). SINEDDOCHE Come la metafora e la metonimia, è la sostituzione di un termine con un altro con cui il primo ha un rapporto di quantità maggiore/minore. esempio: quattro ruote = macchina Si ricorre a una sineddoche quando si usa: il singolare per il plurale e viceversa l uomo è fondamentalmente egoista gli uomini sono fondamentalmente egoisti); il genere per la specie e viceversa è un bel felino è un bel gatto); la parte per il tutto e viceversa lo accolse sotto il suo tetto lo accolse in casa sua). IPALLAGE O ENALLAGE) Consiste nel riferire a un oggetto un aggettivo che semanticamente è legato a un altro sostantivo del contesto. esempio: il divin pian del silenzio verde G. Carducci), dove «verde» è unito a «silenzio» mentre si riferisce a «piano» IPERBOLE Uso di parole esagerate oltre i limiti della verosimiglianza per sottolineare un concetto. esempio: è un secolo che non ci vediamo, per dire «è molto tempo che non ci vediamo» IRONIA Si attua affermando un concetto per esprimere il suo contrario. esempio: bella prodezza picchiare uno più debole LITOTE È il contrario dell iperbole, e consiste nell attenuare un giudizio, negando il suo contrario. esempio: non le era indifferente, per dire «le interessava tanto, ne era innamorata» Altre figure di senso Accanto alle principali sopra descritte, altre figure di senso ricorrono con una certa frequenza nei testi. ALLEGORIA Una parola, nell accezione denotativa letterale), rimanda a un significato più profondo e nascosto, quindi connotativo. esempio: il significato denotativo del Veltro dantesco è «cane da caccia», quello connotativo è «riformatore spirituale e politico». ANALOGIA Collegamento tra immagini diverse e prive, in apparenza, di qualsiasi legame logico. esempio: le mani del pastore erano un vetro levigato G. Ungaretti) ANTITESI Accostamento di parole o espressioni che hanno significato opposto. esempio: Pace non trovo, e non ho da far guerra F. Petrarca) ANTONOMASIA Uso di un nome comune al posto di un nome proprio o viceversa) per sottolineare una qualità. esempio: il sommo poeta per Dante; il segretario fiorentino per Machiavelli EUFEMISMO Il ricorso a parole o locuzioni attenuate al posto di espressioni ritenute troppo «forti» o irriguardose. esempio: passato a miglior vita per dire «morto» OSSIMORO Accostamento di parole di senso opposto, che logicamente non potrebbero stare insieme. esempio: et ardo, et sono un ghiaccio F. Petrarca) PERIFRASI O CIRCONLOCUZIONE) Consiste nell indicare qualcosa o qualcuno tramite un giro di parole, anziché utilizzandone direttamente il nome. esempio: Colei che solo a me par donna F. Petrarca) per dire Laura PERSONIFICAZIONE O PROSOPOPEA) Si ha quando si tratta come persona una cosa astratta o inanimata la patria, una statua) oppure un personaggio immaginario, lontano o defunto, come se fosse reale e presente. esempio: Carducci fa dire ai cipressi «Ben lo sappiamo, un pover uomo tu se» SIMBOLO Ricorso a un oggetto concreto per indicare una delle sue qualità. esempio: fuoco per «passione d amore»; colomba per «pace» SIMILITUDINE Paragone fra due termini che presentano evidenti somiglianze, introdotta da formule del tipo «come... così», «tale... quale», «sembra...». Come la metafora, la similitudine può essere protratta e costituire il tessuto di un intero componimento. esempio: bianco come la neve SINESTESIA Particolare forma di metafora in cui si associano termini appartenenti a sfere sensoriali diverse. esempio: l oscura voce, fredde luci parlano E. Montale) 14

16 PER CONOSCERE IL TESTO LIVELLO SINTATTICO scheda L organizzazione sintattica del discorso e la disposizione delle parole sono elementi essenziali per amplificare il valore espressivo di un testo poetico. Come avviene per tutti gli altri testi, la combinazione sintattica in poesia può avvenire per paratassi o per ipotassi. Nel primo caso troveremo proposizioni coordinate, nel secondo le frasi saranno invece legate da rapporti di subordinazione. I due tipi di costruzione si prestano a diversi scopi e ottengono effetti espressivi diversi: la paratassi, in genere, suggerisce l effetto di semplicità, perché gli elementi di comunicazione sembrano presentati in un ordine naturale, immediato, anche se, talvolta, può suscitare un impressione di sobria solennità. L ipotassi, che si avvale di periodi complessi in quanto ricchi di subordinate, ha invece l effetto di complicare il ritmo e il senso della poesia, tanto da risultare preferibile per esprimere l intreccio di riflessioni e sentimenti, di discorsi logici e morali, fornendo nel contempo un immagine del mondo più filtrata e rielaborata dal pensiero dell autore. Gli elementi da considerare Vediamo le principali figure di forma. per conoscere IL testo Individuata la modalità sintattica prevalente, si dovrà porre l attenzione su altri elementi portanti del livello sintattico, quali i pronomi personali e dimostrativi, le persone verbali Chi parla? Chi ascolta? In quali rapporti si collocano? ecc.) e i deittici spaziali e temporali qui e ora, là e allora ecc.). Si tratta dei cosiddetti commutatori, singoli termini o passaggi che permettono di circostanziare, sotto tutti gli aspetti, il «discorso» poetico. Notevole importanza possono avere anche i tempi verbali e sarà opportuno considerare quale tempo ricorre con maggiore frequenza e quale aspetto verbale prevale momentaneo o duraturo); con pari attenzione andranno analizzati i modi verbali valutandone l impiego in rapporto al significato che ciascuno di essi genericamente esprime certezza indicativo; possibilità, eventualità, desiderio, dubbio congiuntivo e condizionale; comando, esortazione imperativo). Infine, va compresa l importanza delle congiunzioni e la loro posizione nel componimento: una «e» all inizio del testo, ad esempio, rappresenta non solo una trasgressione rispetto all uso comune, ma rivela l «urgenza» espressiva del poeta. Chi scrive, infatti, può aver fatto ricorso a questo espediente per sottintendere un discorso che presume noto al lettore, oppure per continuare un discorso interiore, o ancora per attrarre l attenzione su affermazioni già fatte ecc. Allo stesso modo, l avversativa «ma» posta all inizio del testo, può capovolgere quanto detto in precedenza o fornire elementi sostanziali per comprendere il significato di quanto espresso in precedenza ecc. Le figure di forma Un aspetto fondamentale che riguarda il livello sintattico è rappresentato dalle figure di forma. Si tratta di costruzioni sintattiche dove è più o meno evidente un alterazione dell ordine naturale delle parole tale da mettere in evidenza i nuclei centrali del «discorso» poetico. La loro funzione, infatti, è proprio quella di dare risalto a passaggi e temi portanti del testo e, al contempo, conferire una maggiore carica emotiva a tutto il discorso. ANADIPLOSI La ripresa, all inizio di un verso o di una frase, delle parole conclusive del verso o della frase precedenti. esempio: Questa voce sentiva / gemere in una capra solitaria. / In una capra dal viso semita Saba) ANAFORA La ripetizione di una o più parole all inizio di versi o enunciati successivi, finalizzata a enfatizzare l elemento ricorsivo. esempio: Per me si va nella città dolente, / per me si va nell eterno dolore, / per me si va tra la perduta gente Dante) CHIASMO La disposizione a incrocio di parole e/o intere proposizioni, per sottolinearne il legame che può riguardare il significato, o l appartenenza alla stessa categoria grammaticale verbi, nomi, aggettivi ecc.). esempio: [la primavera] brilla nell aria e per li campi esulta G. Leopardi), dove abbiamo la sequenza verbosostantivo poi ribaltata in quella sostantivo-verbo CLIMAX Successione di parole che si rifanno a uno stesso concetto ma in diverse sfumature di significato, disposte in ordine crescente o decrescente in tal caso si parla di anti-climax). esempio: esta selva selvaggia e aspra e forte Dante) ENUMERAZIONE L accumulazione di una serie di parole o proposizioni con lo scopo di esprimere con forza un concetto o conferirgli particolare enfasi o, infine, imprimere velocità a un discorso, a una descrizione, a una narrazione. L enumerazione può avvenire per asindeto gli elementi non sono collegati da congiunzioni, ma solo giustapposti), o per polisindeto con presenza sistematica di congiunzioni). esempio: I doto voi, nel mese di gennaio, / corte con fochi di salette accese / camer e letta d ogni bello arnese, / lenzuoi di seta e copertoi di vaio Folgore da San Gimignano) 15

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