I protozoi. lamblia, Entamoeba histolytica) - penetrazione diretta o per puntura di artropodi (Plasmodium

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1 I protozoi Microrganismi unicellulari ad organizzazione eucariotica,, con dimensioni variabili tra 2 e 100 m. Alcuni protozoi richiedono due o più specie ospiti nel loro ciclo vitale: ospite definitivo - quello in cui avviene la riproduzione sessuale e asessuale ospite intermedio - quello in cui avviene la riproduzione asessuale o lo sviluppo larvale. Le vie d'infezione sono sempre esogene: - ingestione (Giardia lamblia, Entamoeba histolytica) - penetrazione diretta o per puntura di artropodi (Plasmodium sp., Leishmania) - penetrazione transplacentare (Toxoplasma gondii). Toxoplasma gondii La toxoplasmosi è una zoonosi causata dal protozoo Toxoplasma gondii. È un' infezione molto diffusa ovunque siano presenti felini, che svolgono il ruolo principale nella diffusione della malattia (circa il 60% dei d gatti sono sieropositivi). Toxoplasma gondii espleta un ciclo intestinale ed extraintestinale solo nei felini, in quanto ospiti definitivi. Gli ospiti intermedi (solo con un ciclo extraintestinale senza eliminazione e del parassita nell'ambiente esterno) sono tutti i mammiferi, uomo compreso (in cui la sieropositività supera il 50%), ed i volatili. La localizzazione dei tachizoiti (forme a rapida replicazione) e dei bradizoiti (forme parassitarie tissutali a lenta replicazione) negli ospiti intermedi, come nell'ospite definitivo, avviene in vari tessuti quali muscolatura a scheletrica, polmone, fegato e cervello; mentre solo nel gatto, unico ospite definitivo, si formano schizonti,, gameti e quindi oocisti a livello intestinale. Pag. 1

2 La maggior parte dei gatti si infettano tramite l'ingestione di ospiti intermedi recanti il parassita incistato nei loro tessuti: i piccoli roditori sono i più comuni tra questi. L'ingestione dei bradizoiti maturi rappresenta la via di trasmissione più importante nel gatto e causa la produzione ed il rilascio di un numero di oocisti molto elevato. Queste sono eliminate nell'ambiente esterno nella forma non sporulata; ; in seguito, in condizioni ottimali di temperatura ed umidità sporulano diventando potenzialmente infettanti per tutti gli ospiti intermedi, uomo compreso. Toxoplasma gondii Toxoplasma gondii Il parassita si sviluppa e si moltiplica nelle cellule intestinali del gatto secondo un'alternanza di riproduzioni asessuate seguite da una sessuata (con formazione di oocisti), mentre, negli ospiti intermedi, il ciclo riproduttivo è extraintestinale, con il passaggio ai tessuti tramite il circolo ematico. Una volta ingeriti i bradizoiti,, inizia nell'epitelio intestinale del gatto il ciclo di sviluppo schizogonico durante il quale il parassita si moltiplica, distrugge l'epitelio e infettando altre cellule aumenta di numero ripetendo o il ciclo più volte fino allo sviluppo dei gameti (ciclo gametogonico). Pag. 2

3 Toxoplasma gondii L'incontro di un macrogametocita con un microgametocita determina la formazione dello zigote: l'oocisti feconda e non ancora sporulata che viene poi eliminata con le feci. oocisti Toxoplasma gondii L'oocisti sporula nell'ambiente esterno, diventando infettante per l'uomo e qualsiasi ospite intermedio, in ore di tempo in condizioni ottimali (al riparo dalla luce solare diretta) o comunque entro 4 o 5 giorni: si formano gli sporozoiti,, gli elementi infettanti. Le oocisti sono escrete per sole 1 o 2 settimane dal gatto. Durante le fasi di sviluppo intestinale, gli sporozoiti possono invadere sedi extraintestinali dando luogo allo sviluppo di bradizoiti e tachizoiti in vari tessuti. Nei felini, gatto compreso, non vi è l'eliminazione dei tachizoiti con secreti ed escreti. Pag. 3

4 Toxoplasma gondii Il decorso della toxoplasmosi è per lo più asintomatico (circa l'80% dei soggetti infettati) o con sintomi lievi (spesso simil- influenzali o simil- mononucleosi) ) nella maggior parte delle persone che acquisiscono l'infezione, fatta eccezione ovviamente per i soggetti immunodepressi o immunocompromessi. Il soggetto che contrae una toxoplasmosi resta protetto per tutto l arco l della vita da recidive, perché risponde all infezione con produzione di anticorpi e linfociti specifici. Corioretinite da Toxoplasma gondii Toxoplasma gondii Nonostante la scomparsa dei segni clinici, il parassita responsabile della toxoplasmosi rimane presente nell'organismo (sotto forma cistica, nel cervello e nei muscoli). Se, per una qualunque eventualità (malattia, cure mediche ecc.), le difese immunitarie si dovessero drasticamente abbassare il Toxoplasma gondii potrebbe nuovamente aggredire l'organismo. L'infezione nella specie umana può essere particolarmente seria se viene contratta in corso di gravidanza: può provocare aborto e difetti congeniti acquisiti nei neonati, soprattutto dell'occhio e del SNC (lesioni cerebrali che possono provocare ritardo mentale ed epilessia). Pag. 4

5 Toxoplasma gondii Per la prevenzione della toxoplasmosi in gravidanza evitare di mangiarem uova crude, carne cruda o poco cotta e gli insaccati e i salumi (unica eccezione il prosciutto cotto). Lavare con molta cura la frutta e la verdura; a questo scopo si può anche utilizzare il classico bicarbonato. Avere un gatto in casa non è di per sés controindicato, ma è importante prestare particolare attenzione alla lettiera del gatto,, che non deve essere mai toccata a mani nude, ma sempre con i guanti. Anche il terreno può essere contaminato per cui è consigliato utilizzare i guanti quando si fa giardinaggio. Toxoplasma gondii - Terapia A meno che il soggetto non si trovi in particolari condizioni (sistema immunitario indebolito o stato di gravidanza), generalmente non è necessario trattare la toxoplasmosi; la sintomatologia regredisce nel giro di poco tempo e non lascia strascichi degni di nota. Nelle donne in gravidanza: pirimetamina (ha una struttura simile al trimetoprim e inibisce la diidrofolato-reduttasi reduttasi) ) associata a sulfamidici (Metakelfin( Metakelfin: : con sulfametopirazina ). In alternativa si può usare il trimetoprim-sulfametossazolo (Bactrim). Durante il primo trimestre di gravidanza si sostituisce la pirimetamina (teratogena) con la spiramicina (Rovamicina). In ogni caso è opportuno somministrare acido folinico (o il suo precursore acido folico) per tutta la durata del trattamento. Nel bambino con toxoplasmosi congenita: stessi farmaci per anni. Pag. 5

6 Entamoeba histolytica L'Entamoeba histolytica è un'ameba parassita umana. Il nome fa riferimento al caratteristico trofozoite (forma vegetativa) mononucleato e alla sua spiccata attività necrotica. L'infezione si contrae per via diretta (contagio inter-umano) o indiretta (acque o cibi contaminati). Lo stadio infettivo è comunque sempre dovuto alla cisti protozoica. Entamoeba histolytica Trofozoite Cisti A livello dell'ileo distale inizia l'excistamento excistamento,, i trofozoiti si moltiplicano e invadono le mucose provocando ulcerazioni, emorragie e disturbi funzionali. Possono giungere nel torrente circolatorio e da qui arrivare a livello l epatico e polmonare. I trofozoiti sono una forma estremamente mobile grazie agli pseudopodi di cui sono forniti. Sono in grado di accrescersi e di moltiplicarsi i e si nutrono dei tessuti con i quali vengono in contatto. Nei tessuti umani si trova sempre e solo il trofozoite. Solo nell'intestino, e soprattutto nell'ultimo tratto del colon, il trofozoite si libera di tutte le sostanze ingerite, passando ad uno stadio precistico e successivamente cistico. Pag. 6

7 Entamoeba histolytica In questa fase il nucleo si suddivide in due e quindi ulteriormente in due, arrivando ad avere quattro nuclei. Questa cisti rappresenta lo stadio con cui il protozoo penetra in altri organismi attraverso l'ingestione di alimenti contaminati. Ingerite ed arrivate all'intestino, le cisti si rompono ed emettono il protoplasma (stadio di metacisti). Il protoplasma si suddivide in quattro porzioni, una per ogni nucleo, dando origine ai trofozoiti. Attraverso l'azione dei loro enzimi, scavano piccole cavità nello spessore della mucosa intestinale, dove si localizzano. Entamoeba histolytica Trofozoite Cisti Più comune nelle zone tropicali e subtropicali, ma si trova anche nelle n zone temperate. Provoca la dissenteria amebica i cui sintomi principali sono diarrea abbondante, con presenza di muco e sangue nelle feci. Terapia: per soggetti asintomatici: paromomicina (Humatin)) o diloxanide furoato (Furamide?); per soggetti sintomatici: metronidazolo e tinidazolo,, seguito dal trattamento per soggetti asintomatici. Pag. 7

8 Giardia lamblia è un parassita dell'intestino tenue dell'uomo e di altri mammiferi (in particolare dei primati e del maiale), responsabile della giardiasi. Il ciclo vitale di Giardia lamblia prevede l'alternanza di due forme, una quiescente (cisti) e una vegetativa (trofozoite( trofozoite). Giardia lamblia Giardia lamblia è un parassita dell'intestino tenue dell'uomo e di altri mammiferi (in particolare dei primati e del maiale), responsabile della giardiasi. Il ciclo vitale di Giardia lamblia prevede l'alternanza di due forme, una quiescente (cisti) e una vegetativa (trofozoite( trofozoite). La forma quiescente, presente in cibo e acqua contaminati da materia fecale (da dove può essere assorbita per ingestione nell'organismo ospite) è costituita da cisti ovoidali, dotate di 4 nuclei e caratterizzate da pareti spesse. La forma vegetativa è costituita da trofozoiti a simmetria bilaterale con aspetto di piccola pera. Sulla faccia ventrale si trovano quattro paia di flagelli e un disco ventrale. Il disco ventrale aderisce alla mucosa intestinale dell'ospite, dalla quale assume il nutrimento. Giardia lamblia Pag. 8

9 Non ha un ciclo extraintestinale. Il parassita viene espulso nell'ambiente con le feci, sotto forma di cisti. Questa è difficile da debellare in quanto riesce a resistere a trattamenti di disinfezione, come per esempio il cloro. Una volta ingerita, la cisti resiste agli acidi gastrici e, arrivata nell'intestino tenue, diventa trofozoite.. A questo punto il parassita si aggancia alla mucosa dell'intestino, producendo infiammazione tissutale, e comincia a replicarsi scatenando la malattia. Alcuni trofozoiti fuoriescono con le feci ma muoiono rapidamente. Altri trofozoiti si tramutano in cisti man mano che attraversano il tubo digerente e vengono eliminati con le feci. Da questo momento il processo riparte. Giardia lamblia Giardia lamblia L'infezione avviene già con una ridotta dose di cisti ingerite. Secondo l'oms, con sole 10 cisti ingerite si ha una possibilità di infezione del 100%. Ma all'infezione non sempre corrisponde una sintomatologia clinica. Il manifestarsi dei sintomi dipende infatti da molti fattori: l'età, la situazione immunitaria, lo stato di nutrizione del soggetto. I pazienti asintomatici variano dal 36% all'86%. I sintomi appaiono da 1 a 75 giorni dall'ingestione delle cisti. E sono prevalentemente: dolori addominali, diarrea grassa e giallastra, perdita di peso, disidratazione. I sintomi possono durare anche 2-42 settimane. Una parte delle persone infettate guarisce, ma in un 30-50% dei casi la patologia cronicizza. In questi soggetti il parassita si replica a fasi intermittenti con diarrea ricorrente. Pag. 9

10 Giardia lamblia Giardia lamblia è ubiquitaria e si trova soprattutto nella porzione superficiale delle acque. Per prevenire la malattia bisogna evitare comportamenti a rischio come fare il bagno in acque inquinate, bere da fontane dove d l'acqua non è potabile o mangiare cibo lavato con acqua non potabile. In caso di malattia, trattamento di prima scelta: Metronidazolo (Flagyl)) o Tinidazolo (Trimonase)) o Albendazolo (Zentel)) o Mebendazolo (Vermox) Nelle gravide: Paromomicina (Humatin). Trichomonas vaginalis T. vaginalis è un flagellato di forma tondeggiante, che si muove grazie a quattro flagelli nella parte frontale, che utilizza come una frusta, e grazie ad un quinto flagello attaccato ad una membrana ondulante posto sul retro. T. vaginalis esiste solo in forma di trofozoite e non presenta forma cistica. È diffuso in tutto il mondo e viene trasmesso principalmente per via sessuale, molto raramente attraverso oggetti contaminati. I neonati possono esserne infettati qualora il canale del parto ne sia infetto e possono presentare infezioni oculari o respiratorie. Nelle gravide con infezione cronica possono verificarsi parti prematuri o neonati con basso peso. Si tratta di un parassita enormemente diffuso; è il patogeno più comune trasmesso per via sessuale, perfino più comune della clamidia. È molto più comune nelle donne che negli uomini che tendono ad essere portatori asintomatici. La prevalenza è variabile dal 3 sino al 25% nelle aree urbane. Pag. 10

11 Trichomonas vaginalis T. vaginalis in buona parte dei casi è asintomatico o dàd come unico sintomo secrezioni vaginali acquose maleodoranti o di aspetto schiumoso. Nei casi di trichomoniasi si verifica irritazione ed infiammazione dell'epitelio della vagina o dell'uretra, più raramente della prostata. I sintomi più comuni sono prurito, bruciore e minzione dolorosa. Il farmaco d'elezione per la trichomoniasi è il metronidazolo o il tinidazolo. T. vaginalis adeso a cellula epiteliale vaginale; a destra un parassita libero. Malaria La malaria è provocata da protozoi del genere Plasmodium.. Fra le varie specie di Plasmodium quattro sono le più diffuse, ma la più pericolosa è Plasmodium falciparum,, con il più alto tasso di mortalità fra i soggetti infestati. Il serbatoio del parassita è costituito dagli individui infettati in maniera cronica. I vettori sono zanzare del genere Anopheles. La malaria è la più diffusa fra tutte le parassitosi, con il suo quadro clinico di malattia febbrile acuta che si manifesta con segni di gravità diversa a seconda della specie infettante. La sua diffusione attuale non si limita alle aree tropicali dell'america del sud, dell'africa e dell'asia, ma interessa sporadicamente anche gli USA e altri paesi industrializzati, in cui casi clinici della malattia possono apparire a seguito di spostamenti di persone che contraggono la malattia in zone in cui essa è endemica. La malaria è la più importante parassitosi e la seconda malattia infettiva al mondo per morbilità e mortalità dopo la tubercolosi, con 500 milioni di nuovi casi clinici all'anno (di cui il 90% in Africa tropicale) e 1 milione di morti all'anno. Il 40% della popolazione mondiale vive in zone in cui la malaria è endemica, situate in aree tropicali e subtropicali e a un'altitudine inferiore ai 1800 metri. Ogni anno circa viaggiatori europei e americani si ammalano di malaria. Pag. 11

12 Malaria Poiché la malaria in Italia è stata eradicata,, vi si registrano solo singoli casi sporadici. La maggior parte degli episodi che si manifestano in Italia è di importazione: colpisce turisti, viaggiatori o immigrati provenienti dalle aree endemiche. La maggior parte delle infezioni malariche sono dovute a quattro specie di Plasmodium: P. falciparum (responsabile della terzana maligna) P. vivax (responsabile della terzana benigna) P. ovale (responsabile della terzana benigna) P. malariae (responsabile della quartana). Quelle di febbre "terzana" e "quartana" sono definizioni fuorvianti, perché solo una minima parte dei casi di malaria si presenta con febbre intermittente, ogni 48 ore (terzana, ogni terzo giorno) od ogni 72 ore (quartana, ogni quarto giorno). La diagnosi di specie è importante perché la malaria da P. falciparum è potenzialmente mortale. Le forme di malaria da P. falciparum sono più gravi perché il plasmodio infetta tutti gli eritrociti e provoca parassitemie più alte, a differenza di P. vivax e P. ovale che infettano i reticolociti (eritrociti giovani) e di P. malariae che infetta quelli vecchi. La mortalità in un paziente non-immune e non trattato può arrivare fino al 20%. Diffusione della malaria La malaria si verifica generalmente nelle aree in cui le condizioni oni ambientali consentono la moltiplicazione del parassita nell'insetto vettore.. Quindi la malaria è solitamente confinata alle aree tropicali e subtropicali e ad altitudini inferiori ai metri. Comunque tale distribuzione può essere modificata da cambiamenti climatici (specialmente il surriscaldamento globale) e gli spostamenti delle popolazioni. Pag. 12

13 Diffusione della malaria In Africa settentrionale la malaria è poco presente e predomina P. vivax. In Africa centrale e orientale predomina P. falciparum,, ma sono presenti anche P. vivax e P. malariae. In Africa occidentale predomina P. falciparum,, ma è molto diffuso anche P. ovale; presente ma raro P. vivax. Nelle isole dell'oceano Indiano e nel Sudest Asiatico predomina P. falciparum,, ma sono presenti anche P. vivax e P. malariae. Nel subcontinente indiano predomina P. vivax,, ma è presente anche P. falciparum. Nelle isole dell'oceano Pacifico e in America centrale sono presenti enti sia P. vivax sia P. falciparum. Presenza della malaria: scala del rischio Rischio molto limitato Rischio di malaria da P. vivax o da P. falciparum clorochino sensibile Rischio di malaria con possibile presenza di ceppi clorochino resistenti Alto rischio di malaria da P. falciparum chemio-resistente, o moderato / basso rischio di malaria da P. falciparum con alta diffusione di ceppi chemio-resistenti. Pag. 13

14 Zanzara del genere Anopheles La malaria viene trasmessa da zanzare del genere Anopheles. Queste zanzare non solo sono vettori della malaria, ma fungono anche da ospiti definitivi per le specie di Plasmodium,, in quanto il ciclo sessuato del parassita ha luogo nella zanzara. Diverse specie di Anopheles trasmettono la malaria in varie parti del mondo. Tuttavia, delle oltre 200 specie di Anopheles,, meno della metà fungono da vettori della malaria umana. Le zanzare del genere Anopheles si distinguono da altri generi perché possiedono palpi di lunghezza uguale a quella della proboscide. Testa di Anopheles che mostra la lunghezza dei palpi (freccia rossa) confrontata con la proboscide (freccia blu). Zanzara del genere Anopheles Inoltre molte zanzare del genere Anopheles assumono una posizione a testa in giù quando succhiano il sangue dall'ospite. Pag. 14

15 Modalità di trasmissione e ciclo vitale del Plasmodio La forma infettante del plasmodio è lo sporozoita il quale è presente all'interno delle ghiandole salivari di zanzare femmine appartenenti al genere Anopheles da cui vengono inoculati nell'ospite durante il pasto di sangue. Modalità di trasmissione e ciclo vitale del Plasmodio Dopo una breve permanenza nel circolo ematico, entro 45 minuti dal pasto ematico gli sporozoiti invadono gli epatociti (cellule del fegato), per i quali hanno un tropismo elevato. Pag. 15

16 Modalità di trasmissione e ciclo vitale del Plasmodio All'interno dell'epatocita inizia la prima fase di moltiplicazione asessuata (fase esoeritrocitaria ovvero esterna ai globuli rossi) detta anche schizogonica. Tale fase ha una durata variabile a seconda della specie (dai giorni per P. falciparum a circa 15 per P. malariae) ) e determina la formazione d'uno schizonte,, che si rompe e che a seguito della lisi dell'epatocita, riversa in circolo migliaia di merozoiti mononucleati, che vanno ad infettare gli eritrociti (il più delle volte un merozoita per emazia). Modalità di trasmissione e ciclo vitale del Plasmodio All'interno delle emazie (fase intraeritrocitaria) comincia un nuovo ciclo di riproduzione asessuata. Il merozoite, infatti, si muta in trofozoite (forma vegetativa) morfologicamente distinguibile in trofozoite immaturo (con una forma ad anello) e maturo (con citoplasma più allargato). Successivamente il trofozoite si trasforma in uno schizonte di dimensioni più piccole rispetto a quelli intraepatocitari e contenenti in genere fino ad un massimo di 24 merozoiti. I merozoiti, dopo la rottura dello schizonte,, determinano la lisi della membrana del globulo rosso infettato e si riversano in circolo pronti ad infettare nuove specie e ad iniziare iziare un nuovo ciclo riproduttivo. Pag. 16

17 Modalità di trasmissione e ciclo vitale del Plasmodio Tale ciclo risulta essere regolare: in particolare, dura 48 ore per P. falciparum, P. vivax e P. ovale,, e 72 ore per P. malariae. Durante la rottura dei globuli rossi vengono rilasciate sostanze pirogene che determinano la comparsa dei classici picchi febbrili qualora le infezioni degli eritrociti siano diventate sincrone. Nelle infezioni da P. vivax e P. ovale alcuni degli sporozoiti possono persistere quiescenti nelle cellule epatiche (ipnozoiti( ipnozoiti,, forme "dormienti") e rimanere in tale stato per mesi od anni per poi potersi riattivare ciclicamente determinando o la comparsa di ricadute. Un fenomeno analogo può presentarsi anche nel caso di P. falciparum e P. malariae: : in tali casi la causa consiste nella persistenza, nel circolo ematico, d'una parassitemia troppo bassa per poter essere rivelata. Modalità di trasmissione e ciclo vitale del Plasmodio Dopo vari cicli alcuni trofozoiti si differenziano in forme eritrocitarie sessuate (gametociti). Sono queste le forme che permettono il mantenimento del ciclo del plasmodio nell'ambiente: l'uomo è il serbatoio dei gametociti da dove pescano le zanzare. Il microgametocita (maschio) e il macrogametocita (femmina) vengono ingeriti dall'anopheles alla puntura di un individuo infettato, durante un nuovo pasto ematico. Il ciclo sessuato nella zanzara è detto sporogonico. Pag. 17

18 Modalità di trasmissione e ciclo vitale del Plasmodio Nello stomaco dell'insetto, i gametociti escono dal globulo rosso che li ospita: il nucleo del microgametocita subisce varie divisioni mitotiche e forma otto microgameti maschi, flagellati. I macrogametociti, invece, non vanno incontro a processi di divisione e, comunque, la loro popolazione è più ampia di quella dei microgametociti. Un microgamete flagellato penetra nel macrogamete e successivamente, dopo una fase di meiosi, si forma lo zigote che poi diventa più lungo e mobile (oocinete( oocinete), invade la parete del medio intestino della zanzara, dove s'incista diventando un'oocisti oocisti. Modalità di trasmissione e ciclo vitale del Plasmodio Questa va incontro a riproduzione asessuata che determina la formazione di migliaia di sporozoiti allorquando l'oocisti è ormai matura. Successivamente l'oocisti si rompe e libera gli sporozoiti che raggiungono le ghiandole salivari della zanzara e vengono inoculati nell'uomo alla successiva puntura, con ripetizione di tutto il ciclo. La fase di sviluppo all'interno della zanzara dura da 8 giorni ad un mese a seconda di vari fattori tra cui la specie infettante di plasmodio ed anche fattori climatici. Pag. 18

19 Modalità di trasmissione e ciclo vitale del Plasmodio Altre vie di trasmissione della malaria Oltre alla modalità classica di trasmissione, esistono anche altre possibilità di contrarre tale malattia: Somministrazione di sangue infetto: tipico il caso di trasfusioni di sangue, per incidenti o per malattie ma anche per lo scambio di siringhe infette, comune tra i tossicodipendenti; tale modalità di diffusione compare infatti spesso nei paesi africani, dove malaria e AIDS si manifestano entrambe in uno stesso soggetto. Trasmissione transplacentare: la madre trasmette il plasmodio al figlio durante la gravidanza. Pag. 19

20 Sintomi della malaria Periodo d'incubazione della malaria Il tempo che va dall'infezione con la puntura di zanzara alla comparsa dei segni e dei sintomi della malaria è detto periodo d'incubazione. Questo è variabile e dipende dalla carica infettante iniziale di sporozoiti iniettati dalla zanzara: P. falciparum 9-14 giorni P. vivax giorni P. ovale giorni P. malariae giorni. Pag. 20

21 Terapia della malaria I farmaci anti-malarici impiegati nella terapia della malaria non sono necessariamente gli stessi validi per la profilassi anti-malarica e non lo sono certamente le posologie (cioè le dosi) con cui sono impiegati. Alcuni di essi hanno importanti controindicazioni ed effetti collaterali. Attualmente la terapia di elezione è la seguente: per la malaria causata da Plasmodium falciparum sensibile alla clorochina: clorochina per la malaria causata da Plasmodium falciparum resistente alla clorochina e in zone endemiche: chinino per os (o in caso di infezioni gravi chinidina per ev) ) associata a doxiciclina (o clindamicina nei bambini) per ridurne la durata della terapia per la malaria causata da Plasmodium malariae, P. vivax e P. ovale: clorochina (associata negli ultimi due casi a primachina per uccidere anche gli ipnozoiti). Altri farmaci antimalarici: METAKELFIN (sulfametopirazina + pirimetamina) ) per terapia e profilassi della malaria sostenuta da P. falciparum,, P. vivax,, P. malariae,, P. ovale. Distribuzione delle farmaco-resistenze resistenze La Zona A è caratterizzata dalla presenza di ceppi di plasmodio sensibili alla clorochina; è ormai limitata all'america centrale, ai Caraibi e al Medio Oriente. La Zona B è caratterizzata dalla prevalenza di P. vivax,, con presenza di ceppi di P. falciparum resistenti alla clorochina,, e comprende il subcontinente Indiano e l'iran. La Zona C interessa tutte le altre regioni malariche, nelle quali i prevalgono ceppi di P. falciparum clorochino-resistenti resistenti. Questa è una classificazione a grandi linee, perché l'epidemiologia della malaria e i "pattern" di farmaco-resistenza resistenza variano molto, spesso anche a distanza di pochi chilometri, e sono in continua evoluzione, a causa c dell'impiego intensivo e spesso improprio dei farmaci antimalarici, ma anche influenzati da sconvolgimenti ecologici e disastri naturali i (per esempio uragani e tifoni). Pag. 21

22 Farmaci antimalarici: chinino Solfato basico di chinina, il principale alcaloide presente nelle e cortecce di Cinchona che contiene più di 30 alcaloidi (tra cui cinconina, chinidina): è un genere di piante arboree delle Ande, famiglia delle Rubiaceae,, comprendenti specie conosciute col nome di china. Oggi è coltivata in Africa, America latina e Indonesia. Farmaci antimalarici: chinino Il chinino è un alcaloide naturale con proprietà antipiretiche, antimalariche e analgesiche. Il chinino è un potente farmaco efficace contro le quattro specie del Plasmodium. È uno schizonticida del sangue, ma non agisce sulla fase eso- eritrocita o gametocita. È stato il farmaco principalmente usato per la cura della malaria fino alla scoperta della clorochina.. Oggi sta tornando come rimedio principe in quanto verso la clorochina si sono manifestate importanti e diffuse resistenze. Il chinino è,, ad oggi, lo strumento più efficace contro la malaria dato che debella velocemente il parassita e determina lo sfebbramento.. Viene somministrato per via endovenosa e ha azione sulle cellule del pancreas. p Questa azione induce una ipoglicemia, per cui è necessario monitorare i valori glicemici per la somministrazione di glucosio per via endovenosa. Il chinino è un rimedio efficace contro la malaria ma è anche un farmaco altamente tossico. Gli effetti collaterali (cinconismo( cinconismo) ) consistono in vomito, diarrea e disturbi visivi ed auditivi. Questi ultimi, spesso, non n sono risolvibili neanche dopo sospensione della cura. Attualmente sono segnalate delle resistenze nel sud est asiatico: : Cambogia, Vietnam e Thailandia. Si è notato che le resistenze possono essere superate aumentando le dosi. Pag. 22

23 Farmaci antimalarici: clorochina Farmaco utilizzato per la prevenzione e il trattamento della malaria. aria. È stata per lungo tempo il medicamento principale nella profilassi chemioterapica della malaria; attualmente il suo impiego è limitato, essendo stato riscontrato negli ultimi anni un crescente numero di ceppi resistenti, specie nel Plasmodium falciparum,, mentre mantiene ancora la sua attività contro il Plasmodium vivax, Plasmodium ovale, Plasmodium malariae e per qualche ceppo di Plasmodium falciparum. Gli effetti collaterali della clorochina comprendono prurito, disturbi gastroenterici, cefalea e disturbi della vista. Presenta anche tossicitt ossicità a livello del SNC e può quindi provocare convulsioni, allucinazioni, psicosi e incubi. Farmaci antimalarici: primachina La primachina non viene commercializzata in Italia e non viene utilizzata per il trattamento delle forme acute, ma per la bonifica ica dalle forme intraepatiche (ipnozoiti)) di P. vivax e P. ovale,, per prevenire le recidive. Alcuni degli effetti indesiderati sono vomito, nausea, anoressia, anemia emolitica, dolore addominale, leucopenia.. Possiede anche azione gameticida nei confronti di tutte le quattro specie di plasmodi che infettano l'uomo. Pag. 23

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