IL VOLONTARIATO NEI MUSEI E NEL SETTORE CULTURALE

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1 IL VOLONTARIATO NEI MUSEI E NEL SETTORE CULTURALE Un manuale europeo A cura di: Cristina Da Milano, Kirsten Gibbs e Margherita Sani

2 Editore: Associazione Slovena Musei Stampa: TIPOGRAFIA FANTI srl, Imola, Italia CIP - Kataložni zapis o publikaciji Narodna in univerzitetna knjižnica, Ljubljana 069: (4)(035) Il VOLONTARIATO nei musei e nel settore culturale : un manuale europeo / a cura di Cristina Da Milano, Kirsten Gibbs e Margherita Sani ; [traduzione di Simona Bodo]. - Ljubljana : Associazione slovena musei, 2009 ISBN Da Milano, Cristina Copertina: I primi trenta volontari al Deutsches Museum. Foto: Deutsches Museum.

3 IL VOLONTARIATO NEI MUSEI E NEL SETTORE CULTURALE Un manuale europeo A cura di: Cristina Da Milano, Kirsten Gibbs e Margherita Sani

4 IL VOLONTARIATO NEI MUSEI E NEL SETTORE CULTURALE VOCH Crediti fotografici Copertina - I primi trenta volontari del Deutsches Museum. Foto: Deutsches Museum. Pagine 3, 14, 33, 67, 83, 84 - Volontari presso il Manchester Museum e l Imperial War Museum North. Foto: Steven Devine, Scott Kershaw e Kate Clancy. Pagina 8 - I primi trenta volontari del Deutsches Museum. Foto: Deutsches Museum. Pagine 12, 18, 63, 102/103 - MUSIS, Associazione per il sostegno dei musei e delle collezioni private in Stiria. Foto: Evelyn Kaindl-Ranzinger. Pagina 16 - Riparazioni effettuate dai volontari. Foto: Deutsches Museum. Pagina 21 - MUSIS, Associazione per il sostegno dei musei e delle collezioni private in Stiria. Foto: Heimo Kaindl. Pagina 25 - Incontro annuale dei volontari con la direzione del museo, Foto: Deutsches Museum. Pagina 28 - Museo delle Belle Arti (Budapest). Foto: Imre Németh. Pagina 39 - Corso di formazione per volontari su come maneggiare e imballare oggetti al Cambridge & County Folk Museum. Foto: Cambridge & County Folk Museum. Pagina 50 - Riparazioni effettuate dai volontari. Foto: Deutsches Museum. Pagine 56 - Associazione dei musei sloveni. Foto: Bojan Salaj. Pagine 59 - Associazione dei musei sloveni. Foto: Tomaž Lauko. Pagina 65 - Dal gruppo editoriale del Festivaletteratura di Mantova. Pagina 76 - PEN Y FAN - Pavimentazione di un sentiero. Foto: National Trust Youth Discovery. Pagina Roger Gagg, Direttore degli Amici dei Musei e Mark Richards, Direttore operativo, revisionano l ultimo numero della newsletter degli Amici. Foto: National Museum Wales. 2. MUSIS, Associazione per il sostegno dei musei e delle collezioni private in Stiria. Foto: Evelyn Kaindl-Ranzinger. Pagina Una volontaria del museo collabora alle vendite del bookshop; 2. Volontari promuovono le attività del museo in una fiera espositiva. Foto: Archivio Museo del Tessuto. Pagina 90 - Esemplare dell erbario del Manchester Museum. Foto: Paul Cliff. Pagina 95 - MUSIS, Associazione per il sostegno dei musei e delle collezioni private in Stiria. Foto: Archiv Hartberg Museum. PROGETTO GRAFICO Dinamo Project, Imola, Italia TRADUZIONE di Simona Bodo Il presente progetto è finanziato con il sostegno della Commissione Europea. L autore è il solo responsabile di questa pubblicazione e la Commissione declina ogni responsabilità sull uso che potrà essere fatto delle informazioni in essa contenute.

5 IL VOLONTARIATO NEI MUSEI E NEL SETTORE CULTURALE IL VOLONTARIATO NEI MUSEI E NEL SETTORE CULTURALE I diversi contesti europei PER il volontariato culturale 6 Introduzione 9 Il volontariato nel settore culturale in Europa Cristina Da Milano 12 Il volontariato nei contesti nazionali: l Austria 14 Il volontariato nei contesti nazionali: l Italia 16 Il volontariato nei contesti nazionali: la Slovenia 18 Il volontariato nei contesti nazionali: il Regno Unito 22 VoCH- Volunteers for Cultural Heritage: il progetto nel contesto europeo Massimo Negri 26 Promuovere la cittadinanza attiva: conclusioni del Workshop 2007 di EMF Lavorare con i volontari nei musei E nel settore culturale 29 Principali tendenze del volontariato nel settore culturale in Europa 31 La vostra organizzazione è pronta per avviare un programma con i volontari? Adele Finley 34 Lavorare con i volontari: un introduzione alle buone pratiche Bridget Yates 40 Attivi nei musei: i cittadini come volontari Hannelore Kunz-Ott 42 Come cominciare - Costruire nuove alleanze Izabella Csordás 46 Decidi il tuo futuro: un programma innovativo per volontari Adele Finley 48 Esperienze inestimabili: volontari al Deutsches Museum, Monaco di Baviera Thomas Brandlmeier 51 Il reclutamento dei volontari: linee guida e buone pratiche Claudia Peschel-Wacha 52 Le nostre collezioni per la nostra comunità : favorire il coinvolgimento dei volontari Beverley Hoff 53 Una nuova figura per un nuovo edificio: il coordinatore dei volontari alla Chester Beatty Library, Dublino Justyna Chmielewska 54 Linee guida per i coordinatori dei volontari Linda Brooklyn 55 La formazione dei professionisti al lavoro con i volontari all interno dei musei Janja Rebolj 60 La formazione per i volontari Evelyn Kaindl-Ranzinger 64 Il Festivaletteratura di Mantova Maria Guida 66 Il volontariato come via di accesso al mondo del lavoro Adele Finley 68 Il programma di formazione e di volontariato In Touch Adele Finley 71 Raggiungere nuove comunità: il progetto Museums Connect Janja Rebolj 73 Rispondere ad una comunità che cambia Justyna Chmielewska 74 Volontari anziani nei musei spagnoli José Luis Jordana Laguna 77 Giovani volontari al National Trust Stefan Wathan 79 VALUE: Volontari e Apprendimento lungo tutto l arco della vita nelle Università europee Alison Hughes 80 L accreditamento per gli studenti volontari presso il museo e il servizio per le collezioni speciali dell Università di Reading Rhianedd Smith 84 Amici dei musei e volontariato 85 Amici all Amgueddfa Cymru - Museo Nazionale del Galles Mark Richards 87 Rafforzare le relazioni: il Museo del Tessuto di Prato e l Associazione degli Amici dei musei Filippo Guarini e Chiara Lastrucci 89 La curatela di collezioni botaniche su Internet Leander Wolstenholme 91 Adattarsi o scomparire! I piccoli musei gestiti da volontari hanno ancora un futuro? Liesbeth Tonckens 94 Volontari al Museo di Hartberg Evelyn Kaindl-Ranzinger 96 Autori 98 Riferimenti bibliografici 100 I partner di VoCH

6 6 I DIVERSI CONTESTI EUROPEI PER IL VOLONTARIATO CULTURALE I DIVERSI CONTESTI EUROPEI PER IL VOLONTARIATO CULTURALE 7 Questo manuale è il prodotto finale del progetto europeo biennale Il volontariato nel settore culturale (VoCH), finanziato nell ambito del Programma per l apprendimento permanente dell UE, sottoprogramma Grundtvig, che si è svolto tra Novembre 2007 e Ottobre Il concetto di fondo su cui si è basato il progetto è il riconoscimento della sempre maggiore importanza che i volontari e le diverse forme di volontariato ricoprono oggigiorno nell ambito della tutela del patrimonio culturale e della gestione delle istituzioni culturali, tra cui molti musei. Il patrimonio culturale è un settore strategico per la politica dell UE, dal momento che è considerato una delle componenti che possono favorire l integrazione tra le diverse anime che formano l Europa attraverso il riconoscimento delle differenze e delle similitudini che caratterizzano le culture e le tradizioni locali e nazionali. La conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale richiedono risorse considerevoli, finanziarie e umane. In alcuni Paesi europei la responsabilità dello stanziamento di queste risorse è condivisa tra il settore pubblico e quello privato, spesso con il sostegno decisivo dei volontari, in modo da poter garantire il controllo e la tutela dei luoghi, dei monumenti, dei siti e degli oggetti di interesse storico e culturale, nonché la loro valorizzazione per le generazioni future, al fine di contribuire alla comprensione di un passato comune e al rafforzamento dei legami tra i cittadini europei. Il progetto VoCH ha analizzato questo fenomeno a livello europeo, identificando diverse forme di volontariato e settori di attività in cui i volontari operano. Le attività svolte durante il progetto e i risultati ottenuti comprendono: Una ricerca a livello europeo sul volontariato nel settore culturale; L individuazione di casi di studio ed esempi di buone pratiche; La progettazione e la realizzazione di brevi attività Cristina Da Milano - Kirsten Gibbs - Margherita Sani formative destinate sia ai volontari sia ai coordinatori in Austria, Slovenia, Italia e Regno Unito; Conferenze internazionali e diverse attività di comunicazione. La documentazione relativa a tutti gli aspetti elencati ognuno dei quali ha contribuito alla realizzazione del presente manuale è disponibile sul sito web del progetto ( Linguaggio e terminologia I partner del progetto VoCH consapevoli del fatto che la parola volontariato assume significati diversi a seconda dei contesti in cui viene utilizzata hanno adottato la definizione di volontariato fornita dal Centro Europeo per il Volontariato (CEV), secondo la quale il volontariato è un attività intrapresa: Per libera volontà, scelta e motivazione della persona; Senza interesse di lucro; In un ambiente organizzato (all interno di organizzazioni, centri di volontariato, gruppi più o meno organizzati, ecc.); Con lo scopo di giovare a qualcun altro, rispetto al volontario, ed alla società nel suo complesso, contribuendo all affermazione di valori di interesse generale (pur riconoscendo che fare volontariato porta benefici anche al volontario). 1 In questa pubblicazione il termine professionista si riferisce al personale retribuito (interno o esterno al museo o all istituzione culturale). Pur concordando sul fatto che i volontari possono avere un livello di conoscenze e competenze simile a quello del personale retribuito, abbiamo volutamente utilizzato il termine professionisti per differenziare i volontari dal personale retribuito. Il termine coordinatore dei volontari indica la persona che all interno del museo o dell istituzione culturale gestisce il programma di volontariato, e/o si occupa dell orientamento e della formazione dei volontari, e/o supervisiona la loro attività. Si tratta di un compito che può essere retribuito oppure svolto su base volontaria. Che cosa è questo manuale e a chi si rivolge Lo scopo di questa pubblicazione è quello di presentare una panoramica del volontariato nel settore culturale sia nei Paesi partner del progetto sia in altri Paesi dell UE per identificare le tendenze attuali, sviluppare attività di formazione mirate e fornire uno strumento utile a coloro che lavorano in questo settore o che vi svolgono attività di volontariato. Il volume è rivolto principalmente ai coordinatori dei volontari e ai professionisti dei musei e delle istituzioni culturali che già lavorano con i volontari, nonché a coloro interessati a saperne di più sull argomento. Il libro comprende contributi che illustrano il contesto europeo e nazionale riferito ai Paesi partner del progetto e saggi relativi alle modalità di reclutamento, ai processi motivazionali, alla gestione e al riconoscimento dei volontari. Inoltre, la pubblicazione contiene numerosi casi di studio che vengono presentati ai lettori allo scopo di effettuare confronti, suggerire nuove idee e diventare fonti di ispirazione. La gestione dei volontari non si differenzia poi sostanzialmente dalla gestione di altre attività: di conseguenza, abbiamo deciso di limitare al minimo indispensabile i contributi teorici (che quando sono presenti sono comunque ben collegati a esperienze pratiche) per lasciare spazio ad esempi concreti, relativi a musei piccoli e grandi, a festival, a scavi archeologici e a campagne per la tutela del patrimonio culturale. Nell ambito del progetto VoCH non siamo riusciti ad analizzare tutti i tipi di volontariato: questa pubblicazione, ad esempio, non comprende quei musei molto speciali che sono gli ecomusei, che basano la propria esistenza quasi esclusivamente sul coinvolgimento su base volontaria delle comunità in cui si trovano. Anche gli stage e gli apprendistati così come il servizio prestato a titolo volontario dagli organi di governo di una istituzione non sono stati presi in considerazione in questa sede. Il progetto VoCH ha fatto seguito ad altri progetti europei dedicati ai temi dell apprendimento permanente e della cittadinanza attiva, ai quali alcuni dei partner hanno partecipato. Come conseguenza di queste esperienze pregresse, si è deciso di considerare i volontari come adulti coinvolti in processi di apprendimento permanente di tipo informale che avvengono in contesti lavorativi, e di valorizzare il contributo che forniscono alla società in termini di cittadinanza attiva. Il progetto ha sottolineato la necessità che le istituzioni che ospitano volontari al proprio interno offrano loro una formazione adeguata, non solo per permettergli di acquisire le conoscenze e le competenze necessarie allo svolgimento delle mansioni loro affidate ma anche per contribuire alla loro crescita individuale, in qualità di membri della comunità e di cittadini europei. Speriamo che questo manuale possa diventare un utile strumento per raggiungere gli scopi sopra elencati e che possa anche favorire lo scambio e la condivisione delle buone pratiche tra colleghi a livello nazionale e internazionale, attraverso la formazione e l aggiornamento permanente e la creazione di reti informali. NOTE 1 - Manifesto for Volunteering in Europe 2006 ( be/documents/cevmanifesto_en_it_nl.pdf).

7 8 I DIVERSI CONTESTI EUROPEI PER IL VOLONTARIATO CULTURALE I DIVERSI CONTESTI EUROPEI PER IL VOLONTARIATO CULTURALE 9 Cristina Da Milano Il volontariato è una pratica diffusa che viene svolta con modalità diverse in Europa e nel mondo e riflette differenti approcci e tradizioni. Ha caratteristiche comuni e, secondo il Manifesto per il Volontariato in Europa,1 può essere definita come un attività condotta: Per libera scelta, volontà e motivazione; Senza implicazioni economiche (non remunerata); In un contesto organizzato (ad esempio, organizzazioni non profit, centri per il volontariato o altri gruppi più o meno strutturati); Con l obiettivo di beneficiare qualcun altro oltre al volontario stesso (pur riconoscendo anche i benefici che derivano al volontario); Per contribuire ai valori o agli interessi generali della società nel suo complesso. Come dimostrano recenti dati, milioni di cittadini in Europa sono impegnati attivamente nel volontariato, la maggior parte durante il tempo libero.2 Si tratta in media più di donne che di uomini che dedicano al volontariato tra il 3 e il 6% del loro tempo libero. La maggior parte dei volontari ha tra i 35 e i 55 anni di età. Recentemente il volontariato in Europa ha assunto maggiore importanza da un punto di vista politico e sociale, come strumento per affrontare una serie di problemi. I volontari sono impegnati in diverse attività educative e sociali, azioni di sostegno e mutuo soccorso, campagne in ambito sociale o ambientale. Il Manifesto considera il volontariato come: Un attività collegata agli ideali di democrazia, inclusione e cittadinanza attiva; Uno strumento potente per il cambiamento sociale e ambientale; Una fonte di valorizzazione per le persone emarginate; Un motivo di riconciliazione e ricostruzione nelle società divise; Uno strumento per sostenere l apprendimento lungo tutto l arco della vita. Il Manifesto dichiara inoltre che, per raggiungere tutti questi obiettivi, è essenziale che il volontariato venga riconosciuto, facilitato e promosso. Il sostegno di tutti gli stakeholder società civile e governo a tutti i livelli è indispensabile. L Unione Europea è un attore chiave da questo punto di vista e può effettivamente contribuire a sviluppare un ruolo più forte per il volontariato in Europa. Il Volontariato e l Unione Europea All interno dell Unione Europea si sono fatti progressi per riconoscere il valore sociale, culturale e ambientale del volontariato e per coinvolgere le organizzazioni di volontariato nei processi decisionali a livello politico. La Risoluzione sul Volontariato adottata dal Parlamento Europeo nel 1983 ha riconosciuto che le attività di volontariato rivestono un interesse generale e che per sostenerle sono necessarie infrastrutture adeguate. In quello stesso documento si invita la Commissione Europea a prestare una attenzione più puntuale al volontariato e si chiede uno statuto per il lavoro volontario che copra il rimborso delle spese e l assicurazione per i volontari. La Dichiarazione 38 sulle attività dei servizi volontari, in appendice alla versione finale del Trattato di Amsterdam, riconosce l importante contributo che le attività di volontariato forniscono a sostegno della solidarietà sociale e la Comunicazione sulla Promozione del Ruolo delle Organizzazioni e Fondazioni Volontarie in Europa sottolinea il ruolo del volontariato per lo sviluppo dell occupazione. Più recentemente, in una serie di documenti,3 la Commissione Europea ha riconosciuto l importanza di una cultura basata sul dialogo e la consultazione con le organizzazioni della società civile. Molto lavoro resta ancora da fare per riconoscere il

8 10 I DIVERSI CONTESTI EUROPEI PER IL VOLONTARIATO CULTURALE I DIVERSI CONTESTI EUROPEI PER IL VOLONTARIATO CULTURALE 11 valore economico del volontariato (ottenuto moltiplicando le ore di tempo libero prestate per il livello minimo di salario di un Paese) al fine di garantire che le politiche, i finanziamenti e i programmi dell Unione Europea ne tengano dovuto conto e che ci sia una adeguata rete di infrastrutture per sostenere le attività volontarie in Europa. Il Centro Europeo per il Volontariato (CEV) 4 è una organizzazione di livello europeo che riunisce 43 Centri del Volontariato Nazionali e Regionali in tutta Europa, che collaborano per sostenere e promuovere le attività volontarie. I membri del CEV rappresentano migliaia di organizzazioni e associazioni volontarie e di comunità a livello locale, regionale e nazionale che lavorano insieme per rafforzare le strutture del volontariato nei paesi europei, promuovere il volontariato, renderlo più efficace e influenzare la politica nei suoi confronti. Nel 2006 il CEV ha pubblicato un Manifesto per il Volontariato in Europa, che si rivolge alle istituzioni europee per promuoverne e riconoscerne il ruolo. 5 Il Programma Europeo di Servizi del Volontariato (EVS) rappresenta al momento attuale la fonte più importante di finanziamento delle attività volontarie proveniente dall Unione Europea. E parte del Programma Giovani e offre ai giovani europei l opportunità unica di esprimere il loro impegno personale attraverso attività a tempo pieno non retribuite in un altro paese all interno o al di fuori della Unione Europea. In tal modo cerca di sviluppare la solidarietà, la comprensione reciproca e la tolleranza tra i giovani, contribuendo a rafforzare la coesione sociale in Europa e a promuovere la cittadinanza attiva. 7 Il programma europeo EVS prevede tre fasi: Progettazione e preparazione; Implementazione dell attività; Valutazione (compresa la considerazione di possibili follow up). I principi e le pratiche dell apprendimento non formale vengono applicati nel corso di tutto il progetto e l esperienza di apprendimento è riconosciuta formalmente nello Youthpass. 8 L esperienza dura normalmente tra i sei e i nove mesi per i programmi a lungo termine 9 e comprende una varietà di progetti in campo ambientale, artistico, culturale, progetti di cura (degli anziani, dei bambini o di persone con disabilità), in ambito sportivo o del tempo libero. Il programma si ispira ai principi di uguaglianza e diversità: i volontari vengono scelti indipendentemente dal gruppo etnico di appartenenza, dalla religione, dall orientamento sessuale o politico. Non viene richiesto il possesso di particolari conoscenze, qualifiche o esperienze se non la conoscenza di base di una lingua straniera. Se necessario o richiesto dalla natura dei compiti o del contesto di progetto, è possibile definire un profilo più specifico del volontario, ma anche in questo caso si esclude una eventuale selezione sulla base di qualifiche scolastiche o professionali. Il Volontariato in campo culturale Uno sviluppo sostenibile in Europa può essere realizzato solo se esiste un rapporto armonioso tra le comunità e il patrimonio culturale. Per svilupparsi da un punto di vista economico e sociale, la società ha bisogno della partecipazione efficace e attiva dei cittadini, che dovrebbero avere una profonda consapevolezza del ruolo e del significato del patrimonio culturale. Il volontariato rappresenta una risorsa importante e un indicatore significativo della partecipazione e della consapevolezza dei cittadini, così come del loro sviluppo personale e sociale; è uno dei mattoni che formano il complesso edificio che chiamiamo cittadinanza attiva. Inoltre le istituzioni culturali e i musei in particolare sono cambiati in modo significativo negli ultimi anni. Entrambi hanno potenziato la loro funzione sociale e forniscono servizi pubblici oggi più che in passato. Si rivolgono a nuovi pubblici ed hanno rinnovato il loro modo di comunicare; promuovono la coesione e l inclusione sociale; offrono servizi di mediazione culturale per i visitatori di diverse culture e provenienza sociale, con diversi patrimoni di conoscenze pregresse, e utilizzano differenti strategie interpretative. Il personale dei musei ha dovuto trasformare rapidamente il proprio modo di lavorare per poter far fronte al cambiamento istituzionale e sociale che le istituzioni di appartenenza stanno sperimentando. 10 Questo cambiamento così radicale, sia organizzativo che di competenze professionali, ha un impatto sul lavoro dei volontari all interno di queste organizzazioni, poiché il loro ruolo e i loro doveri crescono in complessità. Questo vale per le diverse tipologie di volontari, che non possono essere considerati come un gruppo omogeneo. Il volontariato assume diverse connotazioni a seconda dell età e dello status dei volontari e queste differenze si ritrovano anche all interno del settore culturale, dove le organizzazioni si distinguono le une dalle altre. Nonostante queste differenze, alcune organizzazioni internazionali hanno stabilito dei principi generali, che solitamente prendono la forma di Codici Etici, che riguardano i diritti e i doveri dei volontari e il loro rapporto con le istituzioni che li ospitano. Come prima attività, il progetto VoCH ha condotto una ricerca a livello europeo sul volontariato in ambito culturale, con lo scopo di analizzare il ruolo dei volontari, utilizzando diversi strumenti, come questionari, interviste e fonti documentarie. 11 Tra le questioni e le tendenze più significative sono emerse: la diversificazione della forza lavoro volontaria, il volontariato come possibile sbocco lavorativo e il volontariato on-line. NOTE 1 - Manifesto for Volunteering in Europe 2006 ( Documents/CEVManifesto_EN_IT_NL.pdf). 2 - European Commission 2004, How Europeans spend their time. Every day life of women and men, ec.europa.eu/portal/page/portal/eurostat/home/ 3 - The Commission and Non-governmental Organisations: Building a Stronger Partnership, Discussion Paper (2000); White Paper on European Governance (2001);Towards a Reinforced Culture of Consultation and Dialogue Proposal for general principles and minimum standards for consultation of interested parties by the Commission, Consultation Document (2002) Si tratta di un nuovo programma europeo dedicato ai giovani, che subentra al Programma GIOVENTU ( ). Il Programma Gioventù in Azione contribuisce in modo significativo alla acquisizione di competenze e pertanto rappresenta per i giovani una importante opportunità di apprendimento formale e non formale in un contesto europeo. Il programma si rivolge ai giovani tra i 13 e i 30 anni ed incoraggia la partecipazione di quelli più svantaggiati o con meno opportunità ( doc82_en.htm) A partire dal 2005, ulteriori finalità della rete europea SALTO- Youth ( sono stati lo studio e l implementazione di uno strumento speciale di validazione a livello europeo dell apprendimento all interno dei programmi GIOVENTU /Gioventù in Azione. Si tratta di un pacchetto che riunisce diversi strumenti per le Azioni 1.1 (1), 2, 1.2 (3), e 4.3 (5) (Youthpass) e riconosce l apprendimento non formale all interno di questi programmi per sostenere l impiego dei giovani e dei giovani lavoratori, il valore delle componenti personali all interno di percorsi di apprendimento non formali e il riconoscimento sociale del lavoro giovanile. 9 - Esistono anche programmi più brevi (minimo 3 settimane, massimo 6 mesi) per giovani disabili, o per giovani appartenenti a minoranze etniche o socialmente/economicamente svantaggiati A. Garlandini (ed.), Professioni museali in Italia e in Europa, Atti della Seconda Conferenza dei Musei, Roma 2 ottobre 2006, ICOM-Regione Lazio

9 I DIVERSI CONTESTI EUROPEI PER IL VOLONTARIATO CULTURALE 13 AUSTRIA Popolazione : 8,36 milioni Tasso di disoccupazione 2008: 4.2% Tasso di immigrazione 2007: 12.9% Partecipazione ad attività di formazione e apprendimento formale o non formale delle persone tra i 25 e i 64 anni di età (%), 2007: 41% Il volontariato in Austria L Austria, che si trova al centro dell Europa, è suddivisa in 9 regioni federali. Il 43.8% degli austriaci con più di 15 anni (6.9 milioni di persone) svolge una qualche attività di volontariato (il 47.1% degli uomini e il 40.7% delle donne). Il 27.9% svolge attività di volontariato organizzato (all interno di club o specifiche organizzazioni), mentre il 27.1% partecipa ad attività informali. In particolare, le persone tra i 40 e i 59 anni risultano essere molto attive, se si considera che circa il 50% di loro partecipano ad attività di volontariato. Per quel che riguarda i giovani tra i 15 e i 19 anni, il 43% è coinvolto in esperienze di volontariato, e la stessa percentuale la si ritrova nelle persone tra i 60 e i 69 anni. La maggior parte delle attività di volontariato si concentra nei settori legati all assistenza sanitaria, al servizio alle persone, ai club e alle organizzazioni popolari, ma anche nel settore musicale (ad esempio quello delle band). Il settore culturale tuttavia gioca un ruolo marginale, essenzialmente a causa di un approccio molto tradizionale al settore stesso e della mancanze di strutture di volontariato appositamente concepite per operare in quest ambito. Il volontariato nei musei e nel settore culturale La gestione dei musei nazionali in Austria avviene a livello federale. Ogni regione ha le proprie strutture di sostegno al settore museale e del patrimonio culturale, che dipendono da leggi diverse e operano sulla base di politiche e strategie specifiche. Negli ultimi 10 anni, 12 musei nazionali hanno ottenuto autonomia amministrativa. Circa 60 musei provinciali dipendono direttamente o indirettamente dalle regioni per quel che riguarda i finanziamenti e la gestione delle collezioni. Altre 1800 istituzioni dislocate nelle 9 regioni musei o istituzioni simili, come collezioni pubbliche o gallerie sono private (in particolare, circa il 35% appartiene ad associazioni) o fanno parte di amministrazioni locali (circa 45%). In generale, i volontari sia a livello di direzione sia di volontariato in senso più generale sono indispensabili per mantenere in vita la maggior parte dei musei. Ottenere dati quantitativi sul numero dei volontari è abbastanza complicato in Austria, dal momento che mancano dati statistici nazionali. Infatti, l Österreichische Kulturstatistik (ufficio austriaco per le statistiche culturali) prende in considerazione solo 470 istituzioni, fornendo così per il 2006 la cifra assai bassa di volontari operanti in quelle sedi. Le diverse istituzioni culturali che operano a livello regionale si avvalgono di altre statistiche e/o stime, secondo le quali i volontari non registrati dalle statistiche nazionali ufficiali variano tra i e i Circa l 80% delle istituzioni museali è gestito interamente da volontari (a partire dal direttore fino a tutti gli altri membri dello staff). Circa la metà di quelle che hanno personale dipendente si avvalgono anche del sostegno dei volontari. Sono poche quelle che offrono una struttura e un organizzazione chiara per il lavoro volontario e la maggior parte è sprovvista della figura del coordinatore dei volontari. Ciò significa che la maggior parte dei volontari che operano all interno di musei e istituzioni culturali possono essere annoverati tra i lavoratori volontari informali, dal momento che non fanno parte dell istituzione e che operano sulla base di iniziative personali. Si tratta di persone che non rientrano nelle statistiche, che quasi mai vedono il loro ruolo riconosciuto all interno della società, la cui posizione non è in alcun modo regolarizzata e a cui non viene offerto alcun sostegno o opportunità di formazione. Dal 2001 (Anno nazionale del volontariato), il Ministero federale per gli affari sociali ha promosso azioni mirate a rendere più trasparente e a migliorare l attività di volontariato in Austria. Le informazioni riportate di seguito riguardano la Stiria (Steiermark), regione in cui si è svolto un corso di formazione per volontari innovativo (vedi p.60): In Stiria vivono persone; Ci sono 270 musei (o istituzioni similari, come collezioni private aperte al pubblico); 168 sono musei regionali, comunali o musei di interesse locale; 96 rientrano nella categoria delle collezioni private o delle istituzioni simili ai musei; Considerata la mancanza di un sistema nazionale di registrazione e accreditamento, le 2 istituzioni nazionali presenti in Stiria hanno predisposto a partire dal 2001 un certificato di qualità, ottenuto sinora da 28 musei. Circa altrettante sono le istituzioni che hanno standard qualitativi confrontabili tra loro; Il conseguimento del certificato di qualità non è vincolato al fatto di avere dei dipendenti; 59 musei in Stiria e 21 istituzioni similari (il 29% del totale) hanno almeno 1 impiegato; Sono solo 11 le istituzioni con più di 5 dipendenti; 211 istituzioni sono dirette da volontari; 25 hanno al loro interno volontari e personale dipendente; In totale, sono circa le persone che lavorano all interno dei musei e delle collezioni; I volontari sono circa la cifra non comprende le associazioni degli amici dei musei o i club, dal momento che il loro sostegno è prevalentemente di tipo economico. Il numero di ore lavorative svolte dai volontari può solo essere stimato, dal momento che non esistono dati a riguardo: una stima prudente permette di ipotizzare una cifra di circa ore all anno.

10 I DIVERSI CONTESTI EUROPEI PER IL VOLONTARIATO CULTURALE 15 ItalIA Popolazione 2008: 60 milioni Tasso di disoccupazione 2008: 6,9% Tasso di immigrazione 2007: 9,4% Partecipazione ad attività di formazione e apprendimento formale o non formale delle persone tra i 25 e i 64 anni (%) 2007: 22% Il Volontariato in Italia Fino agli anni 70 il volontariato in Italia è stato un fenomeno marginale, caratterizzato da una valenza caritatevole e separato dal sistema di welfare. La metà degli anni 70 ha rappresentato un punto di svolta, determinato dalla modernizzazione e dalla decentralizzazione del sistema di welfare italiano, così come anche dalla crescita del terzo settore. Questa è stata anche la conseguenza dello svilupparsi di una società più ricca e differenziata, caratterizzata dalla crescita della partecipazione dei cittadini ai diversi aspetti della vita sociale e civile, che ha dato vita ad organizzazioni private e non profit con scopi di utilità e solidarietà sociale. Le organizzazioni di volontariato in Italia sono una componente del terzo settore. La Legge Quadro 266/91 riconosce il valore sociale e la funzione del volontariato come espressione della partecipazione, della solidarietà e del pluralismo, definisce il volontariato come attività personale, spontanea e non lucrativa e stabilisce la differenza tra attività volontaria e lavorativa (dipendente o libero professionale). In Italia è stato creato un Osservatorio Nazionale del Volontariato con l obiettivo di registrare e monitorare le organizzazioni di volontariato e al tempo stesso sostenerne lo sviluppo. L Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) ha condotto nell arco di due anni ( ) una ricerca riguardante le organizzazioni di volontariato che erano iscrit- te negli elenchi regionali e provinciali alla data del 31 dicembre Il numero delle organizzazioni, , è cresciuto notevolmente se confrontato con i dati del 2001 ( + 14,9%) e del 1995 (+ 152%). Nel 2003 nelle organizzazioni iscritte nei registri regionali lavoravano circa persone e volontari. Se confrontato con i dati del 1995, il numero delle persone impiegate mostra un aumento del 77% e quello dei volontari del 71,4%. Il volontariato nei musei e nel settore culturale In Italia ci sono musei e siti archeologici. Secondo studi recenti (Rapporto Federculture 2008), il consumo culturale è cresciuto in modo significativo negli ultimi 10 anni. I visitatori nei musei sono aumentati del 4,4% in 10 anni (da 25 milioni nel 1997 a 34 milioni nel 2007, considerando solo i musei pubblici); tra il 2005 e il 2006 il numero dei visitatori alle aree archeologiche è cresciuto dell 11% mentre i visitatori alle mostre sono aumentati del 42,2% (Rapporto Federculture 2006). Parallelamente, sebbene si facesse già cenno al volontariato nella prima legge in ambito culturale, il fenomeno ha assunto maggiore importanza negli ultimi decenni, non solo da un punto di vista quantitativo, ma anche per la qualità delle attività realizzate. La necessità di una migliore integrazione tra il mondo del volontariato e le istituzioni che gestiscono i musei e il patrimonio sta diventando cruciale in Italia in questo momento: riconoscere il ruolo attivo dei volontari nei musei e nei siti culturali significa in primo luogo orientarsi verso un nuovo modello di governance dei musei e del patrimonio e verso sistemi di gestione condivisa e improntati alla sussidiarietà. 1 Esistono diversi tipi di organizzazioni e attività di volontariato: le organizzazioni che rispondono alle caratteristiche definite dalla legge 266/91 e sono iscritte nei registri regionali; altre organizzazioni che operano in campo culturale e impiegano volontari; il servizio civile e volontari singoli che non vengono presi in considerazione dalla legislazione nazionale. Attualmente le organizzazioni di volontariato che operano in campo culturale sono circa 2.500; nel 2003 impiegavano volontari (57,3% uomini e 46,4% donne) e più del 52,7% offriva loro percorsi formativi. I servizi più comunemente forniti da queste organizzazioni sono: visite guidate, custodia, conservazione, organizzazione di attività musicali e di rappresentazioni teatrali.

11 I DIVERSI CONTESTI EUROPEI PER IL VOLONTARIATO CULTURALE 17 Slovenia Popolazione 2008: 2 milioni Tasso di disoccupazione 2008: 5,5% Tasso di immigrazione 2007: 15% Partecipazione ad attività di formazione e apprendimento formale o non formale delle persone tra i 25 e i 64 anni (%) 2007: 40,6% 1 Il volontariato in Slovenia La Slovenia è un paese di modeste dimensioni se confrontato con altri del progetto VoCH che conta solo 64 musei ufficialmente riconosciuti. Il volontariato non è un fenomeno nuovo; i suoi inizi vanno rintracciati nel XIX secolo, in particolare in campo culturale, educativo ed economico. Poco dopo l indipendenza, fu creata la Società Slovena di Filantropia (1992), una organizzazione non governativa e non profit, apolitica, con la finalità di sviluppare nel Paese diverse forme di attività umanitarie. Obiettivo dell organizzazione è incoraggiare e diffondere in campo sociale il volontariato ed altre attività a scopo umanitario, in particolare sviluppando programmi che coinvolgano giovani e anziani, promuovendo la formazione sia dei volontari che dei loro coordinatori e mentori, sensibilizzando l opinione pubblica sull importanza del volontariato e favorendo la creazione di una rete di organizzazioni che operano nel settore in tutto il Paese. 2 Sia la Società Slovena di Filantropia che altre organizzazioni di volontariato 3, tuttavia, non si occupano in modo prioritario di musei e patrimonio culturale. La Società Slovena di Filantropia incoraggia e promuove il volontariato tramite le seguenti attività: Sviluppo di programmi di volontariato rivolti a giovani e anziani; Formazione dei volontari, dei loro coordinatori e mentori; Sostegno alla creazioni di reti nel settore del volontariato; Realizzazione di pubblicazioni; Diffusione delle idee e dei valori sottesi al volontariato e alla filantropia tramite i media; Creazione di una banca dati su organizzazioni e attività del volontariato; Organizzazione di eventi; Cooperazione con organizzazioni volontarie e umanitarie a livello internazionale. Nel 2000 circa 3000 persone hanno partecipato alle attività organizzate dalla Società Slovena di Filantropia. Essa rappresenta la Slovenia nello IAVE (International Association for Voluntary Effort) e nel Centro Europeo per il Volontariato (European Volunteer Centre - CEV) e tiene inoltre contatti con organizzazioni governative, intergovernative e non governative che si dedicano ad attività umanitarie sia in Slovenia che all estero. 4 Ha inoltre redatto un Codice Etico per i Volontari, che è stato adottato nel Un notevole progresso nella promozione del volontariato in Slovenia si deve alla creazione del sito web www. prostovoljstvo.org, dove si possono reperire tutte le informazioni riguardanti il settore. Il volontariato nei musei e nel settore culturale Nonostante in Slovenia le attività di volontariato si stiano diffondendo con successo e siano ben organizzate, i musei non sono tra le istituzioni che maggiormente attraggono e accolgono volontari. La Società Slovena di Filantropia ammette che in passato l interesse è stato scarso sia da parte dei volontari che dei musei stessi. L unico museo che figura tra i membri della Società è il Museo Nazionale Sloveno che ne è entrato a far parte nel 2007, quando ha preso avvio il progetto Mediatori Culturali. 5 In Slovenia chi opera nei musei è ben consapevole del potenziale rappresentato dal volontariato e di quanto esso sia importante in altri paesi europei, come i Paesi Bassi, la Germania e il Regno Unito, ma pochi sono stati i tentativi di introdurlo prima del Alcuni istituti hanno abbandonato dopo il primo tentativo, altri hanno avuto successo nel contesto di progetti internazionali. Uno di questi è il Museo Marittimo Sergej Mašera di Pirano che ha organizzato un campo di lavoro volontario internazionale per la produzione di sale nel parco delle Saline di Sečovlje. Questa iniziativa ha contribuito a che il Museo ricevesse la Medaglia di Europa Nostra per la categoria Paesaggi Culturali nel 2003, ed è stata la prima volta che una istituzione slovena ha ricevuto il prestigioso premio. Il Museo intende organizzare altri campi estivi in futuro durante i quali i volontari contribuiranno alla manutenzione del museo all aperto. 6 Tra il 1996 e il 2003, l Associazione Slovena dei Musei è stata partner del progetto Matra, finalizzato a sviluppare le competenza gestionali nei musei sloveni. Come parte del percorso formativo, 13 professionisti museali sloveni assieme ai rappresentanti del Ministero della Cultura hanno compiuto un viaggio di studio nei Paesi Bassi, dove hanno avuto l opportunità di ricevere informazioni sul sistema vigente in quel paese e di incontrare alcuni volontari.

12 I DIVERSI CONTESTI EUROPEI PER IL VOLONTARIATO CULTURALE 19 REGNO UNITO Popolazione 2008: 61,6 milioni Tasso di disoccupazione 2008: 6,9% Tasso di immigrazione 2007: 8,7% Partecipazione ad attività di formazione e apprendimento formale o non formale delle persone tra i 25 e i 64 anni (%) 2007: 49% 1 Il Volontariato nel Regno Unito Nel Regno Unito il volontariato vanta una lunga tradizione. Viene considerato da tutti importante per sostenere la società civile e si ritiene che abbia un ruolo fondamentale per favorire una forte cittadinanza attiva. Ogni anno circa 22 milioni di persone partecipano a qualche attività di volontariato. 2 Le infrastrutture del volontariato comprendono quattro agenzie nazionali, quanti sono i Paesi del Regno Unito, finanziate in parte dal governo centrale e in parte da aziende private. Il governo riconosce l importanza del volontariato per creare comunità più forti e attive. 3 A livello locale sono molte le città in cui operano centri per il volontariato che offrono informazioni ai potenziali interessati, promuovono diverse opportunità di lavoro volontario e gestiscono anche il reclutamento dei volontari stessi. Esistono inoltre enti di coordinamento a livello di contea e, da quando il governo centrale ha finanziato Change up un programma per sostenere lo sviluppo delle infrastrutture per il volontariato e le comunità anche enti regionali in grado di rappresentare gli interessi del terzo settore a un livello più alto. 3 Il volontariato nel Regno Unito riveste un considerevole valore monetario. Si stima che sarebbero necessari lavoratori a tempo pieno per sostituire i volontari, con un costo di miliardi di sterline. Inoltre, il 53% dei volontari contribuisce ad aumentare la disponibilità economica delle organizzazioni che li ospitano tramite la raccolta di fondi o la partecipazione ad eventi sponsorizzati. 4 Il volontariato nei musei e nel settore culturale Nei musei e nel settore del patrimonio culturale, i volontari operano in tutti gli ambiti e a tutti i livelli. Alcune organizzazioni ne impiegano un piccolo numero, altre hanno sviluppato programmi ampi e ben consolidati, dove i volontari integrano il lavoro del personale retribuito, altre ancora sono interamente gestite da volontari. I consigli di amministrazione (boards of trustees), che hanno la responsabilità legale degli istituti, sono solitamente composti da volontari. Una ricerca condotta dal Museums, Libraries and Archives Council (MLA) nel 2005 ha dimostrato che il 95% dei musei impiegano volontari in qualche tipo di attività. 5 Uno studio recente commissionato dalla Association of Independent Museums (AIM) rivela che, degli oltre musei indipendenti del Regno Unito (che rappresentano quasi la metà dei musei dell intero paese, essendo l altra metà composta da musei nazionali, regionali e di enti locali), la maggior parte impiega volontari che forniscono fino ad un quarto delle risorse del settore per un totale di posti di lavoro a tempo pieno. 6 Si ritiene che il 10% dei musei e delle organizzazioni che si occupano del patrimonio non impieghi personale retribuito, anche se questa cifra potrebbe non comprendere quegli istituti che retribuiscono poche persone con mansioni di accoglienza, ma per il resto sono gestiti da volontari. Questi musei si trovano in aree rurali o in piccole città, dove l impegno e l esperienza dei volontari offrono ai cittadini la possibilità di partecipare ed accedere alla cultura e al patrimonio, cosa che altrimenti non sarebbe possibile. 7 La ricerca del MLA ha appurato che la ragione più frequente per cui i musei impiegano volontari è per ampliare gli ambiti di attività o per migliorare i servizi al pubblico. Un po più della metà dei musei indagati lavora con un numero di volontari che va da 1 a 20, il 6% con 100 o più. La ragione più frequente per un mancato utilizzo dei volontari da parte dei musei è l impossibilità di impiegare un coordinatore dei volontari. Il rapporto del MLA sottolinea come sia importante che questo posto possa contare su una copertura economica sicura Laddove la posizione di coordinatore (dei volontari) non era certa, la pianificazione e l organizzazione dei programmi risultavano particolarmente difficoltose. 8 Sempre più i musei cercano di assicurarsi che i visitatori, il personale e i volontari stessi riflettano e rappresentino la società britannica contemporanea e tuttavia la questione delle diversità è ancora aperta e le organizzazioni devono prestare molta attenzione a come reclutare i volontari. 9 Se per i giovani laureati il volontariato può rappresentare un primo passo essenziale per costruirsi una carriera, acquisendo una preziosa esperienza pratica a completamento della preparazione accademica, esso può costituire una barriera per persone provenienti da contesti sociali svantaggiati o appartenenti a minoranze etniche, anche se ciò può variare a seconda del tipo di museo e dell area geografica. Ricerche condotte da Creative and Cultural Skills (CCS) mostrano che la diversificazione della forza lavoro nei musei è rallentata proprio dal fatto che i musei dipendono dal volontariato. Questa forza lavoro non strutturata, non pagata o pagata poco rappresenta un settore che non riflette correttamente le differenze sociali nel Regno Unito. 10 Molte contee, soprattutto nel sud dell Inghilterra hanno creato reti o network museali che riuniscono i piccoli musei interamente gestiti da volontari per realizzare seminari o progetti comuni. Molto spesso questi gruppi sono coordinati da un funzionario della contea che si occupa dello sviluppo dei musei (Museum Development Officer, MDO). Questi funzionari (MDO) attualmente stanno dando vita ad un gruppo più strutturato di consulenti museali a livello nazionale (Museum Advisers National Network) sostenuti informalmente dall Associazione dei Musei Indipendenti (AIM).

13 20 I DIVERSI CONTESTI EUROPEI PER IL VOLONTARIATO CULTURALE AUSTRIA NOTE 1 - Ove non diversamente specificato, i dati statistici relativi a tutti i contesti nazionali provengono da Eurostat (epp.eurostat. ec.europa.eu/portal/page/portal/eurostat/home/) ITALIA NOTE 1 - ICOM Italia, Conclusioni della Conferenza di Verona, 4 dicembre 2007, w&id=85&itemid=161 SLOVENIA NOTE 1 - Ufficio di Statistica della Repubblica Slovena, eng/novica_prikazi.aspx?id= Jaka Kovač, Società Slovena di Filantropia. 3 - Ci sono diverse organizzazioni non profit che si occupano di volontariato in Slovenia, tra cui l Università della Terza Età, l Istituto Anton Trstenjak e l Associazione Slovena di Gerontologia Sociale. 4 - Jaka Kovač, Società Slovena di Filantropia. 5 - Dal intervista dell 8 settembre 2008 a Jaka Kovač e Nina Lukashevich. 6 - Pipan, Primož, Campi di lavoro volontari internazionali. Un importante fattore di successo per lo sviluppo del Museo delle Saline nel Parco Sečovlje, non ancora pubblicato, primoz. pipan@zrc-sazu.si 2 - Volunteering England uk; Volunteer Development Scotland Wales Council for Voluntary Action org.uk; Volunteer Development Agency Northern Ireland www. volunteering-ni.org Home Office Citizenship Survey (HOCS) citato da Graduate Prospects, l ente commerciale sussidiario di Higher Education Careers Services Unit (HECSU). HECSU è una organizzazione non profit che si occupa di servizi per lo sviluppo delle carriere nell ambito dell istruzione superiore nel Regno Unito e nella Repubblica di Irlanda e finanzia progetti di ricerca a beneficio del settore dell istruzione superiore Howlett, S., Machin, J., Malmersjo, G. (2005) Volunteering in Museums, Libraries and Archives, Institute for Volunteering Research. Scaricabile anche in formato pdf da gov.uk/evidence/view-publication.php?dm=nrm&pubid= La ricerca (non ancora pubblicata) è di Adrian Babbidge, citato da Diana Zeuner di AIM in una conversazione con l autore. 7 - Conversazione con Bridget Yates, giugno Howlett, et al, op cit. 9 - Ibid REGNO UNITO NOTE 1 - Fonti: 1997 National Survey of Volunteering in the UK org.uk/; CEV, United Kingdom TED_KINGDOM_updated.pdf.

14 22 I DIVERSI CONTESTI EUROPEI PER IL VOLONTARIATO CULTURALE I DIVERSI CONTESTI EUROPEI PER IL VOLONTARIATO CULTURALE 23 Massimo Negri C è una certa continuità tra VoCH-Volunteers for Cultural Heritage e un altro progetto dell Unione Europea nel quale alcuni partner del progetto VoCH sono stati coinvolti. Si tratta del progetto Lifelong Museum Learning (LLML), nell ambito del quale è stato pubblicato il primo manuale europeo sul tema dell apprendimento continuo all interno dei musei 1 ; il progetto è stato recentemente menzionato dall Agenzia Socrates come esempio di buona pratica proprio nell ambito dei progetti Socrates. Sono tre gli elementi di continuità che meritano di essere sottolineati. Uno riguarda le diverse tipologie di partner presenti in entrambi i progetti, che di per sé rappresentano un chiaro indicatore dell approccio interdisciplinare utilizzato durante lo svolgimento dei progetti. Vi sono organizzazioni che si occupano di studi e ricerche, organizzazioni che fanno parte di istituzioni politiche locali operanti nel settore culturale, un organizzazione europea che si occupa di musei e molte altre. Questa varietà garantisce non solo una pluralità di punti di vista, ma anche un approccio olistico, in cui l equilibrio tra discipline come la sociologia, la museologia, gli studi culturali, la gestione del patrimonio permette un ampia analisi di un settore così variegato e multiforme, nel quale alla eterogeneità del patrimonio culturale europeo si aggiunge quella relativa alle diverse tradizioni ed esperienze di coinvolgimento dei cittadini nei processi di conservazione e valorizzazione del patrimonio stesso. Il secondo elemento di continuità è rappresentato dal ruolo speciale ricoperto dai musei in entrambi i progetti, non solo per la particolare esperienza che alcuni partner hanno in questo settore, ma anche per la crescente importanza che i musei in Europa stanno assumendo come centri di patrimonio e luoghi di incontri culturali, giocando un ruolo sempre più preponderante nella creazione di relazioni tra i cittadini e il patrimonio culturale, che va ben al di là degli obiettivi specifici determinati dalla natura e dalle dimensioni delle singole collezioni. Il terzo elemento si sostanzia in un risultato finale tangibile per entrambi i progetti, cioè un manuale concepito specificatamente per stimolare e trasmettere know-how, termine vasto al cui interno può essere inclusa anche la disseminazione dei risultati del progetto, ma che cerca di andare più in profondità, offrendo strumenti per sostenere il miglioramento dell apprendimento e delle esperienze pratiche. Una delle caratteristiche dei progetti europei è che purtroppo tendono ad avere una durata limitata nel tempo: si svolgono durante un arco temporale definito, al termine del quale corrono il rischio concreto di sparire, principalmente a causa dello scioglimento dei gruppi di progetto all interno dei quali erano nati. Al contrario, lo sforzo di VoCH è stato proprio quello di rafforzare una certa continuità con il progetto precedente in termini di metodologia, partenariato e settore di attività, e questo manuale ne è la testimonianza concreta. Un patrimonio culturale europeo? Nell ambito dell argomento di cui si è occupato il progetto VoCH il contributo e il ruolo del volontariato nel settore dei musei e del patrimonio culturale il fattore umano è un elemento cruciale. E molto difficile stabilire se esiste o meno, oggi come oggi, una cultura europea comune. Lo spazio esiguo dedicato alla cultura all interno della bozza di Costituzione europea, ormai quasi dimenticata (rifiutata dai francesi e dagli olandesi, è stata archiviata), era di per sé un segnale di quanto gli Stati europei fossero sensibili all argomento, sul quale le negoziazioni sembrano essere più complesse di quelle su temi legati all industria o alla finanza, dove c è sempre ampio margine per trovare validi compromessi. Al contrario, la cultura porta con sé il tema dell identità, della Weltanschauung, della psicologia degli individui e delle masse, il che rende estremamente difficile poter parlare di cultura europea condivisa. Nel 2002 l assemblea parlamentare del Consiglio d Europa ha adottato una Raccomandazione (n. 1574) relativa allo Spirito dell Europa nei musei, che raccoglieva molti degli argomenti contenuti nelle conclusioni di un seminario, recante lo stesso titolo, organizzato in Italia dallo European Museum Forum. 2 Il Rapporteur, Gerrit Valk, aveva accompagnato il testo di quella raccomandazione con alcune interessanti considerazioni sul dibattito relativo all identità culturale europea: Dal momento della nascita del Consiglio d Europa si è avviato un dibattito sulla nozione di una identità culturale comune come fattore di unificazione. Questa idea si è rivelata non convincente. Il primo tentativo fallimentare di identificare un terreno comune è avvenuto durante l Assemblea parlamentare nel 1949, che concluse i lavori affermando che si tratta di una nozione politica piuttosto che culturale. I tentativi successivi sono giunti alla conclusione paradossale che l unità culturale dell Europa risiede nelle sue diversità o hanno fatto riferimento ad una sorta di assemblaggio di caratteristiche culturali peculiari (da Epicuro a Tolstoy e Freud Senato francese, Dicembre 2001). Sono due le questioni di cui discutere. Esiste un identità culturale in Europa? Può la cultura rafforzare l idea di una unità europea?chiaramente, sono entrambe questioni politiche, sia per quel che riguarda la definizione di Europa sia per lo scopo del nostro discorso. Ben lontana dal portare alla coesione, l insistenza sull identità culturale può piuttosto portare alla divisione. Ciò è evidente nei contesti religiosi, nei circoli e nei gruppi degli artisti professionisti. Ma è anche un pericolo incombente negli approcci protettivi alle culture minoritarie. In ogni caso, la distinzione è stata fatta e nonostante i tentativi di confonderne i risultati la differenza tra Europa e Unione Europea racchiude in sé un elemento di negatività. Per questa ragione si era ritenuto opportuno che l Unione Europea si tenesse alla larga dalla cultura. Ma gli interessi economici e politici hanno prevalso. Comunque, al di fuori del dibattito politico, la maggioranza delle persone è portata ad accettare la nozione di identità multiple (concentriche) ed è spinta a dare un etichetta significativamente europea a temi culturali. 3 Concludeva Valk: Il ruolo che i musei possono avere nel contesto europeo è quello di dare impulso alla riflessione sull Europa (nel senso più indefinito del termine). Lo spirito dell Europa nei musei fa riferimento ad un concetto dinamico del museo all interno della società piuttosto che all esposizione di oggetti statici. 4 Sembra quindi che definire il concetto di cultura europea non sia facile e che non sia neppure chiaro se l esistenza di una simile nozione possa essere giustificata. Certamente però esiste un patrimonio culturale europeo, è tangibile, visibile e fa parte della nostra esperienza quotidiana, sia pure con le dovute differenze. In un certo senso, è lo scenografia che fa da sfondo alla messa in scena della rappresentazione della vita quotidiana di noi europei (qualsiasi cosa questo termine significhi oggigiorno). Ma se dalla nozione di patrimonio culturale europeo ci spostiamo nell ambito pratico e politico in cui la cosiddetta società civile opera per conservarlo e sostenerlo, notiamo che accanto al patrimonio tangibile ve ne è uno intangibile in costante crescita, che va oltre le recenti definizioni date a questo tipo di patrimonio culturale (la cui importanza è stata ribadita più volte dall UNESCO) e che per dirla in parole povere si identifica con il savoir faire, con le tradizioni locali, i riti, la memoria personale e collettiva. E una forma di patrimonio intangibile creata da quelle persone che volontariamente dedicano parte della loro vita ai beni culturali europei, siano essi monumenti, musei, biblioteche, siti archeologici o altro. In termini museologici, si può affermare che vi è una sorta di crescente raccolta di esperienze in Europa, basata sull interazione tra le persone e il patrimonio, che non si limita ad una qualche vaga percezione di valori estetici e/o storici di cui sono portatori gli ogget-

15 24 I DIVERSI CONTESTI EUROPEI PER IL VOLONTARIATO CULTURALE ti e le testimonianze storiche. Questo fenomeno ha dato vita ad un integrazione tra fattori oggettivi, rappresentati dall enorme numero di beni culturali sparsi per tutto il continente, e fattori soggettivi, rappresentati invece dalla massa di volontari che lavorano gratuitamente per rendere questi beni accessibili e comprensibili. Forse tutto questo potrà contribuire anche all evoluzione della nozione di cultura europea comune. Il volontariato culturale come forma di apprendimento permanente Un aspetto importante del progetto VoCH è stato quello della formazione. La formazione è un processo educativo e certamente rappresenta anch essa un elemento di continuità nei confronti di altri progetti Socrates-Grundtvig, come il già citato LLML. L apprendimento all interno dei musei, pur essendo rimasto un elemento strategico delle missioni dei musei, ha sperimentato negli ultimi decenni un deciso ampliamento dei propri obiettivi. A questo proposito, l intenso lavoro di ri-definizione di che cosa sia un museo, condotto dall ICOM negli ultimi 50 anni, è estremamente significativo di come l idea stessa di museo sia in rapida evoluzione e di come siano cresciute le aspettative della società nei confronti dei musei in tutto il mondo. Quando si ha a che fare con questa particolare categoria di volontari che opera all interno dei musei (il progetto VoCH ha definito e analizzato il termine patrimonio culturale in senso lato), è necessario sottolineare come i volontari in questo caso siano parte di un processo più complesso, nel quale il loro sviluppo educativo è strettamente legato all offerta educativa rivolta ai visitatori. In altre parole, da un punto di vista educativo i volontari utilizzano il museo in modo simile ai visitatori, ma con una peculiarità dovuta al fatto che occupano una posizione intermedia, di raccordo tra il personale e i visitatori dei musei. Considerato che l apprendimento degli adulti si sostanzia in una grande varietà di modi per stimolare la crescita personale, senza necessariamente seguire programmi e metodologie educative formali, il volontariato nel settore culturale mostra un grande potenziale per intraprendere azioni più efficaci nel settore dell apprendimento permanente. Il volontariato in questo contesto che è educativo per definizione può offrire anche ulteriori possibilità. Si tratta di un aspetto che è emerso con grande forza al termine del progetto VoCH e che ne può forse rappresentare il lascito. Sì, c è un gran bisogno di volontariato di qualità e di una buona gestione dei volontari se si vuole conservare e comunicare adeguatamente il vasto patrimonio culturale europeo, a beneficio delle generazioni future. E certamente vi sono anche forti implicazioni politiche da tenere in considerazione, così come l impatto in termini economici del lavoro dei volontari (quanti musei in Europa sarebbero costretti a chiudere se non ci fossero i volontari?). Ma probabilmente l eredità più preziosa che l attuale generazione di volontari lascerà alle generazioni future è il contributo quasi invisibile, pressoché impossibile da quantificare e spesso non tenuto nella giusta considerazione che essi stanno dando alla crescita personale e intima di una nuova generazione di cittadini europei. NOTE 1 - ISBN scaricabile da: (versione inglese) e regione.emilia-romagna.it/pdf/llml/llml_ita.pdf (versione italiana). 2 - Per il testo completo di queste conclusioni cfr Doc. 9503, 15 July 2002, The spirit of Europe in museums. Report for debate in the Standing Committee, Committee on Culture, Science and Education, Parliamentary Assembly of the Council of Europe, Rapporteur Mr Gerrit Valk, Netherlands. 4 - Ibid.

16 26 I DIVERSI CONTESTI EUROPEI PER IL VOLONTARIATO CULTURALE I DIVERSI CONTESTI EUROPEI PER IL VOLONTARIATO CULTURALE 27 Dal 17 al 21 ottobre 2007 si è tenuto in Italia presso il Centro Residenziale Universitario di Bertinoro 2 il VII European Museum Forum (EMF) Workshop rivolto a professionisti museali provenienti da diversi paesi europei. Il tema trattato, i volontari nei musei e nei beni culturali, ha aiutato a impostare e dare forma al progetto VoCH. Il workshop ha analizzato il volontariato da due punti di vista differenti: da una parte, riconoscendo l importante contributo che i volontari possono apportare direttamente alla gestione delle organizzazioni culturali e dei musei; dall altra parte, considerando l impatto significativo che l attività di volontariato può avere sulla crescita personale e professionale delle persone coinvolte. L obiettivo è stato quello di condividere esperienze e scambiare idee sia sulle modalità migliori per reclutare, motivare e coordinare i volontari nel settore dei beni culturali, sia sulla progettazione di opportunità formative e programmi di sviluppo che possano andare a beneficio delle persone coinvolte e contribuire alla loro crescita personale e professionale. Le conclusioni dei partecipanti sintetizzano tre giorni densi di presentazioni, dibattiti e discussioni. La speranza dei partecipanti è che esse possano essere considerate rilevanti per i professionisti e gli amministratori che operano nel settore dei beni culturali in Europa. La grande quantità di materiali prodotti dalla discussione e dai casi di studio analizzati sono stati riassunti nelle dieci raccomandazioni presentate sotto. Con esse ci si propone di offrire una piattaforma comune per un azione coerente nel campo del volontariato per il patrimonio culturale in Europa. Un accento particolare è stato posto sul settore dei musei dove il coinvolgimento dei volontari è sentito come valore strategico per la crescita, se non per la sopravvivenza, di molte istituzioni. Raccomandazioni generali 1. I volontari possono essere una forza-lavoro ispiratrice e un fattore di sostegno per i musei profondamente radicata nella tradizione europea. I volontari possono fornire conoscenze, esperienza e ispirazione, portare nuove prospettive a proposito delle collezioni e aiutare a sviluppare nuovi segmenti di pubblico. Possono rafforzare i rapporti con l ambiente locale o regionale come ambasciatori dell istituzione. 2. Nel discutere del ruolo del volontari a livello europeo, vanno ricordate le grandi differenze che si registrano tra regioni e nazioni nei campi della cultura, della legislazione, dell educazione formale e dei sistemi di previdenza sociale. Queste differenze possono suscitare confusione nello scambio di esperienze tra paesi diversi e comportare perfino significati diversi della stessa parola volontario. 3. La posizione del lavoro volontario nelle organizzazioni museali e culturali in genere può collocarsi all interno dell intero spettro di posizioni ricoperte dal personale compresi ruoli strettamente professionali, forme di stage, programmi di reinserimento sociale, programmi educativi e progetti speciali. 4. Al fine di ottimizzare il valore e la posizione del volontario nei musei, deve essere presente una politica di gestione delle risorse umane esplicita e integrata. Allo scopo di prefigurare un programma rilevante ed efficace di volontariato, il museo deve essere coerente con la propria missione come pure con i propri bisogni operativi e le proprie ambizioni. Deve inoltre conseguire l impegno e il supporto dello staff esistente Un programma di volontariato di successo comporta il riconoscimento da parte della istituzione delle motivazioni e dei bisogni dei singoli volontari. Questi cambieranno da individuo a individuo, ma andranno ben considerati fattori quali: l età, il momento della loro vita, il background sociale. I volontari dal canto loro possono guadagnare in conoscenze, acquisire nuove abilità, incrementare il proprio valore sul mercato del lavoro, migliorare il loro status sociale e ricevere un riconoscimento formale e informale come beneficio derivante dalla condizione di volontari. 6. Nel valutare il costo di avviamento e gestione di un programma di volontariato, il museo deve tenere in considerazione la necessità di finanziamenti per il reclutamento, il marketing, la comunicazione, la formazione, il rimborso spese e gli incentivi. Ci sono costi associati alla gestione di questo tipo di programma e i volontari non devono essere visti come una forma di forza-lavoro a basso costo. 7. Reclutamento, addestramento, integrazione e fidelizzazione dei volontari così come per lo staff permanente e stipendiato - richiedono cura e attenzione regolare. La nomina di un coordinatore dei volontari è raccomandata se si vuole sviluppare e gestire un programma di volontariato. Inoltre, è necessaria un adeguata mediazione tra tutti i portatori di interesse coinvolti dal museo. 8. La qualità di un programma di volontariato di un museo può essere considerata un indicatore di qualità del museo nel suo complesso. I musei capaci di attrarre i visitatori, con un forte orientamento al pubblico, avranno maggiore successo nell attrarre volontari di qualità e con buone competenze. 9. La relazione tra volontari e organizzazione dovrebbe essere basata sul principio di valori condivisi, reciprocità dei diritti e doveri, formalizzata in un contratto o altro documento che definisca il ruolo dei volontari, gli obblighi, i diritti, le aspettative e le limitazioni reciproche. 10. In un programma ben sviluppato, i volontari dovrebbero essere visti come membri a pieno titolo o stakeholder della organizzazione, con il diritto ad esprimere le loro opinioni e a influenzare i processi decisionali. Non dovrebbero essere considerati come una minaccia alla professionalità, alla posizione del personale regolare o alla continuità della organizzazione; al contrario, dovrebbero essere apprezzati come elementi di rafforzamento di questi aspetti. In conclusione Per favorire lo scambio e migliorare la consapevolezza del fenomeno volontariato a livello europeo, si raccomanda di stimolare il lavoro dei volontari in ambito culturale e di creare le opportunità per uno scambio di esperienze tra musei ed altre istituzioni culturali. I partecipanti allo European Museum Forum Workshop 2007 hanno espresso il desiderio di continuare tale scambio a distanza, possibilmente servendosi anche degli esiti e degli strumenti che saranno resi disponibili dal progetto europeo VoCH Volunteers for Cultural Heritage, così come della rete che saprà creare nei due anni della sua durata. NOTE 1 - Il testo è stato sintetizzato ai fini della presente pubblicazione. La sua versione completa assieme all elenco dei partecipanti al workshop può essere scaricata da: e Workshop/workshop_Index.asp. 2 - In collaborazione con l Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna e la Direzione Cultura della Regione Toscana e sotto gli auspici del Consiglio d Europa. La partecipazione al Workshop è stata resa possibile dalle borse di studio per la mobilità Grundtvig (Programma Europeo Lifelong Learning).

17 28 LAVORARE CON I VOLONTARI NEI MUSEI E NEL SETTORE CULTURALE LAVORARE CON I VOLONTARI NEI MUSEI E NEL SETTORE CULTURALE 29 Una delle prime attività intraprese dai partner nell ambito del progetto VoCH è stata quella di realizzare una ricerca a livello europeo sul volontariato nel settore culturale. 1 Scopo dell indagine era quello di analizzare attraverso l uso di strumenti diversi come questionari, interviste e fonti bibliografiche e documentali il ruolo del volontariato nel settore culturale all interno dei quattro Paesi partner del progetto (Austria, Italia, Slovenia e Regno Unito) e anche in altri Paesi appartenenti all Unione Europea. Di seguito sono presentate alcune delle principali tendenze e caratteristiche del fenomeno riscontrate durante il lavoro di ricerca: L importanza delle infrastrutture Sono fondamentali per sostenere il volontariato a livello nazionale, regionale e locale, in particolare in quei Paesi in cui il volontariato sta cominciando solo adesso a prendere piede. Le infrastrutture (specialmente i centri nazionali o locali per il volontariato), in quanto organizzazioni che promuovono il riconoscimento dei volontari e del loro status legale, forniscono opportunità formative e facilitano l incontro tra domanda e offerta, sono essenziali per sostenere la crescita del fenomeno ed una sua maggiore comprensione. Necessità di pianificazione e sostegno continuo al volontariato all interno di un organizzazione Un buon progetto di volontariato non si realizza da sé. Necessita di un certo numero di requisiti pratici, tra i quali la presenza di un coordinatore dei volontari, di una politica per il volontariato, di procedure formali per il reclutamento, l inserimento all interno dell organizzazione, la formazione, il sostegno e la supervisione, la gestione dei conflitti, il riconoscimento e la ricompensa dei volontari. Sostegno interno E importante per assicurare che l istituzione culturale e i professionisti che vi lavorano capiscano appieno il valore aggiunto del lavorare con i volontari, valore che va ben al di là del conseguimento di risultati specifici. Quando un organizzazione decide di lavorare con i volontari, ciò incide sulla visione e sulla missione dell organizzazione stessa; i volontari, dal canto loro, sono ambasciatori preziosi delle istituzioni culturali stesse, in quanto portano con sé passione e impegno anche nel modo in cui comunicano con il pubblico reale e potenziale. E importante che il personale interno alle organizzazioni culturali ne sia consapevole. La ricerca ha mostrato che spesso sono gli stessi direttori o curatori dei musei a sentirsi minacciati dalla presenza dei volontari, o anche a percepirli riduttivamente come persone chiamate a svolgere un lavoro. Diversificazione dei volontari In alcuni Paesi le istituzioni culturali spesso con il sostegno di altre agenzie o organizzazioni stanno cercando di favorire l inserimento all interno dei

18 30 LAVORARE CON I VOLONTARI NEI MUSEI E NEL SETTORE CULTURALE LAVORARE CON I VOLONTARI NEI MUSEI E NEL SETTORE CULTURALE 31 gruppi di volontari che operano presso di loro di gruppi di persone tradizionalmente meno attive in questo settore. Chiaramente, questa idea di diversificazione dipende dal profilo tipico del volontario che opera in un determinato contesto. Diversificare può voler dire a seconda dei Paesi e dei contesti culturali favorire la partecipazione ad attività di volontariato da parte dei giovani, di persone provenienti da ambienti socio-economici non elevati, o di persone di diverse etnie e convinzioni religiose (sia che si tratti di gruppi residenti da molti anni nel Paese in cui vivono, sia che si tratti di persone immigrate recentemente). L auspicio è che questo fenomeno di diversificazione anche all interno dei gruppi di volontari possa favorire il dialogo interculturale e contribuire ad abbattere le barriere culturali. Il volontariato come avviamento al lavoro Si tratta ovviamente di un aspetto particolarmente rilevante per i giovani, che desiderano effettuare un esperienza di volontariato come preparazione per una futura attività lavorativa. Allo stesso tempo, come è stato dimostrato da alcuni casi di studio presentati nella ricerca, il volontariato può rivelarsi uno strumento importante per favorire l inserimento lavorativo e la partecipazione alla vita civile e sociale anche per persone emarginate, per le quali l attività di volontariato può rappresentare un primo passo verso l integrazione sociale. Diverse forme di volontariato Alcune indagini mostrano che sempre più persone decidono di svolgere attività di volontariato per periodi brevi e nell ambito di progetti specifici di loro interesse, senza necessariamente assumere impegni a lungo termine. Di conseguenza, molte organizzazioni stanno sviluppando politiche più attive nei confronti dei volontari, utilizzando capacità gestionali e progettuali per assicurare benefici reciproci ai volontari e all organizzazione stessa. Volontariato on-line Si tratta di una tendenza in aumento, che riguarda non solo l incontro di domanda e offerta attraverso il web o i database, ma anche l offerta di servizi on-line (documentazione, immissione dati e altre attività che possono essere svolte a distanza). Volontariato aziendale In alcuni Paesi, le grandi aziende danno in prestito i propri impiegati e anche le proprie procedure di gestione del personale per sostenere diverse organizzazioni nelle loro attività. Si tratta di un tipo di sostegno che tuttavia molto raramente si trasforma in un partenariato strutturale a lungo termine tra le aziende e i centri di volontariato (e più in generale il settore tout court). NOTE Adele Finley Per una organizzazione condurre efficacemente un programma che coinvolga volontari significa accedere a tutte le abilità, conoscenze ed esperienze che la comunità locale può offrire. 1 Per essere efficace, un programma che prevede l impiego di volontari va pianificato con cura. Deve essere sostenuto da una visione chiara e da un progetto a lungo termine da parte dell organizzazione che lo attua, rispondere alle esigenze di quest ultima e rispecchiarne le finalità, coinvolgere il personale a tutti i livelli e in tutte le fasi, disporre di risorse sufficienti, avere una consapevolezza del contesto in cui si realizza ed essere condotto in collaborazione con agenzie esterne. Questo non significa che un programma efficace di coinvolgimento del volontariato debba avere grandi dimensioni. In effetti sviluppare e gestire un programma di questo tipo è un compito così delicato e complesso, che è preferibile partire dal piccolo e crescere man mano. Un programma di piccole dimensioni può nascere dall iniziativa di un gruppetto di volontari che ha sviluppato servizi per i visitatori, educativi o di altro tipo, come prosecuzione di un progetto specifico rivolto a persone con disturbi mentali per prepararli a diventare volontari, o per iniziativa di un gruppo di amici, che intendono realizzare attività di sostegno al museo o di raccolta fondi per scopi particolari. Indipendentemente dalla natura dell attività, dar vita ad un programma di volontariato coeso e ben coordinato, dipende dalla capacità di programmazione delle singole fasi che una organizzazione è in grado di porre in atto per assicurarne il successo e l efficacia. Fase 1: visione organizzativa Sviluppare un qualsiasi programma di volontariato richiede una visione organizzativa chiara, che coinvolga il personale a tutti i livelli e in tutte le fasi. Il programma che prevede l impiego di volontari renderà l organizzazione accessibile a tutti, le darà un valore aggiunto agli occhi della comunità locale e degli stakeholder, diversificherà la forza lavoro e incentiverà programmi di sostegno al museo e di raccolta fondi? Indipendentemente da quale sia la visione, i vantaggi che derivano dal programma di volontariato dovrebbero essere comunicati chiaramente e si dovrebbe dimostrare in che modo esso è coerente con la missione complessiva dell organizzazione. Questo è un aspetto cruciale sia per i volontari che per il personale retribuito, perché riconosce il coinvolgimento del volontariato come uno degli aspetti fondamentali per garantire il successo dell organizzazione e indica inoltre quale futuro l organizzazione cerca di creare per sé e quale contributo daranno i volontari per costruirlo. 2 Fase 2: sostegno al personale Successivamente, il personale dovrà comprendere chiaramente perché l impiego di volontari rientra tra gli obiettivi organizzativi, quali benefici derivano ai volontari, quali al personale e quali all organizzazione. I dirigenti sono importanti in questa fase, perché possono creare una cultura favorevole all accoglienza dei volontari all interno dell organizzazione e chiarire eventuali dubbi. E importante che i dirigenti credano nel programma di volontariato, che possano chiara-

19 32 LAVORARE CON I VOLONTARI NEI MUSEI E NEL SETTORE CULTURALE mente indicare come esso contribuisce alla realizzazione della missione organizzativa e che ne parlino regolarmente in termini positivi a tutto il personale. 3 Con il sostegno della dirigenza è possibile creare un clima organizzativo forte di accoglienza e apprezzamento dei volontari, dove il loro coinvolgimento in nuovi progetti e programmi è opportunamente pianificato, dove vengono loro affidati ruoli significativi fin dall inizio, dove i dirigenti incoraggiano regolarmente il personale a coinvolgerli e il personale stesso è premiato se utilizza efficacemente le risorse volontarie. Fase 3: consultazione con la comunità Non ci sono dubbi che un programma con i volontari debba rispondere alle esigenze dell organizzazione che lo attua, ma è altrettanto importante che sia rilevante e significativo per i volontari stessi. E fondamentale che l organizzazione comprenda i bisogni della comunità con cui intende lavorare sia che si tratti di una comunità di persone o di interessi. Un modo per raggiungere un livello di condivisione tale da garantire che il programma verrà considerato importante da tutti, è dare spazio ad un periodo di consultazione che veda coinvolti i dirigenti dell organizzazione, il personale, i futuri volontari e le agenzie esterne. La fase di consultazione dovrebbe servire per rispondere a queste domande chiave: il programma risponde a esigenze locali? come dovrebbe essere strutturato? che benefici offre ai volontari e all organizzazione? quali sono le strutture di supporto di cui abbisogna? Queste sono alcune delle domande che bisognerebbe porre. Nella fase di consultazione ci si dovrebbe accertare che quanto si offre ai volontari sia attraente e importante per tutti. Inoltre si dovrebbe facilitare lo sviluppo di reti e partenariati che in un secondo momento potrebbero svolgere funzioni di coordinamento, reclutamento dei volontari, ecc. Fase 4: fornire risorse al programma Una volta che si sia deciso di realizzare un programma con volontari all interno di una organizzazione, diventa molto importante mettere a disposizione risorse adeguate, sia umane che economiche. Queste risorse garantiranno l adeguatezza del reclutamento, della formazione e della gestione dei volontari. Un buon inizio in questo senso è l individuazione di un membro del personale (spesso chiamato coordinatore dei volontari ) che possa essere dedicato a queste attività. Senza risorse umane adeguate è estremamente difficile coinvolgere le persone e mantenerle motivate per un certo periodo di tempo. 4 Un membro dello staff dedicato alle attività di volontariato, inoltre, può occuparsi della compilazione dei documenti necessari alla gestione dei volontari, sostenerli individualmente, affiancare il personale che lavora con loro ogni giorno, sviluppare e implementare una strategia di valutazione e pensare con i dirigenti a modi nuovi e diversi di impiegare i volontari in progetti e programmi futuri. Fase 5: sviluppare partenariati strategici Un passaggio finale, in grado di garantire la continuità del programma e la sua trasformazione da evento occasionale e di piccole dimensioni ad attività incardinata nell organizzazione, è l individuazione di partner strategici, sia interni che esterni. Da questi partenariati potranno nascere opportunità e sfide per l organizzazione, a livello locale, regionale e nazionale, nelle quali i programmi per i volontari potranno svolgere un ruolo importante. Stabilire contatti con partner in diversi settori e a diversi livelli contribuisce a valorizzare sia il programma che l organizzazione e a creare nuovi legami con stakeholder strategici. NOTE 1 - McCurley, S. & Lynch, R. (2004) Essential Volunteer Management, Directory of Social Change, London 2 - Ibid. 3 - Dyer, F. Jost, U. (2002) Recruiting volunteers: attracting the people you need, Directory of Social Change, London 4 - McCurley & Lynch op cit.

20 34 LAVORARE CON I VOLONTARI NEI MUSEI E NEL SETTORE CULTURALE LAVORARE CON I VOLONTARI NEI MUSEI E NEL SETTORE CULTURALE 35 Bridget Yates Le persone diventano volontari per molte ragioni diverse, tra cui il desiderio di farsi nuovi amici, di divertirsi, di restituire qualcosa alla società, di uscire di casa, di arricchire il proprio curriculum, come momento di passaggio per trovare un nuovo lavoro, o per tenere esercitate le abilità e le conoscenze acquisite nel corso di una vita. Tutti questi motivi sono ugualmente validi e vale la pena di tenerli tutti presenti quando si reclutano dei volontari. Va anche ricordato che 6 volontari su 10 affermano che il volontariato offre loro l opportunità di sviluppare nuove competenze e in questo senso i musei hanno molto da offrire. I musei che utilizzano volontari, sia che siano interamente gestiti da questi o che impieghino anche personale retribuito, si trovano in una situazione di competizione con altre organizzazioni, perché i volontari si offriranno a quelle organizzazioni in cui pensano di trovare un ambiente gradevole, dove ritengono che le loro prestazioni vengano adeguatamente valorizzate, dove possono contribuire al cambiamento e dove il volontariato è ben organizzato. Pochissime persone vorranno dedicare il loro tempo ad una organizzazione sgangherata che evidentemente non va da nessuna parte. Questo scritto intende aiutare voi e il vostro museo a riflettere su come organizzare e gestire i volontari, adottando quelle che potrebbero essere definite le migliori pratiche. Vi aiuterà anche a dimostrare ai vostri stakeholder e potenziali finanziatori con quanta serietà ed impegno affrontate la questione di come impiegare i volontari, che offrono gratuitamente tempo, conoscenze ed energia. Alcuni aspetti pratici di base Reclutare i volontari Prima di iniziare a reclutare, pensate attentamente alle attività per le quali avviene la selezione. E buona norma descrivere i compiti e il ruolo che il potenziale volontario dovrebbe ricoprire per aiutarlo a compiere la sua scelta (vedi box). E bene reclutare non solo tramite il passaparola, ma in modo aperto e trasparente, ad esempio utilizzando depliant, manifesti, articoli e annunci sulla stampa locale o nelle newsletter della comunità e anche tramite il Centro o Ufficio locale del Volontariato, se questa struttura è presente nel vostro Paese. Se nella normativa del vostro Paese esiste una politica delle Pari Opportunità o delle Diversità che informa il reclutamento del personale retribuito, andrà applicata anche nel caso dei volontari. Se utilizzate una modulistica, fate in modo che sia semplice e diretta. Se chiedete referenze, dovreste chiederle a tutti coloro che si offrono come volontari. Le referenze, così come i dati personali, dovrebbero essere sempre tenuti confidenziali. Se il vostro museo non ha ancora adottato procedure per la privacy e la protezione dei dati sensibili, dovreste chiedere l aiuto di un esperto per implementarle. I colloqui con i volontari Farete dei colloqui? Anche se un colloquio di questo genere sarà molto meno formale di quello per un posto di lavoro, vorrete nondimeno organizzarlo per bene. Voi intervisterete i volontari, ma loro porranno domande a voi e anche al museo. Cosa dire a un potenziale volontario: Sul museo: cosa fa, quante persone vi lavorano, quando è aperto, informazioni sui visitatori; Sul ruolo dei volontari: cosa fanno, quanti sono, come vengono organizzati; Compiti specifici dei volontari; La formazione e il sostegno che possono ricevere; Il contratto con i volontari e cosa vi aspettate da loro; Impegno in termini di tempo; Copertura delle spese. Cosa il volontario potrà dirvi: Che cosa lo attrae del museo; Quali pensa siano le attività svolte dai musei; Cosa spera di ottenere dall esperienza; Particolari abilità, interessi o esperienze; Disponibilità di tempo; Risorse di cui può avere bisogno. Descrizione dei compiti La descrizione dei compiti aiuta a selezionare in modo corretto i volontari, definendo le esigenze del museo e il livello a cui possono essere offerti sostegno e formazione. Se la descrizione dei compiti o dei ruoli è chiara, le persone capiranno esattamente cosa ciò comporta e se sono d accordo nel farlo. Saranno più disponibili a prestare lavoro volontario per voi se sapranno cosa li aspetta. Semplice descrizione dei compiti Ruolo del volontario: Assegnato a: Numero di ore e programma orario (se del caso): Luogo/spazio di lavoro: Scopo: Compiti: Abilità richieste: Sostegno/formazione: Altre informazioni: Spese, Assicurazione e altre coperture : Come descritte nel Manuale per i Volontari Adattato da: Voluntary Work Outline, National Centre for Volunteering, Good Practice Guide, 1998 Introduzione, formazione e sostegno Pensate di organizzare un momento di introduzione al museo per tutti i volontari? Il museo vorrà accoglierli e dare loro il benvenuto e voi vorrete essere certi che abbiano tutte le informazioni necessarie per sentirsi parte della squadra. Ci saranno informazioni essenziali che vorrete fornire loro subito, ad esempio quelle relative all edificio, alla sicurezza, ecc. Vorranno conoscere le persone con cui entreranno in contatto, sapere dove lavoreranno, quali attrezzature avranno a disposizione e così via. Se avete un Manuale dei Volontari, mostrate loro dove si trova. Alcuni musei hanno prodotto un depliant di benvenuto che contiene le informazioni essenziali e i contatti utili ai volontari e li rimanda alle informazioni più dettagliate contenute nel Manuale. Quale formazione offrirete ai volontari per metterli in grado di svolgere il loro compito? Ricordate che è formativo anche l essere affiancati da qualcuno con più esperienza, un mentore; raramente ricevere formazione consiste semplicemente nel frequentare un corso. In termini di sostegno e affiancamento, potrete avere volontari che lavorano in un gruppo con un coordinatore, per esempio nel negozio o tra i curatori, con i giardinieri o gli ingegneri. Ma se il lavoro che viene loro affidato non si svolge in una squadra, chi darà loro sostegno o supervisione e li aiuterà a crescere? Il volontario e il suo supervisore si incontreranno con regolarità? Prevedere un periodo di prova può rivelarsi una buona idea. Può offrire ai volontari una via d uscita se il lavoro non risponde alle loro aspettative e rendere più semplice per voi la chiusura del rapporto o lo spostamento del volontario ad altra mansione. Assicurazione In questo ambito gli adempimenti cambiano da paese a paese. In generale, dovrete verificare se l attività dei volontari (sia che si svolga in museo che fuori) sia esplicitamente coperta dalla vostra assicurazione e se essa indennizzi i volontari per eventuali danni a terzi. Può valere la pena controllare se si applica loro una assicurazione per incidenti per-

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