Intervista a Vincenzo Gaspari, Direttore Generale Filmar S.p.A. 1

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2 Intervista a Vincenzo Gaspari, Direttore Generale Filmar S.p.A. 1 Filmar S.p.A. è un azienda tessile italiana specializzata nella produzione di filati di cotone di elevata qualità per maglieria e calzetteria. Fondata nel 1958 da Luigi Marzoli e dalla moglie Nilla Zanardi, l azienda deve il suo successo alla scelta di focalizzarsi sulle attività di finissaggio. Partendo dal filato grezzo importato dai paesi che producono cotone di buona qualità, Filmar si dedica esclusivamente alle operazioni di finissaggio, offrendo sul mercato della calzetteria e della maglieria un prodotto finito di eccellente qualità e dall esclusivo gusto Made in Italy. La seconda generazione della famiglia Marzoli ha impresso all azienda una forte spinta all internazionalizzazione. Oggi Filmar vende i suoi prodotti in tutto il mondo e ha delocalizzato parte dell attività produttiva in Egitto dove, dal 2009, è operativo lo stabilimento Filmar Nile Textile a Borg El Arab, nei pressi di Alessandria. Il fatturato complessivo dell azienda supera i 100 milioni di euro: circa la metà deriva dalla divisione calzetteria uomo, il 30% dall abbigliamento e il restante 20% da altri settori minori. Il principale cliente è Calzedonia, cui si affiancano tutti i più importanti player dell abbigliamento nazionale e internazionale. Grazie ai siti produttivi che si estendono su una superficie complessiva di mq e ai quasi 500 addetti, Filmar produce annualmente circa 7 milioni di chilogrammi di filato tinto. L attività è in costante espansione sia in Italia, dove Filmar ha da poco rilevato una filatura, e sia in Egitto, dove, a settembre 2014, è stato ultimato un nuovo stabilimento, sempre per la filatura. Il dott. Vincenzo Gaspari, Direttore Generale di Filmar S.p.A., ci accoglie nella sede principale dell azienda, a Zocco d Erbusco, in provincia di Brescia. Durante l incontro ripercorriamo il processo di internazionalizzazione dell azienda, soffermandoci in particolare sull esperienza di delocalizzazione produttiva in Egitto. Riguardo a quest ultima, vengono approfondite le determinanti che hanno spinto Filmar a scegliere l Egitto come destinazione dei propri investimenti, le modalità di realizzazione del progetto, nonché i vantaggi e le problematiche derivanti dall operare nel Paese. Dott. Gaspari, Filmar S.p.A. ha raggiunto una posizione di leadership in Italia nella produzione di filato a base cotone ed è in forte crescita sui mercati internazionali. Può raccontarci come è iniziato il processo di internazionalizzazione dell azienda? La nostra prima esperienza con l estero è stata di importazione. Negli anni ottanta abbiamo iniziato a importare filati di cotone grezzo dalla Turchia e, qualche anno dopo, anche da India ed Egitto. Siamo stati i primi in Italia a importare dall Egitto. Prima di noi, infatti, i filati di cotone egiziani erano praticamente monopolio dei commercianti svizzeri. Oggi la maggior parte delle nostre importazioni proviene proprio dall Egitto. 1 La presente intervista, realizzata nel mese di maggio 2014, è un estratto del Caso Studio presente all interno dell Outlook Il business italiano in Egitto. 1

3 Med Interviews Quindi il primo approccio con i mercati esteri è avvenuto con l importazione della materia prima. In seguito avete aperto diversi stabilimenti all estero. L Egitto rappresenta per voi l esperienza di delocalizzazione produttiva più significante? La prima esperienza di produzione all estero risale al 2000 quando abbiamo inaugurato un reparto di un paio di lavorazioni, tuttora pienamente operativo, presso lo stabilimento di un nostro fornitore in India. All interno di tale stabilimento abbiamo alcuni nostri impianti con cui eseguiamo la fasi della garzatura e della spatura. Nel biennio , in società con un altra ditta italiana, abbiamo poi aperto una tintoria in Ungheria. Con la successiva realizzazione dello stabilimento in Egitto, però, questa tintoria ha progressivamente ridotto la produzione e nel 2010 è stata definitivamente chiusa. Nel 2006, infine, abbiamo intrapreso il progetto di delocalizzazione produttiva in Egitto che ha portato alla costruzione dello stabilimento di Filmar Nile Textile, nel distretto industriale di Borg El Arab, nei pressi di Alessandria. La produzione nel nuovo stabilimento è partita ad aprile Acquistiamo il filato grezzo dalle filature locali ed eseguiamo tutte le lavorazioni necessarie per la realizzazione del prodotto finito, cioè la rocca tinta pronta per essere venduta. Sicuramente l Egitto rappresenta l esperienza di delocalizzazione produttiva più rilevante dell azienda. Quali sono state le ragioni principali che hanno spinto Filmar a scegliere l Egitto quale destinazione per la nuova avventura di internazionalizzazione produttiva? Oggi noi utilizziamo in larghissima quantità il filato egiziano per cui è stato quasi automatico aprire una sede in Egitto. Prima di scegliere l Egitto abbiamo anche valutato la possibilità di insediarci in India, nella zona di Coimbatore, o in Cina, nella zona di Shanghai. Abbiamo però ritenuto più interessante la scelta dell Egitto per la qualità della materia prima, per la migliore conoscenza della mentalità rispetto a India e Cina, per la vicinanza geografica all Italia e per il basso costo dell energia elettrica. Qual è stato l obiettivo principale della delocalizzazione produttiva in Egitto e quali sono i principali vantaggi competitivi di cui beneficiate? Il prodotto realizzato in Egitto in parte arriva in Italia e in parte viene venduto direttamente sui mercati internazionali più sviluppati. Solo l 1% della produzione locale rimane in Egitto ma è destinato a un calzaturificio italiano. Non serviamo quindi né il mercato locale né quelli limitrofi poiché hanno un livello di reddito troppo basso per i nostri prodotti. Attraverso la delocalizzazione produttiva, invece, vogliamo sfruttare i vantaggi comparati del Paese per ottenere un vantaggio competitivo sui mercati internazionali. In tale ottica, i principali vantaggi sono quelli indicati in precedenza, soprattutto la qualità della materia prima e il basso costo dell energia elettrica. Sicuramente anche il basso costo della manodopera è un vantaggio rilevante, però noi abbiamo scelto di puntare più su un basso turnover del personale che sul risparmio di costo, per cui il costo complessivo del personale delle nostre due aziende in Egitto è più alto della media del Paese; ad esempio, i nostri dipendenti hanno l assicurazione sanitaria per sé e per i propri familiari, un costo notevole per noi, ma è giusto così. Operare in un Paese straniero richiede comunque il confronto con una cultura e una mentalità diverse. Da questo punto di vista l azienda ha incontrato delle difficoltà? E più in generale, quali sono gli svantaggi rispetto all Italia? 2

4 Med Interviews Problemi culturali assolutamente non ce ne sono stati, con il personale egiziano ci troviamo benissimo. Per le forniture generali e per diversi servizi, come il trasporto, ci riforniamo sul mercato locale e abbiamo scoperto tanta gente professionalmente valida: lavoratori, tecnici, artigiani, ecc.. Ecco, da questo punto di vista, manca un po di qualità su alcuni prodotti che dobbiamo ancora acquistare dall Italia. Come altri svantaggi direi incertezza normativa, lentezza burocratica e un po di deficit nelle infrastrutture; ma anche i collegamenti con l Italia potrebbero migliorare. Fino al 2011 c era un collegamento diretto via mare tra Alessandria e Venezia, un servizio eccezionale che in due giorni e mezzo di navigazione collegava i due porti, poi è stato soppresso e noi vorremmo che fosse ripristinato. Poi basta, nient altro. I maggiori svantaggi sono sicuramente l incertezza normativa e la lentezza burocratica. Il progetto di insediamento produttivo in Egitto è stato supportato da soggetti istituzionali o privati italiani? Non abbiamo ricevuto nessun tipo di supporto dall Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane (ICE). La Camera di Commercio di Milano attraverso la PROMOS - l Azienda Speciale per le attività internazionali - è quella che invece ha trainato un po il nostro impegno. Ci siamo trovati molto bene con SIMEST che è entrata nel capitale della Filmar Nile Textile con una quota del 20%. E poi anche l ambasciata italiana ha fornito un buon supporto di carattere generale. Per quanto riguarda i soggetti privati, l istituto bancario di riferimento è stato Banca Intesa, con cui ci siamo trovati benissimo. Inoltre, nella fase di start-up del progetto, siamo andati in Egitto insieme ad altre due aziende: il cotonificio Albini, un azienda tessile della provincia di Bergamo, e una tessitura svizzera. Loro, in effetti, sono partiti circa 6 mesi prima di noi per cui abbiamo in parte beneficiato della loro esperienza. Da quando avete iniziato la produzione in Egitto sono passati già cinque anni. Come valutate oggi l esperienza? Avete in programma ulteriori investimenti nel paese? Molto positiva. Noi abbiamo un buonissimo rapporto con tutti gli stakeholder e non abbiamo mai avuto problemi. Siamo andati in Egitto con la mentalità di cogliere le opportunità, senza tuttavia l intenzione di sfruttare il Paese, e in questi cinque anni abbiamo continuato a investire e non siamo mai stati fermi, sono stati anni di crescita continua. Recentemente abbiamo acquistato l ultimo pezzo del lotto di terreno dove c è la Filmar Nile Textile per costruirci un nuovo magazzino. Inoltre stiamo costruendo un nuovo stabilimento per la filatura che dovrebbe essere ultimato a breve, probabilmente entro la fine di agosto di quest anno. 3

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