Albero delle decisioni per identificare un CCP. (domande per ciascun pericolo, materia prima o fase) un pericolo a livelli di rischio?
|
|
- Michela Valeri
- 7 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Albero delle decisioni per identificare un CCP. (domande per ciascun pericolo, materia prima o fase) SI D1 - La materia prima può contenere un pericolo a livelli di rischio? NO Non è un CCP D2 - La successiva trasformazione- preparazione (incluso l uso corretto del consumatore) sarà in grado di rimuovere il pericolo o SI di ridurlo a livello accettabile? NO Non è un CCP è un CCP
2 Albero delle decisioni per identificare un CCP. (domande d per ciascun pericolo, materia prima o fase) D3 - La formulazione/composizione dell intermedio di lavorazione o del prodotto finito sono essenziali per prevenire un aumento inaccettabile del pericolo? SI NO La formulazione o la composizione è un CCP Non è un CCP
3 Albero delle decisioni per identificare un CCP. (domande per ciascun pericolo, materia prima o fase) SI D4 - E probabile la contaminazione? E probabile l aumento del pericolo? NO Vai a D6 D5 - La successiva trasformazione /preparazione (incluso l uso corretto del consumatore) sarà in grado di rimuovere il pericolo? SI NO Non è un CCP CCP
4 Albero delle decisioni per identificare un CCP. (domande d per ciascun pericolo, materia prima o fase) SI D4 -E probabile la contaminazione? E probabile l aumento del pericolo? NO D6 - La fase del processo è finalizzata all eliminazione li i i o riduzione i del rischio? Vai a D5 SI CCP NO Non è un CCP
5 NORMALMENTE, GLI ALIMENTI PRODOTTI IN REGIME DI GMP SONO SICURI A MENO CHE Si verificano episodi tossinfettivi nelle maestranze, Vi siano deviazioni dalle GMP, Vi siano incidenti che non sono stati riscontrati in tempo
6 DOMANDE DA PORSI AD OGNI CCP E PERICOLO (1) Quando una deviazione si ritiene inaccettabile rispetto al valore normale? (Determinazione dei limiti critici)
7 DOMANDE DA PORSI AD OGNI CCP E PERICOLO (2) Come può essere identificato? Con quale frequenza deve essere controllato? Come devono essere registrati i risultati? (Realizzazione delle procedure di monitoraggio)
8 DOMANDE DA PORSI AD OGNI CCP E PERICOLO (3) Qual è la reazione adeguata per una deviazione? (Descrizione delle azioni correttive)
9 Key word L analisi dei rischi dovrebbe essere condotta in modo sistematico per impedire che vengano trascurati alcuni pericoli. I CCP possono essere identificati con l aiuto laiuto dell albero delle decisioni. Le linee guida esistenti, basate sulle GMP, producono alimenti sicuri, le deviazioni dalla normalità devono essere previste e prevenute. I pericoli associati a cambiamenti devono essere anticipati e gestiti.
10 Determinazione dei limiti critici Definizione: limite critico: è il massimo o il minimo valore (con eventuale tolleranza oppure target level più restrittivi) di un parametro microbiologico, chimico o fisico che deve essere controllato ad un CCP per minimizzare il pericolo considerato. Obiettivi: specificare i parametri da tenere sotto controllo; specificare l intervallo operativo di ciascuno dei parametri; predisporre un modulo dove riportare i limiti critici. Scopo: garantire anti l integrità ità igienica del prodotto attraverso a il controllo dei parametri di processo più significativi. Attività: raccogliere tutte le informazioni necessarie alla scelta dei parametri e dei limiti critici; predisporre un modulo dove riportare le scelte effettuate (la fase considerata CCP con la relativa sigla di classificazione, il pericolo da controllare, la misura preventiva messa in atto, i parametri ed i limiti critici individuati). 10
11 Ad esempio se vogliamo fissare la temperatura di conservazione di una cella frigo di carne possiamo considerare come limite critico 4 c e stabilire che se riscontriamo una temperatura di 6 c riportiamo rapidamente la temperatura a 4 c; se invece la temperatura è 7 c, utilizziamo rapidamente la carne. Se poi nella applicazione del piano, quando troviamo 9 c, non ci comportiamo come abbiamo deciso, ma riportiamo la temperatura della cella rapidamente a 4 c, tanto vale scrivere cosa facciamo, e non dichiarare procedure che non seguiamo. L altro errore è l opposto: cioè fissare dei limiti critici troppo a nostro favore, che finiscono col non garantire l igiene degli alimenti. Ad esempio fissiamo come temperatura di conservazione della carne 10 c e come limite critico consideriamo che fino ad una temperatura di 25 c non facciamo altro che riportare la temperatura della cella rapidamente al valore di 10 c. Se fissiamo tali valori, l igiene non è garantita. 11
12 Determinazione del sistema di monitoraggio Definizione: monitoraggio: sequenza pianificata e documentata di misurazioni e/o osservazioni dei parametri critici per la prevenzione o il controllo dei pericoli. Obiettivi: individuare eventuali scostamenti dei parametri critici dai valori stabiliti; identificare il prodotto ottenuto in condizioni di non integrità igienica; produrre la documentazione relativa all andamento del processo. Scopi: valutare il rispetto dei limiti critici, cioè stabilire se tutti i CCP del processo sono sotto controllo; dimostrare, con l opportuna documentazione, il controllo in continuo del processo attraverso i suoi parametri maggiormente significativi. Attività: definire la tipologia del monitoraggio per ogni CCP; stabilire la frequenza delle operazioni di monitoraggio ad ogni CCP; designare il responsabile del monitoraggio ad ogni CCP; predisporre il modulo riportante le informazioni suindicati;specificare la procedura di registrazione delle operazioni di monitoraggio ad ogni CCP. Nota: il monitoraggio deve consentire all addetto addetto all impianto: di agire, con gli opportuni interventi correttivi, prima del verificarsi di uno scostamento dei parametri critici dall intervallo operativo designato; di intervenire, con le adeguate azioni correttive, dopo un eventuale scostamento. 12
13 TIPOLOGIA MONITORAGGIO VANTAGGI SVANTAGGI ESAME VISIVO (valutazione sensoriale) -IMMEDIATEZZA DI REALIZZAZIONE -TEMPESTIVITÀ DEL RISULTATO -ECONOMICITÀ -PERSONALE NON ALTAMENTE QUALIFICATO - NECESSITÀ DI PARAMETRI SENSORIALI, QUALITATIVI CHIARI MISURAZIONI FISICHE -TEMPESTIVITÀ DEL RISULTATO -PERSONALE SPECIALIZZATO -ATTREZZATURE/STRUMENTI -COSTI ANALISI CHIMICHE -TEMPESTIVITÀ DEL RISULTATO -PERSONALE SPECIALIZZATO -ATTREZZATURE/STRUMENTI -COSTI ANALISI MICROBIOLOGICHE -RISULTATI NON TEMPESTIVI -COSTI ELEVATI -MOLTI CAMPIONI PER LA SIGNIFICATIVITA DEI RISULTATI 13
14 Piano delle azioni correttive Definizioni: intervento correttivo: azione tendente al ripristino delle condizioni operative del processo prima che si verifichino conseguenze negative per il prodotto; azione correttiva: azione tendente all eliminazione delle cause che possono condurre, o hanno gi. condotto, a effetti negativi per il prodotto; deviazione: mancata osservanza o superamento di un limite it critico ad un CCP; piano delle azioni correttive: serie predeterminata e documentata di interventi o di azioni da intraprendersi prima o al verificarsi di una deviazione. 14
15 Obiettivi: predisporre il piano delle azioni correttive; produrre la documentazione relativa alle eventuali deviazioni verificatesi ed alle conseguenti azioni intraprese. Scopi: razionalizzare le procedure di intervento in caso di anomalie evidenziate dal monitoraggio; intervenire tempestivamente e senza errori. 15
16 Attività: specificare in un apposito modulo gli interventi e le azioni correttive da adottarsi sul processo prima o all atto del verificarsi di una deviazione; specificare le azioni da intraprendersi per il prodotto ottenuto durante il fuori controllo del CCP; designare il responsabile degli interventi correttivi; specificare la procedura di registrazione delle azioni correttive intraprese ad ogni CCP. Nota: se un CCP del processo in esame è controllato t attraverso il monitoraggio di più parametri critici, il fuori controllo a tale CCP si verifica quando anche uno solo di detti parametri abbia superato i limiti critici prefissati. 16
17 La documentazione delle deviazioni Il gruppo di lavoro deve predisporre i moduli sui quali devono venire annotate le deviazioni riscontrate ai CCP, le azioni correttive intraprese sul processo, il lotto di prodotto ottenuto al di fuori delle condizioni di sicurezza, gli interventi effettuati su tale lotto e il luogo dove è stato segregato. g Le procedure di registrazione, raccolta, catalogazione, archiviazione della documentazione devono essere chiaramente specificate. 17
18 Procedure di verifica Definizione: verifica: insieme delle metodologie di varia natura volto a valutare la conformità del Sistema HACCP al Piano HACCP e a stabilire il suo corretto funzionamento. Obiettivi: valutare l adeguatezza dei limiti critici fissati ad ogni CCP; confermare la validità del piano delle azioni correttive; assicurare l efficace funzionamento del Piano HACCP fin qui preparato. Scopi: valutare il corretto funzionamento del Piano HACCP; correggere ogni eventuale errore (di metodo, di procedure, ecc.) che la verifica dovesse mettere in luce. 18
Procedure che controllano le condizioni operative in uno stabilimento permettendo che le condizioni ambientali siano favorevoli alla produzione di
Procedure che controllano le condizioni operative in uno stabilimento permettendo che le condizioni ambientali siano favorevoli alla produzione di alimenti salubri L implementazione di un piano di autocontrollo
DettagliHazard Analysis Critical Control Points. (Dlg. 155/97)
Hazard Analysis Critical Control Points (Dlg. 155/97) L'HACCP (Hazard-Analysis and Critical Control Points) è un protocollo (ovvero un insieme di procedure), volto a prevenire le possibili contaminazioni
DettagliI 7 PRINCIPI DEL CODEX ALIMENTARIUS
I 7 PRINCIPI DEL CODEX ALIMENTARIUS 1 I 7 PRINCIPI DEL CODEX ALIMENTARIUS Il Metodo HACCP prevede l attuazione dei seguenti 7 principi: Principio 1: Indicazione dei pericoli connessi alle diverse fasi
DettagliAutocontrollo H.A.C.C.P. manuali. Corso SAB-Dott.ssa Stefania Marzona
Autocontrollo H.A.C.C.P. manuali 1 2 Autocontrollo e sistema HACCP non sono sinonimi. Il concetto di autocontrollo ha una valenza più ampia che discende dalla responsabilizzazione dell Operatore del settore
DettagliOBBLIGHI DEGLI OPERATORI DEL SETTORE ALIMENTARE Gli operatori del settore alimentare devono garantire che tutte le fasi della produzione, della trasfo
Corso per alimentaristi VII PARTE OBBLIGHI DEGLI OPERATORI DEL SETTORE ALIMENTARE Gli operatori del settore alimentare devono garantire che tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della
DettagliHACCP nella gestione delle acque minerali
Lifelong Learning Programme WP.5 Development of online and offline courses HACCP nella gestione delle acque minerali Partner P5 - CSEI Catania Dr. Chiara COPAT University of Catania Obiettivi di apprendimento
DettagliGestione del rischio nella sicurezza alimentare e HACCP. Slide 1
Slide 1 Hazard Analysis Critical Control Points I 7 principi condurre l analisi dei pericoli determinare i CCP stabilire i limiti critici stabilire un sistema di monitoraggio CCP stabilire azioni correttive
Dettagli8. Misure, analisi e miglioramento
8. Misure, analisi e miglioramento 8.1 Pianificazione 8.2 Monitoraggio e misurazioni 8.2.1 Soddisfazione del Cliente 8.2.2 Audit interni 8.2.3 Monitoraggio e misura del processo 8.3 Gestione dei prodotti
DettagliTutela e sicurezza del cliente
Tutela e sicurezza del cliente I pericoli chimico-fisici e biologici nella filiera alimentare e la loro prevenzione. La normativa igienico-sanitaria del settore. Applicazione del piano di autocontrollo
DettagliAudit del sistema HACCP
Formazione Molise 2010 2011 Audit del sistema HACCP Vincenza Prencipe Campobasso Requisiti relativi al sistema HACCP Requisito Gli operatori del settore alimentare devono: a) identificare ogni pericolo
DettagliGLOSSARIO. L azione da attuare ogni qualvolta si verifichino delle non conformità o deviazioni rispetto ai limiti critici individuati.
GLOSSARIO ANALISI DEL PERICOLO Il processo di raccolta e valutazione delle informazioni riguardanti i pericoli e le condizioni che ne provocano la presenza, per decidere quali necessitano di essere considerati.
DettagliHACCP Hazard Analysis and Critical Control Points
CROCE ROSSA ITALIANA WASH Team Igiene in emergenza Corso A2-10 logistica da campo HACCP Hazard Analysis and Critical Control Points Giuseppe Bolzoni Emergency Manager Croce Rossa Italiana HACCP: Analisi
DettagliSISTEMA QUALITA PG 02. Edizione PROCEDURE GESTIONALI. Pagina 1 di 11
Pagina 1 di 11 PG-02.1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE PG-02.2 RIFERIMENTI PG-02.3 DEFINIZIONI PG-02.4 SCELTA E ACQUISTO PG-02.5 INSTALLAZIONE PG-02.5.1 CONTROLLO AL RICEVIMENTO PG-02.5.2 COLLAUDO E INSTALLAZIONE
DettagliIL PIANO DI AUTOCONTROLLO PREREQUISITI. Langhirano 8 giugno 2012
IL PIANO DI AUTOCONTROLLO PREREQUISITI Langhirano 8 giugno 2012 I PREREQUISITI DELL HACCP La corretta applicazione dei prerequisiti semplifica i piani HACCP e concorre ad assicurare la salubrità dei prodotti
DettagliVERIFICHE ANALITICHE. VALIDAZINE E VERIFICA DEL SISTEMA DI AUTOCONTROLLO E DI PROCESSO. IL VI PRINCIPIO CODEX
VERIFICHE ANALITICHE. VALIDAZINE E VERIFICA DEL SISTEMA DI AUTOCONTROLLO E DI PROCESSO. IL VI PRINCIPIO CODEX Inquadramento normativo SICURA 28/05/2009 Autocontrollo Il sistema normativo richiede la stesura
DettagliHACCP E RINTRACCIABILITÀ. Dott. Daniele CORDARO EKON SRL
HACCP E RINTRACCIABILITÀ Dott. Daniele CORDARO EKON SRL HAZARD ANALYSIS CRITICAL CONTROL POINT ANALISI DEI PERICOLI E PUNTI CRITICI DI CONTROLLO PERICOLO Fonte potenziale di contaminazione di natura biologica,
Dettagli4.10 PROVE, CONTROLLI E COLLAUDI
Unione Industriale 55 di 94 4.10 PROVE, CONTROLLI E COLLAUDI 4.10.1 Generalità Il fornitore deve predisporre e mantenere attive procedure documentate per le attività di prova, controllo e collaudo allo
DettagliGiacomo Bertoni Lucia Antonioli 1
IL CONTROLLO e L AUTOCONTROLLO LE PRINCIPALI NORME IN MATERIA DI SICUREZZA ALIMENTARE Lucia Antonioli 1 Regolamento CE 178/2002 del 28 gennaio 2002 Stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione
DettagliLa famiglia ISO 9000: il gruppo coerente
La famiglia ISO 9000: il gruppo coerente La famiglia ISO9000 nasce per aiutare le organizzazioni ad attuare e applicare Sistemi di Gestione per la Qualità efficaci ISO9000: descrive i fondamenti dei sistemi
DettagliSISTEMI DI CONTROLLO. Free University of Bolzano
SISTEMI DI CONTROLLO 1 Free University of Bolzano SISTEMI DI CONTROLLO 2 Il controllo e le verifiche sono effettuati a valle del processo produttivo, con analisi sul prodotto finito. La prevenzione mira
DettagliLINEE GUIDA PER L APPLICAZIONE DELLE GMP AGLI IMBALLI IN EPS A CONTATTO CON ALIMENTI REGOLAMENTO N. 2023/06/CE
L AIPE - Associazione Italiana Polistirene Espanso è una associazione senza fini di lucro costituita nel 1984 al fine di tutelare e promuovere l immagine del polistirene espanso sinterizzato (EPS) di qualità
DettagliValidazione secondo UNI EN ISO del metodo Micro Biological Survey: Conta Batterica Totale e E. coli.
UNIVERSITA DEGLI STUDI ROMA TRE FACOLTA DI SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI Tesi di Laurea Magistrale in BIOLOGIA PER LA RICERCA MOLECOLARE, CELLULARE E FISIOPATOLOGICA Validazione secondo UNI EN
DettagliADA Gestione della qualità dei processi e prodotti alimentari
RA1: Predisporre il piano di controllo qualità, definendo procedure e specifiche tecniche di monitoraggio delle materie prime, dei semilavorati, dei prodotti e dei processi di lavorazione nel rispetto
DettagliWORKSHOP FEDERCHIMICA ASSOLOMBARDA CERTIQUALITY SICUREZZA ALIMENTARE: LE PROBLEMATICHE EMERGENTI Milano, 13 settembre 2010
WORKSHOP FEDERCHIMICA ASSOLOMBARDA CERTIQUALITY SICUREZZA ALIMENTARE: LE PROBLEMATICHE EMERGENTI Milano, 13 settembre 2010 Aggiornamento: Settembre 2010 Rivoira e SIAD Rappresentano due tra le più importanti
DettagliALFONSO SELLITTO, DOMENICO CACACE, GIUSEPPE PIRONE. Stazione Sperimentale per l Industria delle Conserve Alimentari Parma
ALFONSO SELLITTO, DOMENICO CACACE, GIUSEPPE PIRONE Stazione Sperimentale per l Industria delle Conserve Alimentari Parma CibusTec 2009 Parma, 30-10-2009 LA NORMA UNI EN ISO 22000 È stata pubblicata a novembre
DettagliMODULO UNITÀ 2.3 CONTROLLO, QUALITÀ E SICUREZZA ALIMENTARE
MODULO 2 UNITÀ 2.3 CONTROLLO, QUALITÀ E SICUREZZA ALIMENTARE Pag. 154 La sicurezza alimentare Il concetto di sicurezza alimentare è cambiato nel tempo: in passato disponibilità materiale di approvvigionamenti
DettagliManuale del Sistema. sezione 9
Manuale del Sistema sezione 9 Valutazione delle prestazioni Approvato da : Direzione Pagina 1 / 5 LISTA DELLE REVISIONI Versione sez. motivo della revisione data 1 -- Emissione 01.06.16 2 -- Revisione
DettagliREPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA
REPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA SETTORE ECONOMICO PROFESSIONALE 1 PRODUZIONI ALIMENTARI Processo Trasformazione e produzione alimentare Sequenza di processo Progettazione,
Dettagliseguire per assicurare la sicurezza durante tutte le fasi del progetto di impianti industriali di processo a rischio di
NORME UNI 10672 Procedure di garanzia della sicurezza nella progettazione Scopo e campo di applicazione: la norma prescrive le procedure da seguire per assicurare la sicurezza durante tutte le fasi del
DettagliPacchetto igiene NUOVA NORMATIVA COMUNITARIA IN MATERIA DI SICUREZZA ALIMENTARE. ERUCON - ERUditio et CONsultum
Pacchetto igiene NUOVA NORMATIVA COMUNITARIA IN MATERIA DI SICUREZZA ALIMENTARE Pacchetto igiene REGOLAMENTO (CE) N. 852/2004 del 29 aprile 2004 sull'igiene dei prodotti alimentari Pacchetto igiene REGOLAMENTO
Dettagli8. IL MANUALE DI AUTOCONTROLLO
8. IL MANUALE DI AUTOCONTROLLO 8.1. I VANTAGGI DEL SISTEMA HACCP È applicato a tutte le fasi della catena alimentare; È costante e basato sulla prevenzione; La responsabilità del controllo è affidata all
DettagliHACCP per Addetti Alimentari di Attività Complesse e Responsabili delle Procedure
HACCP per Addetti Alimentari di Attività Complesse e Responsabili delle Procedure Durata: 8 ore Destinatari: Il corso è rivolto a: responsabili delle procedure di autocontrollo alimentare (operatore del
DettagliREPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA
REPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA SETTORE ECONOMICO PROFESSIONALE 1 Trasporti e Logistica Processo Trasporto di persone e merci con mezzi navali Sequenza di processo
DettagliIndica inizio/fine del processo Indica linea di flusso Indica documento Indica punto di decisione Indica operazione/attività Indica input/output Indica connessione Definizione della Politica della Sicurezza
DettagliTante persone, tanto cibo
Autocontrollo e principi del sistema HACCP Tante persone, tanto cibo L'Unione Europea è oggi il maggior produttore al mondo di prodotti alimentari e bevande. In Europa esiste il libero mercato delle merci.
DettagliObblighi di controllo dei Fornitori esterni. Resilienza
Obblighi di dei Fornitori esterni Resilienza 1. Governance della resilienza e del Il Fornitore deve stabilire una governance efficace per garantire capacità di resilienza e, per tutti i processi e servizi
DettagliSistema di controllo interno
Sistema di controllo interno Corso di revisione aziendale anno accademico 2012-2013 Università degli Studi di Bergamo Prof.ssa Stefania Servalli Sistema di controllo interno INSIEME delle PROCEDURE e delle
DettagliManuale della Qualità. QUALITÀ Pag. 1 di 10
Ediz. 02 - Rev. 00del QUALITÀ Pag. 1 di 10 SOMMARIO 4. QUALITA 4.1 REQUISITI GENERALI 4.2 REQUISITI RELATIVI ALLA DOCUMENTAZIONE 4.2.1 Generalità 4.2.2 4.2.3 Gestione dei documenti 4.2.4 Gestione delle
Dettagli7. Realizzazione del prodotto
. Realizzazione del prodotto 7.1 Pianificazione 7.2 Processi relativi al cliente 7.3 Progettazione e Sviluppo 7.4 Approvvigionamento 7.5 Attività di produzione e servizio 7.6 Gestione dei dispositivi di
DettagliAUDIT INTERNI AUDIT INTERNI
del 01/02/2016 Pag. 1 di 8 INDICE DELLE REVISIONI Numero Data Descrizione Paragrafi Pagine Variati Variate 00 01/02/2016 Prima emissione Tutti Tutte RESPONSABILITA ELABORAZIONE VERIFICA APPROVAZIONE DATA
DettagliGMP nella produzione dei cosmetici
GMP nella produzione dei cosmetici Giulia Trovato DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE S.C. IGIENE E SANITA PUBBLICA ASL TO 5 Regolamento (CE) n.1223/2009 Considerazione 16 Per garantirne la sicurezza, i prodotti
DettagliComune Fabriano. Protocollo Generale, Servizio Progettazione, Servizio Edilizia Privata. Progetto di Certificazione secondo le norme ISO 9000
Comune Fabriano Protocollo Generale, Servizio Progettazione, Servizio Edilizia Privata Progetto di Certificazione secondo le norme ISO 9000 Formazione per auditor interni 25 maggio 2009 1 SOMMARIO Il significato
DettagliParte terza! Sanità pubblica veterinaria e igiene degli alimenti!! CAPITOLO 8 IL CONTROLLO UFFICIALE!
Parte terza Sanità pubblica veterinaria e igiene degli alimenti CAPITOLO 8 IL CONTROLLO UFFICIALE Regolamento (CE) 854/2004 Relativo all organizzazione di controlli ufficiali sui prodotti di origine animale
DettagliREPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA
REPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA SETTORE ECONOMICO PROFESSIONALE 1 Trasporti e Logistica Processo Trasporto di persone e merci con mezzi navali Sequenza di processo
DettagliI Nuovi Regolamenti comunitari
I Nuovi Regolamenti comunitari Conferenza organizzativa del Dipartimento di Prevenzione Lido di Camaiore 30 marzo 2005 1 Obiettivi della legislazione alimentare Assicurare un alto livello di sicurezza
DettagliSCHEMA 0 STORIA. Schema certificativo CP DOCUMENTI ESTERNI DI RIFERIMENTO
SCHEMA per la certificazione del controllo della produzione in fabbrica ai fini della marcatura CE dei profilati cavi di acciai non legati e a grano fine per impieghi strutturali di cui alle norme UNI
Dettagli2004 Seconda sessione
2004 Seconda sessione 1) Individuata una filiera produttiva di riferimento, il candidato illustri i motivi ispiratori del Reg. CE 178/02 relativo alla tracciabilità. 2) Il candidato descriva un sistema
DettagliGestione e controllo della qualità del processo produttivo
Gestione e controllo della qualità del processo produttivo 1 DEFINIZIONI QUALITA = proprietà caratteristica di una cosa che ne determina la natura e la distingue dalle altre. QUALITA = misura delle caratteristiche
DettagliPIANO DI AUTOCONTROLLO AZIENDALE SEMPLIFICATO ********
Mod. IS_1 PIANO DI AUTOCONTROLLO AZIENDALE SEMPLIFICATO (DECRETO A.R.I.S. N 24 DEL 18/07/2000) ******** RIFERIMENTI NORMATIVI: DECRETO LEGISLATIVO 26/05/91 n 155 DECRETO LEGGE 26/12/99 n 526 DECRETO GIUNTA
DettagliSistema di controllo interno
Sistema di controllo interno Corso di Audit e Governance Università degli Studi di Bergamo Prof.ssa Stefania Servalli Sistema di controllo interno INSIEME delle PROCEDURE e delle TECNICHE adottate dall
DettagliCorso di Laurea Magistrale in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche E25. Fabbricazione Industriale dei Medicinali 4 CFU
Sezione di Tecnologia e Legislazione Farmaceutiche Maria Edvige Sangalli Corso di Laurea Magistrale in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche E25 Fabbricazione Industriale dei Medicinali 4 CFU Ispezioni Dott.ssa
DettagliLA NASCITA E L EVOLUZIONE DEI SISTEMA HACCP
LA NASCITA E L EVOLUZIONE DEI SISTEMA HACCP LA PRIMA APPLICAZIONE DEL SISTEMA HACCP COME GARANZIA DI SICUREZZA ALIMENTARE RISALE AGLI ANNI SESSANTA LA NASA, APPUNTO, RICHIEDEVA L APPLICAZIONE DELL HACCP
DettagliAUDIT INTERNI. 4. ALLEGATI - PG 08 A Piano annuale degli audit - PG 08 B Rapporto di audit. Dirig. Area Amministrativa dott.
ATER Belluno PG 08 Audit Interni AUDIT INTERNI 1. SCOPO Stabilire la frequenza e la metodologia per l effettuazione degli al fine di assicurare: a) la conformità del SGQ a quanto pianificato, ai requisiti
DettagliLA GUIDA FACILE ALL HACCP. Guida all analisi e controllo dei rischi nel trattamento degli alimenti
LA GUIDA FACILE ALL HACCP Guida all analisi e controllo dei rischi nel trattamento degli alimenti INTRODUZIONE In qualsiasi tipo di attività ogni singolo passo che parte dalla preparazione dei cibi e
DettagliSTANDARD MINIMO DI PERCORSO FORMATIVO PROFILO PROFESSIONALE TECNICO DELLA PROGETTAZIONE ALIMENTARE
STANDARD MINIMO DI PERCORSO FORMATIVO PROFILO PROFESSIONALE TECNICO DELLA PROGETTAZIONE ALIMENTARE Allegato 14 1. RAPPORTO FRA UNITÀ DI COMPETENZA E UNITÀ DI RISULTATI DI APPRENDIMENTO: Unità di Competenza
DettagliControlli microbiologici degli alimenti
Controlli microbiologici degli alimenti Considerazioni di carattere generale e Regolamento (CE) 2073 / 2005 e successive modifiche Maria Luisa Cortesi Il controllo microbiologico degli alimenti FINALITA
DettagliBOLOGNETTA S.C.p.A. GESTIONE EMERGENZE SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE PROCEDURA: PSA 07 GESTIONE EMERGENZE REV.00 DEL 30/11/2012.
TIPOLOGIA DISTRIBUZIONE NON CONTROLLATA REVISIONI CONTROLLATA REV DESCRIZIONE EMESSO DATA VERIFICATO DATA APPROVATO DATA 00 EMISSIONE 30/11/12 01 02 03 Pagina 1 di 8 INDICE 1. SCOPO CAMPO DI APPLICAZIONE
DettagliAnalisi dei Pericoli e Punti di Controllo Critici
IL PACCHETTO IGIENE ED IL PIANO DI AUTOCONTROLLO NELLA RISTORAZIONE Corso Superiore di Cucina Italiana Dott. Ing. Massimo Gelati - Presidente Gruppo Gelati 11 ed. Colorno, Febbraio Giugno 2009 Gruppo Gelati
DettagliPROVE, CONTROLLI E COLLAUDI Generalità Prove, controlli e collaudi al ricevimento
PROVE, CONTROLLI E COLLAUDI 4.10.1 Generalità Tale punto della norma ha la finalità di garantire la verifica che le materie prime e i materiali tecnici utilizzati nel processo di lavorazione, i semilavorati
DettagliIgiene degli alimenti
Corso di formazione Igiene degli alimenti Parte 3_livello 1 Prevenzione Tante persone, tanto cibo L'Unione Europea è oggi il maggior produttore al mondo di prodotti alimentari e bevande. In Europa esiste
DettagliLa consulenza S.A.T.A. (Servizio di Assistenza Tecnica agli Allevamenti )
La consulenza S.A.T.A. (Servizio di Assistenza Tecnica agli Allevamenti ) Protocolli per le corrette norme igieniche e per la rintracciabilità Dott. Marco Pirovano Specialista S.A.T.A. Settore Sistemi
DettagliManuale di Sistema. sezione 7
Manuale di Sistema sezione 7 Supporto Approvato da : Direzione Pagina 1 / 7 LISTA DELLE REVISIONI Versione sez. motivo della revisione data 1 -- Emissione 01.06.16 2 -- Revisione generale 14.07.16 3 --
DettagliGara per la fornitura del Servizio di Ristorazione per la Mensa Obbligatoria di Servizio per il personale di Polizia Penitenziaria
ALLEGATO 6 AL CAPITOLATO MONITORAGGIO ISPETTIVO ED ANALITICO Allegato 6- Monitoraggio ispettivo ed analitico Pagina 1 di 5 SOMMARIO 1. Oggetto delle attività di monitoraggio... 3 2. Soggetti coinvolti
DettagliData: / / luogo ora inizio ora fine. Monitoraggio. Sorveglianza. Verifica. Audit. Ispezione. Campionamento. Analisi. altro
Allegato D alla Delib.G.R. n. del Allegato D alla Delib.G.R. n. 11/17 del 28.2.2017 Modulo di VERIFICA della EFFICACIA IN TEMPO REALE Data: / / luogo ora inizio ora fine AC oggetto della verifica: Contesto
DettagliALLEGATO N. 16 ESEMPIO DI PROCEDURA DI MONITORAGGIO DEI PROCESSI E PRODOTTI MEDIANTE INDICATORI DI PERFORMANCE
ALLEGATO N. 16 ESEMPIO DI PROCEDURA DI MONITORAGGIO DEI PROCESSI E PRODOTTI MEDIANTE INDICATORI DI PERFORMANCE PROCEDURA DI MONITORAGGIO DEI PROCESSI E PRODOTTI MEDIANTE INDICATORI DI PERFORMANCE Indice
DettagliProposta di REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO
COMMISSIONE EUROPEA Bruxelles, 3.10.2012 COM(2012) 578 final 2012/0280 (NLE) Proposta di REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO relativo all'impiego di acido lattico per ridurre la contaminazione microbiologica superficiale
DettagliL autocontrollo nelle industrie alimentari. Dott. Luca Pennisi Facoltà di Medicina Veterinaria
L autocontrollo nelle industrie alimentari Dott. Luca Pennisi Facoltà di Medicina Veterinaria AUTOCONTROLLO COS E? PERCHE SI FA? tutte le iniziative volte a garantire e dimostrare che un prodotto alimentare
DettagliMario ASTUTI ATS della Brianza
Mario ASTUTI ATS della Brianza Valutazione delle procedure di autocontrollo Audit Controllo ufficiale Come funziona un Controllo Ufficiale? SI RACCOLGO le EVIDENZE: ogni tipo di informazione verificabile,
DettagliPROCEDURA Sistema di Gestione Qualità e Sicurezza NON CONFORMITA - AZIONI CORRETTIVE E PREVENTIVE
Pagina 1 di 7 Indice 1 Scopo della procedura... 2 2 Campo di applicazione... 2 3 Responsabilità ed azioni... 2 4 Generalità... 2 4.1 Identificazione delle non-conformità... 2 4.2 Analisi e gestione delle
DettagliGood Clinical Practice (ICH- GCP): principi generali. Alessandra Foietta GMO Training & Compliance Manager Negrar 21 Ottobre 2016
Good Clinical Practice (ICH- GCP): principi generali Alessandra Foietta GMO Training & Compliance Manager Negrar 21 Ottobre 2016 Good Clinical Practice: cosa sono? Standard etico e di qualità internazionale
DettagliCARATTERISTICHE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA. OBBLIGATORIO PER ATTIVITA IN ARTICOLO 6 E 8 DEL D.Lgs. 334/99
Riesame della Direzione MIGLIORAMENTO CONTINUO Modello Proattivo Sistemi di Gestione Controlli e azioni correttive Implementazione Pianificazione Impegno e Politica Aziendale CARATTERISTICHE DEL SISTEMA
DettagliLE NORME UNI EN ISO 9000
LE NORME UNI EN ISO 9000 UNI EN ISO 9000:2005 SISTEMI di GESTIONE della QUALITA FONDAMENTI E VOCABOLARIO UNI EN ISO 9001:2008 SISTEMI di GESTIONE della QUALITA REQUISITI UNI EN ISO 9004:2009 SISTEMI di
DettagliTrattandosi di un semplice strumento di documentazione, esso non impegna la responsabilità delle istituzioni
2006R2023 IT 17.04.2008 001.001 1 Trattandosi di un semplice strumento di documentazione, esso non impegna la responsabilità delle istituzioni B REGOLAMENTO (CE) N. 2023/2006 DELLA COMMISSIONE del 22 dicembre
DettagliL AFFIDABILITA NELLA FASE DI PRODUZIONE
9. L AFFIDABILITA NELLA FASE DI PRODUZIONE Ed.1 del 14/09/98 Rev. 3 del 08/09/00 AFFIDABILITA' DI COMPONENTI E SCHEDE ELETTRONICHE-sez 9 1 L AFFIDABILITA IN PRODUZIONE ATTIVITA CHIAVE PER L AFFIDABILITA
DettagliCNA Produzione Confederazione Nazionale dell Artigianato e della Piccola, Media Impresa
CNA Produzione Confederazione Nazionale dell Artigianato e della Piccola, Media Impresa CNA sede Nazionale Roma 15 Marzo 2018 Riccardo Giambelli - Direttore Attività e proposta di ACCORDO DI COLLABORAZIONE
DettagliSISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO Ambiente e Sicurezza Non conformità, infortuni, azioni correttive e preventive INDICE
INDICE 1. DISTRIBUZIONE...2 2. SCOPO...2 3. APPLICABILITÀ...2 4. RIFERIMENTI...2 5. ACRONIMI E DEFINIZIONI...2 6. RESPONSABILITÀ...3 6.1 Responsabile di funzione/servizio...3 6.2 Rappresentante della direzione...3
DettagliREPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA
REPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA SETTORE ECONOMICO PROFESSIONALE 1 Trasporti e Logistica Processo Trasporto di persone e merci con mezzi navali Sequenza di processo
DettagliPROCEDURA PER LA CONDUZIONE DEGLI AUDIT INTERNI
Documento: PRO-14Q Pagina 1 di 9 PROCEDURA PER LA CONDUZIONE DEGLI AUDIT INTERNI DISTRIBUZIONE CONTROLLATA NON CONTROLLATA COPIA N DESTINATARIO 00 15-12-2014 Prima emissione Rev. Data Descrizione Redatto
DettagliI 7 principi dell HACCP
I 7 principi dell HACCP 1. Identificare i rischi e valutarne la gravità 2. Definire i punti (sistemi) di prevenzione critici 3. Fissare i limiti dei parametri critici da tenere sotto controllo 4.Attuare
DettagliRev. Data Descrizione Redatto Verificato Approvato IDENTIFICAZIONE: 0029CR_00_IT
APPENDICE SC Regolamento per la certificazione dei sistemi di gestione per la qualità delle aziende che operano secondo lo schema auto ISO/TS 16949:2002 00 24/04/2013 Annulla e sostituisce il documento
DettagliISTITUTO COMPRENSIVO Leonardo da Vinci
Pag. 1 di 6 Processo: Procedura Revisione:0 5 4 3 2 1 0 04/06/2015 Emissione Revisione Data Motivo Verifica Approvazione 1. SCOPO CAMPO DI APPLICAZIONE 3. RESPONSABILITÀ 4. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA 4.1
DettagliFASI DEL PROCESSO DI REVISIONE
FASI DEL PROCESSO DI REVISIONE Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili ha pubblicato a Dicembre 2015 un documento contenente le linee guida per la revisione delle imprese
DettagliGESTIONE DEGLI AUDIT INTERNI
Pagina 1 di 6 INDICE: 1. SCOPO 2. CAMPO DI APPLICAZIONE 3. RESPONSABILITÁ 4. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÁ 4.1 Pianificazione degli Audit 4.2 Preparazione degli Audit 4.3 Esecuzione degli Audit 4.4 Documentazione
DettagliLA NORMA INTERNAZIONALE SPECIFICA I REQUISITI DI UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ PER UN'ORGANIZZAZIONE CHE:
LA NORMA ISO 9001 1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE GENERALITÀ LA NORMA INTERNAZIONALE SPECIFICA I REQUISITI DI UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ PER UN'ORGANIZZAZIONE CHE: A) HA L'ESIGENZA DI DIMOSTRARE
DettagliSCHEMA 0 STORIA. Schema certificativo CP DOCUMENTI ESTERNI DI RIFERIMENTO
SCHEMA per la certificazione del controllo della produzione in fabbrica ai fini della marcatura CE dei prodotti laminati a caldo di acciai per impieghi strutturali di cui alla norma UNI EN 10025-1, edizione
DettagliLa Valutazione del Rischio Legionella. Significato e modalità corrette
La Valutazione del Rischio Legionella. Significato e modalità corrette Fai clic per aggiungere del testo Camurri Cinzia Tecnico della Prevenzione - Servizio Igiene e Sanità Pubblica - AUSL Reggio Emilia
DettagliPROCEDURA GENERALE PG 07 Rev. 0 RINTRACCIABILITÀ e TRACCIABILITÀ Del.. Pagina 1 di 4. Azienda DESTINATARI. Data di emissione. Redazione..
Pagina 1 di 4 DESTINATARI Data di emissione Redazione. Approvazione Distribuzione Pagina 2 di 4 1. SCOPO E APPLICAZIONE Gli alimenti o i mangimi che sono immessi sul mercato della Comunità o che probabilmente
DettagliRIESAME DELLA DIREZIONE
RIESAME DELLA DIREZIONE Approvazione del documento Responsabile di funzione Firma Data Elaborato da: Verificato da: Approvato da: AQ Responsabile AQ Direttore Generale Codice documento Storia del documento
DettagliI criteri di qualità in laboratorio Dott.ssa Rosaria Lucchini
Food safety & quality Il laboratorio interno per il controllo della qualità I criteri di qualità in laboratorio Dott.ssa Rosaria Lucchini Controlli e verifiche La normativa europea in materia di sicurezza
DettagliPROCEDURA PER IL CONTROLLO DEGLI ANIMALI INFESTANTI E INDESIDERATI
PROCEDURA PER IL CONTROLLO DEGLI ANIMALI INFESTANTI E INDESIDERATI REG. (CE) 852/2004 All. II Capitolo I - Requisiti generali applicabili alle strutture destinate agli alimenti 2. Lo schema, la progettazione,
DettagliSicurezza alimentare: i 7 punti dell HACCP
Sicurezza alimentare: i 7 punti dell HACCP Autocontrollo e HACCP diventano percorsi obbligati per le imprese che vogliono garantire la sicurezza alimentare Soffermiamoci su autocontrollo e sistema HACCP,
DettagliL autocontrollo e la possibilità di semplificazione, per ridurre i costi e migliorare la competitività. Clelia Lombardi
L autocontrollo e la possibilità di semplificazione, per ridurre i costi e migliorare la competitività Clelia Lombardi Alessandria - 26 giugno 2014 OBIETTIVO DELL AUTOCONTROLLO: GARANZIA DELLA SICUREZZA
DettagliSCHEMA. Schema per la certificazione del controllo della produzione in. fabbrica ai fini della marcatura CE dei prodotti in acciaio
SCHEMA per la certificazione del controllo della produzione in fabbrica ai fini della marcatura CE dei prodotti in acciaio inossidabile da costruzione cui alle norme UNI EN 10088-4:2009 e UNI EN 10088-5:2009
DettagliLe Verifiche della Regolare tenuta della Contabilità sociale
Principio di Revisione (SA Italia) 250B Le Verifiche della Regolare tenuta della Contabilità sociale Matteo Maccari Manager Overview ISA 250B Introduzione e Obiettivo Definizioni Regole Contenuti delle
DettagliISO 9001:2000. Norma ISO 9001:2000. Sistemi di gestione per la qualita UNI EN ISO 9001
Norma ISO 9001:2000 ISO 9001:2000 Sistemi di gestione per la qualita UNI EN ISO 9001 La norma specifica i requisiti di un modello di sistema di gestione per la qualita per tutte le organizzazioni, indipendentemente
Dettagli