MORFOLOGIA SCUOLA SUPERIORE REFLESSOLOGIA. Laozu Baldassarre. Edition Zu Center

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1 Laozu Baldassarre MORFOLOGIA ZU Edition Zu Center SCUOLA SUPERIORE REFLESSOLOGIA ZU REFLESSOLOGIA

2 LAOZU BALDASSARRE REFLESSOLOGIA ZU Morfologia Vol. II Edizioni ZU CENTER

3 MOR FO LO GIA RIFLESSA ZU Nello studio della Morfologia Riflessa Zu prendo in considerazione le al te ra zio ni mor fo lo gi che in re la zio ne al le I.A.R.S. (Identificazione A re e Ri fles se Sensibili) già studiate nel volume precedente, distinguendole in strut tu ra li, ar ti co la ri, muscolari, circolatorie, connettivali, cutanee. Nell osservazione diventano fondamentali manifestazioni come il colore, il ca lo re, le spor gen ze os se e, i sol chi, le ru ghe, i calli e le callosità, gli ispessimenti ungueali, i gonfiori, gli odori. Tutto ciò che in un piede notiamo in più o in meno, rispetto ad un piede ideale, corrisponde a qualcosa in più o in meno sullo strato corporeo relativo ed è associato ai wu xing: Cinque Movimenti. Nel testo precedente l i den ti fi ca zio ne delle a re e ri fles se sensibili sono evidenziate in relazione alle ossa, quindi non visibili, l identificazione avviene attraverso la per - ce zio ne fi si ca e tat ti le. Si devono chiu de re gli oc chi e far sì che le no stre mani di ve ngano i no stri oc chi, pertanto diventa im por tan te i ndividuarle at tra ver so u na ri - cer ca ma nua le sen si bi le ed e sper ta. Apprendere a per - ce pi re i pun ti ri fles si a oc chi chiu si, inteso nel sen so let te ra le del la pa ro la, è importante soprattutto al l i ni zio del la pra ti ca per ché, pur guardando al tro ve, il cer vel lo con ti nua a re gi stra re le im ma gi ni che gli oc chi ve dono e che si so vrap pongono al le informazioni ricevute at - tra ver so il tat to. Questo è il motivo per cui nella nostra Scuola un certo numero di ore di pratica sono eseguite con occhi bendati. Que sto secondo volume tratta dell os ser va re e so lo in par te del toc ca re. Tut to ciò che sui pie di no tiamo di fforme ri spet to ad un pie de i de a le 1

4 cor ri spon de a un a no ma lia del l or ga no ri fles so. Eseguiremo un analisi minuziosa della forma per comprendere la patologia attraverso la sintesi dell osservato e percepito, determineremo una terapia riflessa. I cinesi dicevano: «Guardare fuori per capire dentro». Iniziamo la lettura dividendo in tre gruppi le manifestazioni morfologiche in relazione alla loro origine che può essere: organica: visione plantare psicosomatica: dita energetica: visione dorsale Le manifestazioni morfologiche di origine organica si trovano prevalentemente sulla pianta del piede e le associamo a problematiche di origine alimentare, strutturale e organiche, le evidenziamo attraverso alterazioni quali calli e callosità, gonfiori. In posizione eretta la pianta del piede la consideriamo yin perché a contatto con la terra, con il paziente in posizione supina la consideriamo yang perché diventa la parte più esterna ed esposta; diviene quindi yin la parte dorsale che guarda verso il paziente e yang quella plantare. Le problematiche di origine energetica interessano soprattutto l area dorsale del piede, in relazione con il cielo yang, si manifestano per la contrazione dei tendini estensori e l incarnimento delle unghie che sono in relazione con i punti jing, pozzo. L area dorsale del piede è interessata dai meridiani zu, che iniziano o terminano il loro percorso nell arto inferiore. Il corpo è attraversato dalla rete dei jingluo, noti come meridiani, 2

5 che secondo i cinesi corrispondono alla mappa del cielo con i loro 360 punti più 1, l 1 è il 21 dello zutaiyin, dabao, grande amministratore, grande luo della milza che corrisponde alla stella polare. Le dita che si trovano nel mezzo, tra la terra, pianta del piede, organica, yin e il cielo, area dorsale, energetica, yang, rappresentano la componente psicosomatica. Le dita rappresentano l immagine della testa e le sue funzioni, gli organi vitali identificati in zang/fu, pieni e vuoti, sono tutti contenuti nel tronco, i cinque organi di senso sono invece contenuti nella testa, il tutto continua a corrispondere... come l ombra al corpo e la bacchetta al tamburo... 3

6 Dita: psicosomatica Visione plantare: organica Visione dorsale: energetica 4

7 Alta Centrale Bassa È un altra divisione per tre, molto importante. La parte alta comprende le dita e le teste metatarsali, la parte centrale corrisponde al cavismo anatomico del piede e comprende i cinque metatarsi, la parte bassa comprende il tarso, costituito dal calcagno, dall astragalo, dal cuboide, dallo scafoide e dai cuneiformi. Soprattutto nella visione plantare il colore della pelle è un utile orientamento. Piede diviso in tre parti 5

8 I cinesi antichi quando trattavano questo argomento, intendevano Cielo/Terra un tutt uno, mentre le nostre traduzioni occidentali sono piuttosto riduttive da questo punto di vista. Se interpretiamo Cielo/Terra come un unica cosa assimilabile al concetto unico e indivisibile yin/yang, ecco che ci appare evidente come l uomo sia l espressione dell interazione delle energie del Tian (cielo) e del Di (terra). Oltre alla dislocazione topografica, le alterazioni possono essere considerate in relazione al tessuto o strato corporeo interessato, dandoci indicazioni differenziate circa la loro origine e profondità. Un gon fio re, che è qual co sa in più ri spet to a un pie de i dea le, sta a significare la pre sen za di u na di la ta zio ne, di un in - gros sa men to, di processi fermentativi nell intestino, op pu re di un in fiam ma zio ne del l or ga no cor ri spon - den te o di una iperproduzione di qualche sostanza: catarro, linfa stagnante. Solchi, rughe, fossette, qualcosa in meno rispetto a un piede ideale e corrispondono a una carenza del nostro organismo: abbassamento delle difese del sistema immunitario, ipofunzione, limitazioni funzionali. Gli strati del corpo sono cinque, dal più profondo al più superficiale, dal più yin al più yang li evidenziamo in questa successione: 7

9 ossa muscoli vasi sanguigni connettivo pelle Le ossa sono la parte più profonda, più dura, più compatta, sono assimilate al colore nero, alla parte più yin; la pelle è la parte più esterna, più chiara, quindi più yang. Fino al quinto livello parliamo di strati corporei I sette livelli 8

10 riferiti ai wu xing, Cinque Movimenti e della struttura che da yin diventa sempre meno yin e più yang. Il sesto livello è riferito ai jingluo, meridiani, che rappresentano il riferimento energia: stiamo sempre lavorando a livello fisico, perché massaggiamo il corpo o utilizziamo la moxa, ma stiamo agendo sulla componente energia, la stiamo orientando. Al settimo livello incontriamo l aura, qualcosa di puramente energetico: il cosiddetto corpo sottile, essa è la componente più yang in assoluto, in contrapposizione alle ossa che sono la componente più yin. In questa trattazione prendo in considerazione solo i primi cinque livelli. Le informazioni apprese durante lo studio sono elaborate dal cervello e diventano feconde quando cominciamo a massaggiare. La componente celeste: studio, pensiero, ideale, che è il nostro riferimento energia, si combina con la componente terrestre: le nostre mani, i piedi del nostro paziente, che sono il nostro riferimento struttura: in tal modo le informazioni diventano un tutt uno. Al fine di me mo riz za re in ma nie ra or ga ni ca le A re e Morfologiche Ri fles se continuo con una let tu ra dei particolari, procedendo dal l al to ver - so il bas so e dal centro verso la periferia. 9

11 L alluce Nel li bro Reflessologia Zu prima parte, ho considerato l alluce soprattutto co me cra nio, ri fe ri to al la strut tu ra os se a, colorato in nero e ne ho evidenziato i par ti co la ri, ora at tra ver so la per ce zio ne tat ti le, ne prendo in con si - de razione anche la par te car no sa ri fe ri ta per as so cia zio - ne al la par te mol le del la te sta, quin di al cer vel lo e al le sue funzioni. Ri le vo la sua for ma, quel la del l un ghia e le cor ri spet ti ve a no ma lie e pa to lo gie. L alluce è il primo dito del piede, omologo del pollice, ma meno mobile. È costituito da due falangi unite tra loro da un articolazione cerniera o diartrosi. La porzione prossimale della prima falange si articola con l epifisi distale del primo metatarso. Possiede un tendine estensore lungo e uno corto, un flessore lungo e uno corto, un abduttore e un adduttore. Posto nella parte più distale del piede è associato al mentale, le sue manifestazioni sono legate alla parte inerente il cielo, la parte alta, la testa come proiezione riflessa. Parte molle (cervello) Parte dura (cranio) Alluce parte dura parte molle 10

12 La seconda falange, reflessologicamente, comprende la calotta cranica; la fossetta appena sottostante rappresenta i seni frontali, uno per piede; la sporgenza esterna in alto, l arcata sopraccigliare; la sporgenza in basso, il processo mastoideo, particolarmente sensibile al tatto perché corrisponde all inserzione dello sternocleidomastoideo; la sporgenza centrale corrisponde all ipofisi. Sulla prima falange identifichiamo le sette vertebre cervicali. L articolazione falange-falangina rappresenta l articolazione atlante-epistrofeo, l articolazione tra testa e collo. La parte molle della seconda falange, insieme alle altre dita del piede, come già detto, rappresentano il cervello e le sue funzioni. Calotta cranica Seno frontale Ipofisi Arcata sopraccigliare Cavità orale Atlante-epistrofeo Processo mastoideo Aree riflesse dell alluce 11

13 Alluce duro A un im me dia to e sa me vi si vo, si può clas si fi ca re l al lu - ce-te sta co me gros so, du ro, mol le, bian chic cio, svuo ta - to, val go, so vrap po sto o sot to po sto al se con do di to. Un al lu ce gros so, ros so, du ro, dà un sen so di pie nez za al toc co, ciò c in di ca che la per so na vi ve u na sin to ma to - lo gia riferibile a u na pres sio ne en do cra ni ca au men ta ta, che sarà e spressa at tra ver so la sim bo lo gia del lin guag - gio come: «Mi sen to la testa pie na!» «La te sta mi scop pia!» «Ho un cer chio in tor no al la te sta!» Fra si si mi li, dan no l i - de a di qual co sa che vuo le e splo de re, di u na si tua zio ne che ten de al l e span sio ne, e span sio ne im pe di ta e li mi ta - ta dal la ri gi di tà con te ni ti va del cra nio. Per so ne con un al lu ce che si pre sen ta du ro, gros so, pie - no, do vran no ri te ner si re la ti va men te for tu na te se do ves - se ro a ve re ma ni fe sta zio ni do vu te a rot tu ra di piccoli va - si, riferibili a u na pres sio ne en do cra ni ca au men ta ta come l e pi stas si o e mor ra gie o cu la ri. Sa reb be ro si cu ra men - te me no for tu na te se, in ve ce che nel na so o nel l oc chio, a ce de re al la pres sio ne fos se u na piccola vena o un arteriola al l in ter no del cra nio, pro vo can do un e mor ra gia ce re bra le, situazione ben più grave delle precedenti. U na ve na o un ar te rio la che determina un fe no me no e - mor ra gi co di ven ta l a nel lo de bo le del la ca te na che ha ce du to quan do que sta é stata te sa al l e stre mo. In u na si - tua zio ne di par ti co la re ten sio ne, stres s fi si co o e mo ti vo, il nostro organismo su bisce sol le ci ta zio ni al le qua li non sem pre rie sce a da re u na ri spo sta a de gua ta, il lo go rio del la vi ta quo ti dia na con du ce spes so a que sta situazione. I rit mi di vi ta che con du cia mo nel la no stra so cie tà a tec no lo gia a van za ta ci por ta no a i gno ra re i segnali che 12

14 il no stro cor po, sot to for ma di mes sag gi, in via co stan te - men te, le situazioni appena descritte ne sono i tragici risultati. Quan do si sen te di re di u na per so na col pi ta da ic tus o da in far to: «Fi no a po co tem po fa sta va co sì be - ne!» E vi den te men te fi no a po co tem po prima sta va be - ne so lo ap pa ren te men te. Alluce grosso e duro Se l al lu ce de stro ap pa re più gros so, du ro e ri gi do ri - spet to al si ni stro, si gni fi ca che l e mi sfe ro ce re bra le omolaterale è più sof fe ren te. Reflessologicamente l alluce destro corrisponde alla parte destra della testa e l alluce sinistro alla parte sinistra. L e mi sfe ro ce re bra le si ni stro con trol la la muscolatura volontaria della parte de stra del cor po, l e mi sfe ro ce re bra le de stro ne con trol - la la par te si ni stra. L e mi sfe ro ce re bra le de stro re go la la par te i stin ti va, e mo ti va, af fet ti va, fem mi ni le del l in di vi - duo, co me pure le fun zio ni del so gno e del la cre a ti vi tà, è quel la par te che l es se re u ma no u ti liz za so prat tut to nei pri mis si mi an ni di vi ta. L e mi sfe ro ce re bra le si ni stro re go la in ve ce le fun zio ni i ne ren ti l at ti vi tà ra zio na le, lo - 13

15 gi ca, di ti po ma schi le, funzioni che co min cia mo a u ti liz - zare in ma nie ra più e vi den te col pas sag gio dal la scuo la ma ter na al le pri me clas si e le men ta ri, quan do le fun zio - ni as so cia ti ve e ma te ma ti che co me: «U no più u no u gua - le a due.» L'associazione di sil la be di ven ta no una at ti vi - tà più co stan te. Nel le ma ni fe sta zio ni ce fal gi che, (mal di te sta), la sim bo lo gia del lin guag gio, ra di ca ta pro fon da - men te in noi co me ar che ti po, ci da gran di pos si bi li tà d in ter pre ta zio ne, utile con fron to e sup por to a ciò che pos sia mo os ser va re at tra ver so i pie di. Alluce molliccio Pas sia mo al la si tua zio ne op po sta: l al lu ce si pre sen ta mol lic cio, svuo ta to, di co lo - ri to chia ro. La per so na de - scri ve sintomi co me: «Sen to la te sta vuo ta!» «Ho la te sta fra le nu vo le!» «Mi sen to la te sta pie na d a ria!» Sen sa - zio ni di vuo to, co me vuo to appare l al lu ce, sintomi ri - con du ci bi li a u na con di zio - ne di pres sio ne en do cra ni ca di mi nui ta, quin di a un Alluce molliccio ridot to af flus so di san gue al cer vel lo con tut te le con se guen ze, prima fra tutte un ridotto apporto di ossigeno. Le cause di questa condizione possono essere legate a una ridotta capacità di ventilazione, a un ridotto tono muscolare, a eventuali for- 14

16 me depressive e quant altro concorra a creare ristagno sanguigno per situazioni di carenza. Queste persone appaiono soggetti svuotati, con un qi carente, dovranno essere sicuramente tonificate. Ce fa le a pul san te Tor niamo al l al lu ce pie no e al qua dro di ma ni fe sta zio - ni sin to ma ti che pri ma e nun cia te, se in du cia mo il pa - zien te a u na let tu ra sim bo lo gi ca e det ta glia ta dei suoi sin to mi, pos sia mo ul te riormente di ver si fi ca re la sin to - ma tologia di quel la te sta che scop pia, che il pa zien te ten de a te ner e tra le ma ni. Gli chie dia mo se il suo mal di te sta è di ca rat te re pul san te o con ti nuo. Se la ce fa - le a de nun cia ta è di ca rat te re pul san te, dal la ti no pul - sus, bat te re, si gni fi ca che è de ter mi na ta dalla pres sio - ne en do cra ni ca au men ta ta, do vu ta probabilmente al la com pres sio ne di un ar te ria. Que sta com pres sio ne può av ve ni re in un pun to e ster no al cra nio, co me il col lo, e a ve re quin di un o ri gi ne cer vi ca le o può es se re causata dal la con trat tu ra dei mu sco li del col lo, da lin fo - no di in gros sa ti o tu me fat ti, da lin fa sta gnan te. Il san - gue ar te rio so dal cuo re è pom pa to verso la pe ri fe ria, se le ar te rie man ten go no la lo ro e la sti ci tà com pen sa - no la spin ta si sto li ca, ma se so no in du ri te, ten den zial - men te scle ro ti che, non riu sci ran no a com pen sa re la spin ta che il san gue ri ce ve dal cuo re e au men ta quin - di la pres sio ne al l in ter no del le pa re ti ar te rio se, con il con se guen te sin to mo del pul su s, del bat te re. Un mal di te sta pul san te, è ri con ducibile, in ma nie ra ri dut ti va a un o ri gi ne com pres si va ar te rio sa. 15

17 Ce fa le a con ti nua Quando la ce fa le a si presenta come do lo re co stan te - men te sor do, dif fu so, ec co che, di ver si fi can do il sin to - mo, se ne di ver si fi ca l e zio lo gia e la pa to lo gia. Di fron te a un mal di te sta con ti nuo, co stan te, il sin to mo è da ri fe - rir si non più ad u na com pres sio ne ar te rio sa, ben sì ad u - na si tua zio ne di ridotto re flus so di san gue dal cer vel lo. Ri ma ne co stan te la cau sa com pres si va, ma in questo caso si trat ta di com pres sio ne ve no sa. Le ve ne han no per - cor si più su per fi cia li ri spet to al le ar te rie, pertanto il quadro clinico risulta relativamente meno grave del precedente in quanto la funzione del sangue di apportare ossigeno al cervello è già stata assolta. Emicrania Nel la con di zio ne del l al lu ce pie no si ha un ul te rio re di - ver si fi ca zio ne sin to ma ti ca: dal la ce fa le a, mal di te sta che coin vol ge tut ta la te sta, distinguiamo l e mi cra nia. Il pre fis so e mi si gni fi ca me tà. Se u na per so na ha un e mi - cra nia che in te res sa la par te de stra o si ni stra, è in te res - sa to l e mi sfe ro ce re bra le corrsiposndente con la com - pro mis sio ne e la sof fe ren za del le fun zio ni ri spet ti ve già ci ta te. Se l emicrania coinvolge soprattutto il lato destro, l associamo a problematiche della sfera razionale; se è interessato il lato sinistro le cause del malessere sono da ricercarsi in situazioni relative alla sfera affettiva e creativa. 16

18 provocando lo schiac cia men to dei di schi in ter ver te bra - li e del le cop pie del le ra di ci ner vo se del col lo. Da que - sto at teg gia men to po stu ra le han no o ri gi ne le pro ble - ma ti che i ne ren ti la sof fe ren za del le vertebre cer vi ca li con le lo ro con se guen ze di ret te, co me quelle re la ti ve al l in ner va zio ne del cra nio e del ples so cer vi co/ bra - chia le e quel le in di ret te e/o com pen sa ti ve di al tri di - stret ti del cor po. Quan do que sta po stu ra, per il con ti nuo stres s, le continue ten sio ni o pau re, ten de a sta bi liz zar si, gli ef fet ti po - stu ra li sui mu sco li si manifestano co me u na ca te na mu - sco la re che scende fi no ai pie di: l al lu ce su bi sce un in - sac ca men to e le di ta u na con tra zio ne dei mu sco li fles - so ri o estensori. Que sti con cet ti sa ran no ap pro fon di ti nel ca pi to lo ri guar dan te le pa to lo gie. Alluce insaccato 18

19 Dermoglifo decentrato Quan do in un al lu ce la par te car no sa ap pa re co me u na pro tu be ran za a vol te co sì evidente, da ri co prire il se - con do di to e par zial men te an che il ter zo, il der mo gli fo, (i solchi che determinano l impronta digitale) appare evidentemente spo sta to ver so il se con do di to. Questa manifestazione, in rapporto alla sua entità, ci dà indicazioni inerenti vuoti della memoria recente. Dermoglifo decentrato Il dermoglifo decentrato si pre sen ta co me u n pro las sa - men to della par te car no sa del l al lu ce, già as so cia ta al la par te mol le del la te sta e in mo do spe ci fi co al cer vel lo, vie ne sim bo li ca men te de scrit to co me: «Mi sen to il cer - vel lo in pap pa!» An che per i vuo ti di me mo ria ci si de - ve ri fe ri re all emisfero cerebrale de stro o si ni stro, a pro - ble ma ti che ri guar dan ti la sfe ra af fet ti va o ra zio na le. In genere ri guar da no so prat tut to la me mo ria re cen te e qua si mai quel la an ti ca, che è pro fon da men te ra di ca ta 19

20 in noi. Da un punto di vista psicologico, una delle cause possibili dei vuoti di memoria può essere l esigenza di dimenticare tutto quanto ci comporta sofferenza. S. Freud diceva che tendiamo a dimenticare le cose che non ci interessano più. Le funzioni della memoria sono comunque mediate e attivate dalla sintesi glucosio/ossigeno: da qui si deduce quanto sia determinante una respirazione ottimale con un attività sportiva aerobica. Solchi emozionali Alcuni al lu ci pre sen ta no u no, due o an che tre piccoli solchi, che consideriamo tali solo quando interrompono il dermoglifo, solitamente sono di spo sti ver ti cal men te. Dal le ri spo ste a vu te dai sog get ti trattati, ho de dot to e co di fi ca to si tua zio ni e mo zio na li re la ti ve a e spe rien ze che han no la scia to dei pro fon di segni nel la lo ro psi che. Possiamo immaginare un parallelo tra le volute cerebrali e i solchi del dermoglifo. U na si gno ra a ve va l al lu ce si ni stro di vi so da u na ru ga pro fon da, co me se il suo e mi sfe ro ce re bra le fos se sta to di vi so net ta men te in due par ti. Al la do man da se la sua sfe ra af fet ti va a ves se su bi to un trau ma o fos se sta ta separata net ta men te in due par ti, mi ri spo se sem pli ce - men te che il si gno re lì pre sen te e ra il suo se con do ma - ri to. Ve do va, si e ra ri spo sa ta e il suo al lu ce a ve va so ma - tiz za to que sti due pe rio di se gna ti da due fi gu re af fet ti - va men te im por tan ti. Non avrei voluto essere nei panni del secondo marito: quel solco così profondo stava a indicare che la signora non aveva elaborato il lutto, quindi il confronto tra i due mariti era una costante che 20

21 influiva negativamente nel rapporto con il secondo matrimonio. Un altra paziente che a ve va due li ne e pro fon - de sul l al lu ce de stro, al la mia do man da se la sua sfe ra ra zio na le, as so cia bi le al l at ti vi tà la vo ra ti va, fos se sta ta di vi sa in tre ci cli ben dif fe ren zia ti, ri spo se che a ve va svol to tre ti pi di la vo ro: ca sa lin ga, sar ta e bi del la. Ri por to so lo que sti due e sem pi, par ti co lar men te si gni - fi ca ti vi, per ché le li ne e che ap pa ri va no su gli al lu ci e ra - no molto e vi den ti; so no co mun que da pren der e in con - si de ra zio ne, tut te le si tua zio ni che ap paio no a no ma le ri spet to a un al lu ce i de a le. Se le linee verticali evidenziate sull alluce sono più superficiali, ne va compreso lo stesso il significato. Esse corrispondono a situa zio ni vis su te in ma nie ra me no pro fon da. Solchi emozionali 21

22 Dermoglifo appuntito In al cu ni a dul ti il der mo gli fo ap pa re e vi den te, ben ap - pun ti to, spor gen te: ho a vu to mo do di no ta re che in que sti sog get ti per man go no del le gros se com po nen ti di ca rat te re in fan ti le. Il der mo gli fo spor gen te e ap pun ti to, sia nel le di ta del le ma ni che dei pie di, è ca rat te ri sti co dei bam bi ni, ne gli a - dul ti si ri du ce fi no al com ple to ap piat ti men to del pol - pa strel lo, pertanto incontrare un adulto con un dermoglifo evidente non è comune. Non ha caratteristiche patologiche e a seconda dell entità questi soggetti appaiono persone amabili, scherzose, che non si prendono troppo sul serio, che riconoscono e accettano questo aspetto del loro carattere senza farsene dei problemi. Dermoglifo appuntito 22

23 Calli e callosità A dif fe ren za dei cal li, nei quali è presente un fit to ne che rag giun ge le ter mi na zio ni ner vo se e che ge ne ra do lo re, le cal lo si tà non so no do len ti, si for ma no gra - dual men te i spes sen do si in se gui to al co stan te sfre ga - men to con la scar pa. Se lo sfre ga men to av vie ne in tem - pi re la ti va men te bre vi, co me ca pi ta con un paio di scar - pe nuo ve o de gli scar po ni da mon ta gna, la ma ni fe sta - zio ne sa rà a cu ta, ge ne ra u na flit te na, più co no sciu ta co - me ve sci ca o bol la d ac qua. Se sol le ci tia mo con u no spe ci fi co mas sag gio l a re a ri - fles sa delle cal lo si tà, im me dia tamente non abbiamo nes su na ri spo sta sin to ma ti ca e vi den te, nè fa sti dio nè do lo re, ma con ti nuan do a sollecitare an co ra per qual - che se con do, i na spet tata men te il pa zien te av ver ti rà un do lo re a cu to e pun gen te. Il mas sag gio ve lo ce eseguito con la pun ta del pol li ce ge ne ra on de cor te che tra smes se al le ter mi na zio ni ner - vo se sot to stan ti pro tet te dal la cal lo si tà, determinano dolore a cu to per la loro patologica ipersensibilità. Cal lo si tà padre La cal lo si tà nel l a re a me dia le dell alluce, quel la che par - ti co lar men te vie ne sol le ci ta ta dal la scar pa, ci in di ca che il pa dre del soggetto in esame gli ha cre a to dei li mi ti al - lo svi lup po del la per so na li tà. In particolare se è a si ni - stra si gni fi ca che il sog get to non ha ta glia to il cor do ne om be li ca le nei con fron ti del pa dre. Per il bam bi no il pa dre co me ar che ti po do vreb be rap pre sen ta re l au to ri - 23

24 tà, il co man do, il ca po/te sta, co lui che gui da la fa mi glia. Se que sti co me ta le è trop po for te e re pres si vo o al l op - po sto è un padre/bambino/giocherellone o addirittura debole e succube della madre o ancora, se viene meno all immagine di padre forza/protezione/maschile e non rappresenta il giusto sen so di au to ri tà agli occhi del bam bi no, questi vi vrà del le li mi ta zio ni nel lo svi lup po del la sua per so na li tà. Il pa dre de ve es se re giustamente au to re vo le. Nell interpretazione delle callosità della parte mediale, sia dell alluce che del calcagno, è necessario considerare se appartengono a un uomo o a una donna. La callosità padre è ben più gra ve nel ca so di un uo mo an zi - ché di u na don na per ché ha a che fa re con l af fer ma - zio ne del la pro pria i den ti tà ma schi le: un ma schio in con flit to con il maschio che è in lui. Callosità padre 24

25 Se que sta cal lo si tà ap pa re in ve ce sui pie di di u na don - na, il pro ble ma è re la ti va men te mi no re, in quan to la don na si po ne in ma nie ra con flit tua le e non com ple - men ta re nei con fron ti del ma schi le, ma ciò non crea u - na si tua zio ne im por tan te e gra ve qua le è la con flit tua li - tà con il pro prio ar che ti po fem mi ni le. La cal lo si tà sul - l al lu ce de stro si gni fi ca che le pro ble ma ti che non han - no avuto un o ri gi ne in fan ti le, si so no ve nu te a cre a re nel pe rio do a dul to: non è stato quin di il pa dre/genitore la cau sa principale di questa manifestazione. Il soggetto vive una situazione conflittuale con il principio di autorità di ordine contingente: egli è in conflitto con tutte quelle persone, situazioni, istituzioni, che in qualche modo tendono a dargli ordini o che lo rendono subordinato, dipendente, situazioni che gli vanno strette e che non riesce facilmente a risolvere. La cal lo si tà presente sia sul l al lu ce si ni stro che sul de - stro sta a si gni fi ca re che il cor do ne om be li ca le con il con cet to pa dre -au to ri tà non è sta to ta glia to e che il paziente ha trasferito i conflitti con il padre/genitore nel suo vissuto presente. Se la cal lo si tà sul l al lu ce de stro è inferiore a quella di si ni stra si gni fi ca che il sog get to va mi glio ran do, sta ri - sol ven do gra dual men te i pro ble mi con il principio di au to ri tà, con il suo ma schi le e con l au to ri tà i sti tu zio na - liz za ta: pa dro ne, ca puf fi cio, pre si de, fun zio na rio, sta to, i sti tu zio ne. Se al contrario la cal lo si tà sul l al lu ce de stro è mag gio re, la interpretiamo come se i pro ble mi del vissuto presente non so lo non so no sta ti ri sol ti, ma ad - di rit tu ra si van no ac cen tuan do. È importante comprendere che at tra ver so i pie di non pos sia mo prendere in considerazione l at teg gia men to 25

26 pe da go gi co del pa dre nei con fron ti del fi glio, ben sì quel lo che il sog get to ha vis su to nei con fron ti del pa - dre. A volte il paziente so stien e che sa reb be sta ta piut - to sto la ma dre a cre ar gli dei pro ble mi; allora noi gli spie ghia mo che la di scus sio ne, la li te, il con fron to di - ret to, es sen do già ma ni fe sta zio ni yang, e ster na zio ni, bru ciano quel di sa gio e u na vol ta bru cia tolo, l es, il no - stro in con scio, non ha più l e si gen za di somatizzarlo. È ciò che non vi via mo a li vel lo co scien te che viene so - ma tiz za to, pe rò con que st im por tan te di ver si fi ca zio ne: l in di vi duo a dul to i ne vi ta bil men te non ha più lo stes so ti po di rapporto col pa dre ri spet to a quan do e ra bam bi - no, ed e spri me quin di la con flit tua li tà, il disagio del suo io ma schi le, il suo con cet to di au to ri tà, in tut te quel le si tua zio ni o rapporti che in qual che mo do li mi - ta no la sua li ber tà. 26

27 Callosità plantare prima/seconda falange I dito A vol te la cal lo si tà dell alluce si pro lun ga fin sot to l ar ti - co la zio ne pri ma/se con da fa lan ge: l ar ti co la zio ne a tlan te - /e pi stro fe o. La cal losi tà è uno stra to cor ne o che ri du ce l e la sti ci tà del la pel le, ma al tem po stes so pro teg ge l i per sen si bi li - tà del le ter mi na zio ni ner vo se sot to stan ti. U na ri gi di tà re la ti va quin di al l ar ti co la zio ne pri ma/se - con da fa lan ge del pri mo di to cor ri spon de a u na ri gi di - tà del l ar ti co la zio ne cra nio/pri ma ver te bra cer vi ca le. Il si gni fi ca to più glo ba le è che nel sog get to in que stio - ne la zo na al ta del col lo è par ti co lar men te sen si bi le e si di fen de ge ne ran do la ri gi di tà nu ca le. Rigidità nucale 27

28 Fos set te sul l al lu ce Un a signora che si sot to po se al la let tu ra dei pie di, presentava due e vi den ti fos set te sul l al lu ce sinistro, nel la zo na cor ri spon den te al la ca lot ta cra ni ca, le chie si se a - veva subito le sio ni al cuoio ca pel lu to, mi ri spo se che, in seguito a un in ci den te stra da le, a ve va riportato un im por tan te trau ma cra ni co e le e ra no sta ti mes si molti pun ti di su tu ra. Rimase ricoverata in ospedale per più di quaranta giorni, era all estero e quell esperienza segnò notevolmente la sua vita. Fossette sull alluce 28

29 Valgismo dell'alluce Le af fe zio ni che de ter mi na no l al lu ce val go sono im pu - ta te nel la mag gior par te dei ca si a cal za tu re i na dat te: nul la è più sbagliato. In Ci na al com pi men to del set ti - mo an no di e tà, con la pri ma lu na pie na di primavera ve ni va no stret ta men te fa scia ti i pie di del le bam bi ne af - fin ché cre scen do, il pie de ri ma nes se pic co lo, il pie de fior di lo to. Con il pas sa re de gli an ni que sti pie di ri ma - ne va no ef fet ti va men te pic co li, ma anche or ren da men te de for ma ti. Co me mai in oc ci den te por tan do scar pe stret te i pie di di ven ta no in ve ce più gran di? Scar pe i na dat te in flui sco no so lo in pic co la par te sul la for ma zio ne del l al lu ce val go. Ri cor dia mo ci che le os sa non si muo vo no da so le ma sono mos se dai mu sco li e a se con da di qua li mu sco li o grup po di mu sco li si con - traggono mag gior men te: so pra, sot to, a van ti, die tro, de - stra, si ni stra, su per fi cia li, pro fon di, a vre mo i di ver si e re la ti vi mo vi men ti os sei. Si par la del l al lu ce val go co me di un pro ces so e re di ta - rio, è fal so an che que sto, bi so gna di stin gue re ciò che è e re di ta rio, da ciò che com por ta u na pre di spo si zio ne alla e re di ta rietà, ciò che è con ge ni to dalle pa to lo gie ne o - na ta li. L e re di ta rie tà com por ta u na tra smis sio ne at tra - ver so i ge ni, per cui sono da con si de rar si e re di ta ri la sta tu ra, il co lo re de gli oc chi, al te ra zio ni o de for ma zio ni che il no stro DNA ha me mo riz za to. La pre di spo si zio ne e re di ta ria è in ve ce da con si de rar si co me l a nel lo de bo - le di una ca te na: in fa mi glia ci sono u no o più pa ren ti dia be ti ci, il nuo vo na to però non ma ni fe sta i sin to mi della malattia, che si po tran no ma ni fe sta re, e non ne - 29

30 ces sa ria men te, a 30, a 40, a 50 o a 60 an ni. Per ché a 30 an ni piuttosto che a 50? A volte cau se e ster ne, che pos - so no es se re an che di o ri gi ne psi co so ma ti ca, pos so no in ter ve ni re e far sì che la malattia si ma ni fe sti a un e tà piut to sto che a un al tra. È suf fi cien te u no stres s per ché la ca te na te sa al mas si mo si rom pa pro prio la do ve c è l a nel lo più de bo le. Alluce valgo Se nel la pre di spo si zio ne e re di ta ria l a nel lo de bo le è rap pre sen ta to dal dia be te, o da qual che al tro ti po di af - fe zio ne as so cia bi le a que sto prin ci pio, ec co che il sog - get to ne ma ni fe ste rà i sin to mi. Con ge ni to invece si gni - fi ca ciò che vie ne con la na sci ta, quin di il bam bi no na - sce con quel ti po di af fe zio ne. Le pa to lo gie ne o na ta li so no quel le con trat te ap pe na na ti, co me nel ca so di u - na ma dre lue ti ca che con ta gia il bam bi no nel momento del par to. Siccome nessun bambino nasce con l al lu ce 30

31 val go, tutt altro, i suoi alluci come quelli di coloro che vivono a piedi nudi, sono vari e non valghi. Pos sia mo affermare che questa alterazione non è inquadrabile nel le af fe zio ni e re di ta rie: ben sì nel grup po del le pre di - spo si zio ni e re di ta rie. La con tra zio ne del mu sco lo fles so - re o estensore del pri mo di to, determina u na com pres - sio ne della pri ma fa lan ge sul l e pi fi si di sta le del pri mo me ta tar so. U na leg ge fi si ca enuncia: «La pres sio ne unita al movimento ge ne ra ca lo re.» Il ca lo re pro dot to da que - sta com pres sio ne genera a sua volta l aumento e l espansione del li qui do si no via le con te nu to nella cap su la pe - rio ste a, che tie ne in sie me l ar ti co la zio ne me ta tar so -fa lan - ge a del pri mo di to. Nella con di zio ne a cu ta, l in fiam ma - zio ne si ma ni fe sta con gon fio re, ros so re, do lo re, li mi ta - zio ne del la fun zio ne ed è de fi ni ta bor si te. O gni vol ta che que sto li qui do si rias sor be, si de ter mi na u na pre ci pi ta - zio ne cri stal li na, che va a mo di fi ca re la strut tu ra del la te - sta del pri mo me ta tar so, au men tan do ne la di men sio ne. Dall osservazione dei casi studiati è risultato che esistono due situazioni fondamentali, diverse tra loro per origine e motiva zio ne. Chi ha un so lo al lu ce val go ce l ha so lo a de stra; se il val gi smo del l al lu ce è pre sen te in ve - ce su en tram bi i pie di, sa rà ap par so per pri mo sul pie - de si ni stro. I nu me ro si ca si os ser va ti mi han no por ta to a formulare u na sta ti sti ca che a di stan za di an ni non è mai sta ta smen ti ta, an zi con ti nua a con so li dar si. L'area ri fles sa del l al lu ce val go cor ri spon de al la proie - zio ne del la set ti ma ver te bra cer vi ca le che si differenzia dalle altre sei, pur ap par te nen do al grup po del le cer vi - ca li, perché è l unica fissa, i nol tre è fa cil men te i den ti fi - ca bi le gra zie al la sua a po fi si spi no sa più spor gen te. Fra si co me: «Be ne, a des so tut ta la re spon sa bi li tà del la 31

32 fa mi glia o del l a zien da è sul le tue spal le!» «Bi so gna a ve - re spal le lar ghe per so ste ne re si mi li re spon sa bi li tà!» Nella sim bo lo gia del lin guag gio ci riportano ad A tlan - te, quel gi gan te ri ma sto nel la mia me mo ria di bam bi no per ché e ra il logo dei qua der ni in uso quan do frequentavo la scuola elementare. L immagine rap pre sen ta va A tlan te che so ste ne va il mon do sulle spal le. A vol te ci sen tia mo co me se tut to il mon do gra vas se ef fet ti va men - te sul le no stre spal le, que st at teg gia men to ci porta ad as su me re u na po stu ra con la te sta reclinata, le spal le si incurvano ela set ti ma ver te bra cer vi ca le spor ge. Nella pratica quotidiana invito i pazienti a pren de re co scien - za del le mo ti va zio ni che han no o ri gi na to l al lu ce val go sul pie de si ni stro, do man da ndo per esempio: «Da quan to tem po ha no ta to la pre sen za di que st ar ti - co la zio ne co sì spor gen te?» A vol te la ri spo sta è im me - dia ta e pre ci sa, a vol te no. Al lo ra l in vi to a tor na re in - die tro nel la me mo ria, a met te re a fuo co un pe rio do o u na si tua zio ne in cui l ar ti co la zio ne è di ven ta ta do len te a cau sa di un paio di scar pe nuo ve, un e scur sio ne in mon ta gna con scar po ni i na dat ti o per una serata danzante che ha la scia to il se gno. Il più del le vol te rie - scono a met te re a fuo co, se non pro prio u na da ta e sat - ta, al me no il pe rio do e a que sto pun to chie do: «Che co sa è cam bia to nel la sua vi ta in quel pe rio do che possa averle ge ne ra to un so vrac ca ri co di re spon sa bi li tà a li vel lo af fet ti vo?» Le ri spo ste so no mol te e di ver se tra lo ro: «Mi so no spo sa ta!» «È na ta mia fi glia!» «Mio pa dre è mor to e mia ma dre è ve nu ta a vi ve re in ca sa mia!» «Fin da bambina mi af fi da va no il fra tel li no più pic co lo, ca ri can do mi di re spon sa bi li tà!» Sdraia te, que ste per so - ne ten dono a in cli na re la te sta verso de stra, l a po fi si 32

33 spi no sa del la set ti ma cer vi ca le di ven ta quin di spor gen - te a si ni stra ri spet to al l as se della colonna. L alluce valgo sinistro è la manifestazione somatizzata di vissuti relativi a sovraccarichi di responsabilità a livello affettivo, emozioni elaborate dall emisfero cerebrale destro. Per loro natura le problematiche del cuore, come vengono definite, non sono arginabili e controllabili totalmente dalla razionalità: esse tendono a debordare, invadono e condizionano la sfera razionale, per cui chi inizialmente ha un alluce valgo sinistro, successivamente vedrà apparire la stessa alterazione funzionale e organica anche sul destro. Chi in ve ce ha un so lo al lu ce val go, co me già det to, ce l ha sul pie de de stro. Que sti sog get ti han no dei so vrac - ca ri chi di re spon sa bi li tà a li vel lo ra zio na le. Le mo ti va - zio ni che ad du co no du ran te l a nam ne si ri guar da no l i - ni zio di nuo vi la vo ri o il pas sag gio di gra do nel l am bi to del lo stes so la vo ro o, i più gio va ni, l i ni zio di stu di par - ti co lar men te im pe gna ti vi. Le per so ne con so vrac ca ri chi che ri guar da no la sfe ra ra zio na le ten do no a non coin - vol ge re la sfe ra af fet ti va an zi, pro prio nel la sfe ra af fet ti - va, tro va no u na for ma di com pen sa zio ne e di gra ti fi ca - zio ne, è co me se que ste per so ne fos se ro ca pa ci, u na vol ta ter mi na to il pro prio la vo ro, di chiu de re u na sa ra - ci ne sca a li vel lo ce re bra le e di men ti ca re le lo ro pro ble - ma ti che, sen za per ciò coin vol ge re af fet ti va men te il re - sto del lo ro mon do. Un e sem pio pra ti co: se un in di vi duo ha pro ble mi nel la sfe ra af fet ti va: mo glie o ma ri to, fi gli, a man te, pre oc cu - pa zio ni que ste che ven go no me ta bo liz za te dal cer vel lo de stro, quan do sa rà sul la vo ro e u ti liz ze rà il l e mi sfe ro ce re bra le si ni stro, que ste pro ble ma ti che non le a vrà la - 33

34 scia te a ca sa e gli cre e ran no del le no te vo li in ter fe ren ze nel l am bi to la vo ra ti vo. Co sì l o ri gi na ria af fe zio ne del val gi smo del l al lu ce che ri guar da va sol tan to il pie de si - ni stro co min cia a coin vol ge re an che il pie de de stro. Nelle illustrazioni seguenti sono rappresentate differenti manifestazioni di valgismo dell alluce. La Fig. 1 rappresenta la visione dorsale di un piede normale. La Fig. 2 evidenzia l aumentata inclinazione delle falangi dell alluce rispetto all asse del primo metatarso, in cui non si denota una particolare sporgenza dell articolazione. La Fig. 3 evidenzia una notevole sporgenza dell articolazione metatarso/falangea del primo dito senza che si abbia un accentuazione dell inclinazione dell asse metatarso/falange. La Fig. 4 infine, mostra un evidente alluce valgo con l inclinazione dell asse I metatarso/i falange del primo dito con sporgenza della relativa articolazione. Graficamente le immagini sono state proposte tutte con un piede destro e con l alluce sovrapposto o sottoposto al secondo dito. Ovviamente possiamo incontrare situazioni analoghe sul piede sinistro e con l alluce sottoposto o sovrapposto al secondo dito. Ogni variante avrà le sue motivazioni che dovranno essere decodificate relativamente al vissuto del paziente. 34

35 Fig. 1 Alluce normale Fig. 2 Alluce inclinato Fig. 3 Alluce normale con sporgenza Fig. 4 Alluce inclinato con sporgenza 35

36 Al lu ce val go yang, al lu ce val go yin A volte la dimensione delle due pro tu be ran ze ci appare e qui va len te, ma se le toc chia mo leg ger men te sco pri re - mo che al tat to non so no u gua li: u na ci ap pa ri rà più spi go lo sa ri spet to al l al tra. Que sta de li ca ta pal pa zio ne ci per met te inoltre di de ter mi na re qua le sia la più re cen te, acuta e qua le la più cro ni ca, vecchia. La più re cen te è quel la più ap pun ti ta, più spi go lo sa, più yang, men tre quel la più cro nica è più ton deg gian te, per ché ge ne ra ta in un pe rio do di tem po più lun go, co me u na sta lag mi te: goc cia do po goc cia con il pas sa re de gli an ni. Sporgenza yang Sporgenza yin Pos so no ma ni fe star si pro tu be ran ze as sai vec chie, sen za che per que sto ab bia no mai da to del le ma ni fe sta zio ni a cu te ri fe ri bi li, nel la me mo ria, ad un fat to par ti co la re o li mi ta to nel tem po. Come appare evidente nelle immagini che seguono, le sporgenze esternamente sono si- 36

37 mili, ma la base nella manifestazione yang recente, acuta è più piccola di quella yin: ciò sta a significare che la sporgenza yang si è generata in un tempo inferiore di quella yin. Ci viene chiesto a volte un parere sull e ven tua lità di sottoporsi a un in ter ven to chirurgico per la ri du zio ne del l al lu ce val go. Quando la motivazione che induce a far si o pe ra re è il dolore noi lo scon si - glia mo, per ché dal le sta ti sti che ri sul ta che il do lo re continuerà a sus si stere anche dopo l'intervento e in cer ti ca si im pe di sce ad di rit tu ra di cam mi na re nor mal - men te. Il do lo re ri mane perché la cau sa che lo genera non è stata rimossa, il problema è di origine psicosomatica ed è ancora vi vo e at tua le. Se in ve ce, in assenza di do lo re si pro ten de verso l in ter ven to per un pro ble - ma pret ta men te e ste ti co o per la dif fi col tà a tro va re scar pe a dat te, saremo favorevoli all intervento. L as sen za di do lo re in di ca che le pro ble ma ti che che a - ve va no o ri gi na to il val gi smo del l al lu ce so no sta te su - pe ra te, pertanto ga ran ti sce l e si to ot ti ma le del l in ter - ven to chi rur gi co. Si trat te rà so prat tut to di un in ter ven to di chi rur gia e ste ti ca che cam bie rà par zial men te la fi sio - lo gia o ste oar ti co la re. U na pe culia ri tà di que ste per so ne è quella di pos se de re un in cre di bi le nu me ro di scar pe; o gni qual vol ta il do lo re si ria cu tiz za ne com pra no di nuo ve, ma il pro ble ma resta. Noi cer chia mo di far comprendere che non so no le scar pe a far ma le ben sì i pie di. Dobbiamo considerare la scarpa come costante e il piede come variante, il fatto che con la stessa scar pa il dolore a volte è presente e a volte no, ci dimostra che sono i piedi che dobbiamo cambiare e non le scarpe. Alcuni anni fa partecipai a un congresso di chirurgia del piede dove si confrontavano 37

38 le scuole chirurgiche americane ed europee: risultò che a livello internazionale erano stati codificati più di quattrocento diversi tipi di interventi per la riduzione dell alluce valgo! La presenza dell alluce valgo è più frequente nelle donne rispetto agli uomini in rapporto 1:20. Al lu ce so vrap po sto e sot to po sto al se con do di to Con si de ria mo o ra, al la lu ce dei Cin que Mo vi men ti, Ciclo Sheng e Ciclo Ke, il rap por to al lu ce- se con do di to nel le ac ce zio ni re la ti ve al la so vrap po si zio ne e sot to po - si zio ne. Sul l an go lo un gue a le me dia le del l al lu ce, co me sap pia mo, è si tua to il pun to jin g dello zutaiyin, me ri - dia no mil za/pan cre as, yin bai, pun to 1. Sul l an go lo un gue a le e ster no, quel lo che si ac co sta al se con do di to, si tro va da dun pun to 1, jin g dello zujueyin, me ri dia no del fe ga to. L an go lo un gue a le e ster no del se con do di to è rag giun to dal pun to 45 dello zuyangming, me ri dia no del lo sto ma co, li dui, pagamento crudele, pun to jin g. Il Movimento Legno, fe ga to /ci sti fel - le a, con trol la il Movimento Terra, mil za /pan cre as/sto - ma co, quindi fe ga to /ci sti fel le a è non no di mil za /pan - cre as/sto ma co. Se que sta leg ge na tu ra le si e sa spe ra, il non no non si li mi te rà più ad e ser ci ta re u na for ma di con trol lo nei con fron ti del ni po te, ben sì di sof fo ca men - to, pas san do dal con trol lo na tu ra le al con cet to pa to lo - gi co di su per-con trol lo. Se que sto non no, ec ces si va - men te re pres si vo, im pe di sce al ni po te i suoi nor ma li mo vi men ti, que sti ne sof fri rà e se ne am ma le rà. 38

39 Nel rap por to al lu ce -se co n do di to que sto ti po di si tua - zio ne si ma ni fe sta con u na tor sio ne del l al lu ce ri spet to a un as se o riz zon ta le, ve de il pun to jin g del fe ga to più in al to e quel li del la mil za /pan cre as e dello sto ma co più in bas so: i pun ti jin g del Movimento Terra si tro va no quin - di in u na con di zio ne di sot to mis sio ne, dadun, legno, sopra, e yinbai e lidui, terra, sotto. Nel la re la zio ne fi sio - lo gi co/chi mi ca il fe ga to pro du ce la bi le che è al ca li na e la ci sti fel le a la trattie ne, in ve ce il li qui do con te nu to nel - la ca vi tà ga stri ca è a ci do, quin di, se e si ste u na pre do mi - nan za del l im mis sio ne in cir co lo del l al ca li ni tà del la bi - le, lo sto ma co può tro var si in u na con di zio ne di i po a ci - di tà, con u na ri du zio ne del l at ti vi tà dei suc chi ga stri ci. 45 St. Lidui (sotto) 1 F. Da dun (sopra) 1 M.-P. Yinbai (sotto) Alluce sovrapposto al secondo dito 39

40 Se in ve ce è il se con do di to che si so vrap po ne al pri mo, ri spet to a un as se o riz zon ta le che con giun ge i due pun - ti jin g yin bai e da dun, il pun to jin g del la mil za/ pan cre - as e quel lo del lo sto ma co si tro vano più in al to ri spet to al pun to jin g del fe ga to, que sto si ri tro va ri co per to, in u - na con di zio ne di sot to mis sio ne, dal se con do di to. In que sto ca so non è più il non no a con trol la re il ni po - te, ma a creare lo squi li brio è il ni po te trop po tur bo len - to, che fa di spe ra re il non no. A li vel lo chi mi co l a ci di tà pren de il so prav ven to sul l al ca li ni tà. Ci tro via mo di fron te a un clas si co ca so di pi ro si ga stri ca, i pe ra ci di tà. 1MP Yinbai (sopra) 1F Da dun (sotto) 45St. Lidui (sopra) Alluce sottoposto al secondo dito 40

41 Alluce verso l alto, alluce verso il basso Una situazione simile, ma diversa dalla precedente, è riferita all alluce verso l alto o verso il basso, senza che questi sia necessariamente sovrapposto o sottoposto al secondo dito. Nelle immagini precedenti ho preso in considerazione la torsione dell alluce, ora invece focalizzo l attenzione sui tendini estensori e flessori, che ne determinano il movimento verso l alto o verso il basso. - Morfologicamente l alluce rivolto verso l alto, c indica che ci troviamo di fronte a una persona proiettata verso il futuro, un soggetto con la testa dritta, lo sguardo proteso in avanti, proiettato oltre le montagne. Per l ormai nota differenziazione tra piede destro e piede sinistro diciamo di una persona con l alluce destro verso l alto, che nell ambito dell attività razionale logica lavorativa, è proiettata verso il futuro, ha dei progetti in testa, sogni nel cassetto. Se è l alluce sinistro a essere più alto, i suoi sogni nel cassetto, le aspettative, riguardano soprattutto la sfera affettiva, creativa, l immaginario. - Meccanicamente è la manifestazione della retrazione del tendine estensore, con relativo cedimento del tendine flessore suo antagonista, che a sua volta è la parte terminale della catena muscolare anteriore. - Reflessologicamente sta ad indicare che lo sternocleidomastoideo omolaterale è contratto quando la persona è sdraiata, quindi ci troviamo di fronte a una contrazione muscolare anteriore primaria che, teoricamente, dovrebbe portare la persona ad avere un atteggiamento curvato in avanti, come di prostrazione, in apparente opposizione a quanto enunciato fin ora. In realtà, per stare in pie- 41

42 immediata verifica evidenziamo che le contrazioni posteriori risultano di compensazione. Possiamo avere la conferma di quanto detto andando a toccare localmente i muscoli interessati, scoprendo per esempio che, se il paziente ci denuncia un dolore spontaneo sul trapezio destro, quando lo verifichiamo, facendo il confronto con il sinistro, il dolore che gli generiamo sul controlaterale, a sorpresa è superiore di quello spontaneo. Anche al tocco il dolore, che denuncia come spontaneo, risulta superficiale e dopo pochi minuti di sollecitazione rapidamente diminuisce. Il controlaterale invece, man mano che viene sollecitato aumenta il dolore, denunciando così la sua origine yin, cronica, confermando che il dolore spontaneo era yang e di compensazione. Un alluce che si protende verso l alto è la conseguenza di un piede relativamente cavo; nella situazione opposta, invece, avremo un piede che tende verso il piattismo. Un alluce che tende verso il basso da l immagine di una persona tendenzialmente prostrata, demotivata, la linea d orizzonte dei suoi occhi si abbassa, vede davanti a se solo ostacoli così insormontabili da non indurlo nemmeno a tentare di superarli. Al contrario della situazione precedente, abbiamo i muscoli posteriori primariamente contratti e gli anteriori contratti in atteggiamento compensantivo. Anche qui, come sempre, avremo la differenziazione piede destro/sinistro. Molto importante: consideriamo sempre l alluce verso il basso o verso l alto non in relazione al secondo dito, ma all arco complessivo delle dita. Senza che ci sia necessariamente una torsione dell alluce con tendenza al valgismo, come precedentemente abbiamo valutato, l alluce può essere più sù o più giù rispetto al secondo dito, ma non necessariamente rispetto alle altre dita. Per chiarez- 43

43 za didattica diciamo: alluce sovrapposto (rispetto) al secondo dito, o secondo dito sottoposto (rispetto) all alluce. Il tutto ci può apparire simile al concetto della bottiglia mezza piena o mezza vuota, in realtà non è così: nomineremo sempre per primo il dito che è più sopra o più sotto relativamente all arco di tutte le dita. I disegni sono sicuramente più esplicativi di parole, come dicono i cinesi. Dita allineate normali Secondo dito sovrapposto Secondo dito sottoposto Alluce sovrapposto Alluce sottoposto 44

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