Elisabetta Tondini. Mario Acciarri Ugo Carlone Federica De Lauso Paolo Montesperelli Maurizio Volpini

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1 Elisabetta Tondini Mario Acciarri Ugo Carlone Federica De Lauso Paolo Montesperelli Maurizio Volpini 1

2 I - ALCUNI IMPORTANTI MUTAMENTI STRUTTURALI STRUTTURA SOCIO-ECONOMICA. In pochi decenni: dalla società primaria alla società post-industrale terziarizzata; STRUTTURA DEMOGRAFICA. a) Invecchiamento popolazione. Dal 1971 ad oggi: - anziani: dal 12,4% sul tot popolazione; al 22,8% (= 202mila persone, di cui 58% donne) - un bambino ogni 1,6 anziani; oggi uno ogni 4,8 anziani; Vivono da soli: il 21,9% (= 40mila persone) degli anziani; il 33% (= 7mila persone) dei molto anziani 2

3 b) Immigrazione: INCREMENTO: % di regolari sul tot. residenti: 2004: 5,3%; 2008: 8,6% (% quasi uguale a Lombardia, Veneto, Emilia R.; Italia: 5,8%) Perugia: 9,1% (= 55mila persone) Terni: 7,0% (= 15mila persone) FEMMINILIZZAZIONE: % di donne sul tot. stranieri: 1992: 43,5% 2002: 52,3% 2008: 53,1% PRESENZA GIOVANILE: % di minori sul tot. stranieri: 2001: 19,7% 2008: 22,2% L età media degli immigrati è bassa Ricongiungimenti familiari (v. dopo) Il tasso di fecondità è maggiore di quello nelle autoctone umbre autoctone: 1,17 straniere: 2,57 3

4 c) Struttura familiare: Diminuisce il numero dei componenti: 1971: 3,5 2001: 2,6 Aumentano le famiglie unipersonali invecchiamento 1971: 10% 2001: 23,2% (di cui il 60% è di anziani ¾ sono donne anziane) L incremento è superiore alla media nazionale Diminuiscono le famiglie numerose (= 5 componenti o più) 1971: 20% 2001: 7,5% 4

5 II ALCUNI IMPORTANTI MUTAMENTI CULTURALI Invecchiamento, più avanzata speranza di vita più tempo più tempo per relazioni con altri la ricerca di relazioni gratificanti diventa un valore centrale (loisir, solidarietà informale, personalizzazione servizi, stili di vita, consumi culturali e non ); Forte incremento della scolarizzazione. In Umbria è superiore alla media nazionale: - tasso di non conseguimento scuola obbligo: 6,8% (Italia: 10,4%) - % più bassa di residenti con sola licenza media inf.; - % più alta di diplomati e laureati (3 posto fra tutte le regioni) Secolarizzazione : - Matrimoni: 1970: 7 ab. 2005: 4,4 ab. - Matrimoni civili: 1970: 1,1% 2005: 32,4% - Coppie non coniugate: 2005: 2,6% 5

6 Multiculturalità Immigrati: l Umbria è all 8 posto nell indice di inclusione sociale CNEL (5 in Indice Carlone-Montesperelli 2003). (p. es. la Scuola in Umbria dimostra una capacità di inclusione superiore a quella di altre regioni) Tendenza alla stabilizzazione degli immigrati: - Ricongiungimenti familiari (2,6% delle famiglie) - Matrimoni misti: 16,3% dei matrim. (It.: 12,3%) - Le famiglie con almeno uno straniero sono triplicate (3,7%; It.: 2,7%) - Aumento nascite da genitori immigrati, incremento della 2 a generazione (raddoppiata dal 2001) Forte incremento di culture diverse compresenti in Umbria: Incidenza alunni stranieri: Umbria 2 posto (9% studenti; It. 4,8%) ; provenienze da 118 nazionalità 6

7 III. Il grado d integrazione sociale in Umbria: Questi profondi mutamenti non hanno determinato la lacerazione del tessuto sociale L Umbria è ancora vicina al modello NEC d integrazione sociale: - non estesa concentrazione urbana; policentrismo; - imprenditoria endogena; - rapporti fiduciari fra produzione, società e tradizione culturale; - Welfare locale società civile: il 10% ca di Umbri è impegnato in volontariato,associazionismo = tendenza in crescita. Censimento AUR-Cesvol: 584 associazioni (% su pop. maggiore della media nazionale); ma sono associazioni preval. di piccole dimensioni 7

8 Famiglia: Nel 10% delle famiglie sono presenti altre persone o nuclei Nucleo con altre persone Due o più nuclei 8

9 Oneri di welfare che ricadono sulle famiglie: 1. tempo riservato a lavori domestici non retribuiti; 2. interventi in situazioni di bisogno (accogliere genitori anziani, sostenere figli disoccupati ) Solo il 15% abita in un comune diverso da quello dei genitori. Alta propensione ad accogliere membri anziani o ad abitare vicino ai genitori il 50% (Italia: 45%) ha familiari e parenti su cui poter contare consistente rete di scambi economici e affettivi; (Rischi: famiglie intrusive; neo-familismo); I figli tendono a lasciare tardi il nucleo d origine (anche se occupati); Forte consenso verso le relazioni familiari (91%) 9

10 Il 66% degli Umbri (Italia: 59%) ha amici o vicini su cui poter contare in caso di bisogno. Il 27,6% (Italia: 26%) ha prestato aiuto gratuito a figli, parenti o amici nel mese precedente alla rilevazione. Umbri che possono contare su persone non coabitanti in caso di bisogno urgente di denaro: 51,1% (Italia: 46,7%) 10

11 IV. LE DISUGUAGLIANZE possono minacciare l integrazione sociale Differenze territoriali: v. relazione Tondini Lavoro: - andamento oscillatorio della disoccupazione in Umbria -la disoccupazione intellettuale è simile a quella del Centro e più estesa della media nazionale divario fra domanda e offerta di lavoro; Per chi non è disoccupato, il lavoro precario è il più probabile - precarizzazione: p. es. il lavoro a termine è diffuso più che nel Centro e in Italia: 39mila unità nel 2006 (colpisce 1 giovane su 3). Il 60% dei nuovi contratti: media 36 giorni lavorativi in 1 anno. - La condizione è peggiore negli immigrati: 5 P = lavori precari, pesanti, pericolosi, poco pagati, penalizzanti socialmente. P. es. gli immigrati sono pagati poco più di metà degli autoctoni (a parità di impiego svolto) 11

12 Distribuzione redditi familiari (v. Aur, RES 2007) Il 30% delle famiglie ha un reddito inferiore a 20mila euro l anno Il 16% delle famiglie dichiara un elevato disagio economico (mutuo, affitto, spese quotidiane) Fonte principale: reddito da trasferimento Un solo percettore o un solo componente (anziano) 12

13 Povertà Stima media (% sul tot. delle famiglie): famiglie povere: fra 22mila e 28mila (= fra 6,7% e 8,6%) (It: 11,1%) di cui: ca 2,8% famiglie molto povere (It: 5,2%) Stima famiglie quasi povere: 7,3% (It.7,9%) - Titolo di studio: assente (17,2%), licenza elementare (11,8%) - Tipologia familiare: famiglie numerose (10%), di anziani (11,7%) - Condizione occupazionale: persona di riferimento in cerca di occupazione (19,2%) o ritirato dal lavoro (10,1%) 13

14 Disuguaglianze culturali: - Fra generazioni: p. es. Diploma Scuola M. Superiore: 76% dei 20-24enni; 7,7% dei 65-74enni - Fra classi sociali: Licenza elem: 2,9% della borghesia; 23,4% della classe operaia urbana; 59,4% della classe operaia agricola. Laurea: 42,9% della borghesia; 3% della classe operaia urbana; 0% della c.o. agricola, 14

15 Le disuguaglianze formative incidono sulle possibilità occupazionali e sulla collocazione sociale: Laureati 95% arriva/rimane alla classe media o alla borghesia Lic. Media 83,4% arriva/rimane alla classe operaia Forte crescita dell istruzione (v. prima), MA permane una differenza di opportunità educative fra classi sociali Estesa immobilità sociale 15

16 disuguaglianze di GENERE Le donne rispetto agli uomini sono: I. Avvantaggiate nella scolarizzazione II. Svantaggiate in: - carico di lavoro domestico (pesante per il 75% delle donne; per il 20% è fonte di forte litigiosità in famiglia); - disoccupazione (o nei ritmi di riduzione della disoccupazione); - disoccupazione di lunga durata; - divario fra qualifiche dell offerta - domanda del mercato del lavoro - precarizzazione del lavoro - rischi di povertà (soprattutto se anziane o separate/divorziate in famiglia monogenitoriale) Le più svantaggiate sono: a) donne di aree rurali periferiche b) immigrate 16

17 V. ALCUNE FORME DI DISAGIO (forse sono anche connesse al mutamento sociale: sfasamento fra struttura sociale e sistema culturale anomia ) Andamento carsico a) Latenza: percezione di una realtà che sfugge al controllo; sentimento diffuso di incertezza, di vago malessere; è acuito dai rischi di mobilità discendente infra- e inter-generazionale: Il 55% delle famiglie dichiara che la propria condizione socioeconomica è peggiorata. b) Emersione, visibilità (disagio più circoscritto ma più intenso): - l Umbria è fra le regioni con più numerosi decessi per overdose; - alta % di poliassuntori; - alto tasso di suicidio (Pg: 8,1 per 100mila ab.; Tr: 4,4; Italia: 5,6) = preval. anziani non in malattia grave; - Reati: l Umbria è sopra la media n.le:. Furti. Reati legati a prostituzione. Produzione, spaccio stupefacenti è (molto) al di sotto:. indice di delittuosità (in crescita). indice di criminalità violenta. Indice di criminalità diffusa 17

18 VI. Conclusioni 1. La situazione potrebbe peggiorare se la società e i diritti universali vengono ridotti a scambio economico. 2. La valorizzazione della risorsa umana è strategica e prioritaria nel mondo tecnologico-globale. 3. La valorizzazione della risorsa umana passa per livelli di uguaglianza più alti. 4. I Paesi con maggior benessere sono quelli con minori disuguaglianze (Fonte: Rapporto Uff. Studi Confindustria 2008) 18

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