IL LAVORO DELL ASSISTENTE SOCIALE CON LE FAMIGLIE E I MINORENNI
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- Silvana Emilia Visconti
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1 IL LAVORO DELL ASSISTENTE SOCIALE CON LE FAMIGLIE E I MINORENNI Assistenti sociali S.O.S. Web Education 1 novembre 2016 al 30 aprile 2017
2 L ASSISTENTE SOCIALE E TEORIA DEONTOLOGIA METODO PROCEDURE STRUMENTI NORMATIVA ISTITUZIONE SOCIETÀ INDIVIDUO/FAMIGLIA GRUPPI LAVORO SOCIO-CLINICO COMUNITÀ LAVORO DI RETE: FORMALE E INFORMALE LAVORO CON GRUPPI/COMUNITÀ
3 MUSICA E PAROLE...NON SOLO PAROLE La musica è il senso, lo spirito. Le parole sono il metodo, gli strumenti, le procedure. Le parole senza la musica diventano VUOTE
4 L importanza della TEORIA Gli APPROCCI e le TEORIE di riferimento modellano il modo di lavorare Quando non le abbiamo si rischia di: pensare con il senso comune seguire acriticamente gli orientamenti dei colleghi Le cornici teoriche forniscono parametri per leggere la società, le persone e i bisogni: VISIONE DELLA PROFESSIONE cosa intendete per bisogno, per aiuto, etc...
5 L importanza della TEORIA per il colloquio Chi dice di non far riferimento a nessun approccio particolare fa invece riferimento a quello più pericoloso: quello della confusione NON SI PUO METTERE IN ATTO UN PROCESSO DI AIUTO SENZA UN ORIENTAMENTO DICHIARATO
6 Mettiamo ordine tra i concetti PROBLEM SOLVING (Perlman, 1957) MODELLO PSICOSOCIALE (Hollis, 1964) MODELLO FUNZIONALE (Smaley, 1967) UNITARIO CENTRATO SUL COMPITO (Ferrario) SISTEMICO-RELAZIONALE (Campanini) DI RETE -RELAZIONALE (Folgheraiter; Sanicola) CLINICAL SOCIAL WORK (Stati Uniti su impronta psicodinamica) MODELLO DEI FINI SOCIALI (livello di gruppo) MODELLI DI GROUPWORK ORIENTATI ALLA PROSP. PSICODINAMICA (Konopka) o COGNITIVO- COMPORTAMENTISTA o INTERAZIONISTA MODELLI PER LA DIMENSIONE COMUNITARIA
7 Competenze genitoriali e cultura Bennett sostiene che prima di conoscere le specifiche culture - cosa peraltro impossibile nella sua totalità - dobbiamo migliorare la nostra sensibilità interculturale: una costruzione della realtà, un modo di concepirla, che si adegua progressivamente ad accogliere la differenza culturale, che è alla base dello sviluppo evolutivo degli esseri umani (1993, p. 24). È un processo multidimensionale al quale sono associate tutte le dimensioni fondamentali dell apprendimento: la dimensione cognitiva, affettiva e comportamentale (Bennett, 2002). PROCESSO DI SOCIALIZZAZIONE SECONDARIA Consapevolezza della propria worldview, ovvero del modo in cui il professionista e ogni altra persona, fa esperienza della differenza e quindi dell altro. DOVERE ETICO
8 Il Modello Dinamico di Sensibilità Interculturale (DMIS) DMIS teorizza che a ogni livello di sviluppo corrispondano competenze differenti che via via, lungo il continuum, diventano più raffinate, ovvero in grado di reagire alla complessità in maniera sempre più flessibile e adattabile, senza perdere la propria essenza e sapendo gestire le faticose istanze etiche che il servizio sociale si trova spesso a fronteggiare. Figura 1. Stadi del Modello Dinamico di Sensibilità Interculturale (DSIM)
9 Il ruolo dell assistente sociale Nelle sue funzioni di supporto delle famiglie e protezione dei minorenni delle famiglie l AS DOVREBBE rappresenta l interlocutore privilegiato delle varie istanze in campo: minorenne che sia bambino o adolescente; famiglia; Autorità Giudiziaria; altri servizi territoriali; scuola, sport, centro aggregazione (agenzie socializzazione) L AS è la persona che rappresenta altresì le funzioni del servizio come Ente Affidatario del minorenne, o comunque esercita il ruolo di sostegno e controllo del nucleo familiare
10 Ambiti di intervento servizi sociali TRIBUNALE PER I MINORENNI: CIVILE AMMINISTRATIVO PENALE TRIBUNALE ORDINARIO SEPARAZIONI E AFFIDAMENTO FIGLI ACCESSO SPONTANEO AI SERVIZI SOCIALI
11 Chi sono gli attori? Gli operatori sociali hanno diversi interlocutori con i quali confrontarsi nei colloqui nei servizi per le famiglie e i minorenni(civile, penale, amministrativo, spontaneo): Bambini/adolescenti Genitori Famiglia allargata (chi è famiglia?) Avvocati/curatori Comunità/Fam. Affidatarie Amici, etc Vicini di casa Associazioni del territorio Agenzie socializzazione del territorio (es. scuole, )
12 Fasi dell assessment Preparazione e informazione Raccolta di dati Analizzare i dati Valutare l analisi svolta Restituzione costante
13 La rete Chi costituisce la rete? RETE NON È SOLO ISTITUZIONALE RETE È ANCHE LA FAMIGLIA PARTECIPAZIONE
14 Una traccia per organizzare il lavoro QUALE SCOPO? CHI? COME? DOVE?
15 Linee guida trasversali del colloquio attenzione ai propri sistemi valoriali (culturale, religiosa, orientamento sessuale) e credenze (che idea abbiamo di una buona mamma? che idea abbiamo di famiglia? di casa pulita? etc...) ascolto/atteggiamento non giudicante pensiero laterale: THINK OUT OF THE BOX creatività (utilizzo di strumenti adeguati) AGIRE non reagire: NO SIMMETRIA ruolo non scudo usare linguaggi appropriati e strumenti adeguati
16 CHI E FAMIGLIA? Chi è famiglia per voi? Provate a fare a vostra mappa famigliare. Per Giulio la sua famiglia è: la madre, il padre, le sorelle, la fidanzata, un amica della madre, la famiglia della fidanzata, un suo amico, il cane. Per Ivan la sua famiglia è: i genitori, la nonna paterna, un educatrice che lo aiutava in passato. Per Luca la sua famiglia è: la mamma, le zie, il fidanzato della mamma.
17 PENALE Attivazione solo su richiesta dell Autorità Giudiziaria VALUTARE LA RILEVANZA SOCIALE DEL FATTO, ACCERTARNE L IMPUTABILITA, lavorare sulle verità del ragazzo e dare significato ai suoi gesti. I GENITORI NON SONO DIRETTAMENTE RITENUTI RESPONSABILI. ATTORI PRINCIPALI SONO I RAGAZZI: si lavora sul concetto di responsabilità. IMPORTANTE COINVOLGIMENTO E LEGITTIMAZIONE GENITORI, ma loro non partecipare al processo di valutazione non preclude alcuna possibilità giuridica al figlio. INDIPENDENZA GIURIDICA TRA PERCORSO RAGAZZI E GENITORI. FOCUS SUI RAGAZZI NON COLLABORARE CON I SERVIZI NON IMPLICA DI PER SE UNA CHIUSURA NEGATIVA DEL PROCEDIMENTO PENALE si allarga a famiglia e contesto di vita. CIVILE Attivazione sia spontanea sia su richiesta dell Autorità Giudiziaria. Valutare situazione di vita e competenze genitoriali. I GENITORI SONO DIRETTAMENTE RITENUTI DIRETTAMENTE RESPONSABILI. ATTORI PRINCIPALI SONO I GENITORI E IL NUCLEO FAMIGLIARE. I MINORENNI SONO SOGGETTI DI PROTEZIONE. COINVOLGIMENTO GENITORI FONDAMENTALE. DIPENDENZA GIURIDICA TRA PERCORSO GENITORI E PERCORSO MINORENNI: partecipazione o meno dei genitori al lavoro con i servizi può precludere alcune possibilità soprattutto in situazioni di grave mancanza di protezione.
18 ARRIVEDERCI! ASSISTENTI SOCIALI S.O.S. WEB EDUCATION per scaricare gli strumenti gratuiti per lavorare con le famiglie e i minorenni:
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