Guida alle migliori pratiche e tecnologie disponibili nel settore dell autodemolizione

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Guida alle migliori pratiche e tecnologie disponibili nel settore dell autodemolizione"

Transcript

1 Guida alle migliori pratiche e tecnologie disponibili nel settore dell autodemolizione

2 Autore: Gaspare Antonio Giglio, dottore in Scienze Ambientali Si ringraziano: - Ecoeuro Srl - Iris-mec Srl - Progetto Ecosoluzioni Srl - Logima Srl - Righetti Danilo Autodemolizioni srl

3 3/39 INDICE 1. Scopo e campo di applicazione Riferimenti bibliografici Le dimensioni del settore autodemolizione Normativa di riferimento Il processo produttivo e gli impatti ambientali Il processo produttivo Impatti ambientali Inquinamento del suolo e delle falde Rischio incendio Rumore Acque di dilavamento Tecnologie Il trasporto delle autovetture Lo stoccaggio dei veicoli La bonifica Trattamento e stoccaggio rifiuti Rifiuti solidi Metalli Pneumatici Plastiche Vetro Batterie esauste Filtri dell olio Rifiuti liquidi Oli minerali Altri liquidi di bonifica Gas refrigeranti Combustibili Carrelli elevatori Impianti di riscaldamento per esterni o interni Produzione di energia elettrica e calore Ricambi Allegato Allegato

4 4/39 1. Scopo e campo di applicazione Obiettivo di questa rassegna è di presentare le migliori tecnologie, attualmente presenti nel mercato, utilizzate nel processo di autodemolizione, intendendo con questo termine quell attività che va dalla raccolta e trasporto delle autovetture fino alla bonifica, separazione e stoccaggio (con annesso eventuale trattamento di riduzione volumetrica) dei diversi rifiuti recuperabili. Rimangono al di fuori del campo di applicazione della presente rassegna tutte le attività di frantumazione, separazione e in generale trattamento dei rifiuti al fine di permetterne il passaggio da rifiuti a materie prime seconde (MPS). L approccio è quello di processo, verranno cioè esaminate tutte le fasi di lavoro individuando gli aspetti ambientali più significativi e come le tecnologie disponibili più moderne permettono di ridurre al minimo il rischio ambientale. Allo stesso tempo, per ogni fase, senza perdere d occhio gli obiettivi di qualità, saranno individuate tutta quella serie di buone pratiche gestionali e di informazioni legislative che, insieme alle tecnologie, permettono di gestire il processo sposando qualità ed efficienza del lavoro e tutela ambientale. Consci che in questo settore ci si confronta spesso con imprese micro (meno di 10 dipendenti) o piccole (meno di 50 dipendenti) l ottica è quello di fornire un supporto pratico nella consultazione e che possa dare informazioni utili agli imprenditori. 1.1 Riferimenti bibliografici Per la redazione della presente Guida ci si è riferiti a: Linee guida sul trattamento dei veicoli fuori uso. Aspetti tecnologici e gestionali (APAT)

5 5/39 2. Le dimensioni del settore autodemolizione L Italia è stato tra i primi paesi europei ad avere un sistema di registrazione e deregistrazione dei veicoli costituito dal Pubblico registro automobilistico (PRA), capace di fornire informazioni precise ed attendibili sulla gestione dei veicoli giunti a fine vita e divenuti, quindi, rifiuti. Grazie ai dati forniti dal PRA è dunque possibile farsi un idea delle dimensioni del settore autodemolizione. Nella successiva tabella sono indicati i numeri delle autovetture demolite negli anni 2005, 2007, 2010 dalla quale si evince come - sebbene negli anni successivi al 2007, un po per gli incentivi alla rottamazione, ma anche per la crisi economica internazionale che ha colpito anche l Italia, i numeri delle autovetture demolite siano inferiori a quelle degli anni immediatamente precedenti - il numero rimane sicuramente significativo aggirandosi intorno a in Italia e in Emilia Romagna. Autovetture demolite Anno Italia Emilia- Romagna Per avere una idea della percentuale di autovetture che annualmente sono destinate alla demolizione si pensi che il parco autovetture in Italia e in Emilia Romagna era nel 2010 rispettivamente e e i veicoli demoliti nello stesso anno rappresentano il 3,24% e 3,05%. L importanza del settore demolizione nella produzione di rifiuti si rileva anche dal fatto che un intera categoria di rifiuti fa riferimento proprio all attività di demolizione degli autoveicoli (Si veda allegato 1). Oltre al numero di autovetture presenti e destinate alla demolizione molto interessante soprattutto in riferimento alle tecnologie per il recupero di certi combustibili è il dato relativo alle variazione della tipologia di alimentazione determinato prevalentemente dall aumento consistente dei prezzi della benzina e gasolio.

6 6/39 3. Normativa di riferimento Per quantità e per i potenziali impatti ambientali che può determinare il loro trattamento di fine vita i veicoli fuori uso rappresentano sicuramente uno dei flussi di rifiuti più significativi. Per questo motivo sono stati oggetto di molteplici studi da parte della Commissione europea dal 1991 con la costituzione del gruppo di progetto europeo End of life vehicles. Ravvisata quindi la necessità di pervenire ad una regolamentazione comune in tutti i Paesi dell Unione è stata approvata la direttiva 2000/53/CE trasposta nel nostro ordinamento con il decreto legislativo del , n Obiettivo del D.Lgs.209/2003 nel sistema di gestione dei veicoli fuori uso è quello di modernizzazione la filiera di trattamento che dovrà adeguarsi a specifici requisiti tecnici ed assicurare un funzionamento efficiente, razionale ed economicamente sostenibile. Per attuare tali obiettivi, secondo il principio della responsabilità condivisa, viene previsto il coinvolgimento nella gestione dei veicoli fuori uso di tutti gli operatori interessati: - produttori di veicoli e componenti, - concessionari, operatori addetti alla raccolta e imprese di demolizione, di frantumazione, di recupero, e di riciclaggio. In particolare, il D.Lgs. 209/2003 disciplina: - le misure finalizzate alla prevenzione della produzione dei rifiuti provenienti dai veicoli, con particolare riferimento alla riduzione delle sostanze pericolose in essi contenute, da adottarsi fin dalla fase di progettazione dei veicoli; - le prescrizioni da osservare in fase di progettazione di nuovi veicoli, favorendo in tal modo il recupero dei veicoli e dei relativi componenti e materiali e, al fine di ridurre il volume dei rifiuti da smaltire, incrementando lo sviluppo del mercato dei materiali recuperati dalla demolizione, privilegiandone il reimpiego ed il riciclaggio; - le azioni volte a favorire il riciclaggio di tutte le componenti metalliche e non metalliche e di tutte le materie plastiche; - le misure atte a garantire il riciclaggio, il recupero e lo smaltimento dei veicoli fuori uso, in condizioni ambientalmente compatibili, con il coinvolgimento di tutti gli operatori economici coinvolti nel ciclo di gestione dei veicoli, fin dalla fase di progettazione; - la responsabilità dei diversi operatori economici coinvolti nel ciclo di gestione dei veicoli a fine vita. Il decreto è composto da 15 articoli e corredato di quattro allegati tecnici di cui i più rilevanti per il settore dell autodemolizione e delle tecnologie e modalità gestionali per la riduzione degli impatti ambientali sono: Allegato I: requisiti relativi al centro di raccolta e all impianto di trattamento dei veicoli fuori uso; Allegato III: parti di ricambio attinenti alla sicurezza del veicolo. In particolare l allegato I fissa le prescrizioni tecniche per gli impianti di demolizione in particolare relativamente a: l ubicazione degli impianti di trattamento, i requisiti dei centri di raccolta e degli impianti di trattamento, l organizzazione dei centri di raccolta, i criteri per lo stoccaggio, le operazioni di trattamento per la messa in sicurezza dei veicoli fuori uso, le attività di demolizione, le operazioni di trattamento per la promozione del riciclaggio, i criteri di gestione. L allegato III invece individua tutte quelle parti degli autoveicoli che, potendo compromettere la sicurezza del veicolo, non possono essere venduti come ricambi usati.

7 7/39 Il processo produttivo e gli impatti ambientali 3.1 Il processo produttivo Un impianto di autodemolizione è organizzato in aree che rispecchiano le diverse fasi che vanno dal trasporto degli autoveicoli allo stoccaggio e preparazione al trasporto dei diversi rifiuti destinati al recupero o smaltimento. a) settore di conferimento degli autoveicoli; b) settore di stoccaggio del veicolo fuori uso prima del trattamento; c) settore di trattamento del veicolo fuori uso; d) settore di deposito dei veicoli trattati. e) settore di rottamazione per eventuali operazioni di riduzione volumetrica; f) settore di deposito delle parti di ricambio; g) settore di stoccaggio dei rifiuti pericolosi; h) settore di stoccaggio dei rifiuti recuperabili. Il settore di conferimento e stoccaggio degli autoveicoli non bonificati è fortemente legato alla fase di entrata nello stabilimento delle vetture che possono essere portate direttamente dai proprietari che se ne voglio disfare, ovvero caricate su bisarche o mezzi del soccorso stradale da parte della stessa autodemolizione che si fa carico della raccolta e trasporto o di terzi. Il mezzo è poi stoccato in area apposita fino all inizio dell attività di bonifica. L attività di bonifica è guidata da una serie di procedure, sia di bonifica che di smontaggio, delle diverse parti recuperabili nonché dalle informazioni sui materiali utilizzati per le diverse parti dell autoveicolo. Tali procedure e informazioni sono fornite dal sistema IDIS (International Dismantling Information System) sviluppato dall'industria automobilistica per adeguarsi agli obblighi di legge della direttiva europea relativa alla rottamazione dei veicoli (ELV) e si avvale di un sistema di informazioni fornite dai costruttori per gli operatori addetti al trattamento dei veicoli per promuovere lo smaltimento sicuro ed economicamente vantaggioso dei veicoli da rottamare. Per garantire un accesso semplice e veloce ai dati disponibili, tutti i dati relativi ai veicoli nel sistema IDIS vengono suddivisi nelle seguenti sezioni: Batterie Cariche esplosive Alimentazioni Climatizzatori Scarichi Catalizzatori Parti da rimuovere Pneumatici Altri pre-trattamenti Smaltimento In ciascuna delle sezioni viene offerta una panoramica delle parti potenzialmente riciclabili per un determinato veicolo.

8 8/39 La versione attuale (5.31) del sistema IDIS è online e può essere applicata ad un totale di 809 modelli e 1681 varianti ( L attività di bonifica prevede: a) la rimozione degli accumulatori e relativo stoccaggio in appositi contenitori stagni, dotati di sistemi di raccolta di eventuali liquidi eventualmente fuoriusciti dalle batterie stesse, b) rimozione dei serbatoi di gas (GPL, metano) compresso ed estrazione, stoccaggio e combustione dei gas ivi contenuti nel rispetto della normativa vigente per gli stessi combustibili; c) rimozione o neutralizzazione degli airbag; d) prelievo del carburante liquido (benzina e gasolio) e avvio a riuso; e) rimozione, con raccolta e deposito separati in appositi contenitori, di olio motore, di olio della trasmissione, di olio del cambio, di olio del circuito idraulico, di antigelo, di liquido refrigerante, di liquido dei freni, di fluidi refrigeranti dei sistemi di condizionamento e di altri liquidi e fluidi contenuti nel veicolo fuori uso, a meno che non siano necessari per il reimpiego delle parti interessate. f) rimozione del filtro-olio che deve essere privato dell'olio, previa scolatura; l'olio prelevato deve essere stoccato con gli oli lubrificanti; il filtro deve essere depositato in apposito contenitore, salvo che il filtro stesso non faccia parte di un motore destinato al reimpiego; g) rimozione e stoccaggio dei condensatori contenenti Pcb; h) rimozione, per quanto fattibile, di tutti i componenti identificati come contenenti mercurio. Successivamente alla bonifica che ha il principale scopo di allontanare dal mezzo liquidi, gas o oggetti che potenzialmente possono essere pericolosi per la sicurezza (es. airbag) o l ambiente (filtri dell olio) inizia la vera e propria attività di autodemolizione. L'attività di demolizione si compone delle seguenti fasi: a) smontaggio dei componenti del veicolo quale motore, assali e trasmissione; b) rimozione, separazione e deposito dei materiali e dei componenti pericolosi in modo selettivo (es. accumulatori), cosi da non contaminare i successivi residui della frantumazione provenienti dal veicolo fuori uso; c) smontaggio e deposito dei pezzi di ricambio commercializzabili, nonché dei materiali e dei componenti recuperabili, in modo da non compromettere le successive possibilità di reimpiego, di riciclaggio e di recupero. Tra questi ricordiamo la rimozione di: catalizzatore che verrà poi stoccato in apposito contenitore, adottando i necessari provvedimenti per evitare la fuoriuscita di materiali e per garantire la sicurezza degli operatori; componenti metallici contenenti rame, alluminio e magnesio; pneumatici; la rimozione dei grandi componenti in plastica, quali paraurti, serbatoi contenitori di liquidi; nella rimozione dei componenti in vetro. d) Riduzione volumetrica dei rifiuti destinati al recupero (es. paraurti, pneumatici, carcassa dell autoveicolo, etc.) e stoccaggio in attesa di conferimento a successivi impianti di trattamento. 3.2 Impatti ambientali L attività di autodemolizione si presenta sicuramente come un attività ad alto rischio ambientale non solo per gli oggettivi rischi insiti nell attività all interno della quale si trovano quantitativi significativi di sostanze pericolose (acidi, oli minerali, carburanti, etc.), ma anche per la compresenza di materiale combustibile e sostanze infiammabili, attività rumorose, attività e stoccaggi inquinanti posti esternamente.

9 9/ Inquinamento del suolo e delle falde Si tratta sicuramente di uno degli impatti ambientali più significativi nell attività di autodemolizione. La presenza di ingenti quantitativi di sostanze liquide inquinanti nei veicoli, la bonifica, movimentazione interna e il successivo stoccaggio, la presenza di pezzi contaminati rappresentano tutte sorgenti potenziali di inquinamento del suolo e della falda. In questo senso il legislatore attraverso il Dlgs 209/2003 non solo ha predisposto tutta una serie di accorgimenti atti a ridurre tali rischi (doppi contenimenti, impermeabilizzazione, etc.) ma, consapevole del potenziale rischio ambientale di tali attività, richiede al titolare ripristino ambientale dell'area utilizzata alla chiusura dell'impianto di trattamento Rischio incendio La presenza contemporanea, all interno di un autodemolizione, di ingenti quantità di materiale combustibile, sostanze infiammabili e sorgenti di innesco fa si che il rischio incendio non sia da sottovalutare. I materiali combustibili quantitativamente più rilevanti sono gli pneumatici e la plastica i cui stoccaggi spesso superano quel limite, presente nell attuale DPR 1/08/11 n. 151 rispettivamente di e 5000 kg, oltre al quale l azienda rientra tra i siti con obbligo di certificato prevenzione incendi (CPI). Oltre a materiali combustibili sono presenti sostanze infiammabili quali carburanti sia liquidi che gassosi sia stoccati in contenitori appositi, a seguito all attività di estrazione dei liquidi dal veicolo, sia all interno delle auto ancora da bonificare. Infine non mancano sicuramente fonti di innesco rappresentate non esclusivamente dall impianto elettrico e dalle macchine di lavorazione ma anche dagli impianti di combustione di GPL e metano nonché dalle possibili scintille che possono scaturire durante la lavorazione, movimentazione e stoccaggio di parti metalliche. Per questi motivi il DPR 1/08/11 n. 151 ha inserito le attività di autodemolizione (attività n. 55) con una superficie complessiva di più di 3000 mq tra le attività che necessitano di CPI Rumore L attività di autodemolizione prevede, dato l ingombro di autoveicoli e alcune macchine (es. presse) molte lavorazioni effettuate all esterno. Questo non può se non influire sull impatto acustico dell attività. Le attività più rumorose possono essere individuate: nell attività di schiacciamento in pressa delle carcasse; nell utilizzo dei ragni per la movimentazione del materiale; nella movimentazione e accatastamento dei veicoli attraverso carrelli elevatori; nella attività di tranciatura di pezzi metallici o in plastica, taglio vetro; nell attività di triturazione se presente. Buone pratiche per la riduzione del rumore esterno sono: lo spostamento di attività dall esterno all interno qualora possibile; la massima attenzione e la priorità, nell acquisto di macchinari che dovranno lavorare all esterno, oltre alla conformità agli obblighi di legge (normativa in merito alle emissioni sonore delle macchine e impianti destinati a lavorare all esterno), per quelli caratterizzati da minori emissioni rumorose; eventuale insonorizzazione delle macchine o applicazione di barriere fonoassorbenti. Ai sensi del Dlgs 209/2003 al fine di minimizzare l'impatto visivo dell'impianto e la rumorosità verso l'esterno, è richiesto che il centro di raccolta sia dotato di adeguata barriera esterna di protezione ambientale, realizzata con siepi o alberature o schermi mobili.

10 10/ Acque di dilavamento Lo stoccaggio di veicoli bonificati e non, di rifiuti, le attività effettuate all esterno rendono la quasi totalità di un impianto di autodemolizione fortemente contaminante per le acque di drenaggio provenienti da precipitazioni atmosferiche. I seguenti settori, considerati quelli più a rischio (a meno che naturalmente l attività non sia effettuata internamente) devono essere costruiti su superfici impermeabilizzate e resistenti agli inquinanti tipici riscontrabili in stabilimenti di autodemolizione: a) conferimento e di stoccaggio del veicolo fuori uso prima del trattamento; b) trattamento del veicolo fuori uso; c) deposito delle parti di ricambio; d) rottamazione per eventuali operazioni di riduzione volumetrica; e) stoccaggio dei rifiuti pericolosi; f) stoccaggio dei rifiuti recuperabili; g) deposito dei veicoli trattati. Detti settori, come richiede il D.Lgs 209/2003, devono essere dotati di apposita rete di drenaggio e di raccolta dei reflui, munita di decantatori con separatori per oli. Il grado di contaminazione di un autodemolizione è considerato alto, per questo motivo le acque scolanti dovranno passare tutte (e non solo quelle di prima pioggia) attraverso un impianto di trattamento prima dell immissione in fognatura o acque superficiali. Si parla in questo caso di acque reflue di dilavamento. Lo figura seguente riporta la struttura di un impianto di acque reflue di dilavamento sito in impianto di rottamazione secondo le Linee Guida ARPA LG28/DT Criteri di applicazione DGR 286/05 e 1860/06 ACQUE METEORICHE DI DILAVAMENTO della Regione Emilia Romagna. L impianto di trattamento è costituito da una vasca di calma (VSEP) che permette da una parte la deposizione della frazione pesante (fango) dall altra la separazione in una vasca collegata degli oli (VOIL). L acqua viene poi pescata dalla vasca di separazione e immessa in successiva vasca dove passa attraverso un filtro (a sabbia o granulare) prima di essere rilasciata nel collettore finale. Figura 1. Schema di un impianto di depurazione acque reflue di dilavamento in impianto di demolizione secondo le Linee Guida ARPA LG28/DT Criteri di applicazione DGR 286/05 e 1860/06 ACQUE METEORICHE DI DILAVAMENTO

11 11/39 4. Tecnologie Nei paragrafi successivi, seguendo il processo produttivo visto nel paragrafo precedente, verranno esaminate le tecnologie, allo stato attuali presenti sul mercato, in grado di fornire le migliori prestazioni per quanto concerne qualità, efficienza e sicurezza ambientale. 4.1 Il trasporto delle autovetture Con l esclusione dei proprietari che portano l autoveicolo direttamente al centro di demolizione il trasporto dei veicoli da rottamare è normalmente effettuata dalla stesso centro attraverso bisarche o autocarri attrezzati per il trasporto di singoli veicoli, che possono essere utilizzati per veicoli incidentati o trasporto di singoli automezzi da ritirare presso privati. Figura 2 Bisarca per il trasporto di più autoveicoli Figura 3 Mezzo per il trasporto di singole autovetture L impatto ambientale di questa prima fase del processo è legato sostanzialmente al consumo di carburante e dal traffico indotto con tutto ciò che ne consegue (emissioni diffuse, rumore). Per ridurre tali impatti due sono le strade che è possibile seguire: 1. una regolare manutenzione dei mezzi; 2. una gestione il più possibile razionale degli spostamenti per la raccolta dei veicoli. Se infatti per un trasporto di più auto (per esempio presso una concessionaria) sarà sicuramente da preferire la bisarca, con un numero di veicoli trasportabili più vicino alle necessità in modo che possibilmente essa giri a pieno carico, per il trasporto di un singolo mezzo sarà opportuno utilizzare un mezzo più piccolo e meno pesante. Per la stessa logica i viaggi nel territorio per la raccolta di singoli automezzi dovranno essere progettati in modo da ridurre al minimo i chilometri percorsi. È evidente che dovranno, in questa pianificazione, essere presi in considerazione anche le disponibilità di proprietari e concessionarie.

12 12/ Lo stoccaggio dei veicoli Due sono le aree in cui sostano i veicoli, l area di deposito veicoli precedente all attività di bonifica e l area di stoccaggio dei veicoli bonificati. Per entrambi la normativa richiede che siano effettuati su aree che presentino idonee caratteristiche di impermeabilità e di resistenza all azione di eventuali liquidi che fuoriuscissero (oli, acido della batteria, carburante, etc.). Detti settori devono essere dotati di apposita rete di drenaggio e di raccolta dei reflui, munita di decantatori con separatori per oli (si veda par. Acque di dilavamento). Benché le due aree debbano avere le medesime caratteristiche sempre ai sensi del Dlsg 209/03 e quindi, si può dire, siano intercambiabili i veicoli devono essere sempre tenuti separati. Se nell area di conferimento e scarico dei veicoli per evidenti ragioni di sicurezza non è consentito l'accatastamento dei veicoli questo è invece permesso nelle aree di stoccaggio attenendosi però ad alcune regole di sicurezza: 1. Per lo stoccaggio del veicolo messo in sicurezza e non ancora sottoposto a trattamento è consentita la sovrapposizione massima di tre veicoli, previa verifica delle condizioni di stabilità e valutazione dei rischi per la sicurezza dei lavoratori. 2. L'accatastamento delle carcasse già sottoposte alle operazioni di messa in sicurezza ed il cui trattamento è stato completato non deve essere superiore ai cinque metri di altezza. Se da una parte lo spazio rappresenta quasi sempre un fattore limitante per lo stoccaggio degli autoveicoli d altra parte l attività di accatastamento: rappresenta sempre un attività e una tipologia di stoccaggio a rischio per quanto riguarda la sicurezza; non permette sempre una facile e sicura mobilità del personale tra i mezzi; non permette una veloce ed efficiente verifica di eventuali sversamenti di liquidi residui dall attività di messa in sicurezza. A questo si può aggiungere che per un azienda, che può essere visitata da clienti, autorità, enti di controllo, l estetica e l immagine di ordine, pulizia e organizzazione sia sempre un valore positivo. Per questo si sta sempre più diffondendo l utilizzo di cantilever monofronte o bifronte in cui è possibile stoccare i veicoli messi in sicurezza. Figura 4 Cantilever monofronte

13 13/39 Figura 5 Cantilever bifronte 4.3 La bonifica Con isola di bonifica si intende una stazione attrezzata per l estrazione dei liquidi potenzialmente inquinanti presenti all interno del veicolo. Dipendentemente dal numero di veicoli trattati e di conseguenza dalla necessità di effettuare la bonifica nel minore tempo possibile si può optare per sistemi più o meno semplici. In generale possiamo dividere le isole di bonifica in due principali categorie: 1. quelle dotate di vasche trasportabili poste sotto il veicolo e riempite per caduta libera grazie a imbuti oppure 2. quelle dotate di sistema di aspirazione e stoccaggio integrati. Le prime sono senz altro più semplici ed economiche ma: hanno una velocità limitata che dilata i tempi di bonifica dei diversi liquidi; utilizzando vasche carrellate non è possibile avere un grigliato sotto il veicolo che raccolga eventuali sversamenti e renda più sicuro (meno scivoloso) il pavimento per l operatore; il riempimento e il trasporto delle vasche (bidoni, etc.) carrellati sono sicuramente operazioni più a rischio di sversamento. Ci focalizzeremo dunque sul secondo tipo di isola di bonifica, caratterizzata da aspirazioni e sistema di stoccaggio integrato. La struttura tipo di questo tipo di isola di bonifica è: 1) un ponte sollevatore; 2) un impianto di aspirazione e pompaggio dei liquidi: permette l aspirazione del liquido antigelo, liquido tergicristallo, olio motore e olio freno (spesso chiamato liquido dei freni è altamente inquinante e deve essere sempre tenuto separato dagli altri oli). Negli impianti più avanzati l olio motore è tenuto separato dagli altri oli (olio cambio, trasmissione, idraulico) che sono invece miscelati. I liquidi bonificati sono quindi, minimo, 4: oppure 5 in quanto si tengono separati l olio motore (che può essere degradato a causa delle temperature elevate che può raggiungere e dunque non utilizzabile per determinate forme di recupero) con gli altri oli minerali. Questa seconda opzione è, da un punto di vista ambientale, da preferirsi; 3) un impianto di aspirazione e pompaggio dei carburanti: può essere a una o due vie. I sistemi di aspirazione a due vie, dedicate rispettivamente a benzina e gasolio, permettono un minore contaminazione; 4) una stazione di stoccaggio connessa al sistema di aspirazione e pompaggio dotata di bacino di contenimento per i liquidi: è direttamente collegata al sistema di aspirazione e pompaggio e formata da 4 o 5 contenitori posti su bacino di contenimento. I contenitori sono dotati di sistema visivo e sonoro di troppo pieno. La stazione di stoccaggio può essere interna o esterna (in quest ultimo caso comunque sempre al coperto) 5) una stazione di stoccaggio connessa al sistema di aspirazione e pompaggio dotata di bacino di contenimento per i carburanti: dovrebbe essere posto esternamente. Si ricorda infatti che la

14 14/39 benzina può rilasciare, durante l aspirazione e pompaggio, vapori che, oltre ad essere infiammabili sono anche cancerogeni. Nel caso non sia possibile istallare il sistema di stoccaggio all esterno è necessario predisporre un sistema di evacuazione dei vapori. Per le autodemolizioni più grandi (più di 7000 veicoli l anno) può essere interessante l opzione di un sistema automatizzato che gestisce contemporaneamente due isole di bonifica che condividono i medesimi serbatoi di stoccaggio. Ultima fase della bonifica è l estrazione tramite specifica pistola degli oli degli ammortizzatori. Figura 6 Isola di bonifica con aspirazione liquidi (4 linee) e carburanti (2 linee) e stoccaggio integrato interno dei liquidi. L intera area di lavoro è posta su grigliato antiscivolamento. Figura 7 Applicazione di isola di bonifica all interno di un autodemolizione Il prezzo di mercato attuale per le isole di bonifica automatizzate (con sistema di aspirazione e pompaggio) si aggira intorno ai euro.

15 15/ Trattamento e stoccaggio rifiuti Una volta bonificato il veicolo di tutti i liquidi presenti è la volta del motore, assali e trasmissione. Il motore, se di valore e in buone condizioni, può eventualmente essere venduto come ricambio. Assali e trasmissione, che non possono essere, per ragioni di sicurezza, gestiti come ricambi, e che rappresentano la parte più robusta e pesante del veicolo sono destinati al recupero di metallo. L attività di separazione di queste parti pesanti può essere effettuata con un ponte (ad esempio come quelli utilizzati dai meccanici) oppure grazie ad un ribaltatore. Tale impianto, specificatamente pensato per l attività di autodemolizione, ha lo scopo di ruotare il veicolo di 90 permettendo all operatore di lavorare in completa sicurezza e comodità, in piedi e davanti al mezzo. In questo modo infatti il veicolo non rischia di cadere, e l operatore non lavora sotto l auto. Benché a questo punto il veicolo è già stato bonificato e dunque non sono presenti grandi quantità di liquido sicuramente positiva la presenza di grigliato anche in funzione antisdrucciolo. Ad oggi il prezzo di un ribaltatore varia da a euro in dipendenza soprattutto della presenza di pavimentazione grigliata. Figura 8 Ribaltatore. Si noti che l area di lavoro è su grigliato antiscivolo.

16 16/39 Figura 9 Applicazione in autodemolizione di un ribaltatore. 4.5 Rifiuti solidi Rappresentano la più significativa parte della massa dell autoveicolo e sono costituiti da metalli, plastica, vetro e pneumatici. Con poche eccezioni, se si escludono alcune parti che possono essere contaminate da oli, non rappresentano un rischio ambientale significativo. Lo stoccaggio dei rifiuti solidi dovrebbe comunque essere effettuato seguendo alcune basilari regole di buona gestione: 1) per tutto ciò che non è riutilizzabile per la vendita di ricambi usati l obiettivo primario è quello di rendere il materiale appetibile al recupero attraverso una buona separazione ed eventualmente riduzione volumetrica; 2) l utilizzo di cassoni per il contenimento dei rifiuti è senz altro una buona pratica ambientale in quanto riduce la probabilità che il rifiuto si disperda, permette inoltre un utilizzo degli spazi più efficiente; 3) ogni contenitore dovrà essere etichettato con riferimento al rifiuto e relativo codice CER; 4) è opportuno che i contenitori siano chiudibili, sia per evitare dispersioni (es. vetro) che per evitare la deposizione di uova da parte di zanzare tigre (es. pneumatici) che attive durante il giorno creerebbero non pochi problemi sia ai lavoratori che al vicinato; 5) la riduzione volumetrica attraverso frantumazione o impacchettamento, benché si tratti di operazioni energivore e rumorose, permette un ancor maggiore efficienza di sfruttamento degli spazi riducendo al contempo la necessità di trasportare o far trasportare i rifiuti presso destinatari finali. In alcuni casi inoltre questo trattamento effettuato già presso l autodemolizione permette di poter vendere sul mercato il materiale con maggiore facilità e a prezzi migliori.

17 17/39 Figura 10 Esempio di trituratore per pneumatici, paraurti, serbatoi e altre parti solide destinate al recupero Metalli I materiali metallici ferrosi e non ferrosi rappresentano circa il 75% del peso del veicolo. Le parti metalliche derivanti dal trattamento del veicolo sono: motore: i motori non destinati alla vendita sono destinati al recupero presso stabilimenti i quali, successivamente ad un ulteriore verifica della possibilità di riutilizzo di parti di essi, recuperano i vari metalli presenti (es. alluminio, bronzo, acciaio, etc..) assali e trasmissione: sono solitamente separati ed eventualmente tranciati e destinati al recupero in acciaieria. marmitta catalitica: è separata e destinata al recupero dei metalli preziosi; radiatori: anch essi costituiti da metalli preziosi quali rame e bronzo sono destinati al recupero; cerchi: derivanti dalla lavorazione degli pneumatici (vedi paragrafo specifico) pacchi: si tratta dei veicoli bonificati ridotti a blocchi compressi tramite pressa-cesoia. All interno però oltre al metallo della carrozzeria sono presenti diverse parti non metalliche leggere (sedili, cruscotto, etc.). I pacchi saranno destinati ad altri impianti di trattamento dove tramite frantumazione e separazione verrà divisa la parte metallica dal resto; altro: in relazione agli spazi e dagli impianti posseduti e dalla disponibilità del personale c è la possibilità di una separazione più fine (es. fili di rame dell impianto elettrico)

18 18/39 Figura 11 Veicolo bonificato che sta per essere ridotto a pacco all interno di una pressa-cesoia. Figura 12 Pacchi derivanti dalla pressatura dei veicoli Dal 9 ottobre 2011 anche gli autodemolitori, oltre a garantire che la bonifica e il trattamento dei veicoli avvenga come richiesto dal Dlgs 209/03, devono implementare il sistema di qualità richiesto dal REGOLAMENTO (UE) N. 333/2011 che riporta i criteri che determinano quando alcuni tipi di rottami metallici cessano di essere considerati rifiuti ai sensi della direttiva 2008/98/CE. Tra questi criteri, oltre al grado di contaminazione da oli e altre sostanze pericolose, c è quello della radioattività. Benché in particolare per le autodemolizioni si tratti di un rischio basso la normativa obbliga alla verifica di emissioni ionizzanti attraverso idoneo strumento regolarmente tarato.

19 19/ Pneumatici Figura 13 Rilevatore di radioattività I pneumatici derivanti dalle operazioni di demolizione dei veicoli a fine vita, il cui peso medio si aggira intorno ai 40 kg (ruota di scorta inclusa), possono essere riutilizzati, riprocessati, o destinati al recupero. Il primo controllo che viene effettuato in autodemolizione è finalizzato a verificare se la ruota è nelle condizioni di essere venduta come ricambio tal quale. Nel caso la verifica dia esito positivo e ci sia una domanda di mercato essa viene stoccata nei magazzini dedicati alla ricambistica (si veda capitolo specifico). Altra possibilità è l avvio al riutilizzo, previa ricostruzione effettuata da ditte specializzate, del pneumatico. Tale destinazione è possibile solo successivamente a verifica delle caratteristiche strutturali del pneumatico. Le ditte che si occupano di ricostruzione di pneumatici seguono specifici regolamenti europei per poter omologare i pneumatici ricostruiti (tale omologazione è obbligatoria dal 13/09/2006) e il loro prodotto è verificato da enti di controllo terzi. Sebbene allo stato attuale tale possibilità sia da considerarsi più teorica che reale, i maggiori fornitori di pneumatici da ricostruire sono infatti i gommisti, non è da escludere sia da un punto di vista ambientale che economico. Infine nel caso in cui il pneumatico non risulti idoneo al riutilizzo o riciclo viene dichiarato fuori uso e avviato a recupero di materia e/o energia, La composizione del pneumatico è costituita per oltre il 40% da gomma naturale o sintetica/elastomeri, la cui componente principale è il copolimero di stirene-butadiene (SBR). La prima fase di trattamento della ruota è, in questo caso, la divisione tra cerchi e pneumatici effettuata con macchine apposite (schiaccia ruote) che, oltre a tale funzione di separazione, permettono anche lo schiacciamento del cerchio. Il valore di mercato di tali macchine varia notevolmente (da 7000 a euro circa) in dipendenza dai seguenti fattori: velocità; grado di schiacciamento del cerchio; grado di sicurezza intrinseca della macchina (sarà generalmente da preferire la macchina in cui l oggetto è schiacciato all interno di una cassa chiusa in modo che non vengano eiettate schegge che potrebbero rappresentare un rischio per l operatore).

20 20/39 Figura 14 Macchina schiaccia ruote. Si noti come in questa macchina l oggetto è schiacciato all interno di una cassa chiusa. Figura 15 Cerchi schiacciati Gli pneumatici possono poi essere stoccati sfusi all interno di cassoni 1 oppure compressi e legati tramite presse al fine di ridurre i volumi e migliorare la possibilità di gestione. 1 Si ricorda che, in particolare per gli pneumatici, sarebbe opportuno utilizzare cassoni chiudibili in modo da ridurre al minimo la proliferazione di zanzara tigre.

21 21/39 Figura 16 Applicazione di pressa legatrice con pneumatici Plastiche Le tipologie di plastiche presenti in un autovettura sono principalmente rappresentate da poliuretano PU, polipropilene PP, polietilene PE, che vanno a comporre i polimeri costituenti le diverse componenti in plastica di un autovettura, quali paraurti (in PP), sedili (imbottiture in PU), cruscotto, serbatoi (in polietilene ad alta densità, HDPE), luci, tappezzerie e altro. Mediamente, la percentuale di materiali plastici presenti in un autovettura supera il 9%, pari ad un peso di circa 98 kg. Particolarmente conveniente in ottica di recupero sono quelle parti costituite da plastiche omogenee come paraurti (polipropilene), serbatoi (polietilene alta densità), coppe delle ruote (poliammide), ecc.. le informazioni relative alla tipologia di materiale utilizzato sono riscontrabili grazie ai dati forniti dal sistema IDIS. I principali componenti in plastica che vengono gestiti separatamente in autodemolizione sono i paraurti e i serbatoi. Diversi componenti plastici presenti all interno dell abitacolo, non recuperabili per l eterogeneità dei polimeri che li compongono, vengono schiacciati all interno dei pacchi, la suddivisione con la parte metallica avverrà successivamente. Paraurti e serbatoi sono dunque stoccati all interno di container predisposti sia sfusi che, come si è visto anche per gli pneumatici, compressi e imballati Vetro Il peso delle componenti in vetro, presenti sui veicoli a fine vita, è mediamente pari a kg (pari all incirca al 2,4% della massa totale dell autoveicolo). Benché alcuni vetri presenti nei veicoli siano poliaccoppiati (es. parabrezza) con film in plastica che garantisce, in caso di incidente, una rottura più sicura, tutti i vetri

22 22/39 asportati sono destinati al recupero presso siti specializzati che trattano tali rifiuti in modo da permetterne poi la rifusione in vetreria. Per la asportazione dei vetri del parabrezza e del lunotto posteriore degli autoveicoli è utilizzato un taglia parabrezza elettrico a disco o pneumatico, dotato di maniglia aspirante per la rimozione delle polveri di vetro fini. Figura 17 Tagliavetro elettrico con predisposizione per l aspirazione localizzata delle polveri L emissione diffusa prodotta dal taglio del vetro è significativamente ridotta dalla presenza dell aspirazione connessa all utensile. Tale tecnologia è sicuramente una buona norma ambientale e di sicurezza (in quanto permette di evitare la dispersione del pulviscolo più fine che potrebbe essere aspirato dall operatore). Infine benché proprio grazie alla presenza di vetro poliaccoppiato gli ammassi di rifiuti vetrosi nelle autodemolizione non siano particolarmente predisposti alla dispersione è buona norma ambientale quello di provvedere a stoccaggi chiusi in modo da ridurne, specialmente nelle giornate di vento, la diffusione. 4.6 Batterie esauste Le batterie al piombo contengono approssimativamente il 60-65% in peso di piombo e il 20-25% di acido solforico mentre, la restante parte è costituita essenzialmente di materie plastiche. Asportate dall autovettura vengono selezionate, verificate e, qualora reimpiegabili tal quali, stoccate in un apposito settore. Nel caso non siano reimpiegabili devono essere stoccate nel settore di stoccaggio rifiuti pericolosi.

23 23/39 Figura 18 Contenitori etichettati semplici e sovrapposti per la raccolta di accumulatori esausti. La presenza di acidi può creare problematiche sia di tipo ambientale che di sicurezza nei luoghi di lavoro. Per questo motivo è opportuno che vengano stoccate al riparo dagli agenti atmosferici in contenitori dotati di bacino di contenimento in caso di fuoriuscite. I contenitori all interno dei quali sono riposte le batterie devono essere stagni per evitare tracimazione in caso di perdita degli elettroliti. La normativa vigente prescrive inoltre per lo stoccaggio degli accumulatori, siano essi rifiuti o no, la presenza di un idoneo quantitativo di materiale assorbente da utilizzare in caso di fuoriuscita dell elettrolita. Potenzialmente le attività a rischio nelle autodemolizione sono: stazioni di ricarica di batterie dei carrelli elevatori elettrici (se presenti); area bonifica e stoccaggio di batterie esauste; stoccaggio di batterie in vendita (vendita al dettaglio) In particolare il DM 24/01/2011, n. 20 Regolamento recante l'individuazione della misura delle sostanze assorbenti e neutralizzanti di cui devono dotarsi gli impianti destinati allo stoccaggio, ricarica, manutenzione, deposito e sostituzione degli accumulatori prescrive: per le aree di ricarica: deve essere obbligatoriamente tenuta a disposizione per l'emergenza relativa agli sversamenti accidentali di soluzione acida una quantità di sostanza estinguente necessaria alla completa neutralizzazione. Piccoli impianti (fino a 5 batterie) Del 50% dell'elettrolito presente nella batteria di maggiore contenuto acido Impianti medi (fino a 20 batterie) Del 100% dell'elettrolito presente nella batteria di maggiore contenuto acido. Grandi impianti (oltre 20 batterie) Del 200% dell'elettrolito presente nella batteria di maggiore contenuto acido. In tutte quelle aree ove siano previste, oltre alla ricarica, anche le operazioni di sostituzione di batterie esaurite (a mezzo paranchi, carri o rulli, carrelli elevatori ecc.) i quantitativi suddetti devono intendersi raddoppiati. Di seguito il decreto ministeriale fornisce i dati provenienti dai fornitori di accumulatori per carrelli elevatori che dal numero di elementi e tensione di esercizio permettono di stimare i litri di acido solforico presenti.

24 24/39 Tale dato, in mancanza di altri documenti attestanti l esatto quantitativo di elettrolita presente nelle batterie, può essere utilizzato nel calcolo di materiale assorbente da detenere. Contenuto elettrolito in litri Capacità dell'elemento 1 ELEM 2V 6 ELEM 12V 12 ELEM 24V 18 ELEM 36V 24 ELEM 48V 36 ELEM 72V 40 ELEM 80V Fino a 200 Ah Fino a 400 Ah 4, Fino a 700 Ah Fino a 1000 Ah Oltre 1000 Ah Per le batterie di avviamento, considerati il diverso numero delle batterie movimentate e le diverse tipologie di movimentazione e manipolazione richieste per lo svolgimento di ciascuna attività, la sostanza assorbente e neutralizzata certificata, che deve essere obbligatoriamente tenuta disposizione per l'emergenza originata da possibili sversamenti, deve corrispondere, per i depositi per la vendita al dettaglio, alla quantità necessaria per estinguere completamente 100 litri di soluzione acida. A titolo esemplificativo si riporta la seguente tabella indicativa che evidenzia il contenuto di elettrolito corrispondente alle diverse capacità delle batterie per autovetture. Capacità della batteria Contenuto soluzione acida Autovetture fino a 60Ah 8 litri Autovetture fino a 100Ah 10 litri Autocarri fino a 160Ah Autocarri fino a 220Ah Autocarri fino a 320Ah 20 litri 25 litri 35 litri Si ricorda infine che come rifiuti le batterie esauste devono essere conferite al Consorzio direttamente o tramite consegna a soggetti incaricati del consorzio o autorizzati. 4.7 Filtri dell olio Normalmente i filtri dell olio vengono, successivamente alla separazione dell olio tramite sgocciolatura, stoccati in bidoni chiusi e comunque protetti dalle intemperie in modo che non si formino emulsioni. Altra possibilità è quella di utilizzare un attrezzatura che, tagliando il filtro, permette di separare la parte metallica dalle altre destinate allo smaltimento riducendone dunque significativamente i costi.

25 25/39 Figura 19 Tagliafiltri con annesso banco di scolo 4.8 Rifiuti liquidi I rifiuti liquidi, diversamente da quelli solidi, siano essi pericolosi che non necessitano di maggiori attenzioni, per la loro stessa natura di liquido, che espone le diverse fasi di gestione a maggior rischio di inquinamento del suolo. Particolare attenzione si dovrà avere per lo stoccaggio per il quale le buone norme ambientali prevedono: 1) la presenza di doppi contenimenti che evitino, anche in caso di urti o rotture la fuoriuscita di prodotto (si veda paragrafo Oli minerali ); 2) il riparo da agenti atmosferici che, con la diluizione, non farebbero altro che aumentare i volumi da smaltire (con relativa maggiorazione del costo di gestione del rifiuto) 3) il posizionamento di tali stoccaggi in punti di traffico minimo e a bassa velocità; 4) l utilizzo di barriere di protezione (o box, container, etc.) nel caso in cui non sia possibile rispettare il punto 3; 5) l applicazione di cartelli identificativi del codice CER, nome del rifiuto ed eventuali etichette di pericolosità (vedi allegato II) In ogni caso è poi opportuno avere sempre a disposizione materiale assorbente adeguato al fine di poter raccogliere e gestire correttamente eventuali liquidi evitando di inquinare il suolo, le acque piovane (si veda par. Acque di dilavamento ) o determinare scivolamenti del personale. Diversi sono i materiali assorbenti utilizzabili in un autodemolizione. Se si escludono quelli certificati per gli elettroliti degli accumulatori, molti dei quali comunque utilizzabili anche per gli oli, si dovrà dirigere la ricerca su materiale adatto a recuperare efficacemente oli e idrocarburi. Trattandosi di un attività a rischio incendio sarà inoltre opportuno scegliere prodotti ignifughi, non è quindi consigliata la segatura. Tra i prodotti più comuni si ricordano: 1) prodotti granulari in sacco: sono tra i più utilizzati. Hanno una capacità di assorbimento fino a 10 volte la loro massa. Sono facili da utilizzare. La grana fine permette di entrare e di assorbire anche da piccole fessure e irregolarità di livello, sono inoltre dotate di elevata resistenza antiscivolo anche in caso di raggiungimento del massimo grado di assorbimento del granulato; 2) panni assorbenti: è particolarmente consigliato come base di appoggio di scaffali e pavimenti dove sono presenti motori usati, pezzi di ricambio, o anche stoccaggi di prodotti liquidi o a lato di macchinari che perdono oli emulsionati. Le capacità di assorbimento arriva a gr di olio motore per grammo di panno.

26 26/39 3) Cuscini: Il materiale assorbente confezionato in cuscini permette di assorbire grandi quantità di liquidi con estrema semplicità. L involucro di polipropilene conferisce ai cuscini robustezza e resistenza agli strappi, consentendo la loro manipolazione, in sicurezza e pulizia, per ripetute applicazioni. Di varie dimensioni per essere posizionati negli spazi più angusti. Possono essere impiegati sotto rubinetti, macchinari, tubature che perdono in attesa di riparazione, come base preventiva per travasi, ecc. 4) Salsicce, manicotti: sono utilizzabili in caso di sversamenti di entità importante per evitare che l olio o altro liquido inquinante si sparga velocemente per gli ambienti di lavoro (scongiurando il blocco del ciclo produttivo nelle zone lavorative non immediatamente contaminate) o in zone non protette (es. tombini fognari, terra nuda). Vengono posizionati sul perimetro immediatamente esterno alla zona contaminata o in prossimità di pendenze. Danno il tempo quindi di assorbire il liquido versato con altri prodotti (es. granulare, cuscini, o panni). Si possono impiegare in ambienti esterni (sotto la pioggia) o in prossimità di lavorazioni a base acquosa dove è indispensabile trattenere gli olii ma non l acqua. Possono essere strizzati e riutilizzati nel caso in cui sia importante il recupero degli oli da rimmettere nel ciclo lavorativo. 5) Barriere: Molto simili a salsicce (o manicotti), alle estremità delle barriere sono posizionati anelli e moschettoni in acciaio in modo da poterle collegare od ancorare; inoltre sono dotate di una corda disposta sull intera lunghezza per conferire robustezza durante il posizionamento ed il recupero.

27 27/39 Figura 20 Barriere. Figura 21 Salsiccia o manicotto Figura 22 Cuscini assorbenti Figura 23 Rotoli Oli minerali Figura 24 Panni L attività di bonifica in primis e la manutenzione ai mezzi operanti in autodemolizione (es. gru) determina la produzione di elevati quantitativi di oli minerali che, escludendo il liquido freni, spesso chiamato olio freni, comprende olio motore, olio cambio, olio trasmissione, olio idraulico. Gli impianti di bonifica più moderni mantengono separati l olio motore il quale, a causa delle alte temperature subite, non può essere utilizzato per alcuni processi di recupero, da tutti gli altri oli. Secondo quanto richiesto dalla normativa lo stoccaggio di oli minerali, trattandosi di rifiuto liquido pericoloso, deve essere effettuato, a meno che non sia effettuato in serbatoi interrati, su bacini di contenimento di capacità pari al serbatoio stesso, oppure, nel caso che nello stesso bacino di contenimento vi siano più serbatoi, pari ad almeno il 1/3 del volume totale dei serbatoi e, in ogni caso, non inferiore al volume del serbatoio di maggiore capacità.

28 28/39 In alto a sinistra serbatoio unico per olio esausto con bacino di contenimento; in alto a destra bidoni per lo stoccaggio di olio esausto a doppia camicia: in basso a sinistra vasca di contenimento per bidoni semplici. Nel caso in cui si opti per serbatoi interrati essi dovranno avere doppia camicia e dotati di sistema di controllo delle perdite e monitoraggio dell intercapedine al fine di controllarne permanentemente l integrità. Figura 25 Serbatoi interrati utilizzabili per lo stoccaggio di olio esausto. Sono a doppia camicia con sistema di verifica continuo di assenza di fuoriuscite. Così come per gli altri rifiuti pericolosi è richiesto, ed è anche buona norma, di evidenziare in modo chiaro e possibilmente indelebile il codice CER, il nome del rifiuto e la pericolosità del rifiuto stesso attraverso scritte chiare accompagnate possibilmente da simboli (che per altro permettono una maggiore e più immediata comprensione). Ciò permetterà una minore probabilità di errore da parte degli operatori che hanno a che fare, nella bonifica di un autoveicolo, con molti liquidi evitando dunque di miscelare rifiuti diversi. Le frasi di pericolo, accompagnate da adeguata formazione in materia di sicurezza, permettono agli operatori di capire eventuali rischi collegati alla gestione del prodotto prendendo così adeguate precauzioni.

29 29/39 Figura 26: Simbolo, secondo il regolamento CLP delle sostanze pericolose per l ambiente, quale appunto l olio esausto Altri liquidi di bonifica Durante l attività di bonifica (si veda anche paragrafo specifico) vengono aspirati e separati diversi liquidi presenti nel veicolo quali, oltre ai già citati oli: antigelo, liquido dei freni, liquido tergicristalli. Valgono le buone norme di gestione dei rifiuti liquidi prima esposte. Figura 27 Box esterno collegato a isola di bonifica in cui su grigliato sono presenti, sulla sinistra serbatoio per benzina e gasolio e sulla destra bidoni, a doppia camicia con sistema di troppo pieno, per ogni tipologia di liquido aspirata e dotati di etichette specifiche. 4.9 Gas refrigeranti Nei veicoli avviati ad impianti di demolizione possono essere presenti diversi tipi di sostanze refrigeranti: 1) R12: è lesivo dell ozono stratosferico e presente in autoveicoli precedenti al Poiché già da molti anni ne è vietato il rabbocco è raro trovarne ancora su automezzi circolanti. 2) R134A: gas ad effetto serra, è attualmente il gas più diffuso nei mezzi destinati alle autodemolizioni; 3) R-1234yf: gas a basso effetto serra, sarà utilizzato per tutti i nuovi modelli usciti dopo gennaio Allo stato attuale ancora raro. L estrazione del gas refrigerante dagli impianti di condizionamento installati sui veicoli avviene in generale durante la bonifica e comunque sempre prima della fase di pressatura.

30 30/39 La rimozione di tali sostanze dai veicoli fuori uso avviene per mezzo di dispositivi aspiranti operanti in circuito chiuso in modo da assicurare che non ci sia alcun rilascio di sostanze lesive in atmosfera. Il sistema aspira contemporaneamente olio e gas il quale è fatto passare attraverso un filtro che lo ripulisce da eventuali impurità permettendone massima efficienza per il successivo recupero. Il gas è stoccato in bombole (una per ogni tipo di gas) dotate di sistema automatico di pesatura. Figura 28 Esempio di estrattore di gas di condizionamento a singola bombola. Dotato di sistema di autoevacuazione per la sostituzione di bombola nel caso cambi il tipo di gas da aspirare. Oltre a non rilasciare gas in atmosfera il sistema, al fine di non comprometterne il successivo riutilizzo, deve garantire che gas diversi non siano miscelati tra loro. In particolare la mescolanza di R134A e R1234YF è assolutamente da evitare in quanto quest ultimo è un gas infiammabile e potrebbe dare luogo a miscele pericolose, che vanno evitate in tutte le fasi di manutenzione.

31 31/39 I dispositivi aspiranti hanno attacchi diversi a secondo della tipologia di gas, essi, oltre che nella forma, si differenziano anche per il colore. L attuale prezzo di mercato per l estrattore di gas refrigeranti va dai 1200 ai 1400 euro. Diversa è la destinazione dei gas separati durante l attività di bonifica. L R12 dovrà essere destinato a impianto di smaltimento autorizzato, tale gas sarà distrutto in quanto non ne è più permesso il riutilizzo. Diversa la situazione per l R134A che potrà essere riutilizzato nei sistemi di condizionamento di autovetture (fino al 2017) così come il R-1234yf attualmente il gas che dal 2011 ha cominciato a sostituire negli autoveicoli di classe M1 (fino 8 posti + il conducente) e classe N1 (veicoli commerciali con peso massimo di Kg) il vecchio R134A Combustibili Gran parte dei veicoli che vengono rottamati posseggono minimi quantitativi di combustibile che moltiplicati per decine di veicoli al giorno possono determinare un quantitativo complessivo non indifferente. Gasolio e benzina vengono generalmente utilizzati per il rifornimento dei mezzi d opera (carrelli elevatori, pressa, etc.) oppure per gli automezzi delle auto aziendali o dei dipendenti. Diverso è il destino di metano e GPL che vengono normalmente combusti grazie ad apposite macchine (estrattori) istallate esternamente che svuotano e bruciano i due carburanti. Un attività non priva di rischi vista l elevata infiammabilità di questi gas e che necessita di formazione degli operatori e di apparecchiature che siano a norma per quanto riguarda le normative antincendio e ATEX. Per quanto riguarda il GPL l attrezzatura permette di estrarre il gas tramite una pompa antideflagrante certificata ATEX e di stoccarlo in recipienti a norma di legge per il suo riutilizzo come combustibile all interno delle autodemolizioni. Il residuo gassoso è bruciato tramite torcia, il serbatoio del veicolo è lavato con azoto per la sua messa in sicurezza in modo che, durante la riduzione volumetrica, non si abbiano scoppi a causa di eventuali residui di gas. La medesima attrezzatura permette di convogliare il metano verso un bruciatore a torcia. Poiché potenzialmente si possono determinare atmosfere esplosive per la presenza di gas infiammabili è importante che l estrattore: 1) Sia posizionato all aperto; 2) Nel caso in cui non possa essere rispettata la condizione di cui a punto 1) è necessario che nell ambiente chiuso il sistema sia conforme alle norme ATEX; 3) sia posizionato lontano da tombini fognari o altri luoghi chiusi sotterranei dove, in conseguenza a sversamenti di GPL potrebbe formarsi un atmosfera esplosiva; 4) Sia lontano almeno 6 metri dalla torcia di combustione; 5) Sia lontano da ogni fonte possibile di innesco quali luci, macchinari, lavorazioni che possano dare luogo a scintille o calore; 6) Sia posizionato in area possibilmente bene delimitata, in cui è vietato qualsiasi uso di fiamme libere e interdetta agli operatori non espressamente addestrati. Il costo di un impianto di estrazione e combustione di gas metano e GPL a norma si aggira intorno ai 5000 euro.

32 32/39 Figura 29 Attrezzatura per lo svuotamento dei serbatoi GPL, recupero del GPL liquido, combustione dei gas residui e messa in sicurezza del serbatoio con azoto liquido. In considerazione del sempre maggior numero di veicoli che utilizzano questi due combustibili il problema dello spreco energetico di tale modalità di smaltimento si farà sempre più significativo. Si pensi ad esempio che dal 2006 al 2010 il numero di autovetture con impianto benzina/gpl o benzina/metano è aumento da unità a con un aumento percentuale del 76,44% corrispondente al 19,11% l anno. Sebbene si preveda un aumento significativo di mezzi a metano allo stato attuale esso risulta il più difficoltoso da recuperare. Al fine di poterlo stoccare in volumi ragionevolmente ristretti infatti sono necessarie bombole resistenti fino a 300 atm e impianti di aspirazione e ricompressione sicuramente costosi per le attuali quantità recuperabili. Diverso è invece il possibile recupero del GPL che, essendo liquido, può essere stoccato facilmente. Per questo motivo anche se le tecnologie di seguito esposte sono utilizzabili sia per il metano che per il GPL sarà sicuramente più immediato e conveniente il recupero di quest ultimo gas Carrelli elevatori Seppur rari in Italia la maggior parte dei grandi produttori mondiali di carrelli elevatori produce da anni versioni direttamente a GPL o metano che sono oramai comuni in tanti paesi europei e extraeuropei. Le prestazioni sono in tutto e per tutto similare alle versioni tradizionali mentre il costo si aggira a circa il 10% di più dell omologo a gasolio. Sia GPL che metano però costano molto meno e soprattutto nel caso delle autodemolizione almeno una parte del carburante può essere gratuito. A questo si aggiunga che le emissioni dei carrelli elevatori a metano o GPL sono molto meno inquinanti rispetto ai corrispettivi a gasolio Impianti di riscaldamento per esterni o interni Metano o GPL di risulta possono essere utilizzati per riscaldare piccole officine, aree interne o esterne dove si fanno lavorazioni all aperto o dove sono presenti i clienti.

33 33/39 Figura 30 Fungo a gas per il riscaldamento di esterni Figura 31 Schema di piccolo impianto di riscaldamento di interni a gas Produzione di energia elettrica e calore Se allo stato attuale, dati i quantitativi mediamente recuperabili e i costi di estrazione, stoccaggio e di generazione, risulti economicamente poco conveniente, per i centri di raccolta più grandi, e in considerazione di un futuro sempre maggior numero di autoveicoli alimentati a GPL e metano, potrebbe risultare una opzione interessante la combustione finalizzata alla produzione di energia elettrica e calore. Esistono infatti microgeneratori che possono essere alimentati sia a GPL che a metano permettendo dunque di sfruttare complessivamente entrambi i combustibili. Tecnicamente le possibilità sono diverse: 1) vendere l energia elettrica in rete prodotta esclusivamente da combustibile di recupero, eventualmente sfruttando il calore prodotto per il funzionamento del raffrescamento estivo e riscaldamento invernale (ad esempio con pompa di calore); 2) autoconsumare l energia elettrica prodotta dal combustibile recuperato sfruttando sempre il calore per la climatizzazione. In questo caso sarebbe comunque fondamentale mantenere il collegamento con il distributore di energia elettrica che possa essere sfruttata in caso di rotture, manutenzione straordinaria, insufficienza di combustibile, etc. Dati probabilmente i quantitativi fluttuanti e modesti per un utilizzo costante del combustibile di recupero probabilmente l energia elettrica prodotta non coprirebbe che una parte del consumo globale. 3) L azienda può valutare anche l acquisto di un serbatoio di metano o GPL da riempire sia con il combustibile di recupero che con altro acquistato. In questo caso il generatore potrebbe lavorare in continuo, producendo sia energia elettrica che calore per tutte le utenze del sito. Il vantaggio dell azienda verrebbe dall avere parte del combustibile gratuitamente. L energia elettrica poi potrebbe essere venduta in rete o utilizzata direttamente in sito. La seconda opzione è allo stato attuale da preferire, non essendo infatti energia rinnovabile, la cessione in rete non solo non beneficerebbe di incentivi ma obbligherebbe l azienda a rispettare tutti gli obblighi tecnici e fiscali dei produttori di energia. In generale la scelta di produrre energia elettrica attraverso un microcogeneratore può dare molti benefici ma si tratta sicuramente di una opzione complessa e costosa la cui scelta dipende da molti fattori: 1) il costo dei generatori e del sistema di stoccaggio dei combustibili di recupero; 2) I consumi di energia elettrica e calore dell azienda: 3) La quantità e disponibilità temporale di combustibile di recupero; 4) La possibilità di vendere l energia elettrica in rete e di farlo a prezzi di mercato o a tariffe incentivanti. 5) I costi di gestione del generatore

34 34/ Ricambi Prima ancora del riciclaggio il riutilizzo di parti di autoveicoli rappresenta un importante vantaggio ambientale oltrechè un significativo risparmio economico per i consumatori. L attività di vendita al dettaglio di ricambi usati è altresì importante come voce di bilancio nell attività di autodemolizione. Non tutti i pezzi possono però essere venduti usati e ciò perché da essi dipende la sicurezza del veicolo e dunque, a livello legislativo, ne è stata proibita la vendita di seconda mano. In particolare si tratta di: a) componenti il cui funzionamento errato provoca direttamente una perdita di controllo dell'autoveicolo o qualsiasi altro grave rischio per gli occupanti o eventuali terzi coinvolti; b) componenti il cui mancato funzionamento non è avvertibile dal conducente con un anticipo sufficiente a permettere di arrestare la marcia del veicolo od a consentire manovre tali da eliminare le possibilità di rischio. Allegato III: Parti di ricambio attinenti alla sicurezza del veicolo (articolo 15, comma 7, Dlgs 209/03 e s.m.i.) Impianto freni: servofreno; pompa/cilindro freni; dischi/tamburi; pinza completa; disco portafreni; tubazioni flessibili/rigide; pedaliera completa; caveria freno a mano; leva freno a mano. Varie: tubazioni impianto alimentazione; pompa benzina esterna; sistemi di ritenuta per sicurezza passiva (cinture, pretensionatori, air bag). Sterzo: albero superiore e inferiore snodato; tiranteria lato cremagliera/ruote; tubazioni idroguida; organi servosterzo. Trasmissione: semiassi. Sospensione anteriore/posteriore: montanti/mozzi/fusi con relativi cuscinetti; bracci oscillanti; perni a sfera; puntoni/barre stabilizzatrici/aste longitudinali; traverse e telai; ammortizzatori. Diverse sono le buone pratiche gestionali o tecniche che permettono di sviluppare al meglio tale attività: 1) lo stoccaggio delle parti di ricambio deve essere effettuato al chiuso in modo da permetterne una conservazione ottimale. Lo stoccaggio andrebbe effettuato secondo un ordine logico che permetta immediatamente di individuare il pezzo che è richiesto dal cliente senza perdere tempo nella ricerca; 2) buona norma sarebbe inoltre quella di tenere un inventario (meglio informatico) che permetta, una volta che il cliente (privato o concessionaria) lo chieda di sapere subito se il pezzo è presente in autodemolizione o no. 3) Allo stato attuale esistono possibilità informatiche in grado sia di ampliare in modo significativo la clientela (in particolare concessionarie, officine di riparazione, ma anche clienti privati) che di velocizzarne la comunicazione. Si tratta di magazzini online, costantemente aggiornati sul sito dell azienda di autodemolizione che possono essere accessibili a tutti (es. singoli privati che necessitano solo di connessione internet) oppure solo a concessionarie o autoriparazioni. In questo

35 35/39 modo in ogni momento il cittadino o l autoriparatore può consultare il magazzino virtuale per verificare se il pezzo è o no presente presso quel determinato centro di autodemolizione. Sono già presenti esperienze associative con l obiettivo di creare un sito che riunisce tutti i vari magazzini virtuali di un dato territorio in modo che, consultandolo, è possibile individuare l autodemolizione più vicina in cui sia presente il ricambio cercato.

36 36/39 5. Allegato 1 I veicoli fuori uso, appartenenti in base all Elenco Europeo dei rifiuti di cui alla decisione 2000/532/CE e successive modificazioni, sono identificati dal capitolo veicoli fuori uso appartenenti a diversi modi di trasporto (comprese le macchine mobili non stradali) e rifiuti prodotti dallo smantellamento dei veicoli fuori uso e dalla manutenzione dei veicoli. In particolare, l Elenco individua in maniera dettagliata tutti i rifiuti derivanti dalla gestione dei veicoli fuori uso (allegato D alla parte IV del D.Lgs. 152/2006) classificando anche le tipologie di rifiuti derivanti dalla messa in sicurezza dei veicoli e dalle operazioni di promozione del riciclaggio come lo smantellamento. Nel dettaglio, nel capitolo 16.01, sono previste le seguenti voci: veicoli fuori uso appartenenti a diversi modi di trasporto (comprese le macchine mobili non stradali) e rifiuti prodotti dallo smantellamento di veicoli fuori uso e dalla manutenzione di veicoli (tranne 13, 14, e 16 08) pneumatici fuori uso * veicoli fuori uso veicoli fuori uso, non contenenti liquidi né altre componenti pericolose * filtri dell'olio * componenti contenenti mercurio * componenti contenenti Pcb * componenti esplosivi (ad esempio "air bag") * pastiglie per freni, contenenti amianto pastiglie per freni, diverse da quelle di cui alla voce * liquidi per freni * liquidi antigelo contenenti sostanze pericolose liquidi antigelo diversi da quelli di cui alla voce serbatoi per gas liquido metalli ferrosi metalli non ferrosi plastica vetro * componenti pericolosi diversi da quelli di cui alle voci da a , e componenti non specificati altrimenti rifiuti non specificati altrimenti A queste voci vanno aggiunte, a completamento del ciclo di gestione dei veicoli fuori uso, alcune altre voci esterne al capitolo che non sono state introdotte in quanto presenti in capitoli specifici quali: gli oli esauriti ed i residui di combustibili liquidi (capitolo 13), i solventi organici, refrigeranti e propellenti di scarto (capitolo 14), le batterie e gli accumulatori (capitolo 16.06) e i catalizzatori esauriti (capitolo 16.08). Per quanto riguarda le altre componenti prodotte dalle operazioni di messa in sicurezza dei veicoli devono essere utilizzati i codici relativi alla singola frazione merceologica prodotta afferenti al capitolo (es. i codici per i metalli ferrosi e per i metalli non ferrosi, per le plastiche il codice e il codice per le parti in vetro). La riduzione volumetrica mediante pressatura delle varie categorie merceologiche (pneumatici, plastica, metallo) così come degli stessi veicoli bonificati non modifica la natura del rifiuto né le sue caratteristiche chimico fisiche.

37 37/39 6. Allegato 2 Pittogramma di pericolo (regolamento CE 1272/2008) Simbolo e denominazione (Direttiva 67/548/CEE, superata) E Significato (definizione e precauzioni) GHS01 GHS02 ESPLOSIVO F INFIAMMABILE F+ ESTREMAMENTE INFIAMMABILE Classificazione: sostanze o preparazioni che possono esplodere a causa di una scintilla o che sono molto sensibili agli urti o allo sfregamento. Precauzioni: evitare colpi, scuotimenti, sfregamenti, fiamme o fonti di calore. Classificazione: Sostanze o preparazioni: - che possono surriscaldarsi e successivamente infiammarsi al contatto con l'aria a una temperatura normale senza impiego di energia - solidi che possono infiammarsi facilmente per una breve azione di una fonte di fiamma e che continuano ad ardere - liquidi che possiedono un punto di combustione compreso tra i 21 e i 55 ºC. - gas infiammabili al contatto con l'aria a pressione ambiente - gas che a contatto con l'acqua o l'aria umida creano gas facilmente infiammabili in quantità pericolosa. Precauzioni: evitare il contatto con materiali ignitivi (come aria e acqua). Classificazione: sostanze o preparazioni liquide il cui punto di combustione è inferiore ai 21 ºC. Precauzioni: evitare il contatto con materiali ignitivi (come aria e acqua). O GHS03 COMBURENTE Classificazione: sostanze che si comportano da ossidanti rispetto alla maggior parte delle altre sostanze o che liberano facilmente ossigeno atomico o molecolare, e che quindi facilitano l'incendiarsi di sostanze combustibili. Precauzioni: evitare il contatto con materiali combustibili. (nessuna corrispondenza) Classificazione: bombole o altri contenitori di gas sotto pressione, compressi, liquefatti, refrigerati, disciolti. Precauzioni: trasportare, manipolare e utilizzare con la necessaria cautela. GHS04

38 38/39 C Classificazione: questi prodotti chimici causano la distruzione di tessuti viventi e/o materiali inerti. Precauzioni: non inalare ed evitare il contatto con la pelle, gli occhi e gli abiti. GHS05 CORROSIVO T Classificazione: sostanze o preparazioni che, per inalazione, ingestione o penetrazione nella pelle, possono implicare rischi gravi, acuti o cronici, e anche la morte. Precauzioni: deve essere evitato il contatto con il corpo. GHS06 per prodotti tossici acuti TOSSICO T+ GHS08 per prodotti tossici a lungo termine ESTREMAMENTE TOSSICO Xi Classificazione: sostanze o preparazioni che, per inalazione, ingestione o assorbimento attraverso la pelle, provocano rischi estremamente gravi, acuti o cronici, e facilmente la morte. Precauzioni: deve essere evitato il contatto con il corpo, l'inalazione e l'ingestione, nonché un'esposizione continua o ripetitiva anche a basse concentrazioni della sostanza o preparato. GHS07 GHS07 IRRITANTE Xn NOCIVO N Classificazione: sostanze o preparazioni non corrosive che, al contatto immediato, prolungato o ripetuto con la pelle o le mucose possono espletare un'azione irritante. Precauzioni: i vapori non devono essere inalati e il contatto con la pelle deve essere evitato. Classificazione: sostanze o preparazioni che, per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono implicare rischi per la salute non mortali; oppure sostanze che per inalazione o contatto possono causare reazioni allergiche o asmatiche; oppure sostanze dagli effetti mutageni sospetti o certi [3]. Precauzioni: i vapori non devono essere inalati e il contatto con la pelle deve essere evitato. GHS09 PERICOLOSO PER L'AMBIENTE Classificazione: il contatto dell'ambiente con queste sostanze o preparazioni può provocare danni all'ecosistema a corto o a lungo periodo. Precauzioni: le sostanze non devono essere disperse nell'ambiente.

DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA ATTO DI NOTORIETA

DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA ATTO DI NOTORIETA DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA ATTO DI NOTORIETA Il sottoscritto, nato a il residente a in, in qualità di tecnico abilitato incaricato dalla ditta, consapevole che, ai sensi dell art. 767 del DPR n. 445 del

Dettagli

Il sottoscritto. Titolare della Ditta. Legale Rappresentante della Ditta con sede legale nel Comune di località Via...n... CAP.Prov...

Il sottoscritto. Titolare della Ditta. Legale Rappresentante della Ditta con sede legale nel Comune di località Via...n... CAP.Prov... A.O.O. Provincia di Roma Servizi di Tutela Ambientale Anno Classificazione Fascicolo.. N.. DATA. Modello I-5bis (Provincia Modello_E-bis Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune di Civitavecchia

Dettagli

Codice Ambientale. Scopo e campo di applicazione. Definizioni

Codice Ambientale. Scopo e campo di applicazione. Definizioni Codice Ambientale Scopo e campo di applicazione Il presente documento, regola le norme che il personale della Società Nava deve rispettare nell esecuzione dei servizi di pulizia in merito alle modalità

Dettagli

I Rifiuti dei Centri di Autodemolizione. Ancona 24 Febbraio 2005 Sala Raffaello - Regione Marche

I Rifiuti dei Centri di Autodemolizione. Ancona 24 Febbraio 2005 Sala Raffaello - Regione Marche I Rifiuti dei Centri di Autodemolizione Ancona 24 Febbraio 2005 Sala Raffaello - Regione Marche Dott. Massimo Mariani Chimico Dirigente UU.OO. Discariche e Cave/Siti Inquinati Dipartimento Provinciale

Dettagli

GUIDA PER GLI ADDETTI AI CENTRI DI RACCOLTA. Come raccogliere correttamente i tubi fluorescenti e le lampade a scarica

GUIDA PER GLI ADDETTI AI CENTRI DI RACCOLTA. Come raccogliere correttamente i tubi fluorescenti e le lampade a scarica GUIDA PER GLI ADDETTI AI CENTRI DI RACCOLTA Come raccogliere correttamente i tubi fluorescenti e le lampade a scarica PREMESSA IL SISTEMA DI RACCOLTA ECOLAMP Ecolamp offre un servizio di raccolta e riciclo

Dettagli

Il Sottoscritto. Residente in via.n... [ ] proprietario (od avente titolo) Codice Fiscale.. [ ] titolare della Ditta... con sede legale in...

Il Sottoscritto. Residente in via.n... [ ] proprietario (od avente titolo) Codice Fiscale.. [ ] titolare della Ditta... con sede legale in... RICHIESTA PARERE PREVENTIVO Il Sottoscritto Residente in via.n... Recapito telefonico in qualità di : [ ] proprietario (od avente titolo) Codice Fiscale.. [ ] titolare della Ditta......... con sede legale

Dettagli

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti Alessandro Mazzeranghi, Rossano Rossetti MECQ S.r.l. Quanto è importante la manutenzione negli ambienti di lavoro? E cosa

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 41/5 DEL 11.8.2015

DELIBERAZIONE N. 41/5 DEL 11.8.2015 Oggetto: Aumento del quantitativo di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi stoccati in deposito preliminare e messa in riserva e inserimento di impianto di trattamento di rifiuti, ubicato nel Comune

Dettagli

FERRARI CLAUDIO AUTODEMOLITORE E OFFICINA MECCANICA

FERRARI CLAUDIO AUTODEMOLITORE E OFFICINA MECCANICA Proponente FERRARI CLAUDIO Studio incaricato STUDIO TECNICO Fogola Geom. Francesco Via della Repubblica 50 54026 Arpiola di Mulazzo (MS). FERRARI CLAUDIO AUTODEMOLITORE E OFFICINA MECCANICA INTEGRAZIONE

Dettagli

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI PROCEDURE PROCEDURA E. Procedura stoccaggio e smaltimento rifiuti speciali

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI PROCEDURE PROCEDURA E. Procedura stoccaggio e smaltimento rifiuti speciali DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI PROCEDURE EDIZIONE N 01 REVISIONE N 00 DATA 20/06/08 SEZIONE 09 PAGINA 1 di 2 PROCEDURA E Procedura stoccaggio e smaltimento rifiuti speciali La gestione di un rifiuto

Dettagli

Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio.

Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio. Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio. Vengono posti alcuni quesiti in relazione al servizio di trasporto dei rifiuti. Un Consorzio di Enti Locali, costituito

Dettagli

REGIONE DEL VENETO. Impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi presso il Comune di San Pietro di Morubio

REGIONE DEL VENETO. Impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi presso il Comune di San Pietro di Morubio REGIONE DEL VENETO PROVINCIA DI VERONA COMUNE DI SAN PIETRO DI MORUBIO Impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi presso il Comune di San Pietro di Morubio DITTA A.E.T.

Dettagli

B2-2. Gestione delle sostanze pericolose a scuola. CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs. 195/03. MODULO B Unità didattica

B2-2. Gestione delle sostanze pericolose a scuola. CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs. 195/03. MODULO B Unità didattica SiRVeSS Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole Gestione delle sostanze pericolose a scuola MODULO B Unità didattica B2-2 CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs. 195/03

Dettagli

[INTEGRAZIONE VOLONTARIA BARTOLI SNC] precedente relazione a seguito della richiesta da parte del servizio SAVI della RAS (numero di

[INTEGRAZIONE VOLONTARIA BARTOLI SNC] precedente relazione a seguito della richiesta da parte del servizio SAVI della RAS (numero di La presente integrazione volontaria ha lo scopo di chiarire alcuni aspetti non precisati nella precedente relazione a seguito della richiesta da parte del servizio SAVI della RAS (numero di protocollo

Dettagli

La gestione dei rifiuti prodotti in siti potenzialmente contaminati

La gestione dei rifiuti prodotti in siti potenzialmente contaminati La gestione dei rifiuti prodotti in siti potenzialmente contaminati Pordenone, martedì 26 maggio 2009 Paolo Verardo Settore Tutela Ambientale della Provincia di Pordenone Normativa di riferimento D.Lgs.

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

SCHEDA DI VALUTAZIONE DEI CDR. Indirizzo CDR: Via Pascoli. Provincia/Regione CDR: VE/Veneto. Giorno di compilazione: 13/12/2008

SCHEDA DI VALUTAZIONE DEI CDR. Indirizzo CDR: Via Pascoli. Provincia/Regione CDR: VE/Veneto. Giorno di compilazione: 13/12/2008 SCHED DI VLUTZIONE DEI CDR Nome CDR: Ecocentro di Spinea Indirizzo CDR: Via Pascoli Provincia/Regione CDR: VE/Veneto Giorno di compilazione: 13/12/2008 a) Definizione generale del CDR (cosa è, cosa fa,

Dettagli

RINNOVO DELLE AUTORIZZAZIONI ALLO SCARICO NELLE RETI CONSORTILI

RINNOVO DELLE AUTORIZZAZIONI ALLO SCARICO NELLE RETI CONSORTILI RINNOVO DELLE AUTORIZZAZIONI ALLO SCARICO NELLE RETI CONSORTILI INCONTRO TECNICO CON LE IMPRESE Venerdì 20 Aprile 2012, ore 17:00 Piano Primo Autorizzazione allo scarico nelle Reti Fognarie Consortili

Dettagli

Pneumatici fuori uso i Normativa, contributo e tutto ciò che c è da sapere

Pneumatici fuori uso i Normativa, contributo e tutto ciò che c è da sapere Pneumatici fuori uso i Normativa, contributo e tutto ciò che c è da sapere e Introduzione A partire da aprile 2011 è attivo un nuovo sistema di recupero e smaltimento degli pneumatici fuori uso, che prevede

Dettagli

Guadagnare, lavorare e innovare: il ruolo del riciclo nella green economy

Guadagnare, lavorare e innovare: il ruolo del riciclo nella green economy n. 022 - Martedì 31 Gennaio 2012 Guadagnare, lavorare e innovare: il ruolo del riciclo nella green economy Questo breve report dell Agenzia Europea per l'ambiente prende in esame il ruolo del riciclo nella

Dettagli

B-B WASTEMAN. I vantaggi. Le caratteristiche

B-B WASTEMAN. I vantaggi. Le caratteristiche B-B WASTEMAN Le aziende che hanno a che fare con la produzione, il trattamento, lo stoccaggio, lo smaltimento di rifiuti, devono poter contare su una gestione accurata che permetta loro da un lato, di

Dettagli

SCHEDA DI VALUTAZIONE DEI CDR. Nome CDR: La Solofrana. Indirizzo CDR: Via Misericordia, n. 10 - Solofra. Provincia/Regione CDR: Avellino - Campania

SCHEDA DI VALUTAZIONE DEI CDR. Nome CDR: La Solofrana. Indirizzo CDR: Via Misericordia, n. 10 - Solofra. Provincia/Regione CDR: Avellino - Campania SCHEDA DI VALUTAZIONE DEI CDR Nome CDR: La Solofrana Indirizzo CDR: Via Misericordia, n. 10 - Solofra Provincia/Regione CDR: Avellino - Campania Giorno di compilazione: 19/01/2009 a) Definizione generale

Dettagli

Gestione dei Rifiuti

Gestione dei Rifiuti Gestione dei Rifiuti Copia n. In Consegna a: Funzione: Data Distribuzione: 0 08.07.09 Prima emissione Previte Grazia Maria Previte Grazia Maria Rev Data Causale Emissione RGA Approvazione DG Pagina 1 di

Dettagli

REGIONE VENETO PROVINCIA DI VERONA COMUNE DI RONCO ALL ADIGE I SEMESTRE 2013

REGIONE VENETO PROVINCIA DI VERONA COMUNE DI RONCO ALL ADIGE I SEMESTRE 2013 p_vr.p_vr.registro UFFICIALE.I.0080255.16-08-2013.h.11:34 PROGRAMMA DI CONTROLLO Relazione non Tecnica Pagina 1 di 6 REGIONE VENETO PROVINCIA DI VERONA COMUNE DI RONCO ALL ADIGE IMPIANTO DI RECUPERO DI

Dettagli

I TRATTAMENTI PRE-FRANTUMAZIONE

I TRATTAMENTI PRE-FRANTUMAZIONE I TRATTAMENTI PRE-FRANTUMAZIONE Ing. Orazi Mirko Rimini 08/11/2007 I frantumatori in Italia I frantumatori, di grandi e piccole dimensioni, iscritti all A.I.R.A. sono attualmente 23 che hanno una potenzialità

Dettagli

schede di approfondimento.

schede di approfondimento. I macro temi segnalati nella mappa sono trattati nella presentazione e fruibili attraverso schede di approfondimento. 2 è l insieme delle attività volte a smaltirli, riducendo lo spreco(inparticolaredirisorsenaturaliedienergia)elimitandoipericoliperlasalutee

Dettagli

La gestione del ciclo integrato dei rifiuti 3D - ALTRI CONSORZI DI RECUPERO (COOU- CONOE-CONAU-ECOPNEUS)

La gestione del ciclo integrato dei rifiuti 3D - ALTRI CONSORZI DI RECUPERO (COOU- CONOE-CONAU-ECOPNEUS) La gestione del ciclo integrato dei rifiuti 3D - ALTRI CONSORZI DI RECUPERO (COOU- CONOE-CONAU-ECOPNEUS) Oli minerali usati L olio usato dei motori a combustione e dei macchinari è un rifiuto pericoloso

Dettagli

1) QUALI BENI MOBILI SONO INTERESSATI DALLA MESSA A NORMA? 2) QUALI SONO LE NORMATIVE DI RIFERIMENTO TECNICO CHE

1) QUALI BENI MOBILI SONO INTERESSATI DALLA MESSA A NORMA? 2) QUALI SONO LE NORMATIVE DI RIFERIMENTO TECNICO CHE 1) QUALI BENI MOBILI SONO INTERESSATI DALLA MESSA A NORMA? 2) QUALI SONO LE NORMATIVE DI RIFERIMENTO TECNICO CHE RIGUARDANO LA VENDITA DEI MACCHINARI? Pagina 1 di 18 Convegno fallimentare - 9 novembre

Dettagli

Indicazioni per la manipolazione e lo stoccaggio dei prodotti fitosanitari e trattamento dei relativi imballaggi e delle rimanenze

Indicazioni per la manipolazione e lo stoccaggio dei prodotti fitosanitari e trattamento dei relativi imballaggi e delle rimanenze ALLEGATO VI Indicazioni per la manipolazione e lo stoccaggio dei prodotti fitosanitari e trattamento dei relativi imballaggi e delle rimanenze VI.1 - Stoccaggio dei prodotti fitosanitari Fatte salve le

Dettagli

IMPIANTO DI TERMOVALORIZZAZIONE DEI RIFIUTI DELLA PROVINCIA DI TORINO

IMPIANTO DI TERMOVALORIZZAZIONE DEI RIFIUTI DELLA PROVINCIA DI TORINO IMPIANTO DI TERMOVALORIZZAZIONE DEI RIFIUTI DELLA PROVINCIA DI TORINO Documento di sensibilizzazione e di informazione del personale di cantiere sulle problematiche ambientali in fase di costruzione A

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 34/7 DEL 2.9.2014

DELIBERAZIONE N. 34/7 DEL 2.9.2014 Oggetto: Procedura di verifica, ai sensi del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. e della Delib.G.R. n. 34/33 del 7 agosto 2012 relativa al progetto Impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti speciali pericolosi

Dettagli

Esemplificazione sulle caratteristiche tecniche di un impianto di recupero e trattamento

Esemplificazione sulle caratteristiche tecniche di un impianto di recupero e trattamento Allegato 1 Esemplificazione sulle caratteristiche tecniche di un impianto di recupero e trattamento Si riporta di seguito, in via del tutto esemplificativo, la strutturazione di un impianto di trattamento

Dettagli

PIANO DI GESTIONE OPERATIVA

PIANO DI GESTIONE OPERATIVA PIANO DI GESTIONE OPERATIVA ROTTAMI GARZON SRL Trattasi di una procedura che tende a consentire una corretta gestione dell impianto individuando le possibili criticità correlate alla tipologia di attività

Dettagli

La normativa sui rifiuti di apparecchiature elettriche

La normativa sui rifiuti di apparecchiature elettriche La normativa sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) AIRI TUTORIAL MEETING TECNOLOGIE MODERNE ED EMERGENTI PER LE PMI Perché una regolamentazione La politica ambientale dell'unione

Dettagli

Normativa attuale sulla gestione dei rifiuti.

Normativa attuale sulla gestione dei rifiuti. Giornata tecnica sulla Gestione dei Rifiuti Evento organizzato dal progetto LANDCARE MED Normativa attuale sulla gestione dei rifiuti. Cagliari, 21 Dicembre 2015 Quadro Normativo NORMATIVA EUROPEA Direttiva

Dettagli

(Atti per i quali la pubblicazione non è una condizione di applicabilità) COMMISSIONE

(Atti per i quali la pubblicazione non è una condizione di applicabilità) COMMISSIONE L 86/6 Gazzetta ufficiale dell Unione europea 5.4.2005 II (Atti per i quali la pubblicazione non è una condizione di applicabilità) COMMISSIONE DECISIONE DELLA COMMISSIONE del 22 marzo 2005 che stabilisce

Dettagli

BILANCIO DI PRODUZIONE DI MATERIALE DA SCAVO E/O DI RIFIUTI...

BILANCIO DI PRODUZIONE DI MATERIALE DA SCAVO E/O DI RIFIUTI... INDICE 1 PREMESSA... 2 2 BILANCIO DI PRODUZIONE DI MATERIALE DA SCAVO E/O DI RIFIUTI... 2 3 CRITERI PER LA LOCALIZZAZIONE E GESTIONE DELLE AREE DI CANTIERE DA ADIBIRE A DEPOSITO TEMPORANEO... 3 File: 13-033_gen01es_r0

Dettagli

DISPENSE IN MATERIA DI: GESTIONE RIFIUTI DAL DECRETO RONCHI DEL 1997 AL CODICE AMBIENTALE DEL 2006. Claudio Boldori

DISPENSE IN MATERIA DI: GESTIONE RIFIUTI DAL DECRETO RONCHI DEL 1997 AL CODICE AMBIENTALE DEL 2006. Claudio Boldori DISPENSE IN MATERIA DI: GESTIONE RIFIUTI DAL DECRETO RONCHI DEL 1997 AL CODICE AMBIENTALE DEL 2006 Claudio Boldori CON LA PUBBLICAZIONE DEL RONCHI TER, SEMBRA CONCLUSA LA PRIMA E DOVEROSA FASE DI COMPLETAMENTO

Dettagli

I regolamenti regionali sulle acque del 24 marzo 2006

I regolamenti regionali sulle acque del 24 marzo 2006 I regolamenti regionali sulle acque del 24 marzo 2006 Paolo Casciano Direzione Generale Reti e servizi di pubblica utilità e sviluppo sostenibile Regione Lombardia Ordine Ingg BG 26/11/2007 - ing. Casciano

Dettagli

PROVINCIA DI TERNI SETTORE AMBIENTE E DIFESA DEL SUOLO

PROVINCIA DI TERNI SETTORE AMBIENTE E DIFESA DEL SUOLO PROT. N. 23690 DEL 3 MAGGIO 2012 Oggetto: Art. 208 D.lgs. 152/2006 e s.m.i. GIONTELLA QUINTO EREDI S.A.S DI ANTONIO GIONTELLA & C. Autorizzazione unica per un nuovo impianto di recupero di rifiuti speciali

Dettagli

Responsabilità A mbientale e soluzioni assicurative

Responsabilità A mbientale e soluzioni assicurative Responsabilità A mbientale e soluzioni assicurative Il rischio di danno ambientale coinvolge potenzialmente TUTTE le aziende manifatturiere, ANCHE LA VOSTRA. Vi invitiamo a scorrere le successive slides

Dettagli

Misure gestionali per la prevenzione e la protezione contro le esplosioni da polveri

Misure gestionali per la prevenzione e la protezione contro le esplosioni da polveri Misure gestionali per la prevenzione e la protezione contro le esplosioni da polveri Chiara Carpegna Misure gestionali In presenza di un rischio potenziale di esplosione negli ambienti di lavoro vanno

Dettagli

Intervento al Metalriciclo del 14.9.07

Intervento al Metalriciclo del 14.9.07 G.Manunta Intervento al Metalriciclo del 14.9.07 Come è noto il sistema del fine vita auto è governato e regolato dal Dlgs 209 in attuazione della Direttiva Europea 2000/53 CE. Nel regolare il sistema,

Dettagli

INFORMAZIONE AI LAVORATORI/ UTENTI DEL COLLEGIO. PROCEDURE DI SICUREZZA: RISCHIO CHIMICO dovuto all uso di stampanti e toner

INFORMAZIONE AI LAVORATORI/ UTENTI DEL COLLEGIO. PROCEDURE DI SICUREZZA: RISCHIO CHIMICO dovuto all uso di stampanti e toner PROCEDURE DI SICUREZZA: RISCHIO CHIMICO dovuto all uso di stampanti e toner Procedure di sicurezza: RISCHIO CHIMICO DOVUTO ALL USO DI STAMPANTI E TONER Autore: IEC S.r.l. Revisione: settembre 2014 INDICE

Dettagli

Insediamenti in cui viene svolta attività di gestione rifiuti.

Insediamenti in cui viene svolta attività di gestione rifiuti. INDICAZIONI PROGETTUALI PER DOMANDE DI AUTORIZZAZIONE ALLO SCARICO DI ACQUE METEORICHE PROVENIENTI DA INSEDIAMENTI IN CUI VENGONO SVOLTE ATTIVITÀ DI GESTIONE RIFIUTI. Insediamenti in cui viene svolta attività

Dettagli

INTERVENTO E BONIFICA A SEGUITO DI SPANDIMENTI ACCIDENTALI DI PRODOTTI O PREPARATI CHIMICI E FARMACI ANTIBLASTICI

INTERVENTO E BONIFICA A SEGUITO DI SPANDIMENTI ACCIDENTALI DI PRODOTTI O PREPARATI CHIMICI E FARMACI ANTIBLASTICI REGIONE LAZIO AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO U. O. C. SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE PROCEDURA DI SICUREZZA INTERVENTO E BONIFICA A SEGUITO DI SPANDIMENTI ACCIDENTALI DI PRODOTTI O PREPARATI CHIMICI

Dettagli

CIRCOLARE n.1/2011. b) l autocertificazione attestante la presenza o meno di sostanze contenenti amianto nell unità catastale oggetto dell intervento;

CIRCOLARE n.1/2011. b) l autocertificazione attestante la presenza o meno di sostanze contenenti amianto nell unità catastale oggetto dell intervento; SETTORE AMBIENTE ENERGIA Servizio Pianificazione e Presidenza Gestione dei Rifiuti Osservatorio Provinciale Rifiuti CIRCOLARE n.1/2011 Linee di indirizzo provinciali per la compilazione della modulistica

Dettagli

apparecchi e dei PCB in esso contenuti in attuazione del decreto legislativo 209/1999 e della direttiva 69/59/CE

apparecchi e dei PCB in esso contenuti in attuazione del decreto legislativo 209/1999 e della direttiva 69/59/CE Allegato di Piano 9 - Decontaminazione e smaltimento degli apparecchi e dei PCB in esso contenuti in attuazione del decreto legislativo 209/1999 e della direttiva 69/59/CE. SOMMARIO PREMESSA : I PCB 3

Dettagli

ISTITUTO ATERNO-MANTHONE'

ISTITUTO ATERNO-MANTHONE' ISTITUTO ATERNO-MANTHONE' INTRODUZIONE Il termine sicurezza nella comune accezione indica una caratteristica di ciò che non presenta pericoli o ne è ben difeso. Sicurezza è una caratteristica anche delle

Dettagli

PARLIAMO DI. ATTIVITA PRODUTTIVE E RIFIUTI SPECIALI

PARLIAMO DI. ATTIVITA PRODUTTIVE E RIFIUTI SPECIALI CITTÀ DI BARLETTA COMANDO POLIZIA MUNICIPALE PARLIAMO DI. ATTIVITA PRODUTTIVE E RIFIUTI SPECIALI Tutte le attività produttive, che nell esercizio del ciclo lavorativo producono rifiuti speciali, devono

Dettagli

Competenze e conoscenze come SGQ in ambito di vigilanza ex Reg.to UE 333/11 e D.Lgs 100/11. M.C. Romano, M. Ranieri

Competenze e conoscenze come SGQ in ambito di vigilanza ex Reg.to UE 333/11 e D.Lgs 100/11. M.C. Romano, M. Ranieri Competenze e conoscenze come SGQ in ambito di vigilanza ex Reg.to UE 333/11 e D.Lgs 100/11 M.C. Romano, M. Ranieri Le giornate di Corvara 18 Convegno di Igiene Industriale Corvara (Bz)) 28-30 marzo 2012

Dettagli

LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE (UNI EN ISO 14001)

LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE (UNI EN ISO 14001) GUIDA UTILE.......... LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE (UNI EN ISO 14001) Pag. 1 di 6 INDICE LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE (UNI EN ISO 14001) COS È LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE SECONDO LA NORMA ISO 14001?...

Dettagli

BREVI CENNI SULLE NOVITA INTRODOTTE NEL DM 19 MARZO 2015 STRUTTURA D.M. 19 MARZO 2015

BREVI CENNI SULLE NOVITA INTRODOTTE NEL DM 19 MARZO 2015 STRUTTURA D.M. 19 MARZO 2015 BREVI CENNI SULLE NOVITA INTRODOTTE NEL DM 19 MARZO 2015 Sulla GU 2573/2015, n. 70 è stato pubblicato il D.M. 19 marzo 2015 recante "Aggiornamento della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione,

Dettagli

Corso per l uso sostenibile dei prodotti fitosanitari PROTEZIONE DELL AMBIENTE

Corso per l uso sostenibile dei prodotti fitosanitari PROTEZIONE DELL AMBIENTE Corso per l uso sostenibile dei prodotti fitosanitari PROTEZIONE DELL AMBIENTE DOTAZIONI DI SICUREZZA PER I LOCALI DESTINATI ALLA VENDITA E AL DEPOSITO - D.G.R. 7-10295 del 5/8/2003 PROTEZIONE DELL AMBIENTE

Dettagli

I sistemi di trattamento delle acque meteoriche - Normativa

I sistemi di trattamento delle acque meteoriche - Normativa I sistemi di trattamento delle acque meteoriche - Normativa La normativa che disciplina la necessità di sottoporre a trattamento le acque reflue di origine meteorica è il D. Lgs. 152/06 (Testo Unico Ambientale)

Dettagli

Cos è ND Rifiuti 2008?

Cos è ND Rifiuti 2008? ND - Rifiuti 2008 Software per intermediari Controllo di gestione Amministrazione Scadenzario Gestione documenti Creazione modello MUD Stampa registro di carico / scarico Cos è ND Rifiuti 2008? ND - Rifiuti

Dettagli

CORRENTE E TENSIONE ELETTRICA LA CORRENTE ELETTRICA

CORRENTE E TENSIONE ELETTRICA LA CORRENTE ELETTRICA CORRENTE E TENSIONE ELETTRICA La conoscenza delle grandezze elettriche fondamentali (corrente e tensione) è indispensabile per definire lo stato di un circuito elettrico. LA CORRENTE ELETTRICA DEFINIZIONE:

Dettagli

Prescrizioni. 1. rispettare i criteri igienici sanitari stabiliti dalle vigenti disposizioni di legge in materia;

Prescrizioni. 1. rispettare i criteri igienici sanitari stabiliti dalle vigenti disposizioni di legge in materia; Allegato B Prescrizioni Rinnovo dell autorizzazione in via definitiva all esercizio di un impianto mobile di recupero di rifiuti modello GCR 12.9 matr. 10900. Ditta Bartolini S.r.l. con sede legale via

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato GERARDINI. Disposizioni in materia di raccolta e riciclaggio di pneumatici

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato GERARDINI. Disposizioni in materia di raccolta e riciclaggio di pneumatici Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 7594 PROPOSTA DI LEGGE d iniziativa del deputato GERARDINI Disposizioni in materia di raccolta e riciclaggio di pneumatici Presentata il 6

Dettagli

Le problematiche dei rifiuti in azienda e la nuova classificazione

Le problematiche dei rifiuti in azienda e la nuova classificazione Associazione Piccole e Medie industrie delle Provincie di Novara, VCO e Vercelli Le problematiche dei rifiuti in azienda e la nuova classificazione Alessandria, 08/07/15 Sportelli API SPORTELLO AMBIENTE

Dettagli

Cos'è e come funziona una discarica.

Cos'è e come funziona una discarica. Cos'è e come funziona una discarica. La discarica di rifiuti è un luogo dove vengono depositati in modo non differenziato i rifiuti solidi urbani e tutti i rifiuti provenienti dalle attività umane. La

Dettagli

Documento non definitivo

Documento non definitivo STUDIO DI SETTORE WD30U ATTIVITÀ 38.31.10 DEMOLIZIONE DI CARCASSE ATTIVITÀ 38.32.10 RECUPERO E PREPARAZIONE PER IL RICICLAGGIO DI CASCAMI E ROTTAMI METALLICI ATTIVITÀ 38.32.20 RECUPERO E PREPARAZIONE PER

Dettagli

Ecoricerche S.r.l. Società di Consulenza Ambiente Sicurezza Qualità Alimenti - Laboratorio Analisi Via Regina Pacis, 94-41049 Sassuolo (MO)

Ecoricerche S.r.l. Società di Consulenza Ambiente Sicurezza Qualità Alimenti - Laboratorio Analisi Via Regina Pacis, 94-41049 Sassuolo (MO) SEDE LEGALE E SEDE IMPIANTO Via Fossa Cava, 11 40132 Bologna (BO) RECAPITO RESPONSABILE Sig. Taormina - 051 6467060 TITOLO TAVOLA ENTI COINVOLTI Modifiche all attività di recupero rifiuti non pericolosi

Dettagli

STUDIO DI SETTORE SD30U ATTIVITÀ 37.10.0 RECUPERO E PREPARAZIONE PER IL ATTIVITÀ 37.20.1 RECUPERO E PREPARAZIONE PER IL

STUDIO DI SETTORE SD30U ATTIVITÀ 37.10.0 RECUPERO E PREPARAZIONE PER IL ATTIVITÀ 37.20.1 RECUPERO E PREPARAZIONE PER IL STUDIO DI SETTORE SD30U ATTIVITÀ 37.10.0 RECUPERO E PREPARAZIONE PER IL RICICLAGGIO DI CASCAMI E ROTTAMI METALLICI ATTIVITÀ 37.20.1 RECUPERO E PREPARAZIONE PER IL RICICLAGGIO DI MATERIALE PLASTICO PER

Dettagli

Oggetto: Richiesta di autorizzazione e finanziamento per la realizzazione di una Unità Mobile Multilogistica Introduzione

Oggetto: Richiesta di autorizzazione e finanziamento per la realizzazione di una Unità Mobile Multilogistica Introduzione Modena, 22 febbraio 2007 Gruppo comunale volontari di protezione civile del comune di Modena c.a. Direttivo Oggetto: Richiesta di autorizzazione e finanziamento per la realizzazione di una Unità Mobile

Dettagli

ALBO NAZIONALE DELLE IMPRESE CHE EFFETTUANO LA GESTIONE DEI RIFIUTI

ALBO NAZIONALE DELLE IMPRESE CHE EFFETTUANO LA GESTIONE DEI RIFIUTI ALBO NAZIONALE DELLE IMPRESE CHE EFFETTUANO LA GESTIONE DEI RIFIUTI Deliberazione 27 settembre 2000, n. 4 Contenuti dell attestazione, a mezzo di perizia giurata, dell idoneità dei mezzi di trasporto di

Dettagli

Linee guida compilazione formulario di identificazione rifiuti

Linee guida compilazione formulario di identificazione rifiuti Gestione e consulenza rifiuti elettronici e da ufficio v.2.0 del 06/09/2011 Linee guida compilazione formulario di identificazione rifiuti LINEE GUIDA PER LA COMPILAZIONE DEL FORMULARIO 2 Le presenti linee

Dettagli

25/11/2015 IL DEPOSITO TEMPORANEO

25/11/2015 IL DEPOSITO TEMPORANEO IL DEPOSITO TEMPORANEO 1 1 IL DEPOSITO TEMPORANEO È: (ART. 183, CO. 1, LETT. BB) bb) deposito temporaneo : il raggruppamento dei rifiuti effettuato, "e il deposito preliminare alla raccolta ai fini del

Dettagli

STUDIO DI SETTORE UD30U ATTIVITÀ 38.31.10 DEMOLIZIONE DI CARCASSE ATTIVITÀ 38.32.10 RECUPERO E PREPARAZIONE PER IL

STUDIO DI SETTORE UD30U ATTIVITÀ 38.31.10 DEMOLIZIONE DI CARCASSE ATTIVITÀ 38.32.10 RECUPERO E PREPARAZIONE PER IL STUDIO DI SETTORE UD30U ATTIVITÀ 38.31.10 DEMOLIZIONE DI CARCASSE ATTIVITÀ 38.32.10 RECUPERO E PREPARAZIONE PER IL RICICLAGGIO DI CASCAMI E ROTTAMI METALLICI ATTIVITÀ 38.32.20 RECUPERO E PREPARAZIONE PER

Dettagli

AMBIENTE E AGRICOLTURA

AMBIENTE E AGRICOLTURA Comunicazione Energia Ambiente Il Tuo spazio dedicato all Ambiente Incontro formativo AMBIENTE E AGRICOLTURA Proposte per una corretta gestione San Ginesio - 12 febbraio 2005 La corretta gestione dei rifiuti

Dettagli

Agenzia Regionale per la Protezione dell Ambiente del Friuli Venezia Giulia

Agenzia Regionale per la Protezione dell Ambiente del Friuli Venezia Giulia Agenzia Regionale per la Protezione dell Ambiente del Friuli Venezia Giulia Settore Tutela del Suolo, Grandi Rischi Industriali e Gestione Rifiuti dott.ssa Beatrice Miorini; dott.ssa Lorenza Bevilacqua

Dettagli

SALVINI PAOLO E FABRIZIO SNC Via di Gello, 172 56038 Ponsacco (PI)

SALVINI PAOLO E FABRIZIO SNC Via di Gello, 172 56038 Ponsacco (PI) SALVINI PAOLO E FABRIZIO SNC Via di Gello, 172 56038 Ponsacco (PI) IMPIANTO: Via del Commercio Ponsacco (PI) OGGETTO: LAVORI PER LA REALIZZAZIONE DI UN AREA DA DESTINARE A STOCCAGGIO E RECUPERO DI MATERIALI

Dettagli

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI Il Decreto Legislativo 81/2008 (noto anche come Testo Unico della Sicurezza del Lavoro ) ha maggiormente sottolineato rispetto al vecchio D.Lgs. 626/94 l importanza

Dettagli

SICUREZZA DELLE VIE DI FUGA NEI PICCOLI LUOGHI DI LAVORO

SICUREZZA DELLE VIE DI FUGA NEI PICCOLI LUOGHI DI LAVORO SICUREZZA DELLE VIE DI FUGA NEI PICCOLI LUOGHI DI LAVORO Le vie di esodo costituiscono il primo problema da affrontare quando si progetta la sicurezza di un edificio. Infatti, la sicurezza delle persone

Dettagli

VALUTAZIONE PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO

VALUTAZIONE PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO L. 26 Ottobre 1995, n 447 Legge quadro sull inquinamento acustico. Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) 01 marzo 1991 Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi

Dettagli

Lo Stoccaggio dei Prodotti Fitosanitari

Lo Stoccaggio dei Prodotti Fitosanitari Lo Stoccaggio dei Prodotti Fitosanitari Dal 01/01/15, come previsto dal Piano di Azione Nazionale sull uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, diventeranno obbligatorie le norme relative al Deposito

Dettagli

REGOLAMENTO (UE) N. 143/2013 DELLA COMMISSIONE

REGOLAMENTO (UE) N. 143/2013 DELLA COMMISSIONE 20.2.2013 Gazzetta ufficiale dell Unione europea L 47/51 REGOLAMENTO (UE) N. 143/2013 DELLA COMMISSIONE del 19 febbraio 2013 che modifica la direttiva 2007/46/CE del Parlamento europeo e del Consiglio

Dettagli

La valutazione del rischio chimico

La valutazione del rischio chimico La valutazione del rischio chimico Introduzione Per sua stessa definizione, l agente chimico è una sostanza o un preparato di natura chimica. L agente chimico può presentarsi sotto forma di gas, vapore,

Dettagli

Le opere di difesa. Le opere di derivazione delle acque superficiali. Le opere di immissione nelle acque superficiali

Le opere di difesa. Le opere di derivazione delle acque superficiali. Le opere di immissione nelle acque superficiali Le opere di difesa Le opere di derivazione delle acque superficiali Le opere di immissione nelle acque superficiali I corsi d acqua ricevono svariati apporti liquidi derivanti dalle attività antropiche,

Dettagli

Regolamento n. 517/2014 sui gas fluorurati effetto serra (F-gas), che abroga il regolamento n. 842/2006

Regolamento n. 517/2014 sui gas fluorurati effetto serra (F-gas), che abroga il regolamento n. 842/2006 Regolamento n. 517/2014 sui gas fluorurati effetto serra (F-gas), che abroga il regolamento n. 842/2006 AIB Area Regolamento n. 517/2014 pubblicato su GUCE L150 del 20 maggio 2014 entra in vigore il 20

Dettagli

Rifiuti: da problema a risorsa

Rifiuti: da problema a risorsa CONSORZIO NAZIONALE PER IL RICICLAGGIO DEI RIFIUTI DI BENI A BASE DI POLIETILENE Rifiuti: da problema a risorsa Nota illustrativa sul ciclo di gestione dei rifiuti in Italia CHE COSA SONO I RIFIUTI? Un

Dettagli

Figura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica

Figura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.22 Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.23 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica 67 Figura 3.24 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica (dati

Dettagli

SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE

SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE Q.TEAM SRL Società di Gruppo Medilabor HSE Via Curioni, 14 21013 Gallarate (VA) Telefono 0331.781670 Fax 0331.708614 www.gruppomedilabor.com Azienda con Sistema Qualità,

Dettagli

* LINEE GUIDA PER ATTIVITÀ DI MERCATI RIONALI CON PRESENZA DI BANCARELLE MOBILI E/O FISSE E AUTOCARRI UTILIZZANTI E NON GAS DI PETROLIO LIQUEFATTO

* LINEE GUIDA PER ATTIVITÀ DI MERCATI RIONALI CON PRESENZA DI BANCARELLE MOBILI E/O FISSE E AUTOCARRI UTILIZZANTI E NON GAS DI PETROLIO LIQUEFATTO * LINEE GUIDA PER ATTIVITÀ DI MERCATI RIONALI CON PRESENZA DI BANCARELLE MOBILI E/O FISSE E AUTOCARRI UTILIZZANTI E NON GAS DI PETROLIO LIQUEFATTO Pescantina, 15 Novembre 2013 Ing. Giuseppe Lomoro L ultimo

Dettagli

Azienda Sanitaria Firenze

Azienda Sanitaria Firenze Azienda Sanitaria Firenze I Sistemi di Gestione della Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro in relazione al D.Lgs. 231/01 DALLA VERIFICA DELL APPLICAZIONE FORMALE ALLA VALUTAZIONE DELL EFFICACIA DEL

Dettagli

L attuazione in Italia della Direttiva Pile e Accumulatori Quali oneri, scadenze e adempimenti a carico delle aziende

L attuazione in Italia della Direttiva Pile e Accumulatori Quali oneri, scadenze e adempimenti a carico delle aziende L attuazione in Italia della Direttiva Pile e Accumulatori Quali oneri, scadenze e adempimenti a carico delle aziende Inquadramento generale della normativa Evento URGC Remedia, 25 novembre 2010 Maurizio

Dettagli

POLITECNICO DI TORINO

POLITECNICO DI TORINO NEWSLETTER N2 - I dispositivi elettronici posti a protezione degli operatori E stato indicato nella precedente newsletter che la sicurezza degli operatori in un contesto industriale è affidata a una catena

Dettagli

2 INQUADRAMENTO DEL SITO E DELL ATTIVITA

2 INQUADRAMENTO DEL SITO E DELL ATTIVITA RAPPORTO AMBIENTALE E DATI SULLA GESTIONE DELL IMPIANTO ANNO 2012 1 INTRODUZIONE La realizzazione del presente Rapporto Ambientale nasce come strumento aziendale per promuovere e diffondere all esterno

Dettagli

INTERVENTI ESEGUITI CON CARATTERE DI URGENZA PRESSO AREA DISCARICA LOC. VALLENONCELLO PORDENONE (PN)

INTERVENTI ESEGUITI CON CARATTERE DI URGENZA PRESSO AREA DISCARICA LOC. VALLENONCELLO PORDENONE (PN) INTERVENTI ESEGUITI CON CARATTERE DI URGENZA PRESSO AREA DISCARICA LOC. VALLENONCELLO PORDENONE (PN) Premessa: Nel periodo compreso fra la seconda metà di dicembre 2013 e la prima di febbraio 2014, sul

Dettagli

Ventilazione del locale di carica carrelli elevatori

Ventilazione del locale di carica carrelli elevatori Ventilazione del locale di carica carrelli elevatori In ambito industriale è ormai consolidato l uso di carrelli elevatori elettrici. Queste macchine sono corredate di un gruppo batterie ricaricabili che

Dettagli

R E G I O N E P U G L I A

R E G I O N E P U G L I A - Visto il decreto legislativo 5 febbraio 1997, n.22 (sostituito dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152); - Visto il decreto legislativo 13 gennaio 2003, n.36; - Visto il decreto ministeriale 5 febbraio

Dettagli

Corrette modalità di trasporto, di stoccaggio dei prodotti fitosanitari e smaltimento degli imballaggi. exätàéüx WÜA TzÜA WÉÇtàÉ YxÜÜâvv

Corrette modalità di trasporto, di stoccaggio dei prodotti fitosanitari e smaltimento degli imballaggi. exätàéüx WÜA TzÜA WÉÇtàÉ YxÜÜâvv Corrette modalità di trasporto, di stoccaggio dei prodotti fitosanitari e smaltimento degli imballaggi exätàéüx WÜA TzÜA WÉÇtàÉ YxÜÜâvv D.Lvo 150/2012 art. 17 MANIPOLAZIONE E STOCCAGGIO Fatte salve le

Dettagli

ALLEGATO 2.4 RELAZIONE TECNICA

ALLEGATO 2.4 RELAZIONE TECNICA ALLEGATO 2.4 RELAZIONE TECNICA PROCEDURA DI VERIFICA (SCREENING) PER LA REALIZZAZIONE DI IMPIANTO PER LA MESSA IN RISERVA E IL TRATTAMENTO DI RIFIUTI NON PERICOLOSI SITO IN RIMINI VIA TURCHETTA COMMITTENTE:

Dettagli

STUDIO DI SETTORE TD30U ATTIVITÀ 37.10.1 RECUPERO E PREPARAZIONE PER IL RICICLAGGIO DI ATTIVITÀ 37.20.1 RECUPERO E PREPARAZIONE PER IL RICICLAGGIO DI

STUDIO DI SETTORE TD30U ATTIVITÀ 37.10.1 RECUPERO E PREPARAZIONE PER IL RICICLAGGIO DI ATTIVITÀ 37.20.1 RECUPERO E PREPARAZIONE PER IL RICICLAGGIO DI STUDIO DI SETTORE TD30U ATTIVITÀ 37.10.1 RECUPERO E PREPARAZIONE PER IL RICICLAGGIO DI CASCAMI E ROTTAMI METALLICI ATTIVITÀ 37.20.1 RECUPERO E PREPARAZIONE PER IL RICICLAGGIO DI MATERIALE PLASTICO PER

Dettagli

provincia.udine@cert.provincia.udine.it AREA AMBIENTE AUTORIZZAZIONE UNICA AMBIENTALE

provincia.udine@cert.provincia.udine.it AREA AMBIENTE AUTORIZZAZIONE UNICA AMBIENTALE provincia.udine@cert.provincia.udine.it AREA AMBIENTE AUTORIZZAZIONE UNICA AMBIENTALE DETERMINAZIONE DEL DIRIGENTE OGGETTO: DPR N. 59/2013 - AUTORIZZAZIONE UNICA AMBIENTALE DELLA DITTA ROTT-FERR SRL IMPIANTO

Dettagli

[ ] G D GESTIONE DEL PRODOTTO BIOLOGICO NELLE IMPRESE DELLA FILIERA COSA DEVONO FARE GLI OPERATORI

[ ] G D GESTIONE DEL PRODOTTO BIOLOGICO NELLE IMPRESE DELLA FILIERA COSA DEVONO FARE GLI OPERATORI Gestione del prodotto biologico nelle imprese della filiera [ ] GESTIONE DEL PRODOTTO BIOLOGICO NELLE IMPRESE DELLA FILIERA G D COSA DEVONO FARE GLI OPERATORI In una stessa azienda agricola, azienda di

Dettagli

«Il contributo dei pneumatici»

«Il contributo dei pneumatici» MOBILITA SOSTENIBILE: IL PRESENTE E IL FUTURO «Il contributo dei pneumatici» No smog Mobility - Palermo, 30 settembre 2011 A cura di: Fabio Bertolotti Direttore Assogomma I PNEUMATICI I pneumatici sono

Dettagli

PIANO DI GESTIONE DELLE TERRE

PIANO DI GESTIONE DELLE TERRE PIANO DI GESTIONE DELLE TERRE PROGETTO.. Richiedente: Tecnico: PREMESSA Il presente Piano di Gestione delle terre è stato redatto nel rispetto e in ottemperanza delle seguenti normative specifiche in materia:

Dettagli

Consulenza per la gestione dei rifiuti

Consulenza per la gestione dei rifiuti Consulenza per la gestione dei rifiuti ECORADAR DI GRAMEGNA ALESSANDRO - VIA DELLA REPUBBLICA, 41/A 20011 CORBETTA TEL. 02.97272190 MOB. +393661585997 - e-mail: info@ecoradar.it P.IVA 08738030967 - C.F.

Dettagli

2) REGOLAMENTO D ACCESSO E COMPORTAMENTO ALL INTERNO DEL CENTRO DI RACCOLTA

2) REGOLAMENTO D ACCESSO E COMPORTAMENTO ALL INTERNO DEL CENTRO DI RACCOLTA ALLEGATO B 1) SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE La presente procedura ha lo scopo di realizzare le condizioni di massima sicurezza per tutti coloro che intendono conferire materiali/rifiuti nel CENTRO DI RACCOLTA

Dettagli