Il responsabile tecnico del settore minirugby. Corso di aggiornamento di primo livello
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- Ippolito Capasso
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1 Il responsabile tecnico del settore minirugby Corso di aggiornamento di primo livello
2 Alcune considerazioni Stagione 2012/2013: il rugby di oggi Crisi dei valori della società odierna La famiglia ai giorni di oggi: quali aspettative dallo sport? Motricità di base problema non solo sportivo ma sociale L educatore del minirugby nuove competenze Competitività tra i vari sport sempre più ricercati. Ma il gioco libero che fine ha fatto? La RWC 2020: quale rugby che giocheranno i bambini che oggi si allenano nel minirugby?
3 Alcune domande Deve una società di rugby pensare ad organizzarsi secondo le mutate esigenze? Può questo avvenire, a vari livelli, anche a condizioni economiche sostenibili? Pensiamo che un progetto tecnico-educativo debba essere valutato, programmato, condotto e verificato?
4 Eppure ancora esiste
5 Quale struttura La struttura che una società dovrebbe organizzare per poter gestire un progetto tecnico-educativo prevede varie figure con diversi incarichi. La figura responsabile del progetto tecnicoeducativo è il RESPONSABILE TECNICO che è il garante per la società dell attuazione del progetto stesso.
6 Quali competenze Cosa deve sapere e saper fare il responsabile tecnico del minirugby?
7 In sintesi Pianificare Comunicare Verificare
8 Pianificazione
9 Pianificare Pianificare per noi vuol dire: Eseguire una serie di analisi del contesto in cui si opera e, avendo stabilito degli obiettivi, valutare quali risorse si hanno a disposizione,come e dove reperirne ulteriori e quali azioni si possono esercitare per il raggiungimento degli obiettivi stessi
10 Pianificare Analisi Definizione degli obiettivi e della strategia per raggiungerli Verifica delle risorse Impostazione delle azioni
11 L analisi Il primo aspetto da affrontare è l analisi del contesto. Rispetto a questo consigliamo l uso di un semplice strumento quale la SWOT ANALISYS ossia l analisi dei punti forza (Strenght) e di debolezza (Weak) interni alla propria organizzazione e l analisi delle opportunità (Opportunities) e delle minacce (Threat) che il contesto esterno può generare.
12 SWOT
13 La fissazione degli obiettivi A questo punto fatta l analisi si stabiliscono gli obiettivi di breve termine (sei mesi-un anno) di medio termine (un anno-due anni) di lungo termine (due anni-tre anni). Gli obiettivi possono essere di varia natura: tecnica-educativa o logistico-organizzativa ma tutti devono avere le stesse caratteristiche.
14 Caratteristica degli obiettivi RAGGIUNGIBILI MISURABILI INSERIBILI IN UN ARCO TEMPORALE SOSTENIBILI SOTTO L ASPETTO ECONOMICO Gli obiettivi inoltre non possono, per loro natura, essere in contrasto con la MISSIONE della società
15 Brevemente cosa è la Missione Per MISSIONE si intende la ragione di essere della società stessa, ossia noi esistiamo ed operiamo con il fine ultimo di.. Tutta la pianificazione societaria e tutte le azioni non possono essere in contrasto con la Missione
16 Esercitazione per la fissazione di obiettivi tecnici Dall analisi della società X viene fuori che punti di forza sono il numero alto e la motricità dei ragazzi mentre il punto di debolezza è la incapacità tecnico/tattica di produrre un gioco in continuità Le opportunità sono la disponibilità dei tecnici e degli atleti al lavoro, le minacce sono la giovane età e le competenze insufficienti dei tecnici
17 Risorse e azioni Stabiliti quindi gli obiettivi si analizzano le risorse a disposizione e si stabiliscono le azioni per raggiungere gli obiettivi fissati. Le risorse si distinguono in: - Umane, ossia le persone che devono operare: tecnici, preparatori fisici, accompagnatori, segretarie, medici etc - Finanziarie, ossia la disponibilità di budget per coprire le varie voci di spesa - Logistiche, ossia campi, spogliatoi, palestre, sale riunioni etc
18 Risorse e azioni Ovviamente maggiori risorse si hanno a disposizione, maggiore possibilità si ha di stabilire azioni coerenti ed efficaci con la missione e coerenti con gli obiettivi. Ma è sempre così?... Esistono casi di realtà che pur avendo ampie risorse non stabiliscono pianificazioni efficaci e non raggiungono o peggio non hanno, obiettivi? E ci sono i casi contrari che con poche risorse, ma con idee progettuali chiare, ottimizzano le azioni e centrano gli obiettivi stabiliti?
19 Limiti
20 La pianificazione delle risorse umane Un primo problema è quello, una volta stabiliti gli obiettivi, di trovare le persone giuste. Spesso si sente dire che le società di minirugby non hanno possibilità di scegliere e si devono accontentare di chi trovano. Nulla di più sbagliato!
21 La pianificazione delle risorse umane Il primo passo da fare è capire di quale organigramma si abbia necessità. Ovviamente non ne esiste uno adatto a tutti perché solo dall analisi delle esigenze si capirà se si avrà bisogno di un tot numero di tecnici o di preparatori o di altre figure e quale livello di competenze debbano avere. Il principio generale è sicuramente quello che un organigramma tecnico dovrebbe essere coerente alla missione educativa e formativa che una società di minirugby dovrebbe svolgere.
22 Il profilo nell organigramma Passaggio fondamentale nella composizione degli staff è quello della identificazione del profilo ideale di ogni componente. Esercitazione: stabilite un profilo di competenze di un educatore nelle categorie U8 e U10
23 Un esempio Cat. U14 Cat. U12 Cat. U8-10 Disponibilità 3-4 pom./settimana 3 dom./settimana 3 pom./settimana 2 dom./settimana 2-3 pom./settimana 2 dom./settimana Competenze pedagogiche Competenze tecnico/tattiche Competenze motorie Fondamentali Fondamentali Fondamentali Fondamentale come min. 1 livello Figura del PFA nello staff * Utile il 1 livello Fondamentali Di base Fondamentali Gestione squadra** Fondamentale Utile Non necessarie Capacità di animazione Rapporto con genitori Non necessaria Importante Fondamentale Buono Eccellente Eccellente Esperienze da Utili Non necessarie A volte dannose!
24 Le competenze degli operatori Stabiliti i profili come trovare la corrispondenza? - Non ricercare solo tra gli ex giocatori. Studenti di scienze motorie e pedagogia,educatori professionali hanno spesso competenze molto spiccate rispetto alle esigenze del minirugby - Valutare le attitudini quindi la potenzialità futura dell educatore più che la capacità attuale: curiosità, apertura mentale, voglia di confronto sono elementi che permettono anche a chi non ha mai giocato, di divenire un ottimo educatore nel minirugby
25 La formazione continua Nella pianificazione una delle prime azioni che il responsabile tecnico dovrebbe inserire, qualsiasi obiettivo specifico si voglia raggiungere, è la formazione continua dei vari operatori tecnici. Perché investire nella formazione continua? Perché è l unico modo per poter soddisfare le esigenze e le aspettative dei bambini-ragazzi e delle famiglie fidelizzandoli al club.
26 La formazione continua La qualità della proposta tecnico/educativa è il modo migliore per: - Aumentare il numero dei tesserati attraverso l aumento dei nuovi (fenomeno del passaparola) - Aumentare il numero dei tesserati attraverso il minor abbandono dei praticanti (fenomeno del burn out) - Aumentare la qualità dei singoli giocatori e delle squadre (focalizzazione sulla prestazione e non sul risultato)
27 La formazione continua Pianificare la formazione continua vuol dire prima di tutto creare un clima all interno del club in cui il confronto (interno ed esterno) sia accettato e pian piano ricercato da parte dei tecnici e via via di tutte le componenti. Tale attività avrà bisogno di tempo per attecchire (non scoraggiarsi) e sulla riuscita inciderà anche la scelta delle persone!
28 La formazione continua Pianificare la formazione continua vuol dire in seconda analisi il trovare opportunità interne ed esterne per creare occasioni e mezzi (riunioni, corsi, stage, tavole rotonde, blog, materiale didattico) per lavorare sulla crescita delle competenze dei tecnici.
29 La formazione continua - Corsi di formazione, informazione e aggiornamento della FIR-Coni e varie Federazioni sportive. - Corsi di formazione, informazione e aggiornamento operanti in ambito non strettamente sportivo (competenze trasversali es: psicologia, pedagogia, comunicazione). - Confronti-incontri interni tra tecnici del club - Confronti-incontri tra tecnici di club diversi - Confronti-incontri con esperti invitati per riunioni a tema - Materiale didatico on-line - Progetti di formazione finanziati dallo stato/privati
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