OLGA KOSHELEVA (Istituto di Storia universale, Accademia russa delle scienze, Mosca)

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1 OLGA KOSHELEVA (Istituto di Storia universale, Accademia russa delle scienze, Mosca) La storiografia contemporanea sull epoca prepetrina: problemi, metodi, tendenze Anzitutto, evidenzierò brevemente alcuni tratti comuni che contraddistinguono in generale la storiografia russa del periodo postsovietico e, in ogni caso, che concernono lo studio del periodo medievale e dell'età moderna. Penso che per molti aspetti siano simili alla storiografia contemporanea europea. 1. L'esperienza dell assimilazione delle idee marxiste, su cui venne costruita la storiografia sovietica, ha esercitato un'influenza negativa sugli storici contemporanei che si è tradotta in un'ostilità da parte della maggior parte degli storici attivi oggi verso qualsiasi forma di teoria, in particolare verso teorizzazioni e costruzioni causali che portino a conclusioni ben precise. Le ricerche degli storici sono più dirette alla smitizzazione di vecchie concezioni che alla costruzione di nuove. Gli schemi marxisti sovietici sono usciti del tutto dalle nuove ricerche, i giovani storici semplicemente non li conoscono. La loro impronta si conserva nella manualistica storica scolastica. Eppure la natura stessa di lavori scientifici di tipo accademico (come tesi di dottorato, ecc), e le condizioni di un lavoro finanziato da grant, richiedono basi teoriche all interno delle quali inquadrare il soggetto storico scelto. Queste teorie tuttavia risultano spesso penosamente mal digerite. 2. Si nota un allontanamento dai temi che prima erano prioritari (la lotta di classe, lo sviluppo dell'assolutismo ecc.) e il passaggio a tutt'altre tematiche. Oggi sono popolari la storia individuale, soprattutto se di figure "di secondo piano", la storia intellettuale, la storia della vita quotidiana, la storia della religione e della cultura, i rapporti con altri paesi, gli stranieri in Russia e così via. 3. In molte ricerche si nota un ben diverso livello qualitativo del lavoro sulle fonti, ben più alto rispetto a quello del periodo prerivoluzionario e sovietico. In questo hanno avuto un ruolo positivo le basi poste dallo studio delle fonti in ambito sovietico. Lo stile di questi lavori è basato su una ricerca delle fonti minuziosa, complessa, paleografica, archeologica, ecdotica che precede l'interpretazione del contenuto dei testi o la loro descrizione e pubblicazione. Nella circolazione scientifica vengono immessi materiali cui prima non si dava alcuna importanza. La "svolta archeografica" degli ultimi decenni, suscitata da un lato dalla liquidazione degli ostacoli posti dalla censura alla pubblicazione, dall'altro dalla nascita di piccole case editrici private, ha reso possibile una gran quantità di pubblicazioni di documenti. 4. Una tendenza ad osservare l'oggetto della ricerca "nei dettagli", e questi dettagli pongono nuove domande, che portano a conclusioni impreviste. Non i fatti storici, ma le interpretazioni dei testi incominciano a prevalere nelle nuove ricerche. 5. Nuove forme di lavoro: progetti congiunti con studiosi di altri paesi: questo dà grandi risultati. Borse di studio all'estero, l'uso di internet, hanno portato ad includere l'esperienza della storiografia straniera nelle ricerche russe, cosa che era assolutamente impossibile e non incoraggiata in epoca sovietica. 1

2 In uno dei suoi quaderni d'appunti Lev Tolstoj abbozzò le sue riflessioni su come costruire un romanzo sui decabristi: "Ecco, per esempio, occorre guardare la storia del 14 dicembre senza giudicare nessuno, né Nikolaj Pavlovič, né i cospiratori, ma capire tutti e tutti descrivere". All'incirca da questo metodo tolstoiano muovono gli storici odierni. "Capire tutti": è importante e interessante rilevare, gli storici lo sanno, che non si può interamente capire l'uomo che è vissuto in un passato remoto, eppure occorre cercare d'avvicinarsi a questa comprensione. "Non giudicare nessuno" è diventata l'etica della ricerca storica, benché osservarla non sia così facile. E cercare precisamente di descrivere ciò che le fonti danno la possibilità di descrivere. Ora passo a parlare della storiografia sulla storia del XVII secolo. Ovviamente, posso parlare solo di una quantità molto ridotta di ricerche e parlarne piuttosto brevemente. Ma spero che ne emerga un quadro complessivo. Il passaggio della Russia alla modernità: quando incomincia? Gli storici definiscono in modo concorde il XVII secolo come "una nuova era" nella storia della Russia, ponendo in esso, tuttavia, contenuti diversi. All'interno del XVII secolo l inizio della modernizzazione viene fatto risalire a date diverse: alcuni lo fanno iniziare nel 1613, cioè con il regno della nuova dinastia dei Romanov, altri da "circa la metà del XVII secolo", quando lo stato si stabilizzò dopo la crisi di inizio secolo, o dal 1676, quando il governo si pose sulla strada delle riforme. I primi due decenni del XVII secolo non cadono precisamente nella "nuova era". Questo è un periodo tragico della storia russa, che ha il nome eloquente di "periodo dei Torbidi". I problemi incominciarono dalle carestie e dallo sfacelo economico, in conseguenza dei quali la popolazione incominciò a fuggire dal centro del paese nelle periferie meridionali in cerca di cibo Contemporaneamente, scoppiava una crisi del potere: il trono moscovita era vuoto, ad esso aspiravano molti pretendenti, che combattevano accanitamente fra loro. Ci furono rivolte di contadini, i cosacchi si mossero dal sud verso Mosca. Ci fu l inizio degli interventi delle potenze straniere: l esercito polacco e svedese invasero il paese. Nacquero alcuni centri di potere ed incominciò la guerra civile. In altre parole, non fu semplicemente una crisi, ma una catastrofe che minacciò l'esistenza successiva del paese, ma che fu tuttavia superata. Come è noto, sono proprio le crisi ad aprire la strada alle innovazioni. E proprio così accadde nel caso specifico. Non mi soffermerò sul tema vastissimo della storiografia sul "periodo dei Torbidi". Dirò solo qualche parola. La ricchezza di eventi del '"periodo dei Torbidi", in cui le contraddizioni sociali si mischiarono alle collisioni in politica estera, è un serbatoio da cui gli storici hanno potuto trarre le più diverse costruzioni e i politici servirsene come armi. Sui materiali del "periodo dei Torbidi" è facile porre l'accento sull'idea patriottica, l'idea dell'autocrazia popolare, l'idea delle origini della formazione della società civile, l'idea della lotta popolare di successo contro gli aggressori esterni (cosa che, in particolare, è successa durante la Prima e la Seconda guerra mondiale) ed una serie d'altre idee. E oggi il potenziale politico del tema del Periodo dei Torbidi viene attivamente sfruttato in relazione alla istituzione legale in Russia di una nuova festa dal nome "Giorno dell'unità nazionale" (4 novembre), che segna l'uscita con successo del paese dal "Periodo dei Torbidi". L'analisi della letteratura su questo periodo dal punto di vista epistemologico è molto produttiva e così anche i 2

3 lavori storiografici scritti negli ultimi tempi 1. Il Periodo dei Torbidi per la sua inesauribile "congiunturalità" è stato abbastanza ben studiato di per sè in tutti gli aspetti. Negli ultimi tempi sono usciti nuovi lavori significativi 2. I tratti originali dell epoca e le sue diverse interpretazioni E così, proprio con la fine del Periodo dei Torbidi e il relativamente veloce ripristino di una struttura statale russa, inizia, secondo le parole del noto storico russo del XIX secolo V. O. Ključevskij, "il periodo moderno della storia russa". Egli lo caratterizzava come un periodo panrusso, di un economia imperial-nobiliare fondata sul lavoro servile, sull attività agraria e manifatturiera. Dunque, secondo lui, il tratto originale dell epoca consiste nel fatto che è giunto al potere un nuovo gruppo sociale, i nobili che hanno sostituito i boiari. V. I. Lenin, che aveva studiato da giovane la storia a partire dall opera di Ključevskij, legò il "nuovo periodo" della storia russa con la genesi dello sviluppo del capitalismo e speculativamente datava l'inizio della transizione dall'economia naturale alla formazione di un unico mercato panrusso circa alla metà del XVII secolo. Dunque, secondo lui, il tratto originale dell epoca è l'inizio dello sviluppo capitalistico in Russia. Gli storici sovietici cercarono di confermare la tesi di Lenin con materiale concreto, ma fallirono clamorosamente. È evidente che durante quel secolo non si verificarono sostanziali cambiamenti nella sfera della produzione e del consumo. Al contrario, le pesanti conseguenze economiche del Periodo dei Torbidi portarono al rafforzamento della dipendenza servile del contadino che ostacolava lo sviluppo di rapporti capitalistici. Nell'epoca sovietica, anche seguendo Ključevskij, ci si sforzava di dimostrare i cambiamenti nel potere, corrispondenti ai cambiamenti economici e al passaggio dal governo autocratico a quello assoluto. Il discorso verteva sulla lotta dei cosiddetti boiari reazionari con la cosiddetta nobiltà progressista. Ai marxisti toccò sostituire la borghesia con la nobiltà in mancanza di quella. "Costruire" questa lotta era necessario perché, agendo in una logica marxista, si potesse dimostrare la formazione nel XVII secolo dell'assolutismo (secondo il modello francese). Ricerche concrete anche in questo caso smentirono tale tesi. Non avvennero radicali cambiamenti nel sistema politico rispetto al XVI secolo, nonostante la nuova forma politica delle Assemblee territoriali (Zemskie Sobory). Come mostrano le ricerche degli ultimi tempi, non diminuì nel XVII secolo neanche il significato della Duma dei Boiari. Dunque, il tratto originale dell epoca è la nascita di una monarchia assoluta. Particolarmente popolare nel paradigma marxista era poi il tema della lotta di classe e proprio il XVII secolo, che chiamano anche "il secolo delle rivolte", forniva in proposito un materiale ricchissimo. La quantità di rivolte in questo periodo supera quello di ogni altra epoca. Potenti rivolte contadine, incominciate già nel Periodo dei Torbidi, rivolte urbane, disordini su base religiosa proseguirono lungo tutto il XVII secolo. Prima lo storico marxista li abbracciava tutti con 1 Токарев В. Возвращение на пьедестал: тема русской Смуты в социокультурном контексте 1930-х гг.// День народного единства. Биография праздника. М С «День народного единства». Биография праздника. М ; Лисейцев Д.В. Посольский приказ в эпоху Смуты. В 2-х тт. М., 2003; Он же. Приказная система Московского государства в эпоху Смуты. М., С.; Рыбалко Н.Б. Российская приказная бюрократия в Смутное время. Начало XVII в. М., 2011Эскин Ю.М. Дмитрий Михайлович Пожарский. М., С.. 3

4 un unico sguardo, giungendo alla conclusione che avessimo a che fare con un fenomeno simile alle rivoluzioni borghesi in Europa, per esempio, alla rivoluzione inglese del Si trovavano conferme della tesi che anche in Russia "le masse popolari non possono vivere all'antica", anch'esse entrano nella modernità" spingendola verso la rivoluzione. Tra l'altro, molti si opponevano a questa interpretazione, dicendo che questi movimenti sono tipici del Medioevo. Dunque, il tratto originale dell epoca sono diventati i movimenti delle masse popolari. E così, fino agli anni '80 del XX secolo la tendenza principale delle ricerche sul XVII secolo dipendeva dal modello storico costruito da Karl Marx sulla base di fenomeni della storia europea, di cui si cercavano analogie nella storia della Russia. Alla sua base stava l'idea che tutti i paesi e i popoli dovessero attraversare le stesse fasi di sviluppo, sia pure in tempi diversi. La strada percorsa dalla storiografia sovietica si è rivelata molto istruttiva e persino traumatizzante per le generazioni posteriori di storici. Essa ha mostrato come si possa facilmente scegliere i fatti storici in base ad uno schema già prefigurato e quanto velocemente la ricerca, concepita in questo modo, perda il suo significato. A mio avviso, proprio la ricerca sulla storia del XVII secolo dimostra questo con grande chiarezza, in quanto proprio per il XVII secolo si è fatto sentire in modo più significativo il peso delle concezioni storiche marxiste. Il periodo sovietico, comunque, non fu del tutto infruttuoso dal punto di vista scientifico, molti storici nel loro lavoro si sono trovati in disaccordo su alcuni punti dalle posizioni dogmatiche ufficiali, che del resto s'indebolivano sempre più col passare degli anni (su questo anch io, personalmente, ho una certa esperienza visto che la mia prima tesi, dedicata alla Duma dei Boiari nel XVII secolo, fu scritta alla fine dell'epoca sovietica). Per esempio, nella storiografia sovietica si era formata una disciplina molto comoda per uscire dagli schemi del marxismo ufficiale che veniva chiamata "ausiliaria" e che, per quanto ne so, non esiste nella struttura delle discipline storiografiche d'altri paesi. Si tratta di uno "studio delle fonti" che permette di studiare solo testi o fonti visive da vari punti di vista, senza doverli sottoporre ad una interpretazione storica di carattere generale. Non è mia intenzione giudicare qui la storiografia sovietica in quanto tale, può essere utile considerarla però per fare un confronto con la situazione attuale. Nessuno più lavora nel contesto del paradigma marxista, benché da qualche parte nell'inconscio di molti storici ne restino tracce. Per il mio maestro, un storico di grande talento, la domanda principale era sempre: a quale concezione tu (o un altro) ti conformi? Oggi molti cercano di non pensare a questo, se non altro perché è difficile o quasi impossibile soggiacere interamente a questo o quel paradigma di ricerca già esistente. Sono rinati, su nuove basi, due orientamenti presenti da tempo nella coscienza russa: occidentalismo e slavofilismo. In relazione al XVII secolo essi dividono i ricercatori in: 1) coloro che vedono le radici dei nuovi fenomeni nel fatto che la Russia nel suo sviluppo inevitabilmente ha seguito la strada occidentale, anche se in posizioni di retroguardia; 2) coloro che ritengono che le cause che hanno portato alle innovazioni siano essenzialmente russe e in particolare legate alla cultura russa tradizionale. Ci sono anche coloro che ritengono che l'uno e l'altro orientamento si completino a vicenda e non siano in contraddizione. Come siano cambiate le tematiche nelle ricerche contemporanee sul XVII secolo rispetto all'epoca sovietica lo si vede bene prendendo, ad esempio, la rassegna di lavori sovietici condotta 4

5 nel 1975 dal ricercatore danese Svend Aage Christensen 3. Egli notava che non solo gli storici sovietici, ma anche quelli stranieri preferivano lavorare secondo gli orientamenti che nel marxismo venivano definite "di base" e cioè l'economia e la lotta di classe, riservando poca attenzione alla "sovrastruttura" e cioè ai problemi della cultura e della religione. Attualmente, al contrario, sono cambiate le tematiche dei lavori e le novità relative al XVII secolo concernono soprattutto il campo della cultura e della religione, del pensiero e della Weltanschauung. Mi soffermerò quindi su questo argomento. L'interpretazione contemporanea del sacro e del laico nella cultura del XVII secolo Bisogna ricordare che la cultura scritta antico-russa si differenziava fortemente dalla coeva cultura europea-occidentale dei secoli XVI-XVII: in essa non si ammettevano né opere laiche, né d'intrattenimento. La scrittura era sacra di per sé e poteva essere utilizzata solo per fini religiosi ortodossi. Già nel XIX secolo gli storici mostrarono il difficile processo di secolarizzazione della cultura ecclesiastica iniziato nel XVII secolo. Nel periodo sovietico esso ricevette la denominazione di "laicizzazione", che veniva intesa come penetrazione di elementi laici nella cultura religiosa. Le specificità della cultura moderna si manifestavano nell'attenzione all individualità dell'uomo e alle manifestazioni di tratti individuali nelle opere d 'arte, nella crescita d'interesse per le culture di confessioni diverse, in nuove soluzioni nel campo pedagogico, nell'apparizione di nuovi generi artistici e così via. (Vorrei mostrare questi cambiamenti con un esempio icastico in due icone su uno stesso soggetto, la trinità di Rublëv e quella di Ušakov). L'analisi di ciò che è moderno nella cultura russa del tempo acquista un posto sempre più rilevante, tanto che è difficile citare persino i lavori migliori: più sotto parlerò di alcuni di essi. Il passaggio ad una cultura moderna è stato esaminato in modo diverso: ora si è posto l'accento sullo sviluppo delle città, che forma gli interessi dei cittadini e offre le basi per uno sviluppo specifico della cultura urbana 4 ; ora si è sottolineata "l'apertura" della "nuova cultura del XVII secolo", il suo tentativo di dialogo con altre culture 5, si è notato il "dinamismo", "l'energia" degli eroi della letteratura e dei personaggi reali, che sono subentrati alla "tranquillità" 6 medievale, si è analizzato il contrasto fra le varie tendenze nella cultura del XVII secolo 7. Le ricerche che hanno un carattere concettuale non sono moltissime. In esse vengono fatti tentativi di spiegare le cause della genesi dei processi di secolarizzazione nella cultura sacra ortodossa. Ma queste ricerche forniscono ad altri ricercatori un paradigma entro cui lavorare. I loro autori (Ju. M. Lotman, B. A. Uspenskij, M. B. Pljuchanova, A. M. Pančenko, B. I. Krasnobaev, V. M. Živov, L. I. Sazonova, I. L. Buseva-Davydova) sono ottimi conoscitori della cultura del XVII 3 Кристенсен С. История России XVII в. М., Муравьев А.В., Сахаров А.М. Очерки истории русской культуры XI-XVII вв. Книга для учителя. М., Краснобаев Б.И. Русская культура второй половины XVII - начала XIX вв. М., Демин А.С. Русская литература второй половины XVII начала XVIII в.: новые художественные представления о мире, природе, человеке. М., Робинсон А.Н. Борьба идей в русской литературе XVII в. М.,

6 secolo 8. Tuttavia ognuno di loro mette in primo piano differenti fenomeni del processo culturale, ponendo l'accento su componenti diversi del materiale storico. In epoca sovietica la concezione dominante era quella "rinascimentale" di D. S. Lichačëv 9. Essa prendeva le mosse dal fatto che tutte le culture europee attraversano stadi simili di passaggio dal Medioevo all'età moderna. In Russia non vi fu il periodo del Rinascimento. Ma anche qui nel XVII secolo l'uomo ha incominciato ad essere al centro dell'attenzione delle nuove opere della cultura e dell'arte, ha incominciato a formarsi una cultura laica. Per questo, sosteneva Lichačëv, le funzioni rinascimentali furono assunte dal barocco, venuto di moda proprio in quell'epoca. Molti autori si basano proprio sull'interpretazione di Lichačëv. Un nuovo approccio filosofico-antropologico, basato sui lavori del filosofo tedesco Max Scheler, è stato proposta da L. A. Čërnaja 10, che si occupa del problema dell'uomo nella cultura russa. La Čërnaja ha individuato i seguenti periodi nello sviluppo della cultura: il periodo "del Corpo", il periodo "dell'anima", il periodo della "Ragione", il periodo dell'"esistenza". Nel XVII secolo si osserva un passaggio dalla "cultura dell'anima" a una "cultura della Ragione". Tipica di una "cultura della Ragione", come nota Čërnaja, è una tendenza al nuovo, mentre la "cultura dell'anima" non accettava "il nuovo", lo vedeva in uno sviluppo della tradizione, arricchito di nuovi elementi decorativi 11. Altre concezioni, che muovevano da un concetto di secolarizzazione come risultato di cause ad essa intrinseche (che, tra l'altro non annullavano, ma completavano le influenze d'altre culture), sono state elaborate da V. M. Živov (filologo di formazione) 12 e da I. L. Buseva-Davydova (studiosa di belle arti) 13. Al posto di "un Rinascimento tardivo ed esteriormente inconsueto", V. M. Živov vedeva la causa di una trasformazione radicale di tutta la cultura russa nel fatto che essa inizia a riflettere su problemi che vengono posti dal periodo dei Torbidi. Soltanto dopo un certo tempo questo processo portò ad un "dialogo" con la cultura occidentale e con l assimilazione di molti suoi elementi. Živov non riteneva che la cultura antica ortodossa si fosse "secolarizzata". Al contrario egli vedeva in essa un rafforzamento della religiosità e della devozione come risultato della pesante esperienza del periodo dei Torbidi, come desiderio della gente di sfuggire a nuovi castighi divini. Egli caratterizzava questi umori come una "riforma morale" religiosa, che allontanava le opere laiche 8 Обзор работ Х1Х ХХ вв. см.: Черная Л.А. «Основные проблемы изучения русской культуры переходного периода// Черная Л.А. Русская культура переходного периода от Средневековья к Новому времени. Философско-антропологический анализ русской культуры XVII первой трети XVIII в. М., С Бусева-Давыдова И.Л. Россия XVII в. Культура и искусство в эпоху перемен. //Автореферат доктора искусствоведения. М., 2009 С Лихачев Д.С. Развитие русской литературы Х-ХVII веков. Эпохи и стили. Л., 1973; Он же. ХVII век в русской литературе//памятники литературы Древней Руси. XVII в. М., Кн. 1. С Черная Л.А. Русская культура переходного периода от Средневековья к Новому времени. Философско-антропологический анализ русской культуры XVII первой трети XVIII в. М., 1999; она же. Антропологический код древнерусской культуры. М., 2008; Она же. Русские в переломную эпоху от Средневековья к Новому времени. Учебное пособие. М., Там же. С Живов В.М. Религиозная реформа и индивидуальное начало в русской литературе XVII в.// Из истории русской культуры (XVII в. нач. XVIII в. М., С.319.; См. также: См. Живов В.М. Из церковной истории времен Петра Великого. Исследования и материалы. М., С Бусева-Давыдова И.Л. Россия XVII в. Культура и искусство в эпоху перемен//автореферат доктора искусствоведения. М.,

7 prima permesse, i divertimenti e le cerimonie. Questo portò all'inizio di una contrapposizione fra una tendenza laica e quella religiosa nella cultura, che prima coesistevano pacificamente, alla comparsa di un nuovo sistema di generi in letteratura 14. I. L. Buseva-Davydova condivide l idea di V. M. Živov sull'inizio di una distinzione della cultura in confessionale ed extraconfessionale, sostiene l'idea che le fonti del XVII secolo testimoniano non una laicizzazione della cultura russa, ma, al contrario, il rafforzamento del suo orientamento religioso. Prima che le innovazioni venissero prese in prestito dall'occidente nella seconda metà del secolo, ne maturarono i presupposti all'interno stesso della cultura russa. Il "Periodo dei Torbidi" rafforzò il sentimento antico che le novità fossero perniciose e cercò di recuperare il tradizionalismo della società russa. Ciò nonostante, il nuovo si apriva segretamente la strada come un vecchio "rinnovabile". Buseva-Davydova definisce la tendenza al nuovo come principale caratteristica dell'epoca. E, a differenza di Živov, ritiene che il "nuovo" non sempre entrò in lotta con il "vecchio", le novità non sostituirono la tradizione, il che rese possibile uno sviluppo della cultura russa relativamente non conflittuale. Di per sé, il rivolgersi all'arte moderna europea non significò una diminuzione della religiosità russa. Anche I. L. Buseva-Davydova condivide l idea che la formazione dell individualità sia qualcosa di per sé rinascimentale. Ma in questo modo, secondo lei, si fa ancor più forte il bisogno nell individuo, isolato, di ricevere aiuto da Dio. Il nuovo carattere del sentimento religioso trovò espressione nelle arti. Buseva-Davydova concentra la sua attenzione sull'ampliamento generale del campo della cultura, sulla comparsa di molti nuovi tipi di arte e letteratura. Il suo approccio metodologico è il seguente: rivolgere l'attenzione a varie sfere della cultura (pittura, letteratura, architettura, folclore e così via) e individuare i tratti comuni derivanti dai loro cambiamenti. Nel complesso Buseva-Davydova guarda la cultura del XVII secolo come il risultato di profondi processi socio-culturali dell'epoca. Ella nota che la visione del mondo del credente russo del XVII secolo è contigua a quella rinascimentale: a volte ricorda la "devotio moderna" del tramonto del Medioevo occidentale, a volte il protestantesimo "ma in generale la sua visione non rinunziò alle fonti greco-ortodosse e quindi non sfociò né nell'esaltazione né nell'individualismo" 15. Esponendo in modo così succinto le concezioni dei summenzionati autori, mi vengono in mente le parole di Živov a proposito di un suo articolo sui lavori di Carlo Ginzburg: "raccontare in breve significa sostituire un organismo vivente con un pezzo da museo" 16. Purtroppo anch'io provo ora questa sensazione. Il transfer di altre culture Così, due orientamenti appaiono importanti per l'esame dei processi di secolarizzazione della cultura del XVII secolo: 1) la ricerca delle influenze occidentali; 2) lo studio dei processi interni alla cultura tradizionale russo-antica. Oggi la formula, ampiamente diffusa, dell'"influenza occidentale" sulla cultura russa appare troppo astratta. "Influenza ha scritto Živov è una cattiva categoria descrittiva, dal momento che 14 См. Живов В.М. Из церковной истории времен Петра Великого. Исследования и материалы. М., С Бусева-Давыдова И.Л. Культура и искусство в эпоху перемен. Россия XVII столетия. М., 2008, C Живов В.М. Об исторической науке у Карло Гинзбурга. НЛО

8 il rimando alla fonte sostituisce in questa descrizione la dialogicità del processo culturale la selezione di ciò che si recepisce dal donatore culturale e la trasformazione degli elementi assimilati nel nuovo contesto culturale" 17. Il ricercatore tedesco C. Scharf parimenti nota come le usuali, consuete formule, come "le idee si diffusero..." o "l'istruzione influenzò..." non siano soddisfacenti Al loro posto suggerisce di usare il concetto di "transfer" che richiede una massima concretizzazione. "Il concetto di transfer delle idee è accettabile solo nel caso ideale in cui possono essere verificati il punto di riferimento, i percorsi e i recipienti" 19. Il "Transfer" immerge la storia delle idee nella storia del quotidiano, attraverso cui propriamente si diffondono idee, costumi, concetti. Dirò di alcune ricerche svolte con questo approccio, benché gli autori non utilizzino il concetto di transfer. Nei lavori di Margarita Korzo 20 vengono mostrate le tecniche ed esempi concreti di eruditi ortodossi in cui il testo "altrui" veniva adattato alle proprio tradizioni. Entrambi gli autori ortodossi da lei esaminati (Simeon Polockij e Innokentij Gizel) non erano moscoviti, essi avevano studiato nei collegi occidentali e russo-meridionali, per cui conoscevano bene la letteratura latina. Korzo "seziona" i testi delle loro opere (Mir s Bogom čeloveku, 1669 e Venec very, 1671) e mette in luce i procedimenti particolari del lavoro di questi eruditi con testi legati ad altre confessioni. E precisamente: 1) dalla tradizione "altrui" si prende solo l'intelaiatura (struttura e logica), che viene riempita di contenuto ortodosso; 2) vengono recepiti alcuni concetti teologici, che all'inizio funzionano in parallelo con quelli tradizionali ortodossi, per poi diventare fondamentali; gli autori latini vengono citati senza il rimando alle fonti o le citazioni dalle opere degli scolastici occidentali vengono riportate come citazioni dai padri greci; 4) ampi frammenti del testo "altrui" vengono letteralmente trasposti, ma poi nella fattispecie vengono contestualizzati con esempi consueti per gli ortodossi. I lavori di M. A. Korzo, grazie alla sua eccezionale erudizione e capacità di lavorare con i testi, hanno per primi dimostrato manifestamente che accanto alla lotta aperta dell'ortodossia con la "latinità" avveniva una sua nascosta penetrazione nella cultura letteraria ortodossa. Negli ultimi anni si è incominciato a riconoscere l'influenza prima taciuta della Polonia e dell'ucraina kieviana sul regno moscovita del XVII secolo, paragonabile a quella della Francia nel XVIII secolo. Ma essa non viene solo dichiarata, bensì dimostrata nei fatti (si veda l'imponente catalogo delle opere tradotte dal polacco in russo, con una bibiografia completa per ogni testo) 21. Un'altra direzione del transfer è quella della Grecia ortodossa, con la quale i legami in Russia erano tradizionali e molto stretti. Qui parlo solo dell'innovativa ricerca di B. L. Fonkič, che è basata su un attento lavoro con le fonti sia russe, sia greche. Esse mostrano quanto fosse intenso lo 17 Живов В.М. //Russia medievalis. Bd.10.1,2001. Muenchen P Шарф, К. Монархия, основанная на законе, вместо деспотии. Трансфер и адаптация европейских идей и эволюция воззрений на государство в России в эпоху Просвещения// «Вводя нравы и обычаи Европейские в Европейском народе». К проблеме адаптации западных идей и практик в Российской империи. М., С Там же. 20 Корзо М.А. Украинская и белорусская катехистическая традиция кон. XVII XVIII вв. М., Она же. Нравственное богословие Симеона Полоцкого: освоение католической традиции московскими книжниками второй половины XVII в. М.,

9 scambio russo-greco sulle questione relative all'organizzazione di scuole con l'insegnamento della lingua greca 22. Importante per questo, secondo l'autore, era il metodo di ricerca paleografica, che permetteva di precisare sia la datazione sia la paternità di molti documenti, nonché il livello di conoscenza linguistica degli insegnanti. Tuttavia proprio le interpretazioni paleografiche dei testi hanno suscitato una critica severa da parte della nuova generazione di storici, cui Fonkič ha dovuto rispondere con un libro specifico 23. Questa polemica, benché aspra, va a beneficio del lavoro di ricerca: gli allievi di Fonkič continuano a sviluppare l'orientamento da lui inaugurato. Tale è il lavoro della sua allieva N. Česnokova 24 sulla collaborazione della Russia e dei paesi ortodossi nel quadro dell'impero ottomano, in cui allo stesso modo si pone l'accento sulla raccolta di tutta una serie di documenti e di oggetti che superarono i confini fra Russia e mondo greco in entrambe le direzioni. I transfers vengono studiati non solo in campo confessionale, ma anche in quello politico e della vita quotidiana. Un chiaro esempio è lo studio delle rassegne stampa (kuranty), cioè di informazioni tratte dalla stampa straniera che venivano selezionate e tradotte in russo da istituzioni governative (come il Dicastero degli affari segreti e quello per le relazioni con i paesi esteri). I "kuranty" sono stati ampiamente utilizzati nella letteratura storica, ma senza una seria analisi delle fonti: molti testi sono stati considerati dai ricercatori come opere russe, o semplicemente resoconti orali di trasmissioni di "notizie" da vari paesi, come traduzioni da giornali stranieri. Il lavoro pluriennale di S. Šamin e di Ingrid Maier (Svezia), basati su un dettagliato lavoro archeografico negli archivi russi e sulla ricerca degli originali europei all'estero, un lavoro davvero titanico, ha dato ottimi frutti. La ricerca offre la possibilità di vedere qualche cosa che prima non era stata notata: come questi testi giornalistici tradotti funzionarono nella tradizione russa. Era consuetudine ritenere che le traduzioni fossero fatte per lo zar e i boiari e che la cerchia dei lettori si limitasse a loro. Gli autori mostrano quanto velocemente in realtà i testi si diffondessero oltre le mura del Cremlino e dai giornali europei passassero nella letteratura manoscritta, venissero letti da persone lontane dal mondo diplomatico, persino dai contadini. La loro origine straniera cessava d'essere notata. Osservo che la primissima traduzione fatta da un foglio a stampa europeo riferisce di un terremoto avvenuto in Italia nel La complessa ricerca congiunta dei "kuranty" in Russia ed in Svezia permette agli autori non solo di ricavare osservazioni sulla conoscenza in Russia della politica contemporanea, ma dà anche conto degli eventi russi, non riflessi nelle fonti russe, ma notati dagli europei (il teatro) 25. Come ho già osservato, il transfer culturale è avvenuto in modo costante nella sfera della vita quotidiana. In essa si realizzavano contatti diretti fra russi e stranieri, che tuttavia hanno uno scarso riflesso nelle fonti. Per questo l'archivio personale di un mercante inglese, trovato a Londra, offre 21 Николаев С.И. Польско-русские литературные связи XVI-XVIII вв. Библиографические материалы. СПб., Фонкич Б.Л. Греко-славянские школы в Москве в XVII веке. М., Фонкич Б.Л. О современных методах исследования греческих и русских документов XVII века. Критические заметки. М., Христианский Восток и Россия: политическое и культурное взаимодействие в середине XVII века. (по документам РГАДА). М., Шамин С. М. Куранты XVII столетия. Европейская пресса в России и возникновение русской периодической печати. М.,

10 una possibilità unica di conoscerli in dettaglio. A lui è dedicato un libro in cui si analizzano e pubblicano tutti i documenti e si ricostruisce il contesto della loro formazione. Nell'archivio si conserva la corrispondenza (più di 20 lettere dal ) di un mercante inglese ed uno russo. Entrambi vissero nella città di Pskov e persino per qualche tempo nella stessa casa 26. Si scrivevano perché in questo modo l'inglese studiava il russo e si familiarizzava con la documentazione del commercio locale. Il corrispondente russo, anch'egli mercante, si definisce apertamente "maestro". È evidente che aveva anche altri studenti stranieri. L'archivio conserva anche novità letterarie e modelli di documenti. Le relazioni amicali fra i due corrispondenti sono evidenti. Questi mercanti appartenevano a una cerchia di persone che il commercio coinvolgeva in rapporti internazionali; era per loro familiare una certa apertura cultural-religiosa e tolleranza. Il sistema di relazioni fra popolazione russa e stranieri, che vivevano in Russia, può essere studiato se ci sono note le sorti di questi stranieri. Il tema degli "stranieri in Russia" è una delle tematiche nuove, prima non sviluppate 27. Ora si analizzano non solo i gruppi, per esempio, i commercianti stranieri 28, ma anche singoli personaggi, si scoprono nuovi nomi. Sono uscite opere biografiche dedicate agli stranieri che lavoravano in Russia 29. Rispetto a tutti gli altri paesi occidentali, in Russia predominavano i contatti con la Svezia. Gli archivi svedesi conservano la maggior quantità di fonti russe e negli ultimi tempi esse vengono attivamente analizzate. Così, i migliori lavori degli ultimi decenni, nel filone "transfer", sono contraddistinti da un ricco corredo di materiali sul problema, e non solo da parte russa, ma anche straniera, e da un minuzioso studio delle fonti stesse. Spesso il campo di ricerca in tali lavori è limitato, ma "arato" pienamente, sì da dare un buon raccolto di nuove informazioni. Attualmente le informazioni sono abbastanza varie, ma troppo frammentarie per poterne trarre un quadro d insieme dei processi che avvenivano nella cultura russa del XVII secolo, anche sotto il profilo delle relazioni con altri paesi. Questa ricerca d insieme era stata già tentata negli anni '70 del XX secolo 30. Ora si può prevedere l'avvento di una nuova tappa. Il materiale è caotico e riguarda varie sfere: letteratura, arte, commercio, politica, quotidianità e così via. Secondo me può essere esaminato secondo due categorie: rapporti culturali e legami culturali diretti che non sono sinonimi, anche se spesso così vengono usati. La presenza o l'assenza di legami è un problema di rapporti, che possono avere carattere di reciprocità e collaborazione o un carattere di rifiuto, di chiusura. I rapporti culturali sono parte di relazioni sociali e riflettono non tanto il loro carattere "corrente", non solo i semplici, evidenti legami sociali, ma anche una profonda, quasi celata, e non sempre riconoscibile genetica e tipologica comunanza di strutture e processi internazionali. Su questo piano si può parlare di tre aspetti fondamentali di rapporti culturali : 1 aspetto rapporti di 26 Стефанович П.С., Морозов Б.Н. Роман Вилимович в гостях у Петра Игнатьевича: псковский архив английского купца 1680-х годов. М., Орленко С.П. Выходцы из Западной Европы в России XVII в. (правовой статус и реальное положение)., 2004.; Опарина Т.А. Иноземцы в России в XVI - XVII в. М., Ковригина В. А. Немецкая слобода Москвы и ее жители в XVII первой четверти XVIII вв. М., Захаров В. Н. Западноевропейские купцы в России. Эпоха Петра I. - М ; Захаров В. Н., Черкасова М.С.. Иностранные купцы и их дворы в Вологде. М.,.//Вологда. Историко-краеведческий альманах. 3. Вологда, Юркин И.Н. Андрей Андреевич Виниус. М., 2007; Он же. От первопрестольного града Москвы. А. А. Виниус в Москве и Подмосковье. М., Алпатов М.А.Русская историческая мысль и Западная Европа XVII- первая четверть XVIII в. М.,

11 contatto, ovvero i legami culturali che caratterizzano la sfera dei rapporti intranazionali; 2 aspetto è quello dei rapporti genetici, e cioè le influenze culturali legate ad un origine comune di queste o quelle idee, concezioni, sistemi e così via; 3 aspetto rapporti tipologici, ovvero somiglianze storico-tipologiche che esprimono tratti comuni o vicini legati a processi culturali nazionali paralleli, che sono studiati dalla comparativistica. Il legame culturale diretto è una categoria relativa al tempo presente (in un determinato momento storico); l' influenza culturale è una categoria rivolta sostanzialmente dal presente al passato, che si riferisce al legame che certi fenomeni hanno rispetto ai loro precedenti; le somiglianze storico-tipologiche sono una categoria che unisce il passato al presente e permette di vedere fonti e basi e talvolta anche la prospettiva di singole culture nazionali 31. La classificazione proposta, certo, è convenzionale, ma offre la possibilià di analizzare in modo differenziato fenomeni di ordine diverso del problema considerato. Lo studio contemporaneo della tradizionale cultura del XVII secolo I lavori consacrati allo studio della tradizionale cultura del XVII secolo ed ai suoi cambiamenti interni sono parimenti numerosi e presentano molte novità. Dirò solo poche parole sulla produzione scritta. Lo scisma religioso, che fu il risultato dell ordine del patriarca Nikon di compiere una revisione dei testi liturgici (1653), saturò la letteratura di molte opere polemiche. Tutte in un modo o nell'altro reagivano alle novità che si avvertivano ovunque. Già gli storici del XIX secolo dedicarono ai più noti protagonisti della cultura (eruditi) del XVII secolo monografie voluminose, che entrarono nel circuito scientifico e sono state utilizzate costantemente fino a poco tempo fa. Ora l'eredità di molti di loro viene rivista, non tanto dal punto di vista ideologico, ma soprattutto archeografico. Paragonato alle ricerche odierne, lo stile di lavoro degli storici del XIX secolo non era accurato, non si stigmatizza il ricorso a congetture e miti storiografici. Oggi invece l'opera degli eruditi viene esaminata, come si è detto, all'interno d'un sistema complesso: un'analisi paleografica ed archeografica scrupolosa di tutta l'eredità di un dato personaggio precede la sua interpretazione e introduce molti correttivi rispetto alle precedenti rappresentazioni fatte dagli storici. Come esempio farò riferimento alle opere di T. Panič su Afanasij Cholmogorskij, 32 o ai lavori di A. P. Bogdanov su Karion Istomin 33. È indicativa la critica di Bogdanov al lavoro del suo predecessore S. N. Brajlovskij, che scrisse su Istomin 34 (Odin iz pestrych XVII stoleta). Escono libri su autori a noi 31 Благодарю Э.Д.Днепрова за помощь в осмыслении этой проблемы в области истории образования. 32 Панич Т.В. Литературное творчество Афанасия Холмогорского. Новосибирск, Богданов А.П. Стих торжества. Рождение русской оды. Последняя четверть XVII-XVIII вв. М., Brajlovskij S. N. Odin iz pestrych XVII stoleta. Spb, «По этим ничтожным сравнительно с объёмом творчества придворного поэта отрывкам нельзя было судить да, в общем-то, ни о чём. Даже описание трёх основных сборников авторского архива поэта, сделанное С.Н. Брайловским и целое столетие не проверявшееся, оказалось крайне фрагментарным. Исследователь пропустил в нём не только небольшие тексты стихи, эпитафии, записи и отдельные стихотворные строфы, но и ряд довольно крупных поэтических произведений. Кроме того, если грамоты, документы и письма, составлявшиеся Истоминым для царей, патриархов и бояр, его личная переписка и проповеди были описаны довольно подробно, то значительная часть праздничных и похвальных од, прозаических панегириков и духовных стихов была упомянута вскользь, без указания времени их создания, цели, адресата, жанровой формы, объёма, а иногда и темы. По описанию очень часто нельзя было установить даже списки одного того же памятника. В нём не всегда правильно указаны листы, на 11

12 poco noti, ma che non erano tali nella loro epoca. Prendo ad esempio il libro sul monaco Sergij Šelopin, la cui vita fu interamente dedicata a un lavoro di tipo bibliografico. Egli creò enormi compendi enciclopedici, cercando ovunque manoscritti, confrontandoli l'uno con l'altro. Il suo sistema di riferimenti incrociati fra una massa di opere non ha analoghi nel suo campo. L'autore del libro su Šelopin ricostruisce la sua biografia, illustrando tutti i metodi del suo lavoro 35. Šelopin si rivela contempoaneamente tradizionalista e innovatore, ma per la sua epoca questo era più la regola che l'eccezione. Non posso non ricordare l'ottimo libro della ricercatrice italiana Maria Cristina Bragone, dedicato ad un poco noto manuale scolastico manoscritto della fine del XVII secolo. Questo è al contempo una pubblicazione ed una ricerca: tutte le righe del manuale nella pubblicazione hanno un numero e per ogni riga l'autore offre un commentario esplicativo 36. Il libro è ben noto agli specialisti in Russia ed è una sorta di modello per i ricercatori. Certo, ve ne sono pochi esemplari, ma ne facciamo copie. Per fortuna, adesso non occorre ricopiarlo a mano come accadeva nel XVII secolo! Il XVII secolo come periodo di transizione Il XVII secolo viene definito non solo come un epoca "nuova", ma anche "di transizione". Verso cosa? Verso la "vera" epoca moderna, l età delle riforme petrine dell'inizio del XVIII secolo, così come la definiscono sia coloro che le studiano, sia chi legge la letteratura di tipo più divulgativo. Questi proprio nel XVII secolo da sempre cercano le cause di queste riforme. Essi sono legati a un dibattito che dura da 150 anni sulla inevitabilità delle trasformazioni petrine e sul prezzo che la Russia ha pagato per esse. Le innovazioni che avvengono nella cultura e nella visione del mondo nel XVII secolo se vengono guardate dal punto di vista delle riforme petrine vengono giudicate dalla storiografia in modo diverso. Alcuni vedono una diretta continuità fra le innovazioni del XVII secolo e le riforme petrine (Pietro procedette per una strada già aperta, S. Platonov). Una ricercatrice contemporanea, ad esempio, scrive: "le riforme di Pietro non costituirono un cambio di corso, ma un'intensificata logica continuazione della politica del padre, lo zar Aleksej Michajlovič" 37. Altri sottolineano che la modernizzazione del paese ebbe inizio già prima di Pietro e che avrebbe potuto procedere in forme più lievi, mentre lo zar Pietro optò per la forza, causando sofferenze e vittime 38. Altri ancora riconoscono che le innovazioni culturali e le riforme sociali которых расположены те или иные известные Брайловскому тексты. Ввиду всего этого большинство произведений поэта не было даже включено в составленный учёным-филологом список его сочинений с 1680 по 1717 г.» (Богданов А.П. Стих торжества. с.19-20). 35 Сапожникова О.С. Русский книжник XVII века Сергей Шелонин. М.,-СПб., Bragone M.K. Alfavitar radi ucenija malych detej. Un abbecedario nella Russia del Seicento//Biblioteca di Studi Slavistici. Firenze University Press Дергачева И.В. «Лекарство душевное» как памятник религиозной антропологической литературы// Человек между царством и империей. Сборник материалов международной конференции./ под ред. М.С. Киселевой. М., С А.П.Богданов, так характеризует время правления царя Федора Алексеевича ( гг.): «Россия представляла собой самодостаточное государство с положительным торговым балансом, признанное на международной арене как мировая держава - в ранге империи. Внутри страны шло ускоренное развитие, позволявшее надеяться на преодоление технического и научного отставания от весьма немногих более передовых, но менее сильных стран Западной и Центральной Европы» (Богданов А.П. Конец «Третьего Рима» и утверждение имперского самосознания накануне крушения московского царства// Человек между царством и империей. Сб. материалов конференции./ под ред. М. С.Киселевой. М., С

13 furono iniziate prima di Pietro, ma finirono in un vicolo cieco. Altri infine individuano alla fine del XVII secolo una crisi di sistema che suscitò una così forte necessità di riforme. Sulla crisi di sistema negli anni '80 hanno parlato storici di punta quali E. Anisimov e A. Kamenskij, ma il XVII secolo per loro era a priori un secolo buio e non hanno sviluppato nessun serio argomento. Adesso la crisi di sistema non viene più ricordata da nessuno, anche se questa semplice spiegazione è rimasta nei manuali. Il XVII secolo come vicolo cieco delle riforme Una delle questioni controverse sui mutamenti della seconda metà del XVII secolo riguarda le innovazioni nel campo dell'istruzione. Fino a quest'epoca in Russia non esisteva l'istituto della scuola come tale, e lo studio si svolgeva mediante insegnanti privati. Nel XVII secolo a Mosca furono fondate alcune scuole per lo studio del greco e del latino e venne inaugurata un'istituzione per l'istruzione superiore, l'accademia slavo-greco-latina. Alcuni ricercatori ritennenero che il fatto stesso dell'esistenza di un istituzione scolastica fosse un segno di uno sviluppo storico positivo 39, altri un vicolo cieco. Cieco perché queste scuole offrivano solo un'istruzione di tipo ecclesiastico 40, mentre il futuro era quello dell'istruzione laica, delle scuole d'ingegneria e matematica. Tuttavia le scuole del XVII secolo, secondo l'opinione degli storici ortodossi, si svilupparono in una rete di seminari e incominciarono a dare un'istruzione ecclesiastica del tutto nuova 41. Lo studio del latino già alla fine del XVII secolo era completata dall'italiano contemporaneo. Esso era necessario innanzitutto per studiare l'arte navale veneziana. Il vicolo cieco di cui si diceva viene individuato non solo nello sviluppo delle scuole, ma anche nella pittura, dove la "parsuna" non si traformò in "ritratto", nonché nella letteratura satirica, nel teatro, che invece con Pietro conobbero una nuova vita. L'idea di un'assenza di prospettive nelle "innovazioni" introdotte nella cultura del XVII secolo oggi viene vista come un errore di approccio metodologico ai documenti (Buseva- Davydova, p. 42). Ogni epoca ha non solo un legame con il futuro, ma è autonoma, è una variante chiusa di orientamenti culturali, validi di per sé. Tuttavia l'idea di una "mancanza di prospettive" viene applicata non solo allo studio della cultura del XVII secolo, ma anche alle riforme condotte negli anni '70-'80 del secolo sotto lo zar Fëdor e la zarina Sofija. Queste riforme hanno cominciato ad essere studiate di per sé, in quanto tali, solo negli ultimi tempi proprio come risultato di un impegnativo lavoro sulle fonti. Il loro studio è un chiaro esempio di quando i ricercatori subiscano l'inflenza della retorica dei testi originali e la seguano in modo acritico. Il fatto è che anche se il fenomeno delle riforme esisteva, nel XVII secolo non veniva chiamato così nelle fonti, e l'introduzione di innovazioni nella vita quotidiana non veniva vissuta positivamente dalla gente. Per questo, quando veniva introdotto qualche cosa di nuovo con un ukaz dello zar, si notava appositamente che era un ritorno ad un passato dimenticato 42. Nell'epoca petrina l'idea di "novità" perse la sua negatività e divenne parte 39 Прилежаев Е.М. Школьное дело в России до Петра Великого и в начале XVIII в.//странник Забелин И.Е. Первое водворение в Москве греколатинской и общей европейской науки//чтения в обществе истории и древностей Российских С.12, 18, Иоанн Экономцев, игумен. Православие. Византия. Россия. М., 1992.С См. Кошелева О.Е., Наседкин Е.Н. Феномен реформ в XVII столетия в России и их интерпретация в XVIII веке// Феномен реформ на западе и востоке Европы в начале Нового времени (XVI-XVIII вв.). Сб. ст. под ред. М.М. Крома и Л.А. Пименовой. СПб.,

14 integrante della politica statale, venendo posta nel 'conveyor' della produzione di innovazioni in tutte le sfere della vita. Nei suoi ukazy Pietro parlava apertamente di rottura con la precedente tradizione. Ma questo non aveva il sostegno della maggior parte della popolazione, che pensava ancora secondo i vecchi schemi, per cui a Pietro toccò spiegare negli ukazy o anche in altro modo ai sudditi l'utilità delle innovazioni, motivarle, facendo esempi e facendo appello al loro intelletto 43. Già durante la vita di Pietro fu assemblato un grande complesso di testi che celebravano il suo governo. Una delle loro principali metafore era quella su Pietro-il costruttore, che costruiva qualche cosa di nuovo dal nulla (la nuova flotta, la nuova capitale, il nuovo esercito, la nuova Accademia e così via). Il concetto che nel periodo pre-petrino in Russia, in generale, non ci fosse nulla eccetto buoni costumi che non ci fossero né l'istruzione, né il commercio, né l'artigianato, né la flotta, né l'esercito, né grandi città continuò ad essere presente in molte opere letterarie e storiche 44, e nella coscienza comune lo è ancora oggi. Si tratta tuttavia di un mito, al quale non credettero i contemporanei, bensì i posteri. Le riforme della seconda metà del XVII secolo, a differenza di quelle di Pietro, non furono circondate dal pathos della retorica dell'innovazione, e rimasero per gli storici di scarso rilievo e senza esito. Attualmente si dedica loro una grande attenzione, si studiano non solo a livello degli atti legislativi, ma anche sul piano della loro realizzazione nella vita (M. Ju. Zenčenko). Si dimostra che esse furono concretizzate e che funzionavano anche in epoca petrina. In connessione con le discussioni sul significato dell'epoca pre-petrina (il regno del fratello maggiore Fëdor Alekseevič) l'evento più significativo è stata l'uscita del libro dello storico P. B. Sedov, con l'eloquente titolo Il tramonto del regno Moscovita. La corte reale del XVII secolo. Sedov ha sistematizzato un ingente materiale fattuale, immettendo nella circolazione scientifica molte nuove fonti. Ciò che più interessa il ricercatore è il rapporto reciproco dei cortigiani e l'influenza di questi o di quei personaggi sulla politica che egli ha cercato di seguire "nei dettagli". Lo zar in sé, che era giovane e malato, viene messo da Sedov fra parentesi. Con questo semplice procedimento egli cancella completamente la concezione affermatasi in epoca sovietica di un rafforzamemento dell'autocrazia, la sua trasformazione in monarchia assoluta e il completo allontanamento dei boiari della duma dall'attività statale. Sedov mostra che il governo era pronto alle riforme, che, però, si realizzarono, a suo avviso, lentamente e in piena dipendenza dagli interessi personali e di clan dei circoli di corte. Le riforme nell'orientamento erano simili a quelle di Pietro, ma solo esternamente perché non toccavano "la vita antico-moscovita", mentre Pietro incominciò con determinazione a distruggerla. Ma senza questa distruzione scrive Sedov la modernizzazione sarebbe stata impossibile. Il libro Il tramonto del regno Moscovita ha provocato un inusuale fiorire di note e recensioni, le opinioni dei cui autori coincidevano: da un lato venivano altamente apprezzati il materiale multiforme e nuovo e la sua sistematizzazione, dall'altro venivano prese le distanze dalle sue conclusioni, artefatte e forzate. L'idea del "tramonto" (che per significato è pari a "crisi di sistema") non veniva condivisa da nessuno dei recensori. Se i sostenitori della 43 Кошелева О.Е., Указотворчество Петра Великого и формирование образа его власти//образы власти на Западе, в Византии и на Руси. Средние века, Новое время/ под ред. М. Бойцова и О.Г. Эксле. М., Подробнее Кошелева О.Е. Изучение петровских реформ в рамках разных парадигм // IV научные чтения памяти Ю.С. Булыгина: Сборник научных трудов / Под ред. Ю.М. Гончарова. Барнаул: Изд-во АлтГУ, С

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