Teoria della Produzione. Prof.ssa Talamo

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1 Teoria della Produzione Prof.ssa Talamo

2 Obiettivi di Apprendimento 1. Definire il costo totale, medio, marginale di produzione in condizioni tecniche di breve e lungo periodo; 2. Collegare i rendimenti di scala all andamento dei costi medi di produzione; 3. Distinguere tra fattori fissi e variabili e spiegare la legge dei rendimenti decrescenti. 2

3 Equilibrio dell Imprenditore Imprenditore agente economico razionale; Massimizzazione del profitto con minimizzazione dei costi; Selezione della tecnica produttiva ottimale: combinazione di fattori produttivi che rende minimo il costo di produzione; Vincoli tecnologici, economici, di mercato. 3

4 La natura delle imprese L'impresa è una organizzazione, posseduta e gestita da privati, specializzata nella produzione La produzione è il processo che combina gli input per ottenere beni e servizi relazione dell'impresa con fornitori (di input), proprietari, Stato e Clienti L'impresa ottiene dai clienti un ricavo.

5 Parte importante del ricavo serve per pagare i fornitori dei fattori produttivi: lavoro, macchinari, materie prime, ecc. Il complesso di questi pagamenti costituisce i costi di produzione Il profitto è dato dalla differenza tra ricavi e costi, cioé profitto = ricavo costi Il profitto, al netto delle imposte (versate allo stato), spetta ai proprietari L'impresa versa le imposte allo Stato, ne deve rispettare le leggi, riceve dei servizi: strade, ponti, ecc., e un sistema giuridico

6 La produzione L'impresa utilizza degli input come lavoro, capitale fisico e umano, terra. L'impresa combina gli input tramite la tecnologia. Noi la consideriamo come un dato, come un vincolo a cui l'impresa è soggetta Tale vincolo è rappresentato dalla funzione di produzione Per ogni diversa combinazione di input, la funzione di produzione indica la quantità massima di prodotto realizzabile in un dato periodo

7 Breve e lungo periodo Per modificare il proprio livello di produzione, tipicamente una impresa deve modificare il livello di input utilizzati Si definisce lungo periodo, un periodo di tempo nel quale l'impresa ha la possibilità di modificare tutti i suoi fattori di produzione

8 Si definisce breve periodo, un periodo di tempo nel quale almeno uno dei fattori di produzione non può essere modificato Gli input che non si possono variare nel breve periodo sono detti input fissi. Un input che non sia fisso si definisce input variabile Nel LP tutti gli input sono variabili Nel BP almeno un input è fisso

9 La produzione nel breve periodo Prodotto totale: quantità massima di prodotto che si può ottenere con una data combinazione di input

10 Ogni unità aggiuntiva di Q che si ottiene con una unità aggiuntiva di L si defnisce prodotto ( MPL ) marginale del lavoro Il prodotto marginale del lavoro è dato dal rapporto tra la variazione del prodotto totale ( Q) e la variazione del numero di lavoratori ( L).

11 Funzione Costi di lungo e breve periodo La funzione di costo rappresenta il costo minimo che deve essere sostenuto per produrre una data quantità di output; Funzione costo di Breve periodo: variando solo l impiego di fattori variabili; dipende dai prezzi dei fattori e dalla quantità disponibile dei fattori fissi; Funzione costo lungo periodo: esprime il costo minimo che deve essere sostenuto per produrre una data quantità di output, variando l impiego di tutti i fattori produttivi; dipende esclusivamente dalla quantità di output che l impresa intende produrre e dai prezzi dei fattori. 11

12 Breve periodo Costo Fisso è costante nel breve periodo Curve con forma a U che rispecchia la legge dei rendimenti di scala decrescenti. Si ha infatti una fase crescente di produttività dell input variabile e quindi costi decrescenti seguita poi da una fase di produttività decrescente e con costi crescenti. Tra queste due fasi si ha un punto in corrispondenza del quale i costi medi sono al punto di minimo e quando questo punto è raggiunto l impianto sarà utilizzato a livello ottimale. 12

13 Caratteristiche dei Costi Medi I costi medi fissi decrescono all aumentare dell output; Costi medi variabili da un certo punto in poi crescono all aumentare dell output, La combinazione di questi due effetti dà luogo alla curva del costo medio con forma a U. 13

14 Costi Marginali Quale sarà la variazione dei costi se l output varia di una quantità Y? La curva del costo marginale interseca la curva del costo medio variabile in corrispondenza del suo punto di minimo. 14

15 I costi totali Costo fisso totale (TFC): costo di tutti i fattori fissi Costo variabile totale (TVC): costo di tutti i fattori variabili Costo totale (TC): somma di tutti i costi fissi e costi variabili TC = TFC + TVC

16 I costi medi Indicano i costi per unità di prodotto Costo fisso medio: costo medio di tutti i fattori fissi. CFM = TFC/Q Q: quantità di prodotto CFM diminuisce sempre all'aumentare della produzione

17 Costo variabile medio (CVM): costo medio di tutti i fattori variabili. CVM = TVC/Q Q: quantità di prodotto CVM può aumentare o diminuire all'aumentare della produzione. Tipicamente ha una forma a U ( crescente (prima decrescente poi Costo totale medio (CTM): costo medio di tutti i fattori. CTM = TC/Q Q: quantità di prodotto

18 Perchè? Questo andamento riflette l'andamento del rendimento marginale del lavoro (MPL). Inizialmente, MPL è crescente (cioè i primi lavoratori aggiunti danno un rendimento marginale maggiore dei ( presenti lavoratori già Quindi, inizialmente, per ottenere una unità aggiuntiva di prodotto si deve aggiungere una quantità inferiore di lavoro. Quindi, MC inizialmente diminuisce (essendo MC la variazione di costo totale associata alla produzione di una ( aggiuntiva unità Finchè MPL aumenta, MC diminuisce Proseguendo, all'aumentare di Q la situazione si ribalta... Finchè... MPL diminuisce, MC aumenta

19 Funzione di produzione di lungo periodo indica il massimo ammontare di output producibile, con la tecnologia nota, per ogni combinazione di lavoratori e di impianti impiegata nella produzione di un bene, X = ƒ(l,k) l imprenditore può scegliere liberamente il livello di impiego di L e di K; 19

20 Costo Medio e Rendimenti di Scala 1. La produzione è caratterizzata da rendimenti di scala crescenti (economie scala) quando al crescere della quantità prodotta il costo medio (di lungo periodo) diminuisce. 2. La produzione è caratterizzata da rendimenti di scala decrescenti (diseconomie di scala) se al crescere della quantità prodotta il costo medio aumenta; 3. La produzione è caratterizzata da rendimenti di scala costanti, se al variare della produzione il costo medio rimane costante. 20

21 Relazione tra costi di breve e lungo periodo La curva CTL è l inviluppo delle curve dei CT breve periodo che si ottengono facendo variare K. 21

22 Terza Parte PROFITTO Definizione contabile: si considerano solo i costi espliciti profitto contabile = ricavo totale costi contabili Definizione economica: si considerano i costi espliciti ( opportunità ed i costi impliciti (cioè il costo 22

23 Il livello di produzione che massimizza il profitto Problema dell'impresa: scegliere il livello di produzione che le permette di ottenere il massimo profitto possibile L'approccio del ricavo totale e del costo totale Si deve calcolare il profitto = TR TC 23

24 L'approccio del ricavo marginale e del costo marginale A seguito dell aumento del ricavo per incremento unitario della quantità prodotta. Ricavo marginale (MR): rapporto tra la variazione del ricavo totale ( TR) e la variazione della produzione ( Q). MR = TR/ Q 24

25 MR può essere positivo o negativo: Se MR > 0, un aumento della produzione fa aumentare TR Se MR < 0, un aumento della produzione fa diminuire TR l'impresa, per vendere unità aggiuntive di prodotto deve diminuire il prezzo. Quindi, questo avrà un effetto positivo su TR (poiché l'impresa vende di più), e un effetto negativo su TR (poiché l'impresa deve abbassare il prezzo). MR è inferiore al prezzo che l'impresa può praticare per il nuovo livello di produzione: Perchè? Perchè l'impresa, per vendere unità aggiuntive di prodotto deve diminuire il prezzo. 25

26 L'utilizzo di MR e MC per massimizzare il profitto Per individuare la quantità di prodotto che massimizza il profitto, bisogna applicare le seguenti regole: Un incremento di Q fa aumentare il profitto se MR > MC Un incremento di Q fa diminuire il profitto se MR < MC Se MR > MC, l'impresa ha convenienza ad espandere la produzione Se MR < MC, l'impresa ha convenienza a ridurre la produzione 26

27 La massimizzazione del profitto 1. Per massimizzare il profitto: L'impresa dovrebbe scegliere il livello di Q in corrispondenza del quale è massima la distanza verticale tra TR e TC; 2. L'impresa dovrebbe scegliere il livello di Q in corrispondenza del quale è MR=MC, l'approccio marginalista al profitto 27

28 Perdita di impresa se un impresa, per ogni livello di produzione, ha TR < TC, cosa dovrebbe fare? Risposta: dipende dall'orizzonte temporale Breve periodo: l'impresa deve sostenere i costi fissi.l'impresa ha convenienza a produrre ad un livello pari a Q*, piuttosto che non produrre affatto. In corrispondenza di Q*, TR > TVC, e la distanza tra TC e TR è minima. L impresa, producendo, riesce almeno a coprire i costi variabili (TR > TVC) e, così facendo, riduce le perdite, in particolare perché riesce a coprire una parte del costo fisso, che altrimenti dovrebbe subire completamente. Quando l impresa si trova in Q*, le perdite sono ridotte al.( TR minimo (minima distanza verticale tra TC e Se TR > TVC, l'impresa continua a produrre Se TR < TVC, l'impresa dovrebbe cessare l'attività Se TR = TVC, l'impresa è indifferente 28

29 non ci sono costi fissi. Lungo periodo Se l'impresa decide di non produrre nulla, avrà costi nulli (e ricavi nulli, e profitti nulli). L'impresa quindi decide di uscire se, nel LP, ottiene profitti negativi. 29

30 I rendimenti marginali del lavoro Quando il prodotto marginale è crescente, siamo in presenza di rendimenti crescenti del fattore lavoro Perchè? Ad es. perché inizialmente si può sfruttare meglio la specializzazione del lavoro. Un lavoratore aggiuntivo rende più produttivi gli altri lavoratori Quando è decrescente, siamo in presenza di rendimenti decrescenti del fattore lavoro Perchè? Ad es. perché man mano i lavoratori diventano troppi in relazione al fattore fisso

31 Quest'ultimo aspetto può essere generalizzato La legge dei rendimenti (marginali) decrescenti afferma che, quando la quantità di un fattore aumenta in presenza di una quantità fissa di tutti gli altri fattori, il prodotto marginale di questo fattore tenderà a diminuire. I costi L'aspetto dei costi è fondamentale per la attività di una impresa. Una impresa tipicamente cercherà di mantere i propri costi al livello minimo (essendo ( costi profitto=ricavi

32 Il concetto di costo opportunità si applica anche all'impresa Il costo totale di produzione di una impresa corrisponde al costo opportunità sostenuto dai proprietari: comprende tutto ciò che devono sacrificare per realizzare una certa quantità di prodotto Cosa includere nei costi di produzione? Alcuni costi non sono rilevanti: es. costi irrecuperabili (sunk costs). Costi sostenuti a prescindere dalla produzione futura di un bene. Es. costi di ricerca sugli effetti di un nuovo prodotto.

33 I costi rilevanti per la decisione di produrre una merce sono i costi di produzione e commercializzazione di quella merce. I costi di una impresa comprendono costi espliciti e costi impliciti Costi espliciti: salari dei dipendenti, costo delle materie prime, ecc. Costi impliciti: costi opportunità della terra del proprietario, c.o. del denaro e del tempo del proprietario, ecc. Se un individuo avvia una impresa, il costo opportunità di questa decisione è quanto avrebbe potuto ottenere avviando, ad es. una impresa in un altro settore.

34 I costi di breve periodo L'impresa affronta la questione dei costi su diversi orizzonti temporali. Iniziamo dallo studio dei costi nel breve periodo (BP), in cui almeno uno dei fattori di produzione è fisso. I costi degli input fissi si definiscono costi fissi. I costi fissi non dipendono dalla quantità prodotta I costi degli input variabili si definiscono costi variabili. I costi variabili dipendono dalla quantità prodotta

35 I costi totali Costo fisso totale (TFC): costo di tutti i fattori fissi Costo variabile totale (TVC): costo di tutti i fattori variabili Costo totale (TC): somma di tutti i costi fissi e costi variabili TC = TFC + TVC

36 I costi medi Indicano i costi per unità di prodotto Costo fisso medio (CMEDIO): costo medio di tutti i fattori fissi. CMEDIO = TFC/Q Q: quantità di prodotto diminuisce sempre all'aumentare della produzione

37 Costo variabile medio (AVC): costo medio di tutti i fattori variabili. AVC = TVC/Q Q: quantità di prodotto AVC può aumentare o diminuire all'aumentare della produzione. Tipicamente ha una forma a U ( crescente (prima decrescente poi Costo totale medio (ATC): costo medio di tutti i fattori. ATC = TC/Q Q: quantità di prodotto

38 Costo marginale (MC): rapporto tra la variazione del costo totale e la variazione della produzione. MC = TC/ Q Q: variazione della quantità di prodotto Vedi Tabella 3 Il motivo della forma della curva di MC (1) Il MC è pari alla pendenza della curva di TC si nota che la pendenza (che è sempre positiva) è inizialmente decrescente e poi crescente

39 Perchè? Questo andamento riflette l'andamento del rendimento marginale del lavoro (MPL). Inizialmente, MPL è crescente (cioè i primi lavoratori aggiunti danno un rendimento marginale maggiore dei ( presenti lavoratori già Quindi, inizialmente, per ottenere una unità aggiuntiva di prodotto si deve aggiungere una quantità inferiore di lavoro. Quindi, MC inizialmente diminuisce (essendo MC la variazione di costo totale associata alla produzione di una ( aggiuntiva unità Finchè MPL aumenta, MC diminuisce Proseguendo, all'aumentare di Q la situazione si ribalta... Finchè... MPL diminuisce, MC aumenta

40 (2) Relazione tra costi marginali e costi medi la curva di MC e ATC/AVC inizialmente scendono e poi risalgono La curva MC è inizialmente sotto le curve di ATC e AVC, poi passa sopra La curva MC taglia le curve di ATC e AVC nel ( minimo loro punto più basso (punto di

41 ( LP ) Produzione e costi nel lungo periodo Nel LP non ci sono costi fissi, tutti i costi sono variabili L'impresa deve decidere quale combinazione di input utilizzare per ogni livello possibile di produzione. La regola che l'impresa seguirà, essendo interessata a massimizzare i profitti, sarà di cercare di produrre ogni quantità al minor costo

42 Questo concetto si può generalizzare: si può definire per ogni livello di produzione il costo totale di lungo periodo (LRTC), cioè il minore costo di produzione di ciascuna quantità. E' possibile definire anche il costo medio totale di lungo periodo (LRATC), dato da: LRATC = LRTC/Q

43 In generale... LRTC sarà sempre minore o uguale a TC (LRTC ( TC Stesso discorso per i costi medi... (LRATC ( ATC Essendo LRATC = LRTC/Q e LRATC = ATC/Q Relazione grafica tra LRATC e LRTC Ogni curva ATC è tracciata per un dato impianto (nome che indica gli input ( fissi Possiamo dire dunque che, nel LP, un'impresa è in grado di scegliere impianti diversi.

44 Quindi, graficamente, noi possiamo tracciare tante curve ATC quanti sono gli impianti disponibili L'impresa, nel LP, sceglierà di posizionarsi per ogni livello di produzione, sulla curva ATC più bassa. La curva LRATC si ottiene unendo le parti più basse di ciascuna curva ATC per ogni livello di produzione Potremmo anche dire: nel BP l'impresa si muove su una data curva ATC, nel LP, l'impresa si muove tra diverse curve ATC

45 La forma della curva LRATC la curva LRATC è liscia (caso in cui l'impresa può scegliere tra un numero molto elevato di impianti). L'andamento è a U : inizialmente il costo medio di LP diminuisce, poi rimane costante, poi aumenta. Questo è quello che accade in molte industrie Le economie di scala Si hanno economie di scala quando, all'aumentare della produzione, il costo ( decrescente unitario diminuisce (LRATC

46 Affinchè questo accada è necessario che, all'aumentare della produzione, il costo di produzione aumenti in misura meno che proporzionale Es. se la produzione raddoppia, il costo di produzione aumenta di meno del doppio. Quando è possibile realizzare economie di scala? Specializzazione: all'aumentare della produzione, i lavoratori man mano si specilizzano, diventando più produttivi. Tipicamente questo accade a livelli bassi di produzione

47 Utilizzo di fattori fissi in blocco (indivisibilità): tipicamente i macchinari sono utilizzabili in quantità intere (non si può ad esempio utilizzare mezzo forno, mezzo apparecchio radiografico, (. ecc In questo caso, per livelli di produzione bassi, il macchinario inciderà molto sul costo unitario. Man mano che si aumenta la produzione, l'incidenza sarà minore. Quindi, per livelli bassi di produzione, l'impatto su LRATC sarà elevato, ma tenderà a diminuire per livelli crescenti di produzione.

48 Le diseconomie di scala Si hanno diseconomie di scala quando, all'aumentare della ( crescente produzione, il costo unitario aumenta (LRATC Intuizione: le grandi dimensioni creano problemi..in particolare di natura organizzativa e burocratica I rendimenti costanti di scala Si hanno rendimenti di scala costanti, all'aumentare della ( piatta produzione, il costo unitario rimane costante (LRATC Situazione intermedia: i benefici delle economie di scala sono terminati, e gli effetti delle diseconomie di scala non si sono ancora fatti sentire

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