ANALISI DI CONTESTO PROGETTO REBIR

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1 Servizio Ambiente Ufficio Sviluppo Sostenibile e Agenda 21 ANALISI DI CONTESTO PROGETTO REBIR RISPARMIO ENERGETICO, BIOEDILIZIA, RIUSO PROVINCIA DI LUCCA Rapporto finale Consulenza ed assistenza Gennaio 2010

2 INDICE PREMESSA... 4 INTRODUZIONE... 5 PARTE I EDILIZIA SOSTENIBILE: STATO DELL ARTE COS È L EDILIZIA SOSTENIBILE? IL QUADRO POLITICO E NORMATIVO E GLI STRUMENTI DI RIFERIMENTO La gestione del territorio La progettazione degli edifici I materiali e i prodotti per l edilizia LA VALUTAZIONE DEL CICLO DI VITA DELL ATTIVITÀ EDILIZIA Orientamenti normativi internazionali e nazionali Le applicazioni dell LCA in edilizia I benefici ambientali conseguibili attraverso l applicazione dell LCA in edilizia I PRODOTTI E I SERVIZI PER L EDILIZIA SOSTENIBILE La certificazione ambientale degli edifici La certificazione energetica degli edifici La progettazione sostenibile e le tecnologie costruttive I prodotti per la bioedilizia Le scelte impiantistiche La gestione sostenibile dei cantieri Il riutilizzo e il riciclaggio dei materiali in edilizia BUONE PRATICHE DI EDILIZIA SOSTENIBILE IN ITALIA Metadistretto della bioedilizia Treviso Distretto dell edilizia sostenibile Puglia Distretto Tecnologico Energia Ambiente, Habitech Trentino Environment Park, Osservatorio Bioedilizia Torino Capitolato speciale per la bioedilizia Veneto Integrazioni al Regolamento Edilizio Comunale con i criteri dell edilizia sostenibile Toscana Rapporto ON-RE 2009: l innovazione energetica nei regolamenti edilizi comunali Capitolato speciale per l utilizzo di materiali inerti riciclati da costruzione e demolizione - Toscana Banca dati MATREC Progetto BUY SMART Programma RECinert e filiera RI-inerte Progetto VAMP Emilia Romagna...36 PARTE II LA SITUAZIONE IN PROVINCIA DI LUCCA IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI IN PROVINCIA DI LUCCA I PRODOTTI E I SERVIZI PER L EDILIZIA SOSTENIBILE IN PROVINCIA DI LUCCA...38 PAGINA: 2 di 78

3 3 LE BUONE PRATICHE DI EDILIZIA SOSTENIBILE IN PROVINCIA DI LUCCA...43 PARTE III EDILIZIA SOSTENIBILE E RIFIUTI RIFIUTI E ATTIVITÀ EDILIZIA: INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA Le quantità in gioco e le potenzialità di recupero I benefici ambientali del recupero e riciclaggio dei rifiuti da costruzione e demolizione I riferimenti normativi GLI AMBITI DI INTERVENTO PER LA RIDUZIONE, IL RECUPERO E IL RICICLAGGIO DEI RIFIUTI NELL ATTIVITÀ EDILIZIA Ciclo dell edilizia e rifiuti Gli ambiti di intervento per la prevenzione e riduzione della produzione di rifiuti da costruzione e demolizione La prevenzione della produzione di rifiuti da costruzione e demolizione Il riutilizzo dei rifiuti da costruzione e demolizione Il riciclaggio dei rifiuti da costruzione e demolizione Il riciclaggio dei rifiuti nella produzione di materiali per l edilizia LA GESTIONE DEI RIFIUTI DA COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE IN PROVINCIA DI LUCCA La produzione di rifiuti da costruzione e demolizione Il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti da costruzione e demolizione...72 PAGINA: 3 di 78

4 PREMESSA Il progetto REBIR, al fine di analizzare le potenzialità applicative della bioarchitettura e della bioedilizia e di evidenziare i benefici ambientali conseguibili attraverso una loro ampia diffusione in provincia di Lucca, prevede lo sviluppo di una analisi del comparto dell edilizia e delle condizioni di contesto per l applicazione di queste tecniche sul territorio provinciale, anche attraverso l applicazione delle tecniche di valutazione del ciclo di vita (LCA). In particolare, l analisi dovrà consentire di: 1) valutare lo stato dell arte dei prodotti e dei servizi identificati sostenibili in base a documentazione tecnico-scientifica da reperire in ambito nazionale ed internazionale; 2) comparare la sostenibilità di alcuni prodotti/servizi utilizzati nel cantiere scuola (azione 1) e nel contesto provinciale con quanto è applicabile in base all analisi delle esperienza analoghe in ambito nazionale ed internazionale; 3) identificare i punti di forza e di debolezza per l applicazione della bioarchitettura e della bioedilizia in provincia di Lucca, risultando così funzionale ad individuare gli ambiti di intervento per promuoverne la più ampia diffusione. PAGINA: 4 di 78

5 INTRODUZIONE Gli impatti ambientali generati dal settore edilizio sono i più incidenti rispetto a qualunque altra attività umana. Circa il 40% dei materiali utilizzati ogni anno dall economia mondiale riguarda le costruzioni e si tratta di 3 miliardi di tonnellate di materie prime; un quarto del legno tagliato ogni anno viene utilizzato per le costruzioni; tra il 15 e il 40% del contenuto delle discariche negli Stati Uniti è costituito da scarti dell attività edilizia 1. In Europa, il riscaldamento e l illuminazione degli edifici assorbono la maggior parte del consumo di energia (42%, di cui il 70% per il riscaldamento) e producono il 35% delle emissioni complessive di gas serra; inoltre gli edifici e l ambiente costruito utilizzano la metà dei materiali estratti dalla crosta terrestre e producono ogni anno 450 milioni di tonnellate di rifiuti da costruzione e da demolizione, ossia più di un quarto di tutti i rifiuti prodotti 2. Cresce inoltre progressivamente la complessità di questa tipologia di rifiuto 3, per la crescente varietà dei materiali utilizzati negli edifici. Ciò limita le possibilità di riutilizzo e di riciclo (il cui tasso è attualmente pari appena al 28% circa) e rende necessaria la costruzione di discariche e l'ulteriore estrazione di minerali. Senza dimenticare i consumi di acqua e la produzione di acque reflue durante l uso dell edificio: in Europa il 21% dei consumi idrici sono da attribuire agli usi civili 4. Il mercato della costruzione in Europa rappresenta il 10% del PIL e il 7% della manodopera. Anche in Italia il mercato dell edilizia nel suo insieme rappresenta una percentuale significativa del PIL (negli ultimi anni, tra il 13,5 e il 14,5%). Le tecnologie e i materiali per migliorare l efficienza delle costruzione sono già disponibili sul mercato a prezzi competitivi. Applicando le tecnologie costruttive ad oggi disponibili, è già possibile conseguire una riduzione dei consumi energetici del 50% rispetto all edilizia convenzionale. Per conseguire un ampia diffusione di queste tecnologie e materiali nelle ristrutturazioni e nelle nuove costruzioni, tuttavia, sono necessari investimenti formativi su larga scala per sviluppare le necessarie capacità e competenze. Per migliorare l efficienza energetica e le prestazioni ambientali delle costruzioni, un ruolo importante può essere svolto dagli enti locali, nel loro ruolo di pianificazione e regolamentazione dell attività edilizia. La Germania, per esempio, ha attivato un programma di ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente per migliorarne l efficienza energetica. Ad oggi, grazie a questo programma sono stati ristrutturati oltre appartamenti, sono stati creati nuovi posti di lavoro e altri posti di lavoro sono stati mantenuti 5. Il mercato molto ampio dell edilizia sostenibile copre sia gli aspetti ambientali (per es. apparecchi elettrici e impianti di riscaldamento efficienti), sia quelli riguardanti la salute degli utenti (per es. la qualità dell'aria all'interno degli edifici) o il loro benessere (per es. l'autonomia delle persone anziane). Esso comprende lo sviluppo di soluzioni sostenibili per l'edilizia residenziale e non residenziale e per le infrastrutture. Un coordinamento insufficiente della regolamentazione, non soltanto al livello dell'ue ma più specificamente a livello nazionale nel settore della costruzione, associato ad una struttura principalmente locale delle imprese, determina un onere amministrativo considerevole e un forte frazionamento del mercato della costruzione sostenibile. Non sono conosciute a sufficienza le 1 Hawken Paul, Lovins Amory, Lovins Junter L., Capitalismo naturale. La prossima rivoluzione industriale, Edizioni Ambiente, Commissione delle Comunità Europee, Verso una strategia tematica sull ambiente urbano, COM(2004)60, COM(2003) 301 def. 4 EEA Report No 2/ UNEP, Global Green New Deal, Policy Brief, March 2009 PAGINA: 5 di 78

6 possibilità offerte dall'attuale quadro giuridico in materia di appalti pubblici, che potrebbero favorire la domanda di soluzioni innovative. Inoltre, un approccio anticipatore è indispensabile, per quanto riguarda sia la regolamentazione che le decisioni in materia di appalti pubblici 6. 6 Communication "A lead market initiative for Europe" - COM(2007)860 PAGINA: 6 di 78

7 PARTE I EDILIZIA SOSTENIBILE: STATO DELL ARTE 1 COS È L EDILIZIA SOSTENIBILE? Per definire cosa si intende per edilizia sostenibile possiamo fare riferimento alla definizione introdotta nello schema di legge regionale per l edilizia sostenibile elaborato dal Gruppo di lavoro interregionale edilizia sostenibile nell ambito delle attività che hanno portato alla definizione del Protocollo ITACA 7, approvato dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome nel marzo 2007: 1. Ai fini della presente legge sono interventi di edilizia sostenibile gli interventi in edilizia pubblica o privata, denominati anche edilizia naturale, ecologica, bioetico-compatibile, bioecologica, bioedilizia e simili, che soddisfano i seguenti requisiti: a) sono progettati, realizzati e gestiti secondo un elevata qualità e criteri avanzati di compatibilità ambientale e di sviluppo sostenibile, in modo tale da soddisfare le necessità del presente senza compromettere quelle delle future generazioni; b) hanno l obiettivo di minimizzare i consumi dell energia e delle risorse ambientali in generale, nonché di contenere gli impatti complessivi sull ambiente e sul territorio; c) sono concepiti e realizzati in maniera tale da garantire il benessere e la salute degli occupanti; d) tutelano l identità storica degli agglomerati urbani e favoriscono il mantenimento dei caratteri storici e tipologici legati alla tradizione degli edifici; e) promuovono e sperimentano sistemi edilizi a costi contenuti in riferimento al ciclo di vita dell edificio, anche attraverso l utilizzo di metodologie innovative e/o sperimentali. 2. Ai fini della presente legge, sono definiti altresì: a) fattori climatici: le precipitazioni atmosferiche, la temperatura dell aria, l umidità, l irradiazione solare, la ventosità, che agiscono sull edificio e di cui occorre tener conto nella progettazione; b) fattori ambientali naturali: la topografia, il suolo, il sottosuolo, le risorse idriche, il verde, l aria, che interagiscono con il progetto modificandosi; c) fattori di rischio ambientale artificiali: l inquinamento dell aria, del suolo e dell acqua, nonché le alterazioni dell ambiente prodotte da sorgenti sonore, campi elettromagnetici e dispersione notturna della luce verso la volta celeste; d) ciclo di vita di un edificio o di un prodotto: l impatto prodotto sull ambiente nel corso della sua storia, dalle fasi di estrazione e lavorazione delle materie prime alla fabbricazione del prodotto, trasporto, distribuzione, uso ed eventuale riuso, nonché raccolta, stoccaggio, recupero e smaltimento finale che ne deriva. Facendo riferimento a questa definizione, nei paragrafi seguenti si fornisce una panoramica dei principali riferimenti normativi e metodologici per il settore, nonché una rassegna di buone pratiche realizzate in ambito nazionale. 7 Per approfondimenti: PAGINA: 7 di 78

8 2 IL QUADRO POLITICO E NORMATIVO E GLI STRUMENTI DI RIFERIMENTO 2.1 La gestione del territorio Il primo importante ambito di intervento per promuovere l applicazione dell edilizia sostenibile è da individuare nelle strategie e negli strumenti per la gestione del territorio, con particolare riferimento all ambiente urbano. Una pianificazione e una gestione integrata e sostenibile dell ambiente urbano sono infatti un pre-requisito importante per favorire l utilizzo delle tecniche di edilizia sostenibile. Nella Strategia europea Tematica sull Ambiente Urbano, adottata nel Gennaio 2006 nella forma di Comunicazione 8, troviamo un riferimento autorevole, attraverso il quale l'ue ha inteso rafforzare il contributo della politica ambientale allo sviluppo sostenibile delle aree urbane, in particolare orientando le misure da sviluppare lungo quattro assi: gestione urbana sostenibile, trasporto urbano sostenibile, urbanistica sostenibile, costruzione urbana sostenibile. In particolare, la Strategia individua nei Piani di gestione urbana sostenibile lo strumento che gli agglomerati superiori ai abitanti dovrebbero definire per perseguire uno sviluppo urbanistico sostenibile del territorio, intesi come Piani, e sistemi per la loro gestione continua, che mettano al centro della loro elaborazione le politiche ambientali, che sappiano affrontarle in modo integrato (tra loro e con le atre politiche), dotando così la comunità locali di una strategia di sviluppo sostenibile, con obiettivi chiaramente definiti, consultazione pubblica, accettazione delle responsabilità, procedure di monitoraggio dei progressi compiuti, revisione, audit e rendicontazione 9. Altro strumento importante per promuovere una gestione sostenibile del territorio è inoltre rappresentato dalla Valutazione ambientale di piani e programmi, generalmente denominata Valutazione Ambientale Strategica (VAS), introdotta a livello europeo con la Direttiva 2001/42/CE, concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull ambiente. La valutazione ambientale strategica costituisce un processo sistematico per valutare le conseguenze ambientali di politiche, piani e programmi, con il fine di assicurare che gli effetti ambientali siano completamente inclusi e affrontati in maniera appropriata fin dalle prime fasi del processo decisionale, alla pari con le considerazioni economiche e sociali. La procedura di valutazione ambientale strategica è stata sperimentata nel corso degli ultimi venti anni, sulla base di obblighi normativi nazionali o regionali o come atto volontario. Nel complesso, ambiti di applicazione, approcci, contenuti e metodologie sono stati molto diversificati, in funzione degli oggetti di valutazione, del livello del processo decisionale, degli indirizzi normativi e politici o delle singole scelte tecniche. Con l approvazione della Direttiva 2001/42/CE, la procedura di VAS è stata codificata a livello europeo, definendone gli ambiti di applicazione e alcuni elementi comuni sotto il profilo metodologico e di gestione del processo. La VAS è stata quindi introdotta come procedura cogente per tutti gli stati membri a partire dal La direttiva prevede che nella valutazione ambientale strategica siano individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l'attuazione del piano o del programma potrebbe avere sull'ambiente nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell'ambito territoriale del piano o del programma. In Italia la VAS è stata introdotta con il Dlgs 152/2006 recante Norme in materia ambientale. Per quanto riguarda la Regione Toscana, essa aveva prodotto già a partire dal 1995, quindi in anticipo rispetto all approvazione della Direttiva 2001/42/CE, una legge sul governo del territorio che, 8 COM(2005)718 definitivo, Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo relativa ad una Strategia tematica sull ambiente urbano {SEC(2006) 16}. 9 South-EU Urban ENVIPLANS, Linee Guida Enviplans, la pianificazione e la gestione integrata e sostenibile dell ambiente urbano. Su: PAGINA: 8 di 78

9 innovando consistentemente la prassi di pianificazione territoriale dei vari livelli di governo, aveva, di fatto, introdotto la Valutazione Ambientale Strategica (denominata nella legge valutazione degli effetti ambientali) degli strumenti urbanistici. Nel 2005, con la LR n. 1/2005 è stata riformata la LR n. 5/1995, riaffermando i principi già contenuti nel testo precedente ma perseguendone al tempo stesso l evoluzione, in particolare con riferimento al recepimento della Direttiva 2001/42/CE. La nuova legge regionale sul governo del territorio introduce così l obbligo di sottoporre gli strumenti urbanistici ad una valutazione integrata degli effetti territoriali, ambientali, sociali ed economici e sulla salute umana. Con DGR 9 febbraio 2007, n. 4/R la Regione ha quindi emanato il relativo Regolamento di attuazione, definendo la procedura e le modalità tecniche per l applicazione della valutazione integrata. 2.2 La progettazione degli edifici La progettazione degli edifici è senza dubbio il tema centrale e l ambito fondamentale di intervento per promuovere l applicazione dell edilizia sostenibile. La particolarità e difficoltà, quando si progetta e costruisce un edificio con l obiettivo della sostenibilità ambientale, è di avere come oggetto un elemento centrale e nodale tra la scala territoriale e la scala del componente edilizio. Nella progettazione e costruzione di un edificio occorre infatti confrontarsi con il contesto, con le relazioni urbane, con il clima: quindi operare un controllo degli aspetti macroambientali. Nello stesso tempo, quando si progetta e costruisce un edificio occorre scegliere i materiali, le tecnologie costruttive e verificare la qualità indoor: quindi operare un controllo degli aspetti microambientali 10. Data la complessità di questo approccio progettuale, il settore edilizio ha da tempo manifestato l esigenza di avere a disposizione strumenti di supporto alla progettazione ambientale e di valutazione dell edificio progettato. La risposta a queste esigenze è stata soddisfatta, in questi anni, tramite percorsi vicini a una impostazione progettante. Si sono andati definendo, in maniera prima spontanea, poi sempre più formalizzata, requisiti e criteri progettuali orientati alla sostenibilità (risparmio energetico, risparmio e recupero dell acqua, riciclaggio dei materiali), che hanno poi portato alla costruzione di veri e propri framework di criteri progettuali 11. A partire da questi elenchi di requisiti sono quindi nati strumenti di valutazione multicriteri, definiti sistemi a punteggio (BREEAM 12, LEED 13, HQE 14, GBTool 15, Protocollo di Itaca ecc.), che associano a tali criteri un punteggio di merito, in base al grado di soddisfazione del requisito verificato tramite indicatori. Gli strumenti di valutazione a punteggio hanno costituito una risposta semplice, accessibile e facilmente diffondibile, adatta alle esigenze del mercato e degli operatori di settore. A livello internazionale l elaborazione dei sistemi a punteggio è nata per sollecitazione dei costruttori, che hanno manifestato l esigenza di certificare la realizzazione di edifici ad alte prestazioni energetiche e a basso impatto ambientale, sulla base di riferimenti consolidati e con l avallo di strutture di riferimento affidabili: il BREEAM e il LEED, che sono gli unici veri e propri sistemi di certificazione ambientale degli edifici, hanno riscontrato un notevole successo proprio dal mercato. Anche gli utenti finali, e soprattutto i grandi investitori immobiliari, hanno manifestato l esigenza di strumenti di garanzia della qualità degli edifici acquistati. 10 Lavagna M., Life Cycle Assessment in edilizia, Hoepli, Adattemento da testo a cura di Monica Lavagna. In: PAGINA: 9 di 78

10 In Italia, nel 2001 si è costituito presso I.T.A.C.A. (Istituto per la trasparenza, l aggiornamento e la certificazione degli appalti) un gruppo di lavoro interregionale, coordinato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, che ha affrontato le tematiche della edilizia sostenibile confrontando le varie esperienze delle Regioni. Il gruppo ha predisposto un sistema per la valutazione della ecosostenibilità degli edifici, denominato Protocollo ITACA, basato sui principi del metodo internazionale Green Building Challenge (G.B.C) (vedi scheda di approfondimento). La Regione Toscana, partendo da questa esperienza, ha definito delle proprie Linee guida per l edilizia sostenibile in Toscana, approvate con delibera regionale n. 322 del , che definiscono un sistema di valutazione per descrivere il livello di eco-efficienza degli edifici, nonché i criteri relativi ai materiali e alle opere da privilegiare per un edilizia sostenibile. Il metodo, così come il protocollo ITACA e gli altri riferimenti metodologici da cui deriva, si basa su criteri prestazionali: per ogni requisito di carattere energetico-ambientale si valuta, attraverso sistemi prevalentemente quantitativi, il grado di rispondenza delle prestazioni del fabbricato o del progetto al requisito. Successivamente si dà un peso a ciascun requisito al fine di giungere ad una valutazione finale pesata. Un elemento importante per l effettiva applicazione di questo metodo di valutazione, così come, più in generale, di criteri di edilizia sostenibile nella progettazione e costruzione degli edifici, è dato dal recepimento di tali metodi e criteri nell ambito dei Regolamenti Edilizi degli Enti locali. In Italia, le Pubbliche Amministrazioni hanno da tempo manifestato l esigenza di inserire nei regolamenti edilizi criteri di sostenibilità per gli interventi sul territorio, di definire criteri di sostenibilità per l assegnazione di premi di volumetria o incentivi alle costruzioni sostenibili e di avere strumenti di valutazione per la verifica del soddisfacimento di tali criteri e la stesura di graduatorie di merito. Numerose sono ormai le esperienze applicative. In Toscana, la Rete delle Agende 21 Locali, nell'ambito delle attività di uno specifico gruppo di lavoro Edilizia Sostenibile, insieme a Regione Toscana e ad alcuni Enti locali, ha anche elaborato un insieme di proposte di Integrazioni al Regolamento Edilizio Comunale con i criteri dell'edilizia sostenibile 16. Il protocollo ITACA Con la costituzione di uno specifico gruppo di lavoro, nel 2001, ITACA (Istituto per l innovazione e trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale) ha avviato un confronto tra le regioni italiane per la formulazione di una serie di regole condivise con le quali poter definire le soglie ed i requisiti necessari per la predisposizione di progetti con caratteristiche di bioedilizia. Il gruppo di lavoro ha elaborato un protocollo condiviso (Protocollo ITACA), approvato nel 2004, che consente di attribuire un punteggio di eco-sostenibilità agli edifici. Lo strumento è costituito da un insieme di regole e di requisiti di tipo prestazionale, articolati in 70 schede di valutazione che corrispondono ad altrettanti requisiti di compatibilità ambientale. Le aree di valutazione considerate sono 7: 1. Qualità ambientale esterna 2. Consumo di risorse 3. Carichi ambientali 4. Qualità ambiente interno 5. Qualità del servizio 6. Qualità della gestione 16 I quaderni della Rete - Collana della Rete delle Ag21l della Toscana, Integrazioni al Regolamento Edilizio Comunale con i criteri dell edilizia sostenibile, PAGINA: 10 di 78

11 7. Trasporti Per ogni area, sono definiti i requisiti di tipo prestazionale da rispettare e i relativi criteri di valutazione (vedi scheda esemplificativa seguente) Per approfondimenti: Una aspetto specifico nell ambito della progettazione edilizia, di grande rilevanza per le possibili ricadute in termini di performance ambientale degli edifici, è poi rappresentato dalla certificazione energetica degli edifici. La certificazione energetica degli edifici è stata introdotta in Europa con la Direttiva 2002/91/CE, che ha definito una metodologia comune per calcolare l efficienza energetica degli edifici e standard minimi di performance energetica per ogni stato membro. Con l obiettivo di promuovere una maggiore consapevolezza sulla necessità di migliorare le performance energetiche, viene richiesto agli Stati membri di emettere dei certificati di prestazioni energetiche degli edifici ogni qual volta un edificio viene costruito, venduto o affittato: per le strutture pubbliche che superano i 1000 metri quadrati è necessario esporre all ingresso questo tipo di certificazione. La direttiva stessa e il piano d azione pubblicato nel 2006 riassumono gli elementi principali del metodo integrato per il calcolo dell efficienza energetica, che si basa su fattori quali la posizione dell edificio, le sue fonti di riscaldamento, refrigeramento e illuminazione. La direttiva europea sull efficienza energetica degli edifici è stata recepita in Italia con il decreto legislativo D.lgs 192/2005, successivamente modificato dal D.lgs 311/2006, che integra il testo europeo con una serie di disposizioni che spingono il mercato verso l acquisto di edifici a basso consumo di energia. In attesa dell emanazione di Linee Guida nazionali per l applicazione della certificazione energetica, il processo di miglioramento delle prestazione energetiche degli edifici è stato avviato grazie anche alle disposizioni della Finanziaria 2007, che ha previsto una detrazione del 55% ripartita in 3 anni per PAGINA: 11 di 78

12 interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti, interventi su pareti, finestre ed infissi, sostituzione di vecchie caldaie e installazione di pannelli solari termici per la produzione di acqua calda. Le misure sono state confermate dalla Finanziaria 2008 ed è stata inoltre assegnata ai Comuni la possibilità di fissare un aliquota Ici agevolata, inferiore al 4 per mille, per le unità immobiliari in cui sono state installati impianti alimentati da fonti energetiche rinnovabili 17. Nel 2009 sono stati quindi emanati due importanti provvedimenti normativi in materia di risparmio energetico in edilizia: il DPR 2 aprile 2009 n. 59 Regolamento di attuazione dell articolo 4, co 1, lett a) e b) del decreto legislativo 19 agosto 2005 n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia e il DM 26 giugno 2009 Linee guida nazionale per la certificazione energetica degli edifici. Il DPR 59/2009 stabilisce i requisiti energetici minimi, invernali ed estivi, per i nuovi edifici e per le ristrutturazioni di quelli esistenti, siano essi pubblici o privati, e le metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche, rifacendosi alle norme tecniche nazionali definite nel contesto delle norme EN a supporto della direttiva 2002/91/CE della serie UNI/TS e loro successive modificazioni. Il DM 26 giugno 2009 scende nel dettaglio disciplinando la prestazione energetica degli edifici, la metodologia di classificazione degli edifici, i metodi di calcolo, la rappresentazione grafica delle prestazioni, il modello di attestato energetico ed altro ancora. Le linee guida si applicano alle regioni e province autonome che non abbiano ancora provveduto ad adottare propri strumenti di certificazione energetica in attuazione della direttiva 2002/91/CE (tra queste rientra la Toscana), e rimangono valide sino all entrata in vigore della normativa adottata da regioni e province. Per la Toscana, è prevista la prossima emanazione di un regolamento sulla certificazione energetica per le nuove case. La novità è contenuta in una proposta di modifica alla legge sull'energia approvata dalla Giunta regionale il 3 agosto I materiali e i prodotti per l edilizia Nella valutazione della sostenibilità ambientale delle costruzioni i due elementi che incidono maggiormente sul carico ambientale sono l energia spesa per la gestione dell edificio (climatizzazione e illuminazione) e i materiali edilizi impiegati per la costruzione dell edificio. Tuttavia, mentre i requisiti relativi all uso razionale delle risorse energetiche sono già arrivati a un buon grado di maturazione dal punto di vista dei contributi scientifici e normativi di riferimento, i requisiti relativi ai materiali e prodotti edilizi ecologici rimangono il punto scoperto e ambiguo. Come per l edificio, così anche per i prodotti edilizi si è manifestata l esigenza di definire come valutare l eco-compatibilità, in maniera scientifica, condivisa e affidabile. A livello internazionale esistono diversi tipi di etichettatura, in particolare l Ecolabel e le EPD (Environmental Product Declaration). Nel settore edilizio si è optato per questo secondo tipo di etichettatura, in grado di veicolare una informazione tecnica utile agli operatori, e in particolare ai progettisti. In edilizia, infatti, non è possibile definire l ecologicità dei prodotti in maniera slegata dall edificio; piuttosto sono necessarie informazioni tecniche sul profilo ambientale per operare scelte consapevoli. Nel settore delle costruzioni è stata dunque elaborata una norma specifica sulle EPD dei prodotti edilizi: la ISO 21930:2007, Sustainability in building constructions Environmental declaration of building products La certificazione energetica degli edifici, in: ARPATnews n.182, giovedì 24 settembre 2009, Anno VII n. progressivo PAGINA: 12 di 78

13 EPD (Environmental Product Declaration) 19 La dichiarazione ambientale di prodotto (DAP), o Environmental Product Declaration (EPD), è un documento tecnico che nasce per volontà del produttore e, in seguito a un processo di verifica dei contenuti da parte di un ente di certificazione, accompagna la commercializzazione del prodotto. Il metodo di valutazione è il Life Cycle Assessment, ma non si cade nelle criticità di una LCA generica, poiché il sistema EPD garantisce una procedura oggettiva, verificabile e comparabile. Allo scopo di rendere comparabili i dati contenuti nella dichiarazione ambientale, devono essere definiti dei parametri comuni per ciascuna categoria di prodotto: i requisiti specifici di prodotto (PSR, Product Specific Requirements), rinominati di recente regole per categoria di prodotto (PCR, Product Category Rules), descrivono in maniera armonizzata per categorie di prodotto o servizio quali sono i dati da raccogliere per la realizzazione della LCA, il metodo, i calcoli e i risultati da presentare. Alla dichiarazione ambientale di prodotto possono accedere tutti i prodotti: non esistono infatti soglie, come per le etichettature ecologiche di tipo I (ad esempio l Ecolabel europeo), ma si tratta semplicemente della dichiarazione degli impatti che il prodotto genera lungo il ciclo di vita. Questo sistema ottiene il vantaggio di diventare un vero e proprio veicolo di concorrenza in tema ambientale tra produttori. Inoltre il fatto che non esistano soglie stimola a un miglioramento continuo dei prodotti, poiché non esiste una soglia minima a cui arrivare. Lo stimolo deriva dalla comparabilità dei dati, grazie all uniformità delle procedure e dei parametri adottati, in modo che l acquirente possa scegliere sulla base di definizioni precise. Per adesso sono pochissime le aziende italiane del settore edilizio che si sono dotate di una certificazione ambientale di prodotto. I pochi esempi disponibili sono comunque interessanti per comprendere il tipo di informazione che può essere veicolata e l utilità di questo tipo di informazione. Di seguito si riporta, ad esempio, la dichiarazione EPD del cemento prodotto da Buzzi Unicum, Vernasca (Piacenza), conforme al Sistema EPD Internazionale gestito dallo Swedish Environmental Management Council ( I dati riportati nelle tabelle si riferiscono a 1 t di prodotto. 19 Lavagna M., Life Cycle Assessment in edilizia, Hoepli, PAGINA: 13 di 78

14 Tabelle tratte da: Dichiarazione ambientale cemento, Buzzi Unicem Parallelamente sono state sviluppate norme relative alle certificazioni delle prestazioni dei prodotti: in particolare, la direttiva 89/106/CE, che introduce la marcatura CE, prevede la assunzione di responsabilità da parte del produttore rispetto a sei requisiti essenziali (resistenza meccanica e stabilità; sicurezza in caso d incendio; igiene, salute e ambiente; sicurezza d impiego; protezione contro il rumore; risparmio energetico). La scala del prodotto è oggetto di attenzione anche a livello europeo nell ambito della Politica Integrata di Prodotto, che spinge alla responsabilizzazione di tutti gli attori e sollecita il Green Public Procurement (GPP). Come afferma la Commissione Europea Il GPP è l approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull ambiente lungo l intero ciclo di vita. Il GPP ha l obiettivo di integrare considerazioni di carattere ambientale all interno dei processi di acquisto delle Pubbliche Amministrazioni e di orientarne le scelte su beni, servizi e lavori che presentano i minori impatti ambientali. Il GPP è quindi uno strumento importante nella diffusione della consapevolezza in merito al consumo responsabile, che proprio a partire dalle Pubbliche Amministrazioni può diffondersi verso i cittadini consumatori e le imprese. Con riferimento ai materiali e prodotti per l edilizia, le Regioni italiane hanno manifestato l esigenza di avere un prezziario relativo a prodotti edilizi ecologici di riferimento per il Green Public Procurement. Questo ha portato in prima battuta a cercare di integrare il Protocollo di Itaca con un elenco di materiali ecologici di riferimento. In seguito, proprio per la criticità di definizione di soglie di ecologicità dei materiali (pericolose perché comportano una discriminazione tra ambiti materici, spesso operata in base alla presunta naturalità dei materiali), anche ITACA si è orientata verso l uso dell LCA, tramite l emissione di un bando per la realizzazione di una banca dati dei materiali di riferimento per costruzioni ad elevata prestazione ambientale. Attualmente la strategia europea Sustainable Production and Consumption ha rinnovato la sollecitazione a definire l ecologicità dei prodotti, soprattutto per incoraggiare gli acquisti verdi. Sotto questa sollecitazione, il Ministero dell Ambiente italiano, nell ambito delle attività per l attuazione del Piano di Azione Nazionale per il GPP, ha attivato un gruppo di lavoro ministeriale per la definizione di Criteri ambientali minimi relativi ai prodotti edilizi, per il Green Public Procurement. PAGINA: 14 di 78

15 3 LA VALUTAZIONE DEL CICLO DI VITA DELL ATTIVITÀ EDILIZIA 20 La valutazione del ciclo di vita (Life Cycle Assesment LCA) è un procedimento oggettivo di valutazione di carichi energetici ed ambientali relativi ad un processo o un'attività, codificato a livello tecnico dalle norme EN ISO 14040:2006 (LCA Principi e quadro di riferimento) e EN ISO 14044:2006 (LCA Requisiti e linee guida). L esatta definizione di LCA, introdotta dalle citate norme tecniche, è la seguente: Compilazione e valutazione attraverso tutto il ciclo di vita degli elementi in ingresso e in uscita, nonché i potenziali impatti ambientali, di un sistema di prodotto laddove per ciclo di vita si intende: Fasi consecutive e interconnesse di un sistema di prodotto, dall'acquisizione delle materie prime o dalla generazione delle risorse naturali, fino allo smaltimento finale. L'LCA è un procedimento che può dare supporto a: l identificazione delle opportunità di migliorare la prestazione ambientale dei prodotti nei diversi stadi del loro ciclo di vita; l informazione a coloro che prendono decisioni nell'industria e nelle organizzazioni governative o non governative (per esempio pianificazione strategica, scelta di priorità, progettazione o riprogettazione di prodotti o di processi); le scelte di indicatori pertinenti di prestazione ambientale con le relative tecniche di misurazione; il marketing (per esempio l'attuazione di un sistema di etichetta ecologica, un'asserzione ambientale o la produzione di una dichiarazione ambientale di prodotto). L'LCA tratta gli aspetti ambientali e i potenziali impatti ambientali (per esempio l'uso delle risorse e le conseguenze ambientali dei rilasci) lungo tutto il ciclo di vita del prodotto, dall'acquisizione delle materie prime attraverso la fabbricazione e l'utilizzo, fino al trattamento di fine vita, riciclaggio e allo smaltimento finale (cioè dalla culla alla tomba). Lo studio dell'lca prevede quattro fasi: a) la fase di definizione dell'obiettivo e del campo di applicazione; b) la fase di analisi dell'inventario; c) la fase di valutazione degli impatti; d) la fase di interpretazione. Il campo di applicazione, inclusi i limiti del sistema e il livello di dettaglio, dell'lca dipende dal soggetto e dall'utilizzo previsto dallo studio. La profondità e l'ampiezza dell'lca possono differire in modo considerevole in funzione dell'obiettivo di una particolare LCA. La fase di analisi dell'inventario del ciclo di vita (fase LCI - Life cycle inventory) è la seconda fase dell'lca. Si tratta dell'inventario dei dati in ingresso e in uscita relativi al sistema da studiare. L'LCI implica la raccolta dei dati necessari per raggiungere gli obiettivi dello studio definito. La fase di valutazione dell'impatto del ciclo di vita (fase LCIA) è la terza fase dell'lca. Lo scopo dell'lcia è di fornire informazioni aggiuntive per contribuire a valutare i risultati LCI del sistema di prodotti in modo da giungere a una migliore comprensione del loro significato ambientale. 20 Adattamento da testi tratti dal 2 Workshop della R ete Italiana LCA gli atti sugli "Sviluppi dell'lca in Italia: percorsi a confronto" a cura di Enea e l'università degli studi "G.D'Annunzio" di Chieti e Pescara, Testo a cura di Monica Lavagna e Umberto Desideri - con il contributo di: Livia Arcioni, Antonio Basti, Andrea Campioli, Chiara Consalvi, Daniela Leonardi, Gianfranco Rizzo, Marzia Traverso, Università di Perugia, Dipartimento di Ingegneria Industriale Università degli Studi "G. d Annunzio" di Chieti-Pescara, DiTAC - Dipartimento di Tecnologie per l Ambiente Costruito, 5Politecnico di Milano, Dipartimento BEST Building Environment Science & Technology, Università di Palermo, DREAM - Dipartimento di Ricerche Energetiche ed Ambientale, ORSA, Palermo. In: PAGINA: 15 di 78

16 L'interpretazione del ciclo di vita è la fase finale della procedura LCA, nella quale i risultati di una LCI o di una LCIA, o di entrambe, sono riepilogati e discussi, in conformità con la definizione dell'obiettivo e del campo di applicazione, come base per conclusioni, raccomandazioni e decisioni. Esistono casi in cui l'obiettivo dell'lca può essere soddisfatto mediante l'esecuzione di una sola analisi dell'inventario e un interpretazione. Ciò è noto in genere come studio di LCI. Un esempio di applicazione LCA 21 L'applicazione della metodologia LCA può essere chiarita attraverso un semplice esempio. Per studiare l'impatto di una piastrella di gres, lo specialista prende in considerazione i materiali con i quali è prodotta, argilla, feldspato e sabbia, e i relativi processi di macinazione, pressatura, applicazione superficiale, cottura, levigatura e distribuzione. Identifica diversi tipi di impatto associati ai processi: il danno alla salute da parte di polveri generate durante la produzione di sabbia e feldspati, la riduzione dello stock di risorse non rinnovabili (in particolare combustibili fossili) utilizzate per la cottura, per la levigatura e per la distribuzione, l'emissione di ossidi di azoto durante la distribuzione, e l'emissione di gas a effetto serra nel corso della macinazione e della cottura. Ogni effetto sull'ambiente viene riferito a una unità di misura omogenea per la categoria di impatto corrispondente. Ad esempio, il danno alla salute viene quantificato in anni in meno nella aspettativa di vita, la riduzione dello stock nel surplus di Megajoule richiesti per estrarre una stessa quantità di risorse divenute più rare. I criteri di quantificazione si basano su studi scientifici pregressi consolidati. Al termine del lavoro, lo specialista calcola uno o più indici sintetici di impatto, che consentono di confrontare l'effetto sull'ambiente di un metro quadrato di piastrelle di gres con quello, ad esempio, di un metro quadrato di linoleum. 3.1 Orientamenti normativi internazionali e nazionali 22 Il metodo LCA nasce in ambito industriale e solo recentemente è stato trasferito e applicato al settore delle costruzioni. Con non pochi ostacoli e difficoltà, legate alla peculiarità del settore. Molte sono oggi le sollecitazioni normative che indirizzano verso un approccio al ciclo di vita (Life Cycle Thinking). Il quadro di riferimento dei percorsi normativi, delle politiche di incentivo e dell evoluzione degli strumenti segue sostanzialmente due percorsi autonomi, che oggi stanno difficoltosamente ricongiungendosi in alcuni contesti: la valutazione ambientale dell edificio e la valutazione ambientale dei prodotti edilizi. Per la valutazione ambientale dell edificio, nel precedente paragrafo 2.2 abbiamo evidenziato che, sia in ambito internazionale sia in ambito nazionale, si sono affermati sistemi di valutazione a punteggio, che hanno però diverse criticità. Innanzitutto hanno un approccio apparentemente prestazionale, ma articolato in una tale molteplicità di indicatori che finisce per essere prescrittivo: per esempio, si definiscono soglie di trasmittanza termica da rispettare, quando lo scopo prestazionale effettivo è il risparmio di energia, e quindi basterebbe la verifica di questo indicatore. Inoltre, l impostazione è volta a ottimizzare singoli elementi del progetto senza un approccio sistemico e una verifica complessiva dei risultati: viene dato per scontato che la somma di prestazioni corrisponda alla prestazione finale complessiva dell edificio, ma questo non sempre accade, anche perché spesso la soluzione progettuale ottimale per soddisfare un certo requisito va a detrimento di altri requisiti (il progetto è sempre un compromesso di esigenze spesso conflittuali). Infine, manca totalmente un approccio al ciclo di vita, soprattutto nei criteri legati alla scelta di materiali e Adattemento da testo a cura di Monica Lavagna. In: PAGINA: 16 di 78

17 componenti edilizi: anche gli indicatori legati alla verifica dei consumi di energia computano separatamente l energia incorporata nei materiali e l energia in uso, senza un bilancio unitario dell intero ciclo di vita. La necessità di integrare l approccio al ciclo di vita in tali strumenti è stato affermato all interno della norma ISO/TS :2006 Sustainability in building construction Framework for methods for assessment of environmental performance of construction works, e all interno di diverse normative, tra cui, peraltro anche la Direttiva EPBD Energy Performance of Buildings, che ha portato alla direttiva EuP 2005/32/CE, sull Ecodesign dei prodotti che consumano energia. Il gruppo CEN TC/350 Sustainability of construction works. Framework for assessment of buildings è stato incaricato di armonizzare i diversi strumenti di valutazione ambientale degli edifici, in modo da definire regole comuni sovranazionali nel caso di comparazioni tra Stati differenti, e di introdurre l approccio al ciclo di vita, integrando nella valutazione ambientale dell edificio la certificazione ambientale di prodotto EPD. L obiettivo è di definire uno strumento di valutazione della sostenibilità ambientale che integri istanze ambientali, sociali (di salute e benessere) ed economiche (Life Cycle Cost). I metodi di valutazione e le norme che confluiranno in questo strumento sono: il Life Cycle Assessment (ISO 14040), i metodi di valutazione delle prestazioni energetiche (CEN/TC89, TC156, TC169, TC228, TC247), il metodo di stima della vita utile degli edifici (Service Life Estimation of Buildings, ISO TC/59/SC14), le dichiarazioni di vita utile dei prodotti (Service Life Declarations, ISO TC59/SC14) e le norme relative al rilascio di sostanze pericolose (TC351). Il Ministero dello Sviluppo Economico, che si sta occupando di definire le linee guida per la certificazione energetica degli edifici, si è reso conto della necessità espressa dal mercato di avere a disposizione, oltre alla certificazione energetica, anche una certificazione ambientale degli edifici, volta a premiare la qualità di edifici a elevate prestazioni e ha avviato una richiesta alla Comunità Europea per avviare le procedure di definizione di un marchio di qualità ecologica (Ecolabel) degli edifici. La richiesta è stata accolta e la Comunità Europea ha dato mandato all Italia di definire i criteri. Esistono già esperienze all estero di Ecolabel nazionali degli edifici: in particolare, la Danimarca ha realizzato un Ecolabel per le small house. La certificazione è stata utilizzata come forma di incentivo da parte degli enti pubblici: per esempio, la costruibilità di un terreno veniva concessa solo in relazione al rispetto dei criteri e all accesso alla certificazione. La perplessità che emerge è la conflittualità che esiste tra l impostazione dell Ecolabel, che è una derivazione dei sistemi multicriterio con la fissazione di soglie prestazionali sui singoli indicatori, e l impostazione valutativa proposta dal CEN, basata sul ciclo di vita, indicatori sintetici e l attivazione delle etichettature EPD di prodotto. In questo quadro, emerge la necessità di orientare la valutazione ambientale degli edifici verso un approccio al ciclo di vita e di integrare la valutazione ambientale dei prodotti edilizi dentro tale valutazione sistemica. Le possibili conseguenze normative sono molteplici. Da un approccio prescrittivo, articolato come elenco di requisiti da soddisfare, si passerebbe a un approccio prestazionale, basato sull effettivo carico ambientale dell edificio nel suo insieme. Come la certificazione energetica degli edifici, a livello internazionale, chiede di esprimere l indicatore sintetico del fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione invernale, espresso in kwh/m2a, così si auspica che la certificazione ambientale di un edificio sia espressa per indicatori sintetici, legati a un bilancio del ciclo di vita: energia primaria (kwh/m2a), effetto serra (kg di CO2 eq.), acidificazione (g di SO2 eq.), eutrofizzazione (g di PO4 eq.), formazione di ossidanti fotochimici (g di C2H4 eq.); PAGINA: 17 di 78

18 indipendentemente dalle scelte di progetto. Con la possibilità di integrare verifiche sul comfort e salubrità. Questa è la strada scelta per esempio dalla Germania e che ha già portato a una diffusione delle EPD. Le difficoltà da superare per arrivare a questo traguardo sono tante: la preparazione degli operatori, la diffusione e disponibilità di informazioni ambientali, la definizione degli scenari di durata dei materiali, di manutenzione dell edificio e di dismissione e riciclaggio dell edificio e dei suoi componenti, l integrazione di indicatori relativi alla sostenibilità economica (LCC) e sociale ecc. Però è importante definire il traguardo e il percorso, al fine di orientare gli studi, la ricerca e le normative verso l uso e l applicazione di strumenti adeguati per la definizione di edifici sostenibili. 3.2 Le applicazioni dell LCA in edilizia 23 Per fare una valutazione LCA di un edificio di nuova costruzione occorre anzitutto definire la durata della vita utile dell edificio stesso (in relazione alla funzione a cui è destinato) e del sistema impiantistico. Da tali durabilità dipendono infatti i cicli manutentivi e la quantità di energia complessiva derivante dall uso dell edificio. Successivamente si definiscono i flussi ambientali in entrata e in uscita delle seguenti fasi di vita dell edificio: Fase di costruzione dell edificio (analisi LCA dei materiali e dei componenti di tutti i sistemi costruttivi). Le quantità di materiali e componenti edili impiegati vengono definite sulla base del computo metrico estimativo. Questo passaggio rappresenta la fase di inventario da cui partire per effettuare l analisi degli impatti ambientali della fase di costruzione dell edificio. Per ogni materiale e componente occorre associare alle quantità computate i flussi in entrata ed in uscita relativi a: - estrazione delle materie prime; - produzione dei materiali edili; - produzione vera e propria; - trasporto in cantiere; - messa in opera. A questi vanno sommati i flussi relativi ai processi di produzione dei macchinari da cantiere (scavatori, montacarichi, gru). Inoltre vanno quantificati anche i costi interni di costruzione. Fase di costruzione del sistema impiantistico (analisi LCA dei materiali e dei componenti relativi al sistema impiantistico). Occorre computare le quantità di materiali e componenti costituenti l impianto termico (per la climatizzazione sia estiva che invernale), l impianto elettrico e quello idrico. Successivamente alle quantità computate vanno associati i flussi in entrata e in uscita relativi a: - estrazione delle materie prime; - produzione dei materiali edili; - produzione vera e propria; - trasporto in cantiere; - messa in opera. Vanno computati inoltre i costi interni del sistema impiantistico. Fase di fine vita dei materiali edili e Fase di fine vita dell impianto: per ogni tipo di materiale e componente impiegati, in relazione a come questi sono stati messi in opera e connessi con gli 23 Adattamento da testo a cura di Umberto Desideri, Daniela Leonardi, Livia Arcioni, Chiara Consalvi (In: e da Wikipedia, voce Valutazione LCA degli edifici PAGINA: 18 di 78

19 altri materiali, si deve definire lo scenario di fine vita a minor impatto ambientale. Si definiscono i costi interni relativi al trattamento di fine vita dell edificio e del sistema impiantistico; Fase di gestione (analisi LCA degli impatti relativi alle opere di manutenzione): i cicli manutentivi di materiali e componenti dell edificio e del sistema impiantistico, necessari per il perdurare nel tempo delle prestazioni loro richieste in fase progettuale, sono definiti in relazione alla durata di vita utile ipotizzata dell edificio. Si definiscono i materiali e componenti da sostituire perché obsoleti o usurati e i relativi flussi ambientali per: - nuova produzione; - trasporto al sito; - messa in opera; con i relativi costi di manutenzione e lo scenario di fine vita a cui viene destinato il materiale sostituito alla fine della vita utile dell edificio. Fase d'uso (analisi LCA dei consumi idrici ed energetici) occorre quantificare i fabbisogni annuali richiesti in termini di: - consumi idrici; - consumi elettrici per illuminazione; - energia primaria per la climatizzazione invernale; - energia primaria per la climatizzazione estiva; - energia primaria per la produzione di acqua calda sanitaria ACS; Vanno stimati anche i costi monetari. Il passo conclusivo di tale procedura è la somma delle fasi di valutazione sopra enunciate: LCA tot = LCA materiali e componenti di tutti i sistemi costruttivi + LCA materiali e componenti del sistema impiantistico + LCA fase di fine vita dei materiali edili e dell impianto + LCA impatti relativi alle opere di manutenzione + LCA consumi idrici ed energetici. I metodi di valutazione della compatibilità ambientale degli edifici sviluppati con approccio LCA consistono dunque nell aggregare i risultati di analisi LCA sviluppate su materiali e componenti edilizi includendo anche la valutazione delle energie necessarie al funzionamento degli edifici. Tra i metodi di valutazione a livello internazionale applicabili al settore edilizio ci sono: il metodo olandese Eco-indicator 99. Le categorie di impatto confluiscono in tre categorie di danno ambientale: salute umana, qualità dell ecosistema, risorse; il metodo svedese EPS 2000 (Environmental Priorità Strategies in product development). Le categorie di impatto confluiscono in tre categorie di danno ambientale: salute umana, capacità produttiva degli ecosistemi, stock di risorse abiotiche, biodiversità; il metodo danese EDIP (Environmental Design of Industrial Products). Le categorie di impatto confluiscono in tre categorie di danno ambientale: impatto ambientale, consumo delle risorse, impatto nell ambiente di lavoro; il metodo svizzero IMPACT Le categorie di impatto confluiscono in tre categorie di danno ambientale: salute umana, qualità dell ecosistema, cambiamento climatico, risorse. Per effettuare l analisi dell impatto ambientale associato al ciclo di vita di un prodotto è necessario l utilizzo di strumenti software: attualmente sono disponibili sul mercato mondiale numerosissimi software di supporto per la LCA. Nonostante ognuno di essi abbia delle proprie caratteristiche, quasi tutti sono basati sulla stessa metodologia ed hanno, quindi, molte caratteristiche comuni. Non tutti, ovviamente, sono adatti a realizzare uno studio di LCA nel settore edilizio; i principali software utilizzabili per tale settore sono: PAGINA: 19 di 78

20 Athena Impact Estimator for Buildings, Canada: in Nord America, è il solo strumento software di LCA che valuta l intero edificio. Usando l Estimator, architetti ed ingegneri possono facilmente valutare e confrontare le implicazioni ambientali degli edifici industriali, istituzionali, commerciali e residenziali sia di nuova realizzazione sia esistenti. L Estimator prende in considerazione gli impatti ambientali di: produzione e trasporto di materiali, costruzione in-situ, variazione regionale nell uso di energia e nei trasporti, tipo di edificio, effetti della conservazione e del restauro, demolizione. BEES (Building for Environmental and Economic Sustainability), Stati Uniti: è uno strumento pratico, flessibile e trasparente, rivolto ai progettisti, ai costruttori e agli industriali, e include dati di funzionamento ambientali ed economici per 230 prodotti edilizi. In tale software sono analizzate tutte le fasi della vita di un prodotto: acquisizione di materie prime, produzione, trasporto, istallazione, uso e riciclo. Eco-Quantum, Olanda: è uno strumento che quantifica l impatto ambientale a livello di interi edifici. Gli utenti di Eco-Quantum sono gli architetti e le pubbliche amministrazioni. Gli architetti usano tale software come strumento di eco-progettazione. Invece le pubbliche amministrazioni, soprattutto comuni e province, hanno con Eco-Quantum uno strumento per chiedere e verificare una certa prestazione minima riguardo l impatto ambientale di un edificio. I dati tipici da inserire nel programma sono la dimensione dell edificio, la durata della vita dell edificio, l uso dei materiali, l uso di acqua e l uso di energia. Il database contiene più di 100 componenti edili con cui è possibile scegliere tra più di mille alternative. L aspetto nuovo di Eco-Quantum è che i calcoli ambientali ed i calcoli energetici sono integrati. Quindi, per esempio, se si sceglie un materiale che aumenta l uso di energia per il riscaldamento in casa, automaticamente viene rifatto il calcolo energetico ed anche il calcolo ambientale. Envest 2, Regno Unito: semplifica il processo di progettazione di edifici a basso impatto ambientale e bassi costi. I progettisti immettono i dati relativi al disegno del loro edificio e i materiali scelti: Envest 2 identifica gli elementi con più influenza sull impatto ambientale dell edificio e i costi della sua intera vita e mostra gli effetti della scelta di materiali diversi. LEGEP, Germania: è uno strumento di supporto nella progettazione, costruzione e valutazione di edifici nuovi o esistenti. Il database contiene la descrizione di tutti gli elementi di un edificio ed i costi del loro ciclo di vita; LEGEP stabilisce i bisogni energetici per riscaldamento, acqua calda, elettricità ed i loro costi. LEGEP è formato da quattro strumenti software, ognuno con il proprio database organizzato gerarchicamente: inizia con dati di LCI, di materiali da costruzione, descrizione del processo lavorativo, elementi semplici, elementi composti e termina con macroelementi come oggetti edilizi. Tali software prendono in considerazione l intero ciclo di vita di un edificio, in quanto ogni azione associata ad una fase può avere riflessi su fasi precedenti o successive: viene, pertanto, considerata l estrazione delle materie prime, la produzione ed il trasporto dei materiali, la costruzione in-situ, l occupazione, la demolizione ed il successivo riuso, riciclaggio e smaltimento dei materiali. All interno dei software sono contenuti o possono essere importati i database, i cui dati sono utilizzati per eseguire l analisi dell inventario (LCI). A livello mondiale sono disponibili numerosi database: negli ultimi anni, infatti, sta crescendo l attenzione nei confronti della realizzazione di strumenti software e database a supporto della LCA. L Italia risulta essere ancora indietro rispetto ad altri Paesi: l unica banca dati italiana attualmente disponibile è la DIM, contenuta all interno del software everdee prodotto dall ENEA ed accessibile alle PAGINA: 20 di 78

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