Regione del Veneto Azienda ULSS 20 Centro di Medicina Comunitaria. Conferenza stampa. 1 DICEMBRE 2008 Giornata Mondiale di lotta all AIDS

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1 Regione del Veneto Azienda ULSS 20 Centro di Medicina Comunitaria Conferenza stampa 1 DICEMBRE 2008 Giornata Mondiale di lotta all AIDS Responsabilità

2 Regione Veneto Azienda ULSS 20 Centro di Medicina Comunitaria CONFERENZA STAMPA 1 DICEMBRE 2008 Giornata Mondiale di Lotta all AIDS Parteciperanno al Conferenza Stampa: Dott. Massimo Brugnettini Direttore Sanitario ULSS 20 Dott. Angelo De Cristan Direttore Sociale ULSS 20 Dott. Oliviero Bosco Responsabile Centro di Medicina Comunitaria Ulss 20 Dott.ssa Marina Malena Centro di Medicina Comunitaria Ulss 20 Dott. Umberto Galvan Centro di Medicina Comunitaria Ulss 20 Rappresentante Federfarma Verona Rappresentante Farmacie Comunali di Verona Premesse A quasi 30 anni dalla comparsa dell AIDS, se questa infezione è oramai diventata cronica, è obbligatorio ancora una volta, parlare di prevenzione. Come di consueto la giornata del 1 Dicembre è dedi cata in tutto il mondo alla lotta all AIDS, ma è anche una giornata dove fare il punto della situazione e rinnovare le forze per continuare a lavorare e riproporre le campagne di prevenzione spesso assopite e passate in secondo piano anche dalla stampa nazionale. Il Centro di Medicina Comunitaria (HIV/AIDS) dell ULSS 20, che opera attraverso la Sezione di Screening HIV e il Gruppo C fin dal 1985 nella città di Verona fornendo test HIV, consulenza ed assistenza a migliaia di persone, coglie l occasione per sensibilizzare ancora una volta l opinione pubblica su questa infezione che ad oggi sembra dare scarsi segni di flessione. ALLARME AIDS ED INFEZIONI A TRASMISSIONE SESSUALE Negli ultimi anni abbiamo segnalato con preoccupazione l aumento delle malattie a trasmissione sessuale, in particolare la Sifilide, sostenendo che questo è un chiaro segnale dell aumento dei rapporti sessuali non protetti e quindi prima o dopo sarebbero arrivate anche infezioni ben più gravi quale quella dell HIV. Tale evenienza si è pienamente evidenziata nei dati relativi alle persone che si sono rivolte al nostro centro, tanto che ci sentiamo di lanciare un vero e proprio allarme.

3 Nuove infezioni da HIV Nei primi 10 mesi del 2008 abbiamo scoperto ben 24 nuove persone sieropositive (rispetto alle 34 di tutto il 2007). La maggior parte delle infezioni è stata contratta per via sessuale (23 soggetti su 24 pari al 95,8%); di queste 23 persone sieropositive 12 (52,2%) erano omosessuali. Un soggetto ha acquisito l infezione perché tossicodipendente, quota che si mantiene costante rispetto agli anni precedenti e che testimonia la necessità di non abbassare la guardia rispetto alla dipendenza da sostanze. Dei nuovi sieropositivi 7 erano sieroconversioni (29,4%) cioè soggetti che avevano un precedente test negativo, tutti maschi (5 omosessuali, 1 etero e 1 soggetto tossicodipendente). Malattie a trasmissione sessuale Negli ultimi tre anni abbiamo registrato un aumento consistente di diagnosi di sifilide; Un dato costante degli ultimi anni e molto preoccupante è costituito dall aumento delle infezioni a trasmissione sessuale e la tendenza è proseguita anche quest anno. Sempre nei primi 10 mesi di quest anno abbiamo diagnosticato 28 infezioni di sifilide contro le 30 di tutto il 2007 (con un incremento pari 10%). Più di tre quarti di questi casi (24 soggetti pari all 85%) è stato riscontrato nelle persone con rapporti di tipo omosessuale. Inoltre 11 casi (pari al 39,2%) e stato riscontrato tra le persone sieropositive generando un meccanismo di ulteriore diffusione di entrambe le infezioni. Sono infine aumentate anche le diagnosi di gonorrea che sono passate dalle 10 del 2007 alle 13 diagnosticate fino ad Ottobre Tali dati sono purtroppo indice di rapporti sessuali promiscui e non protetti. Le infezioni tendono ad aumentare sia tra i giovanissimi che gli adulti. IL RUOLO DELLE DROGHE Un ulteriore impulso alla nuova ondata di infezioni è da attribuire a nostro avviso, alla sempre maggiore diffusione di droghe eccitanti nei i giovani, che portano spesso ad incrementare un attività sessuale promiscua, non protetta ed in condizioni di disinibizione. Questi dati sottolineano la necessità di implementare interventi informativi e preventivi anche nei confronti di popolazioni non appartenenti ai classici sottogruppi a rischio per HIV, magari proponendo in maniera attiva il test HIV mediante forme nuove di proposta. A supporto di questa nostra preoccupazione riportiamo quello che ha dichiarato EMCDDA il 22/11 quando ha pubblicato il rapporto In sintesi erano questi i messaggi EMCDDA: cocaina in aumento, cannabis stabile, Italia al 3 posto in Europa per consumo cocaina, dopo Spagna e UK. In sintesi i dati del rapporto sui consumi sono questi: Cannabis Prevalenza una tantum: almeno 70 milioni o un europeo adulto su cinque. Consumo nell ultimo anno: circa 23 milioni di europei adulti o un terzo dei consumatori una tantum. Consumo negli ultimi 30 giorni: più di 13 milioni di europei. Variazioni da paese a paese nel consumo nell ultimo anno: 1,0-11,2 %.

4 Cocaina Prevalenza una tantum: almeno 12 milioni o circa il 4 % degli europei adulti. Consumo nell ultimo anno: 4,5 milioni di europei adulti o un terzo dei consumatori una tantum. Consumo negli ultimi 30 giorni: circa 2 milioni. Variazioni da paese a paese nel consumo nell ultimo anno: 0,1-3 %. Ecstasy Prevalenza una tantum: circa 9,5 milioni di europei adulti (3 % degli europei adulti). Consumo nell ultimo anno: 3 milioni o un terzo dei consumatori una tantum. Consumo negli ultimi 30 giorni: più di 1 milione. Variazioni da paese a paese nel consumo nell ultimo anno: 0,2-3,5 %. Amnfetamine Prevalenza una tantum: quasi 11 milioni o il 3,5 % circa degli adulti europei. Consumo nell ultimo anno: 2 milioni, un quinto dei consumatori una tantum. Consumo negli ultimi 30 giorni: meno di 1 milione. Variazioni da paese a paese nel consumo nell ultimo anno: 0,0-1,3 %. Oppiacei Consumo problematico di oppiacei: tra 1 e 8 casi ogni persone adulte (età compresa tra 15 e 64 anni). Più di decessi acuti legati al consumo di droga, con circa il 70 % dei casi legato al consumo di oppiacei (dati del 2004). Principale sostanza usata dal 50 % dei soggetti che chiedono di entrare in terapia per consumo di stupefacenti. Più di consumatori di oppiacei è stato sottoposto nel 2005 a trattamento con terapia sostitutiva.

5 CENTRO DI MEDICINA COMUNITARIA: dati riferibili all attività del Centro nei primi 10 mesi del Nuove infezione da HIV (dati primi 10 mesi 2008) HIV neg HIV pos HIV neg HIV pos HIV neg HIV pos HIV neg HIV pos HIV neg HIV pos Maschi Femmine Totale TOTALE SOGGETTI Nuove infezioni da HIV (primi 10 mesi) 2. Nuove infezione da HIV divise per modalità di trasmissione e sesso (dati primi 10 mesi 2008) (primi 10 mesi) M F Totale M F Totale M F Totale Eterosessuale Omosessuale Bisessuale Transessuale Prostituzione Tossicodipendente Altro/non riferito 1 1 Totale

6 Nuove Infezioni da HIV divise per sesso e modalità di trasmissione (primi 10 mesi 2008) Totale 3 21 Tossicodipendente Prostituta/o 1 3 Transessuale 1 Bisessuale 2 Omosessuale 12 Eterosessuale Maschi Femmine 2. Malattie a Trasmissione Sessuale (dati primi 10 mesi 2008) (primi 10 mesi) LUE Gonorrea Soggetti con sifilide in relazione al test HIV (primi 10 mesi) HIV positivi HIV negativi

7 Considerazioni finali Lo slogan che abbiamo scelto per questa ricorrenza è STOP AIDS: RESPONSABILITA. Questo slogan è stato pensato per rimarcare la necessità di assunzione di responsabilità da parte di tutti, organizzazioni, ma anche singole persone, sieropositivi e non, affinché ci si adoperi per combattere la diffusione dell AIDS. Tale tipo di concetto a nostro avviso, va ribadito proprio in questi anni in cui l infezione da HIV è di fatto, grazie alle terapie, diventata una infezione di tipo cronico e dove l aspettativa di vita delle persone affette è molto aumentata. Quindi in particolare teniamo a raccomandare con forza: 1. responsabilità da parte delle persone sieronegative affinché adottino comportamenti di salute e adatti ad evitare di acquisire l infezione da HIV; 2. responsabilità da parte delle persone sieropositive ad adottare comportamenti per evitare di trasmettere l infezione ad altre persone. Bisogna quindi tenere alta l attenzione e la lotta va portata non solo in campo farmacologico, sempre più ricco di nuovi ed efficaci farmaci, ma anche in ambito sociale dove la discriminazione, il pregiudizio e l inerzia di molte istituzioni sono cause importanti della sottovalutazione del problema. Gli operatori e le strutture della ULSS 20 stanno facendo del loro meglio, ma sono fortemente consapevoli che si potrebbe e dovrebbe fare di più. Abbiamo bisogno di nuova energia e nuove forze per poter continuare le campagne di prevenzione. È necessario che il mondo della scuola, i comuni, le organizzazioni sanitarie si mobilitino nuovamente per riportare in alto il livello di guardia dei nostri giovani. L AIDS non è scomparso e molte nuove infezioni avvengono ancora per carenza di informazione e superficialità. In tal senso siamo molto lieti che in questa occasione, come ormai consuetudine, ci siano al nostro fianco la Federfarma e le Farmacie Comunali di Verona che hanno voluto promuovere una loro iniziativa, in collaborazione con il nostro centro, consapevoli che la prevenzione è un arma formidabile se usata con serietà e costanza, diffondendo nelle farmacie di Verona e provincia materiale informativo su Malattie a Trasmissione Sessuale e AIDS.

8 La situazione si può riassumere nei seguenti FOCAL POINT 1. La diffusione dell infezione da HIV non accenna a diminuire 2. La trasmissione avviene quasi esclusivamente per via sessuale (sia eterosessuale che omosessuale) 3. Importante aumento delle Malattie a Trasmissione Sessuale classiche (sifilide e gonorrea) 4. Forte associazione tra assunzione di droghe quali cocaina, amfetamine e cannabis ed aumento del rischio di infezione da HIV per via sessuale 5. Necessità di incentivare il senso di responsabilità da parte delle persone con comportamenti a rischio e da parte delle persone HIV positive 6. Le terapie sono sempre più efficaci nel controllare l infezione da HIV 7. Possibile importante il ruolo nella trasmissione, della prostituzione soprattutto per la possibile diffusione tra le fasce giovanili della popolazione 8. Necessità di riprendere le campagne di prevenzione per le nuove generazioni 9. Necessità di incentivare l accesso al test in anonimato (ricordiamo che, ancora oggi) metà dei sieropositivi non sa di esserlo)

9 HIV/AIDS: DATI EPIDEMIOLOGICI 2007 (sintesi) VERONA 1. Infezione da HIV Nella provincia di Verona si sono registrate, nel corso del 2007, 83 nuove infezioni da HIV e il tasso di incidenza è del 9,3 per abitanti. 2. Casi di AIDS Inoltre, sempre nella provincia di Verona sono stati segnalati globalmente (dall inizio dell epidemia) 768 casi di AIDS di cui 630 residenti. Nel 2007 a Verona sono stati segnalati 14 casi di AIDS. A Verona ad oggi il tasso di incidenza dei casi di AIDS per abitanti è del 1,6. Nel territorio dell ULSS 20 sono stati segnalati dall inizio dell epidemia, 375 casi di AIDS di persone residenti di cui 270 decedute e 105 viventi. REGIONE VENETO 1. Infezione da HIV Soggetti sieropositivi totali individuati dal 1998 al Dicembre 2007: Nel 2007 le nuove infezioni da HIV sono state 310. L anno durante il quale è stato individuato il maggior numero di casi di soggetti HIV positivi è stato il 1989 con 1019 nuove diagnosi. Da allora il numero di casi si è progressivamente ridotto, fino a raggiungere il valore minimo nel 1999 con 178 segnalazioni. Successivamente vi è stata una ripresa del numero di casi, più marcata nel 2002 (358) e sostenuta, anche se in misura minore, nel 2003 (330 casi) con successiva ripresa nel 2004 (360); da allora le nuove infezioni si sono attestate attorno ai 300 casi l anno. L età media alla diagnosi è progressivamente aumentata dai 27 anni iniziali ai 37 attuali. Tale aumento si riscontra sia nella popolazione maschile che in quella femminile, pur mantenendosi sempre leggermente più bassa l età delle donne. A partire dal 1996, l'uso di droghe da primo fattore di rischio quale era, è sceso al secondo posto, superato dai casi a trasmissione eterosessuale seguita da quella tra omosessuali. Nell ultimo triennio la popolazione complessiva dei nuovi sieropositivi risulta composta per metà da persone che riferiscono come comportamento a rischio i rapporti eterosessuali. Per le donne tale comportamento a rischio rappresenta addirittura il 72% dei casi. Il numero di persone straniere con infezione da HIV, ha cominciato ad aumentare dal 1996; fino a quell anno il sistema di sorveglianza aveva rilevato solo 18 casi. Nel 2006 quasi il 32% dei casi notificati risulta essere straniero: la percentuale è quindi più che raddoppiata rispetto al 1996 quando solo il 14% delle notifiche erano attribuite a stranieri.

10 La diffusione è soprattutto femminile: in questo ultimo anno più della metà delle donne con nuova diagnosi da HIV sono straniere. 2. Casi di AIDS Il Veneto risulta la 6 regione come numero comples sivo di casi segnalati e la 5 come numero di casi segnalati nel corso dell anno Nel Veneto sono stati segnalati dall inizio dell epidemia casi di AIDS Nella nostra regione nel 2007 sono stati segnalati 60 casi di malattia. Il maggior numero di casi cumulativi si è verificato nelle ULSS che comprendono le principali città, ed è condizionato anche da una maggiore dimensione di queste ULSS: Padova (450), Vicenza (418), Verona ( 375) e Venezia ( 349). L incidenza annuale del 2007 in Veneto è di 1,2 casi ogni 100 mila abitanti, la tredicesima in ordine decrescente nel nostro Paese e sostanzialmente molto inferiore all incidenza riscontrata in Regioni che, per altri aspetti, sono simili al Veneto, come Lombardia, Emilia Romagna, Liguria e Toscana. Nell ultimo anno la massima incidenza si è avuta nella provincia di Venezia (1.7) seguita da Verona e Vicenza (1.6). I maschi sono maggiormente colpiti in tutte le classi di età. La classe d età registra il maggior numero di casi complessivi sia nei maschi che nelle femmine; poco meno dell 80% del totale dei casi si è verificato nei soggetti di età compresa tra i 25 e i 44 anni. Per quanto riguarda l ultimo anno nella classe di età si registra la maggiore incidenza totale (4,3 casi ogni persone); in questa sola classe di età si sono verificati circa il 25% dei casi di AIDS. L'età media alla diagnosi dei casi di AIDS è nettamente aumentata nel tempo, sia per i maschi (43.3 anni), che per le femmine (37,3 anni). La riduzione di frequenza dei casi di AIDS ha interessato nel suo complesso tutti i gruppi di rischio per la malattia ad eccezione della trasmissione eterosessuale. Inoltre, si è verificata una riduzione della tossicodipendenza come fattore di rischio, anche se resta il secondo per importanza, mentre è progressivamente aumentata la proporzione relativa di casi attribuibili a trasmissione eterosessuale, che negli ultimi anni è stato il fattore di rischio maggiormente rappresentato.

11 ITALIA Sono ancora migliaia le nuove infezioni stimate per quest anno (circa 4.000) nel nostro Paese, sempre meno nelle persone tossicodipendenti e sempre più in ambito sessuale (soprattutto fra gli omosessuali). In Italia come in Europa secondo studi autorevoli da un terzo a metà degli adolescenti hanno il loro primo rapporto sessuale senza programmare alcuna protezione. Bisogna inoltre ricordare che a livello nazionale più della metà delle persone con infezione da HIV non sono a conoscenza del loro stato, e quindi alcuni di questi scoprono di essere sieropositivi quando iniziano a stare male e di conseguenza decidono di sottoporsi al test HIV. Per tale motivo, anche quest anno, si é visto che più della metà delle persone in cui è stata fatta diagnosi di AIDS hanno scoperto contemporaneamente la loro condizione di sieropositività perdendo così le possibilità di cura precoce e di buona risposta alle terapie, inevitabilmente dopo aver generato negli anni un tragico corteo di nuove infezioni non volute. 1. Infezione da HIV L avvento delle nuove terapie antiretrovirali e un assistenza medica avanzata hanno modificato, in modo particolare negli ultimi anni, le caratteristiche principali dell epidemia di AIDS in Italia. Rispetto agli anni ottanta, infatti, i pazienti sieropositivi sperimentano oggi un periodo asintomatico e di benessere molto più prolungato ed una migliore qualità della vita. Nel periodo sono state riportate nelle 10 regioni/province nuove diagnosi di infezione da HIV ( maschi e femmine). L incidenza totale di nuove diagnosi nel 2006 è stata dell 8,1 per abitanti; l incidenza più bassa è stata osservata nel Friuli-Venezia Giulia, mentre quella più alta nella regione Lazio. Nel 2006 sono state segnalate dalle regioni e province partecipanti nuove diagnosi di infezione da HIV, pari a un incidenza per abitanti di 12,3 per gli uomini e 4,0 per le donne. Il numero delle nuove diagnosi, che ha visto un picco di segnalazioni nel 1987, per diminuire fino al 1998 e stabilizzarsi successivamente. La proporzione di donne è aumentata progressivamente negli anni: il rapporto maschi/femmine che era di 3,5 nel 1985 è di 2,9 nel Similmente a quanto precedentemente riportato tra i casi di AIDS, anche tra le nuove diagnosi di infezione da HIV si osserva un aumento dell età mediana al momento della diagnosi di infezione (aumentata da 26 anni nel 1986 a 38 anni nel 2006), nonché un cambiamento analogo delle modalità di trasmissione: la quota di coloro che usano droghe per via iniettiva è diminuita dal 68,3% nel 1986 al 7,6% nel 2006, mentre i casi attribuibili a trasmissione sessuale (contatti eterosessuali e contatti omosessuali) nello stesso periodo sono aumentati dal 9,6% al 55,2%. Le caratteristiche di coloro che oggi si infettano con l HIV sono completamente diverse da quelle di coloro che si infettavano dieci o venti anni fa: non si tratta più di persone giovani e prevalentemente tossicodipendenti, ma piuttosto di adulti maturi che si infettano

12 attraverso i rapporti sessuali. Tra questi, la maggior parte delle donne acquisisce l infezione da un partner che sapeva di essere HIV positivo. Negli anni è aumentata progressivamente la quota di soggetti che scopre di essere infetta solo in fase avanzata di malattia costituendo quindi, a loro insaputa, una possibile fonte di diffusione del virus. Si stima che circa un quarto dei soggetti HIV-positivi presenti in Italia non sappia di essere infetto e più della metà dei soggetti con una nuova diagnosi di AIDS ignorava la propria sieropositività, principalmente persone che avevano acquisito l infezione attraverso i rapporti sessuali, sia eterosessuali sia omosessuali. Il serbatoio di infezione è ancora ampio e si stima che i sieropositivi attualmente viventi nel nostro paese siano tra e (di cui circa la metà ignora di esserlo). Rispetto ai primi anni dell epidemia, la circolazione dell HIV si è allargata e si è spostata in tempi più recenti verso gruppi di popolazione che non si percepiscono a rischio e che pertanto non considerano neppure la possibilità di effettuare un test anti HIV, in quanto convinti di non essere mai stati esposti ad alcuna fonte di infezione. È quindi necessario non abbassare la guardia e rafforzare, a livello nazionale, i sistemi di sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV che costituiscono una fonte insostituibile di informazioni sulle dinamiche attuali di diffusione dell infezione. 2. Casi di AIDS I dati delle regioni e delle province italiane dove è attivo un sistema di sorveglianza indicano che il numero delle nuove diagnosi di HIV in questi ultimi anni si è stabilizzato. Tuttavia, sta aumentando il numero di persone che, grazie alle nuove terapie, vive con questa infezione e che può, se non prende adeguate misure preventive, trasmetterla ad altri. Nel 2007 sono stati notificati al COA nuovi casi di AIDS, di cui (73,0%) diagnosticati nell ultimo anno e 443 riferiti a diagnosi effettuate negli anni precedenti. Le regioni più colpite sono nell ordine: il Lazio, la Lombardia, la Toscana e l Emilia- Romagna. È evidente la persistenza di un gradiente Nord-Sud nella diffusione della malattia nel nostro Paese, come risulta dai tassi di incidenza che continuano a essere mediamente più bassi nelle regioni meridionali. Tassi di incidenza particolarmente elevati si riscontrano nell ultimo anno nelle province di Lodi, Roma, Lecco, Livorno, Viterbo, Bergamo, Brescia e Pavia. Si evidenzia nel tempo un aumento della proporzione di casi notificati in cittadini stranieri (dal 4,6% nel al 20,8% nel ). L età mediana alla diagnosi dei casi adulti di AIDS mostra un aumento nel tempo, sia tra i maschi che tra le femmine. Infatti, se nel 1987 la mediana era di 29 anni per i maschi e di 26 per le femmine, nel 2007 le mediane sono salite rispettivamente a 43 e 40 anni. Nell ultimo decennio la proporzione di pazienti di sesso femminile tra i casi adulti è rimasta sostanzialmente stabile intorno al 23-25%

13 La distribuzione dei casi adulti per anno di diagnosi e modalità di trasmissione evidenzia come il 56,9% del totale dei casi sia attribuibile alle pratiche associate all uso di sostanze stupefacenti per via iniettiva. La distribuzione nel tempo mostra un aumento della proporzione dei casi attribuibili ai contatti sessuali (contatti omosessuali e contatti eterosessuali; quest ultima rappresenta la modalità di trasmissione più frequente nell ultimo biennio) e una corrispondente diminuzione dei casi attribuibili alle altre modalità di trasmissione. Un dato particolarmente allarmante, è il progressivo aumento della quota di soggetti che scopre di essere infetta solo in fase avanzata di malattia costituendo quindi, a loro insaputa, una possibile fonte di diffusione del virus; questa è una condizione che oggi interessa più della metà delle nuove diagnosi di AIDS e che è primariamente associata ai rapporti sessuali. Infatti i soggetti che più frequentemente ignorano di essere HIV positivi sono coloro che acquisiscono l infezione per via sessuale (sia eterosessuali che omosessuali). Si osserva che la proporzione di pazienti con la diagnosi di sieropositività vicina alla diagnosi di AIDS è aumentata dal 1996 al 2007 ed è più elevata tra coloro che hanno acquisito l infezione attraverso rapporti sessuali e tra gli stranieri, indicando come molti soggetti arrivino allo stadio di AIDS conclamato ignorando di essere infetti. Commento La diminuzione dell incidenza dei casi di AIDS osservata a partire dalla metà del 1996 sembra ormai tendere alla stabilizzazione. Nel 2007 i casi di diagnosi attesi (tenendo conto del ritardo di notifica) sono diminuiti rispetto a quelli del La repentina diminuzione di casi verificatasi negli ultimi anni è attribuibile soprattutto all effetto delle terapie antiretrovirali combinate. Dopo un massimo di infezioni verificatosi alla fine degli anni 80, vi è stata una progressiva diminuzione dei nuovi casi di infezione fino alla fine degli anni 90. Successivamente il numero di nuove infezioni si è stabilizzato, ed è addirittura in aumento in alcune zone, questo andamento potrebbe preludere ad una possibile riattivazione dell epidemia in varie aree del nostro Paese. Questi risultati sottolineano la necessità di implementare interventi informativi e preventivi anche nei confronti di popolazioni non appartenenti ai classici sottogruppi a rischio per HIV. È quindi necessario non abbassare la guardia e rafforzare, a livello nazionale, i sistemi di sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV che costituiscono una fonte insostituibile di informazioni sulle dinamiche attuali di diffusione dell infezione.

14 EUROPA 1. Infezione da HIV Nel 2006 sono stati diagnosticate nuove infezioni da HIV. Tra queste il 37,9% attribuibili a contatti sessuali (sia etero che omo), il 27,4% a tossicodipendenza ed il 34,7% a causa sconosciuta. L incremento delle nuove infezioni tra i contatti eterosessuali è stato del 48% e del 35% tra i contatti omo-bisessuali. Nei paesi dove è disponibile il dato, l incremento complessivo è stato del 23%, con un picco in Gran Bretagna dove l aumento dei nuovi casi è stato del 69%. L acquisizione dell infezione tramite i rapporti sessuali (ed in particolare eterosessuali) è attualmente la principale via di contagio negli stati occidentali. Occidentale Centrale Orientale Numero di nuove diagnosi Tasso per milione di abitanti Età anni (%) Donne (%) Principale modalità di trasmissione Eterosessuale Eterosessuale Tossicodipendenza MONDO Attualmente si stimano le seguenti cifre DATI 2007 Persone viventi con l infezione da HIV 33.2 milioni ( ) Adulti Donne Bambini sotto i 15 anni 30.8 milioni 15.4 milioni 2.5 milioni Nuovi persone infette (stima) 2.5 milioni ( ) Adulti 2.1 milioni Bambini sotto i 15 anni Morti per AIDS 2.1 milioni ( ) Adulti 1.7 milioni Bambini sotto i 15 anni

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