LA PREVENZIONE INCENDI
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- Veronica Guglielmi
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1 Facoltà di Ingegneria - Polo di Rieti Corso di Impianti Tecnici per l'edilizia LA PREVENZIONE INCENDI Prof. Ing. Marco Romagna
2 PREVENZIONE INCENDI 1. Riduzione al minimo delle occasioni di incendio. Stabilità delle strutture portanti per un tempo utile ad assicurare il soccorso agli occupanti. 2. Limitata produzione di fuoco e fumi all'interno delle opere e la limitata propagazione del fuoco alle opere vicine. 3. Possibilità che gli occupanti lascino l'opera indenni o che gli stessi siano soccorsi in altro modo. 4. Possibilità per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza.
3 DECRETO MINISTERIALE 30 NOVEMBRE 1983 D.M.3 AGOSTO 2015 R.T.O. TERMINI E DEFINIZIONI GENERALI DI PREVENZIONE INCENDI
4 Carico d incendio: potenziale termico della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio ivi compresi i rivestimenti dei muri dei pavimenti e dei soffitti. Convenzionalmente è espresso in Kg di legna equivalente (potere calorifico inferiore 4400 Kcal/kg 1051 kj/kg). Comportamento al fuoco: insieme di trasformazioni chimiche e fisiche di un materiale o di un elemento da costruzione sottoposto all azione del fuoco. Il comportamento al fuoco comprende la resistenza al fuoco delle strutture e la reazione al fuoco dei materiali.
5 CLASSIFICAZIONE REI DEI MATERIALI Resistenza al fuoco: attitudine di un elemento da costruzione (componente o struttura) a conservare secondo un programma termico prestabilito e per un determinato tempo in tutto o in parte: - la stabilità R, la tenuta E, l isolamento termico I. Reazione al fuoco: grado di partecipazione di un materiale combustibile al fuoco al quale è sottoposto. In relazione a ciò i materiali sono assegnati alle classi 0,1,2,3,4,5, con l aumentare della loro partecipazione alla combustione; quelli di classe 0 sono non combustibili.
6 CLASSIFICAZIONE REI DEI MATERIALI REI = elemento costruttivo che deve conservare, per un tempo determinato, la stabilità, la tenuta e l'isolamento termico; RE = elemento costruttivo che deve conservare, per un tempo determinato, la stabilità e la tenuta; R = elemento costruttivo che deve conservare, per un tempo determinato, la stabilità. In relazione ai requisiti dimostrati gli elementi strutturali vengono classificati da un numero che esprime i minuti primi (es. RE 60, REI 120, ecc.)
7 REAZIONE AL FUOCO DEI MATERIALI La reazione al fuoco esprime il grado di partecipazione di un materiale combustibile al fuoco cui è sottoposto nelle sue effettive condizioni di messa in opera. In relazione alle specifiche prove ai materiali per l edilizia (rivestimenti, controsoffitti, etc.) e a quelli di arredamento (tessuti, tendaggi, mobili imbottiti) viene assegnata una classe : Classe 0 (materiali incombustibili) Classe 1, 2, 3, 4, 5 all aumentare della loro partecipazione alla combustione Specifiche norme di prevenzione incendi prescrivono per alcuni ambienti in funzione della loro destinazione d uso e del livello del rischio d incendio l uso di materiali aventi una determinata classe di reazione al fuoco. La reazione al fuoco di un materiale può essere migliorata mediante specifico trattamento di ignifugazione, da realizzarsi con apposite vernici o altri rivestimenti, che ne ritarda le condizioni favorevoli all innesco dell incendio, riducendo inoltre la velocità di propagazione della fiamma e i fenomeni di post-combustione.
8 GEOMETRIA
9 COMPARTIMENTAZIONE
10 Compartimento antincendio: parte di edificio delimitata da elementi costruttivi di resistenza al fuoco predeterminata e organizzata per rispondere alle esigenze della prevenzione incendi. Superficie lorda di un compartimento Superficie in pianta compresa entro il perimetro interno delle pareti delimitanti il compartimento.
11 Definizioni (alcune novità) Spazio a cielo libero = ci piove! Lo spazio scoperto è luogo sicuro temporaneo se di superficie idonea! È luogo sicuro se, in più, è sempre collegato alla pubblica via e non ha problemi di irraggiamento e di crolli ( S.4.5.1)
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14 La compartimentazione mediante l adozione di elementi di separazione tagliafuoco si divide in: Compartimentazione verticale Compartimentazione orizzontale Muro Tagliafuoco Porte Antincendio Solaio Antincendio Attraversamenti dei muri tagliafuoco E buona norma evitare gli attraversamenti, tuttavia può accadere che per tipo di lavorazioni pericolose sia necessario attraversare tale struttura, in tal caso occorre adottare misure di sicurezza che consentano di raggiungere un grado di Sicurezza Equivalente Esempio di MURO TAGLIAFUOCO
15 FILTRO
16 Definizioni (alcune novità) Il filtro è assimilabile al vecchio disimpegno Nel filtro è ammesso un modesto carico di incendio specifico (c.a. 3 kglegna/m2) R/REI/EI 30 E 30-Sa E 30-Sa R/REI/EI 30 b R/REI/EI 30 Dimensionamento in fase di progettazione! E 30-Sa p E 30-Sa d h Solo in condizioni di emergenza e non sempre! S = p x b x h (spinta sulla porta) R/REI/EI 30 F = S x b / 2d (Forza per l apertura) per una porta 0,9 x 2,2 mxm Smin 60 N Ministero dell Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica
17 FILTRO A PROVA DI FUMO
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20 Definizioni (alcune novità) Da intendersi ad uso esclusivo! Ministero dell Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica
21 Intercapedine antincendio "Vano di distacco con funzione di aerazione e/o scarico di prodotti della combustione di larghezza trasversale non inferiore a 0,60 m; con funzione di passaggio di persone di larghezza trasversale non inferiore a 0,90 m". Longitudinalmente è delimitata dai muri perimetrali (con o senza aperture) appartenenti al fabbricato servito e da terrapieno e/o da muri di altro fabbricato, aventi pari resistenza al fuoco. Ai soli scopi di aerazione e scarico dei prodotti della combustione è inferiormente delimitata da un piano ubicato a quota non inferiore ad 1 m dall'intradosso del solaio del locale stesso. Perla funzione di passaggio di persone, la profondità della intercapedine deve essere tale da assicurare il passaggio nei locali serviti attraverso varchi aventi altezza libera di almeno 2 m. Superiormente è delimitata da "spazio scoperto".
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23 LUOGO SICURO Luogo sicuro: spazio scoperto, ovvero compartimento antincendio, separato da altri compartimenti mediante spazio scoperto o filtri a prova di fumo, aventi caratteristiche idonee a: ricevere e contenere un predeterminato numero di persone (luogo sicuro statico) o consentirne il movimento ordinato (luogo sicuro dinamico)
24 GEOMETRIA
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27 ESODO
28 Affollamento Esodo Massimo affollamento ipotizzabile "Numero di persone ammesso in un compartimento. E' determinato dal prodotto della densità di affollamento per la superficie lorda del pavimento". Uscita Apertura atta a consentire il deflusso di persone verso un luogo sicuro avente altezza non inferiore a 2,00m. Modulo di uscita "Unità di misura della larghezza delle uscite. Il "modulo uno", che si assume uguale a 0,60 m, esprime la larghezza media occupata da una persona".
29 Affollamento Esodo Capacità di deflusso o di sfollamento "Numero massimo di persone che, in un sistema di vie d'uscita, si assume possano defluire attraverso una uscita di "modulo uno". Tale dato, stabilito dalla norma, tiene conto del tempo occorrente per lo sfollamento ordinato di un compartimento. Densità di affollamento "Numero massimo di persone assunto per unità di superficie lorda di pavimento (persone/ )". Larghezza delle uscite di ciascun compartimento: numero complessivo di moduli di uscita necessari allo sfollamento totale del compartimento.
30 USCITA Apertura atta a consentire il deflusso di persone verso un luogo sicuro avente altezza non inferiore a 2,00 m.
31 Massimo affollamento ipotizzabile: Numero di persone ammesso in un compartimento. E determinato dal prodotto della densità di affollamento per la superficie lorda del pavimento. Sistema di vie d uscita: Percorso senza ostacoli al deflusso che consente alle persone di raggiungere un luogo sicuro. La lunghezza massima del sistema di vie di uscita è stabilita dalle norme. Un elemento molto importante è la lunghezza del percorso fra un qualsiasi punto del locale e l'uscita dal locale stesso; tale percorso deve essere tanto più breve quanto maggiore è il rischio di incendio nell'ambiente considerato. In genere la lunghezza massima del percorso di esodo ammessa dalle vigenti normative di prevenzione incendi è di 30/40 m. Nel caso l'uscita dal locale adducesse ad una scala a giorno o ad una scala protetta, non essendo tali scale considerabili luoghi sicuri, nel computo dei 30 /40 m deve rientrare anche lo sviluppo lineare della scala.
32 Scala di sicurezza esterna: Scala totalmente esterna, rispetto al fabbricato servito, munita di parapetto regolamentare e di altre caratteristiche stabilite dalla norma". Questo tipo di scala, anche se di facile realizzazione e risultando, almeno in prima battuta, più sicura di altre scale presenta alcuni inconvenienti quali: 1. necessità di essere ubicata in modo da essere protetta dall'azione dell'irraggiamento e dei fumi provenienti da aperture ubicate in vicinanza della scala stessa; 2. necessità di realizzare parapetti pieni in modo da ridurre la sensazione del vuoto; 3. necessità di proteggere le scale dalle intemperie; 4. necessità di manutenzione alla struttura sottoposta all'azione delle intemperie; 5. necessità di realizzare porte di piano antintrusione
33 S Definizioni (alcune novità) Soluzioni conformi incombustibile 2,5 m EI 30 Soluzione alternativa (non è necessario che la scala sia incombustibile) 1,8 m N.B. Ministero dell Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica
34 Scala protetta: scala in vano costituente compartimento antincendio avente accesso diretto da ogni piano, con porte di resistenza al fuoco REI predeterminata e dotate di congegno di autochiusura.
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36 Scala a prova di fumo: scala in vano costituente compartimento antincendio avente accesso per ogni piano -mediante porte di resistenza al fuoco almeno RE predeterminata e dotate di congegno di autochiusura - da spazio scoperto o da disimpegno aperto per almeno un lato su spazio scoperto dotato di parapetto a giorno. Scala a prova di fumo interna: scalainvano costituente compartimento antincendio avente accesso, per ogni piano, da filtro a prova di fumo.
37 TOLLERANZE
38 SIMBOLI GRAFICI
39 PREVENZIONE INCENDI prevenzione propriamente detta protezione misure precauzionali d'esercizio protezione attiva protezione passiva
40 Sistemi di protezione Gli interventi si suddividono in misure di protezione attiva o passiva in relazione alla necessità o meno dell intervento di un operatore o dell azionamento di un impianto. Protezione PASSIVA (NON c'è il bisogno di un INTERVENTO) Protezione ATTIVA (c'è il bisogno di un INTERVENTO)
41 Sistemi di protezione La protezione passiva Distanze di sicurezza esterne ed interne; Barriere antincendio: Isolamento dell edificio Muri tagliafuoco, schermi etc. Strutture aventi caratteristiche di resistenza al fuoco commisurate ai carichi d incendio Materiali classificati per la reazione al fuoco Sistemi di ventilazione Sistema di vie d uscita commisurate al massimo affollamento ipotizzabile dell ambiente di lavoro e alla pericolosità delle lavorazioni
42 Protezione Passiva Resistenza al fuoco e compartimentazione Per una completa ed efficace compartimentazione i muri tagliafuoco non dovrebbero avere aperture, ma è ovvio che in un ambiente di lavoro è necessario assicurare un agevole comunicazione tra tutti gli ambienti destinati, anche se a diversa destinazione d uso
43 Protezione Passiva Resistenza al fuoco e compartimentazione Pertanto è inevitabile realizzare le comunicazioni e dotarle di elementi di chiusura aventi le stesse caratteristiche di resistenza al fuoco del muro su cui sono applicati.
44 Sistemi di protezione La protezione attiva estintori rete idrica antincendi impianti di rivelazione automatica d incendio impianti di spegnimento automatici dispositivi di segnalazione e d allarme evacuatori di fumo e calore segnaletica di sicurezza illuminazione di sicurezza
45 Attacco di mandata per autopompa Dispositivo costituito da una valvola di intercettazione ed una di non ritorno, dotato di uno o più attacchi unificati per tubazioni flessibili antincendi. Serve come alimentazione idrica sussidiaria. Estintore portatile: max20kg Estintore carrellato: Apparecchio contenente un agente estinguente che può essere proiettato e diretto su un fuoco sotto l azione di una pressione interna.
46 Impianto fisso di estinzione: insieme di sistemi di alimentazione, di valvole, di condutture e di erogatori per proiettare o scaricare un idoneo agente estinguente su una zona d incendio. La sua attivazione può essere automatica o manuale. Lancia erogatrice: dispositivo provvisto di un bocchello di sezione opportuna e di attacco unificato. Può essere anche dotata di una valvola che permette il getto pieno, il getto frazionato e la chiusura. Naspo: attrezzatura antincendio costituita da una bobina mobile su cui è avvolta una tubazione semirigida collegata ad una estremità, in modo permanente, con una rete di alimentazione idrica in pressione e terminante all altra estremità con una lancia erogatrice munita di valvola regolatrice e di chiusura del getto
47 Idrante antincendio: attacco unificato, dotato di valvola di intercettazione ad apertura manuale, collegato a una rete di alimentazione idrica. (a muro, a colonna soprasuolo oppure sotto suolo) Impianto automatico di rivelazione d incendio: insieme di apparecchiature destinate a rivelare, localizzare e segnalare automaticamente un principio di incendio. UNI 9795:2010 Impianto di allarme: Insieme di apparecchiature ad azionamento manuale utilizzate per segnalare un principio d incendio.
48 Protezione attiva Illuminazione di sicurezza L impianto di illuminazione di Sicurezza deve fornire, in caso di mancata erogazione della fornitura principale della energia elettrica e quindi di luce artificiale, una illuminazione sufficiente a permettere di evacuare in sicurezza i locali (intensità minima di illuminazione 5 lux).
49 Protezione attiva Segnaletica di sicurezza
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