Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche

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1 MINISTERO DELL AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Decreto del Presidente della Repubblica 15 febbraio 2006 Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche ALLEGATO ALLA PARTE QUINTA Quaderno delle Opere COMITATO PARITETICO D INTESA (DPR n. 381/74, art. 8) deliberazione del 22 dicembre 2005

2 INDICE ALLEGATO AL CAP. V.3.5 Quaderno delle opere tipo... 1 A: Opere di consolidamento dell alveo...5 A.1: Opere trasversali... 7 A.1.1: Briglie e soglie in massi a secco... 8 A.1.2: Briglie e soglie in massi cementati e legati... 9 A.1.3: Briglie e soglie in legname e pietrame A.1.4: Briglie e soglie in calcestruzzo rivestito A.1.5: Briglie e soglie in calcestruzzo A.2: Opere spondali A.2.1: Muri di sponda in calcestruzzo (rivestito in pietrame) A.2.2: Muri di sponda in massi cementati A.2.3: Muro di sponda in massi a secco A.2.4: Scogliera in massi e calcestruzzo A.2.5: Scogliera in massi a secco A.2.6: Scogliera in massi a secco legati A.2.7: Difesa di sponda in gabbioni A.2.8: Difese di sponda in legname e pietrame A.2.9: Copertura diffusa A.3: Rilevati arginali A.3.1: Realizzazione nuovo argine (H 4 m) A.3.2: Realizzazione nuovo argine (H > 4,00 m) A.3.3: Adeguamento rilevato stradale o ferroviario per difesa arginale A.3.4: Adeguamento in sagoma e/o quota di argine esistente A.4: Rivestimenti d alveo A.4.1: Platea in pietrame e calcestruzzo A.4.2: Platea in massi a secco A.5: Cunettoni A.5.1: Cunettone in massi a secco A.5.2: Cunettone in massi cementati A.5.3: Cunettone in legname A.5.4: Cunettone in calcestruzzo rivestito in pietrame A.6: Repellenti A.6.1: Pennelli trasversali in pali e fascine rinforzato con protezioni in massi B: Opere di sistemazione dei versanti B.1: Opere di drenaggio B.1.1: Drenaggi superficiali: canalette B.1.2: Drenaggi profondi B.2: Opere di protezione e consolidamento superficiale B.2.1: Interventi di rivestimento e di copertura: semine B.2.2: Sistemazioni stabilizzanti B.3: Opere di sostegno B.3.1: Muro di sostegno in calcestruzzo rivestito di pietrame B.3.2: Muro di sostegno in massi cementati B.3.3: Muro di sostegno in massi a secco B.3.4: Scogliere in massi e calcestruzzo B.3.5: Scogliere in massi a secco B.3.6: Muro di sostegno in gabbioni B.3.7: Palificata in legname con talee B.3.8: Terra rinforzata con geosintetici C: Briglie aperte C.1: Briglie a fessura C.2: Briglie a finestra Allegato ii al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo

3 C.3: Briglie a pettine C.4: Briglie a funi C.5: Briglie a sperone D: Opere speciali D.1: Diaframmi D.2: Micropali D.3: Jet Grouting E: Interventi di rinaturalizzazione E.1: Il Brenta a Maso Tollo E.2: Il Rio maggiore a Levico E.3: Il Fersina presso Canezza E.4: Briglia rinaturalizzata al Doss del Cius E.5: Il torrente Mandola a Calceranica E.6: Lo scivolo del bacino di Cimego Glossario Indice delle figure...i Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo iii

4 Quaderno delle opere tipo Il quaderno delle opere tipo consiste in un insieme di schede descrittive delle principali tipologie di opere di sistemazione presenti sul territorio trentino che possa servire da punto di riferimento per le future attività di progettazione. Si è utilizzato il termine generico di opere di sistemazione, senza uno specifico riferimento all idraulica, in quanto il quaderno è comprensivo non sole delle opere d alveo vere e proprie, ma anche delle opere di sistemazione delle aree franose: si ritiene infatti che i due argomenti siano fortemente interagenti e che quindi vadano presentati parallelamente. Il quaderno presenta una struttura ad albero riassunta nell apposito quadro sinottico; per ogni tipologia d opera, oltre alle singole schede che la compongono, è stata redatta un introduzione che riepiloga per sommi capi i criteri progettuali e le finalità della tipologia stessa. Il quaderno propone una vasta gamma di opere, che in taluni casi possono riproporsi pressoché identiche in diverse famiglie (per esempio tra opere di sostegno dei versanti e opere di difesa di sponda). In questi casi la scheda viene proposta due volte, senza tenere in conto delle ripetizioni di testo e disegno. Per quanto riguarda gli interventi di ingegneria naturalistica, non si è ritenuto di dedicarvi una specifica categoria, in quanto essi devono essere intesi come parte integrante dell opera: pertanto ciascuna scheda è comprensiva sia dell opera grezza sia delle eventuali possibilità di rinaturizzazione che si possono prevedere in quel caso specifico. A fianco delle schede relative alle opere tipo viene presentata una carrellata di particolari, e significativi, interventi di riqualificazione ambientale. Le schede contengono una serie di termini tecnici; la classificazione stessa delle opere si basa su di una terminologia che potrebbe dare adito a fraintendimenti, in quanto taluni termini possono avere, anche in letteratura, un significato ambiguo o comunque sfumato. Per ovviare a questo problema si è pensato di affiancare al quaderno un glossario, che contiene una definizione il più possibile precisa dei termini adottati, soffermandosi in particolare sulle terminologie che possono dare adito ad una maggiore ambiguità. Il quaderno delle opere è quindi costituito dalle seguenti parti: A: Opere di consolidamento dell alveo B: Opere di consolidamento dei versanti C: Opere di controllo della portata solida D: Opere speciali E: interventi di riqualificazione Glossario Vengono di seguito riportate per sommi capi le descrizioni delle categorie scelte e il quadro sinottico relativo. Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo - 1 -

5 Nella parte A sono riportate le opere di consolidamento dell alveo, cioè quegli interventi diretti alla stabilizzazione del fondo dell alveo e alla salvaguardia del territorio circostante lo stesso da esondazioni. A.1.1: briglie e soglie in massi a secco A.1.2: briglie e soglie in massi cementati A.1.: OPERE TRASVERSALI A.1.3: briglie e soglie in legname e pietrame A.1.4: briglie e soglie in calcestruzzo rivestito A.1.5: briglie e soglie in calcestruzzo A.2.1: muro di sponda in calcestruzzo (rivestito in pietrame) A.2.2: muro di sponda in massi cementati A.2.3: muro di sponda in massi a secco A.2.4: scogliera in massi e calcestruzzo A.2: OPERE SPONDALI A.2.5: scogliera in massi a secco A.2.6: scogliera in massi a secco legati A.2.7: difesa di sponda in gabbioni A.2.8: difesa di sponda in legname e pietrame A: OPERE DI CONSOLIDAMENTO DELL'ALVEO A.2.9: copertura diffusa A.3.1: realizzazione nuovo argine (h <4m) A.3: RILEVATI ARGINALI A.3.2: realizzazione nuovo argine (h >4m) A.3.3: adeguemento rilevato stradale o ferroviario per difesa arginale A.3.4: adeguamneto in sagoma e/o quota di argine esistente A.4: RIVESTIMENTI D'ALVEO A.4.1: platee in pietrame e calcestruzzo A.4.2: platee in massi a secco A.5.1: cunettone in massi a secco A.5: CUNETTE E CUNETTONI A.5.2: cunettone in massi cementati A.5.3: cunettone in legname A.5.4: cunettone in calcestruzzo rivestito in pietrame A.6: REPELLENTI A.6.1: repellente in pali e fascine rinforzato con protezione in massi Nella parte B sono riportate le opere di sistemazione dei versanti. Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo - 2 -

6 B.1.1.1: canaletta inerbita B.1.1.2: canaletta in sassi B.1.1: DRENAGGI SUPERFICIALI B.1.1.3: canaletta in legname B.1.1.4: canaletta in legname e pietrame B1: OPERE DI REGIMAZIONE DELLE ACQUE SUPERFICIALI B.1.1.5: canaletta in elementi prefabbricati B.1.2.1: trincea drenante con fascinate vive o morte B.1.2.2: trincea drenante con fascinate e tubo forato B.1.2: DRENAGGI PROFONDI B.1.2.3: trincea drenante B.1.2.4: trincea drenante con struttura sintetica B.1.2.5: dreni suborizzontali B.2.1.1: semina con fiorume B.2.1: INTERVENTI DI COPERTURA B.2.1.2: semina con il metodo "nero verde" B.2.1.3: idrosemina B.2.1.4: semina con reti antierosive B: OPERE DI SISTEMAZIONE DEI VERSANTI B2: OPERE DI PROTEZIONE E CONSOLIDAMENTO SUPERFICIALE B.2.2.1: semina di specie legnose B.2.2.2: piantagione o cespugliamento con specie radicate B.2.2.3: cespugliamento con talee di specie pioniere B.2.2: SISTEMAZIONI STABILIZZANTI B.2.2.4: gradonata o cordonata B.2.2.5: fascinata B.2.2.6: viminata o graticciata B.2.2.7: palizzata B.2.2.8: grata in legname con elementi vivi B.3.1: muro di sostegno in calcestruzzo rivestito di pietrame B.3.2: muro di sostegno in massi cementati B.3.3: muro di sostegno in massi a secco B.3.4: scogliera in massi e calcestruzzo B3: OPERE DI SOSTEGNO B.3.5: scogliera in massi a secco B.3.6: muro di sostegno in gabbioni B.3.7: palificata in legname con talee B.3.8: terra rinforzata con geotessili o geogriglie B.3.9: "ombrelli da neve" Nella parte C sono riportate le briglie aperte, opere per il controllo della portata solida. Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo - 3 -

7 C.1: briglie a fessura C.2: briglie a finestra C: OPERE PER IL CONTROLLO DELLA PORTATA SOLIDA: BRIGLIE APERTE C.3: briglie a pettine C.4: briglie a fune C.5: briglie a sperone Nella categoria D delle opere speciali rientrano tutte quelle tipologie di opere che non appartengono specificatamente a categorie di intervento quali sistemazioni d alveo o di versante. Sono particolari tecniche costruttive che vanno combinate o che supportano le normali tipologie di intervento. D.1: diaframmi D: OPERE SPECIALI D.2: micropali D.3: jet grouting Nella parte E sono riportati i seguenti esempi particolari di riqualificazione ambientale: 1. Brenta a Maso Tollo 2. Rio Maggiore a Levico 3. Fersina a Canezza 4. Fersina a Doss del Ciuss 5. Mandola a Calceranica 6. Chiese a Cimego Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo - 4 -

8 A: Opere di consolidamento dell alveo Le opere di sistemazione idraulica sono interventi diretti alla stabilizzazione del fondo dell alveo e alla salvaguardia del territorio circostante lo stesso da esondazioni. Tra le opere di sistemazione idraulica si hanno: opere trasversali che stabilizzano il fondo del corso d acqua. Esse infatti sono realizzate allo scopo di determinare un equilibrio tra le attività di scavo e di trasporto esercitate dai corsi d acqua negli alvei mobili al fine di evitare eccessi dell una o dell altra attività, che possano causare fenomeni di erosione o di sovralluvionamento con conseguenti fenomeni di dissesto idrogeologico e inondazioni. La stabilizzazione dell asta del corso d acqua si attua con soglie di fondo e briglie, che, introducendo dei salti di fondo, diminuiscono per tratti la pendenza del corso d acqua e quindi la sua capacità erosiva. opere di difesa spondale quali i muri, le scogliere evitano l erosione e la lesione delle sponde del corso d acqua, proteggendo le attività adiacenti da pericolose esondazioni. rilevati arginali: sono opere realizzate per il contenimento della portata di piena e per la difesa del territorio circostante il corso d acqua. rivestimenti d alveo: proteggono il fondo del corso d acqua da erosioni evitando fenomeni di scalzamento sulle opere esistenti, vengono realizzati in particolare per la difesa degli attraversamenti del corso d acqua. cunette e cunettoni:: sono dei canali a sezione ristretta rivestiti, relativamente profondi impiegati per evitare l erosione del fondo e delle sponde. repellenti: hanno lo scopo di concentrare la corrente verso il centro del corso d acqua preservando le sponde da un erosione eccessive. Si riporta di seguito il quadro sinottico con la classificazione delle opere di consolidamento dell alveo. Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo - 5 -

9 A.1.1: briglie e soglie in massi a secco A.1.2: briglie e soglie in massi cementati A.1.: OPERE TRASVERSALI A.1.3: briglie e soglie in legname e pietrame A.1.4: briglie e soglie in calcestruzzo rivestito A.1.5: briglie e soglie in calcestruzzo A.2.1: muro di sponda in calcestruzzo (rivestito in pietrame) A.2.2: muro di sponda in massi cementati A.2.3: muro di sponda in massi a secco A.2.4: scogliera in massi e calcestruzzo A.2: OPERE SPONDALI A.2.5: scogliera in massi a secco A.2.6: scogliera in massi a secco legati A.2.7: difesa di sponda in gabbioni A.2.8: difesa di sponda in legname e pietrame A: OPERE DI CONSOLIDAMENTO DELL'ALVEO A.2.9: copertura diffusa A.3.1: realizzazione nuovo argine (h <4m) A.3: RILEVATI ARGINALI A.3.2: realizzazione nuovo argine (h >4m) A.3.3: adeguemento rilevato stradale o ferroviario per difesa arginale A.3.4: adeguamneto in sagoma e/o quota di argine esistente A.4: RIVESTIMENTI D'ALVEO A.4.1: platee in pietrame e calcestruzzo A.4.2: platee in massi a secco A.5.1: cunettone in massi a secco A.5: CUNETTE E CUNETTONI A.5.2: cunettone in massi cementati A.5.3: cunettone in legname A.5.4: cunettone in calcestruzzo rivestito in pietrame A.6: REPELLENTI A.6.1: repellente in pali e fascine rinforzato con protezione in massi Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo - 6 -

10 A.1: Opere trasversali Si comprendono nella definizione di opere trasversali tutte le tipologie di manufatti la cui geometria occupi interamente la sezione trasversale di un corso d acqua. Questa definizione esclude il caso dei repellenti, in quanto essi occupano solo parzialmente la sezione trasversale; essendo la loro funzione primaria è la protezione dall erosione di sponda. Si possono individuare due fondamentali tipologie di opere trasversali: 1. Soglie: occupano almeno l intero alveo di magra ed hanno lo scopo di fissare il fondo dell alveo in una sezione, limitando così l erosione. Questa caratteristica le rende particolarmente utili, per esempio, nel caso di attraversamenti sub alvei di una condotta. Pur essendo l opera teoricamente completamente annegata nell alveo, per un corretta progettazione e valutazione dell impatto visivo di queste opere (specie in caso di basse portate di magra) va considerata la tendenza all erosione a valle che tende a scoprirle. 2. Briglie (o traverse): sono opere che creano una discontinuità del fondo tra tratto di monte e tratto di valle, allo scopo di creare un deposito a monte instaurando così una nuova e minore pendenza (di equilibrio per la portata di progetto) e riducendo così il trasporto solido. La portata liquida tracima il coronamento dell opera in corrispondenza di un abbassamento al centro del coronamento stesso detto gaveta. Particolare attenzione va dedicata al controllo dell erosione localizzata in corrispondenza del salto di fondo. Questo tipo di opere, come verrà mostrato, presenta svariate tipologie e distinzioni. A queste tipologia vanno aggiunti i salti di fondo, cioè briglie prive di spalle che si trovano negli alvei canalizzati e nei cunettoni in corrispondenza, per esempio, del passaggio nei centri abitati. Lo scopo delle opere di difesa trasversali è quello di consolidare l alveo imponendogli una nuova e minore pendenza riducendo in questo modo l erosione del bacino di raccolta mettendo l alveo al riparo da erosioni anche durante eventi di piena, cercando nel contempo di evitare depositi eccessivi. L altezza e il numero di tali opere va scelto sulla base della pendenza che si vuole ottenere; a sua volta la pendenza è funzione della portata di progetto e della granulometria del fondo; la verifica di queste opere si ottiene assumendo che il massimo sforzo tangenziale ammesso sia quello in grado di movimentare un diametro rappresentativo delle situazione dell alveo (per esempio il d 90 ). Nei tratti a carattere torrentizio la sequenza di briglie può essere progettata secondo i criteri della ricostruzione morfologica dei corsi d acqua, in particolare simulando l andamento del fondo a step and pool tipico di alcuni torrenti. La sommità della briglia di valle va posta ad una quota superiore rispetto alla fondazione di quella di monte: in tal modo la briglia di valle controlla lo scavo di quella di monte rendendo inutile il ricorso a protezioni contro l erosione localizzata. Altezza ed interasse delle briglie devono soddisfare i seguenti criteri: H D 90 = 1 4 H L 1 < < 2 S Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo - 7 -

11 dove H = altezza del salto; L = interasse in direzione parallela alla pendenza; S = pendenza. L utilizzo di queste formule va inteso in senso mediato. Ad esempio l andamento del corso d acqua non permetterà, in generale, di disporre tutte le opere trasversali allo stesso interasse: il valore desunto dalla formula diventa quindi rappresentativo della situazione media caratteristica della sequenza di opere realizzate. Per il dimensionamento statico delle briglie e delle soglie vanno utilizzate le usuali tecniche dell ingegneria geotecnica, considerando due diverse condizioni: A breve termine, cioè quando a tergo della briglia non è presente materiale di deposito e la pendenza è quella originaria, al passaggio della massima piena; A lungo termine, cioè quando la briglia si è riempita completamente e la nuova pendenza è stata raggiunta, al passaggio della massima piena. Le fondazioni vanno dimensionate considerando il possibile scalzamento per erosione a valle del salto: avendo cura di approfondire le stesse sotto la quota di massima erosione attesa. Il muro va ammorsato nelle sponde per una lunghezza almeno pari all estensione del salto, per evitare che esso venga aggirato dalla corrente. Nel territorio della provincia di Trento si possono individuare le seguenti tipologie tipiche di briglie e soglie: briglie in massi a secco (legati oppure no) briglie in massi cementati (legati oppure no) briglie e soglie in legname e pietrame briglie e soglie In calcestruzzo rivestito briglie e soglie in calcestruzzo A.1.1: Briglie e soglie in massi a secco Queste opere sono costituite da file di massi di diametro opportuno, disposti secondo una pendenza variabile (che può andare indicativamente dal caso verticale al caso 2:1), compatibilmente con le esigenze di carattere statico. I massi possono venire legati tra loro infiggendo e ancorando in ciascuno un golfare, nel quale far passare il cavo in acciaio (vedi particolare). In pianta l opera assume un andamento arcuato verso monte, per migliorare le caratteristiche di stabilità strutturale. La gaveta va sagomata in modo da favorire la concentrazione della corrente in centro alveo. È possibile calcolare la stabilità del singolo masso utilizzando le tecniche per lo studio dell incipiente movimento del materiale d alveo (teoria di Shields), tenendo in considerazione gli effetti dovuti alla pendenza longitudinale, al nascondimento e alla bassa sommergenza. Preferibilmente andranno usati massi di forma non tondeggiante, ma a piastra, avendo questi ultimi un momento ribaltante minore. Campo di applicazione: Corsi d acqua caratterizzati da trasporto solido contenuto (trasporto di fondo) Contesti di pregio paesaggistico elevato (non urbanizzati) Esigenza di mantenimento della continuità fluviale Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo - 8 -

12 Granulometria dell alveo molto eterogenea Presenza in loco di massi Pendenze non superiori al 12-14% Vantaggi: Basso impatto ambientale e paesaggistico per l utilizzo di materiali naturali Svantaggi: Bassa resistenza strutturale Interventi di mitigazione: Disposizione irregolare dei massi, specie nel caso di salti bassi (<70cm) Scale di rimonta (se giustificato dal contesto complessivo) Evitare collocazione di massi di protezione a valle del salto (dannosi per la fauna ittica), ma creare, al contrario, una buca che ne consenta sosta e rifugio Ridurre il più possibile la larghezza sommitale (in direzione parallela alla corrente) Sagomare la gaveta atta a concentrare la portata di magra Briglia in massi a secco Prospetto Sezione A-A pendenza variabile: da verticale a scarpa 1/2 eventuale legatura dei massi Pianta Particolari ancoraggi fune in acciaio masso in pietra compatta golfare in acciaio zincato barra filettata in acciaio zincato ancorante chimico o meccanico perforazione A.1.2: Briglie e soglie in massi cementati e legati Queste opere sono dei muri di sostegno realizzati con un getto di cemento sul quale vengono posate alcune file di massi, secondo una pendenza variabile (che può andare, indicativamente, dal caso verticale al caso 2:1). L uso del calcestruzzo permette di realizzare opere di altezza e pendenza maggiori (si consiglia comunque di non oltrepassare i 3-3,5 metri di altezza in Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo - 9 -

13 gaveta), ma comporta qualche aggravio dal punto di vista costruttivo: per evitare il dilavamento del calcestruzzo fresco diventa di fondamentale importanza la deviazione dell acqua durante i lavori; inoltre bisogna porre particolare attenzione alla consistenza del cemento, affinché permei gli interstizi tra i massi ma non sia tanto fluido da fuoriuscire. I massi possono venire legati tra loro infiggendo e ancorando in ciascuno un golfare, nel quale far passare un cavo in acciaio (vedi particolare), che va annegato nel calcestruzzo. In pianta l opera assume un andamento arcuato verso monte, per migliorare le caratteristiche di stabilità strutturale. La gaveta va sagomata in modo da favorire la concentrazione della corrente in centro alveo. A tergo del muro possono venire previsti tubi per il drenaggio di subalveo, al fine di evitare fenomeni di sifonamento. Campo di applicazione: Corsi d acqua caratterizzati da assenza di colate Contesti di buon pregio paesaggistico; urbanizzati Disponibilità in loco dei massi Granulometria dell alveo non troppo uniforme Pendenze non superiori al 20% Vantaggi: Basso impatto ambientale Buona resistenza strutturale Velocità di esecuzione Bassi costi Svantaggi: Rigidità, scarso adattamento a cedimenti differenziali Impermeabilità dell opera (maggiori sollecitazioni) Interventi di mitigazione: Disposizione irregolare dei massi, specie nel caso di salti bassi (<70cm) Scale di rimonta (se giustificato dal contesto complessivo) Evitare collocazione di massi di protezione a valle del salto (dannosi per la fauna ittica), ma creare, al contrario, una buca che ne consenta sosta e rifugio Ridurre il più possibile la larghezza sommitale (in direzione parallela alla corrente) Sagomatura della gaveta atta a concentrare la portata di magra Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo

14 Briglia in massi cementati Prospetto Sezione A-A pendenza variabile: da verticale a scarpa 1/2 eventuale legatura dei massi calcestruzzo Pianta Particolari ancoraggi fune in acciaio profilo arcuato verso monte masso in pietra compatta golfare in acciaio zincato barra filettata in acciaio zincato ancorante chimico o meccanico perforazione A.1.3: Briglie e soglie in legname e pietrame Le briglie in legname e pietrame sono muri di sostegno realizzati con pali di legno disposti longitudinalmente (il primo strato) e trasversalmente, riempiti con pietrame di pezzatura adeguata alle caratteristiche della corrente.il legno deve avere buone caratteristiche di durabilità alla permanenza in acqua (per esempio il larice), ed eventualmente può essere trattato per migliorarle. Questo tipo di opere trasversali lavora a gravità; per il corretto dimensionamento deve essere verificata la stabilità globale e quella locale (tensioni ammissibili). In letteratura esistono delle formulazioni semi empiriche dei criteri di stabilità che si possono adottare in questo caso (Lenzi, D Agostino, Sonda Ricostruzione morfologica e recupero ambientale dei torrenti Bios 2000). La gaveta, essendo soggetta all azione abrasiva della corrente, va rivestita con massi o con tondelli di legname con l asse principale parallelo alla corrente. Essa può essere a sezione trapezoidale o a coda di rondine: nel primo caso la sezione di deflusso è minore rispetto alla configurazione originale dell alveo; nel secondo caso (adatto a sponde scoscese) invece, la sezione di deflusso risulta quasi immutata (consentendo il transito a correnti con elevato trasporto solido), ma è necessario provvedere a consolidare le sponde con scogliere o almeno mediante rinverdimento. Campo di applicazione: Opere trasversali di altezza contenuta Contesti di pregio paesaggistico Disponibilità in loco del materiale di riempimento Assenza di materiale adatto per le briglie in massi Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo

15 Vantaggi: Basso costo Basso impatto dal punto di vista paesaggistico Svantaggi: Leggerezza strutturale, durata ridotta delle parti in legname Interventi di mitigazione: Disposizione irregolare dei massi, specie nel caso di salti bassi (<70cm) Scale di rimonta (se giustificato dal contesto complessivo) Evitare collocazione di massi di protezione a valle del salto (dannosi per la fauna ittica), ma creare, al contrario, una buca che ne consenta sosta e rifugio Ridurre il più possibile la larghezza sommitale (in direzione parallela alla corrente) Sagomatura della gaveta atta a concentrare la portata di magra Briglia in legname e pietrame Prospetto: con gaveta a coda di rondine Prospetto: con gaveta trapezia Sezione A-A A.1.4: Briglie e soglie in calcestruzzo rivestito Queste opere di difesa trasversali sono muri di sostegno in calcestruzzo fondati in alveo e normali alla corrente. Le parti a vista in calcestruzzo (coronamento e paramento di valle) vengono rivestite mediante l utilizzo di pietrame opportunamente ancorato all opera.la struttura del muro è identica a quella che si ha nel caso di assenza di rivestimento: tipicamente un muro a sezione trapezia con paramento di monte verticale. La briglia potrà essere armata o lavorare per gravità; nel primo caso avrò minori ingombri e una maggiore flessibilità (resistenza a cedimenti localizzati). A tergo del muro possono venire previsti tubi per il drenaggio di subalveo, al fine di evitare fenomeni di sifonamento. Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo

16 Campo di applicazione: Particolari esigenze di sicurezza strutturale (opere di altezza considerevole, possibili colate di detriti) Contesti di pregio paesaggistico non trascurabile Presenza di discontinuità naturali del corso d acqua Scarsa disponibilità di massi in loco Contesti urbanizzati Facilità di manovra per i mezzi meccanici Vantaggi: Elevata resistenza strutturale Svantaggi: Costi elevati Introduzione di forti discontinuità, impedimento risalita dei pesci (briglie) Interventi di mitigazione: Scale di rimonta (se giustificato dal contesto complessivo) Evitare collocazione di massi di protezione a valle del salto (dannosi per la fauna ittica), ma creare, al contrario, una buca che ne consenta sosta e rifugio Ridurre il più possibile la larghezza sommitale (in direzione parallela alla corrente) Sagomatura della gavetta atta a concentrare la portata di magra Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo

17 Prospetto Briglia in calcestruzzo rivestito Sezione A-A Terreno originale Rivestimento in pietra Rivestimento Calcestruzzo Pianta A.1.5: Briglie e soglie in calcestruzzo Si tratta di muri di sostegno in calcestruzzo fondati in alveo e normali alla corrente; solitamente il muro è di sezione trapezia con il paramento di monte verticale L uso di un materiale artificioso quale il calcestruzzo va limitato alle opere di altezza notevole (dell ordine di 3-5 metri), ripiegando su altre tipologie per i casi di dislivello più limitato. La briglia potrà essere armata o lavorare per gravità; nel primo caso avrò minori ingombri e una maggiore flessibilità (resistenza a cedimenti localizzati). A tergo del muro possono venire previsti tubi per il drenaggio di subalveo, al fine di evitare fenomeni di sifonamento. La gaveta, essendo soggetta all azione abrasiva della corrente, va rivestita con pietra avente diametro caratteristico di almeno 20 cm. Potrà sporgere dal paramento di valle per permettere di allontanare la lama stramazzante dalla fondazione. Campo di applicazione: Particolari esigenze di sicurezza strutturale (opere di altezza considerevole, possibilità di colate detritiche) Contesti di pregio paesaggistico non elevato, contesti urbanizzati Presenza di discontinuità naturali del corso d acqua Mancanza o scarsa disponibilità di massi in loco Vantaggi: Elevata resistenza strutturale Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo

18 Svantaggi: Forte impatto visivo Introduzione di forti discontinuità, impedimento risalita dei pesci (briglie) Interventi di mitigazione: Se possibile prevedere il rivestimento in pietrame Scale di rimonta (se giustificato dal contesto complessivo) Evitare collocazione di massi di protezione a valle del salto (dannosi per la fauna ittica), ma creare, al contrario, una buca che ne consenta sosta e rifugio Ridurre il più possibile la larghezza sommitale (in direzione parallela alla corrente) Sagomatura della gaveta atta a concentrare la portata di magra Briglia in calcestruzzo Sezione A-A Prospetto Copertina in pietrame Fori di drenaggio Pelo libero Andamento terreno originale Calcestruzzo Fori di drenaggio Pianta Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo

19 Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo

20 A.2: Opere spondali Le difese di sponda sono sistemazioni realizzabili su qualunque corso d acqua, torrenti o fiumi, per proteggere dalle erosioni determinati tratti di sponde o particolari località. Normalmente esse vengono utilizzate per difendere aree urbanizzate, edifici isolati di tipo civile e industriale, in prossimità delle opere di attraversamento del corso d acqua o per la difesa di argini in froldo. A seconda dell entità e dell origine dell erosione e del contesto in cui l opera è inserita possono essere impiegate diverse tipologie, che assicurano gradi differenti di protezione contro l erosione e che hanno diversi impatti sull ambiente. Visto l importante ruolo delle difese di sponda nelle sistemazioni fluviali per assicurare la loro funzionalità è necessario considerare le tendenze evolutive del corso d acqua garantendo che non si verifichino scalzamenti al piede che compromettano la stabilità di tutta l opera. Le difese di sponda si possono distinguere come segue: 1. Muri di sponda Con questo nome si indicano le opere di difesa caratterizzate da inclinazione superiore al 100%. Si impiegano lungo i tratti fluviali che attraversano centri abitati o per la difesa di situazioni particolari. Si ricorre a questa tipologia anche per la difesa dei tratti di sponda in prossimità di un ponte o di una attraversamento del corso d acqua ed in generale nei casi in cui lo spazio disponibile sia limitato. 2. Consolidamenti e rivestimenti per la protezione da erosioni L uso di tali soluzioni presuppone la presenza di sponde ad inclinazione non accentuata. Per il rivestimento ed il consolidamento delle sponde si possono utilizzare: a) scogliere di protezione e rivestimenti in pietrame o in pietrame e verde. Va ricordato che il punto più delicato di questa difesa è il piede e quindi, per evitare lo scalzamento, occorre costruire una solida base con grossi massi; b) utilizzo di gabbioni o di materassi costituiti da reti metalliche riempite di pietre o ciottoli; c) difese in verde: tramite seminagioni sulle sponde o con piantagione di salici o altre specie arbustive. La scelta della difesa da adottare va fatta in base alla natura della sponda da proteggere, alla durata delle piene e alla forza di trascinamento esercitata dalla corrente in queste condizioni e al contesto paesaggistico ed ambientale in cui intervenire. Le difese di sponda si possono anche suddividere in: rigide, flessibili, semirigide ed in materiale sciolto. Le opere rigide, costruite generalmente in muratura di pietrame con malta o in calcestruzzo armato o no, sono sensibilissime ai cedimenti provocati da scalzamenti o da movimenti franosi o imputabili alla scarsa resistenza del terreno di fondazione. Qualora sussistano questa condizioni va attentamente valutato se utilizzare opere di tipo rigido adottando fondazioni profonde ed estese o se scegliere opere di tipo flessibile, come le gabbionate o le scogliere che meglio si adattano a cedimenti Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo

21 differenziali del terreno di fondazione. Buoni risultati per le opere di tipo rigido si ottengono invece per i tratti di corso d acqua caratterizzati da limitati scavi di fondo o, meglio ancora, quando l'opera può essere impostata direttamente su roccia non erodibile. Negli altri casi le opere rigide vengono spesso lesionate e le difficoltà di riparazione delle stesse conducono spesso alla distruzione completa.le opere di tipo rigido presentano inoltre il difetto di essere impermeabili; questo fa si che si instaurino a tergo dell opera delle pressioni e delle spinte più elevate rispetto al caso delle opere permeabili. Al contrario le opere flessibili come le gabbionate e le difese in pietrame, quali le scogliere sono in grado di adattarsi ai cedimenti e alle distorsioni senza deteriorarsi completamente e garantendo un certo grado di difesa della sponda. Nei casi in cui l opera venga in parte danneggiata o distrutta è inoltre possibile provvedere ad un ripristino o ad una ricostruzione più veloce rispetto alle opere in calcestruzzo e con spese generalmente più contenute. Rimanendo nel campo delle opere di tipo flessibile va osservato che le difese in gabbioni non sono sempre adottabili, per questioni paesaggistico ambientali e in particolare per la sistemazione dei corsi d acqua a carattere torrentizio in cui si ha un elevato trasporto solido e si possono verificare urti e abrasioni che possono portare alla rottura della rete metallica. Per queste particolari situazioni è preferibile adottare difese costituite da massi sciolti quali le scogliere. Le dimensioni dei massi da adottare vanno calcolate facendo riferimento a criteri di stabilità specifici che tengano conto delle forze agenti sul singolo masso in condizioni di equilibrio limite; si ricordano in merito la teoria di Shields e le correzioni alla stessa da adottare per tenere conto dell inclinazione delle sponde, della sommergenza del masso, ecc. Le diverse tipologie di opere spondali presentate si comportano in maniera molto diversa per quanto riguarda l impatto sull ambiente riducendo l interazione tra il corso d acqua e le comunità riparie circostanti. I muri in calcestruzzo sono elementi di discontinuità paesaggistica e costituiscono sempre un elemento di forte semplificazione dell ambiente. Se sono a diretto contatto con l acqua eliminano totalmente le zone di ristagno e bassa velocità della corrente che costituiscono dei microhabitat essenziali per la vita di molte specie presenti all interno dello stesso. L impatto dei muri di sponda e delle arginature dipende dall altezza e dall inclinazione del paramento delle opere. Dal punto di vista ambientale è sempre auspicabile, dove le dimensioni dell alveo lo consentono, l interramento totale o parziale dei muri o almeno la realizzazione di una fascia di vegetazione riparia, opportunamente protetta al piede contro l erosione della corrente, con funzione di consolidamento della sponda. Le opere realizzate in massi, come le scogliere hanno invece un minore impatto ambientale sulla vita del corso d acqua grazie all utilizzo di materiale naturale. A.2.1: Muri di sponda in calcestruzzo (rivestito in pietrame) Si ricorre a questa tipologia quando la sponda presenta una scarpa notevole e siano da contenere al minimo gli spazi occupati dal torrente, per la presenza di strade, abitazioni, attività industriali oppure in speciali situazioni topografiche (sponde molto ripide) e geotecniche (forte erosione al piede a causa dell azione idrodinamica esercitata dalla corrente). La maggior parte dei muri d argine presenta solitamente una sezione a T, realizzata in calcestruzzo armato. I muri di sponda vanno fondati per almeno 2-3 m sotto la linea del talweg e protetti al piede tramite l utilizzo di grossi massi per evitare o ridurre lo scavo. Particolare attenzione va posta nel dimensionamento delle fondazione dei tratti in curva a causa del problema degli scavi Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo

22 localizzati che si possono verificare per le correnti secondarie presenti e nei casi in cui il corso d acqua presenti una tendenza all erosione. In alcune situazioni per garantire la stabilità del muro è necessario realizzare fondazioni particolari su pali o tramite colonne in jet-grouting. A tergo del muro è utile inserire dei drenaggi per l allontanamento dell acqua in modo tale da ridurre le spinte esercitate. I muri in calcestruzzo sono opere in grado di resistere a pesanti sollecitazioni e solitamente sono caratterizzate da una buona durabilità; provocano però un notevole impatto, anche se rivestiti, perché costituiscono una discontinuità nell ambiente impedendo l attraversamento dei corsi d acqua e l accesso alle sponde; hanno inoltre il difetto di eliminare totalmente le zone di ristagno e di bassa velocità della corrente che costituiscono dei microhabitat essenziali per la vita di molte specie presenti all interno del corso d acqua. Va inoltre osservato che i muri di sponda hanno un impatto negativo a causa della mancanza di vegetazione lungo la ripa. La parte in elevazione può venire realizzata semplicemente in calcestruzzo o, come spesso accade, in calcestruzzo rivestito con pietrame. Questa seconda tipologia è certamente preferibile dal punto di vista dell impatto visivo dell opera. Generalmente quindi, si opta per il muro in calcestruzzo rivestito in pietrame; mentre la tipologia non rivestita viene utilizzata nei casi in cui si hanno condizioni di difficile accessibilità al cantiere o quando l opera è nascosta e non visibile. Campo di applicazione in particolari situazioni per la protezione di strade, abitazioni, zone industriali dove ci sia mancanza di spazio per realizzare la sponda, per la protezione dei tratti di sponda in prossimità di attraversamenti del corso d acqua. Vantaggi opera caratterizzata da elevata resistenza strutturale opera di difesa realizzabile nei casi in cui la sponda sia molto ripida Svantaggi rigidità dell opera, possibilità di lesioni in caso di cedimenti del terreno di fondazione impermeabilità dell opera, aumento delle sollecitazioni a tergo del muro forte impatto paesaggistico ambientale, discontinuità paesaggistica, aumento delle velocità in prossimità del muro, diminuzione delle zone di calma per la fauna acquatica; ostacolo all attraversamento della fauna non acquatica a causa della forte pendenza il muro in calcestruzzo non rivestito in pietrame è un opera caratterizzata da forte impatto visivo Interventi di mitigazione ove le dimensioni dell alveo lo consentano, al fine di ricostituire la continuità in senso verticale del corso d acqua si può prevedere un ricoprimento dell opera con materiale proveniente dagli scavi. In questo modo si può creare una zona golenale in prossimità della sponda che può essere rivegetata tramite l utilizzo di salici o piantando specie erbose. In questa situazione va verificato che sia garantita la sicurezza idraulica del tratto di corso d acqua su cui si interviene per evitare che la fondazione del muro venga scoperta durante gli eventi di piena è possibile collocare a protezione della fondazione del muro dei massi di dimensioni tali da resistere alla forza di trascinamento della corrente, e nella zona così creata, ove possibile, si può riprodurre una zona golenale come detto al punto precedente Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo

23 per ovviare alla mancanza di vegetazione lungo la sponda si possono piantare all interno dell alveo o sulla sommità del muro delle specie rampicanti, in modo da mitigare l impatto visivo dell opera. Muro di sponda rivestito in pietrame Rivestimento in pietrame Eventuali rampicanti Scarpa variabile Eventuali specie cespugliose Massi Alveo di magra A.2.2: Muri di sponda in massi cementati Si ricorre a questa tipologia quando lo spazio a disposizione è ridotto e la pendenza della sponda deve essere mantenuta elevata per motivazioni di vario genere (interferenze con costruzioni da salvaguardare, raccordo con spalle di ponti e muri in cemento armato già esistenti e che si vogliono mantenere) oppure in speciali situazioni caratterizzate da forte erosione da parte della corrente. I muri d argine in massi cementati presentano solitamente una sezione trapezoidale e sono realizzati con grossi massi, del volume indicativo di 0,5 m 3, e calcestruzzo. La sezione può essere suddivisa, sotto il profilo funzionale in due parti: l unghia al piede con quota di posa sempre al di sotto dello scavo prevedibile nel tratto in esame per evitare lo scalzamento dell intera opera e la parte muro vero e proprio fuori terra, di dimensioni variabili a seconda del contesto, ma tali da assicurare la stabilità per gravità del manufatto. Quando l unghia di fondazione non risulti sufficientemente robusta, è necessario realizzare una sottofondazione con un diaframma da dimensionare in funzione delle caratteristiche del terreno e con spessore indicativo pari a 1 m. Il diaframma deve assicurare la stabilità di tutta l opera e quindi va preferibilmente immorsato in uno strato con buone caratteristiche rispetto all erosione causata dalla corrente. Anche in questo caso, come per i muri di sponda in calcestruzzo, rivestiti o meno in pietrame, particolare attenzione va posta nel dimensionamento delle fondazione dei tratti in curva a causa del problema degli scavi localizzati che si possono verificare per le correnti secondarie presenti e nei casi in cui Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo

24 il corso d acqua presenti una tendenza all erosione. A tergo del muro è utile inserire dei drenaggi per l allontanamento dell acqua allo scopo di ridurre le spinte esercitate. I muri in massi cementati sono opere in grado di resistere a pesanti sollecitazioni e solitamente sono caratterizzate da una buona durabilità; hanno però il difetto di eliminare totalmente le zone di ristagno e di bassa velocità della corrente che costituiscono dei microhabitat essenziali per la vita di molte specie presenti all interno del corso d acqua. Come per le altre tipologie di muro di sponda queste opere hanno un impatto negativo a causa dell eliminazione della vegetazione lungo la ripa e per la forte pendenza che impedisce l attraversamento del corso d acqua e l accessibilità alle sponde da parte della fauna non acquatica. Campo di applicazione in particolari situazioni di interferenza con costruzioni da salvaguardare, nei casi in cui ci sia mancanza di spazio per realizzare la sponda; per la protezione dei tratti di sponda in prossimità di attraversamenti del corso d acqua. Vantaggi opera caratterizzata da elevata resistenza strutturale; opera di difesa realizzabile nei casi in cui la sponda sia molto ripida; Svantaggi rigidità dell opera, possibilità di lesioni in caso di cedimenti del terreno di fondazione; impermeabilità dell opera, aumento delle sollecitazioni a tergo del muro; impatto paesaggistico negativo causato dalla verticalità degli argini e dall impossibilità di colonizzazione vegetale; forte impatto ambientale, aumento delle velocità in prossimità del muro, diminuzione delle zone di calma per la fauna acquatica, ostacolo all attraversamento della fauna non acquatica a causa della forte pendenza; Interventi di mitigazione è possibile creare una zona golenale rivegetata in prossimità della sponda, verificando che sia garantita la sicurezza del tratto di corso d acqua in esame. A tal fine si possono piantare delle specie cespugliose adatte (ad esempio salici) nella zona adiacente al muro. Va sempre garantito che la banchina del muro si trovi al di sotto dell alveo di magra; altrimenti durante gli eventi caratterizzati dalle maggiori portate si assiste ad un asportazione del materiale riportato e la banchina in massi e calcestruzzo rimane scoperta; è possibile ridurre l impatto dell opera ricercando una certa irregolarità perimetrale del contorno del manufatto, differenziando la dimensione e l allineamento dei massi, riducendo le pendenze adottate e lasciando tra i massi delle fughe di spessore di cm circa; per evitare che la fondazione del muro venga scoperta durante gli eventi di piena è possibile collocare a protezione della fondazione del muro dei massi di dimensioni tali da resistere alla forza di trascinamento della corrente e nella zona così creata, ove possibile, si può riprodurre una zona golenare come detto al punto precedente; Per ovviare alla mancanza di vegetazione lungo la sponda si possono piantare all interno dell alveo o sulla sommità del muro delle specie rampicanti, in modo da mitigare l impatto visivo dell opera. Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo

25 Muro di sponda in massi cementati Eventuale banchina al piede (al di sotto dell'alveo di magra) Scarpa variabile Creazione di una zona rivegetata Alveo di magra Massi di cava volume medio 0.50 mc Riempimento con materiale proveniente dagli scavi Eventuale diframma in c.a. in alternativa all'unghia in massi A.2.3: Muro di sponda in massi a secco Questa tipologia di opera, un tempo molto diffusa, oggi viene realizzata raramente a causa del notevole impiego di manodopera, necessaria per la sua costruzione e soprattutto per la minore resistenza rispetto ai muri in calcestruzzo. Si utilizza quando la sponda presenta una scarpa notevole. Generalmente per garantire la stabilità del manufatto non si superano le altezze di 1,5 m circa. L opera è realizzata unicamente in pietrame e quindi essa ha un impatto sull ambiente e sul paesaggio minore rispetto ai muri in calcestruzzo armato e in massi cementati, in particolare quando viene impiegato pietrame locale. La struttura viene dimensionata a gravità; la stabilità del muro viene cioè garantita dal suo peso. Indicativamente lo spessore in testa non deve essere inferiore a 50 cm mentre alla base si deve avere una larghezza pari a 0,7-1 volta l altezza fuori terra del muro. Le pietre impiegate devono essere compatte, non sfaldabili, di forma regolare e caratterizzate da elevato peso specifico, con le tre dimensioni simili tra loro. Nella disposizione delle pietre si deve prestare attenzione a sfalsare i giunti verticali, vanno evitati i vuoti interni e va formata una disposizione regolare sul paramento esterno. Il muro viene fondato in massi, fino a raggiungere uno strato di terreno stabile di appoggio non raggiunto dall erosione della corrente. Il muro a secco può essere opportunamente rinverdito, collocando all interno delle fessure tra i massi, durante la costruzione dello stesso, ramaglie oppure delle piante legnose radicate in modo tale che queste raggiungano il terreno dietro il muro. È consigliabile in questo caso non far sporgere la ramaglia più di 30 cm dai fori per evitare disseccamenti delle piante.la presenza della vegetazione migliora l impatto estetico del muro, permettendo inoltre un maggior drenaggio del terreno retrostante il muro e un consolidamento della struttura. Le piante consentono inoltre di ombreggiare il corso d acqua con positivi effetti sulla temperatura dello stesso, sulla fauna ittica e macrobentonica in relazione con l apporto organico, la presenza di insetti, ecc.) Nei casi in cui questa soluzione non sia applicabile è possibile rinverdire il Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo

26 muro tramite zolle erbose. Per l attecchimento delle talee e delle zolle non è necessario utilizzare della terra vegetale, basta riportare nelle fessure del materiale fine per garantire l attecchimento. I rami vivi e le piante radicate possono essere impiegate solo nel periodo del riposo vegetativo, mentre le zolle erbose possono essere messe a dimora tutto l anno, fatta eccezione per i periodi di gelo. Campo di applicazione Per la protezione di sponde caratterizzate da mancanza di spazio e da altezze non particolarmente elevate Vantaggi L opera può essere rinverdita e questo permette un mascheramento della stessa e la ricreazione di un ambiente simile a quello naturale; Permette la sistemazione di sponde di elevata pendenza; Svantaggi - l opera presenta minori caratteristiche di resistenza rispetto ai muri realizzati in calcestruzzo o in calcestruzzo e massi. aumento delle velocità in prossimità del muro, diminuzione delle zone di calma per la fauna acquatica, ostacolo all attraversamento della fauna non acquatica a causa della forte pendenza Interventi di mitigazione creazione una zona golenale rivegetata in prossimità della sponda, verificando che sia garantita la sicurezza del tratto di corso d acqua in esame. A tal fine si possono piantare delle specie arbustive adatte (ad esempio salici) nella zona adiacente al muro. L unghia di protezione del muro realizzata in massi sciolti deve trovarsi al di sotto dell alveo di magra; per evitare scalzamenti ad opera della corrente. Dato il limitato sviluppo in altezza dei muri a secco la riduzione dell impatto paesaggistico ambientale avviene favorendo la naturale colonizzazione dell opera da parte della vegetazione spontanea posta a valle e a monte della struttura. Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo

27 Muro di sponda in massi a secco Muro in massi a secco Pietre regolari Eventuale zona golenare da rivegetare Alveo di magra A.2.4: Scogliera in massi e calcestruzzo La scogliera in massi e calcestruzzo viene adottata quando sussista la necessità di proteggere infrastrutture importanti come nuclei abitati, strade, ferrovie ecc. e sia richiesta una difesa di sponda in grado di resistere a sollecitazioni elevate. Questa tipologia viene impiegata anche nel caso di protezione del lato fiume di argini realizzati in froldo al corso d acqua essendo in questi casi richiesta una difesa spondale sufficientemente robusta da garantire nel tempo la stabilità strutturale dell argine stesso. La scogliera in massi e calcestruzzo garantisce una buona protezione della sponda, ma ha il difetto di essere un opera rigida e quindi non sempre in grado di adattarsi ai cedimenti differenziali del terreno costituente la sponda. Inoltre, a differenza delle scogliere in massi a secco non permette il drenaggio delle acque ed è quindi sottoposta a sollecitazioni più elevate da parte del terreno retrostante. È una soluzione molto conveniente nelle aree montane e pedemontane, per la facilità di reperimento del materiale lapideo, molto meno nelle aree di pianura a causa degli elevati costi di trasporto dei massi. La scogliera in massi e calcestruzzo viene generalmente realizzata con scarpa di 3/2 o 2/1; è costituita da massi di grosse dimensioni intasati da calcestruzzo e deve avere un piede di fondazione sufficientemente robusto per garantire all opera la necessaria stabilità evitando lo scalzamento. A tal fine è necessario realizzare un piede di fondazione in massi e calcestruzzo che si estenda fino ad una profondità pari a 1,5 2,0 m rispetto alla quota del talweg, garantendo che questa profondità sia Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo

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