SALUTE E SICUREZZA NEL COMPARTO DELLA STAMPA

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1 SALUTE E SICUREZZA NEL COMPARTO DELLA STAMPA MANUALE PER LA PREVENZIONE Servizio di Prevenzione Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro

2 Materiali elaborati da SPISAL ULSS n. 6 VICENZA Pubblicazione a cura di: Celestino Piz, Pierantonio Zanon, Flavio Vidale. Si ringrazia il Sost. Direttore Antincendio C.E. Andrea Formentini del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Vicenza per il contributo sul rischio di incendio ed esplosione che riportiamo nel capitolo 4. In copertina: William Caxton showing the first specimen of his printing to King Edward IV and Queen Elizabeth at the Almonry, Westminster (painting by Daniel Maclise, 1851) Novembre 2014

3 INDICE INTRODUZIONE... 4 PREMESSA... 5 DESCRIZIONE DEL COMPARTO DELLA STAMPA... 5 I PROCEDIMENTI DI STAMPA L IMPIANTO ORGANIZZATIVO E GESTIONALE PER LA SALUTE E SICUREZZA DEL LAVORO... 9 La valutazione dei rischi... 9 Il Servizio di Prevenzione e Protezione... 9 Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza... 9 L informazione e la formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti... 9 Gli addetti alle emergenze e la loro formazione...10 Il Medico Competente LA SICUREZZA DEI LAVORATORI...11 LE DEFINIZIONI E LE CARATTERISTICHE DEI RIPARI DI PROTEZIONE E DEI COMANDI DELLE MACCHINE (rif. Direttiva 2006/42/CE)...11 GLI ASPETTI DA CONSIDERARE PER LA SICUREZZA DELLE MACCHINE...12 LE MACCHINE PIÙ UTILIZZATE...12 I PRINCIPALI ASPETTI DELLA STRUTTURA DELL AMBIENTE DI LAVORO PER GARANTIRE LA SICUREZZA LA SALUTE DEI LAVORATORI...37 I RISCHI PER LA SALUTE Sostanze pericolose Movimentazione manuale dei carichi Movimenti ripetitivi Microclima Rumore VDT Lavoro notturno Stress correlato al lavoro...40 ALTRI ASPETTI DA CONSIDERARE IN MERITO ALLA SALUTE DEI LAVORATORI...41 Lavoratrici madri...41 Lavoratori minorenni...42 Divieto di consumo di bevande alcoliche...42 Divieto di fumo di tabacco...43 I requisiti igienico-assistenziali (bagno-wc e spogliatoio)...43 Dispositivi di Protezione Individuale PROCEDURE DI PREVENZIONE INCENDI ELENCO DEI DOCUMENTI CHE POSSONO ESSERE RICHIESTI ALL AZIENDA E DA ESIBIRE IN SEDE DI SOPRALLUOGO ISPETTIVO...48

4 INTRODUZIONE Il comparto Stampa nel territorio dell ULSS n. 6 di Vicenza, è composto da circa 120 aziende, per lo più di tipo artigianale, che possono presentare fattori di rischio legati alle strutture edilizie, alle attrezzature, alle macchine, agli impianti e ai prodotti utilizzati. Questo manuale costituisce uno strumento per valutare i rischi aziendali e gli interventi migliorativi da adottare e potrà essere utilizzato per l integrazione e l aggiornamento del Documento di Valutazione dei Rischi di cui all articolo 28 del Decreto Legislativo 81/08 o come strumento informativo a supporto delle procedure standardizzate di valutazione dei rischi. Per queste ultime, in particolare per gli argomenti non trattati direttamente nel manuale, può essere fatto riferimento alle linee di indirizzo ed agli allegati tematici elaborati dal Comitato Regionale di Coordinamento per la salute e sicurezza del lavoro del Veneto previsto dall art. 7 del D. Lgs. 81/08 (CORECO di cui fanno parte anche le Associazioni di Categoria) reperibili anche nel sito web dell ULSS n. 6 Vicenza alla pagina I datori di lavoro potranno utilizzare tali materiali per identificare l esistenza in azienda dei requisiti di salute e sicurezza che saranno oggetto di verifica da parte degli Operatori SPISAL in occasione degli interventi ispettivi programmati nel comparto. La trattazione è completata da alcuni richiami storici e da dettagli tecnologici, utili a coloro che hanno meno familiarità con il comparto della grafica e stampa. Il documento è composto dalle seguenti sezioni: l impianto organizzativo e gestionale per la salute e sicurezza del lavoro la sicurezza dei lavoratori la salute dei lavoratori Il manuale si conclude con un capitolo dedicato al rischio di incendio/esplosione e con l elenco dei documenti di cui deve essere in possesso l azienda in relazione ai rischi presenti e valutati. Buon lavoro! 4

5 PREMESSA Le tecnologie multimediali hanno reso la comunicazione sempre più liquida: l informazione si è progressivamente de-materializzata, il software ha preso il sopravvento sull hardware, il led sull inchiostro, la luce sul colore. Parallelamente, i confini fra le professioni si sono fatte più sfumate, la convergenza tra media e web ha fatto emergere nuove sensibilità: i consumatori sono, oggi, multimediali e multicanali, nonché avvezzi alle nuove abitudini mediatiche generate dal web. Le pagine si dilatano sugli schermi dei tablet, l informazione si ottimizza per essere di agevole lettura sullo schermo di un telefonino: progressivamente, le nuove tecnologie digitali stanno dirottando le esigenze di informazione verso mezzi diversi da quelli della stampa. (da Print different grafici, tipografi e fotografi: ridisegnare il futuro delle imprese artigiane Ente Bilaterale Artigianato Veneto, novembre 2012). Nonostante queste tendenze tecnologiche e commerciali, lo SPISAL di Vicenza ha intrapreso un intervento di comparto nel settore della stampa che anche su supporti di materiale diverso dalla carta e con tecniche cromatiche innovative continuerà probabilmente anche in futuro a colorare il nostro mondo, determinando scelte o stimolando umori. Nel settore delle arti grafiche, il Servizio ha effettuato nel un intervento di vigilanza e prevenzione limitato alle serigrafie, settore che all epoca aveva avuto uno sviluppo notevole anche per l adozione di tale tecnologia nella produzione dei circuiti stampati per l elettronica. Dopo di allora gli accessi ispettivi hanno avuto carattere estemporaneo, in occasione di infortuni o di segnalazioni di non conformità in merito agli ambienti di lavoro o a rischi per la salute. Altri comparti produttivi, come la metalmeccanica, la lavorazione del legno, le galvaniche, i lapidei, ecc. hanno avuto in quegli anni la priorità oltre all edilizia che è oggetto di monitoraggio continuo - nei programmi di prevenzione del Servizio in base alla numerosità degli addetti, agli indici infortunistici e alla consistenza dei possibili rischi per la salute. Il presente manuale, risultato di un lavoro multidisciplinare del Servizio, costituisce la premessa all intervento nel comparto grafica e stampa che come di consueto vedrà una fase di informazione sui requisiti di prevenzione seguita dalla verifica ispettiva diretta quale vigilanza sulle condizioni di salute e sicurezza del lavoro. DESCRIZIONE DEL COMPARTO DELLA STAMPA È improbabile che, quando sfogliamo una rivista, leggiamo un libro o guardiamo un manifesto, ci venga il pensiero di come sono realizzati questi mezzi di comunicazione scritta ed illustrata. I vari procedimenti di stampa condividono per lo più alcune caratteristiche come il trasferimento di un inchiostro su di un supporto prevalentemente cartaceo attraverso la pressione di una forma che riporta il testo o la figura che si vuole riprodurre. 5

6 Dal cinquecentesco torchio di Gutenberg alle macchine offset dei giorni nostri i cambiamenti maggiori hanno riguardato la composizione e la realizzazione di quelli che un tempo erano i clichè mentre i processi di stampa, pur diversificandosi nel tempo, hanno risentito soprattutto di un formidabile aumento di velocità. Affinché il presente manuale possa risultare utile non solo agli operatori del settore ma anche a coloro che, con compiti di vigilanza o con finalità di consulenza in materia di salute e sicurezza, si accingono ad entrare in questo affascinante settore produttivo, abbiamo inserito un ampio capitolo dedicato alla tecnologia dei processi di stampa. I PROCEDIMENTI DI STAMPA Le tecniche di stampa sono fondamentalmente distinte in base alla modalità di trasferimento dell inchiostro dalle matrici (forme) al supporto, in genere cartaceo ma anche sintetico o metallico. Vengono individuati quattro sistemi diversi: 1. procedimento rilievografico 2. procedimento incavografico 3. procedimento planografico 4. procedimento permeografico Il nome di ciascun procedimento si riferisce alla disposizione strutturale che hanno le zone stampanti (dette grafismi ) rispetto alle aree non stampanti (definite come contrografismi ) che, rispettivamente, sono: 1. in rilievo 2. incavati 3. sullo stesso piano 4. permeabili all inchiostro Viene definita stampa diretta il semplice trasferimento dell inchiostro dalla forma al supporto di stampa, come avviene nel processo tipografico. Nella stampa indiretta o offset invece l inchiostro viene trasferito dalla forma ad un cilindro intermedio e poi da questo al supporto. 1. Il procedimento rilievografico Questo comprende fondamentalmente due tecniche: 1a. Xilografia: è il più antico processo di stampa, oggi usato solo per scopi artistici. Utilizza una forma di legno incisa manualmente, lasciando in rilievo il soggetto, realizzato specularmente, che poi verrà riprodotto. 1b. Tipografia: è il processo di stampa, avviato con i caratteri mobili del torchio di Gutenberg, all origine della moderna industria grafica. Oggi ha un ruolo marginale (carte intestate, volantini, ecc.) e non viene da tempo utilizzata in editoria. Il processo tipografico utilizza forme di stampa con i caratteri in rilievo che possono essere piane o curve: le prime sono utilizzate con macchine piane o pianocilindriche, le seconde con macchine 6

7 rotative. La prima fase del lavoro tipografico è la composizione del testo, che può essere manuale, semimeccanica, meccanica, e la preparazione dei clichés delle illustrazioni (se presenti), attuata con procedimenti meccanici, fotomeccanici, elettronici, sempre con le zone stampanti in rilievo. Con una forma si stampa solo su di un lato del foglio, per cui per la stampa in bianca e volta (cioè, fronte retro) occorrono due forme e due passate alla macchina da stampa. 1c. Flessografia: è un processo di stampa rilievografica diretta rotativa, caratterizzata dall impiego di forme in materiale elastico e flessibile. Gli inchiostri sono di tipo liquido e a rapida essiccazione. Molto adatta alla stampa su laminati plastici o metallici, polietilene, poliestere, ecc. 2. Il procedimento incavografico Qui i grafismi sono incavati rispetto ai contrografismi. Il principio di stampa prevede l inchiostrazione totale della forma e poi l asportazione dell inchiostro dai contrografismi. In base alla profondità dell incavo viene regolato lo spessore dell inchiostro da depositare sul supporto. La rotocalcografia ne costituisce la principale applicazione produttiva. Molto utilizzata in passato per la realizzazione di periodici e riviste illustrate ad alta tiratura (cui spesso ci si riferiva proprio con il termine rotocalco ), oggi meno diffusa ed orientata soprattutto al packaging in carta, PVC, polipropilene, pellicole metallizzate, ecc. La forma rotocalco è generalmente costituita da un cilindro ramato in superficie, spesso cromato per aumentarne la resistenza all'usura, su cui sono praticate incisioni (alveoli o cellette) che pescano in un serbatoio contenente un inchiostro a base molto volatile. La variazione di volume degli alveoli consente di modificare la quantità d'inchiostro trasferita sul supporto e, pertanto, la gradazione tonale. Un affilato raschiatoio (racla) asporta l inchiostro in eccesso e nel proseguimento del moto rotatorio il cilindro viene a contatto con il foglio di carta da stampare, spinto da un cilindro di pressione rivestito di caucciù. Si tratta in genere di macchine a bobina in cui il foglio viene a contatto con una successione di cilindri portaforma a seconda del numero di colori impiegato. La quantità d'inchiostro trasferita sul supporto dalla forma rotocalco è mediamente molto più alta che nei processi tipografico od offset, perché le massime incisioni possono raggiungere anche la profondità di alcune decine di micron con risultati cromatici anche molto brillanti. L'evaporazione della frazione a più basso punto d'ebollizione dell'inchiostro permette una rapida essiccazione del film superficiale. 3. Il procedimento planografico Nel procedimento planografico i grafismi e i contrografismi della forma sono sullo stesso piano: attraverso trattamenti lipofili (ricettivi all inchiostro) nelle aree che costituiscono i grafismi ed idrofili (refrattari all inchiostro) in corrispondenza dei contrografismi indotti sulla superficie della forma diventa possibile il trasferimento diretto o indiretto di una immagine sul supporto in stampa. I principali processi planografici sono: 7

8 3a. Litografia: processo grafico inventato da Alois Senefelder nel 1796 che è stato per oltre 150 anni la tecnica più importante per ottenere la stampa delle immagini (illustrazioni di libri, manifesti, stampe artistiche). La forma di stampa era costituita da una pietra calcarea ben presto sostituita da lastre di zinco - sulla cui superficie veniva depositata la sostanza lipofila che costituiva i grafismi. Essendo la litografia una tecnica di stampa diretta l immagine deve essere realizzata in modo speculare. Oggi viene utilizzata solo per le stampe d arte. 3b. Stampa Offset: è un processo di stampa planografica indiretta nel quale l immagine viene trasferita dalla forma inchiostrata ad un cilindro intermedio rivestito di tessuto gommato e da questo al supporto di stampa. Le forme per la stampa offset sono costituite da un foglio di alluminio dello spessore di 0,3 0,4 mm che riporta l immagine diritta (e non speculare come nella litografia) di ciò che si andrà a stampare, ottenuta attraverso processi foto- o termo-grafici. Questa lastra metallica viene inumidita da un velo d acqua ed alcool dai rulli bagnatori (l alluminio è un metallo idrofilo ) e, immediatamente dopo, unta da quelli inchiostratori. Le zone della lastra che dovranno risultare bianche sulla carta, predisposte al principio di repulsione dei grassi, rifiuteranno 1 inchiostro, se umide; le zone costituenti il disegno e le scritte, malgrado 1 umidificazione vengono perfettamente inchiostrate. 4. Il procedimento permeografico Le forme di stampa sono qui costituite da tessuti a maglie fitte, trattati in modo da lasciare permeabili all inchiostro le zone corrispondenti ai grafismi mentre i contrografismi sono resi impermeabili. La stampa viene ottenuta con il passaggio a piatto di una racla sopra la forma (telaio) che forza l inchiostro ad attraversare le maglie aperte per andare a depositarsi sul sottostante supporto. La sua applicazione più importante è la serigrafia. In questo manuale vengono trattati gli aspetti di prevenzione dei rischi per la salute e la sicurezza in riferimento alla litografia offset, alla flessografia e alla serigrafia che costituiscono oggi i procedimenti di stampa più diffusi sul mercato, con alcuni cenni sulla tipografia che marginalmente resiste in imprese di tipo artigianale. 8

9 1. L IMPIANTO ORGANIZZATIVO E GESTIONALE PER LA SALUTE E SICUREZZA DEL LAVORO Tutte le aziende che impiegano lavoratori dipendenti o equiparati, comprese quelle formate unicamente da soci lavoratori, sono soggette alla piena applicazione del D. Lgs. 81/08. Si ricorda che l Art 21 del D. Lgs. 81/08 prevede degli obblighi ben precisi anche per i componenti delle imprese famigliari e per i lavoratori autonomi, che in sintesi sono: utilizzo di attrezzature di lavoro sicure; adozione di DPI ed loro utilizzo in conformità alle norme. La valutazione dei rischi La pubblicazione che state leggendo costituisce una guida alla valutazione dei rischi nel comparto della grafica e stampa. La valutazione deve trovare riscontro in un Documento (DVR) che, per le aziende fino a 10 lavoratori, può essere realizzato secondo le procedure standardizzate definite dallo specifico Decreto Interministeriale del 30 novembre 2012, già previste dall art. 29 del D. Lgs. 81/08. In merito alle Indicazioni per la stesura del documento standardizzato di valutazione dei rischi del Comitato Regionale di Coordinamento (CORECO) delle attività di prevenzione e vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro del Veneto si veda quanto indicato nell introduzione. Il Servizio di Prevenzione e Protezione Con questa definizione, che può apparire sproporzionata per piccole o addirittura micro-aziende, si intende l obbligo per ogni Datore di lavoro di gestire la tutela della salute e della sicurezza di tutti gli addetti (lui per primo) con un insieme organico di azioni e di individui diretti a prevenire gli infortuni e le malattie da lavoro. Per le imprese artigiane fino a 30 lavoratori, l art. 34 del D. Lgs. 81/08 prevede che possa essere lo stesso Datore di lavoro a svolgere i compiti di detto Servizio (DL SPP) dopo aver frequentato lo specifico corso di formazione che per le aziende del comparto stampa, classificate ad alto rischio dall Intesa Stato-Regioni del (codice ATECO C 18), ha una durata di 48 ore con una prova finale di verifica. Viene altresì previsto un aggiornamento quinquennale di almeno 6 ore di formazione. Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza L art. 47 del D. Lgs. 81/08 stabilisce che i lavoratori nominino un loro Rappresentante per la sicurezza (RLS). Il nominativo del RLS va inviato per via telematica all INAIL. L invio va ripetuto in caso di nuova nomina. Non va fatta comunicazione se al 31 dicembre di un dato anno il RLS è il medesimo dell anno precedente. Qualora i lavoratori non giungano a tale designazione, il Datore di Lavoro (DdL) farà riferimento ai RLS Territoriali individuati con accordi interconfederali (l Associazione di categoria cui fa riferimento la Ditta potrà dare informazioni in merito). Il RLS deve obbligatoriamente essere coinvolto o interpellato in occasione di momenti significativi che riguardano la prevenzione in azienda (valutazione dei rischi, scelta dei dispositivi di protezione individuale, riunione periodica qualora richiesta, solo per fare qualche esempio). Al RLS aziendale dovrà essere garantita una adeguata formazione (come più sotto precisata) e la disponibilità di tempo per esercitare il proprio ruolo. L informazione e la formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti L intesa Stato-Regioni ha definito anche le caratteristiche che devono avere i corsi di formazione per i lavoratori ai sensi dell art. 37 del D. Lgs. 81/08. Il Decreto Interministeriale del 6 marzo 2013, che definisce i requisiti che devono possedere i formatori, ammette che i DL SPP che ricoprono tale ruolo da più di tre anni possano effettuare direttamente la 9

10 formazione dei propri dipendenti, questo almeno fino al 18 marzo 2016, data dopo la quale chi svolge attività formativa dovrà rispondere invece ad un curriculum più specifico. La formazione di base dei lavoratori prevede: 1. un modulo di 4 ore con programma generale sulle norme di prevenzione; 2. un modulo specifico sui rischi propri dell attività professionale: nel caso delle lavorazioni della stampa e della grafica questo modulo è pari a 12 ore. Sono previsti altresì corsi di aggiornamento quinquennali della durata minima di 6 ore. Per i RLS rimangono invece obbligatori i corsi di base (32 ore) e di aggiornamento periodico (4 ore all anno nel caso delle piccole aziende) che devono essere realizzati in collaborazione con gli Organismi Paritetici del settore produttivo presenti nel territorio. Le Associazioni di categoria possono utilmente dare informazioni in merito. Gli addetti alle emergenze e la loro formazione In ogni azienda, il datore di lavoro deve individuare i lavoratori incaricati della funzione di addetti alle emergenze, e cioè al primo soccorso e alla lotta antincendio. La legge non stabilisce un numero minimo di addetti da nominare e per le aziende di piccole dimensioni lo stesso DdL può rivestire entrambe le funzioni: la decisione di quanti e quali addetti nominare sarà presa in base ai turni di lavoro, alla presenza in sede, e alla necessità che il ruolo sia costantemente ricoperto. Nel caso del primo soccorso, inoltre, è da considerare che può essere lo stesso addetto ad aver bisogno di assistenza: dovrebbe conseguirne che il numero minimo di addetti è di due. La dotazione minima delle attrezzature di primo soccorso da tenere in azienda è elencata negli Allegati 1 e 2 del DM 388/2003. In particolare, per le aziende che impiegano meno di tre lavoratori (compreso il titolare) deve essere a disposizione un pacchetto di medicazione con le attrezzature specificate nell Allegato 2, mentre nelle aziende con tre o più lavoratori è prevista una cassetta di primo soccorso con le attrezzature specificate nell Allegato 1. Qualora nel contesto dell azienda vi siano lavoratori che prestano la propria attività in luoghi isolati, diversi dalla sede aziendale (ad esempio lavoratori addetti alla consegna al cliente con mezzo aziendale), il DdL è tenuto a fornire loro il pacchetto di medicazione ed un mezzo di comunicazione idoneo per raccordarsi con l'azienda al fine di attivare rapidamente il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale. Gli addetti al primo soccorso, una volta individuati, devono frequentare uno specifico corso di formazione teorica e pratica che, per questo tipo di attività, è stato previsto di 12 ore con aggiornamenti triennali almeno per la parte pratica della durata di 4 ore. Per quanto riguarda il rischio incendio si rinvia a pagina 45 dove vengono dettagliati anche gli obblighi formativi. Il Medico Competente E un medico che possiede specifici titoli e requisiti formativi e professionali (specializzazione in medicina del lavoro, igiene e sanità pubblica, medicina legale o autorizzazione regionale) che deve essere iscritto in un elenco dei MC istituito presso il Ministero della salute di cui riportiamo l indirizzo Il MC, che deve collaborare con il DdL per la Valutazione dei Rischi (VdR), é nominato da questi per effettuare la sorveglianza sanitaria e per svolgere tutti gli altri compiti previsti dall art. 25 del D. Lgs. 81/08 (informazione sul significato degli accertamenti effettuati, organizzazione del Primo Soccorso, attuazione e valorizzazione di programmi volontari di promozione della salute). 10

11 2. LA SICUREZZA DEI LAVORATORI In questa sezione vengono riportati: LE DEFINIZIONI E LE CARATTERISTICHE DEI RIPARI DI PROTEZIONE E DEI COMANDI DELLE MACCHINE GLI ASPETTI DA CONSIDERARE PER LA SICUREZZA DELLE MACCHINE LE MACCHINE PIÙ UTILIZZATE NEL COMPARTO I PRINCIPALI ASPETTI DELLA STRUTTURA DELL AMBIENTE DI LAVORO PER GARANTIRE LA SICUREZZA LE DEFINIZIONI E LE CARATTERISTICHE DEI RIPARI DI PROTEZIONE E DEI COMANDI DELLE MACCHINE (rif. Direttiva 2006/42/CE) Riparo fisso Riparo mantenuto in posizione (cioè chiuso): in modo permanente (cioè mediante saldatura), oppure per mezzo di elementi di fissaggio (viti, bulloni, ecc.) che ne rendono impossibile la rimozione/apertura senza l ausilio di utensili. Riparo mobile Riparo, generalmente collegato meccanicamente all incastellatura della macchina o ad un elemento fisso vicino (per esempio, mediante cerniere o guide), e che può essere aperto senza l ausilio di utensili. Riparo interbloccato Riparo associato ad un dispositivo di interblocco (meccanico o elettrico o di altro tipo), allo scopo di impedire alla macchina di funzionare finché il riparo non sia chiuso. Caratteristiche generali dei ripari devono essere di costruzione robusta; non devono provocare rischi supplementari; non devono essere facilmente elusi o resi inefficaci; devono essere situati ad una distanza sufficiente dalla zona pericolosa; non devono limitare più del necessario l'osservazione del ciclo di lavoro; devono permettere gli interventi indispensabili per l'installazione e/o la sostituzione degli attrezzi nonché i lavori di manutenzione, limitando però l'accesso soltanto al settore in cui deve essere effettuato il lavoro e se possibile, senza smontare la protezione o il dispositivo di protezione. Comando ad azione mantenuta Dispositivo di comando che avvia e mantiene il funzionamento degli elementi della macchina solo finché il comando manuale (attuatore) è azionato. Quando lo si rilascia, questa ritorna automaticamente nella posizione di arresto. Interblocco Dispositivo meccanico, elettrico o di altro tipo, il cui scopo è di impedire agli elementi di una macchina di funzionare in condizioni specificate (generalmente quando il riparo viene aperto). NB: per le distanze di sicurezza (che servono ad impedire il raggiungimento con gli arti superiori e inferiori le zone pericolose) si fa riferimento alla norma UNI EN ISO 13857:

12 GLI ASPETTI DA CONSIDERARE PER LA SICUREZZA DELLE MACCHINE Nella tabella che segue riportiamo un decalogo con gli aspetti da valutare per individuare i rischi di macchine, apparecchiature, attrezzature e gli esempi di soluzioni da mettere in atto. Aspetti da valutare Stabilità Organi lavoratori Elementi mobili Organi di trasmissione del moto Dispositivi di comando Visibilità della zona operativa Impianto elettrico di bordo macchina Proiezione di materiali Presenza di elementi pericolosi (ad es. perché caldi) Addestramento Esempio di azioni correttive tecniche, organizzative, procedurali Ancorare la macchina al pavimento in modo da evitare spostamenti e vibrazioni che possono pregiudicarne la stabilità Devono essere presenti le protezioni (mobili interbloccate o fisse) Devono essere presenti le protezioni (fisse o mobili interbloccate o sensibili) Devono essere contenuti all interno della struttura della macchina (o comunque protetti) Devono essere chiaramente visibili ed identificabili, di facile ed agevole azionamento, protetti contro gli azionamenti accidentali Deve essere garantita all addetto la piena visibilità della zona operativa della macchina Deve essere conforme alle norme CEI EN (ad esempio, nel caso di interruzione dell energia elettrica, la macchina non deve ripartire autonomamente al ripristino della tensione) Devono essere presenti schermi in grado di resistere all eventuale proiezione di materiali che può derivare dalle diverse lavorazioni Adozione di guanti resistenti alle alte temperature; presenza di specifica segnaletica di pericolo Gli operatori sono formati (ad es. anche con apposita Istruzione Operativa -I.O. presente in prossimità della macchina). Assente Migliorabile Presente LE MACCHINE PIÙ UTILIZZATE Analizzeremo ora le principali macchine utilizzate nel comparto GRAFICA E STAMPA SU CARTA riportando le foto e le schede di commento con i principali ASPETTI DA VALUTARE e le relative AZIONI CORRETTIVE. Sono state prese in considerazione le seguenti macchine: 1. MACCHINE PER STAMPA OFFSET 2. PICCOLE MACCHINE OFFSET 3. MACCHINA FLESSOGRAFICA 4. MACCHINE A PLATINA 5. MACCHINE PIANO CILINDRICHE 6. MACCHINE PER STAMPA SERIGRAFICA 7. TAGLIACARTE E' stata oggetto di particolare attenzione l'attività di stampa offset, in considerazione della sua diffusione e delle problematiche antinfortunistiche che presenta, più rilevanti rispetto alle altre tecnologie o ai processi di prestampa che oggi sono altamente automatizzati e spesso confinati entro impianti a circuito chiuso. In misura marginale è stata trattata la stampa tipografica in quanto, pur evidenziando problematiche dal punto di vista antinfortunistico per alcuni aspetti assimilabili a quelle della stampa offset, presenta minore diffusione e, per la maggior parte delle aziende, non costituisce più produzione prioritaria ma viene mantenuta in uso per il solo completamento dei servizi offerti. 12

13 MACCHINE PER STAMPA OFFSET Le forme usate nella stampa offset consistono in sottili lastre metalliche presensibilizzate sulle quali viene riprodotta la composizione dei soggetti da stampare. Le forme di stampa sono preparate, nella quasi totalità, con procedimenti di fotoformatura o termoformatura. Nelle lastre presensibilizzate lo strato stampante è lo stesso strato sensibile. Con le lastre presensibilizzate positive, le più diffuse, lo strato sensibile rimane nelle aree stampanti come supporto di immagini, mentre nelle aree non stampanti tali strati vengono eliminati. La lastra così ottenuta, montata sul primo cilindro, risulta positiva cioè con testi e immagini incisi al diritto, tali che, durante la stampa, risultino rovesciati sul secondo cilindro (quello rivestito di caucciù) che li trasmetterà di nuovo diritti sul foglio di stampa (terzo cilindro). Le macchine per la stampa offset sono tutte rotative e possono essere da foglio o da bobina. In dettaglio tale macchina si compone dei seguenti accessori: castelletti di stampa, uno per ogni colore, contenenti i tre cilindri della stampa offset; aspiratori per l inserimento dei fogli, che alzano il foglio e lo pongono su un piano di scorrimento; squadre di registro, per assicurare che la stampa avvenga per tutti i fogli ad una distanza costante ed univoca. Gli inchiostri, infine, sono miscele pastose composte da pigmenti, solventi e leganti. La tecnica del processo di stampa offset è oggi altamente automatizzata. Questo vale per tutte le fasi del processo, dalla preparazione del modello originale su lastra ottenuto con sistemi laser detti CTP (computer to plate) fino alla gestione informatizzata degli impianti per l impostazione dell avanzamento, il controllo dei registri, la distribuzione degli inchiostri ed il grado di umidificazione, in genere ottenuta con soluzioni al 15-20% di alcool isopropilico in acqua. All uscita dalla macchina offset il foglio stampato viene trattato con una polvere detta antiscartino. Il termine antiscartino deriva dall'antica necessità dei tipografi di frapporre tra due copie stampate un foglio di carta per evitare la controstampa del foglio sottostante sulla volta del foglio superiore. Tale operazione era detta «cartinare». Successivamente, quando l'inchiostro era essiccato, si procedeva a «scartinare», ovvero ad estrarre i fogli di carta interposti tra quelli della tiratura. All inizio del secolo scorso furono introdotti spruzzatori - sia di materiale liquido, sia in polvere - sull'uscita fogli, aventi la funzione di creare uno strato inerte, microscopico, che evitasse la controstampa. Di qui il termine curioso di «antiscartino», a significare l'abolizione della noiosa operazione di estrazione dei «cartini». Attualmente è composto di sostanze vegetali tipo amido di riso, fecola di patate, gomma arabica, ecc. Nel tempo queste macchine hanno avuto un costante aumento delle caratteristiche di sicurezza. Il confronto con le macchine costruite in passato evidenzia la scomparsa di organi meccanici in movimento accessibili (ora sono segregati per mezzo di dispositivi progettati in modo da non interferire con le normali operazioni necessarie durante il funzionamento delle macchine quali pulizia, controllo o registrazione). INDICAZIONI GENERALI PER LE PROTEZIONI DELLA MACCHINA PER STAMPA OFFSET Le parti della macchina che necessitano di protezioni sono gli organi in movimento con cui si può entrare in contatto. Quindi gli organi lavoratori, i gruppi di trasmissione cinghia-puleggia, le zone di imbocco dei rulli contrapposti e tutte le parti meccaniche in movimento che risultano accessibili durante il moto e le relative zone di operazione che possono costituire pericolo, devono essere protette, segregate o provviste di dispositivo di sicurezza. Riportiamo lo schema tipo di una macchina da stampa offset per evidenziare le parti che normalmente richiedono l'applicazione di dispositivi antinfortunistici. Le caratteristiche funzionali dei dispositivi citati valgono anche per altre macchine delle grafica. 13

14 Schema 1 Per spiegare il funzionamento dei principali apprestamenti delle macchine per stampa offset, li citiamo qui in forma generale (con i riferimenti dello Schema 1), per poi riprenderli nella tabella dove vengono indicati gli Aspetti da valutare e le Azioni correttive : 1. pulsanti per l'arresto di emergenza con blocco nella posizione di fine corsa con pulsante premuto (presente anche sul quadro di comando e controllo, laterale alla macchina). 2. piattaforme alzapila con discesa controllata da pulsante a uomo presente, oppure, se a discesa automatica, dispositivo di arresto automatico a gradini successivi o a sensore. 3. cancello di accesso alla zona sottostante la tavola di entrata fogli, munito di interblocco (la sua apertura determina l arresto della macchina o la stessa deve poter funzionare soltanto con pulsante di comando marcia a impulsi ). 4. pedane a protezione dei gruppi di trasferimento collegate a un sensore di posizione ad apertura forzata dei contatti. Significa che con la pedana in normale posizione di chiusura, il sensore deve essere in posizione di riposo ed avere il contatto elettrico attivo chiuso; con l'apertura della pedana il sensore deve cambiare di stato impedendo il funzionamento a velocità normale della macchina. Per operazioni di pulizia e/o manutenzione è consentito il funzionamento a velocità e/o sforzo estremamente ridotti, ad impulsi o altre disposizioni adeguate. 5,6. ripari nel punto di accoppiamento dei cilindri (portalastra/cilindro portacaucciù). 7. riparo accoppiamento cilindri portalastra/portacaucciù, collegato con un sensore di posizione con apertura forzata dei contatti. A riparo chiuso il sensore deve essere in posizione di riposo ed avere il contatto elettrico attivo chiuso; alla rimozione del riparo il sensore deve cambiare di stato impedendo il funzionamento a velocità normale della macchina. Sono tuttavia consentiti il funzionamento a velocità estremamente ridotta o ad impulsi tali da provocare il funzionamento per brevi passi successivi solo mediante l'obbligatoria pressione e rilascio del pulsante. Si deve sottolineare che i dispositivi salvamano normalmente posizionati nella zona di imbocco sono considerati un protezione idonea solo per la fase di lavoro accoppiamento cilindri portalastra/portacaucciù in quanto normalmente non sono in grado di provocare l arresto immediato della macchina in presenza di alte velocità di rotazione. 8. riparo rulli bagnatura asservito a sensore di posizione ad apertura forzata dei contatti. A riparo chiuso il sensore deve essere in posizione di riposo ed avere il contatto elettrico attivo chiuso; alla rimozione del riparo il sensore deve cambiare di stato, impedendo il funzionamento a velocità normale della macchina. É tuttavia consentito il funzionamento a velocità estremamente ridotta o per brevi passi successivi ottenuti mediante l'obbligatoria pressione e rilascio del pulsante. Il riparo posto nel primo elemento può essere utilizzato anche per impedire il contatto con la pinza oscillante il cui movimento deve comunque, seppure con altri sistemi, risultare protetto. Anche le seguenti protezioni devono essere provviste di sensori con caratteristiche funzionali analoghe a quelle descritte nei punti 7 e 8:

15 9. riparo rulli testate. 10. riparo posteriore rulli macinazione. 11. riparo anteriore rulli macinazione. 12. portello ispezione salita fogli e controllo antiscartino. 13. portello ispezione zona di traslazione barra portapinze. Note: a) al fine di consentire la verifica visiva dall'esterno, senza la continua necessità di interrompere il ciclo produttivo, tutti i portelli di protezione che racchiudono organi in movimento, possono essere dotati di oblò di ispezione realizzati in materiale trasparente; b) gli sportelli laterali non possono avere sistema di apertura del tipo a pomelli avvitati (devono, in caso, avere quello a chiave sagomata); c) la frequente necessità di intervenire per operazioni di regolazione, senza fermare la macchina, è stata risolta da alcune aziende con l apertura di una asola con guida reggiutensile conformata in modo da consentire l'ingresso dell'utensile necessario alla regolazione, ma non delle dita dell'operatore. VERIFICA DELLE CONDIZIONI DI EFFICIENZA DELLE PROTEZIONI Va ricordato che le condizioni di efficienza dei dispositivi e dei ripari installati devono essere verificate periodicamente, per mantenerli in funzione e ripararli o sostituirli qualora risultino malfunzionanti o deteriorati. A questo scopo è importante anche formare ed addestrare i lavoratori affinché non lavorino mai con dispositivi non funzionamenti e segnalino immediatamente i problemi di sicurezza. 15

16 MACCHINE PER STAMPA OFFSET Fig.1 Macchina offset a 10 colori Fig. 2 Macchina offset a 10 colori (particolare) 16

17 MACCHINA OFFSET Aspetti da valutare Azioni correttive Assente Migliorabile Presente 1. Pericolo di tranciamento e trascinamento delle mani o di altre parti del corpo del lavoratore per la presenza di incavi nei cilindri contrapposti, portalastra e portacaucciù, costituiti dai dispositivi di fissaggio. 1. Applicare idonei carter amovibili, collegati con sensori di posizione. Quando si interviene sui rulli in rotazione (per pulizia o manutenzione), la rimozione di un riparo deve attivare, in automatico, un sistema per cui la macchina funzioni solo in condizioni di minor rischio (ad es. velocità ridotta, sforzo ridotto, a intermittenza o altre modalità adeguate). Per consentire di operare in sicurezza nel corso di tali operazioni sarà necessario applicare nella zona di imbocco un dispositivo che renda impossibile l'ingresso tra i rulli delle dita dell'operatore. E' opportuno mantenere asole al fine di consentire l'agevole visuale della zona operativa del rullo, nonché favorire l'ingresso di attrezzi atti a eliminare 2. Zone di imbocco negli accoppiamenti cilindro lastra/cilindro caucciù, dove le barre solidali con dispositivi di arresto elettrico poste in corrispondenza delle zone di imbocco non risultano atte ad assolvere la funzione di blocco immediato a causa dell'inerzia dovuta alle alte velocità di rotazione dei cilindri. 3. Necessità di eliminare di imperfezioni riscontrate sulla stampa ("bucci" o capperi ) mediante pulizia dei rulli in rotazione. 4. Potenziale rischio di contatto tra la barra porta pinze e le mani del lavoratore nella parte terminale della macchina, in corrispondenza dell uscita dei fogli stampati. 5. Discesa della tavola portapila che, in ingresso come in uscita, può causare schiacciamento e/o tranciamento degli arti inferiori del lavoratore tra la stessa ed il pavimento. eventuali accumuli indesiderati di inchiostro. 2. Come sopra. Nota: l applicazione di barra oscillante interbloccata e posizionata tra le zone di imbocco dei rulli contrapposti è idonea, come unico dispositivo di protezione solo se attivata nella fase di assenza dello schermo descritto in precedenza, quando cioè la macchina può funzionare a velocità ridotta o con moto ad impulsi. 3. Individuare un idoneo sistema che consenta l'intervento sul rullo, con l'uso di attrezzature che non pregiudichino la sicurezza e l'incolumità dell'operatore. 4. La parte inferiore della protezione deve avere dimensioni tali da impedire il contatto con le barre in movimento. 5. La macchina deve essere dotata di: un sensore di posizione che arresti il moto di discesa della piattaforma in prossimità del piano di calpestio un pulsante per l'arresto di emergenza con blocco nella posizione di fine corsa (posizionato in luogo facilmente raggiungibile) un pulsante a uomo presente azionabile dal lato uscita fogli (in una posizione da cui sia agevole la visibilità di tutta la zona di lavoro della piattaforma). Evidenziare il bordo della piattaforma con colore chiaro al fine di rendere più evidente il moto. In alternativa potranno essere adottati dispositivi con funzioni tali da arrestare il moto di discesa della piattaforma in presenza di ostacoli tra essa ed il pavimento (ad es. costole sensibili). 17

18 6. Sportelli di ispezione posti a protezione di organi pericolosi di trasmissione del moto, quali ruote dentate e relative catene di trasmissione. 7. Organi meccanici presenti nella parte sottostante le pedane non protetti (ad es. cilindri di trasferimento). 8. Necessità di effettuare alcuni interventi di manutenzione e/o preparazione macchina con organi meccanici in moto e in assenza di protezioni. 9. Possibilità di contatto con elementi in tensione posti all'interno del quadro elettrico della macchina Sistema di chiusura tale che richieda l'uso di un attrezzo per la rimozione. Considerata tuttavia la frequenza degli interventi di regolazione che devono essere effettuati all'interno della zona protetta dalle coperture, si potrà considerare la possibilità di predisporre fori asolati con sede guidata, al fine di consentire l'ingresso dell'utensile necessario per la regolazione, ma non delle mani o altre parti del corpo dell'operatore. In alternativa sarà necessario applicare ai portelli un dispositivo di blocco collegato con gli organi di messa in moto e di movimento della macchina tale che: a) impedisca l'apertura del riparo a macchina in moto o provochi l'arresto della stessa all'atto dell'apertura; b) non consenta l'avviamento della macchina se il riparo non è completamente chiuso. 7. Asservire le pedane a microinterruttore per garantire che alla rimozione di un riparo si attivi, in automatico, un sistema per cui la macchina funzioni solo in condizioni di minor rischio (ad es. velocità ridotta, sforzo ridotto, a intermittenza o altre disposizioni adeguate). 8. Azionamento tramite pulsante di tipo a uomo presente collegato a dispositivi elettrici che attivino la macchina unicamente in condizioni di minor rischio (ad es. velocità ridotta, sforzo ridotto, a intermittenza o altre disposizioni adeguate). 9. Nel caso in cui l'accesso alle apparecchiature interne all'armadio sia consentito al solo personale addestrato (elettricisti o manutentori) l'apertura dell'armadio può essere possibile soltanto mediante l'uso di chiave o attrezzo specifico. Le parti interne in tensione, devono essere segregate mediante schermi in grado di garantire protezione non inferiore a IP2X. Qualora interventi di semplice ripristino quali sostituzioni di fusibili o riarmo di relè termici possano essere eseguiti dal personale di macchina, sarà necessario applicare al quadro un dispositivo con funzioni tali da provocare il sezionamento delle parti interne contestuale all'apertura anche di una sola anta. Le persone addestrate possono, per mezzo di dispositivo speciale, annullare l'interblocco per rendere possibili eventuali operazioni di ricerca guasti. Oltre a garantire la sicurezza delle macchine, e controllare periodicamente l'efficacia dei dispositivi di sicurezza il DdL deve: informare, formare e addestrare il personale che le utilizza; fornire le istruzioni operative (redatte secondo il manuale di istruzioni all'uso e di manutenzione) vigilare sull osservanza delle indicazioni fornite. Si ricorda inoltre che le regole generali per la manutenzione, riparazione, regolazione, ecc. sono indicate nel manuale d uso e manutenzione e, in generale, nel D.Lgs 81/08 all allegato V parte I punto 11.. I lavoratori devono essere istruiti sui seguenti comportamenti di sicurezza: utilizzare guanti di misura e tipo appropriato perché il loro uso può aumentare il rischio di infortunio con i cilindri; per le operazioni di pulizia fare uso di attrezzi che possano essere tenuti in mano con sicurezza; lo strofinaccio deve essere arrotolato e raccolto nel palmo della mano senza lasciare lembi sporgenti; assicurarsi sempre che nessuno sia messo in pericolo prima di attivare la macchina o innestare la retromarcia. INOLTRE: è opportuno prevedere il posizionamento del posto di lavoro in funzione dell'ingombro dei macchinari, dello spazio necessario all'approvvigionamento ed al temporaneo stoccaggio dei fogli da stampare e stampati dalle singole macchine. Lo spazio limitato tra i gruppi di stampa, le passerelle troppo strette ecc. possono essere infatti causa indiretta di infortunio.

19 PICCOLE MACCHINE OFFSET Fig. 3 Piccola macchina offset a 2 colori Fig. 4 Piccola macchina offset a 2 colori 19

20 Aspetti da valutare 1. Possibilità di inserimento delle dita in corrispondenza di accoppiamenti dei rulli inchiostranti. 2. Possibilità di danneggiamento dei tubi fluorescenti che illuminano la parte terminale della macchina per cause di natura meccanica. 3. Possibilità di accedere alle zone di lavoro interne alla macchina, con la semplice rimozione dei pomelli a vite utilizzati per il blocco dei portelli posti lateralmente alla macchina. 4. Presenza di asole sullo schermo posto a protezione del cilindro portalastra che consentono il contatto con l incavo determinato dal morsetto reggilastra. 5. La macchina dispone del libretto d uso e manutenzione. PICCOLE MACCHINE OFFSET Azioni correttive 1. Applicare idonei carter di protezione amovibili collegati a sensori di posizione. Considerata la necessità di intervenire sui rulli in rotazione per le operazioni di pulizia o manutenzione, la rimozione del riparo deve attivare, in automatico, un sistema per cui la macchina funzioni solo in condizioni di minor rischio (ad es. velocità ridotta, sforzo ridotto, a intermittenza o altre disposizioni adeguate). Nel corso di tali operazioni sarà necessario applicare nella zona di imbocco un dispositivo tale da rendere impossibile l'ingresso delle dita dell'operatore. 2. Sostituire con tubi fluorescenti racchiusi in involucro stagno. 3 Sostituire i pomelli a vite con dispositivi di fissaggio la cui rimozione sia possibile solo con l'uso di specifici attrezzi. 4. Segregare l asola o limitarne l ampiezza al fine di impedire l inserimento di un dito (8 mm). 5. Richiedere il libretto al rivenditore o costruttore della macchina (D.Lgs 17/2010 art. 3 comma 3 lettera c - Allegato I punto 1.7.4). Per quelle costruite prima del 21 settembre 1996 dovranno comunque essere garantite adeguate istruzioni operative per l uso e manutenzione della macchina. 6. Acquistare macchine marcate CE Rif. D.Lgs 81/08 art. 70 comma 1 Assente Migliorabil e Presente 6. Acquisto di macchina nuova Oltre a garantire la sicurezza delle macchine, e controllare periodicamente l'efficacia dei dispositivi di sicurezza il DdL deve: informare, formare e addestrare il personale che le utilizza; fornire le istruzioni operative (redatte secondo il manuale di istruzioni all'uso e di manutenzione) vigilare sull osservanza delle indicazioni fornite. Si ricorda che le regole generali per la manutenzione, riparazione, regolazione ecc. sono indicate nel manuale d uso e manutenzione e, in generale, nel D.Lgs 81/08 all allegato V parte I punto 11. I lavoratori devono essere istruiti sui seguenti comportamenti di sicurezza: utilizzare guanti di misura e tipo appropriato perché il loro uso può aumentare il rischio di infortunio con i cilindri; per le operazioni di pulizia fare uso di attrezzi che possano essere tenuti in mano con sicurezza; lo strofinaccio deve essere arrotolato e raccolto nel palmo della mano senza lasciare lembi sporgenti; assicurarsi sempre che nessuno sia messo in pericolo prima di attivare la macchina o innestare la retromarcia INOLTRE: è opportuno prevedere il posizionamento del posto di lavoro in funzione dell'ingombro dei macchinari, dello spazio necessario all'approvvigionamento ed al temporaneo stoccaggio dei fogli da stampare e stampati dalle singole macchine. Lo spazio limitato tra i gruppi di stampa, le passerelle troppo strette ecc. possono essere infatti causa indiretta di infortunio. 20

21 MACCHINA FLESSOGRAFICA L applicazione iniziale della flessografia è stata la stampa di sacchetti di plastica e di borse di carta (shoppers) ed ancora oggi la stampa di materiali da imballaggio e da confezione rappresenta il suo campo di applicazione principale anche se l estensione verso la stampa dei quotidiani si va affermando. Ai materiali tradizionali per imballaggio, da stampare, si è aggiunta tutta una serie di laminati plastici e metallici, polipropilene, poliestere, alluminio, carta da imballo, cartone ondulato e perfino legno. Il processo di stampa flessografico è caratterizzato da: forma rilievografica; inchiostro a bassissima viscosità, essiccante per evaporazione; contatto diretto tra forma e supporto. Il processo flessografico, brevettato nel secondo decennio del secolo scorso, veniva detto «stampa all'anilina», per via dei coloranti con cui era composto l'inchiostro. Il termine attuale, «flessografia», è in uso dai primi anni '50 e si riferisce alle caratteristiche fisiche della forma, come in molti altri procedimenti di stampa. La grande maggioranza delle macchine flessografiche stampa da bobina. Per spiegare, anche preliminarmente, il funzionamento del processo flessografico, occorre accennare al particolare dispositivo di inchiostrazione, detto rullo anilox. Questa denominazione testimonia l originario utilizzo di inchiostri all anilina in soluzione alcolica. La matrice è rilievografica, flessibile e morbida, e viene avvolta su di un cilindro. La stampa è diretta: il cliché trasferisce l'inchiostro direttamente al supporto da stampare grazie a una lieve pressione esercitata da un cilindro. L'inchiostrazione è applicata da un rullo d acciaio o ceramico, (rullo Anilox) che si carica di inchiostro con due differenti sistemi: il primo, per mezzo di un calamaio pieno di inchiostro liquido, mentre una lama (racla) toglie l'eccesso dalla superficie del rullo, in modo analogo a quanto avviene per la stampa a rotocalco; il secondo sistema avviene mediante un rullo gommato che, oltre a pescare l'inchiostro da una bacinella e trasferirlo, funge anche da spatolatore sul rullo anilox con il quale è a contatto girando ad una velocità inferiore. Il cilindro anilox è inciso con diverse cellette, da 80 a 500 per centimetro quadrato. Un alto numero di cellette favorisce la stampa dei dettagli mentre un basso numero favorisce la stampa dei fondi pieni. Il materiale stampabile con la flessografia è molto vario; si possono anche utilizzare supporti con superficie ruvida e poco riflettente come ad esempio i cartoni ondulati. Schema 2 Il sistema di inchiostrazione nella flessografia Il «rullo anilox» trasferisce alla lastra flessografica una pellicola controllata d'inchiostro; il volume d'inchiostro trasferito è correlato alla densità delle cellette, alle loro dimensioni, alla loro forma geometrica, ai rapporti di trama. Le macchine flessografiche da bobina possono essere raggruppate, secondo la disposizione degli elementi stampanti, in: macchine con elementi in linea; macchine con elementi sovrapposti (stack); macchine a tamburo di pressione centrale (a satellite). 21

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