2 GIUGNO 2012 FESTA DELLA REPUBBLICA. Discorso del Prefetto Angelo Tranfaglia

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1 2 GIUGNO 2012 FESTA DELLA REPUBBLICA *** Discorso del Prefetto Angelo Tranfaglia *** Piazza Maggiore Bologna, 2 giugno 2012

2 a tutti. Autorità, cittadini di Bologna e della provincia, un sentito saluto Quest anno il tradizionale appuntamento con la Festa della Repubblica cade a solo pochi giorni di distanza da due accadimenti tragici e luttuosi: l attentato alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi e il terremoto dell Emilia che ha colpito in maniera ripetuta e drammatica questi territori. Un intera nazione si è trovata ancora una volta accomunata nello sdegno e nell orrore: nella condanna di un folle disegno criminale, un disegno dai contorni ancora oscuri, che ha avuto per obiettivo studentesse di un istituto che si era distinto nella diffusione della cultura della legalità, e nella preoccupazione e nello sgomento per il ripresentarsi, mentre ancora sono aperte le ferite del terremoto dell Aquila, di un sisma di notevoli proporzioni in una zona della nostra Emilia fino ad oggi considerata una terra relativamente sicura. 2

3 Alle vittime innocenti di queste tragedie, alle loro famiglie, ai feriti, a coloro che hanno dovuto abbandonare le proprie case siamo tutti vicini, e tutti insieme dobbiamo assumere impegno forte e solenne a che questa vicinanza non duri solo il tempo dell impatto emotivo, ma continui costante e concreta per tutto il tempo necessario al ripristino delle normali condizioni di vita. Osserviamo ora un minuto di silenzio per le vittime. Una volta che la fase dell emergenza sarà passata, il che auspichiamo avvenga nel più breve tempo possibile, è importante sia riproposto anche il tema delle responsabilità dell uomo, che è pur sempre chiamato a predisporre le misure che possano limitare i danni che il libero scatenarsi della forza della natura può portare ad uomini e a cose. Sotto questo profilo non possiamo non avvertire tutto il peso e la drammaticità per il fatto che la maggior parte delle vittime si sono avute sui luoghi di lavoro, in strutture anche recenti che si sono tuttavia rivelate inidonee a resistere alle scosse telluriche, del che avvertiamo ancor più tutta la responsabilità e l inaccettabilità. 3

4 E non sono queste le uniche prove a cui la nazione è stata sottoposta nel corso di quest anno. Si è fatta più acuta, nel mondo ed in Europa, la crisi economica, che si è scatenata, ormai da almeno quattro anni, a causa delle grandi speculazioni finanziarie, che, in un mondo globalizzato, operano spesso al di fuori del controllo dei governi. Gli effetti di questa crisi sono particolarmente drammatici per alcuni paesi europei, prima di tutti la Grecia, ma investono, molto da vicino, anche l Italia. E mettono in discussione, per la prima volta dopo molti anni, alcune scelte strategiche e fondamentali nel cammino verso l unità politica europea, come quella della moneta unica dell euro. E una crisi che, in particolare, hanno già avvertito sulla loro pelle tanti lavoratori e piccoli imprenditori, che, in qualche caso, disperando, nell incertezza di punti di riferimento e di prospettive future, di una soluzione positiva, sono giunti al gesto estremo di togliersi la vita. 4

5 Allora dobbiamo chiederci quale possa e debba essere oggi il senso da dare alla celebrazione della Festa della Repubblica, nel momento in cui appaiono così incerte e problematiche le prospettive economiche e politiche, dell Europa e dell Italia, e siamo ancora una volta chiamati a porci domande inquietanti e preoccupate, di fronte ad episodi come quello dell attentato alla scuola d Brindisi, ma anche al dirigente dell Ansaldo di Genova, e a dare risposte urgenti alle migliaia di senzatetto del terremoto dell Emilia. Ma se è vero che ogni Paese ed ogni comunità trova nel proprio passato e nella propria storia le risorse e le motivazioni per superare i momenti di crisi, allora la festa della Repubblica è il luogo e l occasione per trarre nuovi stimoli e fiducia rispetto alla nostra capacità di affrontare e di superare le difficoltà presenti e future. Il 2 giugno del 1946 rappresenta infatti il momento nel quale il popolo italiano, con il voto referendario, rifondò, nella scelta della Repubblica democratica, l unità della nazione italiana. 5

6 Quella scelta e quella rifondazione avvenivano sulle macerie, fisiche e morali, che erano state il risultato e il lascito della guerra mondiale e del ventennio fascista. Quella scelta tuttavia, nel negare il recente passato, si ricollegava consapevolmente alla più gloriosa storia unitaria nazionale, al punto che si volle considerare la resistenza come un secondo Risorgimento. Il Presidente Ciampi e il Presidente Napolitano, con particolar forza nelle celebrazioni del centocinquantenario, hanno sempre insistito, nei loro interventi, su questo filo rosso che collega tra di loro i tre momenti del Risorgimento, della Resistenza e della Costituzione repubblicana. Il voto del 2 giugno del 1946 non solo costituì la base per la fondazione della nuova repubblica democratica e costituzionale, ma costituì anche la premessa per la ricostruzione economica, civile e culturale, del nuovo stato, che trovò, a breve, la sua realizzazione in quello che fu a ragione definito il miracolo economico degli anni cinquanta-sessanta. 6

7 Un miracolo che fu possibile grazie all operosità, ma anche all ingegno, del popolo italiano. Cultura, lavoro e sviluppo, un trinomio che fu alla base dei successi di allora, e che portò in breve tempo un Paese stremato dalla guerra a diventare uno degli Stati fondatori dell Europa e ad entrare nel novero dei paesi più industrializzati del mondo. Un trinomio che deve ridiventare attuale. Vorrei qui richiamare il manifesto per la cultura lanciato dal Sole 24 ore il 19 febbraio 2012, che porta il significativo titolo di Niente cultura, niente sviluppo. Un manifesto che ha ricevuto importanti riscontri in sede istituzionale, e vivo apprezzamento da parte del Presidente Napolitano. 7

8 Un manifesto che, mentre ribadisce lo stretto legame che esiste fra innovazione, cultura e ricerca, come elementi che insieme creano occupazione e producono progresso, invita a trovare, proprio nell esempio che la nazione italiana seppe dare nel momento della sua fondazione repubblicana, la forza e la fiducia per affrontare le sfide altrettanto drammatiche del presente, stabilendo così un preciso collegamento tra il nostro secondo dopoguerra e la situazione attuale. Anche questa è una riflessione che toglie alle celebrazioni di oggi, qualsiasi carattere di ritualità e costituisce contributo e stimolo per un rinnovato e non rinviabile impegno. 8

9 Ma se i fatti tragici, da cui siamo partiti, ci addolorano, pure essi hanno ancora una volta dimostrato quanto unito e solidale sia questo paese e quanto l unità della nazione non è soltanto una scelta politico-istituzionale, ma risponde ad un forte comune profondo e diffuso sentire, di cui già si è avuta ampia prova durante l anno appena trascorso del centocinquantenario della proclamazione dell Unità, e del quale è oggi grande conferma la risposta unitaria, immediata e straordinaria del popolo italiano. La reazione forte e spontanea, determinata e composta dei nostri giovani contro la violenza e per la legalità e di commossa vicinanza alle vittime dell attentato vile ed esecrabile di Brindisi; la mobilitazione immediata generale, tempestiva ed efficace dello straordinario sistema di protezione civile di questa regione e di tutte le istituzioni (Stato e Regioni, Provincie e Comuni, esercito e forze di polizia, eccezionale l impegno dei vigili del fuoco), ma anche della società civile come del mondo del volontariato accorso generosamente subito ad offrire il proprio contributo e la propria opera nelle zone e in favore delle comunità colpite dal terremoto, è motivo insieme di conforto e di orgoglio che ci consente di guardare con fiducia al futuro. 9

10 Questa bandiera che oggi issiamo, commossi per i sacrifici che in suo nome sono stati compiuti, fieri del passato e del presente che essa rappresenta, fiduciosi nelle grandi risorse della nazione, determinati a costruire un futuro migliore per i nostri figli, ci dà la certezza che in qualunque parte del Paese una tragedia simile si verifichi l Italia intera risponderà, unita e solidale, all appello di chi ha bisogno di aiuto: questa regione lo ha fatto in ogni occasione, da ultimo per il sisma dell Aquila, ora essa ha bisogno dell aiuto e della solidarietà della nazione e le testimonianze di questi giorni ci confortano nella certezza che così sarà. In questo spirito, Viva la Repubblica, Viva l'italia! 10