MANUALE PREVENZIONE INFORTUNI ELEMENTI DI PRONTO SOCCORSO

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1 MANUALE PREVENZIONE INFORTUNI ELEMENTI DI PRONTO SOCCORSO Volume V manuali campi volontariato

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3 La sicurezza sul lavoro Premessa Prevenire un infortunio sul lavoro significa innanzitutto studiare i fattori di rischio che una qualsiasi attività porta con sé. Il rischio incidenti non è un fatto statistico, ogni attività, anche la più banale, può provocare danni se svolta con superficialità. Dopo l edilizia e l agricoltura, la maggiore percentuale degli incidenti, anche mortali, avviene nei lavori domestici. Questo succede soprattutto perché non vengono quasi mai esaminati i fattori di rischio di incidente. Prevenire significa studiare gli ambienti di lavoro, le attività che vi si svolgono e soprattutto formare gli operatori. Con l introduzione della legge 626/96 prima e della 81/08 e successive modifiche in tempi recenti, il legislatore ha cercato di introdurre questi concetti in tema di sicurezza. Con questo manuale si vuole portare anche nei campi alcuni concetti essenziali, ma estremamente importanti, per far sì che un gesto di grande generosità ed altruismo, com è quello del volontariato per la natura, non rischi di trasformarsi in tragedia. Per far ciò occorre prevenire i rischi, formando innanzitutto il responsabile alla lettura degli ambienti di lavoro ed alla capacità di osservazione del lavoro dei volontari. Questi ultimi, il vero cuore pulsante del progetto Volontariambiente, andranno obbligatoriamente istruiti prima di iniziare qualsiasi attività lavorativa. I contenuti del Testo Unico in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro Il Decreto 81/2008 è stato creato per tutelare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. A questo decreto si è arrivati dopo anni di evoluzione normativa che nei vari passaggi ha portato a considerare non come fatalità o, peggio ancora, intrinseco nell attività stessa, ma come fenomeno da studiare e cercare di prevenire attraverso la formazione, la messa in sicurezza dei macchinari e l utilizzo di Dispositivi di Protezione Individuale. Gran parte di questi concetti erano già comunque contenuti nella ormai nota legge sulla sicurezza detta la 626. Il Decreto individua alcune figure professionali che concorrono, tutte insieme, a formare il sistema organizzativo della sicurezza. Questa norma si applica a tutti i settori di attività, privati e pubblici, a tutte le tipologie di rischio ed a qualsiasi rapporto di lavoro (subordinato o insubordinato). La 81/08 aveva inizialmente previsto l obbligatorietà della sua applicazione anche per il mondo del volontariato. Il successivo decreto attuativo, ha di fatto modificato questa disposizione rendendo facoltativa l applicabilità della norma ai volontari. In pratica, il volontario viene equiparato ad un libero professionista ed a sue spese può richiedere la formazione e la sorveglianza sanitaria. Ci asteniamo, in questo manuale, di commentare la disposizione, quello che vogliamo evidenziare è che, come Legambiente, riteniamo prioritaria, prima ancora della stesura di un piano della sicurezza che per un campo diventerebbe quasi impossibile, formare i volontari. In ogni caso, da un attenta lettura della 81/08 e del successivo decreto attuativo, risulta che tutti coloro, in particolare i responsabili di campo, per i quali è previsto un compenso dietro contratto di collaborazione od altra forma retributiva, è obbligatoria l applicazione del Decreto. A

4 questo punto assume, alla luce di quanto sopra esposto, ancora più importanza e non solo formativa il seminario di formazione responsabili di campo, al termine del quale verrà lasciato un attestato di formazione che richiama la formazione specifica richiesta in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. Un piano per la sicurezza dei campi Come affermato nei due capitoli introduttivi di questo manuale, pensare a un piano per la sicurezza per i campi di volontariato è un impresa molto difficile e con ogni probabilità non soddisferebbe tutte le problematiche che stanno dietro a ciascun evento. Visto cosa sono i nostri campi, contestualizzati nel loro ambiente, che si differenzia notevolmente da un luogo all altro, quello che un buon responsabile di campo deve fare per la sua sicurezza e per quella dei volontari sono semplicemente alcune buone prassi di attenzione all ambiente di lavoro, alla formazione sua e dei volontari, all uso dei dispositivi di protezione individuale, alle modalità di esecuzione delle attività lavorative, con particolare attenzione alle posture, all impugnazione degli attrezzi alle distanze di sicurezza. Quello che trovate nelle prossime pagine non è un vero e proprio piano per la sicurezza, anche perché un piano andrebbe, come si diceva in apertura, calato nella realtà del luogo e di quel determinato lavoro. Quello che si vuole è crear una mentalità della sicurezza, una predisposizione a leggere in anticipo i rischi che si celano dietro ogni attività ed essere capaci di prevenirli, se non addirittura eliminarli. Leggere l ambiente di lavoro La frequenza degli infortuni nei campi dal 1991 a oggi è veramente irrisoria, molto spesso concentrata nel tempo libero. Non bisogna quindi avere particolari timori, ma è indispensabile cercare di evitare i più disparati piccoli e grandi incidenti che ci possono capitare. Per evitare infortuni occorre saper fare un analisi del rischio, sapendo prevedere la peggiore cosa che possa capitare in ogni situazione e comunicarla ai volontari, in modo che prestino la massima attenzione a tutto quello che fanno. Osservare l ambiente di lavoro, cogliere in esso i fattori di rischio, immaginare in quel contesto la nostra attività lavorativa, capire quali rischi questa può riscontrare in quel contesto, osservare come lavorano i nostri volontari: questi sono i passaggi essenziali che un buon responsabile di campo ed in questo anche responsabile della sicurezza sul luogo di lavoro, deve sapere mettere a disposizione del campo. due esempi di ambiente di lavoro simili ma affrontati in modi differenti. In basso la sicurezza è data da una semplice corda ancorata per evitare cadute sul pendio scosceso In sintesi si può accostare la figura del responsabile ad un pessimista che non vuole darla vinta alla sorte. Un pessimista perché nascosto dietro ad ogni attività e luogo di lavoro ci può essere un rischio ed il buon responsabile riesce a vederlo, ma non si ferma a ciò, individua e mette in atto tutte le procedure necessarie per azzerare quel rischio. Nell immagine a lato ci sono due esempi simili nell ambiente di lavoro, ma differenti nell approccio lavorativo. Nella seconda

5 immagine il rischio di incidente è notevolmente ridotto rispetto al primo grazie all utilizzo di una semplice corda ed imbracatura da alpinismo. Si fa alla svelta a dire che con un minimo di attenzione a dove e come si mettono i piedi il rischio di scivolare viene annullato, va da sé che basta un sasso non ben ancorato, una minima distrazione, che ci si ritrova, bene che vada, in fondo al dirupo. Da notare inoltre che nella prima immagine il volontario sta lavorando in mezzo ai rovi con dei pantaloni corti. Anche in questo caso non vengono soddisfatti i requisiti minimi di sicurezza. La formazione La formazione di chi lavora sta alla base di qualsiasi buon piano per la sicurezza. Noi potremo scrivere pagine e pagine di concetti e norme, prevenire sulla carta ogni possibile incidente, ma se non riusciamo a trasmettere queste note e procedure di comportamenti a chi poi è chiamato a svolgere le mansioni, avremo solo sporcato dei fogli di carta. Un sopralluogo il primo giorno di lavoro non è solo una passeggiata per presentare un luogo, un progetto del Circolo, è pure un occasione: per evidenziare i fattori di rischio che stanno in quel luogo (un pendio scosceso, un sasso pericolante, un sentiero esposto, ecc.); per indicare le vie di fuga in caso, ad esempio, di incendio; per scovare un luogo di riparo in caso di pioggia, per dare riparo dal sole a chi non si sente bene, ecc.. Prima di affidare qualunque attrezzo ai volontari bisogna spiegare a tutti a cosa serve, come impugnarlo, trasportarlo, utilizzarlo, ripulirlo e posarlo una volta usato. Questo sia per impedire di fare male a se stessi e agli altri, sia per usare l attrezzo con il miglior risultato e il minimo sforzo. Da non sottovalutare il modo con cui vengono trasportati gli attrezzi o vengono ricoverati durante i momenti di pausa. Le immagini a lato mostrano due modalità differenti. Corretta nella prima foto, dove i rastrelli sono tenuti in verticale, appoggiati ad una ringhiera con la parte appuntita lontana dalle vie di passaggio, i falcetti e le roncole sono riposte in due secchielli. Nella seconda immagine invece il forcone ed il decespulgiatore sono abbandonati a terra lungo vie di camminamento e facilmente potrebbero ferire un lavoratore. Un altro elemento della sicurezza a cui porre attenzione sono le posture. Nei campi le due frecce indicano modo corretto ed a rischio di ricoverare gli attrezzi prima o dopo del loro utilizzo posture sbagliate (gambe diritte, schiena piegata badile, attrezzo fuori asse con il corpo. piccone)

6 lavoriamo prevalentemente con giovani inesperti, spesso portati a strafare nelle prime ore di lavoro, ma, proprio per la loro inesperienza, propensi ad affaticamenti e ad esporsi ad inutili rischi. Per questo è molto importante che il buon responsabile di campo osservi, in particolare i primi giorni di lavoro, come i volontari impugnano gli attrezzi, quali sono le posture che assumono. Lavorare un intera giornata con posture non corrette, anche se forse non provocherà danni permanenti al fisico, sicuramente lo affaticherà e comprometterà la resa lavorativa per le giornate successive. Insieme alle posture bisogna vigilare attentamente alle distanze che vengono tenute tra un volontario e l altro. Se un paio di metri possono essere sufficienti se si sta usando un falcetto, sicuramente non lo sono se si usa un decespugliatore. Se un volontario sta usando un piccone, sicuramente non bisogna stare nel raggio di caduta dello stesso, sia anteriormente che posteriormente all utilizzatore. queste due immagini evidenziano due affollamenti differenti di ambienti di lavoro; da notare inoltre alcune posture scorrette (gambe diritte, schiena piegata) nella immagine sopra, oltre ovviamente alla eccessiva vicinanza tra volontari Particolare attenzione andrà posta alle modalità di trasporto di pesi. I volontari devono lavorare il meno possibile con la schiena e caricare maggiormente le ginocchia. Spesso, per apparire dei machi alcuni volontari sono portati a sollevare pesi enormi. Evitiamo che questo accada, per una questione di sicurezza per gli altri volontari (il peso potrebbe sfuggire di mano e ferire un altro volontario), questa azione potrebbe portare a lesioni muscolari. Dedicare una mezza giornata del campo alla formazione e all osservazione di quanto appreso dai volontari, non è perdere del tempo, ma prevenire che un incidente rovini in maniera irreparabile il campo stesso. Un discorso a parte va fatto per l utilizzo di attrezzi a motore, che per loro natura hanno rese lavorative più elevate, ma di contro portano nel loro utilizzo a dei rischi se utilizzati da persone inesperte. Per questo, nei campi di Legambiente, gli attrezzi a motore possono essere usati solo dai responsabili, se formati al loro utilizzo, che eventualmente potranno affidarli a singoli volontari già esperti nell utilizzarli. Bisogna inoltre considerare che con gli attrezzi a motore le distanze di sicurezza aumentano notevolmente. Ad esempio nell utilizzo di un decespugliatore bisogna tenere presente che immancabilmente avviene un lancio di piccoli sassi che partono come proiettili e possono ferire anche seriamente chi si trova nelle vicinanze. Se per necessità lavorative si dovesse lavorare con dei volontari vicini, come ad esempio nel taglio dei rovi dove un volontario può aiutare l operatore dell attrezzo a motore con una forca ricurva, anche questo volontario dovrà utilizzare obbligatoriamente i dispositivi di protezione individuale di cui parleremo più avanti. Uno degli attrezzi a motore più pericoloso dei campi è sicuramente la motosega, sia nel momento dell utilizzo finalizzato al taglio, che nella fase di caduta della pianta tagliata. In particolare per questa seconda fase bisognerà, prima di procedere al taglio, aver studiato attentamente ogni possibile via di fuga sia dell operatore che di eventuali volontari. Non bisogna assolutamente fidarsi del fatto che la pianta cadrà in una direzione ben precisa. Può infatti succedere che questa rimbalzi su un altra pianta e ritorni indietro oppure il peso della chioma non era come l avevamo calcolato guardando la pianta dal basso.

7 Dispositivi di protezione individuale Pur nell attenzione e nella cura della prevenzione dei rischi, talune attività necessitano di attrezzature o strumenti di protezione, i cosiddetti DPI (dispositivi di protezione individuale). Guanti occhiali o maschere facciali cuffie antirumore - caschetti grembiuli di cuoio scarpe antischiacciamento pantaloni anti taglio ecc.. Sono un infinità i D.P.I. oggi in commercio che soddisfano pressoché tutte le esigenze lavorative. L importante è saper individuare quelli più consoni per la nostra attività. E ad esempio inutile dare in dotazione dei guanti di gomma ad un volontario che deve lavorare con i rovi. In questo caso dovremo fornire o chiedere di avere dei guanti di crosta, che però saranno inutilizzabili se lavoriamo nell acqua. Lo stesso guanto di gomma può essere inutile se dovesse capitare di toccare degli acidi (ad esempio quelli contenuti in una batteria). In ogni caso i D.P.I. devono essere confortevoli e specifici per la tipologia di lavoro. E inoltre da evitare l obbligo dell uso di D.P.I. se non necessario. Gran parte dei campi si svolgono in estate e chiedere ad un volontario di indossare un determinato D.P.I. che aumenta il calore corporeo potrebbe causare altri problemi di salute. Ad esempio, se si lavora alla sistemazione di un sentiero di montagna, che richiede magari un lungo cammino, non è sopportabile utilizzare scarponcini con suola e punta rinforzata, che sono indicati sì per impedire schiacciamenti dei piedi, ma sono assolutamente non idonei per camminate in montagna. Molto più utile uno scarponcino da trekking. Altro elemento da osservare, che di conseguenza diventa anche un D.P.I. è l abbigliamento da lavoro. Sovente, proprio perché spesso lavoriamo in periodi caldi, c è la tendenza a lavorare in pantaloncini corti anche se stiamo tagliando rovi, utilizzando decespugliatori, ecc. Al di là del masochismo di chi lavora con questo abbigliamento, ciò può diventare anche dannoso per la salute per il pericolo di infezioni che continue abrasioni possono provocare. Al momento dell acquisto occorre controllare che i D.P.I. abbiano il marchio CE che testimonia il rispetto delle normative europea in materia di sicurezza sul lavoro. Molto spesso, tra l altro, il risparmio di poche decine di euro nell acquisto di un D.P.I., può non soddisfare il bisogno stesso, sia per quanto riguarda la funzionalità, che la durata. Per approfondire la propria conoscenza su questo importante argomento vi invito a visitare il sito: Pericolo incendi In molti ambienti che ospitano i nostri campi non è così remoto il rischio incendio boschivo. Ecco allora che diventa importante avere un minimo di conoscenza dell argomento ed istruire il gruppo di volontari. Se l incendio è solo all inizio, allora può essere utile intervenire direttamente per spegnerlo usando, in assenza di attrezzi specifici, dei badili o secchi di acqua. Se l incendio è diffuso, prima di tutto chiamate il Corpo Forestale: oppure 1515 (numero nazionale per incendi boschivi) e/o in alternativa i singoli Comandi Stazione Forestale della regione. Altri numeri utili sono: Protezione civile: ; Vigili del fuoco: 115

8 A questo punto saranno le squadre specializzate in Antincendio Boschivo ad intervenire. Se ve lo richiederanno potrete dare la mano, altrimenti portate voi stesso ed i vostri volontari lontano dall area incendiata. Può essere utile nell allontanarvi, se le condizioni rendono il respiro faticoso, portare sulla bocca e sul naso un fazzoletto bagnato. Se per disgrazia dovreste attraversare un fronte di fuoco perché siete rimasti accerchiati, se avete a disposizione dell acqua, bagnate completamente gli indumenti che indossate. Pericolo idrogeologico Un altro scenario di rischio ricorrente nei campi, in particolare in quelli alpini, è il rischio idrogeologico. Slavine, frane, rischio esondazioni, sono abbastanza frequenti in montagna. Sono tutti elementi dove c è poco da fare se non cercare di evitare queste situazioni. In particolare, se ad esempio un temporale estivo vi ha colto durante il lavoro ed il torrente si è notevolmente ingrossato, evitate, se è possibile, di attraversarlo a guado, piuttosto allungate il tragitto, anche di qualche chilometro, ma attraversatelo più a valle o a monte, dove magari incontrare un robusto ponticello. Se proprio dovete attraversarlo fatelo in sicurezza legandovi con delle corde o utilizzando in alternativa vestiti annodati. Forti precipitazioni rendono inoltre molto scivolosi i sentieri. Evitate, per quanto possibile, di passare sotto a pareti di roccia che per la forza dell acqua potrebbero scaricare dei sassi.. L ideale sarebbe in queste situazioni trovare un riparo (non sotto agli alberi che potrebbero attirare fulmini), ma in cascinali o grotte, stando comunque in questo secondo caso attenti che non si allaghino. In caso di frana o slavina, tenendo presente le indicazioni precedenti, ovvero di camminare possibilmente sul versante opposto a quello a rischio, la via di fuga migliore, spesso, è verso la montagna e non a valle. Ogni situazione comunque potrebbe essere differente e l aver studiato precedentemente l ambiente che vi sta ospitando può sicuramente aiutarvi a prendere in pochi secondi una decisione. Cercate in ogni caso di mantenere unito il gruppo evitando che ognuno vada per conto proprio. Altri pericoli Sono decine i pericoli che potremmo incontrare nei campi: rischio elettrico, qualora utilizzaste degli utensili per costruire una staccionata, materiali e sostanze tossiche rinvenuti ad esempio in una discarica abusiva, fabbricati rurali pericolanti, morsi di animali o insetti, ecc.. In alcune situazioni, come ad esempio il ritrovamento di lastre di eternit in un bosco, è sicuramente più corretto, oltre che segnalare il fatto all autorità competente (in primis il Sindaco), richiedere l intervento di ditte specializzate. Questo vale anche per il ritrovamento di sostanze tossiche o comunque che non si è in grado di identificare con sicurezza. Per quanto riguarda invece l utilizzo di utensili elettrici, con gruppo elettrogeno oppure direttamente collegati alla rete elettrica, è importante impiegare solo attrezzature con tutti i dispositivi di sicurezza (ad esempio prese e spine CE per esterni), interruttori differenziali, ecc.. Evitare inoltre di scollegare utensili ancora in fase di assorbimento. Particolare attenzione va inoltre fatto nel loro utilizzo in zone umide o durante giornate di pioggia. Un'altra situazione abbastanza frequente durante i campi è quella di incappare in edifici rurali pericolanti. Evitate in maniera più assoluta di penetrare in questi ambienti. Se lo ritenete opportuno stendete del nastro bianco e rosso intorno al rudere ed affiggete cartelli di divieto di accesso. Se invece il vostro lavoro è proprio all interno di questi ambienti, valutate prima attentamente il rischio crollo, avvalendovi eventualmente del parere di esperti in materia, usate e fate usare i baschetti protettivi, date istruzioni sulle vie di fuga. Difficile costruire per ciascun elemento uno scenario di rischio e definire per ciascun scenario le procedure per un lavoro in sicurezza. Quello che si può dire, nel caso dei campi, è quello che abbiamo detto all inizio di questo manuale: osservare, valutare il rischio caso per caso, non sottovalutare nessun scenario, formare i volontari.

9 La sicurezza in montagna Dato che molti campi si svolgono in montagna, luogo tradizionalmente ostile a molte persone che non hanno dimestichezza a lavorare o anche solo a muoversi in questi ambienti, abbiamo ritenuto utile dedicare alcuni passaggi di questo manuale alla descrizione del giusto approccio all andare per monti e sentieri. Innanzitutto vediamo di rispondere a queste domande nel momento in cui ci prepariamo ad un escursione in montagna: 1. abbiamo valutato tutti i rischi che incontreremo? 2. siamo in piena forma fisica? 3. il percorso che dovremo affrontare sta nelle nostre possibilità fisiche ed atletiche? 4. se siamo soli sul sentiero abbiamo lasciato detto dove stiamo andando? Abbiamo con noi un cellulare o un lancia allarme? 5. ci siamo informati sulle condizioni meteo previste? A ogni buon conto ci sono dei comportamenti da tenere ben presenti in montagna: 1. non allontanarsi dai sentieri 2. cercare di restare accanto ad altre persone 3. fermarsi a riposarsi e bere quando ne sentite l esigenza (la maggior parte degli incidenti in montagna avviene sulla via del ritorno a casa) 4. non accendere fuochi, soprattutto se vige il divieto per pericolo incendi boschivi (d estate al centro/sud, d inverno al nord) 5. far attenzione a non far rotolare sassi a valle durante il cammino 6. riportare a valle i propri rifiuti 7. non infastidire animali di ogni tipo 8. non raccogliere inutilmente vegetazione Anche l abbigliamento in montagna aiuta molto: senza ricorrere a costosissimi vestiti di grandi marche, ricordate che tessuti tecnici aiutano ad una giusta respirazione del corpo. Quando poi arrivate alla meta ricordatevi, anche se siete accaldati, di coprirvi quando prima e magari sostituire la maglia intima se sudata. Le scarpe sono importantissime e preferibilmente devono contenere anche la caviglia per limitare il pericolo distorsioni. E inoltre utile aver con sé, quando si va in montagna su percorsi lunghi ed impegnativi: una pila frontale, delle racchette estendibili per aiutarsi nel cammino, una tela cerata da coprirsi in caso di temporali, un sacco a pelo per affrontare la notte, un coltellino, un accendino. Tenete presente ce se in montagna vi coglie la nebbia è spesso preferibile trovare un riparo per la notte piuttosto che correre rischi di perdere il sentiero e finire in situazioni pericolose. Nel caso vi foste persi, sia che siate riuscire a lanciare l allarme, che nel caso contrario, cercate di non allontanarvi troppo, in quanto rendereste più difficoltosi i soccorsi. Le condizioni meteorologiche sono spesso importanti in montagna. Cercate quindi di evitare di camminare su sentieri esposti al sole durante le ore più calde della giornata, in caso di temporali non riparatevi sotto gli alberi e toglietevi tutti gli oggetti metallici che indossate, attenzione al forte vento, soprattutto se state camminando sui crinali. Della nebbia abbiamo già accennato, ma attenzione anche al freddo, in particolare per il rischio di imbattervi in lastre di ghiaccio sulle quali scivolare.

10 A questo proposito è utile esaminare alcune posture corrette da tenere durante la marcia in montagna. Tutti noi, sin da bambini, abbiamo imparato a camminare. Farlo in montagna, lungo sentieri o ancora peggio sulla neve, può comunque riservare qualche sorpresa. Sicuramente i bastoncini telescopici ed un buon paio di scarponcini, possono aiutare molto nella vostra marcia. La stanchezza è comunque uno degli elementi più negativi dell escursione in quanto vi porta ad avere una minore reattività al pericolo e soprattutto abbassa la soglia di attenzione. Altra buona regola da seguire in montagna è quella di evitare l uso di alcolici in montagna, in particolare prima di incamminarvi lungo sentieri. Se vi trovate in alta quota considerata anche il problema ossigenazione che in talune persone può causare problemi non indifferenti. In qualunque caso, una buona preparazione atletica sta alla base della buona riuscita della vostra escursione in montagna.

11 Appunti di pronto soccorso Può capitare, nonostante ci si metta il massimo d impegno per prevenire incidenti, che capiti qualcosa, anche un semplice malore. Il buon responsabile di campo deve avere, a questo punto, ben chiari alcuni concetti di fondo e sapere intervenire, in attesa dell arrivo di personale medico, per limitare al minimo i danni alla persona. Non basteranno queste poche pagine per formare degli esperti di Primo Intervento. E invece vero che queste pagine sapranno fornire alcune indicazioni basilari utili per evitare danni ben peggiori ad una persona ferita. In ogni caso sarebbe opportuno, non solo per gestire un campo, ma anche per la propria vita, partecipare ad un corso B.L.S. (Basic Life Support) dove si può ricevere formazione utile a garantire, come dice il nome, il supporto base alla vita di un ferito. C è un numero che dobbiamo avere sempre in mente e chiamare in caso di incidente: il 118. E importante, quando si chiama questo numero telefonico, mantenere la calma e rispondere chiaramente alle richieste dell operatore della Centrale Operativa, fornendo: condizioni e numero delle persone da soccorrere; indirizzo completo e località; punti di riferimento ben individuabili (incroci, negozi, ecc.); numero di telefono da cui si chiama. Al termine della conversazione riagganciate bene il telefono e tenetelo libero per eventuali comunicazioni. Assicuratevi che le vie di accesso al luogo in cui è presente il malato o l infortunato siano libere da ostacoli e ben illuminate. Ricordate che una richiesta corretta può salvare una vita. Nel frattempo che attendete l arrivo dell ambulanza valutate la gravità dell incidente ed operate, se lo ritenete necessario e ne siete capaci, gli interventi salva vita che trovate descritti in alcuni capitoli di questo manuale. In caso di emergenza telefonate al numero 118 Se invece il ferito non è in gravi condizioni e può essere trasportato senza pericolo, potete accompagnarlo al posto di Pronto Soccorso più vicino che potrà prestare le prime cure urgenti, verificare la necessità del ricovero e provvede ad assicurare un posto letto nella divisione idonea. Nel caso che il ricovero non sia possibile per carenza di posti letto o per necessità di cure in altro istituto, l ospedale provvede al trasferimento. Secondo le Regioni in cui vi trovate a fare il campo, la visita presso il Pronto Soccorso può anche essere a pagamento se non riveste carattere di urgenza. Per i volontari stranieri esistono convenzioni tra gli Stati che regolamentano il pagamento del ticket o meno. In ogni caso, non pagate mai voi l eventuale ticket richiesto, ma fatelo pagare direttamente al volontario che poi richiederà il rimborso alla compagnia di assicurazione. La cassetta del Pronto Soccorso Per i piccoli infortuni può essere sufficiente avere al campo una piccola cassetta del Pronto Soccorso. Non serve acquistare costose cassette del pronto soccorso. Ciò di cui dobbiamo disporre è il minimo essenziale per alcune semplici medicazioni.

12 Innanzitutto la cassetta del pronto soccorso deve essere ben in vista, ma dovete dire ai volontari che l utilizzo del suo contenuto è compito esclusivamente vostro, soprattutto se conducete un campo internazionale. Se la foresteria che alloggia il campo non è troppo distante dal luogo di lavoro conviene non portarsela appresso, ma bensì istruire i volontari di andarla a prendere in caso di urgente necessità. Non fate scorta di farmaci, ma acquistateli al momento su prescrizione del medico. La lista essenziale dovrà prevedere: garza sterile per pulire e ricoprire le ferite, bende da 5 cm. di altezza per fasciare le ferite (già medicate con la garza sterile), benda elastica, scatola di cerotti assortiti medicati, rotolo di cerotto, un pacco di cotone idrofilo, una bottiglia di soluzione fisiologica (o di soluzione salina sterile ottenuta versando un cucchiaino raso di sale in mezzo litro di acqua bollente), un flaconcino di disinfettante non alcolico, un flaconcino di acqua ossigenata, un paio di forbici, un paio di pinzette, un termometro, una lampada elettrica a pila, una scatola di siringhe, alcuni guanti monouso. Primi elementi di pronto soccorso In caso di incidente non spostate una persona ferita se ciò non è assolutamente necessario per evitarle un ulteriore pericolo; tenete il paziente sdraiato e tranquillo e rimanete calmi voi stessi; chiamate o fate chiamare il 118, facendovi eventualmente spiegare che cosa si deve fare in attesa del suo arrivo. Non togliete indumenti dalle parti del corpo ustionate. Non cercate di far riavere una persona svenuta schiaffeggiandola, scuotendola o gridando (a meno che non siate assolutamente sicuri di trovarvi in presenza di una crisi isterica). Agite rapidamente se l infortunato ha una forte emorragia, se ha ingerito un veleno o se ha cessato di respirare. Se ha vomitato, e non c è pericolo che abbia fratture del collo, girategli da un lato la testa per prevenire l eventuale soffocamento o fategli assumere la posizione laterale di sicurezza. Tenetelo caldo con coperte o indumenti, ma non copritelo troppo e non servitevi di calore artificiale. Non forzate una persona parzialmente cosciente o incosciente a bere: i liquidi potrebbero entrarle nella trachea e soffocarla. Non date bevande alcoliche. Assideramento Sintomi: intorpidimento, sonnolenza, barcollamento, diminuzione della vista, perdita di coscienza. Portate il paziente in un luogo caldo. Avvolgetelo in coperte o mettetelo in una vasca da bagno contenente acqua non molto calda. Quando si sarà riscaldato, asciugatelo accuratamente e copritelo con coperte di lana. Dategli bevande calde, non alcoliche, se non ha perduto la conoscenza. Colpo di calore - Colpo di sole Sintomi: soggetto irritabile, debole, stordito, nauseato. Cessa di sudare e la pelle diventa calda e secca. La temperatura corporea sale rapidamente e può arrivare a 40 C o più. Il paziente può perdere conoscenza. Mettetelo subito in luogo fresco. Sdraiatelo all ombra, con testa e spalle leggermente sollevate. Versategli addosso secchi di acqua fresca. Oppure avvolgetegli testa e corpo in asciugamani e lenzuola imbevuti di acqua fredda. Massaggiategli le gambe dirigendovi dai piedi in alto, verso il cuore. Dategli bevande fredde ma non stimolanti. Chiamate il 118.

13 Avvelenamento da monossido di carbonio Sintomi: mal di testa, vertigini, debolezza, difficoltà respiratoria, talora vomito, quindi collasso e perdita di coscienza. La pelle, le unghie delle mani, le labbra possono assumere un colore rosso vivo. Portate subito il paziente all aria aperta o aprite tutte le finestre e le porte. Iniziate subito la respirazione artificiale se il soggetto non respira o respira in modo irregolare. Verificate la necessità del massaggio cardiaco. Anche se si sta riprendendo chiamate il 118. Avvelenamenti per ingestione Non fate nulla senza aver ascoltato i consigli del vostro medico o del Centro antiveleni. Dite di che veleno sospettate che si tratti. Leggete attentamente l etichetta e conservate il recipiente del veleno per mostrarlo al medico. Seguite le istruzioni che vi verranno date. Coma diabetico e reazione da eccesso di insulina Se qualcuno, senza ragioni apparenti, diviene confuso, incoerente o sviene può trattarsi di un diabetico in cui si manifesta un coma diabetico o una reazione da eccesso d insulina (coma ipoglicemico). Questi vanno trattati in modo diverso. La reazione da eccesso d insulina è conseguenza dell abbassamento eccessivo del livello dello zucchero nel sangue di un diabetico, causato dalla iniezione di una dose eccessiva di insulina. I sintomi compaiono rapidamente. Sintomi: soggetto nervoso, sudato, il suo alito ha odore normale, la lingua è umida, il polso frequente, il respiro superficiale. Può darsi che veda confuso e barcolli. Se è cosciente e può inghiottire, dategli zucchero sotto qualunque forma: dolciumi, zollette di zucchero, succhi di frutta o bevande dolci. Se non può inghiottire o se non si riprende subito, chiamate un medico o un'ambulanza. Una eccessiva dose di ipoglicemizzanti orali (farmaci da prendere per bocca per la cura del diabete) determina una reazione simile a quella da eccesso d'insulina. I sintomi del coma diabetico insorgono gradualmente. La pelle del diabetico diventa secca e arrossata, la lingua è secca, il suo comportamento è assonnato, il respiro pesante, l alito assume un odore caratteristico di frutto o del preparato per togliere lo smalto dalle unghie (simile a quello dell acetone). Il coma diabetico richiede il pronto intervento del medico e l immediato ricovero in ospedale se si vuole salvare la vita del paziente. Convulsioni Sintomi: labbra del soggetto blu, occhi rivolti in alto e testa all indietro, corpo scosso da contrazioni incontrollabili. Non cercate di frenare i movimenti convulsivi. Ponete il soggetto sul pavimento e tenetegli la testa girata da un lato per permettere alla saliva di uscire dalla bocca. Spostate i mobili affinché il paziente non si ferisca urtandovi contro. Mettetegli un fazzoletto arrotolato tra i denti per evitare che si morda la lingua. Quando le convulsioni cessano, mettete il paziente nella posizione più comoda possibile e chiamate un medico. In genere le convulsioni non durano più di pochi minuti. Possono essere casuali e inoffensive ma possono essere sintomo di una grave malattia o anche di fame. Solitamente una persona soggetta a convulsioni, porta con sé un farmaco che deve essere somministrato per vie rettale se la crisi dura più di due minuti. E sperabile che il volontario che soffra di questi disturbi vi abbia detto dove tiene questo farmaco.

14 Cuore - Attacco cardiaco Sintomi: respiro molto affannoso e superficiale; dolore nella parte alta dell addome; oppure dolore al petto che si estende talora alle braccia o al collo e alla testa. Il paziente può avere tosse insistente con emissione di secrezione rosea, schiumosa. Chiamate il 118, esponete le condizioni del malato e seguite i consigli. Aiutate il paziente a sistemarsi nella posizione che gli è più comoda (di solito si tratta di una posizione a metà tra quella seduta e quella distesa). Slacciate gli indumenti stretti (cintura, colletto, ecc.) e coprite il paziente per evitare che abbia freddo, ma non tanto da farlo sudare. Non tentate di far alzare il paziente o di spostarlo senza il controllo del medico. Non dategli alcuna bevanda senza il permesso del medico. Rimanete calmi e rassicurate il paziente. Esortatelo a respirare profondamente e lentamente e ad espirare dalla bocca. Ecchimosi Tenete sull ecchimosi una borsa di ghiaccio o un impacco freddo (un asciugamano imbevuto di acqua gelata e strizzato). Ciò dovrebbe ridurre sia il gonfiore, sia il dolore. Se, nonostante questo trattamento, il dolore persiste chiamate un medico. Febbre La temperatura corporea (ascellare) può variare nelle persone sane tra i 36,2 e i 37 gradi centigradi, giungendo fino a 37,2 nelle giornate più calde o in seguito ad esercizi fisici. La febbre alta, la febbre persistente o la febbre accompagnata da altri sintomi come nausea, mal di gola, dolore, gonfiore o eruzioni cutanee devono essere segnalate al medico. Non misurate la temperatura prima che siano trascorsi 30 minuti dall ingestione di cibi o bevande. Ferite da punta o tagli Spremete delicatamente la ferita per facilitarne il sanguinamento. Le ferite provocate da chiodi, fili metallici, punteruoli o altri oggetti appuntiti, tendono a imprigionare all interno i germi. Lavatevi le mani, poi pulite bene la ferita e applicatevi un disinfettante o acqua pulita. Conducete il ferito dal medico. Questi pulirà meglio la ferita, la allargherà se lo riterrà necessario e vi informerà sull antitetanica. Emorragia Tenete sdraiato il soggetto per prevenire lo svenimento. Per arrestare l emorragia premete fortemente sulla ferita con tutta la mano una compressa di garza sterile o la cosa più pulita che avete a portata di mano. Se la compressa s imbeve di sangue, aggiungetene un altra direttamente sopra alla prima e continuate a premere. Non provate a usare un laccio emostatico, se non siete stati addestrati a farlo. Infatti, il suo uso può essere pericoloso perché viene a privare tutti i tessuti a valle di ogni apporto di ossigeno.

15 Il laccio emostatico si applica solo: in caso di amputazione o semi amputazione di un arto; emorragia inarrestabile anche dopo aver compresso l arteria che porta il sangue all arto; schiacciamento (il laccio va applicato prima di togliere il peso che grava sull arto). Ricordatevi che non serve applicarlo all avambraccio o alla gamba. E importante segnare l ora in cui è stato applicato il laccio in modo che i soccorritori possano comportarsi di conseguenza. Quando l emorragia si è arrestata, fissate la compressa di garza al suo posto con una fasciatura stretta, non tanto però da non sentire il polso al di sotto della ferita. Lasciate al medico il compito di pulire e medicare la ferita Folgorazione Ricordate che ogni secondo di contatto con la sorgente di elettricità riduce le possibilità di sopravvivenza del folgorato. Togliete il contatto nel modo più rapido e più sicuro possibile. In casa staccate la spina o togliete la corrente chiudendo l interruttore generale. Fuori di casa servitevi di un bastone o di un ramo asciutto o di una corda o di un indumento asciutto, per spingere o tirare via il filo elettrico dall infortunato o questo dal filo. Assicuratevi di essere su una superficie asciutta, e toccate soltanto oggetti asciutti e non conduttori di elettricità. Non toccate la vittima, finché non sia interrotto il contatto con la corrente. Quindi esaminatela e, se non respira, eseguite la respirazione bocca a bocca. Chiamate il 118. Se è necessario spostare l infortunato, accertatevi che l incidente non abbia causato fratture o lesioni interne. Fratture Mentre attendete il medico, tenete caldo e calmo l infortunato. Applicate una borsa di ghiaccio sulla zona dolente. Se la estremità dell osso fratturato sporge dalla pelle e l emorragia è grave, fermatela ma non cercate di riportare l osso al suo posto. Non tentate di pulire la ferita. Aspettate l arrivo dell ambulanza. Se l infortunato deve essere trasportato per ricevere le cure del caso, la frattura deve essere immobilizzata con stecche per evitare danni maggiori. Come stecche, usate tutto ciò che può servire a tenere ferme le ossa fratturate: cartone, giornali o riviste per le braccia, manici di scopa o assi per le gambe. Adoperate stecche abbastanza lunghe da giungere oltre le articolazioni che sono al di sopra e al di sotto della frattura. Fratture della colonna vertebrale Se la vittima non riesce a muovere le dita delle mani con disinvoltura o se avverte un formicolio o un intorpidimento alle spalle, può esservi frattura della colonna cervicale.

16 Se l infortunato può muovere le dita delle mani ma non i piedi o le dita dei piedi o se avverte un formicolio o intorpidimento alle gambe, o dolore se tenta di muovere la schiena o il collo, può esservi frattura della colonna dorsale. Chiamate il 118. Nel frattempo apritegli i vestiti attorno al collo e alla vita dell infortunato. Non muovetelo per esaminarlo. Non alzategli la testa per farlo bere. Non lasciatelo muovere. Il midollo spinale attraversa le vertebre cervicali, dorsali e lombari e ogni compressione o movimento può causare una paralisi irreparabile Gola - Corpi estranei Sintomi: cute del volto di un rosso acceso ma con il passare del tempo, se la difficoltà a respirare persiste o si aggrava, il colorito può diventare bluastro. Agite prontamente. Esortate la vittima a tossire per espellere il corpo estraneo. Non tentate di afferrarlo con le dita: ciò è meno efficace della tosse e può spingerlo ancora più giù. Se la tosse non è sufficiente colpite energicamente per 5 volte il dorso tra le scapole. Se anche questo non basta ponetevi dietro al soggetto e cingetelo con le vostre braccia. Unite le mani, serrate a pugno, in corrispondenza della parte più alta dell'addome, cercando di non comprendere le costole. Esercitate con i vostri pugni una pressione brusca e molto intensa. Chiamate il 118 se la situazione non si è risolta e nel frattempo continuate a fare tentativi per fare espellere l oggetto inghiottito. In caso estremo dovete eseguire la respirazione bocca a bocca. Massaggio cardiaco e respirazione bocca a bocca L esistenza di un arresto cardio-respiratorio può essere verificata velocemente rilevando questi segni: assenza dei movimenti del torace e dell addome superiore; assenza di flusso di aria accostando il proprio orecchio sulla bocca e sul naso del paziente per accertare; palpando i polsi arteriosi Con le braccia rigide, mettere il palmo di una mano sul dorso dell'altra e appoggiarli sul cuore dell'infortunato, al centro dello sterno. Comprimere brevemente, ma energicamente, con una frequenza di circa 60 colpi al minuto. 2 soccorritori: praticare contemporaneamente MASSAGGIO CARDIACO e RESPIRAZIONE ARTIFICIALE. 1 soccorritore: iniziare subito con 10/15 colpi di massaggio cardiaco per riattivare il cuore, poi 2 soffi (respirazione artificiale). Continuare poi alternando 15 colpi di massaggio cardiaco e 2 soffi. In realtà il protocollo intervento può variare nel n di Quando il paziente rinviene non lasciatelo alzare. Tutto il corpo, cuore compreso, è impoverito di ossigeno e se la vittima si alza troppo presto, insorge il rischio di un grave collasso. Ponete coperte e indumenti sotto e sopra l infortunato per riscaldarlo. Mettetelo in posizione di sicurezza. Assicuratevi che il respiro e il battito del cuore siano presenti e regolari e che non ci sia il sospetto di fratture.

17 Morsi - Serpenti Nelle nostre regioni, i serpenti velenosi sono soltanto i Viperidi. Il morso è un evento relativamente raro. Il rischio può essere evitato ricordandosi di non camminare in silenzio e senza far rumore. Non infilate le mani tra i sassi, specialmente quelli al sole, e non sedetevi senza prima dare qualche colpo di bastone. Non usate scarpe basse. In caso di morso di serpente, rassicurate e fate sdraiare la vittima: ciò rallenta la circolazione del sangue e il diffondersi del veleno. L intervento migliore è quello di realizzare un bendaggio compressivo di tutto l arto leso, con sua completa immobilizzazione, possono passare anche 6 ore prima che si manifestino i primi disturbi. In caso contrario di solito passa circa un ora. Sappiate che in almeno nel 30% dei casi la vipera morde senza iniettare il veleno. Generalmente il morso interessa un arto. Occorre un rotolo di benda piuttosto spessa e larga (5-10 cm.), meglio se elastica. Si parte a fasciare l arto iniziando dall estremità e continuando fino alla radice dell arto. Non è necessario stringere molto la benda in quanto l effetto che si vuole ottenere è quello di fermare la circolazione linfatica. Si può stringere come se si dovesse immobilizzare una caviglia dopo una distorsione. A questo punto è altrettanto importante steccare l arto per immobilizzarlo. Evitate l uso del laccio emostatico o l incisione e la suzione della ferita, che hanno sempre dimostrato scarsissima efficacia e sono invece fonte di danni a volte seri. Non usate mai il siero antivipera o antiofidico polivalente. E più alta la mortalità per shock anafilattico da uso di siero antivipera (più del 3%) che non la mortalità da morso di vipera (1-2% in Italia). Il siero antivipera si usa solo in ospedale e solo in casi selezionati. Chiedete il soccorso il più presto possibile. Se avete ucciso il serpente, portatelo con voi, affinché possa essere identificato. Morsi - Cani, gatti, ecc. Lavate subito la ferita sotto l acqua corrente di un rubinetto per asportare la saliva dell animale. Quindi lavate la ferita per cinque minuti con una compressa di garza e con acqua e sapone abbondanti. Risciacquate accuratamente con acqua corrente, disinfettate e ricoprite la ferita con garza sterile. Consultate subito un medico. Egli curerà meglio la ferita e stabilirà quali precauzioni sarà opportuno prendere per impedire che insorgano la rabbia, il tetano o altre malattie infettive. Occhi - Corpi estranei Non strofinate l occhio. Lasciate qualche minuto il paziente con gli occhi chiusi per permettere alle lacrime di espellere spontaneamente il corpo estraneo. Lavatevi con cura le mani. Usando un contagocce a pompetta lavate l occhio con acqua o con soluzione salina sterile, facendo aprire e chiudere le palpebre. Se non avrete ottenuto alcun risultato esaminate l occhio tirando in basso la palpebra inferiore e rovesciando in alto la superiore. Se il corpo estraneo è su una palpebra, provate a rimuoverlo usando delicatamente un angolo inumidito di una garza sterile o di un fazzoletto pulito. Se è rimasto sull occhio non tentate di toglierlo. Fissate sull occhio una medicazione sterile e consultate un medico.

18 Schegge Lavatevi le mani e poi la pelle intorno alla scheggia con acqua e sapone. Usate un disinfettante, possibilmente a base di iodio. Con un ago sterile, delicatamente, allentate la pelle intorno alla scheggia ed estraetela usando un paio di pinzette. Fate uscire qualche goccia di sangue spremendo delicatamente la ferita. Disinfettate e coprite con un cerotto medicato. Se la scheggia si rompe o è penetrata profondamente, ricorrete a un medico. Punture - Ape, vespa, calabrone Disinfettate la cute e, se è possibile, togliete il pungiglione sollevandolo o smuovendolo con un ago sterile, cercando di non schiacciare l eventuale sacca velenifera. Fate scorrere acqua fredda sopra e attorno alla puntura per alleviare il dolore e ostacolare i fenomeni infiammatori, oppure applicate del ghiaccio. Non usate pomate antistaminiche se non siete certi della tolleranza al farmaco. Alcune persone allergiche reagiscono in modo violento alle punture d insetto: in questi casi può presentarsi la necessità di un intervento urgente del medico. Punture - Zecche Le zecche sono artropodi, appartenenti a famiglie e generi di diverso tipo, in grado di trasmettere un gran numero di agenti patogeni. Le probabilità d'infezione per mezzo della puntura sono generalmente basse se la zecca rimane attaccata per meno di ore. Proteggete le mani con un paio di guanti. Le zecche vanno rimosse con una pinzetta afferrandole saldamente il più vicino possibile alla cute, senza schiacciarle, ed effettuando una trazione decisa ma non brusca verso l'alto. Il rostro della zecca, che spesso rimane all'interno della cute, deve essere estratto con un ago sterile. Dopo l'estrazione disinfettate la cute, bruciate la zecca e controllate la vaccinazione antitetanica. Per un periodo di almeno un mese si deve controllare tutti i giorni la zona della puntura. Se dovesse comparire un arrossamento che tende ad espandersi dovete recarvi al più presto dal vostro medico o al pronto soccorso riferendo di essere stati punti da una zecca. Slogature - Lussazioni - Storte - Distorsioni Non muovete l articolazione. Se il paziente può muoversi senza pericolo, conducetelo da un medico o in ospedale. Se il paziente non può muoversi (per esempio perché è slogata l anca), chiamate l ambulanza. Per diminuire il gonfiore e alleviare la sofferenza, applicate sulla parte colpita una borsa di ghiaccio. Se la distorsione interessa una caviglia, evitate di camminare o di stare semplicemente in piedi. Se siete in montagna e se siete obbligati a camminare potete usare una benda elastica di 10 cm di altezza: incominciate dalla base delle dita del piede, procedendo regolarmente e stringendo moderatamente. Se la lunghezza della benda lo consente potete arrivare fin sotto al ginocchio. Aiutatevi con un bastone.

19 Svenimento Sdraiate la persona sulla schiena e alzatele le gambe. Slacciate gli indumenti stretti, applicate impacchi freddi sulla fronte e sul viso. Se lo svenimento dura oltre un minuto o due, tenete il paziente leggermente coperto e chiamate un medico o l ambulanza. Uno svenimento può avere tante cause tra cui la fatica, la fame, l emozione, il caldo e la scarsa ventilazione. Il respiro del paziente è superficiale, il polso debole, il volto pallido e la fronte imperlata di sudore. Se invece una persona sente soltanto che sta per svenire, fatela sedere su una sedia, piegata in avanti, con la testa bassa tra le gambe e fatela respirare profondamente Tagli, graffi, escoriazioni Per prevenire la possibilità di infezioni, lavatevi accuratamente le mani prima di medicare una ferita. Pulite la pelle intorno alla ferita con garza sterile, acqua corrente e sapone. Lavate la cute circostante procedendo dalla ferita verso l esterno e non viceversa. Quando la zona circostante è pulita, lavate la ferita stessa con acqua corrente e sapone per cinque minuti usando garza sterile e rinnovandola frequentemente. Togliete con cura ogni traccia di sporcizia e ogni frammento. Se è necessario usate un ago sterile o un paio di pinzette, bollite per 10 minuti, per togliere frammenti di corpi estranei. Applicate con garza sterile un disinfettante a base di iodio o un disinfettante non alcolico sulla cute circostante la ferita. Alla stessa maniera, disinfettate la ferita con acqua ossigenata. Quando il disinfettante è asciutto, coprite la ferita con garza sterile che fisserete con il cerotto o con una benda. Ricordate che in ogni ferita si annida il rischio del tetano. In quelle profonde, estese o sporche il rischio è particolarmente grave. Se il ferito è stato in precedenza immunizzato mediante vaccinazione con anatossina tetanica e l immunità è stata poi mantenuta con i successivi richiami, al momento dell incidente basterà una dose di vaccino per assicurare una sufficiente protezione. Ma se il soggetto non è stato vaccinato (o lo è stato da molto tempo) il vaccino non può agire con sufficiente rapidità e si dovrebbe iniettare allora il siero antitetanico, che è un derivato del sangue umano. Sorvegliate attentamente la comparsa eventuale dei seguenti sintomi d infezione, che possono manifestarsi anche dopo alcuni giorni: arrossamento, calore, dolore della zona circostante la ferita; striature rosse che s irradiano dalla ferita su per il braccio o la gamba; gonfiore attorno alla ferita, accompagnato da brividi o febbre. Sappiate che questi sintomi d infezione non hanno nulla a che fare con il tetano. Se l infezione compare, consultate subito un medico. Ustioni chimiche Lavate scrupolosamente con acqua la regione colpita per diluire ed asportare la sostanza chimica. Quindi comportatevi come se si trattasse di una ustione da calore. Alcune sostanze, come l acido solforico e la calce viva, reagiscono con l acqua producendo grande quantità di calore: in questi casi il lavaggio deve essere continuato per non meno di 10 minuti. Se un occhio è stato colpito dalla sostanza chimica, lavatelo con prudenza ma accuratamente con acqua sterile o con soluzione salina. Coprite con una medicazione sterile e consultate subito un medico.

20 Ustioni e scottature gravi Se i vestiti hanno preso fuoco soffocate le fiamme con indumenti, coperte o tappeti. Tagliate via i vestiti dalla zona ustionata. Se vi aderiscono non strappateli: tagliate il tessuto intorno all ustione. Chiamate il 118. Non applicate sulle ustioni pomate, oli o disinfettanti di alcun genere. Attuate le prime cure per lo shock se l ustione è estesa ad una vasta parte del corpo. Se l infortunato è in sè, sciogliete mezzo cucchiaino di bicarbonato di sodio e un cucchiaino di sale in un litro d acqua. Fate bere al paziente mezzo bicchiere di questa soluzione ogni 10 minuti circa, per reintegrare i liquidi corporei perduti attraverso la pelle ustionata. Se il paziente vomita non insistete a farlo bere Trasporto di un ferito Il trasporto di una persona ferita può arrecare danni imprevedibili, specialmente se la lesione riguarda il capo, il collo e la schiena. In questi casi chiamate il 118 e coprite il paziente con coperte o indumenti lasciandolo sul luogo dell incidente. Non cercate di cambiare posizione all infortunato finché non sia accertata la natura delle lesioni, a meno che sia assolutamente necessario spostarlo per evitargli danni ulteriori. Affrontate il rischio di muovere comunque l infortunato: quando si trova a faccia in giù e ha bisogno di essere rianimato o ha difficoltà a respirare per la presenza di acqua o fango; quando si trova in posizione supina, a faccia in su, e la respirazione è ostacolata dal rilasciamento della lingua o dalla presenza di vomito o di altri materiali organici; quando c è un fattore ambientale come il pericolo di un incendio, di un esplosione, ecc. Valutate la possibilità di adottare la posizione laterale di sicurezza. Se l infortunato deve essere messo al sicuro, spostatelo nel senso della lunghezza, non di fianco, mantenendo la testa immobilizzata ed allineata col collo e col dorso. Possibilmente infilategli sotto una coperta o un indumento lungo cui possa essere trascinato. Se deve essere sollevato, non piegatelo alzando soltanto la testa e i piedi ma fatevi aiutare e sollevate tutto il corpo, in modo da mantenerlo sempre dritto. Non caricate un ferito grave in un automobile per affrettarvi ad arrivare nell abitato più vicino. Non trasportatelo, se non sdraiato o semisdraiato. Se deve assolutamente essere trasportato, improvvisate una barella. La cosa migliore può essere una porta o una larga asse. In mancanza di ciò, fate una barella con coperte e bastoni per mezzo di giacche abbottonate con le maniche rovesciate all interno e i bastoni infilati dentro le maniche. Servitevi di una sedia (portata da due persone) per trasportare un ferito giù per una scala stretta o a chiocciola.

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