L impatto delle Università milanesi sull economia locale

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1 MEGLIOMILANO L impatto delle Università milanesi sull economia locale STUDIARE E VIVERE A MILANO MeglioMilano 2005

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3 1. L Università come grande funzione urbana Economia della conoscenza, capitale umano, innovazione: sono queste le tre principali parole d ordine con le quali si coniuga l imperativo della crescita e della competitività dei sistemi economici, nazionali e locali e, per questa via, anche del sistema economico europeo. La cosiddetta Strategia di Lisbona si basa su un deciso rilancio di attenzione a questi fattori e a questi processi: essa è stata autorevolmente riproposta di recente dai Ministri europei riuniti al Lussemburgo (febbraio 2005) 1 e a Bruxelles (giugno 2005), con toni assai più realistici e soprattutto con indicazioni strategiche più credibili di quelle iniziali (Consiglio Europeo di Lisbona, marzo 2000). L Italia non si trova molto ben collocata in termini di performance sugli obiettivi di Lisbona. La carta presentata in Fig. 1, proposta dalla Commissione al Consiglio dei Ministri il 15 maggio scorso, lo dimostra ampiamente: misurando tale performance in base ai parametri di produttività, tasso di attività, ricerca e sviluppo nel settore privato (spese in R&S e personale in R&S ogni 1000 addetti), e livello di istruzione (quota di popolazione con diploma di alta formazione), nessuna regione si colloca al di sopra della media europea; solo alcune regioni raggiungono il livello medio le regioni nord-occidentali più Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige, Friuli, Toscana e Lazio. Molte regioni, e il Mezzogiorno in particolare, si trovano al livello di molti Nuovi Stati Membri, superate dagli Stati baltici nonché spesso dalla stessa Spagna e Portogallo per non parlare delle regioni del centro e nord Europa. L istituzione universitaria si trova al centro dei processi sopraindicati: scuola di alta formazione, laboratorio di ricerca e di conoscenza, fonte di input cruciali per i processi innovativi - nelle imprese, nel governo, nell amministrazione, nella società. E, vogliamo aggiungere, essa si colloca al centro non solo in quanto agente fondamentale nei campi dell istruzione superiore e della ricerca, ma anche per i suoi ruoli di ponte nei confronti della società e dell insieme delle imprese: non basta infatti un buon sistema universitario e un alto investimento in ricerca e sviluppo per realizzare per ciò stesso una elevata competitività o la società della conoscenza. Occorrono altre precondizioni e altre funzioni fondamentali a carattere integrativo che l Università può svolgere, o concorrere a svolgere, in modo efficace: - una funzione di trascodifica dei risultati della ricerca scientifica in direzione delle imprese e di trasferimento tecnologico, 1 Si veda: Commissione delle Comunità Europee, Working together for growth and jobs: a new start for the Lisbon Strategy, Communication to the Spring European Council, 2 febbraio

4 - una effettiva integrazione fra ricerca e istruzione superiore, in modo da mantenere quest ultima al passo dello sviluppo scientifico, - una imprenditorialità orientata alla scienza (Fig. 2). Vogliamo anche aggiungere, un atteggiamento positivo e attento da parte della società nei confronti di scienza, conoscenza, tecnologia. Ma dobbiamo chiederci: quali sono le condizioni territoriali più adatte per svolgere tutte queste funzioni, che, come detto, sono molteplici e complesse? La risposta è, naturalmente un ambiente urbano: - perché ricco di funzioni differenziate e specializzate, a carattere sia produttivo che culturale; - perché crocevia di reti molteplici di interazione, informazione, decisione, scambio; - perché nodo di accessibilità generalizzata verso il mondo esterno; - perché grande mercato del lavoro e grande bacino di domanda di servizi avanzati e superiori (come lo sono l istruzione e la ricerca). La città dunque, e la grande città in particolare, costituisce la localizzazione naturale non solo di servizi di istruzione superiore, ma anche di tutto quel complesso di attività interrelate che possiamo chiamare i distretti potenziali della conoscenza. E per questo che sulla città intesa come sistema territoriale si sta appuntando l attenzione dei policy maker europei e nazionali, impegnati nel dar forma alla riforma dei Fondi Strutturali Europei per il periodo Nelle Community Strategic Guidelines proposte dalla Commissione per la nuova politica di coesione 2 si legge che la condivisione degli obiettivi di Lisbona attraverso il coinvolgimento di attori locali e partner sociali, per esempio nelle aree ove la prossimità conta, come nell economia dell innovazione e della conoscenza costituisce precondizione e obiettivo della nuova azione. 2 Si veda: Commissione delle Comunità Europee, Cohesion policy in support of growth and jobs: Community Strategic Guidelines, , maggio

5 Fig. 1 Performance regionale in Europa sugli Obiettivi di Lisbona 3

6 Fig. 2 Un approccio integrato alla Società della Conoscenza Integrazione fra Istruzione e Ricerca Istruzione superiore e Cultura Ricerca, Scienza e Tecnologia Imprenditorialità orientata alla scienza Economia e Imprenditorialità Sistema efficiente di trascodifica e trasferimento tecnologico Fonte: Camagni,

7 Inoltre, poiché ricerca e in generale conoscenza sono funzioni che trovano nelle città, e in particolare nelle grandi e medie città, un ambiente favorevole per il loro sviluppo, nello stesso documento si propongono tre priorità: - migliorare l attrattività degli Stati Membri, delle regioni e delle città; - incoraggiare innovazione, imprenditorialità e l economia della conoscenza; - creare maggiori e migliori posti di lavoro. Si afferma poi molto opportunamente che occorre considerare la natura specifica della Ricerca e Sviluppo Tecnologico: essa richiede stretta interazione fra attori per incoraggiare la formazione di poli di eccellenza e raggiungere massa critica. La prossimità geografica (cluster di PMI e poli di innovazione attorno ad istituzioni pubbliche di ricerca) deve svolgere un ruolo chiave. Ma l Università non solo riceve dalla città le condizioni ideali stesse della sua esistenza e della sua funzionalità in quanto ente fondamentale nella società della conoscenza. Essa restituisce anche alla città una serie di vantaggi e di esternalità rilevanti quali: a. la formazione di un capitale umano che in prima istanza lavorerà nelle attività locali; b. un potenziale di applicazione pionieristica nelle attività locali dei risultati della ricerca, grazie agli effetti di prossimità e a quell insieme di elementi immateriali che chiamiamo effetto milieu : presenza di funzioni complementari (si pensi solo alla finanza, ai trasporti, all editoria), condivisione di codici di comportamento e di linguaggi, spesso un rilevante senso di appartenenza a una comunità, molteplicità di reti civiche e culturali; c. un moltiplicatore dei redditi e dell occupazione che discende dalla domanda di istruzione e dai suoi effetti indiretti: investimenti in strutture di istruzione, investimenti in accoglienza e strutture di tempo libero, domanda da parte degli studenti, in particolare fuori sede, di servizi immobiliari e residenziali; d. una domanda di localizzazione urbana per un complesso di attività, che va dalla localizzazione delle sedi universitarie alla domanda per strutture ricettive di accoglienza per studenti, alla domanda, infine, di strutture di tempo libero, svago nonché di servizi culturali; e. infine, strettamente connesse a quest ultimo punto, l Università fornisce alla città occasioni di vitalità e di rivitalizzazione urbana, apportate dalla presenza di una comunità di giovani e ricercatori che gravitano su alcune parti specifiche della città (Fig. 3). 5

8 La presente ricerca si pone in continuità con una prima serie di indagini effettuate da MeglioMilano sull accoglienza a Milano degli studenti non residenti in città 3, già presentata nel corso di un Convegno il 27 novembre 2003, e successivamente aggiornate e approfondite. Essa ha l obiettivo di iniziare ad esplorare i molteplici rapporti che si istaurano fra città e Università, nel senso or ora chiarito, al fine di elevare il livello di attenzione dei policy maker e di evidenziare possibili aree di intervento sia urbanistico-amministrativo che economico-immobiliare, fino ad anni recentissimi relativamente sottovalutate nella loro importanza per la città e nella loro possibile profittabilità. L ambito di approfondimento è quello dell impatto economico dell esistenza dell Università sulla città, dal punto di vista degli effetti dell operatività del servizio universitario sui redditi e sull occupazione locale; dunque si è voluto esplorare l ambito rappresentato dal triangolo superiore destro della Fig. 3. Dunque un iniziale e solo parziale obiettivo. Restano da esplorare almeno gli altri due ambiti presentati in Fig. 3: gli effetti della presenza dell Università, intesa come struttura per la produzione di conoscenza, sul livello di competitività e sui processi innovativi in area milanese e lombarda (oltre che nazionale), e la rilevanza urbanisticoimmobiliare-funzionale dell Università intesa come grande funzione localizzata in città, fonte di una domanda potenziale di servizi (residenziali innanzitutto, ma anche culturali e di tempo libero) che ancora trova un offerta locale solo parziale. Le potenzialità di un distretto potenziale della conoscenza a Milano, organizzato non come un polo ma come una rete urbana e metropolitana, sono ancora tutte da esplorare. 3 Si veda: MeglioMilano - I fabbisogni di accoglienza degli studenti universitari fuori sede - STUDIARE E VIVERE A MILANO 2003 a cura di R. Camagni e Antonio Schizzerotto. 6

9 Fig. 3 Il triplice rapporto Università Città Funzioni globali Capitale umano Impatto locale Spesa in istruzione Economia della conoscenza Innovazione U Investimenti Spesa degli studenti Sedi Universitarie Accoglienza Cultura e loisir Funzioni e localizzazioni urbane 7

10 2. L attrattività del sistema universitario milanese Il sistema universitario milanese si compone di 10 atenei, sei dei quali - Università Milano Bicocca, Università Commerciale Luigi Bocconi, Università Cattolica del Sacro Cuore, Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM, Politecnico di Milano, Università degli Studi di Milano accolgono il 97% della popolazione studentesca. Il restante 3% è iscritto alle Università Vita e Salute San Raffaele, l Accademia di Brera, il Conservatorio Giuseppe Verdi e la Nuova Accademia di Belle Arti (NABA). Gli studenti iscritti nell a.a. 2004/2005 ammontano complessivamente a oltre , un numero sostanzialmente stabile rispetto a quello dell anno accademico precedente. Iscritti per ateneo dell intero sistema universitario milanese 2002/ / /2005 Bicocca Bocconi Cattolica Iulm Politecnico Statale San Raffaele Brera Conservatorio Naba Totale IULM 3,8% Politecnico 19,5% Cattolica 14,5% Bocconi 6,8% Statale 35,8% Bicocca 16,2% NABA 0,3% Conservatorio 0,3% San Raffaele 0,8% Brera 1,9% 8

11 In tutti gli atenei si assiste all aumento della presenza di studenti stranieri che passano dal 2% al 3% della popolazione studentesca complessiva. Questa percentuale sale considerevolmente nelle università dedicate alla formazione artistica Brera, Conservatorio e Naba, dove rappresentano rispettivamente il 14,5%, il 28,6% e il 19,8% dei loro iscritti. Il dato conferma l attrattività in questo campo di Milano. Iscritti stranieri alle università milanesi 2002/ / /2005 Bicocca Bocconi Cattolica Iulm Politecnico Statale USR * Brera Conservatorio Naba Totale * dato stimato Rapporto tra stranieri e iscritti nel a.a. 2004/2005 Stranieri Iscritti Stranieri su Iscritti % Bicocca ,3 Bocconi ,2 Cattolica ,1 Iulm ,9 Politecnico ,2 Statale ,6 USR ,5 Brera ,5 Conservatorio ,6 Naba ,8 Totale ,0 9

12 L offerta formativa è rappresentata, in 7 atenei milanesi, da 188 corsi triennali e da 172 corsi specialistici Numero dei corsi di laurea triennale e laurea specialistica a. a. 2004/2005 Bicocca, Bocconi, Cattolica, Iulm, Politecnico, San Raffaele, Statale Corsi di laurea triennale Corsi di alurea specialistica Agraria 7 10 Architettura 4 6 Design 5 7 Economia Farmacia 3 3 Filosofia 1 2 Giurisprudenza 4 6 Ingegneria Lettere e filosofia Medicina e chirurgia Medicina veterinaria 3 3 Psicologia 5 7 Scienze bancarie, finanziarie e assicurative 2 3 Scienze della comunic e dello spettacolo 6 6 Scienze della formazione 7 9 Scienze linguistiche e lett. Straniere 1 1 Scienze matematiche, fisiche e naturali Scienze motorie 1 1 Scienze politiche 8 8 Scienze statistiche 2 2 Sociologia

13 La facoltà più richiesta è Economia, presente in tre atenei (Bicocca, Bocconi, Cattolica), con iscritti, seguita da Lettere e Filosofia (Cattolica e Statale), con iscritti a cui di aggiungono i 94 iscritti a Filosofia del San Raffaele. Seguono Ingegneria, con iscritti, Giurisprudenza (Bicocca, Cattolica e Statale) con e Scienze Matematiche e Fisiche (Bicocca, Statale) con iscritti. Iscritti per ateneo e per facoltà a. a. 2004/2005 Bicocca, Bocconi, Brera, Cattolica, Conservatorio, Iulm, Naba, Politecnico, San Raffaele, Statale Bicocca Bocconi Cattolica IULM Politecnico Statale HSR* Brera Conserv. Naba Agraria Architettura Discipline artistiche Discipline Musicali 462 Economia Farmacia Filosofia 94 Giurisprudenza Ingegneria Lettere e Filosofia Medicina e Chirurgia Medicina Veterinaria Psicologia Scienze Bancarie Finanz. e Ass. 734 Scienze della Comunic.e dello spett Scienze della Formazione Scienze Linguistiche Scienze Matematiche e Fisiche Scienze Motorie Scienze Politiche Scienze Statistiche 617 Sociologia *dati stimati 11

14 Le variazioni nel numero di iscritti per facoltà registrano gli aumenti più significativi in Architettura, Discipline Artistiche e Musicali, Lettere e Filosofia. La tendenza alla diminuzione nei tre anni esaminati è più significativa in Agraria, Economia, Giurisprudenza, Veterinaria, Scienze Matematiche e Fisiche Popolazione universitaria milanese per Facoltà Bicocca, Bocconi, Brera, Cattolica, Conservatorio, Iulm, Naba, Politecnico, San Raffaele, Statale 2002/ / /2005 Agraria Architettura Discipline Artistiche Discipline Musicali Economia Farmacia Filosofia Giurisprudenza Ingegneria Lettere e Filosofia Medicina e Chirurgia Medicina Veterinaria Psicologia Scienze Bancarie Scienze Comunic. e spett. Scienze della Formazione Scienze Linguistiche Scienze Matemat.e Fisiche Scienze Motorie Scienze Politiche Scienze Statistiche Sociologia

15 La presente ricerca, è relativa ai sei maggiori atenei milanesi, - Bicocca, Bocconi, Cattolica, IULM, Politecnico e Statale che accolgono nell a.a. 2004/ studenti. La popolazione universitaria a Milano nell anno accademico 2004/2005 è composta da: Pendolari 48% Iscritti di cui pendolari fuori sede residenti a Milano Milano 19% Fuori sede 33% I residenti, che diminuiscono in valore assoluto, esprimono una percentuale costante negli anni sulla popolazione milanese, pari al 13%. La diminuzione degli studenti pendolari, che passano da a , può, tra l altro, essere dovuta al consolidamento e ampliamento degli atenei nelle altre province lombarde. E cambiata in maniera significativa rispetto all a.a. 2003/2004 la composizione percentuale tra studenti residenti, pendolari e fuori sede, a favore di questi ultimi che passano dal 25 al 33%. Distribuzione iscritti per area di provenienza 2002/ / / ,9 55,6 47, ,7 % ,5 19,8 19,4 24,6 24, Milano Pendolari Fuori Sede 13

16 Alcuni dati riferiti a Bicocca, Bocconi, Cattolica, Iulm, Politecnico e Statale tratti dall Osservatorio della Qualità della Vita 4, illustrano le dimensioni e le tendenze della popolazione universitaria milanese dall anno accademico 1998/99 al 2003/04: Iscritti totali L andamento degli iscritti evidenzia come il punto più alto sia stato raggiunto negli anni 95-98, e sia sostanzialmente stabile dal 99 con tendenza positiva; Immatricolati totali 14 88/89 89/90 90/91 91/92 92/93 93/94 94/95 95/96 96/97 97/98 98/99 99/00 00/01 01/02 02/03 03/04 Al picco delle immatricolazioni del 93 è seguito un calo fino al 2000, anno in cui sono riprese le iscrizioni, che hanno registrato nel 2003/04 una lieve flessione /89 89/90 90/91 91/92 92/93 93/94 94/95 95/96 96/97 97/98 98/99 99/00 00/01 01/02 02/03 03/04 4 Osservatorio Permanente della Qualità della Vita Quindicesima edizione Milano dal 1989 al 2004 Ed. MeglioMilano 2005

17 Laureati totali Positivo l andamento dei laureati totali, in crescita nell intero periodo. Nel 2004 l incremento è dovuto all introduzione delle lauree di primo e secondo livello Rapporto Iscritti/Docenti Il rapporto tra iscritti e docenti migliora (cioè diminuisce) in tutto il periodo e segna nel 2004 il miglior valore della serie storica. Il personale delle università ammonta a unità di cui impiegati nella funzione docente e non docente

18 3. L impatto dell università sull economia milanese 3.a. Tipologia degli impatti: domanda di istruzione, investimenti, conoscenza e innovazione Molteplici sono le aree in cui è possibile ipotizzare, da un punto di vista economico e analitico, un impatto del sistema universitario sul territorio. a. Innanzitutto, è possibile considerare l impatto della domanda di istruzione superiore sul sistema locale, che è costituito da un impatto diretto sull offerta di servizi universitari e da un impatto indiretto attraverso il moltiplicatore della domanda e dei redditi. In questo caso il sistema di offerta formativa superiore è considerato come un settore produttivo locale la cui produzione è attivata dalla domanda di istruzione; b. in secondo luogo, è possibile considerare l impatto degli investimenti sul/del sistema universitario sull economia locale. Il meccanismo economico è simile a quello precedente, in quanto l investimento è considerato come una componente della domanda locale, che attiva un moltiplicatore dei redditi e dell occupazione; c. in terzo luogo, allorché l offerta universitaria locale è di qualità e attiva una domanda anche da parte di famiglie non residenti, è possibile considerare l impatto sull economia locale delle spese sostenute dagli studenti non residenti in loco, pendolari o fuori sede, per trasporti, alloggio, vitto ecc.- Questa componente è anch essa simile per caratteristiche economiche alle precedenti (si tratta di una domanda che attiva un moltiplicatore), ma è anche connessa con l attrattività e la competitività delle sedi universitarie locali; d. in quarto luogo, è possibile considerare l impatto dell Università sulla formazione del capitale umano locale, a sua volta base dello sviluppo economico locale; e. in quinto luogo, è possibile analizzare l impatto che l Università, intesa come tecnostruttura di ricerca e conoscenza, può avere sulla capacità innovativa, e quindi sulla competitività, delle attività economiche locali, attraverso molteplici processi di knowledge spillover, cioè di effetti di diffusione di conoscenza e innovazione sul territorio. Gli ultimi due effetti attengono all offerta di fattori di sviluppo, e quindi dovrebbero essere trattati analiticamente in modo differente dai primi tre. Questa ricerca è orientata alla valutazione quantitativa dei primi tre tipi di effetti economici: effetti della domanda di istruzione universitaria in senso lato, ed effetti degli investimenti, pubblici e privati, in strutture di istruzione superiore. Ad un altra eventuale ricerca si rinvia per l analisi degli altri due tipi di effetti. 16

19 3.b La metodologia di analisi: le tavole delle interdipendenze settoriali e il moltiplicatore della produzione, del reddito e dell occupazione Il metodo di analisi con cui si è effettuata la valutazione di impatto dell Università milanese sul territorio sia milanese che lombardo è una metodologia ben nota in economia spaziale: l analisi dei moltiplicatori della produzione, del reddito e dell occupazione o analisi Input-output (delle interdipendenze settoriali, I-O). Tale metodo, sviluppato dal premio Nobel per l economia Wassily Leontief negli anni 50, è stato applicato a diverse fattispecie di processi di sviluppo locale attivati da elementi differenti di domanda: domanda di investimenti, domanda turistica, domanda estera, ed anche domanda di istruzione, come nel nostro caso. L analisi I-O considera le interdipendenze fra diversi settori e diverse componenti della domanda nell economia di un territorio, regionale o nazionale, e calcola l impatto di ogni componente della domanda sull economia locale. Ogni elemento di domanda che si rivolge a un economia locale infatti determina: - un effetto diretto sulla produzione, cioè sull offerta locale: il bene o servizio (finale) richiesto è prodotto e scambiato, e genera dunque un aumento della produzione, del reddito e dell occupazione locale; - un effetto indiretto sulla produzione locale: per produrre il bene o servizio finale l impresa produttrice a sua volta effettua una domanda di beni e servizi intermedi: materie prime, semilavorati, consulenze, ecc.; quindi mette in moto un ulteriore aumento della produzione, in parte localizzata nello stesso territorio e in parte al di fuori. E così di seguito in via sempre più indiretta. Questo effetto sulla produzione, il reddito e l occupazione, per la parte locale va aggiunto all effetto diretto dato dalla produzione del bene richiesto inizialmente; - un effetto indotto dai redditi distribuiti: per produrre il bene/servizio finale e per produrre tutti i beni intermedi che entrano nella sua produzione, viene utilizzata forza lavoro; e questa riceve un salario; e il salario viene speso in beni e servizi, in parte locali e in parte importati dall esterno; dunque anche in questo caso si mette in moto un ulteriore effetto di aumento della produzione, reddito e occupazione. Riferendo l entità dei due o tre effetti sopraindicati all entità della domanda iniziale otteniamo il cosiddetto moltiplicatore: - un moltiplicatore leontieviano, nel caso degli effetti diretti e indiretti, - un moltiplicatore leontieviano-keynesiano nel caso si sommino tutti e tre gli effetti. 17

20 E chiaro che per effettuare una valutazione quantitativa degli effetti, o impatti, della domanda (nel nostro caso di istruzione superiore) è necessario disporre delle cosiddette matrici di Leontief, cioè di tavole che ci indicano: - il contenuto in euro di altri beni/servizi che entrano nella produzione di un euro del bene X, per ciascun bene/settore produttivo (matrice dei coefficienti tecnici), - l impatto su ciascun settore della domanda di un euro di un certo bene X, per ciascun bene/settore produttivo (matrice dei moltiplicatori, con effetti indiretti e indotti), - la parte della domanda, intermedia e finale, che genera un impatto locale (regionale) e la parte che si risolve invece in importazioni dall esterno (e che non deve essere considerata, perché genera un impatto e uno sviluppo produttivo altrove). A questo fine, si sono acquisite le Tavole delle Interdipendenze Settoriali della Lombardia, elaborate dall IRPET Istituto Regionale di Ricerca della Toscana nell ambito del Modello Multiregionale dell Economia Italiana. Da esse si ricava l impatto complessivo sull economia lombarda della presenza delle Università milanesi; successivamente si è effettuata una stima per enucleare l impatto sull economia della provincia di Milano e della città. I passi logico-metodologici che si devono effettuare (e che abbiamo effettuato) sono i seguenti: 1. valutazione della domanda connessa con l attività delle Università milanesi: domanda di servizi universitari, domanda di investimenti in infrastrutture, domanda di servizi residenziali e trasportistici da parte degli studenti non residenti; 2. traduzione di ciascun elemento della domanda aggregata in voci settoriali (domanda dei servizi di 30 specifici settori della classificazione IRPET); 3. attivazione della matrice IRPET e ottenimento dei valori degli impatti e dei moltiplicatori, per l economia lombarda; 4. stima dell impatto sull economia provinciale e cittadina. Come si diceva in precedenza, l impatto dell Università milanese sull economia locale è effettuato attraverso l analisi di tre distinte componenti: - la domanda di servizi universitari: essendo tale domanda di difficile valutazione, in quanto la domanda delle famiglie, consistente nell ammontare delle tasse universitarie pagate, è fortemente sovvenzionata dall intervento dello Stato, abbiamo preferito valutarla attraverso il costo complessivo dell offerta: salari e stipendi + acquisto di beni intermedi (spese correnti), tratti dall analisi dei bilanci 2003 delle Università milanesi; 18

21 - la domanda di investimento, data dalla spesa in conto capitale effettuata in media negli anni dalle Università milanesi, sempre tratta dai loro bilanci; - la domanda degli studenti non residenti a Milano, pendolari o residenti fuori sede, e dunque obbligati, rispettivamente nei due casi, a sobbarcarsi spese di viaggio o spese di soggiorno a Milano. La valutazione di questa spesa è stata effettuata attraverso i risultati di indagini precedenti di MeglioMilano sulla distribuzione della popolazione studentesca a Milano, la spesa degli studenti e i problemi dell accoglienza a Milano. I dettagli di queste valutazioni quantitative sono presentati nel prossimo paragrafo e negli allegati, unitamente alle ipotesi assunte alla base di alcune stime (in particolare per le ventilazioni settoriali di alcune voci di costo tratte dai bilanci). Sulla base dei risultati delle nostre indagini, abbiamo potuto definire le tre voci di domanda come segue: a. domanda di servizi di istruzione superiore (valutata al suo costo di offerta) (2003): - salari e stipendi degli Atenei: 554 milioni di euro - salari e stipendi degli ISU: 39 milioni di euro - spese correnti degli atenei: 284 milioni di euro - spese correnti degli ISU: 29 milioni di euro Totale 906 milioni di euro b. domanda di investimento nelle Università (media annua ): - spese in conto capitale degli Atenei: 253 milioni di euro - spese in conto capitale degli ISU: 7 milioni di euro Totale 260 milioni di euro c. domanda degli studenti fuori sede e pendolari: - spesa corrente degli studenti: 273 milioni di euro Sono queste le tre voci che attivano il processo moltiplicativo dei redditi e della produzione locale. Nel prosieguo, si utilizzano i risultati dell impatto comprendente gli effetti indotti dai redditi distribuiti, e cioè del moltiplicatore leontieviano-keynesiano, più completo ( impatto con consumo endogeno, nel linguaggio utilizzato nelle tavole). Negli allegati è possibile osservare anche l impatto al netto di tale effetto, nelle relative tavole. 19

22 Nel paragrafo successivo vengono indicati i criteri seguiti per la determinazione e la ripartizione delle voci di spesa tratte dai rendiconti annuali dei sei maggiori atenei milanesi nonché della spesa degli studenti pendolari e fuori sede, come risulta dagli allegati: 1 Ventilazione della spesa dei salariati di Atenei e Isu per branca produttiva 2 Ventilazione delle spese correnti di Atenei e Isu per branca produttiva 3 Ventilazione delle spese in conto capitale di Atenei e Isu per branca produttiva 4 Ventilazione delle spese degli studenti pendolari e non residenti per branca produttiva 20

23 3.b.1 La costruzione della base dati Per valutare l impatto delle università milanesi sull economia locale sono state considerate le voci di spesa di: - Università Commerciale L. Bocconi; - Università Cattolica del Sacro Cuore; - Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM; - Politecnico di Milano; - Università degli studi di Milano; - Università degli Studi di Milano-Bicocca; che accolgono il 97 % della popolazione universitaria complessiva. I dati sono stati estratti direttamente dai rendiconti annuali per le tre Università pubbliche. Le tre Università private Bocconi, Cattolica e Iulm hanno fornito i dati già aggregati secondo uno schema che è stato predisposto al fine di disporre di informazioni omogenee. Gli Istituti per il Diritto allo Studio di Bocconi, Cattolica, Iulm, Politecnico, Statale e Bicocca hanno messo a disposizione i rendiconti annuali. I bilanci consuntivi presentano una analoga classificazione delle voci, come previsto dai regolamenti per l amministrazione, la finanza e la contabilità - art.7, L. 09/05/1989 n Infine la spesa degli studenti universitari è stata stimata sulla base delle dichiarazioni di studenti pendolari 6 e fuori sede 7 effettuate nel corso di apposite indagini di MeglioMilano. Il modello d analisi utilizzato è la Tavola delle Interdipendenze settoriali della Regione Lombardia. La classificazione si riferisce ad ATECOFIN 2004, derivata da ATECO 2002, in cui è stata suddivisa la lettera K: Informatica, ricerca, e servizi alle imprese e Attività immobiliari e noleggio. Le voci di spesa di bilancio, ripartite in spese correnti, conto capitale e salari, concorrono alla attivazione della matrice input - output. Non sono state attribuite le voci di spesa che non generano un impatto diretto sulla città ma determinano un indotto differito nel tempo e nello spazio, quali: oneri sociali (quota a carico del datore di lavoro), spesa per gestione del servizio di prevenzione (ex L. 626/94), oneri tributari, poste correttive e compensative di entrate correnti e trattamenti di fine rapporto. 5 A. Garlatti Bilancio e controllo nelle università degli studi Capitolo IV p Studiare e vivere a Milano I bisogni di accoglienza degli studenti fuori sede ed. MeglioMilano 2003 a cura di R.Camagni e A. Schizzerotto 7 Studiare e vivere a Milano I bisogni di accoglienza degli studenti pendolari ed. MeglioMilano 2004 a cura di A. Schizzerotto 21

24 La spesa degli Atenei pubblici e degli Istituti per il diritto allo studio I bilanci degli Atenei pubblici e degli Istituti per il Diritto allo Studio sono composti da sei titoli di spesa: Titolo 1 Spese correnti Titolo 2 Spese in conto capitale Titolo 3 Estinzione mutui e prestiti Titolo 4 Partite di giro e contabilità speciali Titolo 5 Trasferimenti interateneo correnti Titolo 6 Trasferimenti interateneo in conto capitale Nella costruzione della base dati alcune voci e sottovoci di bilancio sono state direttamente ricondotte alla classificazione settoriale ATECO, mentre, per altre, è stata necessaria la ripartizione tra più settori, sulla base di una stima effettuata come illustrato in seguito. Il risultato della costruzione della base dati è riportato negli Allegati 1, 2, 3. Le spese correnti L esercizio di riferimento è il 2003 per quanto riguarda le spese correnti. Queste sono divise in otto categorie, alcune delle quali ripartite, secondo modelli di spesa affini, come indicato di seguito: Le spese per il funzionamento degli organi dell ente sono state ripartite interamente come segue: 30% alberghi e ristoranti, 30% trasporti, magazzinaggio comunicazioni, 20% attività immobiliari e noleggi, 20% redditi personali; Le spese per attività istituzionali ed oneri connessi degli Atenei sono costituite da salari per oltre l 80%; il rimanente 20% è stato ripartito come segue: 35% informatica, ricerca ed altre attività, 35% trasporti, magazzinaggio comunicazioni, 15% alberghi e ristoranti, 15% attività immobiliari e noleggi; Le spese per attività istituzionali ed oneri connessi degli Isu sono destinate a Informatica ed altre attività per il 30-35% e Energia elettrica, gas e acqua calda per il 20-25%; le restanti voci sono state ripartite tra: 40% attività immobiliari e di noleggio, 20% trasporti, magazzinaggio comunicazioni, 20% commercio all ingrosso o al dettaglio, riparazioni, 20% macchine ed apparecchiature meccaniche o elettriche; Le spese per acquisto di beni e servizi vengono destinate dagli Atenei per il 60-70% a Attività immobiliari, noleggi, informatica e ricerca ; gli altri capitoli di spesa sono stati ventilati come segue: 45% produzione distribuzione energia elettrica, gas, acqua, 30% costruzioni, 6% redditi personali, 5% carta, stampa ed editoria, 5% intermediazione monetaria e finanziaria, 3% trasporti, magazzinaggio, comunicazioni, 22

25 3% commercio e riparazioni, 3% agricoltura, tessile e servizi sanitari; Le spese per acquisto di beni e servizi vengono destinate dagli Isu per il 50% a Attività immobiliari e noleggio ; le altre voci sono state ventilate tra 60 % ristorazione, 40% informatica, riparazioni, trasporti, magazzinaggio, comunicazioni; I trasferimenti passivi sono destinati dagli Atenei ad organizzazioni studentesche, associazioni ed attività ricreative che immettono, secondo la ventilazione applicata, risorse in 45% redditi personali, 25% servizi personali, 15% alberghi e ristoranti, 15% trasporti, comunicazioni, magazzinaggio; Gli oneri finanziari sono composti da spese e commissioni bancarie riconducibili al 100% all intermediazione monetaria e finanziaria; Le spese per il finanziamento di Istituti, cliniche e centri sono costi sostenuti dagli Atenei per garantire il funzionamento di organi trasversali alle facoltà come Istituti, cliniche e centri che rientrano al 100% nelle spese per istruzione e servizi pubblici, sociali e personali (categoria M); Le spese non classificabili in altre voci sono attività legate alla gestione di appalti e gare, elezioni degli organi universitari, attività ricreative e/o culturali per il personale; la ripartizione applicata è stata del 20% a stampa ed editoria, 80% salari personali per spese; Gli oneri tributari e Poste correttive sono valori non elaborati in quanto determinano un indotto differito nel tempo e nello spazio. 23

26 Le spese in conto capitale Per quanto riguarda le spese in conto capitale si è preferito riferire i valori alla media degli esercizi poiché il loro andamento può presentare negli anni forti variazioni. Di seguito le principali categorie che compongono il capitolo: Le acquisizioni di beni di uso durevole ed opere immobiliari sono costi sostenuti per nuove costruzioni, ripristino, trasformazione, manutenzione straordinaria degli immobili che rientrano interamente nella branca costruzioni; Le acquisizioni di immobilizzazioni tecniche sono state ripartite, in ugual misura, per tipologia di attrezzature, impianti e mobili acquistati o oggetto di manutenzione straordinaria, tra Macchine e apparecchiature meccaniche, Macchine e apparecchiature elettriche, Mezzi di trasporto e Altre industrie manifatturiere ; Le spese per la ricerca scientifica sono principalmente destinate per il 60% a Informatica, ricerca ed altre attività e per circa il 30% all acquisto di Macchine e apparecchiature elettriche e circa 10% Alberghi e ristoranti ; L estinzione mutui e prestiti, Partite di giro e contabilità speciali sono titoli non oggetto di valutazione in questa sede. 24

27 La spesa dei Dipartimenti I Dipartimenti sono organi universitari con autonomia di spesa che ricevono dagli atenei le risorse per le loro attività attraverso i Trasferimenti Interateneo Correnti (titolo 5) e in Conto Capitale (titolo 6). Le spese dei Dipartimenti variano in relazione al tipo di attività svolta ed al campo di interesse: queste sono state ripartite sul modello dei comportamenti di spesa di due Dipartimenti di dimensioni medie per attività e addetti: Scienze Economiche Aziendali e Statistiche per le Università degli Studi di Milano e Milano-Bicocca e Ingegneria Gestionale per il Politecnico. Il bilancio dei Dipartimenti ha struttura analoga ai bilanci d Ateneo. I titoli di spesa sono: Spese correnti Le spese per attività istituzionali ed oneri connessi sono principalmente destinate a Informatica, Ricerca, Alberghi e ristoranti e Altre attività, solo una piccola parte per salari e stipendi; Le spese per acquisto di beni e servizi sono destinate circa il 70% a Attività immobiliari e noleggi, Editoria, Trasporti, Commercio, Costruzioni e Altre attività ; il restante per salari e stipendi; Le spese per il finanziamento di Istituti, cliniche e centri sono composte da salari e stipendi per attività di ricerca per dottorati e contratti di ricerca c/terzi; Gli oneri tributari e poste correttive non sono stati presi in esame. Spese in conto capitale Le acquisizioni di immobilizzazioni tecniche sono ripartite per tipologia di attrezzatura, impianto e mobilio acquistato o oggetto di manutenzione straordinaria nelle voci relative a Macchine e apparecchiature meccaniche, Macchine e apparecchiature elettriche, Mezzi di trasporto e Altre industrie manifatturiere ; Le spese per la ricerca scientifica sono interamente destinate a Informatica e ricerca ed Altre attività ; Le partite di giro e contabilità speciali non sono oggetto di valutazione in questa sede. 25

28 La spesa degli Atenei privati L Università Commerciale Luigi Bocconi, l Università Cattolica del Sacro Cuore e la Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM hanno estratto autonomamente i dati di bilancio popolando le seguenti tabelle: Spese di gestione Salari (per personale docente e non docente) Spese per la ricerca scientifica Spese per acquisto di beni e servizi Oneri finanziari altre spese di gestione: (specificare) Totale Esercizio 2003 Investimenti Investimenti a carattere immobiliare: costruzioni manutenzioni straordinarie Altri investimenti: (specificare) mobili e arredi macchine e attrezzature tecnico-scientifiche.... Esercizi I dati trasmessi sono stati inseriti nella branca di appartenenza, ove possibile, o ventilati sulla base del comportamento di spesa degli Atenei pubblici. 26

29 3.b.2 La spesa degli studenti La popolazione universitaria milanese nel 2003 è composta da studenti, che vengono suddivisi, per la valutazione dei costi di mantenimento, in - fuori sede pendolari di cui di seconda cerchia residenti In una precedente indagine di A. Schizzerotto per MeglioMilano i pendolari vengono ripartiti in pendolari di prima e seconda cerchia, perché i più disagiati (seconda cerchia) possono avere comportamenti simili ai fuori sede in quanto ad alloggio e vitto. Nel corso di interviste telefoniche ad un campione significativo di studenti fuori sede e pendolari questi hanno dichiarato le scelte abitative e i costi sostenuti per alloggio, vitto e trasporti. I valori medi dichiarati sono stati utilizzati nel presente rapporto. Oltre ad alloggio e vitto, le altre spese normalmente sostenute sono per: - libri e cancelleria - tempo libero - vestiario - spese straordinarie. Sulla base delle risposte date dal campione intervistato nel corso delle indagini sopra menzionate, vengono stimati in i fuori sede e in i pendolari che scelgono di abitare a Milano per un totale di Per questi alloggio e vitto sono spese irrinunciabili. Le scelte abitative comportano atteggiamenti di spesa diversi da parte degli studenti e sono così stimate: abitano in affitto in alloggio privato ad un costo medio mensile di abitano in collegi privati ad un costo medio mensile di abitano in collegi Isu come borsisti in quanto studenti meritevoli e privi di mezzi; non pagano quindi la retta ricevono la borsa di studio pur senza abitare in collegi Isu. L ammontare della borsa è stata imputata nella voce Redditi personali tra le spese degli Istituti per il Diritto allo Studio. 27

30 Stima della spesa degli studenti fuori sede per l alloggio Soluzione abitativa n studenti costo/mese n mensilità Totale in affitto in collegi privati in collegi Isu Totale Per quanto riguarda il vitto, la spesa media mensile dichiarata è di 202 per 10 mesi per quanti abitano in alloggio privato, che scende a 140 per i residenti in collegi privati e a 80 per chi alloggia nel collegi ISU. Stima della spesa degli studenti fuori sede per il vitto Soluzione abitativa n studenti costo/mese n mensilità Totale in affitto in collegi privati in collegi Isu Totale La spesa per il vitto degli studenti pendolari (62.113) varia a seconda della frequenza settimanale dichiarata, tra 5,71 al giorno e 4,68 a seconda dei giorni di frequenza. Stima della spesa per il vitto degli studenti pendolari in base alla frequenza settimanale n studenti pendolari che frequentano % frequentanti frequenza in gg/settimana spesa/giorno n settimane Totale 26,2 1 5, ,0 2,5 5, ,8 4,5 4, Totale 100,

31 Il costo del trasporto varia per gli studenti fuori sede e per i pendolari. Per questi ultimi incide la frequenza alle lezioni. Stima della spesa per trasporti degli studenti fuori sede Soluzione abitativa n studenti costo/mese n mensilità Totale in affitto in collegi privati in collegi Isu Totale Stima della spesa per trasporti degli studenti pendolari in base alla frequenza settimanale n studenti pendolari che frequentano % frequentanti frequenza in gg/settimana costo/giorno n settimane Totale 26,2 1 6, ,5 5, ,8 4,5 4, Totale 100, Per quanto riguarda le spese per libri e cancelleria, per il tempo libero, per vestiario e spese straordinarie, si è fatto riferimento alle indicazioni fornite sui comportamenti di spesa degli studenti da: - Giuseppe Catalano e Guido Fiegna - La valutazione del costo degli studi universitari in Italia Irer I costi di mantenimento agli studi universitari Carlo Magni L impatto dell Università sull economia pavese Coordinatore Lanfranco Senn - L impatto economico e territoriale del progetto Bocconi

32 Nelle ricerche citate è stata messa in evidenza la grande variabilità di queste categorie di spese. Si è quindi fatta la scelta di basarsi su importi minimi di spesa, stimati in 37 al mese per libri e cancelleria, 46 al mese per il tempo libero, 40 al mese per il vestiario e tra 30 e 15 le spese straordinarie. Sempre per seguire un principio di cautela, non sono state considerate per i pendolari, in quanto si è ritenuto che vengano sostenute nei luoghi di residenza. Stima della spesa per libri e cancelleria dei fuori sede n studenti costo/medio mese n mensilità Totale Libri e cancelleria Tempo libero Vestiario Spese straordinarie per chi abita in alloggio o collegio privato Spese straordinarie per chi abita in collegi Isu Totale Analogamente non si è tenuto conto delle spese degli studenti residenti, in quanto considerate non strettamente legate allo status di studente. Riepilogo spesa degli studenti fuori sede e pendolari nostra stima tipologia spesa Fuori sede Pendolari TOTALE Alloggio Vitto Trasporti Vestiario Libri e cancelleria Tempo Libero Straordinarie Totale

33 Dai dati raccolti ed esaminati è possibile effettuare una stima della spesa media mensile degli studenti fuori sede e pendolari che ammonta a 786 per gli studenti che abitano in alloggio privato e scende a 702 per gli studenti che abitano in collegi privati. Per gli studenti che hanno diritto alla borsa di studio ISU, e che quindi non pagano rette per l alloggio, la cifra scende a 259 al mese. La spesa mensile essenziale dei pendolari, che in questo rapporto è stata calcolata solo per vitto e trasporti, varia a seconda dei giorni di frequenza da un minimo di 50,72 al mese per chi frequenta un solo giorno la settimana ad un massimo di 168 per chi frequenta 4 o 5 giorni la settimana. 31

34 4. I risultati dell elaborazione: l impatto sull economia lombarda e milanese Analizziamo partitamente l impatto delle tre componenti di domanda individuate: domanda di istruzione superiore, investimenti e spese degli studenti fuori sede. 4.a L impatto della domanda di servizi di istruzione superiore Complessivamente, la domanda di istruzione superiore rivolta agli atenei milanesi genera un impatto economico per effetti diretti, indiretti e indotti pari alle cifre seguenti Tabella 1: - salari e stipendi diretti 593 milioni di euro - effetti della spesa dei salariati 608 milioni di euro - effetti della spesa corrente 488 milioni di euro Totale milioni di euro La seconda e la terza voce possono intendersi come l impatto della presenza dell Università; le tre insieme come l impatto della domanda di istruzione superiore. In questo caso, il moltiplicatore è pari a 1, Il valore del moltiplicatore, pur considerando che si riferisce a una regione ampia, in grado di accogliere la gran parte degli effetti indiretti e indotti, appare abbastanza elevato in confronto ai risultati di studi similari; ciò è ascrivibile al fatto di tenere separati i salari e stipendi (netti) effettivamente pagati. Abbiamo pertanto effettuato una valutazione alternativa, calcolando l impatto che proverrebbe da una domanda di istruzione che attivi esattamente il valore di stipendi e salari pagati da Università e ISU. Il risultato è un poco inferiore, pari a 1,62. Possiamo affermare che il moltiplicatore dell impatto regionale si colloca nel ventaglio 1,6-1,8 (un euro di domanda muove 1,6-1,8 euro di produzione locale). 32

35

36 Tabella 1 - Impatto della domanda di istruzione superiore salari e spese correnti di Atenei e Isu sulla produzione regionale Branche Effetti della spesa dei salariati (A) Effetti della spesa corrente (B) Effetto totale (A)+(B) Agricoltura, caccia e silvicoltura Pesca, piscicoltura e servizi connessi Estrazione di minerali energetici Estrazione di minerali non energetici Alimentari,bevande e tabacco Tessili ed abbigliamento Concia, prodotti in cuoio, pelle e calzature Legno e dei prodotti in legno Carta, stampa ed editoria Coke, raffinerie di petrolio Prodotti chimici e di fibre sintetiche Articoli in gomma e materie plastiche Prodotti della lavorazione minerali non metalliferi Produzione di metallo e fabbricazione prodotti in metallo Macchine ed apparecchi meccanici Macchine elettriche e di apparecchiature elettriche ed ottiche Mezzi di trasporto Altre industrie manifatturiere Produzione e distribuzione di energia elettrica, di gas e acqua calda Costruzioni Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazioni Alberghi e ristoranti Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni Intermediazione monetaria e finanziaria Informatica, ricerca, altre attività Pubblica amministrazione e difesa; assicurazione sociale obbligatoria Istruzione Sanità e altri servizi sociali Altri servizi pubblici, sociali e personali Attività immobiliari e noleggio TOTALE

37 Interessante la ventilazione settoriale dell impatto complessivo. Possiamo distinguere due tipologie di settori, fra quelli con gli impatti maggiori: a. settori connessi col mondo della ricerca, sia in senso tecnico che in senso organizzativo-logistico: - informatica, ricerca e altre attività 150 milioni di euro - trasporti 87 milioni di euro - alberghi e ristoranti 75 milioni di euro - istruzione 53 milioni di euro - carta, stampa, editoria 21 milioni di euro Totale b. settori legati all economia della residenzialità locale: 386 milioni di euro - commercio all ingrosso e al dettaglio 168 milioni di euro - attività immobiliari e noleggio 165 milioni di euro - intermediazione monetaria e finanziaria 72 milioni di euro - energia elettrica, gas, acqua 69 milioni di euro - altri servizi pubblici, personali e sociali 58 milioni di euro - costruzioni 36 milioni di euro - alimentari, bevande e tabacco 32 milioni di euro Totale 600 milioni di euro Al di là degli ultimi due settori, alimentari e costruzioni, l impatto sui settori industriali risulta abbastanza limitato; al contrario, come si vede, l impatto sulle due classi di settori che abbiamo indicato, in maggioranza terziari, rappresenta la quasi totalità dell impatto sulla produzione totale, se si esclude l impatto sui redditi delle persone direttamente occupate nell Università. In questo senso, la presenza dell Università genera un effetto rilevante su una sorta di distretto regionale della conoscenza, ampiamente locale e costituito da settori tecnicamente o organizzativamente legati all Università: all incirca il 40% dell effetto totale (23% se si comprendono anche i redditi degli occupati nell Università). 35

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