COMUNE DI ANZOLA Martedì, 02 settembre 2014

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1 COMUNE DI ANZOLA Martedì, 02 settembre 2014

2 Martedì, 02 settembre /09/2014 Pagina 6 Bonus Irpef più esteso e il nuovo volto di Equitalia 1 02/09/2014 Pagina 7 MARTA PARIS Attuazione, ancora da adottare 699 decreti 3 02/09/2014 Pagina 7 BARBARA FIAMMERI Renzi: sul lavoro modello tedesco 5 02/09/2014 Pagina 8 MARCO ROGARI Chiusura per 2mila partecipate 7 02/09/2014 Pagina 8 Fabbisogno più leggero di 2 miliardi in agosto 9 02/09/2014 Pagina 23 GIOVANNI VEGEZZI Banca Farmafactoring lancia un conto per la clientela retail 10 02/09/2014 Pagina 31 MARCO BELLINAZZO Al via la riorganizzazione dell' agenzia delle Entrate 12 02/09/2014 Pagina 33 FEDERICA MICARDI Nuova «chiamata» per le Casse 14 02/09/2014 Italia Oggi Pagina 7 DOMENICO CACOPARDO Riforma p.a. come un groviera 16 02/09/2014 Italia Oggi Pagina 27 SIMONA D' ALESSIO Colpo di forbice sulle partecipate 18 02/09/2014 Italia Oggi Pagina 34 EMANUELA MICUCCI L' ultima di Renzi: mille nidi per mille giorni A regime servono ogni anno... 19

3 Pagina 6 Fisco. Nell' agenda di autunno l' attuazione della delega fiscale con le semplificazioni. Bonus Irpef più esteso e il nuovo volto di Equitalia ROMA Da un lato, la fondamentale esigenza di alleggerire il prelievo fiscale sul lavoro attraverso un robusto intervento sull' Irap, dall' altro il percorso di attuazione della delega fiscale. Nell' illustrare il pacchetto di riforme dei «mille giorni», Matteo Renzi ha parlato degli 80 euro «come di una scommessa politica», confermando l' intenzione del governo di stabilizzare il bonus dal 2015 e se possibile estenderlo alle categorie finora escluse. Poi il riferimento ai decreti legislativi che da qui alla fine dell' anno dovrebbero completare l' iter di approvazione della delega fiscale. Lo scorso 7 agosto la commissione Finanze della Camera ha approvato il parere sul decreto legislativo che affronta il capitolo immobiliare della riforma, relativamente alle commissioni censuarie chiamate a riscrivere i valori censuari di case, terreni e fabbricati. Il 4 agosto parere positivo era stato espresso anche dall' omonima commissione del Senato e dunque ora si attende la formulazione definitiva del testo. Al tema delle semplificazioni è dedicato invece il primo decreto legislativo approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri il 20 giugno. Stando al timing illustrato in Parlamento agli inizi di giugno dal vice ministro all' Economia, Luigi Casero, gli altri pacchetti di provvedimenti attuativi della delega fiscale saranno approvati probabilmente tra settembre e fine anno. In rampa di lancio la riforma di Equitalia, le norme sul «Fisco amico», la definizione dell' abuso di diritto e la revisione delle sanzioni penali e amministrative in materia fiscale, la riforma del delle accise, la revisione dei giochi pubblici, la fatturazione elettronica. Per quel che riguarda il riordino degli attuali regimi fiscali agevolativi, le cosiddette tax expenditures, se ne parlerà in autunno inoltrato e non è esclusa che una parte della riforma confluisca direttamente nella legge di stabilità. La variabile fondamentale riguarda le risorse effettivamente disponibili, poiché la stessa mission della spending review prevede che le risorse vadano dirette in via prioritaria alla riduzione della pressione fiscale. Il governo ha scelto la strada del bonus Irpef, e dunque buona parte dei risparmi della riduzione strutturale della spesa andranno a compensare la stabilizzazione del bonus finanziato finora fino al 31 dicembre. Sarebbe auspicabile un segnale sul fronte dell' Irap, per ridurre il peso dell' imposta sul costo del lavoro, che faccia seguito al taglio del 10% già deliberato. Il cammino verso un fisco più semplice, verso il recupero di base imponibile dalla lotta all' evasione, e dunque verso la drastica riduzione del prelievo che grava sui contribuenti onesti, passa sia attraverso l' Continua > 1

4 Pagina 6 < Segue eliminazione di adempimenti inutili sia attraverso la definizione di una normativa finalmente lineare, coerente e di facile interpretazione. In questa direzione dovranno muoversi in particolare i decreti delegati relativi all' abuso del diritto e alla revisione del sistema sanzionatorio. D.Pes. RIPRODUZIONE RISERVATA. 2

5 Pagina 7 Il cammino delle riforme. Dall' eredità Monti Letta 528 atti Il ministro Boschi: «Arretrato dimezzato» Attuazione, ancora da adottare 699 decreti Antonello Cherchi Marta Paris ROMA «Nell' arco di sei mesi abbiamo dimezzato il numero». Nel d day dei mille giorni del Governo Renzi, il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, torna sul nodo dell' attuazione, confermando che lo stock dei decreti ereditati dagli Esecutivi Monti Letta è vicino al giro di boa: «A febbraio quando siamo arrivati erano 889, oggi sono 528. Complessivamente tra pregresso e decreti prodotti da questo Governo abbiamo ancora 699 decreti da adottare». Un' accelerazione che il ministro attribuisce alla riorganizzazione avviata a luglio dalla struttura di Palazzo Chigi preposta all' attuazione e ai tavoli di lavoro istituti con i ministeri competenti. «Abbiamo prodotto anche troppo», le fa eco il premier Matteo Renzi, che rilancia: «La grande sfida sarà delegificare e ridurre il procedimento normativo». Un obiettivo che il Governo considera di poter raggiungere attraverso un doppio intervento: rendere il più possibile autoapplicative le leggi già oggi, secondo stime di Palazzo Chigi, immediatamente operative nell' 80% del loro contenuto e introdurre tempi contingentati per l' approvazione dei decreti che richiedono il concerto di più ministeri. Anche se già ora la gran parte dei provvedimenti ha una scadenza per l' emanazione, che spesso però viene disattesa. Basti pensare che degli atti ancora da predisporre, 164 sono fuori tempo massimo(si veda il Rating 24 del Sole 24 Ore del 24 agosto, che considera, tra l' altro, solo una parte dello stock totale, perché si concentra sulle grandi riforme economiche, a cui mancano ancora 475 attuazioni su un totale di 914). Il concerto rappresenta infatti il vero collo di bottiglia del processo di attuazione. Tanto che il Governo è corso ai ripari introducendo una norma tagliola nella prima versione del Dl sulla pubblica amministrazione. Nel testo finale uscito dal Consiglio dei ministri, però, la disposizione era sparita per ricomparire del Ddl delega sulla Pa, all' esame del Parlamento. Per produrre effetti, dunque, quella misura che prevede massimo 30 giorni perché il ministero dia il proprio parere all' amministrazione proponente e il ricorso al silenzio assenso in caso di mancata risposta deve attendere il via libera definitivo al Ddl da parte delle Camere. Intanto le buone intenzioni del Governo si scontrano con la realtà dei numeri. Perché se si analizzano i 699 decreti che ancora mancano all' appello si scopre che 171 sono ascrivibili alle riforme del Governo Continua > 3

6 Pagina 7 < Segue in carica. Dote che dall' ultimo monitoraggio di Palazzo Chigi (il 7 agosto) a oggi si è appesantito di altri 23 provvedimenti. Aggravio che si può imputare soprattutto alla conversione in legge degli ultimi due Dl sulla riforma della pubblica amministrazione e la competitività, che nel corso del passaggio parlamentare hanno aumentato il bagaglio delle attuazioni. Un carico destinato a salire in breve tempo visto che stanno per approdare alle Camere lo Sblocca Italia e il Dl sulla giustizia civile. E i tempi sono stretti. Entro dicembre l' Esecutivo dovrà già mettere in cantiere 51 provvedimenti che vanno in scadenza da qui alla fine dell' anno. Solo per la legge "competitività" se ne prevedono 20 (si veda Il Sole 24 Ore di ieri). RIPRODUZIONE RISERVATA. MARTA PARIS 4

7 Pagina 7 Renzi: sul lavoro modello tedesco «Agenda mille giorni: basta veti, giudicatemi nel 2017 Sull' articolo 18 dibattito ideologico» Barbara Fiammeri ROMA Non c' è stata alcuna sorpresa. Nessun nuovo annuncio. Semmai conferme, come quella sugli 80 euro che resteranno assicura Matteo Renzi anzi «tenteremo di allargare» la platea» ma «senza creare false aspettative» e procedendo «passo dopo passo» per cambiare «alla radice il Paese» entro il L' orizzonte sono dunque «mille giorni». Il count down è partito ieri e i risultati potranno essere monitorati su un sito ad hoc dal titolo eloquente: «passodopopasso.italia.it» perché tutti possano verificare se il governo sta rispettando gli impegni. È questo il modo in cui risponde a chi lo accusa di «annuncite», quei «noti esperti della palude» che parlano «da anni» di riforme senza averle realizzate. Renzi punta sull' assunzione di responsabilità, sul metterci la faccia. Ma l' invito alla prudenza, a non strafare pervenutogli nei giorni scorsi anche dal Quirinale è stato raccolto. Lo dimostra anche il modo con cui ha liquidato, rinviandolo a fine ottobre, il tema del possibile rimpasto a seguito della nomina di Federica Mogherini a Lady Pesc. Le accelerazioni improvvise sono acqua passata. E forse per questo, poco prima che cominciasse la conferenza stampa, per tenere le aspettative basse, da Palazzo Chigi veniva fatto capire chiaramente che non ci sarebbe stata nessuna notizia clamorosa. Il premier ha anticipato che presto si presenterà in Parlamento per illustrare le tappe del cronoprogramma del governo, che parte però dalle riforme già all' esame delle Camere. Il Jobs act anzitutto. Non è un caso se Renzi pone l' accento sulla riforma del lavoro all' esame del Senato che assicura «sarà approvata il prima possibile», «entro l' anno». Attraverso la riscrittura dello Statuto dei lavoratori il premier ritiene di poter imprimere quella svolta per il recupero dell' occupazione così come fecero i tedeschi dopo la riunificazione. «Dobbiamo smetterla di parlare male della Germania» perché sul tema del lavoro «rappresenta un modello e non il nostro nemico», ha insistito, mostrandosi ancora una volta per niente interessato alle «inutili polemiche» sull' abolizione o meno dell' articolo 18, visto che «riguarda non più di tremila lavoratori l' anno». Non è un caso perché proprio alla riforma del lavoro ha fatto esplicito riferimento il governatore della Bce Mario Draghi, in quel discorso a Jackson Hole che non è piaciuto ai falchi europei, a partire dal ministro delle Finanze tedesco Shauble, e che ha imposto il chiarimento telefonico con la cancelliera Angela Merkel. Continua > 5

8 Pagina 7 < Segue Riforme e flessibilità vanno di pari passo e il premier italiano è consapevole che di qui a un mese, al vertice a Roma del 7 ottobre sulla crescita voluto proprio dalla presidenza italiana, dovrà presentarsi con qualcosa di molto concreto se davvero vuole «imporre una nuova strategia». Un obiettivo assai ambizioso, tenuto conto dell' umore espresso anche in questi giorni a Berlino. Ma Renzi non intende arretrare. Il premier si mostra sicuro: «Leggo che sarebbe finita la luna di miele col Paese...lo dicevano anche prima delle Europee, porta bene». «Oggi è il giorno zero» e «a maggio 2017 saremo giudicati» ma «finora abbiamo rispettato tutte le scadenze», dice facendo l' elenco dei provvedimenti: riforma del Senato, legge elettorale, Pubblica Amministrazione, semplificazione fiscale, giustizia, sblocca Italia, fino alle linee guida per la scuola che saranno presentate domani. «Se mi avessero detto all' inizio che in sei mesi avremmo fatto tutto questo non ci avrei creduto...». «Ci diranno che siamo un po' arroganti, ma noi il Paese lo cambiamo lo stesso», «gufi o non gufi» perché «la strada è tracciata» e «noi giocheremo all' attacco per liberare l' Italia «dalle pastoie burocratiche» e «dal potere di rendita dei soliti noti». Accanto a Renzi siedono il sottosegretario Graziano Delrio e il ministro per le riforme e i rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi, che nei prossimi giorni incontrerà i presidenti di Camera e Senato per decidere in quale forma verranno presentate in Parlamento le comunicazioni del premier sui mille giorni. Le opposizioni si stanno già preparando e lo attendono al varco. Silvio Berlusconi da Arcore continua a mostrasi non troppo belligerante ma non nasconde lo scetticismo («passo dopo passo abbiamo imboccato il sentiero sbagliato» commenta Giovanni Toti) e Renato Brunetta rilancia sostenendo che il premier è malato di «annuncite acuta» e adotta ormai «il passo del Gambero». Ancora più severa la Lega che bolla come «stupidaggini» le assicurazioni di Renzimentre per il M5s quella di ieri è stata «l' ennesima pagliacciata». RIPRODUZIONE RISERVATA. BARBARA FIAMMERI 6

9 Pagina 8 La lunga crisi. Chiusura per 2mila partecipate Cottarelli: 500 milioni di risparmi già nel 2015 Nella stabilità spending da miliardi. Marco Rogari ROMA Una riduzione di 2mila partecipate già nel A cominciare da una fetta delle "scatole vuote", ovvero quelle con meno di 6 dipendenti (in tutto 3mila), da una parte delle aziende che svolgono attività al di fuori di "mission istituzionali" (uova, prosciutti e via dicendo). E da quelle con micro partecipazioni pubbliche (sono le aziende in cui la presenza statale o di un ente locale è inferiore al 5%) o con un fatturato inferiore ai 100mila euro» (1.300). Con questa prima potatura potrebbe essere realizzato un risparmio di 500 milioni e«forse anche qualcosa di più». Per il commissario alla spending, Carlo Cottarelli, è l' obiettivo che «ragionevolmente» può essere centrato il prossimo anno con il via immediato all' operazione partecipate. Un' operazione che, sulla base del piano presentato da Cottarelli a inizio agosto (con 33 proposte d' intervento), prevede di scendere in 3 4 anni dalle attuali 8 10mila aziende a partecipazione locale e regionale a non più di mille società per un risparmio a regime di 2 3 miliardi. Il piano scatterà in toto con la prossima legge di stabilità dopo la rinuncia del Governo al varo di un primo pacchetto con lo "Sblocca Italia". «Sono convinto che sia meglio intervenire con un provvedimento complessivo», ha detto Cottarelli in un briefing con la stampa ribadendo che le scelte definitive spettano al Governo («il commissario deve solo formulare proposte»). Proprio la "stabilità" da varare a metà ottobre è al centro delle riunioni tecniche al ministero dell' Economia. In attesa di conoscere quali saranno i nuovi margini di flessibilità utilizzabili sulla base delle scelte in via di definizione in sede europea, al ministero dell' Economia si continua a lavorare a un intervento complessivo da miliardi di cui almeno dovrebbero arrivare dalla fase 2 della spending (in aggiunta ai 3 miliardi di tagli già attivati dal decreto Irpef) soprattutto per stabilizzare il bonus da 80 euro. La revisione della spesa resta una via obbligata. E il menù è stato già abbozzato per grandi linee: acquisti di beni e servizi, immobili, sedi regionali e sedi periferiche delle amministrazioni centrali, digitalizzazione Pa, sanità (senza intaccare il Patto per la salute) e partecipate. Su quest' ultimo fronte per Cottarelli un intervento non è più rinviabile. Anche perché in Francia le municipalizzate sono appena mille contro le 8 10mila del nostro Paese. Ma intervenire sulle municipalizzate senza che prima sia diventata operativa la revisione del titolo V della Costituzione non sarà facile. Cottarelli afferma che l' operazione con i Comuni si presenta relativamente semplice mentre quella con le Regioni «è più delicata, ma è possibile raggiungere un accordo» con il Governatori. In ogni caso nei confronti delle amministrazioni che non attueranno i tagli scatteranno sanzioni sulla base del piano di controlli previsto dalla prossima "stabilità". Continua > 7

10 Pagina 8 < Segue Già a metà settembre dovrebbero arrivare nuovi indici "occupati fatturato" per misurare le performance delle partecipate. Cottarelli conferma di fatto che uno dei nodi da sciogliere è quello del personale. E conferma anche che considera prioritario il ricorso ai costi standard e favorire l' aggregazione delle grandi aziende dei servizi pubblici, escluso il settore del trasporto pubblico locale. Che presenta «varie criticità» (con perdite di oltre 300 milioni, circa la metà relative all' Atac di Roma), come la «disparità fra le tariffe degli abbonamenti in Italia e all' estero», anche per questo da ritoccare «ma evitando aumenti eccessivi». Intanto Consip incorpora ufficialmente la Sicot, società del Mef che si occupa della valorizzazione delle partecipazioni del ministero. RIPRODUZIONE RISERVATA. MARCO ROGARI 8

11 Pagina 8 Mef. Quota 50 mld. Fabbisogno più leggero di 2 miliardi in agosto ROMA Nuovo scalino, per fortuna in discesa, per il fabbisogno del settore statale. Nel mese di agosto, secondo i dati provvisori diffusi ieri dal ministero dell' Economia, il dato è stato pari a 7,5 miliardi, che si confronta con i 9,4 miliardi del mese di agosto Nei primi otto mesi dell' anno il fabbisogno si è attestato a circa 50,4 miliardi, con un miglioramento di oltre 10,6 miliardi rispetto allo stesso periodo del Secondo il Mef a pesare positivamente sul dato di agosto sarebbero stati i minori pagamenti dal bilancio dello Stato, tra cui quelli per interessi sul debito pubblico, avvenuti in un contesto di «sostanziale invarianza degli incassi fiscali». In attesa della Nota di aggiornamento del Def, annunciata per il prossimo 1 ottobre, il dato di ieri trova un più vicino riscontro con quelli relativi al debito pubblico del mese di giugno rilasciati a metà agosto dalla Banca d' Italia, in cui si registrava un nuovo picco, a quota miliardi, con l' impressionante dinamica di crescita pari a 100 miliardi nei primi sei mesi. Due settimane fa fonti del Tesoro avevano fatto notare che sull' aumento del debito dei primi sei mesi ha inciso l' operazione in corso di rimborso dei debiti della Pa ma anche la scelta di «fare provvista» sfruttando i bassi tassi di interesse nella prima parte dell' anno, per far fronte «alla quota significativa» di debito in scadenza nella seconda metà del 2014 (118 miliardi, Bot esclusi, contro i 75,5 del primo semestre). Entro fine anno il «conto delle disponibilità liquide del Tesoro», pari a 67,6 miliardi in giugno, dovrebbe tornare a «livelli fisiologici di miliardi». La china discendente del debito/pil, che quest' anno secondo Moody' s dovrebbe toccare il picco del 136,4%, dovrebbe iniziare l' anno prossimo, con un calo dell' 1,6% entro fine 2016 grazie, tra l' altro, all' esaurimento del piano di rimborsi dei vecchi debiti ai fornitori e nell' ipotesi di un avanzo primario pari al 3,3% del Pil nel Ipotesi quest' ultima che, alla luce del nuovo quadro macroeconomico, andrà ora confermata appunto con la Nota di aggiornamento. D.Col. RIPRODUZIONE RISERVATA. 9

12 Pagina 23 L' ad Belingheri: «Conti in crescita ed espansione all' estero» Banca Farmafactoring lancia un conto per la clientela retail Giovanni Vegezzi Banca Farmafactoring lancia un conto dedicato alla clientela retail e prosegue nella crescita internazionale, con l' intenzione di guardare ad altri mercati europei. La società nata nel 1985 dal mondo farmaceutico e diventata negli anni un operatore indipendente nello smobilizzo dei crediti verso la sanità e la Pubblica Amministrazione continua nel rafforzamento delle attività bancarie, a seguito dell' autorizzazione a trasformarsi in istituto di credito ottenuta lo scorso anno. E, dopo il recente collocamento di un' obbligazione da 300 milioni dedicata agli istituzionali, adesso punta sul retail: «Abbiamo deciso di lanciare da settimana prossima un conto deposito online, per offrire alla clientela retail gli stessi vantaggi che già offriamo alle nostre banche finanziatrici, con alcune opzioni innovative fra cui la possibilità del cliente di decidere la data di scadenza ha spiegato a Massimiliano Belingheri che ha preso la guida della banca nel gennaio scorso. Abbiamo un attivo costituito da crediti del settore pubblico di Italia e Sud Europa e credo potremmo offrire buoni rendimenti a un profilo di rischio basso, considerato anche il nostro Core Tier 1 pari al 21%». Il conto servirà inoltre a fornire una fonte complementare di raccolta per Farmafactoring. «Potremo studiare in futuro altri prodotti di raccolta dedicati al retail aggiunge Belingheri, in ogni caso, valuteremo anche se estendere il conto deposito anche ad altri mercati in cui siamo presenti come Spagna e Portogallo». Se nella Penisola iberica Farmafactoring si è rafforzata negli ultimi anni, il gruppo non esclude, anche l' espansione in altri paesi: «Stiamo guardando ad altri paesi della Ue aggiunge l' ad non tutti, certo hanno le peculiarità del mercato italiano, ma pensiamo di poter far valere comunque la nostra esperienza nella facilitazione ai pagamenti». In Italia comunque, nonostante gli interventi governativi, lo smobilizzo dei crediti della PA continua a essere un buon business e Farmafactoring prevede per il 2014 ancora volumi in crescita con una redditività sul capitale che dovrebbe rimanere in linea con quella degli ultimi anni. In ogni caso l' espansione nelle attività bancarie, così come l' espansione internazionale, sono orientate a una valorizzazione del gruppo da parte degli azionisti di Apax, fondo presente nel capitale nel 2006; scenario in cui al momento la Borsa è solo un' opzione. «Apax ha sostenuto molto la crescita dell' Continua > 10

13 Pagina 23 < Segue azienda mantenendo l' investimento a lungo conclude Belingheri. Abbiamo un piano industriale di lungo periodo, fino al È chiaro però che con la diversificazione del funding e con una maggior presenza internazionale la valorizzazione di Banca Farmafactoring sarà più facile». RIPRODUZIONE RISERVATA. GIOVANNI VEGEZZI 11

14 Pagina 31 Governance. Le nuove nomine. Al via la riorganizzazione dell' agenzia delle Entrate Marco Bellinazzo MILANO Diventa operativa la riorganizzazione dell' agenzia delle Entrate approvata a fine luglio dal nuovo direttore Rossella Orlandi. Mentre ancora non si profila una scelta per la sostituzione al vertice di Equitalia dell' ex presidente e direttore delle Entrate Attilio Befera. Intanto ieri è avvenuto il cambio della guardia nell' ambito delle direzioni Accertamento e Servizi ai contribuenti e sono partiti gli avvicendamenti in alcune Direzioni regionali. Aldo Polito, già direttore aggiunto dell' Accertamento quando a guidarlo c' era Marco Di Capua e attuale Direttore del Lazio, dopo aver ricoperto anche l' incarico di direttore Servizi ai contribuenti, è il nuovo direttore centrale dell' Accertamento. Altra novità di rilievo è l' arrivo dal Piemonte di Adriana Noto che svolgerà il ruolo di direttore aggiunto Servizi ai contribuenti, dopo aver collaborato con Orlandi nel ruolo di capo settore Servizi e consulenza in Piemonte. Per quanto riguarda gli spostamenti regionali Paola Muratori lascia la Direzione regionale del Friuli Venezia Giulia e va a sostituire Orlandi in Piemonte. Giuseppe Telesca prende il posto di Stefano Sernia (che ha lasciato l' Agenzia per assumere il ruolo di direttore generale dell' Agea) alla guida della direzione Amministrazione pianificazione e controllo dove era già direttore aggiunto. Cinzia Romagnolo passa da direttore aggiunto Accertamento al vertice della direzione regionale del Friuli Venezia Giulia. Salvatore Lampone passa da direttore centrale dell' Accertamento alla guida della direzione centrale Audit e Sicurezza, il cui attuale titolare, Stefano Crociata, prosegue nelle funzioni di responsabile dell' anticorruzione e della trasparenza. Leonardo Zammarchi, direttore regionale della Sardegna, assume l' incarico di direttore regionale del Lazio al posto di Polito. Rossella Rotondo, da direttore regionale dell' Abruzzo, diventa direttore della Sardegna, mentre Federico Monaco da direttore aggiunto presso la direzione centrale Servizi ai contribuenti va a guidare la direzione regionale dell' Abruzzo. Il conferimento dei nuovi incarichi, in linea con la spending review, ha consentito la riduzione di due posizioni dirigenziali. A tre mesi dall' addio di Attilio Befera, invece, Equitalia è ancora senza presidente. La scelta dovrà essere fatta dai soci della società pubblica di riscossione, vale a dire l' agenzia delle Entrate (51%) e l' Inps (49%). Alle Entrate, socio di maggioranza, spetta l' indicazione del presidente (resta in stand by la candidatura di Luigi Magistro, numero due dell' agenzia delle Dogane e Monopoli, e cooptato nel Cda di Continua > 12

15 Pagina 31 < Segue Equitalia subito dopo le dimissioni di Befera) la cui nomina del resto potrebbe intrecciarsi soprattutto con la procedura di razionalizzazione del sistema locale della riscossione. Sul quale cresce anche l' interesse dei fondi d' investimento stranieri. Infine, come riferito ieri dall' AdnKronos, sarebbero in corso trattative per l' ingresso di un fondo di diritto inglese, Conset Partners Ltd, nel capitale di Serti, società per azioni con sede a Roma che si occupa della riscossione per conto di diversi Comuni. RIPRODUZIONE RISERVATA. MARCO BELLINAZZO 13

16 Pagina 33 Professioni. La Commissione parlamentare di controllo: possibili investimenti per miliardi. Nuova «chiamata» per le Casse Gli enti sono disponibili ma vogliono avere un ruolo attivo. Federica Micardi Una valanga di risorse per rilanciare il paese possono arrivare dal risparmio previdenziale. È questo, in sintesi, quanto è emerso dal rapporto presentato alla fine di luglio dalla Commissione parlamentare di controllo sull' attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale e ieri rilanciato dal presidente della Commissione, Lello Di Gioia, attraverso alcune dichiarazioni. «Consideriamo che tra Casse e fondi di previdenza complementare ci sono miliardi di euro in circolazione afferma Di Gioia di cui il 70% va in investimenti esteri». Da questa "presa di coscienza" parte l' operazione nominata "l' uovo di Colombo". «Parliamo di un' operazione da miliardi l' anno afferma Di Gioia da inserire nel circuito economico reale, con un effetto moltiplicatore ci sono risorse per 30 miliardi l' anno». L' investimento dei capitali previdenziali nell' economia del Paese per molti stati europei non è una novità. All' estero, però, l' investimento previdenziale viene trattato con "riguardo", e quindi con una tassazione agevolata se non addirittura assente. Un problema sollevato anche dalla Commissione che chiede di superare l' attuale regime di doppia tassazione sul risparmio previdenziale, che viene tassato sia nella fase di gestione da parte dell' ente previdenziale sia nella fase di erogazione al pensionato. «La Commissione commenta Andrea Camporese, presidente dell' Adepp, l' associazione degli enti di previdenza privati evidenzia delle criticità che noi più volte abbiamo denunciato in questi anni perché la doppia tassazione di fatto erode la pensione degli iscritti. In 13 paesi europei i rendimenti finanziari degli investimenti effettuati con fondi previdenziali pagano dallo zero al 3% di tasse sottolinea Camporese da noi è stata una concessione importante quella che ha evitato l' aumento della tassazione delle rendite dal 20 al 26 per cento». Creare le condizioni per incentivare la Casse a investire nell' economia del Paese è una richiesta che l' Adepp avanza da tempo. «La questione è stata sollevata dall' Associazione già quattro anni fa ricorda Camporese e per tutelare gli interessi dei nostri iscritti e avere la certezza dei rendimenti chiediamo che l' investimento sia: volontario, dedicato, che abbia obiettivi di fondo condivisi, che segua le regole del mercato e dunque ci sia dietro un management competente per selezionare gli investimenti in base alla fattibilità e al giusto rapporto tra rischio e rendimento». Continua > 14

17 Pagina 33 < Segue I passi che sono stati fatti finora sembrano andare nella giusta direzione. «L' impressione è che la strada intrapresa renda possibile lo sviluppo di queste linee di investimento afferma Renzo Guffanti, presidente della Cassa dei dottori commercialisti. Ci sono però dei passaggi delicati e delle richieste che il sistema delle Casse considera imprescindibili: tra i passaggi chiave c' è il ruolo attivo che deve avere l' ente investitore, penso alla scelta dell' investimento o alla partecipazione ai comitati di gestione». In merito alle richieste del sistema Casse le questioni sul tappeto, da tempo, sono la doppia tassazione e la natura privata degli enti, che negli ultimi anni è stata di fatto "poco rispettata" (si pensi ad esempio al loro assoggettamento alla spending review). Il prossimo passo dovrebbe essere l' apertura di un tavolo di confronto per stendere le linee guida e porre le basi di uno strumento ad hoc che, se tutto procede senza intoppi, potrebbe essere pronto entro pochi mesi. RIPRODUZIONE RISERVATA. FEDERICA MICARDI 15

18 Pagina 7 Italia Oggi Chi l' ha redatta è fortemente claudicante nel diritto, in particolare in quello amministrativo. Riforma p.a. come un groviera Impone la raccolta di informazioni che sono già note. Non stropicciatevi gli occhi, la riforma dell' Amministrazione (art. 17, comma 4) stabilisce proprio così: «A decorrere dal 1 gennaio 2015, il Ministero dell' economia e della finanze acquisisce le informazioni relative alle partecipazioni in società ed enti di diritto pubblico e di diritto privato detenute direttamente o indirettamente dalle amministrazioni pubbliche individuate dall' istituto nazionale di statistica». La frase è stata di sicuro scritta da un marziano arrivato da poco sulla Terra, privo delle più elementari nozioni di diritto e di diritto amministrativo in particolare. Non è immaginabile che un consesso composto da persone in possesso di tutte le capacità mentali, presieduto (il senato) da un ex magistrato, possa approvare una norma simile. Per realizzare questo censimento, sarebbe bastata una decisione amministrativa della presidenza del consiglio dei ministri, presso la quale sono incardinati il dipartimento per gli affari regionali (e la Conferenza Stato regioni) e il dipartimento della funzione pubblica, mentre presso il ministero dell' interno c' è la vigilanza sugli enti locali. Sarebbe bastato coinvolgere i prefetti che ancora presiedono all' Amministrazione statale in tutte le provincie. Invece no. Una legge. Forse perché si teme che il censimento fallisca per il boicottaggio dei censiti? Se così fosse, ci vorrebbe una speciale sanzione per coloro che non collaborano. Non c' è. Vuol dire che la ragione di questo testo paradossale è una sola: l' ignoranza totale sulla struttura tecnico giuridica dello Stato, del governo e delle sue organizzazioni territoriali. L' art. 17 bis è la ciliegina sotto spirito che ci vuole per digerire la stupidità precedente: «Le amministrazioni non possono richiedere ai cittadini informazioni e dati già presenti nell' anagrafe nazionale della popolazione residente». La questione venne affrontata e risolta (in parte) con la legge 4 gennaio 1968 (proprio il 1968, non è un refuso), n. 15. Nel 1997 è stato ampliato l' ambito della circolazione interna delle informazioni relative ai cittadini. È vero che in alcune zone del paese (da Napoli in giù con sublimazione siciliana) queste norme hanno avuto difficoltà ad attecchire e per un semplice motivo: l' utilità politica e anche finanziaria (per la mance che provoca) di mantenere il potere di certificazione nei confronti dei cittadini. Ma ripestare l' acqua nel Continua > 16

19 Pagina 7 < Segue Italia Oggi mortaio non aiuta a ottenere la generale applicazione della legge. Se questo fosse il problema, basterebbe introdurre una severa sanzione per tutti i pubblici ufficiali che si rifiutano di riconoscere le autocertificazioni, che rilasciano certificazioni sostituibili e che non permettono la circolazione delle informazioni. L' art. 18, oltre alla fittizia abolizione del Magistrato alle acque (di cui ci siamo occupati il 30 agosto su ItaliaOggi) dispone l' abolizione delle sedi distaccate dei Tar in tutte le città che non sono sede di Corte d' appello. E ciò in attesa della rideterminazione dell' assetto organizzativo di tutti i Tar: per un governo che fa della velocità la sua principale carta riformista, questo (come gli altri) rinvio è una plateale confessione di incapacità legislativa, sancita per legge. Si arriva anche, nel comma 1 bis, a stabilire che entro il 31 dicembre 2014, il governo presenterà al Parlamento un rapporto completo sulla situazione dei Tar. Sarebbe bastato un semplice ordine del giorno, accolto dal governo a definire un impegno di questo genere. L' art. 19 abolisce, infine, l' Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, dal bilancio fallimentare, e ne trasferisce i compiti all' Autorità nazionale anticorruzione, il cui futuro andrebbe meglio definito per evitare ch' esso sia risucchiato nella deriva paragiudiziaria di cui si coglie qualche inquietante segnale. In materia di appalti e forniture pubbliche, l' anticorruzione deve impedire deroghe e interpretazioni truffaldine delle norme europee, e imporre una trasparente libera concorrenza. Non altro, giacché il resto discenderebbe come conseguenza obbligata. L' esame puntuale di questa legge che, impropriamente, viene chiamata riforma della pubblica Amministrazione, conferma, purtroppo, tutte le perplessità che le nomine di Marianna Madia alla testa del ministero della funzione pubblica e di Antonella Manzione, ex comandante dei vigili urbani di Firenze, alla testa del dipartimento affari legislativi della presidenza del consiglio, avevano suscitato. La produzione normativa ne è prova inequivocabile. Riproduzione riservata. DOMENICO CACOPARDO 17

20 Pagina 27 Italia Oggi Cottarelli ne vuol chiudere Colpo di forbice sulle partecipate Colpo di forbice su società partecipate dagli enti locali (su un totale di 8.000) per ricavare, nel 2015, risparmi per 500 milioni di euro, «forse qualcosa in più». E se, saltato ora il «treno» del decreto Sblocca Italia, il prossimo «veicolo» per razionalizzare il sistema sarà la legge di stabilità, all' orizzonte spuntano controlli e «sanzioni» per comuni e regioni inadempienti nei tagli. Carlo Cottarelli, commissario alla spending review, convoca la stampa nella sede del ministero dell' economia per delineare la «road map» del contenimento delle uscite delle amministrazioni pubbliche, sfoltendo la giungla delle partecipate; soggetti di cui, in realtà, non si conosce esattamente il numero (rilevate ufficialmente 8.000, potrebbero, però, essercene almeno sul territorio nazionale), e si sa che sfuggono al censimento, perché non si dispone di un consuntivo relativo al 2012 (si veda ItaliaOggi del 27/08/2014). Il risparmio potenziale, riferisce, nel giro di 3 4 anni potrebbe raggiungere la cifra di 2 3 miliardi, una stima «non irrealistica», a patto, tuttavia, che il giro di vite avvenga davvero: la finanziaria 2008, infatti, vieta di creare società che non perseguano finalità istituzionali dell' ente locale, tuttavia le norme si rivelano non efficaci, poiché «la valutazione è lasciata all' amministrazione partecipante», a cui per mantenerla in attività è sufficiente fare approvare una delibera. Intanto, le perdite gravano (pesantemente) sui bilanci: 1,2 milioni nel E, ricordando come in Francia le municipalizzate siano appena 1.000, il commissario si scaglia contro le «scatole vuote»: imprese hanno meno di sei dipendenti, e in circa la metà delle partecipate comunali il numero dei lavoratori è inferiore a quello dei membri del cda ( cariche e amministratori), hanno un fatturato inferiore a euro. E utile, chiude Cottarelli, sarebbe dismettere le partecipazioni in società al di sotto di una certa soglia di fatturato, mentre ipotizza un rincaro delle tariffe nel trasporto pubblico locale (caratterizzato, dice, da «disparità e criticità» nel paese) «ma evitando aumenti eccessivi», e indicando che «parte dei risparmi dovrebbe andare al miglioramento della qualità del servizio». Riproduzione riservata. SIMONA D' ALESSIO 18

21 Pagina 34 Italia Oggi il progetto riprende il ddl Puglisi (pd) in corso di approvazione al senato. L' ultima di Renzi: mille nidi per mille giorni A regime servono ogni anno 1,5 miliardi «Ci saranno mille asili nido in mille giorni». Il premier Matteo Renzi l' ha annunciato, ieri, nella conferenza stampa sul programma dei Millegiorni del governo, svelando uno dei punti del Piano Scuola in discussione domani in Consiglio dei ministri. È «questa una misura molto forte» su nidi e scuola dell' infanzia a cui il sottosegretario Graziano Delrio poco prima aveva appena accennato, sottolineando sul tema «una grande sensibilità del governo». Il riferimento ai mille asili in mille giorni è il disegno di legge n.1260 sul sistema integrato di educazione e istruzione 0 6 anni in dirittura d' arrivo in Commissione cultura del Senato, dove ad agosto è terminata la discussione degli emendamenti. La legge prevede un piano nazionale pluriennale per raggiungere entro il 2020 una copertura del 33% degli asili nido e una generalizzazione della scuola dell' infanzia. Con una copertura economia ingente: secondo le stime, a regime, ci vorrebbe 1 miliardo e mezzo all' anno per dare completa attuazione al piano di riforma 0 6, che però include anche l' incremento della scuola dell' infanzia. Sostenuto da 20mila firme in tutto il Paese, il ddl delinea i livelli essenziali di qualità, introduce il coordinamento pedagogico, la qualificazione e la formazione continua del personale e traccia un nuovo piano nazionale di azione per assicurare a tutti i bambini pari opportunità di apprendimento. «Per superare spiega la relatrice Francesca Puglisi (Pd) le profonde differenze tra Nord e Sud del Paese, che hanno anche evidenti ripercussioni sull' occupazione femminile, rendendo sostenibile il sistema, istituisce una quota capitaria cofinanziata per ogni bambino, che deve essere finanziata per il 50% dallo Stato, e per il 50% da regioni ed enti locali e che deve vedere la compartecipazione delle famiglie per un tetto massimo del 20%». Un punto, il divario territoriale, sottolineato ieri anche da Renzi: «Negli ultimi dati economici sul nostro Paese spiega c' è un elemento di diversità tra il Nord e il Sud, un elemento molto importante. Su questo, la logica dei mille asili nido è un elemento molto importante che caratterizzerà l' azione di governo». L' Istat certifica (luglio 2014), infatti, che i bambini che usufruiscono di asili nido comunali o finanziati dai Continua > 19

22 Pagina 34 < Segue Italia Oggi comuni variano dal 3,6% dei residenti fra 0 e 2 anni al Sud al 17,5% al Centro. La percentuale dei comuni che garantiscono il servizio varia dal 22,5% al Sud all' 76,3% al Nord Est. Sommando gli utenti dei nidi e quelli dei servizi integrativi sono i bambini che nell' anno scolastico 2012/2013 si sono avvalsi di un servizio socio educativo pubblico o finanziato dai comuni, il 4,8% in meno rispetto all' anno precedente. Un calo che per il nido è di circa bambini. Tuttavia, la percentuale di comuni che offrono il servizio, sia sotto forma di strutture che di trasferimenti alle famiglie per la fruizione di servizi privati, è passata dal 32,8% del 2003/2004 al 50,7% del 2012/2013. Sono i bambini di 0 2 anni iscritti ai nidi comunali; altri usufruiscono di quelli privati convenzionati o con contributi da parte dei comuni. Ammontano, così, a gli utenti dell' offerta pubblica complessiva, con una spesa impiegata nel 2012 per i nidi di circa 1 miliardo e 559 milioni di euro: il 19,2% rappresentato dalle quote pagate dalle famiglie, mentre a carico dei comuni c' è circa 1 miliardo e 259 milioni. Di qui la richiesta dell' Anci sul ddl Puglisi: «Serve un impegno forte di risorse anche per sostenere i comuni che fanno fatica a mantenere i servizi». Riproduzione riservata. EMANUELA MICUCCI 20

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