Danni alla fruttificazione del Pino Domestico: indagine sulle cause e sulle perdite di produzione

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1 PROGETTO TERRITORIALE: Danni alla fruttificazione del Pino Domestico: indagine sulle cause e sulle perdite di produzione Responsabile scientifico: Prof. Riziero Tiberi DiBA - Università degli Studi di Firenze 1

2 Progetto territoriale: Danni alla fruttificazione del Pino Domestico: indagine sulle cause e sulle perdite di produzione Relazione dell attività svolta da novembre a dicembre 2006 e da gennaio a giugno 2007 Stato delle conoscenze Molte sono le indagini intraprese al fine di stabilire l entità dei danni a spese dei coni e dei semi delle principali specie arboree forestali del bacino Mediterraneo e quindi sull incidenza dei parassiti animali e vegetali sulla produzione di seme destinato alla realizzazione di nuovi impianti ma, più spesso, al settore alimentare. É soprattutto sul pino domestico che negli ultimi decenni si è concentrata l attenzione di vari ricercatori in quanto le perdite di produzione di pinoli hanno manifestato un andamento sempre crescente fino a toccare livelli impensabili in passato. Al riguardo è sufficiente confrontare le quantità di coni raccolti negli ultimi 10 anni (dati forniti dalla Nazionalpigne) nelle varie pinete di pino domestico in Italia, che denunciano una perdita annuale di circa il 10%, passando dalle tonnellate raccolte e lavorate nel 1995 alle t nel Gli studi finora intrapresi hanno sempre sottolineato che i problemi alla produzione dei pinoli derivano dall accumularsi di danni prodotti dal complesso degli insetti spermocarpofagi e dalla consolidata presenza di Sphaeropsis sapinea, noto agente fungino responsabile dell aborto delle pigne (pine pagliose o gallerone), nonché da aspetti climatici e selvicolturali. 2

3 Mentre per le entità fungine le osservazioni dei ricercatori si sono rivolte sostanzialmente ad una unica specie (Sphaeropsis sapinea,, responsabile del disseccamento delle pigne di neo formazione fino a quelle prossime alla maturazione), più complessa appare la situazione che riguarda gli insetti. In Toscana e nelle regioni dell Italia centrale si osservano regolarmente, sugli strobili del pino domestico 4 specie (con densità di popolazioni che variano in relazione alla fruttificazione della pianta): 2 lepidotteri afferenti al genere Dioryctria e 2 coleotteri di cui uno (Ernobius impressithorax) nuovo per l Italia e l Europa. Recentemente la situazione dell entomofauna spermocarpofoga di Pinus pinea è andata tuttavia a diversificarsi a seguito dell introduzione del coreide Leptoglossus occidentalis (conosciuto come il cimicione delle conifere, segnalato nel nostro Paese, e per l Europa, nelle regioni nord orientali nel 1999). É innegabile che al momento il cimicione sia da ritenersi il parassita più pericoloso, anche perché ancora non sufficientemente studiato sotto l aspetto bio-ecologico a livello nazionale, però è altrettanto vero che le specie già note continuano a ripresentarsi, anno dopo anno, a livelli di popolazione di tutto riguardo, basti pensare alle 2 Dioryctrie, al patogeno Sphaeropsis sapinea e in talune circostanze anche a sciuridi e gliridi. Insetti Funghi Microfauna Le osservazioni dei ricercatori indicano che almeno per quanto riguarda la Toscana, a determinare la situazione di danno alla fruttificazione delle pigne concorrono anche numerosi fattori legati alle caratteristiche ambientali e alle modalità di gestione delle pinete. Infatti la mancata o parziale applicazione di consolidate pratiche colturali è indubbiamente uno degli aspetti più favorevoli agli insetti e ai patogeni fungini utilizzatori dei coni e/o dei semi del pino domestico. 3

4 In passato nelle pinete di San Rossore e della fascia litoranea grossetana, dove da sempre si pratica la raccolta delle pigne per la produzione di pinoli a scopo alimentare, le pinete venivano mantenute con appropriati interventi in soddisfacenti condizioni vegetative e la eliminazione delle pigne, che alla raccolta risultavano danneggiate da agenti vari, costituiva un efficace rimedio di contenimento dei parassiti spermocarpofagi. Da questa sintetica panoramica si evince che l identificazione delle cause della scarsa produzione del seme del pino domestico si profila come un problema piuttosto complesso (difficilmente attribuibile alla sola comparsa di nuovi parassiti, come L. occidentalis). Molte sono ancora le acquisizioni da ottenere per delineare un quadro operativo e per individuare efficaci applicazioni dirette alla protezione degli strobili dalle avversità citate in precedenza e che assicurino una soddisfacente produzione di pinoli. In tale contesto si inseriscono le indagini svolte nell ambito di uno studio finanziato da ARSIA Regione Toscana e che era finalizzato all acquisizione di un quadro di conoscenze sulle cause delle progressive perdite di produzione di pinoli registrate in Toscana, tutto questo allo scopo di predisporre ulteriori e più approfondite iniziative di ricerca finalizzate ad individuare soluzioni ecologicamente ed economicamente sostenibili per una corretta tutela ambientale e delle realtà socioeconomiche che si basano sul commercio dei pinoli. Attività svolta da novembre a dicembre 2006 Nella prima fase dello studio, secondo quanto previsto nelle azioni indicate nel programma generale del progetto, si è proceduto innanzitutto alla individuazione delle aree dove svolgere le indagini previste. A tale proposito nel mese di novembre del 2006 sono stati effettuati 2 sopralluoghi nelle 4

5 principali pinete di pino domestico della Toscana, vale a dire nel Parco Naturale della Maremma (provincia di Grosseto) e nel Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli (provincia di Pisa). In ciascuna delle due pinete sono state prescelte 2 aree: una gestita e l'altra non gestita, nelle quali procedere alla verifica della presenza e alla valutazione dei danni prodotti da avversità biotiche (insetti e agenti patogeni) legate alle pigne del pino domestico. Parco di Migliarino-San Rossore- Massaciuccoli Parco Naturale della Maremma In entrambe le pinete, e in esse nelle rispettive due aree, le operazioni sono state condotte tra il 18 e il 28 dicembre 2006, sempre in coincidenza della raccolta delle pigne effettuata dai raccoglitori mediante l'impiego di una macchina scuotitrice. In ciascuna delle aree, dai cumuli di pigne raccolte, sono state prelevate, a caso, almeno 500 coni e subito esaminati per accertare l'incidenza di quelli che presentavano alterazioni di varia origine (da insetti, da agenti patogeni, da scoiattoli o imputabili a cause abiotiche). I risultati di queste verifiche svolte in pineta vengono illustrati nei grafici che seguono. 5

6 Parco Naturale della Maremma Pineta gestita 20,00% Danneggiate Sane 80,00% Pineta non gestita 61,80% 38,20% Danneggiate Sane 6

7 Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli Pineta gestita 67,72% 32,28% Danneggiate Sane Pineta non gestita 74,26% 25,74% Danneggiate Sane Dall esame dei grafici appare evidente che in entrambi gli ambienti di studio si è registrato un differente indice di danno agli strobili maturi campionati nell area gestita e in quella non gestita. Però l incidenza dei fattori biotici di danno è risultata più elevata nell area non gestita nel caso del Parco Naturale della Maremma e in quella gestita per quanto riguarda il Parco di Migliarino-San Rossore- Massaciuccoli, tuttavia l analisi statistica non ha evidenziato differenze significative nei due ambienti di studio tra la pineta gestita e quella non gestita. È chiaro che questa opposta incidenza delle avversità biotiche merita una più attenta verifica allo scopo di evidenziare quali sono state le specie parassite più incisive nelle due aree (gestita e non gestita) individuate nei due ambienti di studio. Pertanto da gennaio 2007 sono state intraprese indagini più particolareggiate per chiarire questo aspetto. 7

8 Attività svolta da gennaio a giugno 2007 Dai 1000 strobili (500 nell area gestita e altrettanti in quella non gestita) campionati nel Parco Naturale della Maremma e altrettanti nel Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, dopo aver prelevato quelli danneggiati dai vari parassiti animali e vegetali si è proceduto ad analisi più dettagliate in modo da identificare la specie responsabile del danno. In laboratorio si è proceduto alla distinzione tra le pigne attaccate di quelle interessate dai lepidotteri del genere Dioryctria, riconoscibili per l evidente grumo di resina presente sulla superficie esterna del cono, e quelle infestate dai coleotteri, in questo caso è possibile risalire solo agli attacchi del curculionide Pissodes validirostris in quanto i coni presentano una forma uncinata, mentre è praticamente impossibile risalire agli insediamenti dell anobide Ernobius impressithorax fino al momento dell emergenza degli adulti, evidenziata dai caratteristici fori circolari praticati sulle squame; i coni danneggiati dal Leptoglossus sono stati individuati considerando i grumi e le colature di resina fuoriuscite dalle ferite praticate attraverso le squame dagli stiletti boccali sia degli adulti e sia delle forme giovanili. SDioryctria sp. SLeptoglossus occidentalis 3333 SSphaeropsis sapinea 8

9 Nelle due tabelle che seguono sono indicate le percentuali di danno attribuibili alle diverse cause biotiche rilevate sui coni del pino domestico negli ambienti, e in essi nelle due aree, considerati. Parco Naturale della Maremma Pigne esaminate Area gestita Area non gestita Lepidotteri e Leptoglossus(%) S. sapinea(%) Scoiattolo % Tot Sane(%) Coleotteri(%) e ghiro(%) danneg 500 8,8 4,6 3,6 3,0 20,0 80, ,2 1,8 2,0 29,0 38,2 61,8 Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli Pigne esaminate Area gestita Area non gestita Lepidotteri e Leptoglossus(%) S. sapinea(%) Scoiattolo % Tot Sane(%) Coleotteri(%) e ghiro(%) danneg ,9 5,0 18,6 3,4 32,3 67, ,9 1,3 16,7 1,7 25,7 74,3 Dall esame dei dati riportati nelle due tabelle si evidenzia con più chiarezza quali sono state le specie parassitiche più dannose nei due ambienti di studio. Procedendo per ordine si può rilevare che nell area non gestita del Parco Naturale della Maremma i danni più elevati sono da attribuire allo scoiattolo e al ghiro, infatti del 38,2% dei danni complessivi agli strobili ben il 29% è da attribuire ai due micromammiferi che, nell area gestita del litorale grossetano e nelle due aree di studio del litorale pisano hanno inciso in maniera molto più contenuta danneggiando da un minimo dell 1,7% a un massimo del 3,4% dei coni esaminati (pineta di San Rossore). Nel Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli il parassita più dannoso è risultato sia nell area gestita che in quella non gestita S. sapinea con un incidenza del 18,6% sul complessivo 32,3% di danno rilevato sugli strobili nell area gestita e del 16,7% sul totale 25,7% nel caso dell area non gestita. Per meglio apprezzare l incidenza dei danni attribuibili alle varie cause biotiche, questi stessi dati vengono illustrati nei grafici che seguono. 9

10 Parco Naturale della Maremma Pineta gestita 3,0% 4,6% 3,6% 8,8% Sane Lep.+Col. Leptoglossus Sciuridi + Gliridi S. sapinea 80,0% Pineta non gestita 29,0% 1,8% 6,2% 2,0% 61,8% Sane Lep.+Col. Leptoglossus Sciuridi + Gliridi S. sapinea 10

11 Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli Pineta gestita 3,4% 18,6% 5,0% 10,9% 67,7% Sane Lep.+Col. Leptogl. Sciuridi + Gliridi S. sapinea Pineta non gestita 1,7% 1,3% 6,9% 16,7% 74,3% Sane Lep.+Col. Leptogl. Sciuridi+Gliridi S. sapinea Ancora dall esame dei dati riportati nelle tabelle e nei grafici si può rilevare che, nel loro insieme, gli insetti spermocarpofagi hanno causato danni alle pigne maggiori sempre nell area gestita di entrambi gli ambienti di studio. Infatti in Maremma la loro incidenza è risultata del 13,4% e dell 8% nell area gestita e in quella non gestita, rispettivamente. Analogo andamento si è riscontrato nel Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, dove nell area gestita si è registrato un danno complessivo del 15,9% contro l 8,2% nell area non gestita. 11

12 Il ruolo più rilevante tra gli insetti è da attribuire in entrambi gli ambienti di studio e in essi nelle due aree di indagine ai lepidotteri e coleotteri. Non deve meravigliare la contenuta dannosità di L. occidentalis in quanto questi rilievi sono stati condotti su strobili maturi sui quali è noto da tempo la maggiore presenza dei ricordati lepidotteri e coleotteri. Comunque in una successiva fase dello studio è stata condotta una indagine mirata a verificare l indice di dannosità della cimice sui giovani coni e i risultati ottenuti vengono discussi nella parte finale della presente relazione. Terminata la verifica sulla incidenza delle varie cause biotiche si è ritenuto importante procedere alla valutazione dei danni prodotti dai parassiti spermocarpofagi e quindi alla stima della loro incidenza sulla produzione dei pinoli. Per raggiungere tali obiettivi pertanto si sono considerati i seguenti parametri: a peso medio delle pigne sane e di quelle attaccate dai vari parassiti; b numero e peso medio dei pinoli presenti nelle pigne sane e in quelle attaccate; c potere germinativo dei pinoli ottenuti dalle pigne sane e in quelle danneggiate. I risultati di queste verifiche vengono riportati nei prospetti che seguono, con l eccezione dell indice di germinabilità dei pinoli in quanto tali prove sono ancora in corso e i dati saranno disponibili entro il prossimo mese di ottobre. In pineta si è proceduto al prelievo dei coni da sottoporre alle analisi e verifiche sopra indicate. A riguardo le pigne che presentavano danni (separatamente per categoria) sono state prelevate, mentre di quelle sane ne sono state individuate 30 a caso per ognuna delle due aree di ciascun ambiente di studio. Tutte le pigne portate in laboratorio sono state pesate, tenendo distinti i valori relativi a quelle sane e i valori delle pigne danneggiate dalle diverse cause biotiche; non sono indicati i pesi dei campioni colonizzati da S. sapinea in quanto le infezioni del patogeno alterano profondamente la struttura del cono che si presenta di scarsa consistenza e quindi di peso modesto pigne pagliose o gallerone. Separatamente per i due ambienti e in essi delle due aree di studio si riportano nelle tabelle che seguono i pesi medi delle pigne, espressi in grammi. 12

13 Parco Naturale della Maremma Sane Attaccate da insetti Dioryctria Pissodes Leptoglossus Area gestita 318,33g 236,00g 217,65g 252,78g Area non gestita 340,00g 236,36g 292,86g 261,11g Parco di Migliarino-San Rossore-Masaciuccoli Sane Attaccate da insetti S. sapinea con attacco di insetti Dioryctria Pissodes Leptoglossus Area gestita 358,33g 285,00g 323,33g 350,00g 316,67g Area non gestita 401,67g 275,00g 301,72g 314,29g 337,50g Dall esame dei dati riportati nelle due tabelle si può apprezzare che, sia nell area gestita che in quella non gestita, i valori medi relativi al Parco di Migliarino-San Rossore-Masaciuccoli sono superiori a quelli riferibili al Parco Naturale della Maremma. Ciò vale sia per quanto riguarda le pigne sane e sia quelle attaccate dai vari insetti spermocarpofagi, tuttavia l analisi statistica non ha evidenziato differenze significative. È da rilevare che nei due ambienti di studio i pesi medi delle pigne sane prelevate nelle aree non gestite sono risultati superiori a quelli delle aree gestite. Nel Parco Naturale della Maremma anche il peso medio delle pigne prelevate nell area non gestita è risultato più elevato di quello relativo all area gestita; andamento opposto si è registrato, invece, nelle due aree del Parco di Migliarino-San Rossore-Masaciuccoli, dove le pigne attaccate dagli insetti nell area non gestita sono risultate sempre più leggere in confronto a quelle dell area gestita; comunque anche in questi casi le differenze non sono risultate significative. Alla fine delle verifiche del peso tutte le 30 pigne sane per area di studio (120 nel complesso) e la metà di quelle attaccate dagli insetti sono state collocate in cella termostatica, presso i laboratori del DISTAF di Firenze, allo scopo di accertare la presenza di pinoli sani e alterati, dall azione degli insetti, presenti in ciascuna pigna. Inoltre i ricercatori di questa unità operativa hanno programmato l allestimento di prove di germinazione dei pinoli ottenuti dalle pigne delle diverse categorie. 13

14 Una volta apertesi le squame, per ciascuna pigna sono stati prelevati, conteggiati e pesati i pinoli. Nei due grafici che seguono vengono illustrati i risultati relativi al numero medio dei pinoli ottenuti dalle varie pigne, separatamente per le due aree di ciascuno dei due ambienti di studio. Parco Naturale della Maremma Sane Lep. + Col. Leptogl. Sciu. + Gli. GESTITA NON GESTITA Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli Sane Lep. + Col. Leptogl. Sciu. + Gli. GESTITA NON GESTITA Dall esame delle due figure si può rilevare che il numero medio dei pinoli riscontrati in tutte le categorie di pigne esaminate (cioè sane o danneggiate dalle varie cause biotiche) è superiore nell area non gestita delle due pinete di studio con la sola eccezione dei coni attaccati dal Leptoglossus ad Alberese, infatti in essi il numero medio di pinoli si equivale. Ancora, nei due grafici in oggetto sono 14

15 riportati anche i valori relativi ai pinoli delle pigne danneggiate dai micromammiferi, in questo caso, però, non è possibile procedere ad un confronto tra l area gestita e non gestita in quanto i dati sono da riferirsi alla sola non gestita ad Alberese e a quella gestita nel caso di San Rossore e questo dipende dal semplice fatto che nell altra area dei due ambienti di studio non sono stati rilevati danni, prodotti da sciuridi e gliridi, degni di nota. Al termine delle operazioni di conteggio, tutti i pinoli presenti in ogni pigna considerata, sempre separatamente per le diverse categorie, sono stati pesati e il loro valore medio, espresso in grammi viene rappresentato nei grafici seguenti. Parco Naturale della Maremma 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0 Sani Lep. + Col. Leptogl. Sciu. + Gli. GESTITA NON GESTITA Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0 Sani Lep. + Col. Leptogl. Sciu. + Gli. GESTITA NON GESTITA 15

16 Dall esame dei due grafici si può rilevare che il peso medio dei pinoli risulta sempre superiore a San Rossore rispetto ad Alberese. In quest ultima pineta il peso medio dei pinoli è risultato sempre superiore nell area non gestita, mentre a San Rossore, con l eccezione dei pinoli ottenuti dalle pigne sane, nella pineta gestita si registrano sempre i valori più elevati per ogni categorie di danno. Entrando nel merito delle perdite dovute ai parassiti animali si osserva che le riduzioni in peso maggiori sono da attribuire ai lepidotteri e ai coleotteri, mentre l incidenza della cimice americana è apparsa più contenuta; tuttavia queste differenze non sono risultate significative all analisi statistica. Tornando sull aspetto riguardante la fase di sviluppo dei coni in corrispondenza della quale Leptoglossus occidentalis riveste il ruolo di protagonista, tra le cause biotiche di danno a carico della fruttificazione del pino domestico, si riferiscono i risultati di una specifica indagine intrapresa su questo argomento. Al riguardo notizie riportate in letteratura indicano chiaramente che l attività della cimice delle conifere è determinante sui coni in via di sviluppo e precisamente fino all inizio del secondo anno. Per chiarire questo aspetto nella primavera del 2007 su 5 pini scelti a caso lungo un transetto tracciato all interno dell area gestita e in quella non gestita, individuate nel Parco Naturale della Maremma, sono stati individuati tre rami e su di essi sono stati conteggiati tutti gli strobili di un anno; non sono stati considerati quelli di due anni in quanto non erano presenti sui rami prescelti. Uno dei tre rami di ciascun pino è stato isolato all interno di sacchetti di rete plastificata a maglie fine in modo da proteggere le fruttificazioni dall azione degli insetti spermocarpofagi e in particolar modo da quella del L. occidentalis. Nell ultima decade di giugno si è proceduto al controllo dei rami individuati e alla rimozione dei sacchetti da quello protetto; queste operazioni sono state condotta con l ausilio di un cestello elevatore cortesemente messo a disposizione messo dal personale che opera nella filiera della produzione dei pinoli nel comprensorio grossetano. Nella tabella che segue vengono riassunti i dati ottenuti nel corso di questa specifica indagine. Pineta gestita 5 Piante Ramo 1 Ramo 2 Ramo 3 - protetto Tot Sane Danneg. Cadute Tot Sane Danneg. Cadute Tot Sane Danneg. Cadute N % 26,67 73,33 27,78 61,11 11,11 85,00 15,00 Pineta non gestita 5 Piante Ramo 1 Ramo 2 Ramo 3 - protetto Tot Sane Danneg. Cadute Tot Sane Danneg. Cadute Tot Sane Danneg. Cadute N % 64,29 35,71 58,33 41,67 81,25 15,63 3,13 16

17 Come si può facilmente rilevare dai dati riportati nelle tabelle, il numero degli strobili danneggiati sui rami protetti è chiaramente molto modesto se confrontato con quello degli strobili sani e con le perdite verificatesi nel caso dei rami non protetti. Questa acquisizione costituisce una conferma della già ricordata dannosità della cimice, nei suoi vari stadi di sviluppo, a carico dei giovani strobili. Infatti dagli esami condotti al microscopio stereoscopico non risultano sugli strobilini danni attribuibili ad altre avversità biotiche, non è però da escludere che i danneggiamenti siano stati provocati anche da cause abiotiche, cosa che è in corso di verifica e che richiede notevole attenzione perché ad un primo esame l alterazioni sugli strobili non sono facilmente distinguibili. Conclusioni Le indagini intraprese, nelle due aree, gestita e non gestita, nel Parco Naturale della Maremma e nel Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, hanno evidenziato che il calo di produzione dei pinoli, non è da imputarsi ad una singola causa, ma ad una complesso di fattori interagenti fra di loro. Inoltre le aree censite non presentano differenze per i caratteri fitosanitari a prescindere dal regime di gestione attualmente applicato. I soprassuoli visitati si presentano diversi tra loro per i parametri climatico-ambientali e in base a questi gli agenti di danno si presentano diversamente distribuiti sul territorio regionale. Infatti le principali cause di danno, rilevate sugli strobili maturi, raccolti dai cumuli, sono da imputarsi alla S. sapinea per il Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli ed agli insetti spermocarpofagi per il Parco Naturale della Maremma, con l eccezione, per quest ultimo, della pineta non gestita dove prevalgono i coni attaccati dalla microfauna. Invece per quanto riguarda le pigne giovani, rilevate sulle chiome delle piante, non è da escludere che il danno sia provocato oltre che dal Leptoglossus occidentalis anche da cause abiotiche. Quest ultima constatazione fa supporre che la scarsità dei giovani strobili sani, provochi un ulteriore calo di produzione per le raccolte future. Da queste prime osservazioni, non è ancora chiaro quale sia il ruolo della cimice nel calo di produzione del pinolo sebbene questo organismo si sia aggiunto ad una lunga lista di fattori già presenti nelle pinete. L azione sinergica di L. occidentalis capace di attaccare maggiormente i coni giovani e successivamente l azione degli altri agenti di danno sui coni maturi comporta una notevole diminuzione del numero di strobili rendendo l attività di raccolta non più economicamente conveniente. 17

18 1 ANNO 2 ANNI 3 ANNI Leptoglossus occidentalis Dioryctria sp. Coleotteri Sphaeropsis sapinea Possono rivelarsi utili rimedi contro le specie spermocarpofaghe trattate programmi di lotta meccanica (raccolta degli strobili), lotta biologica (l introduzione di antagonisti naturali) e l applicazione di eventuali strategie che fanno ricorso a sostanze vegetali, emesse dagli stessi pini, che presetano una certa azione attrattiva o repellente nei confronti degli adulti di alcuni insetti (es. Leptoglossus occidentalis). Indubbiamente anche la pianificazione e la gestione selvicolturale possono rivestire un ruolo importante nel miglioramento delle condizioni delle pinete. Per il futuro sarebbe auspicabile quindi continuare la campagna di monitoraggio delle pinete interessando altri soprassuoli vinicoli sia a livello regionale che nazionale, dove effettuare i campionamenti al fine di acquisire maggiori informazioni sulle componenti di danno delle pinete di pino domestico così da stabilire in modo puntiforme le migliori strategie di gestione dei soprassuoli a pino e di intervento diretto alla produzione delle pigne e in esse dei pinoli. Comunque i risultati conseguiti in questa indagine preliminare da un lato rappresentano la verifica dell attuale situazione fitosanitaria delle fruttificazioni del pino domestico in Toscana e, dall altro rappresentano la base conoscitiva della problematica su cui articolare future e mirate indagini proiettate, essenzialmente alla individuazione di efficaci sistemi di monitoraggio della cimice e 18

19 razionali strategie di difesa delle pigne e che siano compatibili con la destinazione dei pinoli prodotti e le funzioni paesaggistiche ambientali che svolgono le pinete mediterranee. Queste indicazioni sono risultate molto utili per la programmazione delle future indagini, infatti sono state recepite nella definizione di un Programma triennale di ricerca nazionale sulla protezione delle pigne dalle avversità biotiche, finanziato dal C.R.A. e che vede coinvolti molti Enti di ricerca, nazionali, e locali, cooperative e anche aziende private. I punti salienti su cui è stato articolato tale Progetto riguardano soprattutto l acquisizione sulla biologia, sull etologia di L. occidentalis in Italia e l individuazione dei rimedi da adottare nella difesa delle fruttificazioni del pino domestico. Riguardo la biologia non si dispongono, ancora, le conoscenze necessarie per definire l andamento del ciclo riproduttivo della specie e il numero delle generazioni che riesce a completare nelle pinete dell Italia centro meridionale. Carenti sono anche le acquisizioni sul comportamento della cimice in particolare durante la fase di aggregazione degli adulti nel periodo di presvernamento e, poi, di disaggregazione nella fase di postsvernamento. Parimente carenti risultano, al momento, i riferimenti a precise pratiche di intervento contro il Leptoglossus, e ciò è da porre in relazione alla limitata possibilità di opzioni disponibili, in considerazione delle molteplici funzioni che svolgono le pinete di pino domestico e la destinazione dei pinoli all industria agroalimentare. Risulta, pertanto, non più procrastinabile l attivazione di gruppi di ricerca che attraverso una sinergica partecipazione si orientino alla individuazione di mediatori chimici prodotti dall insetto nelle fasi di aggregazione e poi di disaggregazione, delle sostanze volatili (emesse dai pini) che regolano i rapporti della piante con il fitofago e l individuazione di antagonisti indigeni che si sono adattati al nuovo ospite. Si tratta di 3 fasi obbligate nella definizione di razionali ed efficaci metodologie di monitoraggio (impiego di trappole attivate con tali sostanze) e di programmi integrati di intervento da applicare nella protezione della fruttificazione del pino domestico. 19

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