Psicologia delle organizzazioni
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- Giancarlo Gori
- 7 anni fa
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1 Università degli Studi di Torino Facoltà di Scienze Politiche Sede di Biella Psicologia delle organizzazioni Organizzazione? 1 IL FENOMENO ORGANIZZATIVO Intervenire nelle organizzazioni - conoscere le organizzazione Organizzazioni e complessità (letture diverse) Importanza di acquisire un linguaggio comune Determinanti del comportamento organizzativo (strutture organizzative, idee e cultura organizzativa, dinamiche di potere, rapporti con ambiente) 2 1
2 I due accenti posti dalle definizioni: ci ritroviamo? Accento sulle caratteristiche dell organizzazione (Ente). Organizzazione come : cosa. Accento sulle caratteristiche dell organizzare (processi relazionali). Organizzazione come: come Bonazzi Il pensiero organizzativo 3 Riflessioni sul concetto di organizzazione 4 2
3 Definizione di organizzazione Senso comune Letteratura classica un insieme di persone formalmente riunite per raggiungere obiettivi più o meno condivisi costrutto sociale formalmente costituito per il raggiungimento di determinati fini 5 Riassumendo alcune osservazioni critiche al paradigma classico-comune Quante e quali persone non è chiaro; non basta un insieme di persone con scopo comune Molte, ma non tutte, organizzazioni hanno atto costitutivo formale Le organizzazione non nascono dal nulla ma a seguito di un atto deliberativo, una decisione più o meno consapevole di un individuo o un gruppo I fini li hanno gli individui e non le organizzazioni ( chiarezza, coerenza dei fini è mutevole e non è scontata ai vari livelli dell organizzazione, non c è bisogno di unicità dei fini, anzi... ) Non c è bisogno di un identità di fini per avere un organizzazione I fini dichiarati e riconoscibili di un organizzazione sono spesso quelli dei potenti o sono banali (non spiegano funzionamento) 6 3
4 Criteri descrittivi Tipo di attività Tipologia delle persone Quantità e tipologia del tempo - impegno Modalità di controllo Modalità di entrata/nella e di uscita/dalla organizzazione Modalità dei rapporti intraorganizzativi Modalità dei rapporti extraorganizzativi Modalità di utilizzo delle risorse e tecnologie Processi organizzativi 7 Processi organizzativi: differenziazione e integrazione In ogni organizzazione Si definisce ciò che si fa e si distribuiscono compiti Si ricerca un unità di intenti di ciò che si fa Differenziazione dei compiti Integrazione dei compiti 8 4
5 DIFFERENZIAZIONE Come prima condizione per parlare di organizzazione (divisione del lavoro / specializzazione) Insieme indifferenziato di soggetti Da insieme di giocatori Processo differenziazione SISTEMA DI RUOLI A squadra ben organizzata 9 DIFFERENZIAZIONE Corretto funzionale disegno dei ruoli Corretti funzionali processi: reclutamento selezione inserimento Efficacia ed efficienza performance 10 5
6 INTEGRAZIONE COME SI REALIZZA? ATTRAVERSO QUALI SISTEMI? ESEMPIO: una squadra sportiva SISTEMI Capi / gerarchia Norme / procedure Strategie Tecnologie Valori DECLINAZIONI Allenatore / capitano Schemi Pressing, melina, ecc. Allenamenti, Staff sanitari, ecc.. Es: Cuore toro 11 SISTEMI / MODALITA (prevalenze) DIFFERENZIAZIONE / INTEGRAZIONE SISTEMI e METASISTEMI Ruoli e selezione D-I Capi / gerarchia I-D Norme / procedure I-D Tecnologie ( dure : es. catena di montaggio, sistema informatico, ecc.) I-D Strategie I-D Valori I-D Coerenza e consonanza Interdipendenza Spersonalizzati Condivisione conoscenza 12 6
7 INTERDIPENDENZA e SISTEMA RUOLI: le 3 tipologie di Thompson Interdipedenza = il tipo di legame esistente fra i ruoli Diversi gradi e tipi di interdipendenza GENERICA (al massimo una possibile correlazione) SEQUENZIALE (rigida e tendenziale lungo un asse temporale) RECIPROCA (complementarietà) 13 E in letteratura
8 Definizione di organizzazione Approccio meccanicistico (superato): Strumento diretto a coordinare in modo razionale gli sforzi di più individui per raggiungere uno scopo 15 Definizioni in letteratura L organizzazione è un gruppo coordinato di persone che svolgono dei compiti finalizzati a produrre beni o servizi. Un organizzazione non può perseguire i suoi obiettivi se le parti che la costituiscono operano separatamente. Mucimnsky,
9 I due accenti posti dalle definizioni in letteratura Accento sulle caratteristiche dell organizzazione (Ente). Organizzazione come : cosa. Accento sulle caratteristiche dell organizzare (processi relazionali). Organizzazione come: come Bonazzi Il pensiero organizzativo 17 Definizioni di organizzazione centrate sul cosa, definizioni entitarie statiche (dalla letteratura) 5 elementi costitutivi: 1. appartenenza dei membri (formalmente definito come si entra e si cessa di appartenere) 2. identità dell organizzazione (riconosciuta come soggetto specifico dai suoi membri e esterni) 3. scopi chiari e definiti. 4. struttura formalmente stabilita. 5. organizzazione e ambiente esterno sono realtà separate Meyer, Stevenson e Webster (1985) 18 9
10 Definizioni dalla letteratura Critiche di Hoskins e Morley 1. Appartenenza formale non sempre richiesta (es. organizzazioni di volontariato) 2. Identità ha una sua dinamica negli spazi - tempo dell organizzazione 3. Scopi hanno una loro dinamica negli spazi - tempo dell organizzazione 4. Cambiamenti nelle organizzazioni (come condizione naturale di una struttura sociale vivente). Organizzazione informale 5. E facile, crea ancoraggio cognitivo ma non ci aiuta a concepire i processi organizzativi e relazionali (cognitivi, sociali e politici) formalizzati 19 Variabili organizzative 20 10
11 Definizioni accento sul come Due processi di base caratterizzano l organizzazione Differenziazione: non tutti gli individui fanno le stesse cose ma si specializzano nel fare sempre meglio una parte del compito Integrazione: consente di riportare ad unità di intenti gli sforzi compiuti dalle persone che occupano i singoli ruoli 21 Definizioni accento sul come Organizzare è un attività costituita da una serie di processi relazionali Politici Sociali Cognitivo-simbolici 22 11
12 Organizzazione e semplificazione dei processi decisionali Per M. Weber l organizzazione (la burocrazia ma non solo) attraverso, norme, procedure, gerarchia, ecc. riesce a risolvere problemi complessi Per H. Simon l organizzazione è un campo strutturato di premesse (compito complesso scomposto in sottocompiti semplici); una modalità per semplificare i processi decisionali 23 La teoria dei bisogni di Maslow: una teoria soggetta a fallacia individualistica Hoskins e Morley (1991) propongono invece un analisi centrata sulla relazione tra persone e organizzazioni Le persone fanno in qualche misura i loro contesti e sono in qualche misura fatti da questi. fallacia individualistica nelle teorie che enfatizzano eccessivamente il soggetto come un entità separata o il contesto come somma di singole determinazioni fallacia culturalistica l enfasi eccessiva posta sul contesto e sulla sua capacità di modellare il comportamento di individui e gruppi
13 Piramide dei bisogni di Maslow 1/2 Maslow propose un ordine dei bisogni secondo il quale alcuni bisogni vanno soddisfatti prima che nascano quelli del livello successivo. Bisogni di auto realizzazione Bisogni di stima Bisogni di appartenenza Bisogni di sicurezza Bisogni fisiologici La gerarchia dei bisogni secondo Maslow Piramide dei bisogni di Maslow 2/2 Bisogni fisiologici: fame, sete, sonno, potersi coprire e ripararsi dal freddo, sono i bisogni fondamentali, connessi con la sopravvivenza. Bisogni di sicurezza: devono garantire all individuo protezione e tranquillità. Bisogno di appartenenza: consiste nella necessità di sentirsi parte di un gruppo, di essere amato e di amare e di cooperare con altri. E molto sentito dall adolescenza. Bisogno di stima: riguarda il bisogno di essere rispettato, apprezzato ed approvato, di sentirsi competente e produttivo. Bisogno di auto realizzazione: inteso come l esigenza di realizzare la propria identità e di portare a compimento le proprie aspettative, nonché di occupare una posizione soddisfacente nel proprio gruppo. A questi cinque livelli si aggiunge il Bisogno di trascendenza inteso come tendenza ad andare oltre se stessi, per sentirsi parte di una realtà più vasta, cosmica o divina
14 Riflessioni conclusive e sintesi sul concetto di organizzazione 27 Sintesi conclusiva 1/4 1. Numero e tipologie di persone che costituiscono un organizzazione non è chiaro, non c è uniformità di vedute 2. La formalizzazione della costituzione dell organizzazione non è un elemento imprescindibile (non tutte le organizzazioni sono tali a seguito di un atto costitutivo formale) 3. Le organizzazione nascono a seguito di un atto deliberativo, una decisione più o meno consapevole di un individuo o un gruppo 28 14
15 Sintesi conclusiva 2/4 1. I fini li hanno gli individui e non le organizzazioni 2. Non c è bisogno di unicità, coerenza e condivisione assoluta dei fini per parlare di organizzazione (anzi...). Organizzazione come sistema vivente 3. I fini di un organizzazione sono spesso i fini dei potenti o fini banali (non danno ragione del funzionamento, non lo spiegano) 29 Sintesi conclusiva 3/4 1. Distanza o non sovrapposizione tra le definizioni, immagini dell organizzazione che viene dalle definizioni ufficiali e le esperienze - rappresentazioni concrete 2. Richiesta la presenza di contributi disciplinari diversi 3. Concetto complesso che rimanda a una pluralità di elementi e significati connessi 30 15
16 Sintesi conclusiva 4/4 1. La descrizione degli attributi è un approccio limitato, non esplicativo dei comportamenti dei gruppi e persone 2. Più interessante analisi dei processi dell organizzare vs. analisi degli elementi costitutivi delle organizzazioni 31 Definizioni 1/2 un fenomeno o costrutto sociale: Una forma di azione collettiva reiterata basata su processi di differenziazione e di integrazione tendenzialmente stabili e intenzionali Ferrante M., Zan S. (1994) 32 16
17 Definizioni 2/2 un insieme sociale così caratterizzato: Aggregato abbastanza ampio di persone (dimensione), indirizzato al conseguimento di scopi rilevanti (solo in parte esplicitati formalmente) mediante lo svolgimento di compiti, che richiedono l impiego di conoscenze e strumenti (tecnologia); Divisione e specializzazione dei compiti (differenziazione); Necessità di portare ad unità gli sforzi compiuti (integrazione), attraverso regole e procedure; La definizione di una struttura che possa regolare le relazioni tra individui, gruppi e attvità in forma stabile ed esplicita (formalizzazione); Presenza di modalità di valutazione dell efficienza e dell efficacia con cui gli scopi attesi vengono raggiunti; Impegno perché l esperienza avviata abbia una certa durata nel tempo Sarchielli (1991) 33 17
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