QUADERNO DIDATTICO DELL INSEGNANTE STEFANIA MARCHI CLASSE VB SCUOLA PRIMARIA DI AQUILEIA I. C. DON LORENZO MILANI AQUILIEIA

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1 QUADERNO DIDATTICO DELL INSEGNANTE STEFANIA MARCHI CLASSE VB SCUOLA PRIMARIA DI AQUILEIA I. C. DON LORENZO MILANI AQUILIEIA OBIETTIVI OGGETTO DI VALUTAZIONE REGISTRO DELLE ATTIVITÁPROPOSTE DALL INSEGNANTE REGISTRO DELLE ATTIVITÁ/ RISPOSTE DEGLI ALUNNI DATA: : 07/01/2014 TEMPO DEDICATO ALL ATTIVITÁ: 1 settimana DATA: TEMPO DEDICATO ALL ATTIVITÁ: Fase I del Progetto. L insegnante chiede agli alunni di portare a scuola delle immagini riguardanti la luce, tra cui anche opere d arte (senza specificare il motivo). Il tempo a disposizione è una settimana per la ricerca (su internet, sui giornali, ecc.). Alla scadenza del tempo la classe (composta da 14 alunni) porta in totale 60 immagini. Ogni allievo scrivo anche tre frasi attinenti alla luce. Fase I del Progetto. I bambini appaiono subito molto incuriositi e prendono questo incarico con molto entusiasmo, chiedendo il motivo di tale ricerca. Le immagini vengono raccolte e suddivise dall insegnante in 3 gruppi (ogni gruppo dovrà avere tutti i fenomeni che si desidera affrontare). Valutare se gli allievi conoscono i fenomeni coinvolgenti la luce. Fase II del Progetto. In seguito gli allievi vengono divisi in 3 gruppi (1 da 4 e 2 da 5) e la docente invita i bambini a fare una loro personale classificazione delle figure, in base a delle caratteristiche comuni. In seguito l insegnante introduce la classificazione fenomenologica riguardante le immagini, ma senza spiegare il significato nel dettaglio e facendo solo degli esempi concreti. Alla fine gli allievi hanno incontrato per la prima volta alcuni termini facenti parte del linguaggio specifico della Fisica. Gli allievi in seguito hanno spiegato singolarmente alla classe le loro personali classificazioni, qui di seguito si riportano le classi riscontrate: le opere d arte, luce di lampadina, luce del fuoco, luce al tramonto, ombre, riflesso della luce, luce con la neve. L atteggiamento degli alunni risulta molto interessato e motivato a capir significato specifico dei singoli termini.

2 DATA: 14/01/2014 TEMPO DEDICATO ALL ATTIVITÁ:2 ORE DATA: TEMPO DEDICATO ALL ATTIVITÁ: III Fase. Ora l insegnante chiede agli alunni cosa serve per vedere le immagini, se è sufficiente solo la luce ad esempio. A tale proposito si ripassa il metodo scientifico: III Fase. Le ipotesi degli allievi si dividono in due gruppi: un gruppo sostiene che per vedere un oggetto bastano gli occhi e un altro gli occhi aperti e la luce. Individuare gli elementi fondamentali per vedere. 1)porsi il problema, 2) fare delle ipotesi, 3)sperimentare concretamente, 4)trarre la tesi finale. Dopo aver fatto le singole ipotesi gli allievi si recano in un aula e la docente fa vivere concretamente le situazioni per vedere un oggetto desiderato. Per cui ogni bambino viene bendato e invitatoa vedere un oggetto con la luce accesa; in seguito viene sbendato, ma spenta la luce; successivamente la luce rimane accesa, gli occhi scoperti, ma l oggetto viene nascosto dietro di ognuno. Ora dopo aver ricavato la tesi finale, cioè che cosa è indispensabile per vedere un oggetto ( la luce, l oggetto e l occhio aperto), agli allievi si chiede da dove proviene la luce. Introduzione alle sorgenti o fonti luminose, distinguendo in base alle loro risposte in fonti naturali o artificiali. Gli alunni rappresentano : il Sole, una lampadina, una candela, una torcia e un laser. Alcuni rappresentano i raggi luminosi con una linea curva o mista, altri retta. Ora gli alunni disegnano le fonti che hanno nominato e la docente li invita a disegnare come secondo loro la luce si propaga dalla fonte.

3 OBIETTIVI OGGETTO DI VALUTAZIONE DATA: 23/01/2014 e 29/01/2014 REGISTRO DELLE ATTIVITÁPROPOSTE DALL INSEGNANTE REGISTRO DELLE ATTIVITÁ/ RISPOSTE DEGLI ALUNNI TEMPO DEDICATO ALL ATTIVITÁ: 2ore + 2ore DATA: TEMPO DEDICATO ALL ATTIVITÁ: Individuazione della prima proprietà della luce: si propaga in modo rettilineo ed indisturbato. IV Fase. Sempre seguendo il metodo scientifico gli allievi sperimentano con l insegnante tale fenomeno. Esperimento della scatola fumo. Al termine di tale esperienza gli allievi arrivano alla conclusione che la luce si propaga in modo rettilineo e indisturbato. Si propone alla classe anche l esperimento dei due cartoncini forati al centro per ribadire il concetto. Le ipotesi degli alunni si dividono in tre categorie: la luce si propaga con una linea ondulata, la luce si propaga con una linea retta e la luce si propaga con una linea spezzata. (In seguito si riporta immagine dell esperimento). Le ipotesi degli alunni sono: per vedere bisogna mettere l oggetto in linea retta con i fori e l occhio, per vedere l oggetto non è necessario che sia in linea con i fori e l occhio. Solo al termine dell esperienza concreta gli alunni prendono atto della tesi finale; cioè che l occhio dev essere messo in linea retta con i fori e l oggetto.

4 Individuazione del fenomeno della riflessione. DATA:04/01/ /01/2014 I Fase TEMPO DEDICATO ALL ATTIVITÁ:2 ore DATA: TEMPO DEDICATO ALL ATTIVITÁ: Ora ci si avvicina al secondo fenomeno della luce: la riflessione. I Fase: Si chiede agli alunni se secondo loro le finestre sono trasparenti. Gli alunni concordano tutti che le finestre sono sempre trasparenti. Un oggetto trasparente è anche riflettente a seconda della provenienza della luce. L insegnante prende atto delle risposte, non commenta, ma chiede ad ognuno di svolgere un esperimento per verificare la loro ipotesi: ognuno dovrà guardare dalla finestra della propria cameretta in due momenti della giornata la stessa ora (es. 7 la mattina e 19 la sera) Il giorno dopo gli allievi portano il risultato all insegnante e tutti con stupore hanno constatato che la finestra era trasparente la mattina, ma era diventata uno specchio la sera. (si riporta in seguito la documentazione dell esperimento eseguito con le riflessioni e la tesi finale). Data: 11/02/2014 Tempo dedicato: 2 ore II Fase : esperimento dello specchio d acqua per approfondire meglio il concetto. Gli allievi davanti al quesito dell insegnante rispondono in modo corretto (ricordando la tesi dell esperimento precedente); (Si riporta in seguito documentazione dell esperienza fatta in classe; gli alunni hanno comunque proposto diverse ipotesi, poiché hanno riferito che uno scienziato deve prendere in considerazione diverse soluzioni prima di verificare quella corretta.) L angolo d incidenza è uguale all angolo riflesso. La luce colpisce e torna indietro con lo stesso angolo. Data : 18/02/2014 tempo dedicato: 2 ore III Fase : esperimento della carta stagnola A tale proposito alcuni allievi fanno un collegamento interdisciplinare (con la Gli allievi sostengono che la carta stagnola non è riflettente. Dopo aver constato il contrario con l esperienza concreta in aula, dicono che se la carta viene stropicciata sarà comunque riflettente. Rimangono molto stupiti che l immagine riflessa risulta deformata. (In seguito si riporta documentazione dell esperimento).

5 geografia), rimembrando il fenomeno dell insolazione del Globo Terrestre che causa le diverse fasce climatiche a seconda dell inclinazione dei raggi. OBIETTIVI OGGETTO DI VALUTAZIONE REGISTRO DELLE ATTIVITÁPROPOSTE DALL INSEGNANTE REGISTRO DELLE ATTIVITÁ/ RISPOSTE DEGLI ALUNNI DATA: 25/02/2014 TEMPO DEDICATO ALL ATTIVITÁ: 2 ore DATA: TEMPO DEDICATO ALL ATTIVITÁ: Conoscere il fenomeno della rifrazione. A questo punto l insegnante accompagna gli allievi a sperimentare e a conoscere il terzo fenomeno riguardante la luce: la rifrazione. Si chiede ai bambini cosa fa la luce, secondo loro, quando passa dall aria all acqua o dall aria al vetro (da un elemento trasparente ad un altro di densità diversa). Dopo aver ascoltato tutte le singole ipotesi, si procede alla verifica con l esperimento della matita immerso in un bicchiere d acqua In seguito l insegnante toglie la matita e l immagine torna unificata. Questo è servito a far capire ai bambini che la luce, che arriva da un oggetto che è in un mezzo diverso da dove lo guardo, ha un CAMMINO OTTICO DIVERSO DA QUELLO GEOMETRICO. Infatti se poi tolgo il mezzo diverso, l immagine torna nel modo iniziale, per cui in questo caso se la luce attraversa un unico mezzo, il CAMMINO OTTICO SARA UGUALE A QUELLO GEOMETRICO (RETTILINEO). Si spiega ai bambini il principio per cui accade questo; cioè che il cammino è determinato dalla velocità, la luce sceglie il tempo minore non la strada minore. Gli allievi rispondono che ciò che vedono ad esempio nell acqua è esattamente l oggetto nella sua reale posizione, sostenendo che il cammino geometrico corrisponde al cammino ottico. Dopo aver fatto l esperimento gli allievi verificano che l oggetto immerso nell acqua non è come dovrebbe apparire, ma deviato. Data: 11/03/2014 In seguito, per ribadire il concetto, si propone alla classe l esperimento della

6 moneta. (In seguito si riporta la documentazione dell esperimento della moneta, con le varie ipotesi proposte dagli alunni e la tesi finale)

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