Analisi del costo e della redditività della produzione del latte in Italia

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1 Analisi del costo e della redditività della produzione del latte in Italia Indagine 2007 Redazione a cura della Direzione Mercati e risk management

2 Executive Summary L analisi dei costi di produzione del latte, svolta da Ismea in collaborazione con il Crpa e l Unalat, interessa i principali distretti produttivi italiani e ne mette in evidenza le grandi differenze nei sistemi di produzione adottati, nei costi e nella redditività delle aziende. L utilizzo della metodologia di calcolo proposta dall EDF (Associazione Europea dei Produttori Latte) rende inoltre possibile il confronto tra la struttura dei costi delle aziende italiane e quelle degli altri paesi europei appartenenti all associazione. Il 2006 ha posto fine ad un periodo di stagnazione per il settore latte soprattutto sotto il profilo dei prezzi a fronte di costi di produzione tendenzialmente in aumento. Il prezzo del latte alla stalla, così come dei derivati, ha iniziato verso fine anno a risentire positivamente dei rincari provenienti dai mercati internazionali proseguendo poi nel corso del 2007 fino ad arrivare a quotazioni record. Tuttavia, nello stesso tempo, anche i prezzi degli input produttivi hanno iniziato un trend esponenziale cha ha portato gli alimenti zootecnici su livelli altissimi. Tale dinamica ha così condizionato i bilanci delle aziende da latte monitorate consentendo solo a quelle dalla struttura economica più flessibile di rispondere positivamente agli input provenienti dal mercato. In Veneto, si è assistito ad una sostanziale stabilità dei costi totali, pari a 40,8 /kg di latte (-0,9%), nonostante la minore produzione di latte. Infatti ciò ha determinato il calo dei costi diretti (-6,3%) grazie al risparmio per gli input alimentari che negli anni precedenti erano utilizzati al massimo per incrementare la produttività delle bovine. L aumento dei ricavi carne nonché dei contributi pubblici ha determinato inoltre un decisivo miglioramento dei costi netti di produzione (-4,6%) così come del reddito famigliare (+13,1%). Anche in Friuli si è registrata una lievissima diminuzione del costo totale, pari nel 2006 a 54 /kg mentre il costo netto ha subito un consistente miglioramento (-5,5%) rispetto allo scorso anno. Le migliori performance finanziarie nelle aziende friulane negli ultimi anni sono imputabili all aumento del livello dei contributi e alla migliore valorizzazione dei ricavi carne in queste aziende che allevano la pezzata rossa, una razza a duplice attitudine. Al contrario, il reddito famigliare che le aziende friulane riescono a raggiungere è sempre notevolmente inferiore (-25%) rispetto a quello delle aziende venete e ciò è da imputare essenzialmente al diverso livello dimensionale. In Lombardia si è osservata una sostanziale tenuta del prezzo del latte che, unitamente ad un aumento dei contributi, ha portato ad un interessante aumento dei ricavi aziendali (+3,8%). Il costo totale è peggiorato in modo consistente (+4,3%) e ciò è da attribuire unicamente ai costi diretti (+8,7%) ed in particolare alle voci relative all alimentazione e agli input energetici. Invece il costo dei fattori produttivi ha segnato un calo interessante (-3,4%) da attribuire esclusivamente al fattore lavoro. In sostanza, la performance finanziaria ed economica delle aziende lombarde ha mostrato un abbattimento del 6,3%, se espressa in termini di reddito famigliare, che è passato da a euro nell ultimo anno. In Piemonte, si è registrata una certa razionalizzazione dei costi di produzione con un calo del costo netto del 3,9%, imputabile essenzialmente ai costi diretti. Tuttavia, il livello assoluto del costo di produzione resta in questa regione più elevato rispetto a quello della Lombardia e del Veneto, regioni con cui è naturale il confronto trattandosi di simili livelli di competitività aziendale. Il 2006 segna comunque un miglioramento dei ricavi per le aziende piemontesi e del reddito familiare che passa da 154 a 175 milioni di euro, pari cioè al livello più elevato di tutto il campione nazionale, anche grazie alle maggiori superfici aziendali disponibili. Riguardo alle aziende del Centro-Sud, si confermano livelli di costo di gran lunga superiori, ma si assottiglia la differenza tra i ricavi totali percepiti rispetto alle aziende del Nord Italia, grazie al recupero del valore della carne e dei contributi. Quindi, nonostante la situazione delle aziende del Centro-Sud Italia si mantenga molto critica, si evidenzia un generale miglioramento degli indicatori di reddito ed una attenuazione dei segnali di difficoltà riscontrati negli anni passati. Il 2006 è stato particolarmente positivo per il Lazio in cui le aziende hanno fatto evidenziare un miglioramento (+17,5%) del reddito familiare e della remunerazione per ora di lavoro (+29%). Sono entrate a far parte della rilevazione due nuove regioni, Sardegna e Toscana, la prima molto simile per struttura aziendale e performance economico finanziaria alle aziende del Nord Italia in condizioni di efficienza e la seconda in una situazione intermedia tra Nord e Sud della penisola. Per quanto riguarda le aziende ubicate in zone di montagna, si è assistito per quelle del Trentino ad un peggioramento dei ricavi e ad un aumento dei costi di produzione, con un conseguente declino del reddito familiare del 41%, che si è attestato a euro con una remunerazione oraria di 9,6 euro/ora. Le aziende nel comprensorio del Parmigiano hanno fatto registrare un sensibile miglioramento delle loro performance economiche dopo un biennio di grosse difficoltà: sia nelle aree di pianura che di montagna il reddito famigliare è stato intorno a euro, contro i delle aziende Lombarde che producono latte alimentare. Infine, dal confronto a livello europeo si evince come i ricavi delle aziende italiane restano mediamente superiori a quelli degli altri campioni di aziende, grazie ad una migliore remunerazione del latte. Tuttavia, in tutti gli altri paesi si ha una maggiore incidenza sui ricavi totali della produzione di carne che compensa, in parte, la differenza di prezzo e raggiunge valori particolarmente elevati in Francia (5,6 euro/100 kg di latte). Nel complesso, nonostante le nostre aziende siano meno competitive riguardo ai costi, dalla compensazione tra le varie determinanti degli indicatori sintetici calcolati, si ricava che il reddito familiare degli allevamenti italiani e la remunerazione per ora di lavoro impiegata in azienda non si discostano molto da quelli degli altri paesi. 2

3 1. Il contesto generale Il 2006 ha segnato la fine di un periodo di relativa calma per il settore latte, caratterizzato dal ristagno dei prezzi del latte nell ambito di una tendenza al ribasso e da costi di produzione sostanzialmente invariati o in lieve crescita. Il monitoraggio del costo e della redditività del settore latte, effettuato continuativamente per cinque anni, ha permesso di evidenziare che gli allevamenti bovini da latte hanno strutture piuttosto statiche che riescono con difficoltà a reagire ai cambiamenti del mercato. Ne è stata una dimostrazione la crisi di approvvigionamento di input produttivi del 2003/2004, causata dalla siccità, e che in maniera analoga ha avuto nuovamente luogo nel corso del 2007 a causa dei rincari degli alimenti zootecnici. A fronte di questa dipendenza dal mercato degli input, le aziende non riescono ad influenzare l offerta e ad influire in modo significativo sul prezzo del latte che, invece, dipende fortemente dall andamento dei prodotti lattiero caseari sul mercato mondiale. Le aziende che riescono ad assorbire le sollecitazioni del mercato adattando la propria situazione produttiva alle esigenze congiunturali, sono quelle che riescono a mantenere un livello di reddito famigliare tale da consentire il proseguimento dell attività. Per mantenere la propria competitività sul mercato è importante per i produttori di latte effettuare un attenta analisi dei propri costi di produzione, in modo da individuare le aree che presentano margini di miglioramento. Come si accennava in precedenza, nel 2006 è iniziata la crescita dei prezzi degli alimenti ad uso zootecnico, che erano diminuiti dopo la crisi del 2003/04 (grafico 1), e tale tendenza andrà accentuandosi sensibilmente, con effetti ancora maggiori, nei primi mesi del Fig. 1.1 Indice dei prezzi degli alimenti ad uso zootecnico /ton Farina di granoturco Farine di soja nazion. Polpe di bietole essiccate in pellets Fonte: Ismea e C.C.I.A.A. L analisi che segue sintetizza le caratteristiche tecniche dei campioni di aziende oggetto di studio, monitora i costi di produzione e valuta la redditività degli allevamenti da latte nei principali distretti produttivi italiani nel periodo Rispetto all edizione precedente sono state inoltre inserite per la prima volta le analisi relative ai campioni di aziende della Sardegna e della Toscana gen- 01 lug- 01 gen- 02 lug- 02 gen- 03 lug- 03 gen- 04 lug- 04 gen- 05 lug- 05 gen- 06 lug- 06 gen- 07 lug Nord-Est (Veneto e Friuli) 2.1 Caratteristiche strutturali delle aziende del campione Il campione di aziende relativo al Friuli è rimasto del tutto invariato nell intero quinquennio oggetto di indagine mentre, nel caso del Veneto, il campione iniziale è stato integrato con aziende di dimensioni più piccole riducendo così il numero medio di capi allevati. Questo adattamento è stato motivato dal fatto che la reale dimensione media delle aziende venete è intorno ai 100 capi e non ai 130 che risultavano dal precedente campione che rappresentava così la zootecnia di punta della regione. Nelle aziende venete si allevano bovine di razza Frisona, mentre nelle aziende friulane le bovine appartengono alla razza Pezzata Rossa, tipicamente a duplice attitudine. Il 2006 ha avuto un decorso regolare dal punto di vista climatico consentendo alle aziende di produrre foraggi in condizioni di normalità. La produzione di latte in Friuli ha subito nell ultimo anno un aumento dell 8,5% rispetto al 2005 in contrapposizione alla stazionarietà che ne aveva caratterizzato tutto il periodo precedente. Al contrario, in Veneto, sono ricorrenti i cambiamenti dei livelli produttivi in dipendenza sia dell andamento climatico che del mercato. Tab. 2.1 Nord-Est: caratteristiche strutturali degli allevamenti in Friuli Friuli Vacche n Razza Pez. Rossa Pez. Rossa Pez. Rosa Produzione di latte Kg Produzione latte per vacca Kg/vacca Contenuto medio in grasso % 4,07 4,01 4,01 Contenuto medio in proteine % 3,48 3,46 3,49 Superfici foraggere ha 35 32,9 33,3 Densità bestiame vacche/ha foragge 1,8 1,9 1,9 Superficie in affitto % 50,4 55,7 51,3 Fonte: Ismea-Crpa-unalat Tab. 2.2 Nord-Est: caratteristiche strutturali degli allevamenti in Veneto Veneto Vacche n Razza Frisona Frisona Frisona Produzione di latte Kg Produzione latte per vacca Kg/vacca Contenuto medio in grasso % 3,75 3,7 3,75 Contenuto medio in proteine % 3,38 3,32 3,34 Superfici foraggere ha 34,2 31,8 30,6 Densità bestiame vacche/ha foragge 3,1 3,4 3,3 Superficie in affitto % 64,8 52,2 46,8 Fonte: Ismea-Crpa-unalat Nonostante la prossima applicazione della Direttiva Nitrati, nel campione di aziende del Veneto il carico di bestiame si attesta sempre su valori superiori alle 3 vacche per ettaro di superficie, mentre è rimasto praticamente invariato nel Friuli tra 1,8 e 1,9 vacche per ettaro. La scarsa disponibilità di terra nelle aziende da latte del Veneto rappresenta un problema ed una fonte di preoccupazione che si è accentuata nell ultimo anno per gli allevatori che nell immediato futuro avranno appunto 3

4 l obbligo di rispettare la normativa relativa alla cosiddetta Direttiva nitrati. 2.2 Prezzi del latte e dei fattori produttivi La tendenza al ribasso del prezzo del latte, relativamente ai 5 anni di monitoraggio, ha appiattito le differenze di remunerazione della materia prima esistenti in origine tra le due zone: partendo nel 2002 da una remunerazione media di 43 /kg in Friuli e di 38,2 /kg in Veneto, si arriva nel 2006 a quotazioni pressocchè identiche intorno a 36 /kg in entrambe le zone. Tale dinamica indica che i prezzi di formaggi DOP come il Montasio, a cui si destina buona parte del prodotto friulano, non sono stati tali da remunerare in modo adeguato la materia prima destinata alle produzioni di qualità seguendo il trend discendente in atto in Europa e in Italia. Il prezzo del latte in Veneto, che era già da considerarsi ai minimi, è diminuito proporzionalmente in misura minore rispetto a quello del Friuli. Resta invece interessante l apprezzamento della carne della Pezzata Rossa che ha continuato a recuperare valore sul mercato sia per le vacche di scarto che per i vitelli. Ciò, insieme alle scarse quotazioni del prodotto latte, ha stimolato la produzione di carne nelle aziende del campione friulano rispetto agli anni precedenti. Tab Nord-Est: prezzi del latte e dei fattori produttivi in Friuli (in, Iva compresa) Friuli Prezzo del latte /100 kg 40,22 38,54 36,4 Prezzo vacche di scarto /kg 0,75 0,89 0,94 Prezzo vitelli maschi /capo Affitto terreni /ha Costo del lavoro /ora 9,47 9,47 9,47 Prezzo quote /kg 0,56 0,54 0,48 Prezzo di affitto quote /kg 0,06 0,06 0,07 Tab 2.4 Nord-Est: prezzi del latte e dei fattori produttivi in Veneto (in, Iva compresa) Veneto Prezzo del latte /100 kg 38,7 37,02 36,79 Prezzo vacche di scarto /kg 0,59 0,71 0,78 Prezzo vitelli maschi /capo Affitto terreni /ha Costo del lavoro /ora 10,2 10,3 10,3 Prezzo quote /kg 0,44 0,42 0,35 Prezzo di affitto quote /kg 0,09 0,1 0,07 Per quanto riguarda alcuni importanti fattori produttivi, si rileva un aumento significativo del prezzo degli affitti dei terreni nel Veneto che rende piuttosto difficile per le aziende l ampliamento della superficie aziendale, al momento molto limitata, e determina quindi un carico di bestiame per ettaro tra i più elevati in Italia, costringendo inoltre gli allevatori ad acquistare una parte consistente del foraggio sul mercato. Questo ulteriore incremento è dovuto proprio alla pressione relativa all applicazione della Direttiva Nitrati che rende ancora più pressante per gli allevatori la necessità di disporre di superfici agricole per un corretto bilancio dell azoto. Il mercato delle quote ha manifestato qualche segno di flessione nel 2006 a causa dell entrata in vigore del disaccoppiamento che non permette oramai il passaggio o la modifica dei diritti acquisiti e quindi dei contributi pubblici che le aziende ricevono con il pagamento unico aziendale. 2.3 Efficienza tecnica della produzione La redditività degli allevamenti da latte dipende in modo significativo, oltre che dalla dimensione aziendale, anche dall efficienza tecnica del processo produttivo. Nel corso del quinquennio considerato l intensità produttiva dei campioni di aziende nelle diverse aree interessate è rimasta sostanzialmente invariata, con la sola eccezione del Veneto dove le variazioni annuali sono più significative. La produttività del lavoro nelle aziende venete resta sempre di buon livello sopra i 120 kg di latte/ora, mentre in Friuli si è registrato un incremento lento ma costante di questo parametro, per un complessivo +25% negli ultimi 5 anni. Tab. 2.5 Nord-Est: efficienza tecnica della produzione in Friuli Friuli concentrati per capo kg/vacca/anno concentrati per produz. latte Kg /100 kg latte 35,9 37,3 34,4 Produttività del lavoro (kg latte/ora) Produttività della terra (t latte /ha) 13,4 14,8 15,4 Impiego di capitali ( /vacca) Efficienza riproduttiva Età primo parto mesi 28, ,6 Interparto giorni Età media delle vacche anni 4,4 5,1 4,8 Tasso di rimonta % 35,4 34,6 35,9 Tab. 2.6 Nord-Est: efficienza tecnica della produzione in Veneto Veneto concentrati per capo kg/vacca/anno concentrati per produz. latte Kg /100 kg latte 35,9 24,1 31,2 Produttività del lavoro (kg latte/ora) Produttività della terra (t latte /ha) 30 34,95 33,8 Impiego di capitali ( /vacca) Efficienza riproduttiva Età primo parto mesi 24, ,6 Interparto giorni Età media delle vacche anni 4,7 4,5 4,8 Tasso di rimonta % ,2 Per quanto riguarda l efficienza riproduttiva si osserva un buon periodo di interparto molto simile nelle aziende dei due campioni considerati. Il tasso di rimonta è leggermente più elevato nelle aziende friulane dove la buona valorizzazione della pezzata rossa rispetto alle quotazioni decrescenti del latte spinge gli allevatori di questa razza a duplice attitudine a puntare anche sulla produzione della carne. 4

5 2.4 Ricavi, costi di produzione e indicatori di reddito I ricavi di queste aziende nel 2006 sono stati influenzati, come già ricordato in precedenza, da un calo del prezzo del latte unito ad una migliore valorizzazione della carne prodotta e da un aumento dei contributi grazie all entrata a regime della OCM latte. Questo meccanismo si è messo in atto in Friuli dove la forte diminuzione del prezzo del latte ha spinto le aziende a puntare maggiormente sulla produzione di carne tanto che il peso dei ricavi carne su 100 kg di latte prodotti è passato da 4,8 euro nel 2002 a quasi 10 euro, consentendo, insieme con l incremento dei contributi relativi all OCM latte, di incrementare i ricavi totali e portarli ai livelli del 2002 quando però la composizione era ben diversa. In Veneto, invece, i ricavi hanno recuperato il livello del 2004 più che altro grazie all aumento dei contributi OCM, mentre non ci sono state variazioni significative nei ricavi latte e carne. Come avvenuto nel biennio precedente i costi di produzione sono stati calcolati per una serie di voci singole che a loro volta sono state aggregate in due grandi categorie: i costi diretti imputabili alla produzione del latte e della carne e i costi dei fattori di produzione inerenti all impiego dei fattori produttivi terra, lavoro e capitale. Tab. 2.7 Nord-Est: ricavi, costi di produzione, indicatori di reddito in Friuli ( /100 kg IVA inclusa) Friuli Var. '06/'05 RICAVI /100 kg % Ricavi latte 40,2 38,5 36,4-5,5 Ricavi carne 4,9 9,2 9,8 5,6 Contributi 4,7 4,7 5,4 16,8 Altri ricavi 0,1 0,7 1,2 69,0 Ricavi totali 49,9 53,1 52,8-0,6 Acquisto animali 1,4 1,3 1,3 5,5 Alimenti (mang.forag.fert.sementi etc.) 12,8 12,0 12,2 1,1 Macchine (manut.,ammort., contoterzi) 5,5 5,0 5,2 4,2 Carburanti, lubrificanti, elettricità, acqua) 2,5 3,0 3,4 12,0 Fabbricati (manutenzione, ammortamento) 3,9 3,6 3,4-5,4 Veterinario, medicine, inseminazione 2,0 2,1 1,9-8,3 Assicurazione, tasse 2,7 2,9 2,6-9,6 Altri costi latte 2,0 1,8 1,6-12,6 Spese generali 0,7 0,6 0,9 38,1 Costi diretti (esclusi salari) 33,4 32,3 32,4 0,3 Costo del capitale fondiario 2,3 2,0 2,3 12,5 Costo del lavoro 16,8 16,1 13,9-13,6 Costo del capitale 4,1 4,1 5,5 35,3 Costo dei fattori di produzione 23,2 22,1 21,6-2,3 Costo totale (escluso costo quote) 56,6 54,4 54,0-0,7 Utile lordo carne e contributi 9,7 14,6 16,4 12,3 Costo netto di produzione 47,0 39,8 37,6-5,5 Reddito familiare azienda in 1000 Euro 53,0 68,5 66,6-2,7 Reddito familiare per 100 kg (Euro) 12,1 14,7 14,8 0,3 Remun. /ora di lavoro (euro/ora) 7,5 10,8 10,0-7,0 Prezzo latte per reddito familiare pos. 28,1 23,4 21,6-7,7 Per quanto riguarda la voce di costo più importante, quella relativa all alimentazione, si è assistito ad una sostanziale stazionarietà di tale voce di spesa per le aziende friulane rispetto all anno precedente, anche se evidentemente la migliore qualità dei foraggi ha permesso di ottenere produzioni migliori. Nelle aziende venete, superata quella fase in cui era necessario produrre per raggiungere i massimi livelli di contributi previsti dall OCM latte, nel 2006 si è registrata una produzione inferiore con una conseguente minore pressione sulle bovine in termini di alimentazione e di utilizzo di concentrati; l effetto è particolarmente evidente in termini di costi dal momento che le aziende venete, per dimensioni aziendali e scarsa disponibilità di terra, sono fortemente dipendenti dal mercato dei foraggi e delle materie prime. Un minor acquisto di alimenti non porta necessariamente ad una riduzione dei costi diretti, come è avvenuto ad esempio in Veneto, perchè se non si spende per l acquisto di input alimentari generalmente si producono foraggi in azienda facendo aumentare le altre voci di costo. Quando i costi diretti tendono ad aumentare e i margini di redditività dell azienda tendono a ridursi, uno dei pochi elementi su cui l allevatore può agire per recuperare redditività è l aumento della produttività e quindi la riduzione delle spese di manodopera. Ciò è particolarmente evidente nel Veneto dove sotto questo punto di vista è stato fatto in questi anni un grosso sforzo di razionalizzazione dei costi. Tab. 2.8 Nord-Est: ricavi, costi di produzione, indicatori di reddito in Veneto ( /100 kg IVA inclusa) Veneto Var. '06/'05 RICAVI /100 kg % Ricavi latte 38,74 37,02 36,79-0,6 Ricavi carne 2,52 2,52 2,74 8,7 Contributi 2,53 2,56 3,98 55,5 Altri ricavi 0,64 1,05 0,61-41,9 Ricavi totali 44,43 43,15 44,12 2,2 Acquisto animali 0,18 0,28 0,37 32,1 Alimenti (mang.forag.fert.sementi etc.) 15,25 14,24 12,57-11,7 Macchine (manut.,ammort., contoterzi) 3,69 3,26 3,19-2,1 Carburanti, lubrificanti, elettricità, acqua) 1,37 1,91 2,17 13,6 Fabbricati (manutenzione, ammortamento) 2,85 2,9 2,88-0,7 Veterinario, medicine, inseminazione 1,97 1,8 2,04 13,3 Assicurazione, tasse 1,84 2,07 1,5-27,5 Altri costi latte 0,66 1,12 1,47 31,3 Spese generali 0,82 1,12 0,69-38,4 Costi diretti (esclusi salari) 28,64 28,7 26,89-6,3 Costo del capitale fondiario 1,76 1,75 2,28 30,3 Costo del lavoro 9,31 9 9,16 1,8 Costo del capitale 2,13 1,75 2,46 40,6 Costo dei fattori di produzione 13,19 12,5 13,9 11,2 Costo totale (escluso costo quote) 41,83 41,19 40,8-0,9 Utile lordo carne e contributi 5,7 6,13 7,34 19,7 Costo netto di produzione 36,13 35,06 33,46-4,6 Reddito familiare azienda in 1000 Euro 97,39 78,36 88,6 13,1 Reddito familiare per 100 kg (Euro) 11,79 9,05 12,03 32,9 Remun. /ora di lavoro (euro/ora) 14,47 14,48 14,3-1,2 Prezzo latte per reddito familiare pos. 26,76 27,85 24,76-11,1 In sostanza, quindi, si è assistito ad un livello dei costi totali praticamente stabile sia nel Veneto, che in Friuli grazie anche al graduale aumento della produttività registrata in questi ultimi anni. Visto che il costo totale include i costi per produrre la carne ed è inoltre un costo al lordo dei contributi, depurandolo da queste voci si ottiene il costo netto. In entrambi i casi, per le ragioni menzionate in precedenza, i ricavi carne e i contributi sono aumentati nel quinquennio e hanno permesso di contenere il costo netto. In Friuli il forte incremento dei ricavi carne ha permesso di ridurre notevolmente il costo netto per la produzione di latte che è passato da circa 47 euro/100 kg a circa 37,6 euro/100 kg, riducendosi di quasi 10 euro. Per quanto riguarda gli indicatori di reddito, continua il progressivo calo del reddito famigliare registrato nelle aziende venete nel quinquennio considerato con una leggera ripresa nel 2006 dovuta essenzialmente all incremento di contributi pubblici. Nelle aziende del Friuli con un numero inferiore di capi allevati ma con una razza a duplice attitudine si riesce a raggiungere 5

6 un risultato in termini di reddito famigliare di euro circa inferiore alle aziende Venete. 3. Pianura padano-veneta (Lombardia, Veneto 1, Piemonte) 3.1 Caratteristiche strutturali delle aziende del campione Questo gruppo di aziende è molto importante nell analisi perché rappresenta, in termini quantitativi, l area dove è maggiormente concentrata la produzione di latte nel nostro Paese. Per quanto riguarda le caratteristiche strutturali, i campioni delle tre regioni comprendono aziende con dimensioni molto simili, tutte superiori ai 100 capi, quindi più facilmente confrontabili. Resta comunque una certa differenza importante tra le diverse zone in termini di SAU foraggera: le aziende lombarde e, ancora di più, quelle piemontesi dispongono di maggiori superfici per la produzione dei foraggi rispetto alle aziende venete ed è evidente il diverso carico di bestiame per ettaro registrato nei diversi campioni. Questa maggiore o minore disponibilità di superfici ha inoltre una certa influenza sulle strategie aziendali riguardo alla possibilità di produrre o acquistare foraggi e mangimi. La produttività delle bovine risulta molto simile tra le aziende lombarde e quelle piemontesi mentre quelle venete sono risultate le più produttive. Le differenze produttive emerse nel corso del quinquennio possono essere legate a delle specificità regionali e stagionali ma tendenzialmente si dimostra che in queste aree della pianura padano veneta si possono ottenere produzioni mediamente molto elevate e prossime ai kg/vacca di latte. Sono risultati molto buoni anche i livelli qualitativi in termini di grasso e proteine soprattutto nel 2006 in tutte e tre le aree analizzate. Tab. 3.1 Pianura padano-veneta: caratteristiche strutturali degli allevamenti in Lombardia Lombardia Vacche n Razza Frisona Frisona Frisona Produzione di latte Kg Produzione latte per vacca Kg/vacca Contenuto medio in grasso % 3,65 3,7 3,76 Contenuto medio in proteine % 3,28 3,28 3,4 Superfici foraggere ha Densità bestiame n. vacche/ha foraggere 2,28 2,5 2,2 Superficie in affitto % 59,21 39,39 46,84 Tab. 3.2 Pianura padano-veneta: caratteristiche strutturali degli allevamenti in Piemonte Piemonte U.d.m Vacche n Razza Frisona Frisona Frisona Produzione di latte Kg Produzione latte per vacca Kg/vacca Contenuto in grasso % 3,7 3,93 3,78 Contenuto in proteine % 3,37 3,37 3,42 Superfici foraggere ha 87 88,5 76 Densità bestiame n. vacche/ha foraggere 1,6 1,7 1,6 Superficie in affitto % 65, Per le tabelle relative al Veneto si rimanda al paragrafo precedente 3.2 Prezzi del latte e dei fattori produttivi Per quanto riguarda il prezzo del latte nelle aziende del campione lombardo, si osserva una sostanziale tenuta nell arco del quinquennio considerato ed un recupero finale con un ritorno nel 2006 sui livelli di prezzo del Risulta invece stabilizzato nel 2006 il prezzo della carne delle vacche di scarto rispetto all anno precedente dopo un triennio di progressive rivalutazioni. Si assiste inoltre ad una continua crescita del prezzo di affitto dei terreni probabilmente spinto, nell ultimo periodo, dall applicazione della direttiva nitrati. Un altro elemento molto importante è dato dal valore di mercato delle quote latte che in Lombardia, come del resto nelle altre aree considerate, ha cominciato a segnare una flessione più pronunciata nel 2006, dopo i forti rialzi relativi al Anche per il Piemonte si assiste ad un livello stagnante del prezzo del latte degli ultimi anni. Il mercato fondiario, invece, supportato da un buon livello di domanda continua a sostenere il prezzo di affitto dei terreni che resta in tutte e tre le regioni superiore ai 500 /ha anche se in Piemonte e Veneto, a differenza della Lombardia, il 2006 fa evidenziare una tendenza al ribasso. Tab. 3.3 Pianura padano-veneta: prezzi del latte e dei fattori produttivi in Lombardia (in, IVA compresa) Lombardia Prezzo del latte /100 kg 36,69 36,83 37,24 Prezzo vacche di scarto /kg 0,61 0,71 0,69 Prezzo vitelli maschi /capo Affitto terreni /ha Costo del lavoro /ora 10,2 10,3 10,3 Prezzo quote /kg 0,66 0,62 0,52 Prezzo di affitto quote /kg 0,09 0,1 0,09 Tab. 3.4 Pianura padano-veneta: prezzi del latte e dei fattori produttivi in Piemonte (in, IVA compresa) Piemonte U.d.m Prezzo del latte /100 kg 38,26 38,57 38,4 Prezzo vacche di scarto /kg 0,64 0,68 0,71 Prezzo vitelli maschi /capo Affitto terreni /ha Costo del lavoro /ora 10,1 10,3 10,3 Prezzo quote /kg 0,41 n.d. 0,25 Prezzo di affitto quote /kg 0,04 0,04 0, Efficienza tecnica della produzione Le aziende da latte dei campioni appartenenti a queste aree rappresentano senza dubbio gli allevamenti con i parametri produttivi migliori esistenti nel nostro paese. In particolare, si osserva una produttività del lavoro intorno ai 120 kg/latte/ora, solo leggermente più bassa in Piemonte rispetto alle altre due regioni. Il consumo di concentrati per vacca è elevato nelle aziende lombarde e venete e contribuisce a determinare una produzione di latte per vacca molto buona. Per quanto riguarda l efficienza riproduttiva i dati del 2006 non evidenziano cambiamenti particolari rispetto a quanto avvenuto negli anni precedenti. 6

7 Tab. 3.5 Pianura padano-veneta: efficienza tecnica della produzione in Lombardia Lombardia concentrati per capo kg/vacca/anno concentrati per produz. latte Kg /100 kg latte 32,9 28,4 1,2 Produttività del lavoro (kg latte/ora) Produttività della terra (t latte /ha) 23 22,7 23 Impiego di capitali ( /vacca) Efficienza riproduttiva Età primo parto mesi 27, ,7 Interparto giorni Età media delle vacche anni 3,8 4,3 4,2 Tasso di rimonta % Tab. 3.6 Pianura padano-veneta: efficienza tecnica della produzione in Piemonte Piemonte U.d.m concentrati per capo kg/vacca/anno concentrati per produz. latte Kg /100 kg latte 34,64 24,8 27,1 Produttività del lavoro (kg latte/ora) 109, Produttività della terra (t latte /ha) 15,6 17,7 17,5 Impiego di capitali ( /vacca) Efficienza riproduttiva Età primo parto mesi 26,13 25,1 25,4 Interparto giorni Età media delle vacche anni 4,6 4,1 4,4 Tasso di rimonta % 23,3 25,6 27,9 3.4 Ricavi, costi di produzione e indicatori di reddito In tutte e tre le regioni dell area padano veneta si evidenzia nel 2006 un leggero aumento dei ricavi da attribuire all incremento dei contributi Pac: l entità di tale miglioramento varia dal +3,8% delle aziende del campione lombardo al +2,2% di quelle venete fino al più contenuto aumento del 1,8% di quelle piemontesi. Per quanto riguarda i costi diretti, in Lombardia si è avuto nel 2006 un incremento significativo dovuto in particolare ai maggiori costi di alimentazione ma anche ad una serie di altre voci di spesa che hanno fatto registrare un +8,6% rispetto all anno precedente. Al contrario, sia in Piemonte che in veneto le spese di alimentazione hanno subito un certo ridimensionamento nell ultimo anno, ritornando intorno ai livelli del Ciò ha inciso naturalmente sull ammontare complessivo dei costi diretti che infatti diminuiscono del 3,1% e del 6,3% rispettivamente in Piemonte ed in Veneto in confronto al Si tratta comunque di cambiamenti molto legati alle strategie aziendali e legati alle diverse zone che non consentono di individuare dei trend ben precisi. L entità dei costi totali complessivamente fa evidenziare un aumento in Lombardia ed una diminuzione anche se contenuta in Veneto e Piemonte. I risultati dipendono anche dalla produttività registrata nei diversi campioni che influenza notevolmente la ripartizione dei costi, specialmente dei costi fissi. E inoltre interessante osservare come il livello di costo totale tenda ad aumentare passando dal Veneto al Piemonte in modo quasi proporzionale rispetto alla disponibilità di terra dei diversi campioni di aziende analizzati che è più alto appunto in Piemonte rispetto alla Lombardia e al Veneto. Tab. 3.7 Pianura padano-veneta: ricavi, costi di produzione, indicatori di reddito in Lombardia ( /100 kg IVA inclusa) Lombardia Var. '06/'05 RICAVI /100 kg % Ricavi latte 36,7 36,8 37,3 1,1 Ricavi carne 2,5 2,8 2,7-2,5 Contributi 2,5 3,8 4,6 20,1 Altri ricavi 0,2 0,0 0,6 1375,0 Ricavi totali 41,9 43,5 45,2 3,8 Acquisto animali 0,0 0,7 0,7 Alimenti (mang.forag.fert.sementi etc.) 13,4 11,1 12,8 15,0 Macchine (manut.,ammort., contoterzi) 3,6 3,3 3,2-3,6 Carburanti, lubrificanti, elettricità, acqua) 2,1 2,3 2,8 20,8 Fabbricati (manutenzione, ammortamento) 2,3 2,7 2,7 0,8 Veterinario, medicine, inseminazione 1,7 1,8 1,7-2,3 Assicurazione, tasse 2,2 2,5 2,1-14,4 Altri costi latte 1,2 1,3 1,8 43,7 Spese generali 0,7 1,5 1,7 11,1 Costi diretti (esclusi salari) 27,1 27,1 29,5 8,7 Costo del capitale fondiario 2,2 2,7 3,0 11,5 Costo del lavoro 11,2 10,7 9,2-14,2 Costo del capitale 1,7 1,9 2,6 36,9 Costo dei fattori di produzione 15,1 15,3 14,7-3,4 Costo totale (escluso costo quote) 42,3 42,4 44,2 4,3 Utile lordo carne e contributi 5,2 6,6 7,9 19,0 Costo netto di produzione 37,1 35,8 36,3 1,6 Reddito familiare azienda in 1000 Euro 66,0 103,9 97,4-6,3 Reddito familiare per 100 kg (Euro) 6,2 8,7 9,0 4,3 Remun. /ora di lavoro (euro/ora) 12,0 14,0 12,4-11,4 Prezzo latte per reddito familiare pos. 30,0 28,2 28,2 0,2 Il costo dei fattori di produzione come è noto comprende costi espliciti come il lavoro salariato e il costo opportunità per il lavoro familiare ed i capitali investiti in azienda. Queste voci di costo implicite sono naturalmente quelle che in misura minore vengono percepite dagli allevatori. In termini di costo netto di produzione le aziende di tutte e tre le regioni hanno registrato un calo interessante che tende a riportare il costo verso i valori del A questo risultato contribuiscono in modo significativo le maggiori detrazioni dovute ai più consistenti ricavi carne e contributi. Tab. 3.8 Pianura padano-veneta: ricavi, costi di produzione, indicatori di reddito in Piemonte ( /100 kg IVA inclusa) Piemonte Var. '06/'05 RICAVI /100 kg % Ricavi latte 38,3 38,6 38,4-0,5 Ricavi carne 2,1 2,9 3,1 6,8 Contributi 3,0 4,4 4,8 10,5 Altri ricavi 0,1 0,6 1,0 60,7 Ricavi totali 43,4 46,5 47,3 1,8 Acquisto animali 0,2 0,4 0,2-59,0 Alimenti (mang.forag.fert.sementi etc.) 12,4 13,5 12,3-9,1 Macchine (manut.,ammort., contoterzi) 3,3 3,1 3,7 21,5 Carburanti, lubrificanti, elettricità, acqua) 2,3 2,3 2,7 18,3 Fabbricati (manutenzione, ammortamento) 4,0 3,6 3,7 3,3 Veterinario, medicine, inseminazione 1,5 1,8 1,5-16,4 Assicurazione, tasse 1,7 2,1 2,5 16,4 Altri costi latte 0,7 1,3 1,2-8,5 Spese generali 0,3 1,6 1,0-37,0 Costi diretti (esclusi salari) 26,5 29,7 28,8-3,1 Costo del capitale fondiario 3,3 2,8 2,6-6,5 Costo del lavoro 12,0 11,2 10,9-2,2 Costo del capitale 2,8 2,6 3,5 34,6 Costo dei fattori di produzione 18,1 16,5 17,0 2,9 Costo totale (escluso costo quote) 44,6 46,3 45,8-1,0 Utile lordo carne 5,1 7,9 9,0 13,1 Costo netto di produzione 39,5 38,3 36,8-3,9 Reddito familiare azienda in 1000 Euro 123,1 154,0 174,9 13,6 Reddito familiare per 100 kg (Euro) 10,8 11,7 13,1 12,4 Remun. /ora di lavoro (euro/ora) 12,8 13,6 15,6 15,0 Prezzo latte per reddito familiare pos. 27,5 26,8 25,2-5,9 Per quanto riguarda gli indicatori di reddito, le aziende più grandi relative al Piemonte ottengono un reddito famigliare maggiore, soprattutto grazie alla disponibilità di terra, tanto da sfiorare i euro di media per 7

8 azienda, con un trend di crescita nel quinquennio probabilmente legato ai contributi pubblici dell OCM latte. Le aziende della Lombardia e del Veneto hanno un reddito famigliare minore raggiungendo i euro in Lombardia e gli in Veneto dove oltre alle minori dimensioni aziendali c è anche minore disponibilità di superfici. Questa differenza importante è da attribuire al fatto che le maggiori dimensioni delle aziende Piemontesi e Lombarde, in termini di superfici, determinano una maggiore immobilizzazione di capitali propri ed in particolare di capitale fondiario, per cui in proporzione l impiego di manodopera famigliare è inferiore rispetto a quella delle aziende venete. 4. Centro-Sud (Lazio, Puglia, Campania, Sicilia) Il contesto generale di queste aree ha visto nell ultimo anno un incremento della produzione del latte particolarmente evidente nel Lazio dove si è avuto un incremento delle dimensioni aziendali di circa 14 capi. Il mercato della materia prima in queste aree ha mantenuto dei livelli superiori delle quotazioni rispetto alle aree del nord Italia. Per il primo anno inoltre si riportano i dati di altre due regioni che per la prima volta partecipano all analisi del costo di produzione del latte: la Sardegna nella zona di Arborea e la Toscana nell area di Grosseto. 4.1 Caratteristiche strutturali delle aziende del campione Nel 2006 le aziende dei campioni hanno subito variazioni significative dal punto di vista strutturale rispetto al 2005: in particolare per il Lazio, come si accennava in precedenza, si passa da una media di 59 a 73 vacche. Non variano invece le dimensioni delle aziende pugliesi dove però, nonostante il ridotto numero medio di capi per azienda, le produzioni si attestano su livelli simili a quelle del Lazio ossia intorno ai kg di latte/vacca. La situazione strutturale delle aziende sarde appartenenti al distretto produttivo di Arborea è invece molto più simile a quella di aziende del nord Italia con una media di capi allevati superiore a 100 e produzioni per vacca prossime ai kg annui. In Toscana le dimensioni aziendali sono di 92 vacche mentre la produzione media è relativamente bassa con kg di media per il gruppo. Tab. 4.1 Centro-Sud: caratteristiche strutturali degli allevamenti nel Lazio Lazio Vacche n Razza Frisona Frisona Frisona Produzione di latte Kg Produzione latte per vacca Kg/vacca Contenuto in grasso % 3,56 3,58 3,58 Contenuto in proteine % 3,31 3,32 3,31 Superfici foraggere ha 14,2 16,9 24 Densità bestiame vacche/ha foragge 4 3,5 3 Superficie in affitto % 35,8 34,1 34 Per quanto concerne le superfici foraggere destinate alla produzione degli alimenti zootecnici, si nota un graduale incremento delle superfici nelle aziende pugliesi e laziali probabilmente anche per effetto della direttiva nitrati. Le aziende sarde non dispongono di molta superficie e il carico di bestiame è simile a quello del Veneto, mentre la situazione è molto più equilibrata in Toscana con un carico di bestiame di 1,9 vacche per ettaro. Tab. 4.2 Centro-Sud: caratteristiche strutturali degli allevamenti in Puglia Puglia Vacche n Razza Frisona Frisona Frisona Produzione di latte Kg Produzione latte per vacca Kg/vacca Contenuto in grasso % 3,6 3,6 3,61 Contenuto in proteine % 3,4 3,35 3,36 Superfici foraggere ha 13,2 16,6 18 Densità bestiame n. vacche/ha foraggere 1,6 1,3 1,1 Superficie in affitto % 35,4 42,52 46,0 Tab. 4.3 Centro-Sud: caratteristiche strutturali degli allevamenti in Sardegna e Toscana Sardegna Toscana U.d.m Vacche n Razza Frisona Frisona Produzione di latte Kg Produzione latte per vacca Kg/vacca Contenuto in grasso % 3,69 3,57 Contenuto in proteine % 3,34 3,14 Superfici foraggere ha 31,5 46,5 Densità bestiame n. vacche/ha foraggere 3,6 1,9 Superficie in affitto % Prezzi del latte e dei fattori produttivi Il prezzo del latte alla stalla dopo il buon incremento riportato nel 2005, fa registrare una lieve flessione sia nel Lazio che in Puglia. Nel primo caso il latte viene pagato 41,60 euro per 100Kg e in Puglia 39,70 euro per 100 kg. Il prezzo del latte in Toscana è molto simile a quello pugliese con 39,20 euro/100kg mentre risulta molto interessante la remunerazione del latte in Sardegna dove la Cooperativa Arborea che ritira la maggior parte del latte sardo riesce a remunerare i soci con 42,00 euro/100 Kg. Non si registrano importanti variazioni per gli altri parametri economici nel Lazio e in Puglia mentre si può notare l elevato prezzo di affitto dei terreni in Sardegna dove la scarsità di terra nell area di produzione del latte rende questo fattore di produzione particolarmente costoso. Tab 4.4 Centro-Sud: prezzi del latte e dei fattori produttivi nel Lazio (in, Iva compresa) Lazio Prezzo del latte /100 kg 40,75 42,44 41,6 Prezzo vacche di scarto /kg 0,58 1,08 0,93 Prezzo vitelli maschi /capo Affitto terreni /ha Costo del lavoro /ora 9,44 9,44 9,45 Prezzo quote /kg 0,4 0,4 0,35 Prezzo di affitto quote /kg 0,05 0,05 0,05 Il prezzo delle quote nel Lazio e Puglia ha mostrato dei cali importanti come del resto è avvenuto nelle altre regioni italiane. 8

9 Tab 4.5 Centro-Sud: prezzi del latte e dei fattori produttivi in Puglia (in, Iva compresa) Puglia Prezzo del latte /100 kg 37, ,7 Prezzo vacche di scarto /kg 0,47 0,96 0,96 Prezzo vitelli maschi /capo Affitto terreni /ha Costo del lavoro /ora 8,54 9 9,05 Prezzo quote /kg 0,5 0,5 0,45 Prezzo di affitto quote /kg 0,11 0,11 0,1 Tab 4.6 Centro-Sud: prezzi del latte e dei fattori produttivi in Sardegna e Toscana (in, Iva compresa) Sardegna Toscana U.d.m Prezzo del latte /100 kg 42 39,2 Prezzo vacche di scarto /kg 0,81 0,9 Prezzo vitelli maschi /capo Affitto terreni /ha Costo del lavoro /ora 10,3 10,3 Prezzo quote /kg 0,44 0,35 Prezzo di affitto quote /kg 0,06 0,1 4.3 Efficienza tecnica della produzione In entrambe le regioni monitorate costantemente dal 2002 si rileva un sostenuto utilizzo di mangimi prossimo ai kg per bovina, che ha permesso in assenza di produzioni foraggere elevate di sostenere la produzione e di raggiungere produzioni unitarie di kg per bovina allevata. La situazione è sostanzialmente diversa in Sardegna dove le migliori produzioni foraggere consentono una razione più equilibrata e di ottenere risultati decisamente migliori rispetto alle altre regioni analizzate in questo capitolo. In Toscana la scarsa produzione per vacca viene giustificata da uno scarso ricorso all utilizzo di mangimi nella razione se confrontata con il consumo che avviene negli altri campioni di aziende. Tab. 4.7 Centro-Sud: efficienza tecnica della produzione nel Lazio Lazio concentrati per capo kg/vacca/anno concentrati per produz. latte Kg /100 kg latte 40,4 37,1 41,9 Produttività del lavoro (kg latte/ora) Produttività della terra (t latte /ha) 31,5 26,6 22,3 Impiego di capitali ( /vacca) Efficienza riproduttiva Età primo parto mesi 26,1 24,5 24 Interparto giorni Età media delle vacche anni 4,6 4,1 4,6 Tasso di rimonta % 25,1 15,2 20 Tab. 4.8 Centro-Sud: efficienza tecnica della produzione in Puglia Puglia concentrati per capo kg/vacca/anno concentrati per produz. latte Kg /100 kg latte 58,2 63,9 43,1 Produttività del lavoro (kg latte/ora) Produttività della terra (t latte /ha) 9,3 7,9 8,5 Impiego di capitali ( /vacca) Efficienza riproduttiva Età primo parto mesi 25,2 25,2 24,9 Interparto giorni Età media delle vacche anni 6,9 6,9 7 Tasso di rimonta % Tab. 4.9 Centro-Sud: efficienza tecnica della produzione in Sardegna e Toscana Sardegna Toscana U.d.m concentrati per capo kg/vacca/anno concentrati per produz. latt Kg /100 kg latte 30,7 38,8 Produttività del lavoro (kg latte/ora) Produttività della terra (t latte /ha) 33,7 24,5 Impiego di capitali ( /vacca) Efficienza riproduttiva Età primo parto mesi 25,4 25,4 Interparto giorni 414 n.d. Età media delle vacche anni 6 8 Tasso di rimonta % 32,8 15 La produttività del lavoro non segue trend ben definiti in Puglia e nel Lazio ma oscilla in funzione della produzione. La situazione in Sardegna in termini di produttività si avvicina molto a quanto avviene nelle aziende del nord Italia mentre la Toscana per questo parametro si colloca in una situazione intermedia tra aziende del Sud e del Nord della penisola. Gli altri parametri relativi all efficienza riproduttiva non subiscono grosse variazioni e restano in linea con quanto accaduto negli anni precedenti per Lazio e Puglia mentre mostrano livelli molto simili nelle nuove aree oggetto di indagine. 4.4 Ricavi, costi di produzione e indicatori di reddito Grazie al recupero del valore della carne ed ai contributi in parte derivanti dall OCM latte, nel Lazio i ricavi totali sono aumentati di un + 1,5% nel Opposta la situazione in puglia dove si è registrato un calo del 2,2% anche se occorre considerare che le aziende avevano avuto dei forti incrementi dei ricavi nell anno precedente. In Sardegna e in Toscana i ricavi totali si attestano sui 49 euro 100kg, decisamente meglio di quanto ottenuto dalle aziende del nord Italia, con le quali per molti parametri si raffrontano. Per quanto riguarda i costi, quelli di alimentazione tendono ad aumentare sia nel Lazio sia in Puglia portandosi praticamente a livelli molto simili nelle 2 aree analizzate. Con un ammontare intorno ai 18 euro tale voce è decisamente più elevata di quanto speso nelle aziende sarde dove, nonostante il forte impiego di concentrati, le aziende riescono avere delle 9

10 produttività per vacca in grado di contenere il costo unitario di alimentazione. In totale i costi diretti rimangono sostanzialmente invariati nel Lazio e in Puglia e fanno si che anche il costo totale per questi campioni di aziende non subisca delle variazioni significative, come del resto si era osservato nelle regioni del nord Italia. In tutte le regioni del Centro Sud i costi diretti hanno superato nel 2006 i 32 euro/100 kg di latte prodotto. Tab Centro-Sud: ricavi, costi di produzione, indicatori di reddito nel Lazio ( /100 kg IVA inclusa) Lazio Var. '06/'05 RICAVI /100kg % Ricavi latte 40,75 42,44 41,64-1,9 Ricavi carne 0,95 1,31 1,6 22,1 Contributi 1,85 2,22 3,33 50,0 Altri ricavi 0 0 0,13 - Ricavi totali 43,56 45,96 46,7 1,6 Acquisto animali 0,18 0, ,0 Alimenti (mang.forag.fert.sementi etc.) 16,99 17,33 18,1 4,4 Macchine (manut.,ammort., contoterzi) 3,05 3,19 3-6,0 Carburanti, lubrificanti, elettricità, acqua) 3,27 3, ,8 Fabbricati (manutenzione, ammortamento) 4,12 3,86 3,4-11,9 Veterinario, medicine, inseminazione 1,86 1,6 1,4-12,5 Assicurazione, tasse 1,96 1,95 1,7-12,8 Altri costi latte 0,53 0,63 0,5-20,6 Spese generali 0,54 0,57 0,5-12,3 Costi diretti (esclusi salari) 32,51 32,52 32,6 0,2 Costo del capitale fondiario 2,28 2,33 2,7 15,9 Costo del lavoro 14,26 13,9 12,45-10,4 Costo del capitale 3,17 3,01 2,95-2,0 Costo dei fattori di produzione 19,71 19,24 18,1-5,9 Costo totale (escluso costo quote) 52,23 51,77 50,7-2,1 Utile lordo carne 2,81 3,53 5,06 43,3 Costo netto di produzione 49,42 48,24 45,64-5,4 Reddito familiare azienda in 1000 Euro 39,95 44,13 51,87 17,5 Reddito familiare per 100 kg (Euro) 7,89 10,27 9,82-4,4 Remun. /ora di lavoro (euro/ora) 6,36 6,14 7,9 28,7 Prezzo latte per reddito familiare pos. 32,86 32,12 31,7-1,3 Il contenimento dei costi diretti è supportato dalla riduzione dei costi dei fattori di produzione che in Lazio ed in Puglia hanno invertito la tendenza negativa riducendo il loro importo a seguito dell incremento del latte prodotto. Nel complesso si ottiene una riduzione del costo totale nel Lazio soprattutto grazie all aumento delle dimensioni aziendali. L aumento dei ricavi carne e dei contributi nel Lazio e in Puglia determinano quindi una riduzione del costo netto di produzione nel 2006 rispetto all anno precedente. Negli anni passati gli indicatori di reddito davano dei precisi segnali di forte difficoltà delle aziende del Sud Italia. In particolare si assisteva a dei livelli di remunerazione della manodopera bassissimi e tali da giustificare la chiusura di molti allevamenti da latte e la vendita delle quote ad aziende del nord Italia. Dal 2004 il miglioramento sul fronte dei ricavi, non tanto dovuti al prezzo del latte ma all aumento dei ricavi carne e dei contributi hanno permesso un miglioramento degli indicatori di reddito. Il reddito famigliare nel Lazio si attesta a livelli superiori ai euro, in crescita rispetto all anno precedente, con una remunerazione per ora lavorata di 7,90 euro. In Puglia si sono raggiunti i euro di reddito famigliare con una remunerazione di 6,00 euro per ora lavorata. In Sardegna si osserva una situazione di reddito famigliare simile ai livelli delle aziende del nord Italia e cioè superiore ai per azienda e una remunerazione oraria di 10,47 euro. Intermedia la situazione registrata in Toscana, con circa euro di reddito famigliare e una remunerazione oraria di 5,10 euro. Nonostante il miglioramento rispetto al 2004 gli indicatori di reddito evidenziano che in queste aziende difficilmente l attività relativa all allevamento da latte riesce a fornire un reddito famigliare soddisfacente. Il caso della Puglia è piuttosto singolare perché in queste aziende vi sono altre attività agricole che tendono a fornire altri redditi (Olivo, Vite). Tab Centro-Sud: ricavi, costi di produzione, indicatori di reddito in Puglia ( /100 kg IVA inclusa) Puglia Var. '06/'05 RICAVI /100kg % Ricavi latte 37,65 40,99 39,7-3,1 Ricavi carne 1,91 4,53 4,45-1,8 Contributi 5,21 8,96 8,8-1,8 Altri ricavi 0 0,47 0,75 - Ricavi totali 44,77 54,95 53,7-2,3 Acquisto animali 0,36 0, ,0 Alimenti (mang.forag.fert.sementi etc.) 17,78 17,54 18,2 3,8 Macchine (manut.,ammort., contoterzi) 1,99 2,12 1,9-10,4 Carburanti, lubrificanti, elettricità, acqua) 2,88 4 3,6-10,0 Fabbricati (manutenzione, ammortamento) 4,15 4,1 3,2-22,0 Veterinario, medicine, inseminazione 1,06 1,38 1,7 23,2 Assicurazione, tasse 3,11 3,11 2,55-18,0 Altri costi latte 0,25 0,72 1,4 94,4 Spese generali 0,77 0,55 0,55 0,0 Costi diretti (esclusi salari) 32,35 33,85 33,1-2,2 Costo del capitale fondiario 5,66 5,83 7,25 24,4 Costo del lavoro 17,95 17, ,0 Costo del capitale 3,61 3,24 2,65-18,2 Costo dei fattori di produzione 27,22 26,42 26,9 1,8 Costo totale (escluso costo quote) 59,57 60, ,5 Utile lordo carne 7,12 13, ,2 Costo netto di produzione 52,45 46, ,7 Reddito familiare azienda in 1000 Euro 10,48 21,89 20,68-5,5 Reddito familiare per 100 kg (Euro) 10 18,35 18,2-0,8 Remun. /ora di lavoro (euro/ora) 1,89 6, ,4 Prezzo latte per reddito familiare pos. 27,65 22,64 21,5-5,0 10

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