Il territorio di Reggio Emilia Itinerario 2: in bici tra città e campagna

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1 La strada della pace da Lubecca a Roma: paesaggi di pace. Il territorio di Reggio Emilia Itinerario 2: in bici tra città e campagna 2 A dell Istituto tecnico per Geometri Angelo Secchi di Reggio Emilia nell anno scolastico 2007/2008 L itinerario propone un percorso che partendo da Reggio Emilia si dirige verso sud senza allontanarsi tanto dalla città. L intero anello del percorso si sviluppa quasi per intero su piste ciclabili e quindi la

2 caratteristica di questo percorso è che può essere fatto in bicicletta. Lungo l itinerario incontriamo le ville che i reggiani benestanti hanno costruito in questa parte della città che ha anche oggi una vocazione solo residenziale e l aveva, a maggior ragione, in passato quando gli Este tracciarono lo stradone ducale per raggiungere il Palazzo Ducale a Rivalta. La meta principale di questo itinerario è appunto la villa ducale di Rivalta: è proprio questo l elemento più interessante e determinante della costruzione di tutte le ville che sono sorte nei dintorni. Come le foto mostrano l edificio più importante del percorso è anche quello che si presenta nel peggior stato di conservazione. Attorno al recupero della Villa Ducale si sta però lavorando. Per ora è stato recuperato e inserito in uno dei più frequentati percorsi pedonali della città il parco, ma anche l edificio sarà restaurato. La villa Ducale di Rivalta Rivalta è una frazione del comune di Reggio, a sud della città ed una delle

3 antiche "ville" in cui si suddivideva il territorio rurale. Nel territorio di questa villa fu edificato il magnifico palazzo di campagna della Casa d'este costruito per ordine del Duca Francesco III per impulso della principessa francese Carlotta Aglae d'orléans, sposa dell'erede del ducato; i lavori iniziarono probabilmente nel 1723 e si protrassero fino al 1750 circa. La villa si isprivata alla reggia di Versailles, aveva pianta ad "U" con un corpo signorile centrale affiancato da ali ai lati. Nel 1788 il palazzo fu collegato alla città, nella parte iniziale del percorso, da un viale alberato tuttora ben conservato (viale Umberto I), dotato di fontane e di obelischi decorativi e affiancato da filari di pioppi cipressini. La chiesetta fu condotta a termine contemporaneamente al palazzo. La "Delizia" ducale, fuggiti gli Estensi nel 1797, fu venduta dal governo repubblicano a Bernardino Lolli che, alienatone gli arredi lascio il fabbricato in abbandono. La reggia venne depredata e in gran parte demolita durante l'occupazione napoleonica. Ora ne rimane solo un'ala, probabilmente quella destinata alla servitù, e la cappella, anch'essa in rovina e inglobata in edifici agricoli successivi. Del parco e dei giardini con giochi d'acqua, costruiti utilizzando l'acqua del vicino torrente, è rimasta solo una pallida traccia. Quattro delle tante statue che ornavano i giardini sono ora nel Parco del Popolo (nel centro città); due furono collocate già in epoca antica sul ponte del Crostolo a San Pellegrino e una si trova in piazza del Duomo. I resti della villa e del giardino sono stati acquisiti nel 2005 dal Comune di Reggio Emilia che è intenzionato a recuperarli e a valorizzarli.

4 Intorno a alla villa ducale di Rivalta gravitano anche Villa d Este Villa d'este o vasca di Corbelli La palazzina, attualmente denominata Villa d'este, faceva parte del complesso del Palazzo Ducale di Rivalta. L'opera era già stata concepita nel 1734 nell'ambito di una sistemazione idraulica che doveva alimentare le fontane della Villa Ducale Era in pratica un enorme invaso d'acqua da cui dipartivano le condutture sotterranee ancora esistenti; è possibile infatti osservarne i pilastrini di sfiato, disposti ad intervalli regolari a levante della Strada Statale. L'idea originaria pare debbasi attribuire a Giovan Maria Ferraroni ma il progetto è di Giovan Battista Bolognini che la realizzata tra il 1756 ed il 1757.Al centro del bacino, completamente isolata e raggiungibile solo in barca, era situato l'isolotto, tuttora esistente, detto "L'isola d'alcina" su cui sorgeva il villino chiamato anche "Fuggi l'ozio" che rimanda ad un mondo d'evasione, ad una natura ideale e poetica. Nel dopoguerra è stato reso accessibile con un terrapieno. L interno è ornato da dipinti del modenesele Gian Filiberto Pagani: la Nobiltà, il Genio Estense, la Fama; le pareti sono state ridipinte nella prima metà del XIX secolo con quattro storie della leggenda di Saffo, forse attribuibili a Domenico Pellizzi. A Francesco Scaramuzza sono invece riferibili le decorazioni del soffitto della gran sala (con le Stagioni e quella a grottesche che orna la galleria soprastante il salone medesimo).

5 e la Villa di Rivaltella Villa di Rivaltella Quest ultimo edificio è molto. interessante, ma fa parte di una proprietà privata ed è stato utilizzato per ora in un contesto produttivo La villa di Rivalta è raggiungibile anche direttamente, in macchina, dal centro di Reggio per la strada statale che parte da viale Umberto I.