PRIMO INCONTRO B LA RICERCA

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1 PRIMO INCONTRO B LA RICERCA 1

2 LECTIO INPUT La Parola Lc 19, Entrato in Gerico, attraversava la città. 2 Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3 cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. 4 Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. 5 Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6 In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. 7 Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È andato ad alloggiare da un peccatore!». 8 Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 9 Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch egli è figlio di Abramo; 10 il Figlio dell uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». 2

3 L eco Questo personaggio, Zaccheo, sembra avere tutte le carte in regola per essere distante da Gesù, per non aver niente a che fare con Lui; invece sarà proprio il contrario. Ma chi è quest uomo piccolo di statura? Anzitutto il Nome significa puro; egli è un capo dei pubblicani quindi agli occhi di tutti è un grande peccatore. I più è anche ricco. Se, come pubblicano sarebbe escluso dalla salvezza secondo la legge, in quanto ricco lo è secondo il Vangelo. Il Salmo 49 dice che l uomo nella prosperità, nella ricchezza non comprende, è come gli animali che periscono; è destinato ad affogare nell autosufficienza. Cercava di vedere Gesù, probabilmente ne aveva sentito parlare, aveva sentito grandi cose su di Lui, forse era spinto dalla curiosità. Deve salire su un albero perché è piccolo di statura; ma chi mai può essere tanto grande da vedere la Gloria del Signore che passa e proprio questa sua piccolezza diventa occasione di incontro. Tra Zaccheo e Gesù c è di mezzo la folla: un altro ostacolo che potrebbe impedire l incontro: chissà quanto rumore, quanta confusione, quante distrazioni, sembrerebbe impossibile in questa circostanza un dialogo a tu per tu, eppure Come la bassa statura di Zaccheo, così neanche la folla rumorosa è capace di frenare il Signore che passa, niente ma proprio niente è in grado di fermare l amorosa irruzione di Dio, Egli non guarda mai la folla o la gente in generale, all ingrosso ma guarda sempre nel cuore della singola, unica ed irripetibile persona, ognuna così diversa dall altra. E straordinario come Gesù per vedere Zaccheo debba alzare gli occhi, cioè lo guarda dal basso verso l alto; ecco un altra caratteristica dell amore: l umiltà, la piccolezza, la semplicità. Ecco finalmente l incontro di Dio con un uomo, un peccatore che sta per diventare un peccatore perdonato, riabilitato, rimesso totalmente in gioco. Finalmente Dio e uomo trovano casa l uno nell altro e possono cessare della loro fatica; questo bello e faticoso cammino di ricerca giunge ad un traguardo che diventerà nuova ripartenza (restituisco quattro volte tanto). Sembra proprio che Gesù non voglia proseguire il suo cammino senza fermarsi a casa di Zaccheo che faticosamente stava camminando e in fondo al suo cuore stava cercando Gesù, probabilmente senza saperlo bene. Lo sguardo del Signore che chiama per nome e che va verso l alto è capace di far scattare in questo piccolo uomo la conversione; passa dalla curiosità all entusiasmo di una vita nuova, rinnovata. Gesù gli dice con coraggio senza mezze misure: Oggi la salvezza è entrata in questa casa. Oggi è proprio il tempo della salvezza, non nel passato, neanche nel futuro e neanche tra pochissimo, ma proprio oggi, adesso, nell attimo presente; Gesù non vuole aspettare a farci delle Grazie speciali. Il Maestro dice che deve fermarsi a casa sua. Non si ferma semplicemente ma Deve proprio fermarsi; è per il Signore un imperativo, non è una possibilità; recuperare un figlio perduto è la cosa che più di tutte gli sta a cuore. Zaccheo è una persona in cammino, che ricerca la verità anzitutto dentro di sé, ricerca la bellezza di una vita spesa e non trattenuta e capisce, grazie allo sguardo e all incontro con Gesù, che solo Lui appaga oltre ogni aspettativa ed oltre ogni misura; solo il Signore è capace di riempire quella ricerca, anche inizialmente faticosa e poco chiara che abita il cuore dell uomo; solo Lui è capace di (ri)dare senso e significato ad una vita. 3

4 Per riflettere Prova a vedere il cammino della tua vita; in quali momenti particolari il Signore ha alzato lo sguardo verso di te e ti ha voluto incontrare? Di fronte alla folla riesci a vedere il Signore come Colui che ti chiama per nome? Che cosa ti dice la parola Oggi devo fermarmi a casa tua? Quali sono gli alberi da salire cioè le fatiche da attraversare per poter fare un cammino verso l incontro bello e pieno con Gesù?

5 INSEGNACI A PREGARE Chiedete e vi sarà dato: Lo spirito La preghiera di domanda e di invocazione G: Davanti a Te Signore, quando percepiamo la Tua grandezza immediate salgono al nostro cuore la miriadi di richieste: per il nostro corpo e la nostra vita, per coloro a cui vogliamo bene e per chi soffre, per la nostra serenità e la vera pace. Domande che da sempre Ti hanno interpellato. Domande che salgono a Te anche da chi non è cristiano. E a volte anche da chi non si dice credente, ma nel bisogno cerca ancore di salvezza. Domande, richieste, suppliche che neppure noi sappiamo se corrispondono al nostro vero bene. E ancora una volta Tu ci insegni a pregarti. Ci insegni a rapportarci con Te. A chiedere il nostro vero bene. E allora guidaci Tu. Canto: Io domando Un amore che fiorisce, una vita che finisce, una luce che si accende, un angoscia che ti prende, io domando Un amore senza tempo, una vita senza senso, un sorriso che si schiude, una porta che si chiude, io domando Io domando dove porta l altalena della vita dove spesso ciò che vale, sembra proprio ciò che muore. Io domando e mi risponde la Tua voce, mi risponde, io Ti cerco e Tu sei qui io Ti cerco, Tu mi chiami e capisco che sei Tu l incredibile speranza della vita e continuo a camminare con la mano nella Tua e con tutti gli altri amici che Tu hai. Quando rido con gli amici, quando piango di nascosto, quando parlo con le cose, quando penso al mio silenzio, io domando Quando tutti sono uniti, quando gli altri son nemici, quando il mondo è la mia casa, quando Tu rimani fuori, io domando Io domando quanto tempo si resiste nella vita Prima di desiderare che la vita sia finita. 5

6 PRIMA TAPPA Chiedere è secondo la tua volontà Lettura biblica Gesù disse ai suoi discepoli Tutto quello che chiederete con fede nella Mt 21,22 preghiera, lo otterrete. Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto Lc 11,9-10 1L: 2L: Signore Tu vuoi che innalziamo a Te la nostra richiesta. Tu sai che siamo deboli. Ma sai che a volte non sappiamo neppure cosa sia davvero importante chiedere. Vorremmo tutto e di fatto non sappiamo cosa sia essenziale Ora vogliamo avere questo, dopo vogliamo quell altro e dopo ancora preferiremmo un altra cosa. Tu attendi da noi che ci esprimiamo con chiarezza. Che Ti gridiamo cosa veramente ci sta a cuore. Che cerchiamo il nostro vera bene. Da Te, come un dono prezioso. Da Te, come unica fonte. Da Te, come verità di noi stessi. G: Ci hai fatto delle promesse enormi, Signore. Ci hai detto che il Padre risponderà di certo alle nostre suppliche ma solo se lo faremo con fede. 1L: 3L: Ti chiediamo fin troppo, con una marea di parole ripetute con meccanicità in pochi minuti strappati alle mille altre cose. aspettando magiche soluzioni. Chiedere con fede È chiedere avendo scelto ciò che davvero ci sta a cuore. È chiedere avendo selezionato fra le tante esigenze. È chiedere dopo una buona riflessione di fondo. Chiedere con fede è dentro una relazione di amicizia profonda, perché solo all amico si chiedono le cose grandi Chiedere con fede è chiedere senza titubanza... perché si chiede a un papà. 6

7 2L: Chiedere con fede, è essere certi che ci donerai ciò che abbiamo bisogno, è vivere nell umiltà di chi non pretende, ma attende un dono che non gli è dovuto. Chiedere con fede è lasciarti fare o Dio, consegnandoti le nostre fatiche. 1L: Chiedere con fede è pregarti con costanza, segno di buona volontà e di amore concreto. Chiedere con fede, significa chiederti con insistenza uscendo dalla superficialità del tutto e subito, riconoscendo che senza di Te non siamo nulla Cosa chiedo? Sono costante?

8 Lettura biblica Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiticome noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci Mt 6,7-13 dal male. G: TUTTI: Signore ci dici che le domande giuste sono tutte nella Tua preghiera Sia santificato il tuo nome: SECONDA TAPPA Chiedere secondo la Tua preghiera. G: Ti domando Signore che nella mia vita TUTTO parli di Te, rimandi a Te, trovi in Te forza, così chi mi vede comprenda che senza Te nulla ha senso e quindi a Te si affidi TUTTI: Venga il tuo regno G: Ti chiedo Signore che La tua logica, l amore abiti in tutte le relazioni, sia presente in tutti i pensieri, nelle parole che pronuncio, nei gesti che compio, Ti chiedo che con gradualità Ti assomigli sempre più nei pensieri, nelle parole, nei gesti. TUTTI: G: Sia fatta la tua volontà Ti chiedo Signore che il mio e altrui egoismo non blocchi mai la realizzazione dei Tuoi disegni perché solo nella Tua volontà c è la vera gioia. Ti chiedo in particolare di farmi comprendere dove mi hai pensato nella Chiesa al servizio Tuo e degli altri. 8

9 TUTTI: G: TUTTI: G: TUTTI: G: Dacci oggi il nostro pane quotidiano Signore dacci il pane materiale dallo a Tutti e non permettere che nessuno soffra per l ingiustizia di vedersi privato dell essenziale mentre altri hanno troppo Dacci però anche il pane spirituale per far crescere la nostra vita e non permettere che aumentino in noi superficialità e banalità che ci uccidono. Rimetti a noi i nostri peccati Trattaci non come noi trattiamo gli altri non misuraci come noi giudichiamo perché solo gustando la Tua bontà, cambieremo e impareremo ad amare E non ci indurre in tentazione e liberaci dal male: e donaci la forza di resistere al male all egoismo che distrugge al diavolo che divide al peccato che uccide. 9

10 per riflettere Che immagine di Dio passa dalla mia preghiera di domanda? Il Dio slot machine: metto il gettone preghiera, incrocio e dita e spero che mi vada di fortuna Il Dio dell istante: all occorrenza e quando non se ne può più. Il Dio lontano a cui chiedo ma che poi mi lascia a far da me Il Dio della tegola: chiedo che si faccia la Sua volontà ma che non mi cada addosso la tegola della vocazione... E speriamo che Lui non mi chieda nulla

11 G: TERZA TAPPA Tu ci doni il massimo: Dio, lo Spirito È straordinario. Le Tue promesse arrivano là dove noi non ci saremmo neppure immaginati. Non solo vuoi donarci Tutto ciò che chiediamo con fede che chiediamo con costanza che chiediamo con profondità di vita e in una relazione d amicizia con Te. Ma vuoi darci il Tuo tutto Vuoi darci Dio, dandoci lo Spirito. Vuoi darci davvero il TUTTO. Lettura biblica Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se li chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro Lc 11,11-13 celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!. 1L: G: Tu vuoi donarci il massimo: Dio Spirito Ma noi lo vogliamo veramente questo massimo? Avere lo Spirito significa avere TUTTO, perché è avere Dio e tutto il resto viene di conseguenza In ogni situazione Per ogni cosa In ogni tempo Possiamo invocare questo dono Canto finale: Vieni Qui tra Noi (Gen) Vieni qui tra noi come fiamma che scende dal cielo. Vieni qui tra noi, rinnova il cuore del mondo. Vieni qui tra noi, col tuo amore rischiara la terra. Vieni qui tra noi, soffio di libertà. Nel silenzio tu sei pace, nella notte luce, Dio nascosto, vita, Dio tu sei, Amore. Tutto si ricrea in te, tutto vive in te. Scalda col tuo fuoco terra e cielo. Tu, che sai raccogliere ogni gemito, semina nel nostro cuoreuna speranza d eternità. Vieni qui tra noi... Amore, Dio in mezzo a noi!. 11

12 DALL AURORA Chiedete e vi sarà dato: lo Spirito Preghiera del mattino Canto: Lo Spirito di Cristo Lo Spirito di Cristo fa fiorire il deserto, torna la vita, noi diventiamo testimoni di luce. (2v.) Non abbiamo ricevuto uno Spirito di schiavitù, ma uno Spirito d amore, uno Spirito di pace, nel quale gridiamo Abbà Padre, Abbà Padre. Lo Spirito che Cristo risuscitò darà vita ai nostri corpi, corpi mortali, e li renderà strumenti di salvezza, strumenti di salvezza. Sono venuto a portare il fuoco sulla terra, e come desiderio che divampi nel mondo, e porti amore ed entusiasmo in tutti i cuori Salmo 130 1C Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera. 2C Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi potrà sussistere? Ma presso di te è il perdono: e avremo il tuo timore. 1C Io spero nel Signore, l anima mia spera nella sua parola. L anima mia attende il Signore più che le sentinelle l aurora. 2C Israele attenda il Signore, perché presso il Signore è la misericordia e grande presso di lui la redenzione. Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe. TUTTI: Gloria al Padre 12

13 Lettura biblica Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele Mt 7,7-11 domandano! Intercessioni Certi che il Signore non lascia cadere la nostra preghiera, ripetiamo insieme: Ascolta, o Signore. Ascoltaci, o Signore. Signore, aumenta la nostra fede. Aiutaci a chiedere con la fiducia di figli. Preghiamo. Aiutaci Signore a vivere nell umiltà profonda di chi non pretende, ma attende da te doni non dovuti. Preghiamo. Ti consegniamo le nostre fatiche Signore. Fa che sentendoti vicino sappiamo compiere con serenità le scelte importanti sulla nostra vita. Preghiamo. Accompagnaci Signore nel cammino della nostra vita: dacci la forza di uscire dalla superficialità del tutto e subito e di saper riconoscere che senza di Te non siamo nulla. Preghiamo. Padre Nostro Affidamento a Maria: Ave Maria Ave Maria, ave. Ave Maria, ave. Donna dell attesa e madre di speranza ora pro nobis donna del sorriso e madre del silenzio ora pro nobis donna di frontiera e madre dell ardore ora pro nobis donna del riposo e madre del sentiero ora pro nobis. Donna del deserto e madre del respiro ora pro nobis donna della sera e madre del ricordo ora pro nobis donna del presente e madre del ritorno ora pro nobis donna della terra e madre dell amore ora pro nobis 13

14 ACTIO La Risposta SENSO DELLA RICERCA E DEL CAMMINO Per iniziare a. Quando sei stato invitato al gruppo del GrAdo, che tipo di gruppo ti aspettavi di incontrare? b. Perché hai accettato di partecipare al GrAdo? c. Cosa ti rende veramente felice? d. Cos è per te la vocazione?

15 1. La ricerca: perché? Creati per essere felici Perché dovremmo faticare in un cammino di ricerca? Per cercare cosa? Oggi più che mai il fare fatica è considerata una cosa da evitare. Alcuni esempi: la fatica dello studio, la difficoltà nella puntualità agli orari indicati dai genitori, la fatica di sporcarsi le mani per un servizio gratuito. La fatica è invece necessaria per la vita. In particolare la fatica della ricerca. Fermiamoci allora sulla prima domanda: perché cercare? Rispondo con le parole di monsignor Giuseppe Mani: Insieme alla vita Dio ci dona la felicità. La felicità è la pienezza di quella gioia di cui il cuore ha bisogno e nessuno può vivere senza questa gioia; al massimo, potrà sopravvivere. Una persona senza gioia è come una barca a vela senza vento. La felicità deriva dal sentirsi sicuri, liberi da ogni paura, così da essere nella gioia anche quando le cose non vanno per il verso giusto; la nostra felicità infatti, non dipende dalle cose o dagli avvenimenti della vita ma dal modo con cui li viviamo [ ]. Per essere felici e portare la Croce, basta sentire su di se la mano di Dio. Tra molti, ricordo un grande maestro: mio padre. Era un uomo semplice, trasparente e molto sensibile: era un artista. Nella vita ha portato tante croci fin dalla sua giovinezza e nella tarda età ha fatto propria l esperienza di Giobbe e come Giobbe si è comportato. L ho sentito tante volte litigare con Dio e quando, dopo aver pregato, la croce diventava ancora più pesante, allora ripeteva: Questa, il Nazareno, me la dovrà spiegare. Sì, di questo, voglio la spiegazione! E andava avanti, con coraggio, fino alla prossima croce dove ripeteva lo stesso ritornello. Morì tra le mie braccia. Dopo uno spasimo più forte, che mi ricordò il grande grido del Signore, spirò e il suo volto si compose subito in una grande serenità. Ebbi la chiara sensazione che il Nazareno gli aveva chiarito tutto ed era entrato in quella perfetta felicità per cui era stato creato. Nonostante tutto, la sua vita è stata felice, perché ha sempre avvertito su di se la mano di Dio. [ ] Solo con la fede, un padre fedele e innamorato della propria sposa e dei propri figli, può reggere alla prova di vedere la propria famiglia distrutta perché un altra persona si è portata via tutto: solo con la fede, due genitori possono continuare a sperare e vivere per un figlio, schiavo della droga, che, regolarmente, demolisce se stesso e la sua famiglia. [ ] Per la mia vecchiaia, se il Signore lo concederà, sogno di mettermi in un ufficio sulla cui porta vi sarà scritto: Qui si aiuta a portare la croce e son certo che, da quella stanza, vedrò uscire persone più serene e sorridenti dopo aver fatto loro scoprire come Dio li tenga per mano. È noto il lamento di Padre Pio: Tutti vengono a chiedere di liberarli dalla croce, nessuno viene a chiedere forza, per portarla insieme al Signore. Fatti per la felicità dunque. Anche don Bosco lo dice esplicitamente nella famosa lettera da Roma del 1884: Vicino o lontano io penso sempre a voi. Uno solo è il mio desiderio: quello di vedervi felici nel tempo e nell eternità. Ancora don Bosco: Due sono gli inganni principali con cui il demonio suole allontanare i giovani dalla virtù. Il primo è di mettere loro in mente che servire il Signore consista in una vita triste e lontana da ogni divertimento e piacere. Non è così, cari giovani. Io voglio insegnarvi un modo di vita cristiana che possa, nel tempo stesso, rendervi allegri e contenti, e mostrarvi quali sono i veri divertimenti e i veri piaceri, 15

16 così che possiate dire con il profeta Davide: Serviamo il Signore in santa allegria. Tale appunto è lo scopo di questo libretto: insegnare a servire il Signore e a star sempre allegri. L altro inganno è la speranza di una lunga vita, di convertirvi poi nella vecchiaia o in punto di morte. Badate bene, miei figlioli, che molti furono in tal modo ingannati. Chi ci assicura di venir vecchi? Bisognerebbe patteggiare con la morte che ci aspetti fino a quel tempo; ma vita e morte sono nelle mani del Signore, il quale può disporne come a Lui piace. [ ] E vuol dire: se noi cominciamo una buona vita ora che siamo giovani, buoni saremo negli anni avanzati, buona sarà la nostra morte e principio di un eterna felicità. Al contrario se i vizi prenderanno possesso di noi in gioventù, per lo più continueranno in ogni età nostra fino alla morte, caparra funesta d una infelicissima eternità. Perché questa disgrazia a voi non accada, vi presento un metodo di vita breve e facile, ma sufficiente perché possiate divenire la consolazione dei vostri parenti, l onore della patria, buoni cittadini in terra, per essere poi un giorno, fortunati abitatori del Cielo. Miei cari, io vi amo di tutto cuore; e basta che siate giovani, perché io vi ami assai. Troverete scrittori di gran lunga più virtuosi e più dotti di me, ma difficilmente potrete trovare chi più di me vi ami in Gesù Cristo, e più di me desideri la vostra vera felicità. Vi amo perché nel vostro cuore voi conservate il tesoro della virtù, possedendo il quale avete tutto, mentre, perdendolo, divenite gli esseri più poveri e sventurati del mondo. Il Signore sia sempre con voi, e faccia che, praticando questi pochi suggerimenti, possiate giungere a salvare l anima vostra e ad accrescere così la gloria di Dio, unico scopo di questo libretto. Il Cielo vi conceda lunghi anni di vita felice, e il santo timor di Dio sia ognora quella grande ricchezza, che vi colmi di celesti favori nel tempo e nell eternità. 2. Cercare cosa? La teoria della felpa Rispondiamo alla seconda domanda: cosa bisogna cercare? Per raggiungere la felicità è necessario rispondere alla propria vocazione. Spesso oggi i giovani cercano la felicità in tante cose passeggere, senza per questo raggiungerla. A volte si hanno grandi attese su un evento, un incontro, una cosa, ma poi appena soddisfatta questa attesa, tutto torna come prima. E non c è la vera felicità. Altre volte le persone hanno un concetto di felicità che non corrisponde in pieno al senso stesso della felicità. Mi spiego con degli esempi. A volte la ricerca della felicità è legata al piacere: il riposo troppo prolungato, il divertimento sfrenato,, sono esempi di felicità ben lontana da quella vera. Infatti non portano alla crescita integrale della persona, ma la fanno chiudere in se stessa e nelle proprie pulsioni. Fino a diventarne schiavo. La vera felicità è una condizione stabile nella vita, che rende diverse le cose che viviamo. Si raggiunge quando la nostra vita è conforme a ciò per cui siamo fatti. Ecco il tema della vocazione. Attenzione!!! Spesso quando si pensa alla vocazione si arriccia il naso, pensando a preti e suore. Ma la vocazione è ben di più. Partiamo dal significato del termine. Vocazione deriva dal latino vocare, che significa chiamare, e questo da vox, voce. La vocazione è quindi una chiamata da parte di una voce, che ogni persona sente nel proprio cuore. E fare ciò che è per te, che è fatto per te, che ti realizza e quindi ti rende felice. 16

17 Non si deve aver paura della vocazione. Anche se in modi differenti, tutti abbiamo una vocazione, perché tutti siamo chiamati a compiere qualcosa di grande nella nostra vita. E la teoria della felpa. Ci viene fatto un grande dono dal Signore. E la possibilità di indossare la felpa della vocazione, quella felpa che ci porta alla vera felicità. Quale sarà la felpa che fa più per me? Quella che più può realizzarmi come uomo autentico? Quella non troppo stretta né troppo larga? Quella che mi fa stare a mio agio, che non mi lega nei movimenti, ma mi fa essere me stesso? Al di là delle semplificazioni, la vocazione è così: è la strada che ci fa stare a nostro agio, per non sentire la vita troppo stretta, che ci realizza pienamente. 3. La ricerca. Gli strumenti del cammino Perscoprire la propria vocazione ci sono vari strumenti. Come per la montagna, è necessario un equipaggiamento adatto. Mi limito ad accennare ad alcuni strumenti dell equipaggiamento. Per iniziare. a. Gli scarponi: scegliere ciò che mi costa di più. Non è masochismo, diffida sempre di chi ti offre qualcosa a costo-fatica pari a zero. La vita è impegno e responsabilità ed è solo attraverso lo sforzo che si realizza il meglio di noi stessi. b. Lo zaino: preferire sempre ciò che serve di più agli altri. Il capitale non si aumenta conservandolo, ma investendolo bene. Don Bosco, riferito al sacerdote, diceva che questo non si salva da solo. Non vale solo per il sacerdote, ma per ciascuno di noi. È solo rendendolo un autentico servizio ad altri, cercando di svolgerlo il meglio possibile mettendoci del proprio, che un lavoro, anche se non scelto ma subìto per le innumerevoli traversie della vita, può diventare qualcosa che mi realizza, e non un peso. c. Il moschettone: scegliere solo ciò che mi dà la vera pace del cuore. La scelta più autentica, anche se molto difficile, è quella che, sia quando la immagino che quando l attuo, è capace di farmi sentire bene; è quella che dà pace al mio cuore inquieto, facendomi sentire al giusto posto. d. La corda: consultarmi con una persona adulta e che mi conosce bene. Cerca un amico dell anima (confessore, guida spirituale) che ti conosce e ti può accompagnare nei passi che compi. Attenzione! Applicare queste regole, vuol dire contestare il comune modo di pensare che, invece, preferisce ragionare così: Se vuoi essere pienamente realizzato, scegli solo ciò che ti fa guadagnare di più e con meno fatica possibile! Stai attento: in gioco c è la tua felicità. 17

18 Riflessione personale a. Qual è il desiderio nascosto nel tuo cuore, il sogno della tua vita? b. Ora che hai capito cos è la vocazione, dove ti vedresti meglio? c. Ogni giorno siamo chiamati a prendere delle decisioni. Scegliamo quello che fa più bene anche agli altri o soltanto ciò che ci fa più comodo? d. Che servizio puoi fare per chi ti è vicino? e. Hai una guida spirituale? Hai mai pensato di averne bisogno? Perché?

19 OUTPUT PER LA MIA VITA PROPOSITI

20 SECONDO INCONTRO B IDENTITÁ E FAMIGLIA 20

21 LECTIO INPUT La Parola Lc 2,41-49 I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo. Ed egli rispose: Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?. 21

22 L eco L evangelista Luca ci presenta in questo passo un bel quadro familiare. Maria, Giuseppe e da questa volta anche Gesù si recano a Gerusalemme in occasione della festa di Pasqua. Gesù ormai non è più un bambino, sta crescendo anche in età. Fino a tredici anni in genere i ragazzini, secondo la mentalità mediorientale di questo periodo sono considerati minorenni, figli unicamente dei propri genitori che lo hanno ricevuto in dono. A questa età c è un rito di passaggio, devono imparare la Parola che rende Figli di Dio, unico Vero Padre. In questo arco di tempo dai dodici ai tredici anni c è una sorta di tirocinio, di preparazione graduale a questo particolare passaggio, dopo il quale si diventa adulti nella fede, figli della legge, si è tenuti, come i propri genitori a conoscere e a compiere la volontà di Dio. Dopo che la madre e il padre lo hanno generato alla vita fisica, la Parola rende a tutti gli effetti maturi e responsabili, capaci di entrare in dialogo con Dio. Ecco ciò che sta per capitare anche nella vita di Gesù. All inizio del racconto l attenzione è rivolta verso i genitori infatti i verbi sono al plurale, ma andando avanti i verbi diventano al singolare, l unico vero protagonista è Gesù, su di Lui cade il riflettore. Un comportamento strano apparentemente quello di Gesù; i suoi genitori stanno ritornando indietro, probabilmente c è molta confusione, una fila lunghissima di persone camminano e che parlano, si raccontano, c è aria di agitazione; in questo movimento frastornato Maria e Giuseppe pensano probabilmente che il loro figlio sia poco più avanti o poco più indietro, ma quando con affanno iniziano a cercarlo si accorgono che non c è; dove mai sarà finito o dove sarà rimasto?! Durante questo accenno di viaggio e questa ricerca affannata e piena di angoscia, Gesù era nel tempio con i suoi coetanei ad ascoltare le parole dei maestri; era un abitudine il fatto che i ragazzi che si preparavano a diventare figli della legge venissero interrogati e provati dai maestri. La scuola era allora un vero dialogo: il maestro esponeva qualche passo della Scrittura, ne ricavava le norme morali, il senso dei grandi eventi della storia del popolo, poi interrogava gli alunni e si lasciava interrogare da loro. Gesù è rimasto qua a Gerusalemme, in questa aula, per conoscere insieme ai suoi coetanei la volontà di Dio espressa nella legge. La pagina del Vangelo di Luca ci dice qualcosa in più: cioè l adolescente Gesù non è semplicemente nell aula ma è seduto in mezzo ai maestri ed il fatto che sia seduto indica una posizione privilegiata di chi sta insegnando; il maestro è colui che insegna da seduto; anche in altre occasioni quando Gesù insegna alla folla si siede, si mette nella posizione che gli compete cioè quella del maestro. Egli è la vera sapienza, non è semplicemente un ragazzo che ne sa, o che è particolarmente intelligente, è il Figlio di Colui che ha creato il mondo con ogni sapienza ed intelligenza. Maria e Giuseppe lo trovarono dopo tre giorni, guarda a caso i giorni della passione, morte e Resurrezione. Figlio, perché ci hai fatto questo? Tuo padre e io ti cercavamo angosciati. L adolescente Gesù accetta il dialogo ma inizia con una domanda che sa anche un po di rimprovero: Perché mi cercavate? Non sapete che io devo essere nella casa del Padre mio? Ecco che Gesù usa un imperativo, devo, è un comando d amore che guida il suo modo di fare, la volontà di Dio è la forza, la pace, la gioia ma anche la sofferenza e la salvezza. Gesù intende orientare tutta la sua vita nel compimento della volontà di Dio che chiama Padre. Questo verbo deve verrà utilizzato anche nel momento della Passione. 22

23 Ciò che è capitato al Tempio è un po una palestra, una preparazione che serve per prepararsi al futuro, per entrare nell ottica del primato di Dio. La famiglia di Nazaret capisce fin da ora che la vita realizzata, in pieno, al cento per cento, può essere solo quella vita che è consegnata nelle mani di Dio; solo chi si fida della volontà di Dio, magari anche con fatica o apparentemente contro ogni buon senso diventa uomo autentico. Non c è contrapposizione tra il Padre che è nei cieli ed il padre e la madre terreni, tant è che alla fine Gesù ritorna con i genitori. Dei diciotto anni che seguono sappiamo solo che Egli nei confronti di Maria e di Giuseppe era loro sottomesso ; l amore, la fiducia, la confidenza nei confronti di Dio passava attraverso il contatto materno e paterno. Una vita riuscita e che salva (quella di Gesù) passa attraverso l abbandono tra le mani di Dio che chiede di rimanere al primo posto. Per riflettere Concretamente che posto occupa Dio nella mia vita? Stava loro sottomesso ; i miei genitori: uno specchio della presenza di Dio Gesù è il vero Maestro di Sapienza; mi lascio istruire dalla sua parola? Cerco di fare qualche passo nella fede?

24 INSEGNACI A PREGARE In ogni cosa rendete grazie La preghiera di ringraziamento Canto: Ti ringrazio mio Signor Ti ringrazio mio Signore e non ho più paura perché con la mia mano nella mano degli amici miei cammino tra la gente della mia città e non mi sento più solo, non sento la stanchezza e guardo dritto avanti a me perché sulla mia strada ci sei tu. Amatevi l un l altro come Lui ha amato voi, e siate per sempre suoi amici; e quello che farete al più piccolo tra voi, credete l avrete fatto a Lui. Se amate veramente perdonatevi tra voi, nel cuore di ognuno ci sia pace; il Padre che è nei cieli vede tutti i figli suoi: con gioia a voi perdonerà. Da Te, come unica fonte. 24

25 PRIMA TAPPA La malattia della pretesa ingrata Lettura biblica Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce, dicendo: «Gesù Lc 17,12-13 maestro, abbi pietà di noi!». G: Pr 10,15 La sanguisuga ha due figli, il loro nome è: Dammi! Dammi! Nella preghiera di domanda c è una piccola tentazione che si nasconde spesso nel nostro cuore: Dammi! Dammi! Ed ecco la pretesa, l accumulo, l egoismo che vuole per sé e non ringrazia. Gesù ci mette in guardia e nel grido pretenzioso dei dieci lebbrosi ci mostra come a volte domandiamo senza ringraziare, chiediamo senza riconoscere, pretendiamo senza donare. E così ancora una volta Lui ci insegna a pregare: Lettura biblica Appena li vide, Gesù disse: «Andate a presentarvi ai Lc 17,14 sacerdoti». E mentre essi andavano, furono sanati. G: TUTTI: Tutti siamo un poco malati, malattie diverse ma che hanno un unica conseguenza: ci tolgono la vita, ci tolgono la linfa vitale della serenità, ci tolgono la bellezza dell amicizia profonda, ci tolgono la forza del dono. La malattia dell ingratitudine da cui Gesù vuol guarirci. Siamo malati di ingratitudine Signore ma primariamente siamo malati di cecità Non vediamo la miriadi di doni che abbiamo e ci lamentiamo senza sosta Non vediamo che tutto attorno a noi è gratuità e continuiamo a pretendere Non vediamo che Tu sei la fonte da cui deriva ogni cosa e non diciamo mai Grazie, Eucaristia. 25

26 Quali sono i doni che riempiono la mia vita? Dove si esprime normalmente la mia pretesa lamentosa? Riconosco che TUTTO ciò che ho arriva da Dio datore di ogni bene? 2L: SECONDA TAPPA La terapia del ritorno Lettura biblica Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era Lc 17,15-16 un Samaritano. L unica terapia è tornare indietro riprendere coscienza delle cose e non attendere di perderle per vederne il valore G: Tornare ai sensi. E ri-conoscere, conoscere di nuovo il valore della vista. Tutto si spegne Non vi sono più contorni Non vi è più colore Non vi è più nulla Tutto pare inesistente Si riaccendono le luci TUTTI: Grazie Signore per il dono degli occhi e della vista Grazie perché gli incontri sono possibili Grazie perché la vita è bellezza Grazie perché alla Tua luce tutto prende senso Scrivi tre cose belle che apprezzi con la vista... 26

27 G: Tornare ai sensi. E ri-conoscere, conoscere di nuovo il valore della vista. Si introduce del profumo o incenso nel luogo della preghiera Profumo che dalle narici invade la nostra mente, tocca i ricordi, rende le cose gradevoli Profumo della natura che parla della cura con cui hai creato le cose Profumo dei sapori che parla dell amore con cui le persone ci curano Profumo che parla di incontri che lasciano il segno TUTTI: Grazie Signore per il dono dell olfatto che ci narra di un invisibilità che ci incontra della bellezza della realtà al di là della visibilità del gusto con cui incontrare le cose per apprezzare, scegliere, prediligere il meglio G: Tornare ai sensi. E ri-conoscere, conoscere di nuovo il valore dell udito. Musiche diverse suoni parole Suoni che dicono una armonia perfetta Suoni che narrano di una precisione matematica Suoni che parlano di realtà inconfondibili Suoni che rivelano le persone, il loro incontro, la condivisione del loro cuore TUTTI: Grazie Signore dell udito, senza il quale le relazioni divengono complesse e il mondo pare finire in me. Grazie perché tutto ha la misura dell armonia e della perfezione e che per questa siamo stati fatti. Grazie perché l udito costruisce incontri, apre all altro. Grazie perché possiamo così ascoltarti, certi che parli al nostro cuore e per noi hai una parola di vittoria che vuole donarci felicità. 27

28 G: TUTTI: TUTTI: Tornare ai sensi. E ri-conoscere, conoscere di nuovo il valore del tatto Musica - Scambio di pace Di un abbraccio che dice accoglienza Di un bacio che dice amore Di una stretta di mano che dice impegno Di un incontro che riconosce Di un tatto che sa distinguere l accoglienza dalla formalità il bacio dal tradimento l accordo dal possesso l incontro dallo scontro Grazie Signore per il dono del nostro corpo via dell amore, dell impegno vero, della conoscenza Grazie perché attraverso il nostro corpo, che si pone in relazione, verifichiamo la nostra maturità, entriamo in amicizia, uscendo da noi per essere come Te, dono. G: Tornare ai sensi. E ri-conoscere, conoscere di nuovo il valore del gusto Musica - Viene spezzato e distribuito del pane dolce da consumarsi Sapori delle cose e sapore della vita: buono e gustoso, dolce e amaro. Capacità, attraverso ciò che ci doni, di cogliere le diversità più profonde: fra bontà e cattiveria fra dolcezza nell incontro e chiusura che soffoca fra ciò che fa crescere e ciò che mortifica. TUTTI: Grazie Signore per il gusto che rimanda al sapore dell anima. Grazie per ciò che siamo per il nostro corpo per le nostre doti, che spesso non conosciamo o non ri-conosciamo grazie per i tanti doni che da Te provengono e ci rendono uomini grazie perché ci hai fatto come un prodigio. 28

29 TERZA TAPPA Il club dei tre D Lettura biblica Gesù osservò: «Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato chi tornasse a render grazie a Dio, all infuori di questo straniero?». E gli disse: Lc 17,17-19 «Alzati e va ; la tua fede ti ha salvato!». TUTTI: 1L: TUTTI: 2L: TUTTI: 1L: TUTTI: 2L: TUTTI: 1L: TUTTI: 2L: Ringraziare è solo per chi è intelligente, per chi sa leggere dentro le cose e gli avvenimenti. Ringraziare è solo per chi ha cuore, per chi sa di essere amato in ogni istante, come in ogni istante batte il suo cuore. Ringraziare è solo per chi è gioioso e vuole la felicità per chi non si fa vincere dal negativo, dalla sconfitta, dal male. Ringraziare è solo per chi è equilibrato e sta crescendo, ponendo Dio e se stesso al giusto posto, senza voler invertire i ruoli. Ringraziare è solo per chi vuol fare una strada semplice, senza perdersi per i sentieri complessi di speculazioni. Ringraziare è per tutti, non necessità di doti straordinarie, di cultura eccezionale, di strumenti adatti, di parole sublimi, ma solo di occhi puri che vanno dalla superficie alle profondità, di desiderio di comprendere i doni ricevuti, di gioia per l esistente, dell idea che Dio è buono, è Padre, è Amore. Ed ama continuamente TE. 29

30 G: TUTTI: G: Ringraziare è continuità Ringraziare anche quando ci pare un suono vuoto, senza sentimento Ringraziare per ogni cosa proprio perché Tu Signore ami continuamente e non abbandoni mai. E così Ti riconosciamo presente in ogni avvenimento, in ogni persona, in Me. E viviamo dicendo a Tutti e a Te in ogni cosa, GRAZIE! Vogliamo anche noi entrare Signore nel club dei 3D Riconoscendo nel silenzio della preghiera della sera 3 Doni che ci hai fatto A partire da ora Sul pacco dono posto al centro ciascuno, con un pennarello scrive 3 Doni mentre si esegue il canto. Canto finale: Popoli tutti Mio Dio, Signore, nulla è pari a Te. Ora e per sempre, voglio lodare il Tuo grande amor per noi. Mia roccia Tu sei, pace e conforto mi dai. Con tutto il cuore e le mie forze, sempre io Ti adorerò. Popoli tutti acclamate al Signore, gloria e potenza cantiamo al re, mari e monti si prostrino a te, al tuo nome, o Signore. Canto di gioia per quello che fai, per sempre Signore, con te resterò. Non c è promessa, non c è fedeltà che in te. 30

31 DALL AURORA Canto: Dall aurora al tramonto Dall aurora io cerco te fino al tramonto ti chiamo ha sete solo di te l anima mia come terra deserta in ogni cosa rendete grazie Preghiera del mattino Non mi fermerò un solo istante sempre canterò la tua lode perché sei il mio Dio il mio riparo mi proteggerai all ombra delle tue ali. Dall aurora... Non mi fermerò un solo istante io racconterò le tue opere perché sei il mio Dio unico bene nulla mai potrà la notte contro di me. Salmo 136 G: TUTTI: Lodate il Signore perché è buono: perché eterna è la sua misericordia.. Lodate il Dio degli dei: perché eterna è la sua misericordia.. Lodate il Signore dei signori: perché eterna è la sua misericordia.. Egli solo ha compiuto meraviglie: perché eterna è la sua misericordia.. Ha creato i cieli con sapienza: perché eterna è la sua misericordia.. perché eterna è la sua misericordia.. Ha fatto i grandi luminari: perché eterna è la sua misericordia.. Il sole per regolare il giorno: perché eterna è la sua misericordia.. la luna e le stelle per regolare la notte: perché eterna è la sua misericordia.. Percosse l Egitto nei suoi primogeniti: perché eterna è la sua misericordia.. 31

32 Da loro liberò Israele: perché eterna è la sua misericordia.. con mano potente e braccio teso: perché eterna è la sua misericordia.. Divise il mar Rosso in due parti: perché eterna è la sua misericordia.. Guidò il suo popolo nel deserto: perché eterna è la sua misericordia.. Percosse grandi sovrani perché eterna è la sua misericordia.. uccise re potenti: perché eterna è la sua misericordia.. Seon, re degli Amorrei: perché eterna è la sua misericordia.. Og, re di Basan: perché eterna è la sua misericordia.. Diede in eredità il loro paese; perché eterna è la sua misericordia.. in eredità a Israele suo servo: perché eterna è la sua misericordia.. Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi: perché eterna è la sua misericordia.. ci ha liberati dai nostri nemici: perché eterna è la sua misericordia.. Egli dá il cibo ad ogni vivente: perché eterna è la sua misericordia.. Lodate il Dio del cielo: perché eterna è la sua misericordia.. Gloria al Padre Lettura biblica Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce, dicendo: «Gesù maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono sanati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all infuori di questo Lc 17,12-19 straniero?». E gli disse: «Alzati e và; la tua fede ti ha salvato!». 32

33 Intercessioni Riconoscenti a Dio per il Suo amore, lo ringraziamo dei doni ricevuti: Ti ringraziamo Signore per le nostre famiglie. -Attraverso di loro aiutaci a riconoscere il tuo amore. 1. Ti ringraziamo Signore per come siamo: il nostro carattere, le nostre emozioni, il nostro corpo, tutta la nostra vita. - Parlaci a partire dalla nostra storia personale. Ti ringraziamo Signore per la tua presenza in mezzo a noi. - Aiutaci a riconoscerti presente in ogni avvenimento, in ogni persona, in me stesso. 2. Ti ringraziamo Signore perché ci hai fatto come un prodigio. - Sostienici nelle difficoltà, ricordandoci che siamo importanti ai tuoi occhi. Padre Nostro Affidamento a Maria: Madre della speranza Ave, ave Maria, piena di grazia e d amore, piena di Dio: madre che ci precedi, madre che ci accompagni, madre che parli al cuore dei figli tuoi. Tu che sei Madre della speranza, veglia sul nostro cammino e su di noi: tu che ci doni Cristo, tu che ci porti a Dio, donaci la fiducia nella vita. (2V) 33

34 ACTIO La Risposta IDENTITA E FAMIGLIA 1. Chi sono? La conoscenza di se Ascoltiamo don Bosco: Sono nato nel giorno in cui si festeggia la Madonna Assun ta in Cielo. Era l anno Vidi la luce a Morialdo, frazio ne di Castelnuovo d Asti. Mio papà si chiamava Francesco, mia mamma Margherita Occhiena. Erano contadini. Si guadagnavano onestamente il pa ne della vita con il lavoro. Tiravano avanti evitando ogni spesa inutile. Mio papà, quasi solo con il lavoro delle sue braccia, procu rava da vivere a sua mamma settantenne, tribolata dagli acciacchi della vecchiaia, e a noi, suoi tre figli. Il più grande era Anto nio, che egli aveva avuto dal suo primo matrimonio. Il secondo si chiamava Giuseppe. Il più giovane ero io, Giovanni. Viveva no nella nostra casa anche due lavoranti, che aiutavano mio pa dre nei campi. Non avevo ancora due anni, quando Ilio misericordioso ci colpì con una grave sventura. Mio papà era nel pieno delle forze, nel fiore degli anni, ed era impegnato a darci una buona edu cazione cristiana. Un giorno, tornando dal lavoro madido di sudore, scese senza pensarci nella cantina sotterranea e fredda. Fu assalito da una febbre violenta, sintomo di una grave pol monite. Fu inutile ogni cura. In pochi giorni la malattia lo stron cò. Nelle ultime ore ricevette i santi Sacramenti e raccomandò a mia madre di avere fiducia in Dio. Cessò di vivere a 34 anni. Era il 12 maggio Di quei giorni ho un solo ricordo, il primo ricordo della mia vita: tutti uscivano dalla camera dove mio papà era mancato, ma io non volevo seguirli. Mia mamma mi diceva: - Vieni, Giovanni, vieni con me. - Sé non viene papà, non vengo - risposi. - Povero figlio, non hai più papà. Così dicendo, mamma scoppiò a piangere, mi prese ber mano e mi portò fuori. Anch io piangevo, ma solo perché la vedevo 34

35 piangere. Per l età, non potevo capire che grave disgrazia fosse la perdita del padre. Questo avvenimento gettò tutta la famiglia nella costerna zione. Queste sono le origini di don Bosco, la famiglia che gli ha dato la vita, con i suoi valori e i suoi limiti, le gioie e le fatiche. Don Bosco non si è mai vergognato della propria famiglia, anche se povera, riconoscendo in essa l origine della propria fede, dell educazione, della crescita. All interno di un cammino vocazionale è necessario partire dalla propria storia, per scoprire che Dio ci parla proprio a partire dalle nostre origini. Dio ci parla dal nostro vissuto, dalle esperienze che compiamo, dall accadere della vita e della storia. Partiamo dalla nostra storia per comprendere cosa Dio ci sta dicendo. 2. Frutto dell amore Noi siamo il frutto dell amore dei nostri genitori. La loro storia, il loro carattere, anche le loro caratteristiche fisiche sono determinanti per la nostra storia, il nostro carattere, le nostre caratteristiche fisiche. A volte il rapporto con i nostri genitori è conflittuale, non sereno. Non ammettiamo che ciò che siamo lo dobbiamo innanzitutto a loro. Capire la nostra famiglia, i nostri genitori, significa capire la nostra storia. E dalla nostra storia si può partire per un cammino di crescita umana e vocazionale: - crescita umana: i nostri difetti, il carattere, ma anche i doni che abbiamo possono essere messi a frutto per realizzare la nostra felicità ( e quindi il sogno di Dio su di noi); - crescita vocazionale: rileggendo la storia della nostra famiglia, la storia in cui siamo inseriti, possiamo rileggere con chiarezza anche la nostra storia. In essa Dio ci parla e ci fa capire ciò che ci sta chiedendo. Per pensare a. Scrivi dieci caratteristiche dei tuoi genitori. b. Indica quali di queste caratteristiche hai ereditato da loro. c. Tra gli elementi individuati, quali devi impegnarti a far crescere o a cambiare?

36 3. Capire chi sono a partire dalla mia famiglia Nella nostra famiglia non sono presenti solo i genitori. Spesso abbiamo una famiglia più allargata : fratelli, sorelle, nonni, persone significative per la nostra crescita. Anche loro ricoprono un ruolo decisivo per la nostra crescita umana e vocazionale. Significativo come al termine del famoso sogno dei nove anni, Giovannino indica anche i commenti della sua famiglia sul sogno stesso: Al mattino ho tosto con premura raccontato quel sogno prima ai miei fratelli, che si misero a ridere, poi a mia madre ed alla nonna. Ognuno dava al medesimo la sua interpretazione. Il fratello Giuseppe diceva: - Tu diventerai guardiano di capre, di pecore o di altri animali. - Mia madre: - Chi sa che non abbi a diventar prete. - Antonio con secco accento: - Forse sarai capo di briganti. - Ma la nonna, che sapeva assai di teologia ed era del tutto analfabeta, diede sentenza definitiva dicendo: - Non bisogna badare ai sogni. - Io era del parere di mia nonna, tuttavia non mi fu mai possibile di togliermi quel sogno dalla mente. Come si può notare, per Giovannino, le idee e le opinioni della sua famiglia valgono molto: sono in grado anche di condizionare tutto il suo agire. Un discorso analogo può essere fatto parlando della famiglia allargata, che coinvolge anche altri parenti o amici intimi. Nella storia di vocazionale di Giovannino è determinante ad esempio l incontro con uno zio, alla cascina Moglia, che lo aiuterà negli studi: Si era verso il fine del mese di dicembre, quando un giorno, verso le ore otto del mattino, passò di là il fratello di mamma Margherita, Michele Occhiena, che andava al mercato di Chieri, e vedendo il nipote che spingeva l armento fuori della stalla: - Ebbene, Giovanni, gli chiese, sei contento? - Non posso essere contento, perchè mi continua vivo il desiderio di studiare; vedo che gli anni passano e sono sempre allo stesso punto. - Là, poveretto; sta allegro, lascia fare a me, ci penserò io; conduci la mandra ai loro padroni, e poi ritorna presso tua madre e dille che fra poco passerò a parlarle. - Ma, mia madre mi sgriderà, se mi vede tornare a casa. - Fa come ti dico io: sta tranquillo, aggiusterò tutto, fidati di tuo zio. Ora vado al mercato, e ritornando andrò a parlare con tua madre, e vedrai che il tuo desiderio sarà soddisfatto. Se fa di bisogno, per mandarti a scuola, ci metterò del mio. Sei contento? Giovanni obbedì. Fecero le meraviglie i padroni nel vedersi così presto ricondurre a casa le vacche; ma accettarono le scuse e lo lasciarono andare, augurandogli che, secondo il suo desiderio, riuscisse prete. Giovanni si allontanava profondamente commosso da quella cascina così ospitale. Dio agisce nella vita di ciascuno di noi attraverso mediazioni che passano prima di tutto grazie alla nostra famiglia. Nelle scelte che essa ha preso per noi, nelle decisioni, nei passi importanti e più delicati ( anche i più sofferti), Dio agisce misteriosamente e ci indirizza verso la strada che vuole farci percorrere. Questo vale anche per altre persone che incontriamo e che percorrono con noi un tratto di cammino. Ne è d esempio come Giovanni Bosco aveva suddiviso i propri amici: Nelle prime quattro classi dovetti imparare a mie spese a trat tare con i compagni. Li avevo divisi mentalmente in tre categorie: buoni, indiffe renti, cattivi. I cattivi, appena conosciuti, li evitavo assoluta mente e sempre. Gli indifferenti 36

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