PROTEOLISI DEI FATTORI DELLA COAGULAZIONE
|
|
- Mirella Donati
- 7 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 PROTEOLISI DEI FATTORI DELLA COAGULAZIONE Fattore di von Willebrand e porpora trombotica trombocitopenica SOMMARIO Sistema della coagulazione Il sistema della coagulazione rappresenta una cascata di reazioni molto complessa che vede coinvolte glicoproteine, lipoproteine e ioni calcio, classificati tutti sotto il termine generico di fattori della coagulazione. I fattori della coagulazione, fatta eccezione per il fattore tissutale, si ritrovano nel plasma tutti sottoforma di precursori inattivi, pronti ad essere attivati da stimoli lesivi nei confronti del sistema vasale. Durante un evento coagulativo si verifica la reciproca interazione fra queste proteine in un delicato intreccio di reazioni a catena, dove ciascuna molecola può venire attivata da un altra e fungere a sua volta da attivatore per quella successiva. Finissimi meccanismi di controllo regolano l intero processo. Grazie alle moderne tecniche biochimiche e di biologia molecolare, oggi si conosce in dettaglio la struttura e la sequenza aminoacidica sia dei precursori che delle forme attive di ciascun fattore della coagulazione. Di particolare interesse è il fattore di von Willebrand, che generalmente lo si ritrova strettamente associato al fattore VIII per proteggerlo dalla degradazione e veicolarlo nel plasma; questi due fattori, se mutati, possono dar luogo a gravissime patologie come ad esempio emofilia o sindrome di von Willebrand. Fattore di von Willebrand Il fattore di von Willebrand (vwf) è una glicoproteina formata per il 15% da una componente glucidica ed è peculiare nel suo genere per avere un elevato numero di cisteine tutte impegnate nella formazione di ponti disolfuro. Viene sintetizzato sia dalle cellule endoteliali che dai megacariociti e la sua funzione principale è quella di mediare l interazione sia tra piastrina e piastrina che tra piastrina e cellule endoteliali. Queste interazioni avvengono grazie al riconoscimento di un recettore glicoproteico di membrana appartenente alla famiglia delle integrine, la GPIb. Dall mrna viene tradotto un precursore di pre-pro-vwf, il quale contiene rispettivamente un breve peptide segnale, l antigene II del vwf e la forma monomerica del vwf. Questa molecola dimerizza nel reticolo endoplasmatico, va incontro a taglio proteolitico delle prime due porzioni 1
2 elencate, successivamente viene trasferito nell apparato del Golgi, nel quale subisce la glicosilazione utile per garantire la stabilità di questa molecola, ed infine viene raccolto in particolari granuli di deposito dove forma enormi multimeri. I multimeri vengono realizzati tramite la formazione di ponti disolfuro tra le porzioni N-terminali di dimeri adiacenti. Questi multimeri non si trovano liberi nel plasma, ma vengono depolimerizzati da una proteasi specifica non appena sono secreti dalle loro vescicole. ADAMTS13 Da tempo si era intuita l esistenza di un enzima specifico che avesse il compito di scindere gli enormi multimeri del vwf che si trovano nei granuli di deposito, ma soltanto recentementi si è stati in grado prima di purificare, poi di sequenziare questa proteasi. Il primo passo è stato quello della mappatura del gene che la codifica, localizzato sul cromosoma 9, quindi si è clonato il suo cdna e da questo si è giunti alla traduzione della proteina (potenzialmente funzionale). Dall analisi della sequenza aminoacidica si è potuta stabilire l apparteneza di questo enzima alla famiglia delle metalloproteasi ADAMTS (acronimo di a disintegrin-like and metalloprotease with thrombospondin type 1 ) e le fu dato nome ADAMTS13. ADAMTS13 conta 1427 aminoacidi ed ha una struttura molto eterogenea, infatti presenta un dominio di metalloproteasi reprolisina, uno di disintegrina, un repeat di trombospondina-1, un dominio ricco in cisteina, una sequenza spaziatrice, altri sette repeat aggiuntivi di trombospodina-1 e due domini CUB. Il suo compito principale è quello di operare un taglio proteolitico tra la 842- Tyr e la 843-Met del vwf non appena questo viene secreto nel plasma. In questo modo vengono ridotti di peso gli enormi multimeri del vwf, che altrimenti avrebbero un affinità troppo elevata per le piastrine e ne provocherebbero quindi l aggregazione anche quando non sarebbe fisiologicamente necessario, con danni gravissimi per l organismo. Porpora trombotica trombocitopenica Da recenti studi si è dimostrato che se insorgono mutazioni geniche che compromettono l attività della proteasi ADAMTS13, il vwf non viene processato correttamente; questo può dar luogo ad una rara patologia quale la porpora trombotica trombocitopenica (TTP). Gli eventi principali che la caratterizzano sono la formazione di piccoli trombi nei microvasi sanguigni, innescata dalle enormi forme multimeriche del vwf non processato che presentano elevata affinità per i recettori GPIb. I sintomi più evidenti di questa malattia sono l insorgere di anemia emolitica, trombocitopenia, disturbi neurologici, febbre e disordini a livello renale. La terapia dimostratasi finora più efficace è 2
3 l infusione di plasma fresco, questo trattamento permette infatti di ripristinare i livelli di proteasi attiva e quelli del vwf fisiologico. Della TTP non esiste soltanto la forma ereditaria (comunemente chiamata TTP famigliare), questo disturbo presenta infatti molteplici cause eziologiche, la forma più diffusa prevede infatti il coinvolgimento di un meccanismo autoimmune dove il paziente sviluppa anticorpi diretti contro la proteasi di taglio del vwf. La TTP può anche manifestarsi come complicazione secondaria stimolata da altri danni perturbativi, come infezioni batteriche o virali, gravidanza, trapianti o uso di droghe. Con la scoperta di ADAMTS13 si sono aperte le porte per la ricerca di una cura più mirata e magari, in futuro, per la terapia genica, perlomeno per quanto riguarda la forma famigliare della TTP. Comunque già oggi è stata sensibilmente ridotta l incidenza della mortalità a circa il 5-10% dei casi, contro il 90% che si verificava nell immediato dopoguerra. 3
4 1. I fattori della coagulazione Il sistema della coagulazione coinvolge proteine, lipoproteine e ioni calcio. La nomenclatura attualmente utilizzata per i fattori della coagulazione è stata semplificata indicando questi con numeri romani, insieme con eventuali sinonimi per ciascun fattore, come ad esempio il fibrinogeno rappresenta il fattore I, la protrombina è il fattore II, il fattore tissutale è il fattore III e gli ioni calcio sono il fattore IV. I numeri sono stati attribuiti secondo l ordine di scoperta dei singoli fattori e non hanno alcun rapporto con la sequenza delle reazioni della coagulazione. Non esiste un fattore VI; i numeri indicano i fattori nella loro forma presente nel plasma (salvo che per il fattore III), mentre le forme attive degli zimogeni sono contraddistinte da una lettera a in basso a lato del numero romano. Infine altre molecole essenziali per la coagulazione non sono contemplate nella numerazione romana, come ad esempio i lipidi. Molti dei fattori della coagulazione circolano in forma di precursori inattivi di enzimi proteolitici (serina-proteasi) o di cofattori enzimatici. Tutti i fattori della coagulazione, eccetto il fattore tissutale, circolano nel plasma in una forma inattiva (o precursore). Anche il fibrinogeno, che è trasformato in fibrina nella fase finale della coagulazione, non ha né un attività enzimatica, né funzione di cofattore. Le moderne tecniche biochimiche e di biologia molecolare hanno permesso una dettagliata caratterizzazione dei fattori della coagulazione nella loro forma nativa e attiva. Per gli studi di chimica sono stati utilizzati soprattutto campioni di sangue bovino ed umano. La definizione delle sequenze aminoacidiche parziali delle proteine purificate ha permesso la costruzione di sonde oligonucleotidiche che sono state utilizzate per l isolamento dei cloni di cdna codificanti per le rispettive proteine. La determinazione della sequenza del cdna ha reso possibile, a sua volta, la definizione della sequenza aminoacidica completa della proteina matura. Il fibrinogeno (fattore I), è una glicoproteina dal peso molecolare di circa 340 kd, costituita da tre coppie di catene peptidiche unite da ponti disolfuro per formare una molecola composta da due metà simmetriche, nelle quali si distinguono una catena Aα, una Bβ e una γ unite alle estremità. Pertanto, il centro della molecola, che forma un dominio ricco di legami disolfuro chiamato nodo disolfuro N-terminale, contiene i fibrinopeptidi nascenti. La trombina scinde con rapidità soltanto 4 dei circa 300 legami arginina-glicina trasformando il fibrinogeno in fibrina. Il fibrinogeno piastrinico rappresenta fino il 15% delle proteine totali dei trombociti; in parte deriva dal plasma e viene quindi adsorbito ed in parte è intrapiastrinico. Il fattore II o protrombina, assieme ai fattori VII, IX e X, rappresentano le 4 proteine della coagulazione che richiedono la vitamina K per la loro completa biosintesi. La vitamina K è 4
5 necessaria per la carbossilazione di alcuni residui di glutammato, i quali vengono convertiti in γ- carbossiglutammato. Inoltre è stata osservata una seconda modificazione di queste proteine vitamina K-dipendenti, la β-idrossilazione di un residuo di aspartato. La protrombina umana è formata da 579 aminoacidi ed è una catena polipeptidica singola che contiene dal 10 al 15% di carboidrati disposti in tre catene laterali. La protrombina viene convertita in trombina in seguito all idrolisi di alcuni legami peptidici operati dal fattore Xa e dalla trombina stessa e la velocità di questi tagli è regolata dal fattore V. Il fattore III, noto anche come fattore tissutale, contiene 236 residui aminoacidici, comprendenti tre siti potenziali di N-glicosilazione e si trova associato alla membrana di numerose cellule, in particolar modo quelle facenti parti del cervello, dei polmoni e della placenta. Esso funge da cofattore per il fattore VII o VIIa, con il quale forma un complesso catalitico in presenza di ioni calcio. Il fattore VII è una glicoproteina circolante nel plasma in forma di singola catena di 406 aminoacidi. L attivazione in presenza di fattore tissutale, fosfolipidi e calcio genera una molecola composta da due catene con spiccata attività serina-proteasica. L attività del fattore VII è spesso più alta nel siero che non nel plasma ed è incrementata dal contatto con il vetro o con altre superfici. Il fattore V, la cui caratterizzazione è stata resa difficile a causa dell instabilità nel plasma, è costituito da una singola catena polipeptidica che a maturazione avvenuta, contiene carboidrati per il 13%. Viene attivato dalla trombina o dal fattore Xa, generato direttamente dal complesso fattore tissutale- FVII/FVIIa. Il fattore XI è una glicoproteina formata da due subunità unite tra di loro da ponti disolfuro. L attivazione del fattore XI comporta la rottura di legami 369Arg-370Leu all interno di ciascuna subunità, con formazione di un tetramero comprendente due catene leggere e due pesanti. Le catene leggere contengono il sito attivo caratteristico delle proteasi seriniche. Il fattore XII, glicoproteina zimogeno di serina-proteasi, richiede per l attivazione superfici con cariche negative, quali ad esempio vetro, collagene, acidi grassi, terra ricca di diatomee e così via. Il fattore XIIa è a sua volta in grado di attivare la precallicreina in callicreina, tagliando un legame Arg-Ile. La callicreina, serina-proteasi costituita da una catena leggera e una pesante legate da ponti disolfuro, taglia a sua volta altre molecole di fattore XII per attivarle enzimaticamente. Il fattore XIII si trova in due forme: quella libera nel plasma, costituita da un tetramero con due catene a e due catene b (ricche di carboidrati) e la forma presente nelle piastrine, che ha un peso molecolare pari a circa la metà della forma libera e presenta solo due catene a. Il fattore XIII viene attivato da un taglio Ca 2+ -dipendente operato dalla trombina, che comporta il rilascio di un peptide di 37 aminoacidi. 5
Cascata della coagulazione
Cascata della coagulazione Struttura del fibrinogeno Aα blue Bβ verde γ rosso 17 ponti S-S Parte del frammento E contenente i ponti S-S intercatena Frammento D I fibrinopeptidi hanno carica negativa
DettagliEMOSTASI. Insieme di meccanismi fisiologici che l organismo mette in atto per evitare perdite di sangue.
EMOSTASI EMOSTASI Insieme di meccanismi fisiologici che l organismo mette in atto per evitare perdite di sangue. Difetti dell emostasi portano all EMORRAGIA; l incapacità a mantenere il sangue fluido alla
DettagliCoagulazione del sangue
Coagulazione del sangue Caratteristiche principali dei sistemi intrinseco ed estrinseco di attivazione del fattore X Meccanismi di attivazione della trombina e ruolo della vitamina K Attivazione della
DettagliPTT NORMALE PT ALLUNGATO PT NORMALE ALLUNGATO NORMALE ALLUNGATO Situazione normale Deficit F VII Deficit F VIII Deficit F X, V, II Non si può escludere AutoAnticorpi F IX, XI, XII Fibrinogeno Deficit di
DettagliL'emostasi. La salvaguardia dell'integrità della circolazione sanguigna è regolata da un complesso sistema di processi fisiologici multifattoriali che
L'emostasi La salvaguardia dell'integrità della circolazione sanguigna è regolata da un complesso sistema di processi fisiologici multifattoriali che coinvolgono: vasi sanguigni piastrine fattori plasmatici
Dettaglisettima lezione fisiopatologia dell emostasi
settima lezione fisiopatologia dell emostasi emostasi: insieme di processi attraverso i quali: 1) si forma un coagulo efficace a livello di una lesione vascolare 2) l estensione del coagulo viene limitata
DettagliI ribosomi liberi nel citoplasma sintetizzano le proteine destinate alla via citoplasmatica, cioè quelle destinate a:
I ribosomi liberi nel citoplasma sintetizzano le proteine destinate alla via citoplasmatica, cioè quelle destinate a: filmato Rimanere nel citoplasma Essere trasportate dal citoplasma al nucleo Essere
DettagliStrategie catalitiche
Strategie catalitiche catalisi acido-base catalisi covalente catalisi da metalli Dati molecolari di alcune proteine Citocromo C (umano) Ribonucleasi A (pancreas di bue) Lisozima (bianco dell uovo) Mioglobina
DettagliI principali mediatori chimici dell infiammazione
I principali mediatori chimici dell infiammazione Mediatori plasmatici Danno endoteliale! Il Fattore di Hageman ha un ruolo centrale nell attivazione dei mediatori plasmatici Mediatori plasmatici: IL SISTEMA
DettagliLe proteine sono polimeri lineari costituiti da unità base formate da oltre 40 amminoacidi. Possono assumere forme diverse a seconda della funzione
Le proteine sono polimeri lineari costituiti da unità base formate da oltre 40 amminoacidi Hanno elevato PM Possono assumere forme diverse a seconda della funzione svolgono molteplici funzioni Tra le proteine
DettagliSTRUTTURA E FUNZIONE DELLE PROTEINE
STRUTTURA E FUNZIONE DELLE PROTEINE PROTEINE 50% DEL PESO SECCO DI UNA CELLULA STRUTTURA intelaiatura citoscheletrica strutture cellulari impalcatura di sostegno extracellulare FUNZIONE catalisi enzimatica
DettagliI MEDIATORI CHIMICI DELLA FLOGOSI
I MEDIATORI CHIMICI DELLA FLOGOSI I mediatori chimici della flogosi attualmente noti sono numerosissimi e la loro conoscenza dettagliata va ben oltre gli obiettivi del corso. Punteremo, pertanto, l attenzione
DettagliProteine. Enzimi Fattori di Trascrizione Proteine di Membrana (trasportatori, canale, recettori di membrana)
Proteine Enzimi Fattori di Trascrizione Proteine di Membrana (trasportatori, canale, recettori di membrana) Ormoni e Fattori di crescita Anticorpi Trasporto Trasporto (emoglobina, LDL, HDL.) Fenotipo Proteine
DettagliIl sistema endocrino
Il sistema endocrino (Pelle) (Cuore) (Rene) 1 Comunicazione intercellulare Autocrina La molecola segnale agisce sulla cellula che la secerne Paracrina La molecola segnale agisce sulle cellule vicine a
DettagliCOMPARTIMENTI INTRACELLULARI
COMPARTIMENTI INTRACELLULARI ogni organello è delimitato da una, o due membrane: ciascuna di esse è costituita da un doppio strato fosfolipidico con stessa struttura della membrana plasmatica ma composizione
DettagliREGOLAZIONE DELL ATTIVITA ENZIMATICA 1) MODULAZIONE ALLOSTERICA NON-COVALENTE (REVERSIBILE)
REGOLAZIONE DELL ATTIVITA ENZIMATICA - Regolazione a lungo termine: la quantità di enzima può essere controllata regolando la velocità della sua sintesi o degradazione (minuti o ore) - Regolazione a breve
DettagliLa fissazione dell azoto
La fissazione dell azoto Complesso della nitrogenasi N +10H + + 8e + 16ATP N 2 + 10 H + 8e + 16ATP 2NH 4+ + 16ADP + 16P + H2 Metabolismo degli aminoacidi Metabolismo degli aminoacidi Gli aminoacidi
DettagliStruttura degli anticorpi
Struttura degli anticorpi (220 aa) (440 aa) Le classi di anticorpi Ig A, IgD, IgE, IgG, IgM IgM Risposta primaria Attivazione della fagocitosi attivazione del complemento IgM monomeriche insieme alle IgD
DettagliMalattia di Von Willebrand
Malattia di Von Willebrand Dott. Jacopo Agnelli Giacchello CRR Malattie Trombotiche ed Emorragiche dell Adulto AOU Città della Salute e della Scienza, Ospedale Molinette Fattore di Von Willebrand Grande
DettagliIl Sangue. Tessuto Connettivo a carattere fluido (in media 4-5 L, ph ) costituisce ¼ del liquido extracellulare
Il Sangue Tessuto Connettivo a carattere fluido (in media 4-5 L, ph 7.2-7.4) costituisce ¼ del liquido extracellulare Composto da una parte liquida, PLASMA, e da una parte CORPUSCOLATA (eritrociti, globuli
Dettagliscaricato da I peptidi risultano dall unione di due o più aminoacidi mediante un legame COVALENTE
Legame peptidico I peptidi risultano dall unione di due o più aminoacidi mediante un legame COVALENTE tra il gruppo amminico di un aminoacido ed il gruppo carbossilico di un altro. 1 Catene contenenti
DettagliCorso di Laurea in Scienze Infermieristiche. La coagulazione. Dott. ssa Mariateresa Cacciola
Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche FISIOLOGIA DEL SANGUE 2 La coagulazione Dott. ssa Mariateresa Cacciola Cosa è l emostasi? Serie di reazioni biochimiche e cellulari, sequenziali e sinergiche,
DettagliCostituenti chimici della materia vivente
Costituenti chimici della materia vivente Le macromolecole biologiche Macromolecole (dal greco macros = grande) biologiche. Classi di composti biologici multifunzionali: Polisaccaridi proteine acidi
Dettagli- utilizzano esclusivamente le reattività chimiche di alcuni residui AA
Enzimi semplici Enzimi coniugati - utilizzano esclusivamente le reattività chimiche di alcuni residui AA - richiedono la reattività chimica aggiuntiva di COFATTORI o COENZIMI gruppi prostetici COENZIMI
DettagliImmunologia e Immunologia Diagnostica MATURAZIONE DEI LINFOCITI
Immunologia e Immunologia Diagnostica MATURAZIONE DEI LINFOCITI Il percorso di maturazione dei linfociti Sviluppo della specicifità immunologica I linfociti B e T avviano le risposte immunitarie dopo il
DettagliAlberts et al., L ESSENZIALE DI BIOLOGIA MOLECOLARE DELLA CELLULA, Zanichelli editore S.p.A. Copyright 2005
La conversione dell informazione da una forma ad un altra è il punto critico della trasmissione e prende il nome di: TRASDUZIONE DEL SEGNALE Nella comunicazione cellulare: Molecola segnale Proteina recettore
Dettagli1. McCrae, K., Sadler, J., Cines, D. (2005). 2. R. Hoffman, Hematology Basic Principles and Practice (4th. Edition). Chpt 132, pp
Insufficienza renale acuta Ematuria macroscopica Febbre Incremento della creatininemia e dell azotemia Anemia acuta Emoglobina < 8 g/dl Test di Coombs negativo Schistocitosi (fino al 10%) Piastrinopenia
DettagliBasi cellulari e molecolari della vita Prof. Dr. Stefano Martellucci
Basi cellulari e molecolari della vita Prof. Dr. Stefano Martellucci Trascrizione e Traduzione dal gene alla proteina Trascrizione e Traduzione dal gene alla proteina La trascrizione e la traduzione avvengono
DettagliEmostasi. Sistemi di controllo
Emostasi Sistemi di controllo Malattie emorragiche Fattori vasali Fattori piastrinici Piastrinopatie Piastrinopenie Fattori della coagulazione Fattori vasali 1. Insufficiente costrizione del lume vasale
DettagliBiochimica delle proteine Prof. M. Bolognesi a.a. 2007/2008. Eloise Mastrangelo
Biochimica delle proteine Prof. M. Bolognesi a.a. 2007/2008 Eloise Mastrangelo Perché è importante determinare la struttura primaria delle proteine? 1. La conoscenza della sequenza amminoacidica delle
DettagliTRASCRIZIONE DEL DNA, TRADUZIONE DELL RNA
TRASCRIZIONE DEL DNA, TRADUZIONE DELL RNA TRADUZIONE La traduzione e il processo con cui viene sintetizzata un data proteina, attraverso reazioni chimiche di polimerizzazione di amminoacidi, in una
DettagliCorso di Laurea in Scienze Infermieristiche. La coagulazione. Dott. ssa Mariateresa Cacciola
Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche FISIOLOGIA DEL SANGUE 2 La coagulazione Dott. ssa Mariateresa Cacciola Cosa è l emostasi? Serie di reazioni biochimiche e cellulari, sequenziali e sinergiche,
DettagliProteine: struttura e funzione
Proteine: struttura e funzione Prof.ssa Flavia Frabetti PROTEINE dal greco al 1 posto costituiscono il 50% circa del peso secco della maggior parte degli organismi viventi composti quaternari (C, H, O,
DettagliEsempi di quiz di biochimica. 1. E un disaccaride: A) galattosio B) lattosio C) cellulosa D) fruttosio
Esempi di quiz di biochimica 1. E un disaccaride: A) galattosio B) lattosio C) cellulosa D) fruttosio 2. Il glicogeno è un: A) disaccaride B) polisaccaride C) monosaccaride D) amino zucchero 3. E un composto
DettagliCOMPOSTI AZOTATI. derivanti dall ammoniaca AMMINE. desinenza -INA AMMIDE
COMPOSTI AZOTATI derivanti dall ammoniaca AMMINE desinenza -INA AMMIDE ANCORA AMMIDI RISONANZA A M M I D I Il legame ammidico ha parziale carattere di doppio legame per la seguente risonanza: Ammidi H
DettagliPROTEINE dal greco al 1 posto costituiscono il 50% circa del peso secco della maggior parte degli organismi viventi
POTEINE dal greco al 1 posto costituiscono il 50% circa del peso secco della maggior parte degli organismi viventi composti quaternari (,, O, N) macromolecole organiche, molecole informazionali, polimeri
DettagliRegolazione dell attività enzimatica. Allosteria Modificazioni covalenti Isoenzimi
Regolazione dell attività enzimatica Allosteria Modificazioni covalenti Isoenzimi Regolazione della attività enzimatica L attività enzimatica deve potere essere regolata in base alle specifiche richieste
DettagliIL DOGMA CENTRALE DELLA BIOLOGIA RNA
La traduzione IL DOGMA CENTRALE DELLA BIOLOGIA Trascrizione DNA Passaggio dell informazione contenuta nel DNA mediante la sintesi di RNA RNA Proteine Duplicazione DNA Traduzione Costruzione della catena
DettagliIl metabolismo ATP. concetti di base e disegno generale
Il metabolismo ATP concetti di base e disegno generale Eg e funzioni cellulari Le cellule necessitano di un costante apporto di Eg per svolgere diverse funzioni: lavoro meccanico lavoro elettrico trasporto
DettagliImmunità umorale = immunità mediata dagli anticorpi
Immunità umorale = immunità mediata dagli anticorpi ADCC Tre vie di attivazione del complemento 24 L attivazione del complemento avviene attraverso la proteolisi (clivaggio) sequenziale dei diversi frammenti
DettagliBIOMOLECOLE (PROTEINE)
BIOMOLECOLE (PROTEINE) Proteine: funzioni Strutturale (muscoli, scheletro, legamenti ) Contrattile (actina e miosina) Di riserva (ovoalbumina) Di difesa (anticorpi) Di trasporto (emoglobina, di membrana)
DettagliLa massa è la quantità di materia di cui è fatta una qualsiasi cosa
Dall atomo all organizzazione cellulare Tutti gli organismi viventi sono costituiti da atomi Due o più atoni insieme formano le molecole La materia è tutto ciò che occupa uno spazio, ha un volume e una
DettagliImmunologia e Immunologia Diagnostica ANTICORPI: STRUTTURA E FUNZIONE
Immunologia e Immunologia Diagnostica ANTICORPI: STRUTTURA E FUNZIONE Le due vie dell immunità adattativa Microbi extracellulari: immunità umorale! Anticorpi Microbi fagocitati e intracellulari: immunità
Dettaglisono le unità monomeriche che costituiscono le proteine hanno tutti una struttura comune
AMINO ACIDI sono le unità monomeriche che costituiscono le proteine sono 20 hanno tutti una struttura comune sono asimmetrici La carica di un amino acido dipende dal ph Classificazione amino acidi Glicina
DettagliEmostasi. Nei meccanismi emostatici si distinguono tre componenti:
Emostasi Nei meccanismi emostatici si distinguono tre componenti: 1) Componente vascolare: resistenza meccanica fragilità vascolare integrità endoteliale: la superficie endoteliale normale è idrorepellente;
DettagliCOMUNICAZIONE INTERCELLULARE
COMUNICAZIONE INTERCELLULARE TRASFERIMENTO DIRETTO DI SEGNALI CHIMICI E ELETTRICI ATTRAVERSO GIUNZIONI COMUNICANTI COMUNICAZIONE CHIMICA LOCALE (SOSTANZE PARACRINE E AUTOCRINE) COMUNICAZIONE A LUNGA DISTANZA
Dettagli1 Gli enzimi. 1.1 Definizione e caratteristiche Il sito attivo Classificazione e nomenclatura Meccanismo d azione 7
IV Biochimicamente 0 L evoluzione dei viventi 1 Gli enzimi Perché è importante studiare la biochimica? 0 1 0.1 L organizzazione gerarchica 0 2 0.2 L origine dell Universo 0 2 La fusione nucleare 0 3 0.3
DettagliL Emostasi. Integrità vasale Normale funzionalità endoteliale Fattori Anticoagulanti Fibrinolisi
L Emostasi Emostasi = Insieme di meccanismi compensatori che si instaurano in seguito a una soluzione di continuo di un vaso e hanno lo scopo di arrestare l emorragia e ripristinare l integrità vasale.
DettagliLIVELLI DI STRUTTURA DELLE PROTEINE
FUNZIONI E STRUTTURA DELLE PROTEINE PROF.SSA AUSILIA ELCE Indice 1 INTRODUZIONE -------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 3 2 LIVELLI
DettagliNidogeno (entactina)
Seminario Seminario Altre glicoproteine adesive della MEC Glicoproteine della matrice Nidogeno (entactina) 1 Nidogeno/Entactina Tipica proteine della lamina basale. Ci sono due tipi, nidogeno 1 e nidogeno
Dettagli1. RIASSUNTO RIASSUNTO INTRODUZIONE SCOPO E METODI MATERIALI RISULTATI DISCUSSIONE BIBLIOGRAFIA
1. La malattia di von Willebrand (VWD), descritta per la prima volta nel 1926, è la più frequente malattia emorragica ereditaria, anche se solo una piccola porzione degli individui affetti manifesta problemi
DettagliIL COMPLEMENTO Sistema di numerose proteine plasmatiche, molte con attività proteolitica, capaci di attivarsi a cascata
IL COMPLEMENTO Sistema di numerose proteine plasmatiche, molte con attività proteolitica, capaci di attivarsi a cascata I componenti del complemento mediano funzioni che portano indirettamente o direttamente
DettagliProprietà Esotossine Endotossine
Principali differenze tra Esotossine ed Endotossine Proprietà Esotossine Endotossine Proprietà chimiche Modalità d azione Immunogenicità Potenzialità del tossoide Proteine secrete nell ambiente extracellulare
DettagliEsotossina: definizione Prodotto del metabolismo di alcuni batteri che viene riversato nel mezzo in cui essi sono posti a sviluppare Glicoproteine ad
Esotossine ed Endotossine prof. Vincenzo Cuteri Esotossina: definizione Prodotto del metabolismo di alcuni batteri che viene riversato nel mezzo in cui essi sono posti a sviluppare Glicoproteine ad attività
DettagliCOAGULAZIONE INTRAVASCOLARE DISSEMINATA (CID)
COAGULAZIONE INTRAVASCOLARE DISSEMINATA (CID) Dott.ssa Livia Manzella Dipartimento di Bio-Medicina Clinica e Molecolare Università di Catania Essa consiste nell attivazione della reazione a cascata della
DettagliLe due subunità ribosomali sono formate nel nucleolo dall associazione tra rrna e proteine
Le due subunità ribosomali sono formate nel nucleolo dall associazione tra rrna e proteine 5S 28S 18S 5.8S 60S 40S I poliribosomi Numerosi ribosomi possono legarsi in sequenza su una stessa molecola di
DettagliFUNZIONI delle MODIFICAZIONI delle proteine per GLICOSILAZIONE
FUNZIONI delle MODIFICAZIONI delle proteine per GLICOSILAZIONE - Specificare la struttura tridimensionale: La glicosilazione permette alla proteina di assumere conformazioni tridimensionali complesse.
DettagliCorso di Laurea in Farmacia Insegnamento di BIOCHIMICA. Angela Chambery Lezione 11
Corso di Laurea in Farmacia Insegnamento di BIOCHIMICA Angela Chambery Lezione 11 Funzioni delle proteine Concetti chiave: La varietà strutturale delle proteine consente loro di svolgere un enorme quantità
Dettagli1) Comunicazione diretta attraverso giunzioni comunicanti 2) Comunicazione tramite messaggeri chimici
Una complessa rete di comunicazione tra cellule coordina la crescita, il differenziamento e il metabolismo in tutti gli organismi pluricellulari. Si riconoscono due tipologie di comunicazione intercellulare:
DettagliImprinting. Meccanismo epigenetico di controllo della espressione genica. repressione della trascrizione espressione mono-allelica
Imprinting Meccanismo epigenetico di controllo della espressione genica. Metilazione repressione della trascrizione espressione mono-allelica Esistono determinati geni in cui l espressione di un allele
DettagliUNIVERSITA DEGLI STUDI DI GENOVA Facoltà di Medicina e Chirurgia CORSO DI LAUREA IN TECNICHE DI LABORATORIO BIOMEDICO IL LABORATORIO DELLA CID
UNIVERSITA DEGLI STUDI DI GENOVA Facoltà di Medicina e Chirurgia CORSO DI LAUREA IN TECNICHE DI LABORATORIO BIOMEDICO IL LABORATORIO DELLA CID Candidata: Giorgia Albarello Relatore: Maurizio Miglino CID
DettagliLa struttura terziaria delle proteine
La struttura terziaria delle proteine 1 La struttura terziaria L arrangiamento spaziale degli aminoacidi di una singola catena polipeptidica a formare la sua struttura tridimensionale a domini viene chiamata
DettagliProteasi Serina proteasi Serina proteasi-coagulazione del sangue
Proteasi Serina proteasi Serina proteasi-coagulazione del sangue PROTEASI Le proteasi catalizzano la scissione idrolitica di un legame peptidico Peptide bond -carboxyl group & -amino group La reazione
DettagliFormula generale di un amminoacido
Formula generale di un amminoacido Gruppo carbossilico Gruppo amminico Radicale variabile che caratterizza i singoli amminoacidi Le catene laterali R degli amminoacidi di distinguono in: Apolari o idrofobiche
DettagliALCUNI COMPOSTI CHIMICI INIBISCONO SELETTIVAMENTE LA SINTESI PROTEICA NEI PROCARIOTI E NEGLI EUCARIOTI
ALCUNI COMPOSTI CHIMICI INIBISCONO SELETTIVAMENTE LA SINTESI PROTEICA NEI PROCARIOTI E NEGLI EUCARIOTI VI SONO COMPOSTI SPECIFICI PER OGNI TAPPA DELLA TRADUZIONE Molti microrganismi sono in grado di sviluppare
DettagliASPETTI GENERALI DEGRADAZIONE DELLA MATRICE 10/04/2014
Degradazione della matrice ASPETTI GENERALI DEGRADAZIONE DELLA MATRICE http://www.nature.com/nature/journal/v459/n7245/box/nature08146_bx1.html Regolazione degli enzimi di rimodellamento della ECM e consequenze
DettagliRiconoscimento dell antigene
Riconoscimento dell antigene Risposta immune adattativa La risposta immune innata è molto efficiente ma non sempre riesce ad impedire il diffondersi dell infezione È essenziale quindi che subentri la risposta
DettagliIl sistema immunitario ha sviluppato un sistema altamente specializzato per la cattura degli antigeni e per la loro presentazione ai linfociti.
Come riescono pochi linfociti specifici per un antigene microbico a localizzare il microbo? Come riesce il sistema immunitario a produrre le cellule effettrici e le molecole piùadatte a debellare un determinato
DettagliCITOSOL
www.fisiokinesiterapia.biz CITOSOL Il citosol (detto anche matrice citoplasmatica) è una sostanza che si presenta fisicamente gelatinosa contenente molecole di varie dimensioni e costituisce la porzione
Dettaglia) un movimento contro gradiente di concentrazione che utilizza fonti primarie di energia
1. Quale considerazione sulla struttura primaria di una proteina è vera? a) è caratteristica delle proteine insolubili b) i ponti S-S la stabilizzano c) i ponti H la stabilizzano d) la proteina assume
DettagliEmostasi e rischio trombotico
Emostasi e rischio trombotico Emostasi: attivazione controllata dei fattori della coagulazione e delle piastrine che portano alla formazione del coagulo Trombosi: attivazione incontrollata Equilibrio tra
DettagliSECONDI MESSAGGERI. Ca++
SECONDI MESSAGGERI Ca++ Recettori di membrana associati a proteine G che attivano la fosfolipasi C II messaggeri: - derivati del fosfatidil inositolo - Ca ++ Sintesi dei secondi messaggeri DAG e IP dal
DettagliCATALISI COVALENTE. H 2 O Enz-R-OH + P. Enz-R-O S Enz-R-O-S
CATALISI COVALENTE Comporta la formazione di intermedi in cui il substrato è legato covalentemente con un residuo amminoacidico del sito attivo dell enzima. La catena laterale re dell enzima può comportarsi
DettagliMFN0366-A1 (I. Perroteau) -traduzione e indirizzamento delle proteine. Solo per uso didattico, vietata la riproduzione, la diffusione o la vendita
MFN0366-A1 (I. Perroteau) -traduzione e indirizzamento delle proteine MFN0366-A1 (I. Perroteau) -traduzione delle proteine trna Traduzione: mrna -------> proteine mrna MFN0366-A1 (I. Perroteau) -traduzione
Dettagli06_citologia_SER_golgi 1
1 La sintesi proteica inizia sempre nello stesso modo: aggancio della piccola subunità ribosomale al estremità 5 dell mrna. si aggancio la grande subunità ribosomale In corrispondenza del codone di inizio
DettagliModello per la struttura (presunta) di un RNA viroide: le lineette interne indicano i legami tra le basi complementari
Viroidi Agenti infettivi costituiti da una sola molecola di RNA circolare a singolo filamento (+ o -), ripiegato a formare regioni a doppia elica, prive di capside, sensibili a RNasi Aree a doppia elica
DettagliIl sistema endocrino
Il sistema endocrino Indice delle lezioni: i LEZIONE 1 : Il sistema endocrino LEZIONE 2: Il sistema neuroendocrino: asse ipotalamo ipofisi Le ghiandole surrenali L asse ipotalamo-ipofisi-gonadi LEZIONE
DettagliImmunologia e Immunologia Diagnostica COMPLESSO MAGGIORE DI ISTOCOMPATIBILITÀ E PRESENTAZIONE DELL ANTIGENE
Immunologia e Immunologia Diagnostica COMPLESSO MAGGIORE DI ISTOCOMPATIBILITÀ E PRESENTAZIONE DELL ANTIGENE Il Complesso Maggiore di Istocompatibilità (MHC) Scoperta dell MHC I geni dell MHC sono stati
DettagliAnticorpi (Abs) o Immunoglobuline (Igs)
Anticorpi (Abs) o Immunoglobuline (Igs) Molecole recettoriali legate alla superficie di cellule B o molecole libere che riconoscono l antigene Linfocita B Le cellule che producono gli anticorpi sono le
DettagliCLASSICHE GENETICA BIOTECNOLOGIE MODERNE BIOLOGIA CELLULARE TECNOLOGIA DEL DNA RICOMBINANTE INGEGNERIA GENETICA
CLASSICHE BIOTECNOLOGIE GENETICA MODERNE BIOLOGIA CELLULARE TECNOLOGIA DEL DNA RICOMBINANTE INGEGNERIA GENETICA BIOLOGIA MOLECOLARE BIOCHIMICA CREAZIONE A FINI MEDICI DI MICRO-ORGANISMI GENETICAMENTE MODIFICATI
DettagliComplesso Maggiore di Istocompatibilita (MHC)
Complesso Maggiore di Istocompatibilita (MHC) Scoperta dell MHC I geni dell MHC sono stati inizialmente identificati come responsabili del rapido rigetto dei tessuti trapiantati. I geni dell MHC sono polimorfi:
DettagliBilancia emostatica. Ipercoagulabilità. Ipocoagulabilità. Normale. Trombosi. Emorragie
Coagulazione 1 Bilancia emostatica Ipercoagulabilità Ipocoagulabilità Normale Trombosi Emorragie 2 emostasi primaria emostasi secondaria Fattori coinvolti nell emostasi Vasi + endotelio Proteine della
DettagliINTRODUZIONE ALLE REAZIONI FLOGISTICHE
INTRODUZIONE ALLE REAZIONI FLOGISTICHE INCONTRO FRA CELLUA E NOXA PATOGENA: SEQUENZA DEGLI EVENTI noxa patogena adattamento cellula danno irreversibile danno reversibile - stress proteins - enzimi di riparazione
DettagliENZIMI. Un enzima è un catalizzatore (acceleratore) di reazioni biologiche.
ENZIMI ENZIMI Un enzima è un catalizzatore (acceleratore) di reazioni biologiche. Catalizzatore = sostanza in grado di accelerare lo svolgimento di una reazione chimica e quindi di aumentarne la sua velocità,
DettagliBiosintesi non ribosomiale di metaboliti peptidici bioattivi
Biosintesi non ribosomiale di metaboliti peptidici bioattivi Strutture di alcuni peptidi bioattivi prodotti da batteri e funghi Come vengono prodotti questi peptidi? Hanno strutture complesse (spesso
DettagliSINTESI DELLE PROTEINE
SINTESI DELLE PROTEINE IN UN GIORNO DI UN INDIVIDUO ADULTO NORMALE: -100 grammi vengono introdotti con la dieta -400 grammi vengono degradati -400 grammi vengono sintetizzati -100 grammi vengono consumati
DettagliBIOCHIMICA e BIOTECNOLOGIE degli ALIMENTI
Seconda Università degli Studi di Napoli DiSTABiF Anno Accademico 2016-17 Corso di Laurea Magistrale in SCIENZE DEGLI ALIMENTI E DELLA NUTRIZIONE UMANA Insegnamento di BIOCHIMICA e BIOTECNOLOGIE degli
DettagliSINDROME EMOLITICO UREMICA (SEU)
BACKGROUND REGIONE CALABRIA SINDROME EMOLITICO UREMICA (SEU) Codice esenzione RD0010 1 La sindrome emolitico uremica (SEU) è una grave malattia caratterizzata dalla insorgenza di anemia emolitica microangiopatica
DettagliLe proteine o protidi
Le proteine o protidi A differenza di glucidi e lipidi (che di regola non contengono azoto), le proteine sono composti organici quaternari, che possiedono sempre atomi di azoto nella loro molecola (quasi
Dettagli23) Quale tra le seguenti cellule ha un numero diploide di cromosomi? A) Eritrociti B) Spermatozoi C) Oocita primario D) Spermatidio E) Megacariocito
23) Quale tra le seguenti cellule ha un numero diploide di cromosomi? A) Eritrociti B) Spermatozoi C) Oocita primario D) Spermatidio E) Megacariocito 23) Quale tra le seguenti cellule ha un numero diploide
DettagliCOAGULAZIONE DEL SANGUE «BLOOD CLOTTING»
INFIAMMAZIONE & SISTEMI DI PROTEINE PLASMATICHE L infiammazione è mediata da tre sistemi chiave di proteine plasmatiche: il sistema del complemento, il sistema della coagulazione e il sistema delle chinine.
DettagliRISPOSTA IMMUNITARIA UMORALE. Attivazione dei linfociti B e produzione degli anticorpi. dott.ssa Maria Luana Poeta
RISPOSTA IMMUNITARIA UMORALE Attivazione dei linfociti B e produzione degli anticorpi dott.ssa Maria Luana Poeta Fasi delle risposta immunitaria adattativa Antigeni riconosciuti dai Linfociti B Risposta
DettagliEmostasi e rischio trombotico
Emostasi e rischio trombotico Equilibrio emostatico: attivazione controllata dei fattori della coagulazione e delle piastrine che portano alla formazione del coagulo Trombosi: attivazione incontrollata
DettagliVittorio Sargentini- SIPMeL, Società Italiana di Patologia Clinica e Medicina di Laboratorio
Vittorio Sargentini- SIPMeL, Società Italiana di Patologia Clinica e Medicina di Laboratorio Ricerca di nuovi strumenti diagnostici Biomarcatore ideale 1. Operare uno screening al momento della comparsa
DettagliLegami chimici. Covalente. Legami deboli
Legami chimici Covalente Legami deboli Legame fosfodiesterico Legami deboli Legami idrogeno Interazioni idrofobiche Attrazioni di Van der Waals Legami ionici STRUTTURA TERZIARIA La struttura tridimensionale
DettagliSmistamento delle proteine neosintetizzate
Smistamento delle proteine neosintetizzate Principi di Citologia e Istologia. Prof. Pucci, 2003 La sintesi continua sul RER La sintesi continua su ribosomi liberi Proteine citoplasmatiche Proteine lisosomali,
DettagliPrincipi di Citologia e Istologia. Prof. Pucci, La Matrice Extracellulare
Principi di Citologia e Istologia. Prof. Pucci, 2003 La Matrice Extracellulare La matrice extracellulare è composta da quattro classi di macromolecole Collageni Proteoglicani Elastina Glicoproteine Essa
DettagliLezione 3. Le membrane cellulari: struttura e funzioni
Lezione 3 Le membrane cellulari: struttura e funzioni FUNZIONI DELLA MEMBRANA PLASMATICA Barriera di permeabilità Barriera selettiva per determinate sostanze Divisione in compartimenti funzionali FUNZIONI
Dettagli