Sviluppo Sostenibile e Agenda 21 a cura del dott. for. Piergiorgio Cameriere

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1 Sviluppo Sostenibile e Agenda 21 a cura del dott. for. Piergiorgio Cameriere

2 Sviluppo sostenibile Affinché l Inghilterra possa vivere in relativo benessere, cento milioni di indiani devono vivere al limite della morte per fame: una condizione perversa, alla quale si accondiscende ogni volta che si sale su un taxi o si mangia un piatto di fragole con la panna". Scritto da George Orwell più di 60 anni fa. 2

3 Sviluppo sostenibile L evoluzione di un nuovo atteggiamento verso il Pianeta Il dibattito sulla questione ambientale, nato tra gli anni 60 e 70 del secolo scorso con la formazione delle prime Associazioni ambientaliste, ebbe come nodo centrale il rapporto economia - ambiente, nella sempre più evidente necessità di preservare la qualità del patrimonio naturale e nella consapevolezza che, essendo le risorse del pianeta tendenzialmente esauribili, dovessero essere rivisti ed equilibrati i modelli di sviluppo. 3

4 CONCETTO Sostenibilità significa cercare soddisfacenti modalità di vita per tutti, senza mettere in pericolo la nostra sopravvivenza sul pianeta adesso ed in futuro 4

5 CONCETTO SOSTENIBILITÀ Insieme di relazioni tra le attivita umane, la loro dinamica, e la biosfera, con le sue dinamiche, generalmente piu lente Queste relazioni devono essere tali da permettere alla vita umana di continuare, agli individui di soddisfare i loro bisogni e alle diverse culture umane di svilupparsi, ma in modo tale che le variazioni apportate alla natura dalle attività umane stiano entro certi limiti così da non distruggere il contesto biofisico globale 5

6 CONCETTO La velocità del prelievo deve essere pari alla velocità di rigenerazione (rendimento sostenibile) La velocità di produzione dei rifiuti dovrebbe essere uguale alle capacità naturali di assorbimento da parte degli ecosistemi in cui i rifiuti vengono immessi 6

7 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA Negli ultimi cinquanta anni l'impatto delle attività umane sul mondo naturale ha determinato profondi sconvolgimenti che in alcuni casi sono diventati vere e proprie emergenze ambientali (buco dell'ozono, effetto serra, desertificazione, perdita di biodiversità ecc.). 7

8 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA Le disuguaglianze socio-economiche e il deterioramento ambientale seguiti all'industrializzazione, sono stati posti all'attenzione del mondo politico fin dagli anni '70, al fine di ricercare i possibili rimedi all'attuale modello di sviluppo. 8

9 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA A fronte della compromissione della qualità della vita presente e futura, si è via via affermata la consapevolezza dello stretto legame esistente tra sviluppo economico, salvaguardia dell'ambiente ed equità sociale e si è cominciato a parlare di: 'sviluppo sostenibile' quello che: 'risponde alle necessità del presente, senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie' (Commissione Bruntland, UNCED) 9

10 Le tappe della sostenibilità DEFINIZIONI Il soddisfacimento della qualità della vita mantenendosi entro i limiti della capacità di carico degli ecosistemi dai quali essa dipende. (Rapporto 'Caring for the Earth', UNEP, IUCN, WWF) 10

11 Le tappe della sostenibilità DEFINIZIONI 'Massimo ammontare che una comunità può consumare in un certo periodo e rimanere tuttavia, lontana dall'esaurimento delle risorse come all'inizio (J.R. Hichs) 11

12 Le tappe della sostenibilità DEFINIZIONI Per sviluppo sostenibile s'intende un miglioramento di qualità della vita, senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi alla base. (ONU,1992) 12

13 Le tappe della sostenibilità DEFINIZIONI Uno sviluppo che offra servizi ambientali, sociali ed economici di base a tutti i membri di una comunità, senza minacciare l'operabilità del sistema naturale, edificato e sociale da cui dipende la fornitura di tali servizi' (International Council for Local Environmental Initities, 1994) 13

14 Le tappe della sostenibilità DEFINIZIONI "Una comunità non è sostenibile se consuma le risorse più velocemente di quanto possano essere reintegrate, produce più spazzatura di quanto i sistemi naturali possano assorbire o si basa eccessivamente, per soddisfare i propri bisogni, su risorse che provengono da regioni geograficamente lontane" (SUSTAINABLE COMMUNITY ROUNDTABLE) 14

15 Le tappe della sostenibilità DEFINIZIONI "Sviluppo sostenibile significa che coloro che sono i più benestanti adottano stili di vita che non sono compatibili con i limiti ecologici del pianeta. Lo sviluppo sostenibile può essere perseguito solo se le dimensioni e la crescita di una comunità locale sono in armonia con la capacità produttiva dell'ecosistema di rinnovare le proprie risorse" (WORLD COMMISSION ON THE ENVIRONMENT AND DEVELOPMENT) 15

16 CONCETTO L obiettivo fondamentale e' quello di raggiungere un'economia nel rispetto delle capacita' rigenerative ed assimilative dei sistemi naturali che ci consentono di vivere e basata su di un principio di equità sociale. 16

17 CONCETTO Tale concetto si basa sul riconoscimento che le politiche ambientali non possono essere separate dalle scelte dello sviluppo economico e sociale, come hanno iniziato a mettere in evidenza tutti i rapporti sullo stato dell ambiente fin dagli anni 70. Si metteva in sostanza in discussione il criterio di crescita economica fondata solo sull aumento di reddito e della produttività (concetto fondato sulla quantità) 17

18 CONCETTO Per assumere quello di sviluppo, collegato alla qualità della vita e ad altri indicatori per misurare lo sviluppo, quali: l equità e la giustizia intergenerazionali, nonché nuovi stili di vita. Non può infatti esservi un economia ecocompatibile se non cambia il modello di consumismo spinto e dissennato e senza nuovi stili di vita. 18

19 CONCETTO Il concetto di sostenibilità èstato mutuato dalla selvicoltura: è possibile prelevare dalla natura quanto la natura è in grado di rigenerare (rinnovazione naturale) 19

20 CONCETTO Lo sviluppo sostenibile assume quindi le caratteristiche di concetto integrato, evidenziando la necessità di coniugare le tre dimensioni fondamentali e inscindibili di: Ambiente Economia Società 20

21 CONCETTO ECONOMIA AMBIENTE ASPETTI SOCIALI 21

22 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA Il Club di Roma aveva già nel 1968 pubblicato: I limiti dello sviluppo in cui in un passaggio si diceva: l uomo deve assumersi la responsabilità di gestire la terra, cioè amministrarla per conto di altri. 22

23 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA 1972: Club di Roma I limiti della crescita ( I limiti dello sviluppo ) Il Club di Roma è un gruppo internazionale di scienziati, statisti, uomini di affari, fondato da Aurelio Peccei. Il Club affidò ad un gruppo di ricercatori l'incarico di realizzare uno studio presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT), per indagare, utilizzando un modello di simulazione matematico al computer, cause e conseguenze a lungo termine della crescita di 5 parametri: popolazione capitale industriale produzione di alimenti consumo di risorse naturali inquinamento 22 aprile 1972: negli Stati Uniti si celebra per la prima volta la Giornata della Terra (Earth Day) sottolineando la necessità di salvare gli equilibri naturali. Negli anni 70 iniziano a emergere gruppi, movimenti e partiti ecologisti (i Verdi, che acquisiscono un peso politico soprattutto nella Repubblica Federale Tedesca entrando al Bundestag nel 1983). Nello stesso periodo fioriscono in vari paesi europei ministeri e agenzie per l ambiente e legislazioni ambientali che si perfezioneranno nel tempo in vari paesi 23

24 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA Giugno 1972 DICHIARAZIONE DI STOCCOLMA Nazioni Unite Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente Umano. Fu la prima che, su scala mondiale, si occupò di temi ambientali e adottò una Dichiarazione all interno della quale la tutela dell ambiente diveniva parte integrante dello sviluppo, uno sviluppo compatibile con le esigenze di salvaguardia delle risorse. "La Terra come capitale da preservare, nella considerazione del rapporto critico tra crescita ed ecosistema e del processo irreversibile costituito dallo sfruttamento delle risorse non rinnovabili" 24

25 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA Giugno 1972 DICHIARAZIONE DI STOCCOLMA Nazioni Unite Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente Umano. Convocata a Stoccolma nel 1972 in base ad un iniziativa della Svezia risalente al 1968, collegata ai problemi ecologici prodotti dalle piogge acide L ambiente e la sua tutela diventano ufficialmente una questione internazionale Grande partecipazione di Stati (113 paesi, ma assenza del blocco comunista eccettuata la Romania) e di circa quattrocento organizzazioni governative e nongovernative; conflitto Nord- Sud Dichiarazione di Stoccolma (26 principi) Piano d azione (109 raccomandazioni) Vengono riconosciuti la responsabilità intergenerazionale per la tutela dell ambiente, la regolamentazione dell uso e la salvaguardia del patrimonio ambientale non rinnovabile, la necessità di rimuovere le cause delle disuguaglianze tra Nord e Sud, la spinta per uno sviluppo economico qualitativo e il calcolo dei costi ambientali, l importanza della pianificazione integrata nazionale e internazionale, il nesso tra pace, uguaglianza, sviluppo e tutela dell ambiente Costituzione del Programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP), agenzie specializzata con sede a Nairobi in Kenia (risoluzione 2997 dell Assemblea generale dell ONU, 15 dicembre 1972) e attivazione rete di monitoraggio sulle variazioni ambientali (Earthwatch) " 25

26 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA Giugno 1972 DICHIARAZIONE DI STOCCOLMA Nazioni Unite - 26 principi in cui si pone l'attenzione sulla relazione tra benessere sociale a tutela del patrimonio ambientale, secondo un criterio di giusta distribuzione delle risorse anche di fronte alle generazioni a venire. - I Piani di sviluppo economico devono quindi tenere in particolare considerazione questo rapporto, ed incoraggiare l'adozione di misure coordinate ed integrate. 26

27 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA 1. diritto dell uomo a libertà, uguaglianza, condizioni di vita soddisfacenti in un ambiente dignitoso e prospero l uomo è altamente responsabile della protezione e del miglioramento dell ambiente nei confronti delle generazioni future. No ad apartheid, segregazione razziale, discriminazione, colonialismo ed alte forme di oppressione e dominazione straniera. 2 Tutte le risorse della Terra devono essere salvaguardate a beneficio delle generazioni presenti e future. 3. Mantenimento e miglioramento capacità umana di produrre risorse rinnovabili. 4. Difesa della vita selvatica e del suo habitat. 5. Uso limitato delle risorse per evitarne l esaurimento e per assicurarne uno sfruttamento condiviso. 6. Lotta all inquinamento da sostanze tossiche non assorbibili in natura 7. Azione degli Stati contro l inquinamento marino che provochi danni per la salute umana, la vita organica marina e distrugga i valori estetici o disturbi altri usi legittimi dei mari 8. Lo sviluppo economico e sociale è il solo modo per assicurare all uomo un ambiente di vita e di lavoro favorevole per creare sulla Terra le condizioni necessarie al miglioramento del tenore di vita 9. Le deficienze ambientali dovute alle condizioni di sottosviluppo ed ai disastri naturali pongono gravi problemi e possono essere colmate accelerando lo sviluppo mediante il trasferimento di congrue risorse finanziarie e l assistenza tecnica, quando richiesta, in aggiunta agli sforzi compiuti dai Paesi in via di sviluppo (PVS). 10.Per i PVS stabilità dei prezzi e adeguati guadagni per i beni di prima necessità e le materie prime sono essenziali ai fini della tutela dell ambiente, poiché i fattori economici devono essere presi in considerazione, così come i processi ecologici 27

28 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA 11. Politiche ecologiche di tutti gli Stati volte al progresso dei PVS e non alla loro subordinazione e accordi tra Stati e organizzazioni internazionali per fronteggiare conseguenze economiche e internazionali di tale azione. 12 Reperimento risorse per tutela ambientale tenendo conto dei bisogni dei PVS 13. Pianificazione integrata e coordinata dello sviluppo da parte degli Stati per renderla compatibile con l ambiente. 14. La pianificazione nazionale è uno strumento essenziale per conciliare gli imperativi dello sviluppo con quelli della partecipazione e del miglioramento dell ambiente. 15. Evitare effetti negativi della pianificazione degli insediamenti umani sia ecologici che sociali, politici ed economici. 16. Adozione di misure di politiche demografiche adeguati ai bisogni e giudicati appropriati dai singoli Stati. 17. Nascita di appropriate istituzioni nazionali capaci di assumersi il compito di pianificare, amministrare e controllare le risorse ambientali. 18. Uso della scienza e della tecnologia a servizio dell ambiente. 19. Ruolo dell educazione ambientale e dell informazione accurata dei mass media per proteggere l ambiente. 20. Sviluppo e scambio di conoscenze scientifiche e tecnologiche per rendere i PVS capaci di affrontare questioni ecologiche. 28

29 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA 21. La Carta delle Nazioni Unite e i principi del diritto internazionale riconoscono agli Stati il diritto sovrano di sfruttare le risorse in loro possesso, secondo le loro politiche ambientali, ed il dovere di impedire che le attività svolte entro la propria giurisdizione o sotto il proprio controllo arrechino danno all ambiente di altri Stati o a zone situate al di fuori dei limiti della loro giurisdizione nazionale. 22. Collaborazione internazionale per definire codice di diritto internazionale su responsabilità e risarcimento dei danni causati all ambiente in zone al di fuori delle rispettive giurisdizioni a causa di attività svolte entro la giurisdizione dei singoli Stati o sotto il loro controllo. 23. Senza trascurare i principi generali concordati dalle internazionali o le misure minime prese a livello nazionale eccezionalità nazionale onde evitare nei PVS l applicazione di norme ambientali stringenti e adatte ai paesi industrializzati. 24. Cooperazione internazionale importante per eliminare o ridurre e controllare efficacemente gli effetti nocivi arrecati all ambiente da attività svolte in ogni campo, tenendo particolarmente conto della sovranità e degli interessi di tutti gli Stati. 25. Gli Stati devono garantire alle organizzazioni internazionali una funzione coordinatrice, efficace e dinamica per la protezione e il miglioramento dell ambiente 26. Tutela dell uomo e dell ambiente dagli effetti delle armi nucleari e di tutti gli altri mezzi di distruzione di massa. Gli Stati devono sforzarsi di giungere sollecitamente ad un accordo, nei relativi organismi internazionali, sulla eliminazione e completa distruzione di tali armi. 29

30 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA 1972: Conferenza delle Nazioni unite sull ambiente umano a Stoccolma: prima conferenza ambientale globale. Concezione embrionale di sviluppo sostenibile. - nascita del Programma per l ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) - pubblicazione del Rapporto del Club di Roma ( Limits to Growth ) - lancio del primo satellite Landsat - Convenzione dell UNESCO a Parigi sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale - Convenzione di Londra sulla prevenzione dell inquinamento marino da scarichi di rifiuti e di altre materie - primo Earth Day negli Stati Uniti 30

31 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA 1987 RAPPORTO DI BRUNDTLAND - Nazioni Unite La Commissione Internazionale per l'ambiente e lo Sviluppo (World Commission on Environment and Development) istituita nel 1983 dalle nazioni Unite presenta 'Our common future' ('Il futuro di noi tutti') o 'Rapporto Brundtland', dal nome del presidente, il primo ministro norvegese Gro Harem Brundtland 31

32 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA World Commission on Environment and Development (WCED), commissione indipendente costituita con una risoluzione della Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1983 A/RES/38/161 con il compito di dare raccomandazioni per una agenda globale per il cambiamento, esamina e analizza le cause principali della crisi che accomunava l'ambiente e lo sviluppo al fine di proporre linee guida per azioni di intervento concrete e realistiche e formulare una strategia complessiva per l ambiente entro il Il rapporto della Commissione prese il nome di "Our Common Future" ( Il futuro di noi tutti ) o "Rapporto Brundtland", dal nome della sua presidente Gro Harlem Brundtland, la prima donna divenuta capo del governo in Norvegia nel 1981 e che ha detenuto per oltre dieci anni tale ruolo ed è celebre per la definizione di sviluppo sostenibile (in realtà già apparso come concetto nella Strategia mondiale per la conservazione redatta dall UNEP, dal WWF Fondo mondiale per la Naura e dall IUCN - Unione internazionale per la conservazione della natura - nel 1980) Sviluppo sostenibile: sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le loro necessità 32

33 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA 1987 RAPPORTO DI BRUNDTLAND - Nazioni Unite Nasce dalla consapevolezza di voler operare verso azioni orientate alla ecogestione del territorio e delle attività antropiche prende l avvio il concetto di Sostenibilità e Sviluppo Sostenibile. Commissione Bruntland), gli diede la sua accezione più nota, ovvero lo sviluppo che garantisce i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri. Vengono definite le strategie da approntare per il benessere delle generazioni future 33

34 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA Il Rapporto propone 22 nuovi principi per il raggiungimento dello sviluppo sostenibile, e raccomanda il loro recepimento nelle normative nazionali e negli accordi internazionali, constatando l inadeguatezza di istituzioni internazionali e sovranazionali ad hoc e globali. I politici dovrebbero essere guidati nelle loro azioni da 8 principali obiettivi interdipendenti: la ripresa della crescita economica il miglioramento della qualità della crescita, assicurando scelte giuste ed equilibrate dal punto di vista sociale ed ambientale, e venendo incontro alle esigenze di occupazione, cibo, energia, acqua e sanità ed igiene pubblica. la conservazione e il miglioramento dello stock di risorse naturali la stabilizzazione dei livelli di occupazione il riorientamento della tecnologia e una migliore gestione del rischio l'integrazione di obiettivi riguardanti l'ambiente e l'economia nei processi di decisione la ristrutturazione delle relazioni economiche internazionali il rafforzamento della cooperazione internazionale. 34

35 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA 1991 sempre nell ambito delle Nazioni Unite venne stilato un rapporto Prendersi cura della terra. L obiettivo era quello di cominciare a pensare in maniera più chiara a ciò che significa Sviluppo Sostenibile, con l obiettivo di migliorare la qualità della vita, mantenendosi nei limiti della capacità di carico degli ecosistemi che ci sostengono. Ne scaturirono nove principi che saranno poi alla base della discussione sullo Sviluppo Sostenibile: 35

36 UN PO DI STORIA Le tappe della sostenibilità Prendersi cura della Terra Rispettare e aver cura di tutte le forme di vita Migliorare la qualità della vita Conservare la forza vitale e la diversità biologica della Terra Ridurre al minimo lo sfruttamento delle risorse non rinnovabili Rimanere nei limiti della capacità di carico della Terra Cambiare atteggiamenti e attitudini Consentire alle comunità di avere cura del proprio ambiente Prevedere un quadro di riferimento nazionale per l integrazione di sviluppo e conservazione Creare un alleanza mondiale 36

37 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA Giugno 1992 CARTA DI RIO - Rio De Janeiro Nazioni Unite Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo ('Summit della Terra') che ha riunito capi di Stato delegati e rappresentanti delle istituzioni delle Nazioni Unite, di organizzazioni internazionali. Il concetto di Sviluppo Sostenibile diviene centrale nell agenda politica mondiale. 37

38 UN PO DI STORIA Le tappe della sostenibilità Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente e lo sviluppo o "Earth" Summit" svoltasi a Rio de Janeiro dal 3 al 14 giugno 1992, a cui parteciparono 183 paesi. Simultaneamente viene organizzato un Global Forum alternativo che coinvolge oltre ONG e circa persone. La Conferenza, che verrà criticata come poco coraggiosa dagli ambientalisti, si è sforzata di integrare le questioni economiche e quelle ambientali in una visione intersettoriale e internazionale, definendo strategie ed azioni per lo sviluppo sostenibile. Viene creata la Commissione ONU per lo Sviluppo Sostenibile che inizia a riunirsi nel 1993 I partecipanti alla UNCED hanno concordato sull'affermazione di comuni obiettivi: 38

39 UN PO DI STORIA Le tappe della sostenibilità la Dichiarazione di Rio (27 principi sull integrazione di ambiente e sviluppo) Un piano d'azione per specifiche iniziative economiche, sociali ed ambientali in vista del XXI secolo, l'agenda 21, suddivisa in 40 capitoli che specificano modalità e interventi da attuare a tutti i livelli (internazionale, nazionale, locale) ali: Dichiarazione di principi sulla conservazione e la gestione delle foreste (giuridicamente non vincolante) Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) che mira alla stabilizzazione delle emissioni dei gas provocanti un effetto serra. Fortemente condizionata dall'atteggiamento degli Stati Uniti, non contiene obiettivi chiari, scadenze o impegni da assolvere. Il punto più debole dell'accordo sta nella mancata individuazione della percentuale entuale di riduzione dell'emissione di sostanze inquinanti. Convenzione sulla biodiversità: mira a favorire un accesso equilibrato alle risorse biologiche degli ecosistemi (in particolare le foreste tropicali), t l'assistenza ai Paesi in via di sviluppo ed il trasferimento delle biotecnologie. Non è stata sottoscritta dagli Stati Uniti, che l'hanno ritenuta troppo impegnativa. 39

40 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA Dichiarazione di Rio sull ambiente e lo sviluppo (preambolo) Il documento riaffermando la Dichiarazione di Stoccolma e nell intento di continuare la costruzione iniziata con essa, allo scopo di instaurare una nuova ed equa partnership globale, attraverso la creazione di nuovi livelli di cooperazione tra gli Stati, i settori chiave della società ed i popoli, operando in direzione di accordi internazionali che rispettino gli interessi di tutti e tutelino l integrità del sistema globale dell ambiente e dello sviluppo, riconoscendo la natura integrale e interdipendente della terra, la nostra casa proclama 40

41 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA Dichiarazione di Rio sull ambiente e lo sviluppo (principi 1-5) 1 1. Esseri umani al centro delle preoccupazioni dello sviluppo sostenibile, diritto a una vita sana e armoniosa (antropocentrismo) 2. Diritto a sfruttare le proprie risorse da parte degli Stati senza a creare danni ad altri 3. Diritto allo sviluppo in modo da soddisfare esigenze ambientali e sviluppo delle generazioni future (concetto di sviluppo sostenibile) 4. Tutela dell ambiente parte integrante del processo di sviluppo 5. Cooperazione di Stati e popoli per eliminare la povertà requisito indispensabile per lo sviluppo sostenibile, per ridurre disparità e soddisfare meglio i bisogni 41

42 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA Dichiarazione di Rio sull ambiente e lo sviluppo (principi 6-9) 6 6. Considerazione dei PVS più poveri nelle politiche ambientali 7. Responsabilità comuni ma differenziate degli Stati (in base alla pressione esercitata sull ambiente e alle tecnologie e alle risorse finanziarie di cui dispongono) che devono cooperare per conservare, tutelare e ripristinare la salute e l integritl integrità dell ecosistema ecosistema terrestre 8. Riduzione ed eliminazione modi di produzione e di consumo insostenibili e promozione politiche demografiche adeguate 9. Cooperazione intergovernativa per rafforzare capacità endogene per sviluppo sostenibile, migliorare conoscenze scientifiche e preparare, rare, adattare, diffondere e trasferire tecnologie 42

43 UN PO DI STORIA Le tappe della sostenibilità Dichiarazione di Rio sull ambiente e lo sviluppo (principi 10-13) 13) 10. Assicurare partecipazione dei cittadini a tutti i livelli con accesso cesso alle informazioni in possesso dalle autorità pubbliche (comprese quelle su sostanze e attività pericolose per la comunità) ) e possibilità di partecipazione ai processi decisionali, divulgazione informazioni, i, accesso effettivo a procedimenti giudiziari e amministrativi compresi i mezzi di ricorso e di indennizzo (diritto all ambiente ambiente) 11. Standard ecologici da applicare tenendo conto del contesto ambientale e di un costo economico e sociale giustificato 12. Cooperazione per sistema economico internazionale aperto idoneo a crescita economica e sviluppo sostenibile. No al principio di discriminazione ingiustificata nella politica commerciale a fini ecologici misure e internazionali di lotta a problemi ecologici transfrontalieri basata il più possibile su un consenso internazionale 13. Sviluppo diritto nazionale in materia di responsabilità per danni causati all ambiente ambiente e cooperazione per sviluppo di un diritto internazionale analogo 43

44 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA Dichiarazione di Rio sull ambiente e lo sviluppo (principi 14-16) 16) 14. Cooperazione internazionale per scoraggiare o prevenire dislocazione ione o trasferimenti in altri Stati di tutte le sostanze e attività nocive per l ambiente o per la salute umana. 15. Al fine di proteggere l ambiente, l gli Stati applicheranno largamente, secondo le loro capacità il metodo precauzionale. In caso di rischio di danno grave o irreversibile, l assenza l di certezza scientifica assoluta non deve servire da pretesto per rinviare l adozione l di misure adeguate ed effettive, anche in rapporto ai costi, dirette a prevenire il danno ambientale (principio di precauzione) 16. Internalizzazione dei costi per la tutela ambientale da parte delle autorità nazionali e uso di strumenti economici considerando che è in principio l inquinatore l a dover sostenere il costo dell inquinamento tenendo nel debito conto l interesse l pubblico e senza distorcere il commercio internazionale e gli investimenti (principio chi inquina paga polluter pays principle) 44

45 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA Dichiarazione di Rio sull ambiente e lo sviluppo (principi 17-20) 17. La valutazione di impatto ambientale, come strumento nazionale, sarà effettuata nel caso di attività proposte che siano suscettibili di avere effetti negativi rilevanti sull ambiente e dipendano dalla decisione di un autorit autorità nazionale competente 18. Obbligo di notifica immediata agli altri Stati da parte di uno Stato S in caso di catastrofe naturale o in altra situazione di emergenza suscettibile ile di di produrre effetti nocivi improvvisi sull ambiente di tali Stati e impegno della comunità internazionale ad aiutare con ogni sforzo i paesi colpiti 19. Notifica previa e tempestiva di Stati ad altri Stati potenzialmente coinvolti e comunicheranno loro tutte le informazioni pertinenti sulle attivit ità che possono avere effetti transfrontalieri seriamente negativi sull ambiente ed avvicineranno fin dall inizio con tali Stati consultazioni in buona fede 20. Ruolo vitale delle donne nella gestione dell ambiente e nello sviluppo. La piena partecipazione delle donne è essenziale per la realizzazione di uno sviluppo sostenibile 45

46 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA Dichiarazione di Rio sull ambiente e lo sviluppo (principi 21-24) 24) 21. Mobilitazione giovani per partnership globale 22. Ruolo vitale delle popolazioni e delle comunità indigene e delle altre collettività locali nella gestione dell ambiente e nello sviluppo in virtù delle loro conoscenze e pratiche tradizionali. Dovere degli Stati di riconoscere identità,, culture e interessi di queste realta,, di sostenerle e consentire una loro effettiva partecipazione alla tutela dell ambiente 23. L ambiente e le risorse naturali dei popoli in stato di oppressione, e, dominazione ed occupazione saranno protetti 24. La guerra esercita un azione intrinsecamente distruttiva sullo sviluppo sostenibile. Gli Stati rispetteranno il diritto internazionale relativo r alla protezione ambientale in tempi di conflitto armato e, se necessario, coopereranno al suo progressivo sviluppo 46

47 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA Dichiarazione di Rio sull ambiente e lo sviluppo (principi 21-24) 24) 25. La pace, lo sviluppo e la protezione dell ambiente sono interdipendenti ed indivisibili 26. Gli Stati risolveranno le loro controversie ambientali in modo pacifico p e con mezzi adeguati in conformità alla Carta delle Nazioni Unite 27. Cooperazione tra Stati e popoli in buona fede e in spirito di partnership per l applicazione l dei principi della Dichiarazione e per la progressiva elaborazione del diritto internazionale in materia di sviluppo sostenibiles 47

48 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA Dopo Rio de Janeiro Si consolidano i principi di diritto internazionale ambientale I principi si traducono in parte in convenzioni ambientali globali, in relativi protocolli attuativi e ulteriori atti di grado inferiore; questi trattati ambientali globali creano un quadro istituzionale specifico e articolato, un regime giuridico con organo plenario, segretariato, conferenza delle parti, votazioni a maggioranza, decisioni obbligatorie, procedure di revisione in un contesto di flessibilità e adattamento, stabilendo soprattutto situazioni giuridiche asimmetriche per le parti (Stati industrializzati, PVS). Ricadute a livello di regimi giuridici regionali (Commissione economica delle Nazioni Unite per l Europa UNECE promuove Convenzione di Espoo del 1991 sulla valutazione di impatto ambientale transfrontaliera, quella di Helsinki sui corsi d acqua transfrontalieri e quella di Aarhus del 1998 sull accesso all informazione e alla giustizia in materia ambientale e sulla partecipazione del pubblico ai processi decisionali) Consacrazione sviluppo sostenibile e recepimento principi in giurisprudenza internazionale (sentenza Corte di giustizia internazionale del novembre 1997 in relazione alla controversia tra Ungheria e Slovacchia sul progetto di diga sul Danubio Gabcikovo-Nagymaros) 48

49 UN PO DI STORIA Le tappe della sostenibilità Giugno 1992 CARTA DI RIO - Rio De Janeiro Nazioni Unite Dichiarazione autorevole di principi, giuridicamente non vincolante, per un consenso globale sulla gestione, conservazione e sviluppo sostenibile del futuro. L'importanza dell'impegno dei singoli (regioni, municipalità, cittadini) per un'azione integrata e partecipata in una prospettiva locale/globale. 49

50 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA Dicembre 1997 PROTOCOLLO DI KYOTO - Kyoto - Giappone Nazioni Unite Politiche e misure per la riduzione di emissioni di gas serra da parte dei paesi industrializzati. Tra le misure adottate vi è la promozione della ricerca scientifica sulle energie alternative ed incentivi alle forme di economia sostenibile. - Si sollecitano gli stati industrializzati alla cooperazione con i paesi in via di sviluppo 50

51 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA Con il Protocollo di Kyoto, strumento applicativo della Convenzione sui cambiamenti climatici approvata alla Conferenza mondiale sull Ambiente di Rio de Janeiro, firmato nel dicembre 1997 e ratificato dall UE e dagli Stati membri nel maggio 2002, l UE ha assunto un impegno rilevante e ambizioso in merito alla riduzione delle emissioni di gas serra: - diminuzione dell 8% delle emissioni entro il rispetto alle emissioni del 1990 (a fronte di un impegno medio complessivo del 5,2%, con l esenzione di alcuni paesi dalla riduzione e con l introduzione di meccanismi flessibili per favorire l abbattimento delle emissioni quali la joint implementation finanziamenti rivolti da Stati verso altri paesi per consentire il raggiungimento degli obiettivi -, il clean development mechanism finanziamento di progetti di riduzione in paesi in via di sviluppo -, emission trading trasferimento di unità di emissione da un paese all altro) Mentre alcuni Stati stanno avanzando verso quest obiettivo, altri hanno visto invece aggravarsi l inquinamento prodotto da questi fattori e la situazione sembra piuttosto critica nel perseguire un obiettivo giudicato oltretutto insufficiente da molti esperti per permettere nel medio periodo significativi miglioramenti. Il Protocollo di Kyoto è entrato in vigore il 16 febbraio 2005, con la ratifica della Russia notificata alla fine del 2004 e il raggiungimento previsto della quota degli Stati necessari coincidente con almeno un insieme di paesi responsabili di almeno il 55% delle emissioni totali nel

52 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA A partire dal 1 gennaio 2005 tutti i governi dell UE hanno stabilito un limite massimo per le emissioni di biossido di carbonio delle loro industrie. Le imprese che producono emissioni superiori alla soglia autorizzata dovranno, per compensare la situazione, acquistare quote di emissione da imprese che sono riuscite a ridurre i loro livelli di emissioni. Queste transazioni sono effettuate nell ambito del nuovo sistema europeo di scambio delle quote di emissione di biossido di carbonio stabilito dalla dir. 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio dei Ministri del 13 ottobre 2003 che coinvolge tutti gli impianti di combustione con potenza calorifica superiore a 20 Mw, comprendenti la produzione elettrica (raffinerie di petrolio, cokerie, industria del ferro e dell acciaio, industria del cemento e della calce, industria del vetro e della ceramica, industria della carta e del cartone), mentre la dir. 2004/101/CE ha consentito il riconoscimento di crediti a vantaggio di imprese impegnate in progetti di riduzioni di emissioni in altri paesi convertendoli in quote da utilizzare nel sistema di scambio comunitario. Alla prima conferenza mondiale sul Protocollo di Kyoto tenutasi a Montreal tra il 28 novembre e il 9 dicembre 2005, oltre 190 paesi (157 dei quali hanno ratificato il Protocollo di Kyoto) hanno deciso di rilanciare il dialogo sul cambiamento climatico per impostare un azione comune nel periodo posteriore al 2012, oltre a definire un sistema di regole per l applicazione e il pieno funzionamento del Protocollo entro il 2008, mentre la Commissione europea ha indicato quali priorità l estensione della partecipazione al Protocollo di Kyoto ad altri paesi (anche PVS) l impulso allo sviluppo e alla diffusione di tecnologie a basse emissioni inquinanti, l utilizzo di strumenti di mercato flessibili e l applicazione di politiche di adattamento, considerando anche la riduzione dei gas serra nel trasporto aereo, marittimo e nella silvicoltura. 52

53 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA Dicembre 1997 PROTOCOLLO DI KYOTO - Kyoto Giappone - Nazioni Unite Conferenza ha adottato un protocollo che stabilisce: L impegno dei Paesi industrializzati, entro il periodo compreso tra il 2008 e il 2012, di ridurre le emissioni dei sei principali gas serra nella misura complessiva del 5,3% rispetto ai livelli del 1990 e sono: Anidride Carbonica (CO 2 ) Metano (PFC) Protossido di Azoto (N 2 0) Idrofluorocarburi (HFC) Perfluorocarburi (PFC) Esafluoro di zolfo (SF 6 ). 53

54 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA Dicembre 1997 PROTOCOLLO DI KYOTO - Kyoto Giappone - Nazioni Unite A Rio sono state individuate le azioni che dovranno essere realizzate dai Paesi Annex I, Paesi industrializzati e Paesi con economia in transizione, per la riduzione delle emissioni, con particolare riferimento: Promozione dell efficienza energetica in tutti i settori; Sviluppo delle fonti rinnovabili per la produzione di energia e delle tecnologie innovative per la riduzione delle emissioni; Protezione ed estensione delle foreste per l assorbimento del carbonio; Promozione dell agricoltura sostenibile; Limitazione e riduzione delle emissioni di metano delle discariche di rifiuti e dagli altri settori energetici; Misure fiscali appropriate per disincentivare le emissioni di gas serra. 54

55 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA Dicembre 1997 PROTOCOLLO DI KYOTO - Kyoto - Giappone Nazioni Unite Il Protocollo adottato a Kyoto dopo la ratifica della Russia è entrato in vigore il 16 febbraio 2005 e scadrà il 31 dicembre L obiettivo senza Usa e Australia si sposta a una riduzione di gas serra di 3,4% (rispetto al 5,2%) 55

56 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA Settembre 2002 CONFERENZA ONU RIO + 10 JOHANNESBURG - Sudafrica Nazioni Unite Il Vertice mondiale è stato un'occasione per incoraggiare la realizzazione degli obiettivi fissati a Rio de Janeiro e ha definito nuovi impegni politici da parte di tutti i Paesi nel cammino verso lo sviluppo sostenibile. 56

57 Le tappe della sostenibilità UN PO DI STORIA Settembre 2002 CONFERENZA ONU RIO + 10 JOHANNESBURG - Sudafrica Nazioni Unite Viene convenuto un monitoraggio e il proseguimento dei lavori ed identificati gli obiettivi più specifici in materia di sviluppo sostenibile. 1. Valutazione del progresso nell'attuazione dell'agenda L'adozione di Strategie Nazionali per lo Sviluppo Sostenibile 3. Fattori nuovi che richiedono cambiamenti di strategia. 4. Correzioni necessarie per raggiungere gli obiettivi 57

58 UN PO DI STORIA Le tappe della sostenibilità La politica ambientale della CEE/UE (XXXII) La Strategia per lo sviluppo sostenibile Nel giugno 2001 il Consiglio europeo di Göteborg ha approvato una Strategia europea per lo sviluppo sostenibile che ha inserito la dimensione ambientale, accanto a quelle economica e sociale nella Strategia di Lisbona, costituita da un insieme di programmi e azioni definiti al Consiglio europeo svoltosi nel marzo 2000 nella capitale portoghese, finalizzati a far divenire l UE «l economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica al mondo» e capace di «realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale». Inoltre la Strategia europea per lo sviluppo sostenibile intende affrontare in maniera coordinata le politiche economiche, sociali e ambientali indicando quali principi d azione la coerenza tra le politiche comunitarie, l individuazione di prezzi congrui per segnalare l impatto ambientale ai cittadini e alle imprese, l investimento nella ricerca scientifica e tecnologica, il miglioramento della comunicazione ambientale e la mobilitazione di cittadini e imprenditori, il partenariato globale tra istituzioni e diversi attori sociali. La Strategia viene aggiornata annualmente ad opera del Consiglio primaverile dei Ministri sull ambiente, convocato per rivedere i metodi di lavoro e le priorità. 58

59 AGENDA 21

60 AGENDA 21 Che cosa e' "Agenda 21 locale" E' l'agenda degli impegni che una comunità locale si assume per il 21 secolo, al fine di poter attuare (localmente) e fornire il proprio contributo (a livello globale) ad un modello di sviluppo sostenibile della società, cioè ad uno "sviluppo che vada incontro alle necessità del presente senza compromettere la possibilità per le future generazioni di andare incontro alle loro". 60

61 AGENDA 21 Che cosa e' "Agenda 21 locale Il contesto internazionale La conferenza su Ambiente e Sviluppo del 1992 (Rio, 1992) ha adottato un programma d azioni denominato Agenda 21 che è stato siglato da 173 Paesi, tra cui l Italia. In quella sede l Agenda 21 è diventata il principale riferimento internazionale per l azione ambientale. In particolare il cap. 28 si rivolge alle comunità affinché realizzino un processo di Agenda 21 Locale e si dotino di un piano d azione ambientale che traduca i principi generali di Agenda 21 in misure concrete a scala locale 61

62 AGENDA 21 Che cosa e' "Agenda 21 locale Il contesto nazionale A livello europeo la formalizzazione è avvenuta durante la Conferenza di Aalborg nel 1994,, con la creazione della Carta omonima e l'avvio della Campagna Europea delle Città Sostenibili cui partecipano circa 900 autorità pubbliche, coinvolgendo milioni di cittadini europei. Per aumentare ancora il consenso, all'interno della Campagna sono o state indette numerose Conferenze Regionali 62

63 AGENDA 21 Che cosa e' "Agenda 21 locale Il contesto internazionale Il Coordinamento nazionale A21 Locali italiano costituisce l unica iniziativa del genere a livello europeo e nasce con il pieno appoggio della Campagna Europea per le città sostenibili (Carta di Aalborg). 63

64 AGENDA 21 Che cosa e' "Agenda 21 locale" Agenda 21 Locale è un processo (quindi continuo ed in divenire) che, sulla base delle emergenze e delle criticità locali, deve portare a elaborare e realizzare i piani di risanamento ambientale da parte dei governi locali, generando cambiamenti concreti nell'organizzazione del territorio e nella vita quotidiana di chi produce e consuma. 64

65 AGENDA 21 Che cosa e' "Agenda 21 locale" Interessa e coinvolge quindi tutti i cittadini; e tutti i cittadini (singolarmente, ma anche tramite le associazioni o le rappresentanze delle categorie economiche e sociali) sono invitati a partecipare ed a fornire il proprio contributo. Agenda 21 è infatti uno strumento che fornisce al cittadino la possibilità di essere coinvolto nelle decisioni e nelle azioni che riguardano il futuro del proprio ambiente di vita. 65

66 AGENDA 21 Che cosa e' "Agenda 21 locale L Agenda 21 Locale può essere definita come la pianificazione, concertata, di un insieme di azioni fra le autorità locali e i diversi portatori di interesse a livello locale, finalizzata allo sviluppo sostenibile del territorio. L agenda 21 Locale individua una serie di obiettivi economici, sociali, culturali e di protezione ambientale, per il cui raggiungimento è richiesto un attivo coinvolgimento della popolazione interessata ed un rafforzamento del ruolo delle autorità locali. 66

67 AGENDA 21 Che cosa e' "Agenda 21 locale Il contesto nazionale Partecipano al coordinamento ca. 400 amministrazioni locali. I suoi obiettivi, sintetizzati nella Carta di Ferrara, sono i seguenti: stimolo di processi di A21L in Italia e trasferimento di esperienze promozione di iniziative e strumenti di concertazione tra le parti supporto allo sviluppo di un quadro conoscitivo di informazioni ambientali e territoriali indispensabili per avviare processi decisionali attivazione di iniziative di informazione, formazione ed educazione ambientale 67

68 AGENDA 21 Da dove nasce Agenda 21 E' la Conferenza dell'onu su " Ambiente e Sviluppo" di Rio de Janeiro, nel 1992, a rilanciare con forza l'idea della sostenibilità dello sviluppo, approvando l'agenda 21, il documento programmatico che sintetizza le azioni specifiche e le strategie che i paesi firmatari si impegnano ad attuare per favorire lo sviluppo sostenibile governi approvano il Programma d Azione di AGENDA 21 - Nessun obbligo giuridico solo una dichiarazione di intenti 68

69 AGENDA 21 Da dove nasce Agenda 21 Tra questi è indicata la necessità che ogni Autorità locale sviluppi una "Agenda 21 locale" per la comunità: " Gli amministratori locali dovranno consultare i cittadini e la comunità, le organizzazioni economiche e industriali per raccogliere informazioni e costruire il consenso intorno ad una strategia per lo sviluppo sostenibile. 69

70 AGENDA 21 Da dove nasce Agenda 21 Tale consenso dovrà aiutarli a ridefinire i programmi, le politiche, le leggi e i regolamenti locali, al fine di raggiungere gli obiettivi dell'agenda 21. Il processo di consultazione aumenterà la consapevolezza della popolazione sui temi dello sviluppo sostenibile.." 70

71 AGENDA 21 Agenda 21 riconosce che operare verso lo sviluppo sostenibile è principale responsabilità dei Governi e richiede strategie, politiche, piani a livello nazionale, è il programma di azioni indicato dalla Conferenza di Rio per invertire l impatto negativo delle attività antropiche sull ambiente. L'Agenda definisce attività da intraprendere, soggetti da coinvolgere e mezzi da utilizzare in relazione alle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile (Ambiente, Economia, Società) 71

72 AGENDA 21 I problemi ambientali si attestano infatti sia su di una dimensione globale, nell ambito della quale si manifestano effetti di portata planetaria, sia su di una dimensione locale caratterizzata da fenomeni specifici, legati allo stato dell ambiente e ad attività che sul medesimo territorio hanno sede. 72

73 AGENDA 21 AGIRE LOCALMENTE PENSARE GLOBALMENTE 73

74 AGENDA 21 Obiettivi soddisfare le necessità fondamentali dell uomo migliorare le qualità di vita di tutti salvaguardare gli ecosistemi naturali 74

75 AGENDA 21 EQUITA Equità intergenerazionale: andare incontro ai bisogni presenti senza compromettere la possibilità delle future generazioni di rispondere alle proprie esigenze Equità internazionale: equità nord-sud del mondo nella distribuzione delle risorse Equità interspecifica:la specie umana non è sola sul pianeta ma ci sono altre specie da salvaguardare 75

76 AGENDA 21 Preambolo (cap. I) Parte I: Dimensione Sociale (capp. 2-8) Parte II: Conservazione e gestione delle risorse naturali (capp. 9-22) Parte III: Rafforzamento del ruolo dei principali interlocutori di riferimento (capp 23-32) Parte IV: Modalità di realizzazione (capp 33-40) 76

77 AGENDA 21 Parte I: Dimensione Sociale (2-8) Cooperazione internazionale Lotta alla povertà Cambiamento degli stili di vita Popolazione e sviluppo sostenibile Protezione della salute umana Insediamenti umani sostenibili Decisioni di pianificazione sostenibile 77

78 AGENDA 21 Parte II: Conservazione e gestione delle risorse naturali (9-22) Tutela dell atmosfera Uso sostenibile delle risorse del suolo Lotta alla deforestazione Lotta alla desertificazione e alla siccità Sviluppo sostenibile nelle regioni montane Agricoltura sostenibile 78

79 AGENDA 21 Parte II: Conservazione e gestione delle risorse naturali (9-22) Conservazione della biodiversità Controllo della biotecnologia Protezione degli oceani Protezione delle acque dolci Controllo degli elementi chimici tossici Smaltimento controllato dei rifiuti tossici 79

80 AGENDA 21 Parte II: Conservazione e gestione delle risorse naturali (9-22) Corretta gestione di rifiuti solidi e scarichi Controllo delle scorie radioattive 80

81 AGENDA 21 Parte III: Rafforzamento del ruolo dei principali interlocutori di riferimento (23-32) Le donne e lo sviluppo sostenibile Ragazzi e giovani Rafforzamento del ruolo delle popolazioni indigene ONG 81

82 AGENDA 21 Parte III: Rafforzamento del ruolo dei principali interlocutori di riferimento (23-31) Il ruolo delle autorità locali (cap. 28) Lavoratori e sindacati Industria Scienza e tecnica Il ruolo degli agricoltori 82

83 AGENDA 21 Parte IV: Modalità di realizzazione ( 33-40) Finanziamento Scambio di tecnologie Promozione dell istruzione Formazione di capacità nei paesi in via di sviluppo Collaborazione ai diversi livelli Realizzazione di leggi internazionali Informazione 83

84 AGENDA 21 Riferimenti web: il sito delle Nazioni Unite 84

85 Agenda 21 Locale Riferimento Internazionale. Conferenza di Rio, Programma d Azione Agenda 21: Cap. 28 Ruolo delle Autorità Locali Politica Europea: Programma UE Città Sostenibili (1993) Carta di Aalborg (1994) impegno di un gruppo di città per l integrazione nelle politiche locali del concetto di sviluppo sostenibile e l implementazione di processi di Agenda 21 locali Risoluzione di Göteborg, documento d impegno per le politiche di sviluppo sostenibile e A21L sottoscritto da 80 regioni d Europa 85

86 Agenda 21 Locale In Italia: Coordinamento delle Agende 21 locali italiane: presso la provincia di Modena, è il coordinamento delle città, delle provincie e delle regioni italiane che stanno elaborando la propria Agenda 21 Locale. Ma è anche il sito di tutti quelli che stanno cercando di applicare l idea di sviluppo sostenibile a livello locale, e che vogliono capire cosa significa vivere, muoversi, lavorare, divertirsi in una città sostenibile 86

87 Agenda 21 Locale Fasi dell implementazione Coinvolgimento di tutti i gruppi d interesse Analisi delle problematiche legate allo sviluppo della comunità locale (ambientali, economiche, sociali) Redazione di un piano d azione Implementazione e monitoraggio del piano d azione Valutazione e feedback 87

88 Un ricco industriale del Nord rimase sconvolto quando vide un pescatore del Sud tranquillamente appoggiato alla barca, intento a fumarsi la pipa. Perché non sei uscito a pesca? gli chiese l industriale. Perché per oggi ho pescato a sufficienza rispose il pescatore. E perché non peschi più del necessario? insistette l industriale E che cosa farei con i pesci in più? chiese a sua volta il pescatore. Guadagneresti più soldi, fu la risposta, in questo modo potresti dotare la tua barca di un altro motore, spingerti più al largo, e pescare più pesci. Così facendo, guadagneresti quel che ti basterebbe per comprarti una rete di nylon, con cui avresti ancora più pesci e più soldi. In men che non si dica potresti permetterti due barche anzi una vera e propria flotta. Diventeresti ricco come me. E a quel punto che cosa farei? tornò a chiedere il pescatore. Potresti startene seduto e goderti la vita, fu la risposta dell industriale. E che cosa credi che stia facendo in questo preciso momento? rispose soddisfatto il pescatore. 88

89 Noi non ereditiamo la Terra dai nostri genitori. La prendiamo in prestito dai nostri figli Proverbio keniota 89

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