I PENSIERI DI UNA DONNA

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1 I PENSIERI DI UNA DONNA di Emanuele Coscia ROMANZO 1

2 Thank you very much, Victoria Firsova, for allowing me to use its stunning photo among the many she has. 2

3 3 Alla mia musa

4 Preambolo Tutto era pronto. Si distese sul letto e chiuse gli occhi. Poi uno squillo. Un vecchio cellulare con una di quelle suonerie che faceva impazzire la folla. L aveva lasciata di proposito perché sapeva che gli dava fastidio e che quindi avrebbe risposto velocemente. Rammentava quando si trovava in coda a qualche ufficio e quella suoneria partiva. In molti si agitavano per cercare il proprio telefono. Lui vide il display accendersi e lampeggiare. I tasti erano consumati e non aveva niente di tecnologicamente avanzato. Eppure amava quel cellulare. Era riuscito ad acquistare quello e lo avrebbe tenuto come un collezionista d antiquariato. Lo usava come se non fosse importante anche perché amava che fosse un oggetto vissuto. Vide il display. Numero sconosciuto. Solitamente non rispondeva, anche perché la maggior parte erano operatori che volevano vendere qualcosa. Una tariffa, un nuovo contratto o solamente sapere l opinione del servizio. Eppure quella volta decise di rispondere. Tanto non gli importava. Avrebbe perso solo qualche minuto e magari quella conversazione lo avrebbe distratto positivamente. La voce dall altra parte era di un uomo. Sicura. Calma. Prese a parlare senza dar tempo di interagire << Pronto. Domani. Trovati in via Federico Fellini a Roma. Troverai un cantiere. Entra alle diciannove. I tuoi centomila euro sono lì. Sai cosa fare. >> Attaccò prima ancora che ci potesse essere una reazione. Poteva essere uno scherzo. Forse lo era. Però lui si sdraiò sul letto e chiuse gli occhi. Cosa aveva da perdere? Mentre stava valutando se andare il cellulare fece il suo bip per indicare l arrivo di un messaggio. Aprì gli occhi e lesse Guardò il messaggio e non capì. Sempre da un numero anonimo. Forse la stessa persona. Si domandò se doveva rispondere e mentre rifletteva sull accaduto si alzò dal letto, prese il bicchiere pieno di psicofarmaci e altre droghe e lo buttò nel gabinetto. 4

5 Guardò la sua immagine nello specchio e sollevando le spalle disse a sé stesso << Tanto! >> Pensò che stava solamente rimandando l inevitabile. Aveva vissuto una vita piena. Però non aveva avuto successo. Era pieno di debiti e quei centomila euro, se veri, avrebbero tolto parte dei pensieri. Iniziò a fare i conti e si rese conto che gli sarebbero rimasti sette o massimo ottomila euro. Sentì che la vita poteva ancora continuare. Sentì che il mondo stava ancora girando e che finalmente un evento era a suo favore. Andò in camera da letto e cercò tra i suoi abiti. Poteva abbinare quello che aveva per risultare elegante. Era un occasione. Poteva essere un occasione. Doveva esserlo. Tra gli abiti trovò un maglioncino rosso a collo alto che gli fu regalato da un amica che non vedeva da tanto. Trovò una camicia di lino che aveva comprato tre anni prima. Pantaloni blue notte e scarpe nere. Vide quello che aveva riunito, l unica roba che poteva indossare senza vergogna, e scoprì che aveva indosso troppi colori. Fece mente locale e valutò se chiamare qualche amico rimastogli per chiedere un prestito. L elenco fu breve e alla fine decise di farsi due piani di scale per bussare alla porta di una sua conoscenza. Aveva anche la stessa misura. L uomo alla porta era assonnato. Strizzava spesso gli occhi, togliendosi qualche residuo di tanto in tanto. << è un prestito. Sai potrebbe andarmi bene il lavoro e >> << Non preoccuparti tanto non li uso. Con i turni di notte non faccio altro che dormire la mattina. >> L uomo scese le scale e si provò gli abiti in casa. Era come pensava. Andavano bene. Un abito scuro con delle piccolissime righe bianche verticali. Cravatta scura e camicia bianca. Non temeva per la biancheria intima consumata. Le mutande erano vistosamente vecchie e i pedalini bucati. Tanto non avrebbe dovuto spogliarsi. Faticò a chiudere gli occhi. Sentì il proprietario degli abiti scendere le scale a piedi. Voleva dire che erano le dieci e mezza di sera. Sarebbe tornato alle otto e mezza del mattino. 5

6 Dalla finestra qualche lampo annunciava pioggia. Era il segno che l estate era finita. Vide quei lampi e attese i tuoni ma questi non si presentarono. Sistemò le coperte pesanti che erano appartenute alla nonna. Erano di quelle coperte di una volta. Compatte e se messe insieme impedivano al calore di uscire. Era anche vero che la mattina ci si svegliava come se s era stati in palestra. Muscoli indolenziti e solitamente nella stessa posizione assunta nell addormentarsi. Difficilmente cadevano giù dal letto. Lui le trovava ottime anche per il valore affettivo che possedevano. Ricordava la nonna con molto affetto. Era stata buona con lui. Gli aveva insegnato molto. Mentre cercava di agganciare il sonno la musica di una discoteca penetrò nel suo cervello. Iniziò a fantasticare per far arrivare il sonno prima del possibile. Si isolò, come riusciva a fare per abitudine. Immaginò di diventare ricco e di andare a vivere in un albergo a cinque stelle. Immaginò di essere servito e riverito. Di poter andare a stare sempre nei luoghi dove il clima permette di godersi la vita. Lentamente le immagini presero la consueta forma cinematografica. La sua mente guidava il film come uno sceneggiatore da oscar. La musica della discoteca venne annullata dalla mente mentre il corpo si godeva il tepore prodotto dal corpo fasciato in quelle coperte. L aria era umida e l odore di erba appena tagliata entrò nella stanza riempiendo i suoi polmoni. Quell odore attivò i ricordi olfattivi e nel sonno si ritrovò a passeggiare su un prato curato con attorno bambini che inseguivano un cane marroncino. Le immagini prodotte dal cervello l aiutarono a rilassarsi e a non pensare ai debiti e a quella telefonata. Si sarebbe svegliato grazie al medesimo cellulare con una suoneria alquanto fastidiosa come sveglia. Il cervello però si attivò dieci minuti prima delle nove del mattino. Sapeva che per interrompere la sveglia doveva staccare la batteria, visto che i tasti erano troppo consumati per funzionare. Aprendo gli occhi vide il cielo con nuvole bianche e due gabbiani che volavano senza difficoltà. Sentì che quella sarebbe stata una giornata positiva. Una di quelle per le quali era riuscito ad arrivare sino a qualche giorno prima. Riusciva a partire con una marcia in più anche con avvenimenti banali. Una moneta trovata in terra, ad esempio, gli permise di prendere un caffè e di poter vedere il sorriso della barista che sognava spesso. Bastava poco e la vita sembrava sorridere nuovamente. 6

7 Si lavò con cura anche se l acqua non era della temperatura giusta e comunque fu un bene visto che il corpo prese tonicità. Sentì di avere le batterie nuovamente in carica. Sentì di poter fare qualche altro passo nel mondo che non smise mai di girare. Lo specchio parlava chiaro. Aveva il volto di chi aveva vissuto ma era decisamente sereno. Centomila euro non cambiano la vita ma fanno la differenza. Iniziò a valutare che tipo di lavoro si potesse fare per quella cifra. Forse avrebbe dovuto trasportare della droga ma avrebbe dovuto essere un camion per quel prezzo al corriere. Forse si trattava di un omicidio su commissione ma anche lì non era il prezzo che lui considerava giusto. In quel turbinio di ipotesi, tra le più disperate, si rese conto che tutte parlavano di illegalità. Era ovvio che non poteva essere un lavoro normale. Già la telefonata era stata strana. Un numero anonimo dove un tizio chiede di eseguire un lavoro senza interessarsi dell identità di chi era dall altro capo della linea. Era talmente strana la vicenda che poteva esserci solamente qualcosa di illegale. Forse una tangente da consegnare ad un politico. Quella rimase l unica ipotesi plausibile. Un prezzo equo per fare da corriere per dei soldi sporchi. Sicuramente avrebbe potuto sperare in altre telefonate dello stesso tenore. Poi si rese conto di non aver prestato attenzione ad un altro dettaglio. Lo aveva considerato secondario e quello stesso mise in dubbio l intera architettura di ipotesi. I numeri forse erano per una scommessa clandestina. Qualche corsa truccata con i numeri dei cavalli vincenti. Se la controparte avesse guadagnato milioni di euro era ovvio che poteva pensare di spenderne centomila. Anche quella era un ipotese alla base dei suoi ragionamenti. Vide il suo corpo nudo e notò quanto fosse dimagrito. La cosa non era molto importante come non lo era la mancata erezione mattutina. Aveva misurato il suo organo sessuale per vedere se era nella norma e sembrava che rientrasse tra quelli che aveva letto in un articolo su una rivista per donne. Ammirando la sua nudità capì che doveva andare in palestra e prendere del sole. Doveva e poteva prendersi cura di sé stesso. S era lasciato andare per troppo tempo inseguendo il sogno di un lavoro stabile e ben pagato. Inseguì anche il sogno di vincite miliardarie ma alla fine dei conti era sempre in perdita. Smise quando i suoi creditori sindacarono sull uso del prestito. 7

8 Guardò la biancheria intima e si rese conto che doveva comprarne di nuova. L elastico delle mutande era in evidenza e sarebbe bastata qualche altra lavata per farlo distaccare dalle stesse. Vedeva dei buchi dei quali non andava fiero. Erano rimaste una mezza dozzina e le faceva girare ogni giorno. La domenica le lavava a mano, così come gli altri capi che possedeva. Indossò quella biancheria sperando che fosse l ultima volta. Avrebbe comprato della nuova così come i pedalini consumati sui talloni per la maggiore. Prese i vestiti che erano stati adagiati sulla sedia e sentì la bontà della stoffa sulla pelle. Era una carezza mai provata in precedenza. Le scarpe erano nere e si abbinavano a quel vestito scuro. Si vide nuovamente allo specchio facendolo scorrere per capire se stava bene così come credeva. Era elegante come lo era stato il giorno del funerale dei suoi genitori. Si trovò ad avere in prestito i vestiti da un parente che li aveva presi in noleggio. Quello fu uno dei tanti giorni brutti. Pianse senza freni. Era giovane e aveva la vita davanti a sé ma l assenza dei genitori pesò più del dovuto. Vennero meno quei riferimenti che lo avrebbero fatto diventare uomo. Gli mancarono le risate in casa, le discussioni ed anche i litigi. Sentì di essersi perso ma quel vestito lo portò come un uomo e si sentì tale solo da quel giorno. Pianse. Anche lì in camera da letto pianse. Si lavò nuovamente il volto ed uscì per fare un giro di ispezione della zona. Come da sua abitudine chiuse la porta a più mandate anche se dentro non si poteva trovare nulla da rubare se non il letto matrimoniale dei suoi genitori e qualche abito troppo logoro. Due passi a piedi e si ritrovò in mezzo alla gente che andava a lavorare. S era uniformato a loro e si sentiva al sicuro. Avviandosi verso la fermata del mezzo calcolò quanto tempo gli occorreva per arrivare sino a destinazione. Non aveva il biglietto ma era sua consuetudine prendere l autobus senza. L aveva imparato da piccolo. Il suo gruppo di amici andava spesso al centro in una sala giochi. Salivano sul mezzo sperando di non incorrere in un controllore. Se del caso avrebbero fatto baccano e nella confusione sarebbero fuggiti, come era realmente accaduto. Alla fermata vide una anziana signora che sembrava assorta nei suoi problemi. Si sedette accanto a lei e ipotizzò come poteva essere la sua vita se avesse saputo rubare. Avrebbe frequentato stazioni e luoghi dove la gente si affollava. Si sarebbe ritrovato in piazza San Pietro e avrebbe derubato i convenuti. 8

9 Immergendosi in quei percorsi mentali trasalì quando l autobus pieno di scritte si fermò e fece uscire l aria dai freni pneumatici. L autista era con il telefonino in mano. Sembrava assurdo che potesse avvenire una cosa del genere ma ormai la città era diventata priva di controllo. I postini andavano in motorino senza casco. Gli autisti degli autobus guidavano e con una mano parlavano al telefono. Sembrava che tutti potessero evitare di attuare le leggi. Eppure ci voleva del buon senso tanto che quell immagine gli fece venir voglia di prendere il successivo. Poi immaginò che quell abitudine era comune a tutti e si decise a salire. I rumori delle lamiere e dei vetri creavano quell atmosfera horror dove l immagine principe era la gente piena di tagli con il sangue che fuoriusciva copiosamente mentre il mezzo si ribaltava facendo distaccare le lamiere tenute insieme da un tocco di colla. Le buche per le strade non aiutavano la conversazione. Poi c era il traffico che accresceva i rumori. Le scritte sui vetri sembravano diventare tatuaggi sul volto degli autisti. Il linguaggio era scurrile e alcune erano state fatte come dimostrazione artistica, cosa che era lontana dalla realtà. L autista sterzava bruscamente e la corsa divenne ancor più scomoda. I seggiolini duri, la puzza dell abitacolo e delle persone avevano sempre reso quell esperienza un girone dell inferno. Arrivati a destinazione scese e si avviò a piedi per il restante chilometro. La giornata era vivibile vista la pioggia della sera precedente. Si sentiva la presenza dell uomo e ciò faceva rimpiangere la periferia dove la densità della popolazione era tale che si riusciva a chiamare tutti per nome. Vide il cantiere e non trovò nulla di eccezionale. Niente che potesse dar voce a preoccupazioni o allarmare qualcuno. Gli operai non badarono a quell uomo elegante. Lui prese l occasione per fare un giro per quelle strade prima di ritornare verso casa. Aveva il timore di sporcare il vestito o di rimanere impigliato in un fil di ferro. Non poteva permettersi di rovinare l abito in prestito. La mattinata comunque era lunga e quindi decise di girovagare per villa Ada passando per via Anna Magnani e poi per viale della Moschea. Era attento ad ogni passo cercando di evitare le feci dei cani. L orologio del cellulare indicava un quarto a mezzogiorno e lui sentì lo stomaco reclamare. 9

10 Avrebbe voluto avere qualche soldo per comprare qualcosa ma lo avrebbe fatto e quel pensiero gli diede una strana energia. Era come se il cervello fosse passato nella banca della riserva di grasso e vi avesse trovato il direttore. Stava consumando le ultime energie ma tanto non era importante. Qualunque cosa fosse accaduta il suo mondo sarebbe cambiato. Avrebbe mangiato o avrebbe finito di preoccuparsi del cibo. L erba della villa aveva un buon odore. Finalmente poteva respirare aria pura. L assenza di bambini rendeva quel soggiorno triste. C era un anziano con un cane che era palesemente depresso. L anziano non allentava il guinzaglio mentre il cane s era abituato a quell andatura in contrasto con la sua visibile giovane età. Ogni tanto si fermava per annusare o per puntare in una direzione piuttosto che in un'altra. L anziano s accorse di quell uomo e si avvicinò più per parlare che per curiosità. Disse quindi << Bella giornata non trova? >> << Pare. >> << È rinfrescato. Ormai l estate è finita. >> << Già! >> << Lei è Leda. È il cane della mia nipotina. >> Quella inutile conversazione poteva durare ancora. Lui sapeva che l anziano cercava di far passare il tempo. Aveva sempre temuto di doversi ritrovare in un parco a girovagare mentre cercava qualche giovane che doveva subire la sua critica o qualcuno che doveva ascoltare la storia della sua vita. Avrebbe di gran lunga preferito cessare la sua esistenza poco prima che quell evento potesse avvenire. L anziano fermò il cane che voleva continuare a camminare. I due si parlarono ancora, discorrendo di cose come la politica, il calcio, le tasse e le difficoltà di quel mondo che sembrava esser andato fuori rotta. Quell armonia venne interrotta da una donna anziana. Raggiunse i due che avevano fatto diversi passi senza una meta. << Vuoi tornare a casa? Maddalena ti sta aspettando. >> << Sicuramente è in ansia per questa qui. >> 10

11 Indicò il cane strattonandolo a sé. L anziana squadrò l uomo che stava facendo compagnia a quello che era suo marito. L anziano sembrava imbarazzato. Non voleva essere trattato da infante. << Torno a casa tra un poco. Prima andrò a prendere il caffè con >> << Mi chiamo Leonardo, Leo Pagliuca. >> << E stai con uno sconosciuto in un parco? Ti rendi conto? >> << Ancora. Se non hai fiducia del prossimo tuo come puoi andare in chiesa tutti i giorni? >> << Lascia stare le mie abitudini. Piuttosto tu perché non metti giudizio? Potresti aver incontrato un rapinatore. >> I due continuarono a discutere mentre Leo si defilò. La discussione continuò e lui rimpianse di non aver potuto almeno farsi offrire un caffè. Il pomeriggio era appena iniziato. Leonardo aveva girato per il quartiere. Decise di non aspettare ancora lì, anche per paura di attirare l attenzione. Sarebbe tornato uscendo da casa in tempo giusto per arrivare in orario a quell appuntamento del quale non sapeva nulla e dal quale si aspettava molto. Come al solito l autobus non era in orario. Quel tempo perso doveva metterlo in conto per l uscita da casa. L appartamento era buio e freddo come al solito. Il fatto che fosse spoglio lo rendeva ancora più deprimente ma Leo non badò a quello che sino al giorno prima era una delle cause della sua voglia di chiudere il capitolo della sua presenza nel mondo. Mise in carica il cellulare attaccandosi alla corrente del vicino e cercò di focalizzare l attenzione sull immagine del cantiere. C era un recinto con un telo verde spesso che avrebbe nascosto la sua presenza. C era un merlo che poteva essere usato come mezzo di trasporto, se fosse stato necessario. Altro materiale sulla terra argillosa. Era il posto ideale dove giocare se avesse avuto qualche anno in meno. Avrebbe rivissuto il racconto de I ragazzi della via Pal e sicuramente avrebbe fondato lì la sua base mettendo una bandiera ad indicare il posto del fortino che avrebbe difeso insieme ai suoi amici. 11

12 Cercò di allontanare quell idea e di concentrarsi sul posto potenziale dove avrebbe trovato il denaro. Sicuramente avrebbe dovuto cercare all interno di quel cantiere. Pensò che l ora era tale da consentirgli ancora di vedere ma doveva comunque attrezzarsi con una lampada tascabile. Non ne aveva una e decise di uscire e andare a chiederla in prestito al locale dei cinesi. Erano stati aperti molti locali dagli stranieri. La maggioranza vendevano frutta e verdura. I cinesi vendevano ogni sorta di materiale per la casa. Spesso aveva fatto lì gli acquisti per risparmiare. Quella volta avrebbe fatto scivolare la lampada tascabile all interno delle tasche presenti sulle gambe in un paio di pantaloni. Non li usava più da tanto, visto che erano visibilmente consumati. Forse non sarebbe stato notato e comunque doveva rischiare. Il locale era pieno di ogni sorta di materiale. Detersivi come attrezzatura da lavoro. Abiti come scarpe e ricambi. Trovò la lampada di quelle che si accendono dopo averle agitata. Con attenzione si guardò intorno e fece scivolare la torcia sulla gamba destra. Prese una torcia nella scatola e si diresse verso la cassa. << Quanto costa? >> Chiese con fare innocente. << Cinque eulo. >> Rispose la cinesina intenta a dare il resto ad una signora che aveva comprato un paio di lenzuola. Leo tornò indietro e rimise quella lampada sullo scaffale dove l aveva trovata. Uscì senza dare nell occhio e salutò la donna alla cassa dicendole << Torno dopo. >> Sarebbe tornato per pagare ne era realmente convinto. La donna non poté badare a lui e Leo si sentì grato di aver potuto recuperare quella lampada. Vide l ora e si avviò verso il cantiere. Tra il ritardo dell autobus e il traffico sarebbe arrivato lì almeno dieci minuti prima del dovuto. Il mezzo era migliore di quello della mattina. Meno gente presente ma l odore era il solito. I tempi morti, come aveva previsto, erano maggiori per via della chiusura degli uffici. Con il vestito elegante e con la torcia dentro una busta di plastica guardava in terra alzando lo sguardo solamente quando il mezzo arrestava la corsa. 12

13 Alla sua fermata scese e si mise in marcia verso la strada dove un cantiere l attendeva. Prese il cellulare e vide, con soddisfazione, che mancavano cinque minuti alle diciannove. Voleva fare un giro di ispezione ma abbandonò l idea. Iniziò ad agitare la torcia e si avviò verso l apertura che aveva notato nella recinzione. Come la mattina i mezzi erano presenti e fermi. C era polvere e dei legnami provenienti da pallet. Vide che non c era nessuno. Iniziò a girare nella speranza di trovare subito i soldi. Controllò nel merlo, tra i bidoni degli scarti ed infine vide una valigetta sotto delle buste di plastica nere dell immondizia. Si affrettò a prenderla e ad andarsene. Aveva visto qualche film dove in quella situazione il tizio che trovava la valigetta l apriva per controllarne il contenuto. Sempre un mazzo di banconote sventolate a far pubblicità. Eppure lui aveva sempre pensato che un criminale conosce la propria zona e quindi sa che ci possono essere occhi indiscreti che possono rubarti quello che hai appena sventolato come trofeo. Leo prese la valigetta e si avviò verso casa sua. Avrebbe preso l autobus visto che assomigliava ad una valigetta di lavoro. Sarebbe andato diritto a casa e lì avrebbe inserito i numeri sulle aperture sperando di trovare anche una spiegazione per quella valigetta e, se del caso, di trovare ciò che doveva fare per guadagnarsi quei soldi. 13

14 Capitolo 1 La riunione sembrava non dover finire mai. Il gruppo la fissava e non capiva perché una donna fosse al comando. Era vero il fatto che aveva sposato quell uomo che era stato loro capo per tanto tempo. Eppure non riuscivano a guardarla e a considerarla. Capelli corti coperti da un foulard nero. Vestito nero che esaltava le sue forme. Non molto alta e con uno sguardo malinconico. Sembrava distratta anche se riusciva a dare indicazioni e a rispondere ad ogni quesito. Vicino a lei un uomo che aveva un espressione impenetrabile. Corporatura robusta, capelli neri con cenni di grigio e spalle larghe. Lui si teneva due passi indietro alla donna. Gli altri lo conoscevano bene e lo stimavano. Avevano parlato a lungo tra loro prima di quella riunione e tutti erano concordi che la gestione doveva essere affidata a quello che era stato il consigliere di fiducia del vecchio capo. Sul tavolo ovale in vetro c erano diversi documenti e dinanzi a lei il vuoto. Era stato un gesto di scortesia voluto. Lei non diede peso allo stesso. Guardò l assemblea e rimase in attesa prima di intervenire. Stava parlando un uomo anziano che continuava a parlare del passato << Ciò che è avvenuto è nostra responsabilità. Dobbiamo rimediare e rimedieremo. Suo marito, con il rispetto parlando, non avrebbe mai permesso che la cosa avvenisse. >> << Sappiamo tutti di chi è la responsabilità. Dobbiamo punire il responsabile e al contempo lei deve rimediare. >> Quello che ora parlava era un uomo che sembrava un bambino. Volto paffuto con cornice di capelli biondi e con due occhiali con montatura d osso di tartaruga. L anziano sottolineò << Questi non sono tempi per uomini d onore. Mio figlio non rispetta il padre e parla senza chiedere il permesso. >> I presenti rimasero in silenzio sapendo che il giovane stava tentando la scalata per sostituire il padre con il ché si assisteva spesso ad accese discussioni ma quella non era la sede perciò l anziano padre lo avrebbe impedito. Lei si voltò e il consigliere avvicinò l orecchio destro per sentire. 14

15 Annuì e poi si rimise in piedi. Guardò i presenti sino a fermare lo sguardo sul giovane che aveva l aria nervosa poiché il padre non permise che continuasse. Intervenne un altro << Siamo disponibili a discutere del problema che si è venuto a creare. Però ci sono questioni più importanti. Sappiamo tutti che lei è l erede legittima tuttavia riteniamo sia opportuno mettere in discussione la sua posizione. >> L uomo prese una pausa con una tirata di sigaro. Guardò gli altri per poi tornare a fissare il consigliere. << Il nostro caro amico, pace all anima sua, è stato un capo straordinario. Ha tenuto gli affari e ha saputo gestire i nostri amici. Ora tutti noi qui presenti pensiamo che il diritto a quella poltrona spetti proprio a lei. >> I sette guardarono il consigliere sperando che avesse da dire qualcosa. Non volevano essere comandate da una donna. Lei guardò tutti senza abbassare lo sguardo. Aveva l espressione stanca. Il marito era stato sepolto solo due settimane prima e sperava di poter avere il tempo di decidere. Il giorno stesso del funerale il consigliere volle parlare con lei per convincerla a prendere in mano gli affari che aveva seguito il marito. In quella riunione avrebbe dovuto convincere quegli uomini che potevano essere comandati da una donna. Sapeva che avrebbe dovuto dimostrare il suo valore quotidianamente e che non le avrebbero perdonato nulla. Quello che era il tema della riunione già stava mettendo alla prova lei. Qualcuno aveva commesso un errore e ora pretendevano da lei una soluzione. Se avesse sbagliato sarebbe stata messa fuori dai giochi. Prima della riunione chiese al consigliere di chi potesse fidarsi. Lui abbassò lo sguardo e disse << Mi spiace. Nessuno. Ci saranno le sette persone con le quali lei si dovrà confrontare. Tre anziani che sono nati e cresciuti con suo marito. Quattro giovani che hanno tutta voglia di far carriera e bruciare i tempi. Tra questi il figlio di uno degli anziani. Tenga bene a mente che già esistono delle relazioni e dei punti critici. Lei non può che essere un punto d unione tra loro, come lo fu suo marito. In lei troveranno l accordo di cui necessita la società. >> Sapeva che poteva prendere la parola solo quando il più anziano lo avesse permesso. Questi era rimasto in silenzio e stava valutando tutte le dinamiche di quella riunione. Attese che il consigliere desse risposta a quella sollecitazione fattagli dall assemblea per voce di un rappresentante autorevole. 15

16 Visto il silenzio generale decise di concedere alla donna un opportunità. << Il vecchio capo, nonché mio amico, ha fatto grande questo gruppo. Ha tenuto insieme tutti noi. Ora che non c è più vogliamo sapere la sua vedova cosa ha intenzione di fare. >> Lei notò la mancanza di rispetto ma non disse nulla a riguardo. Capì che era il suo turno e disse con una calma che era nel suo DNA << Mio marito ha gestito questa famiglia e mi ha sempre tenuto lontana dagli affari che trattava. Non per questo io ero all oscuro. Voi avete il diritto di scegliere un nuovo capo. Volete sapere cosa ho intenzione di fare? Ebbene ho intenzione di continuare l opera di mio marito. Non abbiamo avuto figli e questo mi mette nella posizione di occuparmi dei suoi affari. Di diritto. << Per il problema all ordine del giorno procederemo così. Tutti voi metterete una quota dei seicentomila euro ad eccezione di chi ha avuto la responsabilità di consegnare la tangente ai nostri amici. Per quanto riguarda loro mi occuperò personalmente della questione. In ballo ci sono affari che devono essere conclusi dopo tutto il lavoro che mio marito ha fatto. << Il responsabile sarà punito da quello tra voi che è al suo comando. Il modo lo conoscete. Gli affari continueranno ed io gestirò la famiglia per conto e a nome di mio marito. Andrò alla riunione dei capi per ricevere la loro benedizione. Seguirò il rito e pretenderò da voi lo stesso atteggiamento che avevate con mio marito. Se a qualcuno non gli va giù può tranquillamente andarsene. Ma chiunque sia sappia che avrà la famiglia come nemico. Sarà additato come traditore dai capi famiglia. >> Il più anziano si alzò e andò a baciare le mani della signora. A turno, in ordine decrescente d età, seguirono quel gesto. Lei comprese l importanza del momento. Mentre la stanza lentamente si svuotava non poté fare a meno di osservare i quadri appesi alle pareti. Ogni ospite aveva un posto fisso e dietro un quadro con un santo. Il più anziano aveva San Paolino da Nola patrono della pazienza, poi c era Sant Adriano di Nicomedia patrono degli agenti di custodia e guardie carcerarie, San Gabriele Arcangelo patrono degli ambasciatori, Santa Barbara patrona dei fabbricanti d armi, San Matteo apostolo patrono dei bancari, San Giorgio patrono dei soldati e San Tommaso Moro patrono dei politici. 16

17 Dietro di lei c era il Gonfalone della Giustizia del Perugino. Forse erano tutte riproduzioni ma in quella sala dai colori scuri, tendenti al viola scuro in realtà, e con una luce sempre bassa nessuno avrebbe potuto capire se erano solo riproduzioni o originali trafugati. Lei cercò di memorizzare quella disposizione poiché ad ognuno dei suoi ospiti era assegnato un compito e quei quadri erano lì a sottolineare quell associazione. Quella specie di assegnazione dei posti con i patroni delle relative funzioni rendeva tutto alquanto buffo in un ambiente dove di buffo non v era niente. Il consigliere si avvicinò a lei con un aria più distesa. << Signora è andata bene. Vedrà! Dopo la cerimonia di iniziazione riceverà attestati di stima, anche se dovrà costantemente dimostrare di meritarsi quel posto. >> << Te l ho detto. Chiamami Adele. Devi aiutarmi e starmi vicino così come hai fatto con mio marito. >> << Signora è per rispetto a lei e al suo ruolo. Le starò vicino così come ho fatto in passato con suo marito. È ora di andare a prepararsi per la riunione più importante. Dovrà convincere gli altri capi. Dovrà essere perfetta e dimostrare loro che può prendere le redini di questa famiglia. Non deve lasciare dubbi a loro altrimenti non avrà un attimo di pace. >> Comprendendo quello che le aspettava seguì il consigliere sino nel soggiorno. La porta della stanza delle riunioni venne chiusa e la libreria spostata per nasconderla alla vista. La casa era stata arredata con mobili antichi. C erano oggetti d antiquariato ovunque. Quella tipologia d arredo induceva un certo senso di religiosità nel luogo. Quadri appesi sulle pareti con la rappresentazione di scene religiose e immagini di santi e beati. Anche i libri sembravano antichi. Titoli di ogni genere e lingua. Adele seguiva il consigliere tenendosi a distanza di due passi. Quell uomo riusciva a darle sicurezza. Sapeva di poter contare su di lui. Il marito aveva sempre lodato le sue strategie poiché lo avevano tolto spesso da difficoltà di ogni specie. Era anche un astuto mediatore al punto di essere chiesto in prestito in caso di controversie tra due parti. Lei aveva conosciuto dalla voce del marito e durante il funerale. Fu lui ad organizzarlo facendo in modo che ci fossero le persone giuste e solo quelle. 17

18 Era riuscito a tenere alla lontana i giornalisti sfruttando la sua abilità e le sue conoscenze. Era stato al suo fianco in maniera discreta. Seppur lei fosse nettamente più giovane di lui aveva la sensazione di star vicino ad un fratello più che ad un padre. Il motivo era nella sua capacità empatica. Lei non voleva essere trattata come una donna afflitta per la morte del marito. Voleva essere considerata per quello che era. Capace e indipendente con la capacità di sostenere lo sguardo altrui senza arrossire. Aveva pianto al matrimonio ma lo aveva fatto con il suo atteggiamento. Il consigliere entrò nello studio della casa al piano terra. I drappi erano chiusi ma lui sapeva dove era ogni singolo oggetto. Vi era stato spesso nei suoi venti anni di servizio per quell uomo e trentadue per il relativo padre. Era entrato in quella casa partendo dal basso ma venne notato subito. Era sveglio e aveva un atteggiamento schivo. Il primo giorno del suo lavoro tutti lo videro spaesato ma gli bastarono pochi mesi per acquistare fiducia e conquistare quella posizione che mantenne nel tempo. Le altre famiglie invidiavano quel valore aggiunto e spesso gli proposero stipendi più ricchi. Tuttavia lui aveva i suoi principi e ciò completava la sua professionalità. La luce penetrò nella stanza danno ombre agli oggetti. Sulla scrivania gli ultimi documenti e un libro appena iniziato. Era nuovo come i soli in quella stanza. Il marito amava i libri antichi ma amava di più leggere. Per questo aveva dedicato la libreria dello studio ad autori giovani e contemporanei. I titoli parlavano d amore o di galassie lontane. Lei vide il libro aperto alle prime pagine e sentì di doversi mettere seduta. L angoscia era uno stato dell animo che lei non amava. Eppure lo aveva visto contento mentre era tornato a casa con il pacchetto in mano. Si era regalato quel libro per distrarre la mente e per raccontare la vicenda alla moglie. Da quando aveva saputo che lei non poteva avere figli aveva iniziato a farle le coccole e a parlare con quella tenerezza che le aveva sempre dimostrato. Quei racconti diventavano intimità. Parlava poco del suo lavoro, evitando quelle parti più cruenti. In quei racconti trovava un motivo di dialogo. Era come se stesse parlando di quel figlio che lei non poteva dargli. Il desiderio di un figlio era più suo eppure il marito sembrò entusiasta durante i primi periodi nei quali cercavano di averlo. 18

19 Poi le visite dallo specialista. Lui si accollò subito la colpa e fece gli accertamenti. Voleva evitare di creare quella condizione nella quale avrebbero potuto assegnare la colpa all altro. Non avevano mai litigato e per questo temevano quell eventualità. Lei si stava per accomodare sulla poltrona vicino all ingresso ma il consigliere le indicò la sedia dietro la scrivania. Lei si accomodò è immaginò cosa dovessero provare le persone a stare dall altra parte quando lì c era il marito. Loro dovevano rimanere ad almeno venti centimetri di distanza e quel finestrone impediva di vedere il volto dell uomo bene dato che la luce proveniva dalle sue spalle. Anche l arredo contribuiva ad assoggettare i visitatori. Oltre alla libreria piena di libri visibilmente letti vi era una scrivania in legno intagliata a mano, una cristalliera con fotografie dove c era l uomo con al fianco sempre un politico o un personaggio di una certa rilevanza. Anche il legno di questa era pregiato e lavorato. Lo stacco con lo stile della casa si sentiva ma il valore delle cose era comunque presente e quasi tangibile. Lei vide le carte aperte a ventaglio e notò una stranezza che la colpì. Il nome sul foglio era quello di un personaggio di un libro che il marito aveva condiviso con lei in una di quelle serate. Era scritto Scott Risk e quel nome lo aveva sentito dal marito quando gli parlò di Scommessa d amore di Katie McGarry. Lo ricordava bene perché lui aveva descritto i personaggi con dei dettagli che nel libro lei non aveva trovato. Rammentava d essere rimasta incuriosita di quel racconto tanto da essersi costretta a leggerlo. Anche lei amava leggere ma non amava i romanzi d amore. Leggeva più libri come quelli di Castaneda o generi dove l esoterismo o la psicologia erano di casa. Quel nome era scritto in evidenza nella proposta che seguiva. C era l indicazione di una società con il nome Knox che lei non aveva mai sentito nominare dal marito. Era una proposta per una fusione tra due società. Lesse il nome della seconda prima che il consigliere potesse darle spiegazioni. Aveva compreso. Quel documento era in codice. Un codice semplice eppure complesso. I nomi erano stati prelevati dal libro e le altre informazioni sicuramente indicavano tutt altro. 19

20 Il consigliere s affrettò a dirle << Tutti i documenti hanno un codice che conosceva solo suo marito. >> << L ho intuito. >> << Sarà complesso risalire alle informazioni utili. Lui non teneva niente che potesse aiutare un eventuale ispezione. Per chiunque sono atti tra società o di società. L associazione nome falso a nome vero è mi scusi era nella mente si suo marito. Io ricevevo solo alcune indicazioni senza poter guardare i documenti. >> Nel dire quello si mise in quello che doveva essere il suo posto. C era un piccolo scrittoio circolare nascosto nell angolo della stanza vicino alla porta. Era piccolo e illuminato da una luce che proveniva da una lampadina inserita in un abat jour da parete tutto in vetro lavorato. Si riusciva persino a vedere il cavo che portava la corrente. Era posizionato in modo da illuminare solo quello spazio e lui si mise dietro quello scrittoio. Iniziò a girarlo in senso antiorario e il piano iniziò a sollevarsi sino al massimo che corrispondeva a circa un metro. Lei guardò l uomo e dovette esprimere la sua disapprovazione << La sua cautela ci ha messo nei guai. >> << Non è detto. >> L uomo stava riportando lo scrittoio a come lo aveva trovato. Adele iniziò a leggere quei fogli. Cercò di notare qualche particolare per riuscire a trovare un codice. Qualche indicazione che solo lei poteva capire. Erano sette fogli dove il filo rosso era quella proposta di fusione. Commenti su quanto quell evento potesse far bene alle due società. Indicazioni sulle prospettive future. Nulla di significativamente strano tanto da essere preso in considerazione. Il consigliere continuò ad esprimere il suo pensiero dopo che Adele ebbe finito di leggere << Poiché gli affari erano stati condotti da suo marito è più che naturale che questi li debba continuare lei. Tuttavia chiunque abbia interessi, diretti o non, sarà sicuramente interessato a presentarsi per esporli a lei. Ciò vuol dire che occorrerà attendere. Tra le questioni ci sono i crediti che dovrà riscuotere. Ovviamente i creditori non verranno di spontanea volontà. O meglio non tutti avranno lo stimolo a stare in coda per denunciare i propri debiti. >> 20

21 Adele chiuse gli occhi e cercò di immaginare cosa il marito le avesse lasciato. C era sicuramente una traccia per lei. Era stato un capo clan e questo grazie al suo carattere, al suo intuito per uomini e affari ma più di tutto alla sua capacità di circondarsi di strateghi. Era una persona insicura e avrebbe fatto qualunque cosa per non mettere lei in difficoltà. Il consigliere interruppe quel silenzio << Mi spiace ma è ora che vada. Come lei saprà ho una famiglia. Devo mantenere le abitudini che ho imposto. >> << Vai pure. Io vedrò di leggere qualche altro documento. Ho il tuo numero? >> Il consigliere scosse la testa e s affrettò a dire << La prego. Diamoci del lei. L etichetta è importante. Domani, comunque, dobbiamo fare della pratica per il suo test più importante. Non conosco i dettagli della cerimonia, visto che ci possono partecipare solo persone di un certo rango. Tuttavia so come si deve muovere. So a quale persona lei dovrà dar maggior credito e da quale si deve difendere. Conosco le famiglie. Conosco ogni rapporto tra queste. È un intricata ragnatela. Ciò che conosco dovrà esser suo. Tuttavia non sarà completo né preciso il mio rapporto. Sarà comunque utile ed è necessario per evitare di essere ghettizzati. >> << Cosa? >> << Si! Il rischio è essere isolati. Avere leggi speciali. Immagini cosa accadrebbe se decidessero di non lasciarle il mercato che copriva prima. Immagini che le affidino zone più ehm diciamo tranquille. Sarà la fine. Occorre evitare di essere trattati in modo diverso. >> << Sicuramente peserà il fatto che sono una donna. Peserà ancor di più l assenza di un potere qualsiasi. >> << Di questo dobbiamo ragionare con calma e vagliare le opzioni. Il tempo c è quindi >> << Un ultima cosa. >> << Dica. >> << Come ti devo chiamare? >> << Suo marito mi chiamava Patrick. Lei potrà scegliere. >> 21

22 << Posso chiamarti scusa chiamarla Don Juan? >> << Certo. Posso chiederle il perché? >> << Ovvio. È il nome di un personaggio di Carlos Castaneda. È colui il quale apre la via della mente. Dinanzi agli altri la chiamerò semplicemente Giovanni. >> << Come desidera. >> Congedandosi lasciò la porta aperta. L anticamera era piccola e subito occorreva girare a sinistra per passare nel corridoio. L effetto era voluto. Le persone erano illuminate dalla grande vetrata e quell anticamera impediva di sostare dinanzi la porta senza essere visti. Il fatto di dover girare subito per il corridoio faceva sì che lo specchio, posizionato ad arte, riflettesse l immagine dell intero percorso che l ospite doveva affrontare. Questi lo vedeva bene quando usciva e sapeva subito che non poteva nascondersi ad origliare o per fare un agguato. Adele seguì Giovanni per poco ma poi concentrò lo sguardo sulle due pile di documenti. Era molto materiale e sicuramente noioso. A parte i nomi dei personaggi, con i quali avrebbe potuto ricordare i bei momenti trascorsi, tutto il resto avrebbe solo portato via del tempo. Prese un numero esiguo di fascicoli prima di alzarsi e di uscire dallo studio. Chiuse la porta a chiave, cosa mai avvenuta da che loro erano in quella casa. Attraversò il corridoio e si diresse al piano superiore. Avrebbe dedicato qualche minuto prima di distendersi e forse, già sapeva che sarebbe stato così, avrebbe continuato mentre cercava ristoro nel letto. Sapeva quanto quell assenza avrebbe pesato sulle nottate. Era sicura di non riuscire a riprendere il ritmo, così come era avvenuto la sera del fatto. Rammentava, mentre saliva quelle scale, che qualcuno bussò alla porta insistendo. Andò ad aprire temendo in cuor suo il peggio. Alla porta trovò due agenti di polizia. Avrebbe voluto sentirli parlare di un arresto ma il << Mi dispiace. >> introduttivo aveva chiuso ogni possibilità. Seguì le parole degli agenti che cercavano di darle consolazione. Lei sentiva di essere tra due che sapevano. Conoscevano il marito e quello che faceva. Perciò decise di fare la moglie sorpresa e poi sconvolta ma dentro era vuota. Stava soffrendo ma era preparata. Lo aveva fatto sin dal primo incontro. Sin dalla prima volta che si erano baciati. 22

23 Lei era preparata ai cambiamenti della vita. Guardava gli altri che si sorprendevano quando un evento cambiava il loro destino. Cercava di capirli purtuttavia non vi riusciva. Erano alieni atterrati sul pianeta in cerca di spiegazioni della loro esistenza. Lei dovette fingere e dovette esporre sé stessa piangendo davanti a sconosciuti in divisa. Dovette meravigliarsi quando gli dissero che un agguato l aveva portato via. Quando gli parlarono di pistole, di motociclette che sfrecciavano tra le auto bloccate. Riuscì a non bloccare la nausea per rendere tutto più vero. Eppure lei già sapeva. Era preparata al dolore come una donna che aveva avuto nove figli e stava aspettando il decimo. Era consapevole dell esistenza. Iniziò a sfogliare il primo fascicolo e dopo averlo letto per intero non poté aggiungere altro a quanto aveva osservato. Solo nomi dei libri che aveva letto. All interno vi era un considerevole numero di considerazioni su delle società che stavano prendendo un appalto. Una lo avrebbe subappaltato ad un altra. I tecnicismi erano quelli tipici dei contratti, anche se quello non lo era. Lei continuò a leggere altri fascicoli ma non trovò modo di individuare la chiave necessaria per interpretare e tradurre quei concetti nella forma usabile. Doveva capire cosa vi era scritto e a chi era riferito uno specifico nome. Aveva preso solo quei fascicoli che erano sopra la catasta e pensò che forse doveva iniziare dai primi. Forse avrebbe visto qualcosa di più semplice. Forse poteva trovare l evoluzione del codice. Scese dal letto e si avviò verso lo studio a prendere altri fascicoli. Scesa al piano terra vide un ombra in soggiorno. Doveva esser sola in casa e la porta di ingresso era stata chiusa da Giovanni. Eppure non si spaventò. Sapeva che a nessun ladro sarebbe venuto in mente di entrare da lei. Invece di porsi delle domande si avviò verso il soggiorno, dopo aver posato i fascicoli sul pavimento del pianerottolo del piano superiore. In soggiorno vide il giovane che aveva sollevato dubbi durante la riunione. Era quello con dietro San Giorgio. Questi vide la donna e non diede segno di emozioni. Si accomodò sul divano con un atteggiamento che con il marito non avrebbe mai tenuto. Lei era indecisa se fargli osservare la cosa oppure attendere dopo la consacrazione ufficiale. 23

24 << La giovane donna deve imparare a portar rispetto. >> << Lei dovrebbe imparare l educazione. >> L uomo rise di gusto. Aggiunse << A sentirla sembra mio padre. >> << Saggio uomo lui. >> << Vero. Solo che non è più tempo per gli anziani e non sarà mai tempo per le donne. >> << Questo non spetta a lei. >> << Vero. Peccato. >> << Voleva qualcosa? >> << Solo parlare con lei. Voglio togliermi un dubbio. >> << Sarebbe? >> << Come mai ha deciso di continuare il lavoro del suo caro estinto? >> Quel tono non le piacque ma si impose di non reagire. << Come lei saprà è stato ucciso con un agguato. Ciò che farò sarà >> << Vendetta? >> << No! Giustizia. >> << Quale giustizia vuol fare? Lei deve lasciar fare agli uomini. >> << Potrei anche. Tuttavia ritengo che solo le donne possono schiacciare la testa delle serpi, così come dice la bibbia. >> << Vedo. Vedo. Sarà un bello spasso starla a guardare. >> L uomo si alzò. Superava la donna in altezza e la corporatura era di chi andava in palestra spesso. Aveva i capelli neri e la carnagione scura. Un gusto sportivo nel vestire ed era incline al sorriso, anche se appariva più un ghigno. Lei non si mosse mentre lui si avvicinava lentamente ma sapeva cosa stava per accadere ed era preparata << Dovrebbe togliere al più presto quel nero. Non le dona affatto. >> 24

25 Nel dire ciò si avvicinò a lei e alzò la mano per accarezzarle il volto ma lei lo schiaffeggiò con un gesto da tennista. Ampio raggio e veloce per imprimere forza e per non dar modo di capire e reagire. Lui rimase immobile e sentì il calore che la guancia iniziò ad emanare dopo quello schiaffo. Voleva dimostrare che poteva reggere le sue reazioni ma lei lo spiazzò << Io sono un gradino sopra lei. La sua mancanza di rispetto sarà valutata e le costerà. Lei ha il controllo di quelli che sono chiamati soldati. Perciò le verrà tolto l incarico. Provvederò di trovarle il sostituto e non potrà presentarsi in questa casa se non sarò io a chiamarla. >> Lui stava per interromperla ma lei ebbe la capacità di imporsi << Ogni violazione a quanto le ho imposto sarà considerata uno sgarro. E lei sa cosa comporta. Perciò ora vada e se si volterà peggiorerà la sua situazione. Non ripeterò due volte questi concetti. >> L uomo cercò di fissarla negli occhi e lei non distolse lo sguardo. Vide il volto disteso e capì che non aveva avuto imbarazzo a parlare in quel modo. Capì che doveva andarsene non tanto per quello che aveva detto ma per quello sguardo fisso e sicuro. Intuì che aveva sbagliato e che si era messo nei guai. Avrebbe voluto schiaffeggiarla ma trattenne la sua ira e si diresse verso la porta senza voltarsi. La porta di casa venne sbattuta violentemente e lei chiamò il consigliere. << Cosa? >> << Le sto dicendo quanto è appena avvenuto. Cosa devo fare? >> << Chiami il numero che è nell agenda. Il nome è quello che le dissi un paio di giorni fa. Ricorda? >> << Si! Poi? >> << Dovrà chiedere un incontro. Il fatto è grave e lei deve agire subito. Per il sostituto non spetta a lei ma a loro. Per ora. >> << Grazie. >> Attaccò e compose quel numero. Dopo uno squillo partì un messaggio. Lei ricompose il numero e la seconda volta rispose una voce femminile. << Sono Adele moglie di >> 25

26 << So chi è lei. Ho il numero memorizzato. >> << Ah! Ascolti ho necessità urgente di un incontro con >> << Cosa è successo? >> << Non per telefono. >> << Mi dia almeno un indizio. >> << San Giorgio è uscito dal seminato. >> << Capisco. Attenda. >> Lei sentì i passi e dei rumori di fondo. Sapeva che qualcuno poteva intercettare la chiamata e sapeva che tutte le conversazioni dovevano essere o in codice o brevi. Tutto doveva avvenire faccia a faccia. Nuovamente i passi e << Può venire anche tra un ora. Le consiglio di portar con sé il suo consigliere è meglio. >> Lei chiuse la chiamata senza ulteriori commenti. Sapeva di poter agire in quel modo anche perché dall altra parte ci poteva essere una di basso rango. Chiamò subito il consigliere e prese appuntamento a casa sua. Tornò sul pianerottolo per sistemare gli appunti del marito. Avrebbe dedicato tempo a quei documenti ma ora c era qualcosa di più importante. Si avviò verso il bagno e si fece una rapida doccia. All uscita si avviò verso l armadio a muro e prese il secondo abito nero. Vide l insieme degli abiti alla moda suoi e del marito. Sentì una fitta al petto ma sapeva che avrebbe dovuto liberarsi di tutti quei vestiti e che avrebbe dovuto comprare solo vestiti neri. Poi si corresse e disse a sé stessa che in realtà avrebbe voluto indossare solo vestiti neri per tutto il resto della sua vita. Era un modo per dimostrare amore a quell uomo che l aveva amata con tutto sé stesso. Anche la madre aveva agito così e lei aveva vissuto un altro tipo di vita. Era insegnante e il padre era ferroviere. Quando si sposò sapeva cosa facesse il marito ma ai genitori mentì dicendo che era un semplice impiegato che si occupava di intermediazione. Attese in soggiorno il suo consigliere. 26

27 La villa dove erano arrivati era bianca. Un giardino ben curato e un muro periferico con moltissime videocamere. L ingresso era con un cancello in ferro battuto con uno stemma che doveva rappresentare il volto di una tigre. Il videocitofono era moderno e sembrava inutile visto che davanti alla villa c erano ad attenderli due persone. Fu il consigliere a interagire con loro e con chi era dietro al citofono. Lei rimase in auto seduta dietro al guidatore. Ci vollero dieci minuti prima che il cancello si aprisse. Il consigliere disse << Sono misure di sicurezza elevate. Aspettano a far entrare chiunque in modo che se dietro loro c è movimento possono vederlo con le videocamere >> e le indicò da dove erano arrivati << e fuggire. Le guardie sono armate. >> Lei rimase in silenzio e pensò a che vita triste si erano fatti. Sembravano stare in galera, anche se una galera costosa. Sicuramente uscivano raramente. Non andavano al cinema o ai concerti di musica classica. Sicuramente non portavano i bambini ai giardinetti. Lei e il marito vivevano una vita normale. Lui appariva spensierato e quel suo volto disteso l aveva rassicurata all inizio sino a farle dimenticare, con il tempo, i rischi che correvano. Entrarono con l automobile e dentro quattro guardi si avvicinarono. Fecero scendere entrambi e iniziarono a passare il metal detector portatile. Sicuramente non l avrebbero perquisita, per via del ricordo fresco del marito e ancor più per il ruolo che stava per assumere. Dalla villa uscì una donna che aveva un sorriso genuino. Sembrava sollevata ad avere ospiti, anche se erano lì per il padrone di casa. << Benvenuti a casa nostra. >> Disse stringendo la mano ad Adele che non sapeva assolutamente chi fosse. << Mio marito vi riceverà tra qualche minuto. Intanto accomodatevi. >> Li fece accedere alla casa che era enorme. L ingresso avrebbe ospitato due automobili e l altezza dell ingresso consentiva la presenza di un lampadario che era identico a quello del film Il gattopardo. Quella scelta le diede nausea ma disse subito << Complimenti per la casa. >> << Grazie. >> disse contenta la donna << L ho arredata io. Volevo dirle posso darti del tu? >> 27

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