1. MICROFINANZA E INTERME- DIAZIONE FINANZIARIA

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1 3 1. MICROFINANZA E INTERME- DIAZIONE FINANZIARIA 1.1 Introduzione Le esperienze di microcredito e microfinanza avviate ormai da qualche decennio in molti paesi del Sud del mondo ma anche in contesti poveri di paesi del Nord stanno contribuendo in modo spesso decisivo alla realizzazione di un processo di sviluppo sostenibile. La microfinanza, nella sua varietà di esperienze, consente, tra gli altri, di evidenziare due aspetti: la valorizzazione delle risorse e capacità nascoste, disperse o male utilizzate (in particolare imprenditoriali) nelle realtà povere e il passaggio dalla centralità del progetto alla centralità della costruzione di istituzioni locali sostenibili e durature (dal project focus all institution building ) 1. La microfinanza si è sviluppata da ormai una trentina d anni a partire da esperienze pionieristiche in alcuni paesi del Sud del mondo (Bangladesh, Bolivia, Indonesia in primo luogo). Il microcredito, cioè il credito ai poveri, e la microfinanza, cioè un più ampio complesso di servizi finanziari a vantaggio della popolazione povera, sono stati praticati seguendo percorsi e modalità diverse, ma con una visione di fondo comune: favorire l accesso al credito e ai servizi finanziari da parte di coloro che oggi ne sono esclusi, far emergere le attività economiche dei più poveri; formare i microimprenditori alla gestione del capitale di debito e battere strade nuove nella gestione del rischio di credito. 2 Tra le maggiori scoperte che sono state raggiunte mediante lo svolgimento di attività di microcredito e di microfinanza, occorre sottolineare la presenza e la diffusione tra i poveri di veri e propri giacimenti di 1 Hirschman, A.O., Come complicare l economia, Il Mulino, Hulme, D. e Mosley, P., Finance Against Poverty, Routledge, London and New York 1996 imprenditorialità e di impreviste capacità di risparmiare e investire, sia pur con modalità a volte inconsuete. Nelle microimprese dei poveri, e nelle piccole e medie imprese che in alcuni contesti ne costituiscono l evoluzione, non mancano rilevanti capacità tecnologiche, acquisite essenzialmente con modalità di tipo learning by doing 3. Tutti questi elementi diventano decisivi per promuovere processi di sviluppo dove il protagonismo dei soggetti locali e la sostenibilità nel tempo siano caratteristiche centrali e non accessorie. 1.2 Intermediazione finanziaria, microfinanza e problemi di asimmetria informativa Per certi versi, la necessità di microfinanza è in qualche modo sorprendente. Una delle prime lezioni impartite nell ambito di un corso di introduzione all economia, riguarda il principio di rendimenti marginali decrescenti, secondo cui quanto più un impresa investe, tanto più output si aspetta di produrre, benché ogni unità addizionale di capitale porti guadagni incrementali marginali sempre minori. Le dimensioni del rendimento marginale del capitale determinano la capacità del prestatario di pagare. Pertanto, l imprenditore più povero, vale a dire dotato di un minor stock di capitale, dovrebbe godere di rendimenti marginali del capitale maggiori e quindi disporre di una maggiore abilità di ripagare il prestatore. Su vasta scala, se questo fondamento di economia fosse corretto e sufficiente a interpretare la realtà, gli investitori a livello globale starebbero oggigiorno assumendo un comportamento errato. Anziché investire maggiormente sui mercati di Londra, New York 3 Arrow, K., The Economic Implications of Learning by Doing. Review of Economic Studies, 29, , 1962.

2 4 e Tokyo, gli investitori più esperti dovrebbero indirizzare i loro fondi in India, Kenya, Bolivia e altri paesi caratterizzati da scarsità di capitale e basso reddito. Il capitale dovrebbe quindi andare dal Nord al Sud del mondo, non in un ottica assistenzialista o di cooperazione allo sviluppo, ma in un ottica di mera ricerca del profitto. Robert Lucas ha stimato l'entità della differenza nei rendimenti attesi in vari paesi, rilevando che in India i prestatari dovrebbero essere disposti a pagare il capitale cinquantotto volte di più rispetto ai prestatari negli Stati Uniti. Proseguendo con questa logica, si potrebbe affermare che, non solo i fondi dovrebbero muoversi da paesi ricchi a paesi più poveri, ma anche che all interno di uno stesso paese gli investimenti dovrebbero spostarsi da ricchi a poveri prestatari (ad esempio, da New Delhi ai villaggi rurali). Il principio dei rendimenti decrescenti del capitale implica che, un semplice calzolaio di strada o una venditrice di fiori con una piccola bancarella, dovrebbero offrire agli investitori maggiori rendimenti che la General Motors o l IBM e che le banche e gli investitori dovrebbero comportarsi di conseguenza. Alla luce di ciò, com è possibile che in pratica le banche e gli investitori finanzino più facilmente grandi imprese piuttosto che semplici venditori ambulanti e che i flussi di capitale si muovano da Sud a Nord? Il punto principale da prendere in considerazione riguarda il rischio. Investire in Kenya o in Bolivia implica un livello di rischio ben maggiore che investire ad esempio in Europa. Lo stesso vale per il calzolaio di strada paragonato alla grande società regolata. La domanda che viene spontanea è: perché il calzolaio di strada e la fioraia non possono offrire agli investitori dei rendimenti così elevati tali da compensare il loro rischio? Secondo alcuni, i poveri possono pagare elevati tassi di interesse per ottenere fondi a prestito, ma le restrizioni sui tassi di interesse imposte dai governi impediscono alle banche di applicare i tassi di interesse necessari per far confluire i capitali da Nord a Sud e dalle città ai villaggi. Se così fosse, la sfida della microfinanza avrebbe a che fare esclusivamente con il quadro regolatorio. Sarebbe necessario convincere i governi a rimuovere le leggi anti-usura e altre restrizioni sulle banche e lasciare che i capitali si dirigano verso regioni/soggetti poveri. Ovviamente tale spiegazione è molto semplicistica. La realtà è molto più interessante e complessa. La rimozione di leggi anti-usura e la libertà concessa alle banche di servire i poveri e coprire i costi, non è l unica risposta. Tassi di interesse elevati possono infatti indebolire le istituzioni riducendo gli incentivi per i prestatari. La considerazione delle asimmetrie informative insieme alla mancanza di garanzie consente di completare il quadro dei motivi per cui i prestatori hanno difficoltà a prestare ai poveri, anche se con rendimenti presumibilmente elevati. Gli elementi fondamentali sono dunque: l asimmetria informativa sofferta dalle banche nei confronti di poveri e la mancanza di questi ultimi nel disporre di garanzie adeguate da offrire alle banche. La microfinanza nasce dalla necessità di trovare alternative al credito tradizionale, proprio perché molti prestatari sono troppo poveri per possedere gli asset necessari per fornire adeguate garanzie e perché le banche difficilmente riescono a raccogliere (in modo efficiente) e a valutare le informazioni relative alla loro clientela. In questo senso, per generazioni, la povertà ha prodotto povertà. La microfinanza può rompere questo circolo vizioso, riducendo i costi di transazione e superando i problemi legati

3 5 all informazione asimmetrica e alla mancanza di adeguate garanzie Il sistema finanziario nei PVS: finanza informale e mercati formali In uno studio del 1990, Hoff e Stiglitz 5 individuano le caratteristiche distintive dei sistemi finanziari dei Paesi in Via di Sviluppo. Il sistema finanziario dei PVS si caratterizza per un forte dualismo: accanto al settore formale, sottoposto al controllo dell autorità statale, prospera un variegato settore informale costituito da moneylenders tradizionali, associazioni autonome di risparmio e credito (come le ROSCA 6 ) e le associazioni di mutuo soccorso. I due sistemi coesistono nonostante i tassi di interesse del mercato informale siano molto più alti di quelli praticati sul mercato formale. Questa situazione si verifica poiché nel mercato formale si manifestano fenomeni di razionamento del credito attraverso l imposizione di massimali ai tassi di interesse. In questo modo, il tasso di interesse non equilibra necessariamente la domanda e l offerta di risorse finanziarie. Il mercato informale, non dovendo sottostare a tali restrizioni, tende invece ad aggiustare il gap esistente tra domanda e offerta. I mercati informali del credito sono altresì caratterizzati da un elevata segmentazione. Ciò comporta che shock sistemici impattino pesantemente sulla disponibilità di credito. Inoltre, il settore informale è caratterizzato da rapporti multi-dimensionali tra gli operatori che 4 Beatriz Armendariz, Jonathan Morduch, The Economics of Microfinance, The MIT Press, Hoff, Karla, Stiglitz, Joseph E, Imperfect Information and Rural Credit Markets-Puzzles and Policy Perspectives, World Bank Economic Review, Oxford University Press, 1990, vol. 4(3), pagg Rotating Savings and Credit Associations vi operano; avviene cioè che la negoziazione di un credito si realizzi tra individui con relazioni sociali e/o economiche pregresse (come rapporti lavorativi o parentali). In questo modo, il nuovo rapporto di credito viene a sovrapporsi ai legami preesistenti, che costituiscono quindi una sorta di garanzia di pagamento, sopperendo in tal modo all asimmetria informativa che caratterizza questo genere di transazioni. Per interpretare le dimensioni e il ruolo assunto dal settore informale nei PVS, sono state inizialmente proposte teorie diverse. Tuttavia, né la teoria del monopolio (che vorrebbe il mercato del credito in mano ai moneylenders tradizionali) né quella della concorrenza perfetta (secondo cui i tassi di interesse del mercato informale servirebbero per coprire i rischi di insolvenza) sono sembrate in grado di spiegare la complessità del fenomeno. Le spiegazioni fornite per illustrare la struttura dei mercati finanziari dei PVS, come ad esempio gli elevati tassi di interesse applicati dai moneylenders, fanno riferimento alle varie fonti di incertezza proprie del mercato del credito in generale, riconducibili alle problematiche dell informazione asimmetrica e dell enforcement dei contratti. L asimmetria informativa si manifesta in generale nella relazione inversa esistente tra il grado di conoscenza del rischio assunto e l esposizione al rischio stesso. Il soggetto richiedente credito è consapevole della propria situazione futura rispetto al soggetto concedente il prestito. Questa asimmetria dà origine a due classi di problemi; ex ante si può verificare un fenomeno di selezione avversa. Le istituzioni non sono in grado di determinare con precisione la diversa rischiosità di clienti che non conoscono, che non tengono contabilità scritta e che spesso non hanno un business plan in grado di descrivere i contenuti e la fattibilità

4 6 dell iniziativa economica da intraprendere. Così, i servizi di credito tenderanno anche ad attrarre potenziali cattivi clienti. Questo comporta un esternalità negativa per i buoni clienti, vale a dire un aumento indiscriminato dei tassi di interesse che dovrebbe servire per coprire il rischio di inadempienza. Proprio in base alla selezione avversa, si potrebbero in parte spiegare gli alti tassi di interesse osservati sui mercati finanziari, specie informali, dei PVS. A questo problema si può ovviare attraverso un attento e difficile screening della clientela potenziale, che permetta di effettuare una selezione positiva. L informazione asimmetrica ex post, invece, può originare fenomeni di moral hazard da parte di clienti già acquisiti. Questi possono, una volta ottenuto il credito, essere indotti a ridurre gli sforzi necessari alla buona riuscita del progetto, ad intraprendere investimenti più rischiosi di quanto convenuto, con effetti potenzialmente negativi sulla capacità di rimborso, arrivando persino a contemplare la possibilità di non restituire di proposito il denaro ricevuto in prestito (default strategico). La presenza di moral hazard richiede un monitoraggio costante e la messa in opera di un sistema di incentivi, al fine di assicurarsi che i clienti mettano in atto quanto è in loro potere per la riuscita dei progetti finanziati. In realtà, il sistema di controllo e valutazione dei progetti è di difficile implementazione a causa degli elevati costi operativi; ciò comporta la gestione di una moltitudine di crediti di piccole dimensioni e dispersi sul territorio. C è inoltre da considerare l impossibilità di affidarsi ai tradizionali strumenti informativi, quali i credit bureau, che consentono di valutare la rischiosità dei potenziali clienti. La maggior parte di questi ultimi, infatti, non compare nelle banche dati, per il fatto di non avere mai avuto relazioni con istituzioni di finanza formale. Inoltre i clienti raramente tengono una contabilità scritta e/o un business plan e il monitoraggio o auditing risulta particolarmente costoso, date le piccole dimensioni dei prestiti (e, proporzionalmente, la maggior incidenza dei costi fissi). In tali contesti, risulteranno pertanto più efficaci sistemi di screening e monitoraggio basati sulla reputazione, la pressione sociale, le relazioni di scambio multiplo, rispetto a sistemi tradizionali documentali e fondati su garanzie fisiche. Accanto ai problemi di selezione avversa, di azzardo morale e di auditing, vi è quello di enforcement, che riguarda i mezzi a disposizione del creditore che si trovi a pretendere il rimborso da un debitore inadempiente. Anche in questo caso, le deficienze dei sistemi giuridici e l incapacità dei clienti di fornire garanzie reali ordinarie, pongono gli operatori formali in difficoltà nel trattare una grossa fetta del mercato finanziario potenziale. Garanzie alternative, terzi garanti, social enforcement possono dimostrarsi efficaci surrogati. Tali elementi spiegano pertanto i motivi per cui i moneylenders tradizionali, in virtù della loro vicinanza fisica e sociale con i clienti a basso reddito, godano di un vantaggio comparato netto nell offrire servizi finanziari rivolti a queste fasce di popolazione. Questo vantaggio comparato spiega in buona parte il dualismo e il funzionamento dei mercati finanziari dei PVS L esclusione finanziaria La severità delle conseguenze dell esclusione finanziaria dipende dal livello di finanziarizzazione della società in cui le persone vivono. È spesso più difficile essere incluso in un paese in cui i servizi bancari sono molto diffusi. Le conseguenze possono essere 7 Gamini Herath, M., Rural Credit Markets and Institutional Reform in Developing Countries: potential and problems, in Saving and Development, pag , 1994.

5 7 paradossali: l esclusione diventa più problematica nei paesi dove più dell 80% delle famiglie possiede un conto corrente. In effetti, nelle società bancarizzate, non aver un conto bancario può significare non poter ricevere i pagamenti regolari come lo stipendio, la pensione e i sussidi pubblici. L esclusione finanziaria, come non avere un conto o un libretto d assegni, potrebbe anche condurre alla stigmatizzazione e all esclusione sociale 8. In sostanza, essere escluso vuol dire avere meno strumenti affidabili a disposizione per poter gestire la vita quotidiana, affrontare i rischi e raccogliere somme più grandi. Per esempio: Il credito, come il risparmio, è uno strumento importante per realizzare la stabilizzazione dei consumi (consumption smoothing), cioè per soddisfare i bisogni di ogni giorno anche quando le entrate non corrispondono alle uscite. Il credito, come il risparmio e l assicurazione, permette di proteggersi contro un evento imprevedibile. Ad esempio, il reddito di un tassista dipende dal funzionamento della propria vettura. In caso di guasto e in assenza di un reddito sufficiente per ripararla il tassista rischia se non ottiene credito di perdere la propria occupazione e quindi il proprio reddito. Il credito, come il risparmio, permette di poter coprire delle spese più consistenti e prevedibili, come l acquisto di una casa o il matrimonio di una figlia. Il credito potrebbe quindi trasformare un circolo vizioso in un circolo potenzialmente virtuoso: reddito basso, credito basso, investimento 8 Gloukoviezoff, G.,De la bancarisation de masse à l exclusion bancaire puis sociale, 03-art02.pdf, basso; più reddito, più credito, più investimento, più reddito. L esclusione dai servizi finanziari formali (assicurativi, di credito o di risparmio) obbliga le persone a ricorrere al settore informale, che può offrire degli strumenti flessibili e accessibili, ma non sempre efficienti né molto affidabili Storia della microfinanza Nel corso dell ultimo decennio, la microfinanza si è rapidamente evoluta ed estesa dal campo relativamente ristretto del credito alla microimprenditoria a un più allargato ambito, che include un ampia gamma di servizi finanziari per i poveri, tra cui depositi, trasferimento di denaro e assicurazione, con l obiettivo ultimo di favorire la costituzione di sistemi finanziari inclusivi. Il fenomeno della microfinanza non costituisce una novità. Piccoli gruppi informali di credito e risparmio esistono da secoli in tutto il mondo. In Italia nel quindicesimo secolo vennero istituiti dalla Chiesa Cattolica - come alternativa agli usurai - i Monti di Pietà, che si diffusero rapidamente in diverse zone urbane europee. I Monti di Pietà non solo sono gli ispiratori della nascita del credito cooperativo e delle banche popolari, ma presentano diverse affinità con il microcredito moderno, tra cui quella di rivolgersi a un target di bisognosi e microattori, ai quali vengono concessi prestiti di piccola entità a fronte di un pegno che veniva venduto all asta in caso di mancato rimborso del credito. Istituzioni formali di credito e risparmio rivolte ai poveri sono state presenti per molte generazioni, offrendo servizi finanziari a chi era tradizionalmente escluso dalle banche commerciali. L Irish Loan Fund, fondato agli 9 Grandinson, M., Paulus, N. e Terreri, F., Le risorse dei poveri. Risparmio, microimprese, microcredito: istruzioni per l uso, Associazione Microfinanza e Sviluppo, 2009.

6 8 inizi del diciottesimo secolo, ne è un esempio importante. L Ottocento si caratterizzò in Europa per la nascita e il moltiplicarsi di istituzioni di credito e di risparmio, sempre più formali, che indirizzarono le loro attività verso i ceti poveri, sia delle zone urbane sia di quelle rurali. Il modello della cooperativa di credito si sviluppò nella seconda metà dell Ottocento in Germania con lo scopo di infrangere la dipendenza nei confronti dei prestatori locali da parte della popolazione rurale migliorando così la loro condizione di vita. Organizzazioni similari si diffusero in Francia, in Quebec e, nel secolo successivo, anche in Irlanda, Italia, Giappone, Stati Uniti, India e Bangladesh. Molte delle cooperative oggi presenti in Africa, America Latina e Asia hanno le proprie radici in queste esperienze europee. Un altro precoce esempio riguarda l indonesiano People s Credit Bank (BPRs) che iniziò a operare a fine Ottocento e che divenne il più grande sistema di microfinanza in Indonesia, con quasi filiali. All inizio del Novecento, numerose varianti di organizzazioni creditizie e di risparmio si andarono sviluppando in America Latina. Tali istituzioni di finanza rurale, avevano come scopo quello di modernizzare il settore agricolo grazie alla raccolta di risparmio, l aumento dell investimento attraverso il credito e la riduzione delle oppressive relazioni feudali imposte dall indebitamento. Nella maggior parte dei casi, queste nuove banche per i poveri non erano controllate dai beneficiari stessi, come in Europa, bensì da agenzie governative o banche private. Con il passare degli anni questo genere di istituzioni divenne man mano sempre più inefficiente e, alle volte, addirittura corrotto 10. Il successo della microfinanza moderna si deve in gran parte allo sforzo di non ripetere, ma di 10 Andreoni, A. e Pelligra, V., Microfinanza: Dare credito alle relazioni, il Mulino, far tesoro degli errori commessi nel recente passato. Durante il ventennio governi e donatori focalizzarono le energie per diffondere il credito agricolo a favore dei piccoli agricoltori indigenti, nella speranza di migliorare la loro attività di produzione e quindi, il loro reddito. Per espandere l accesso al credito furono utilizzate istituzioni finanziarie di sviluppo governative o in alcuni casi cooperative di agricoltori, che venivano fortemente sussidiate, in modo da operare con tassi di interesse inferiori a quelli di mercato e compensarle, allo stesso tempo, per l entrata in mercati considerati rischiosi ed onerosi. Questi schemi di sussidio, raramente ebbero esito positivo. Le banche di sviluppo rurale, applicando tassi di interesse sussidiati, non erano infatti in grado di coprire i costi. Nelle Filippine, ad esempio, si applicava un massimale di interesse pari al 16%, mentre l inflazione si attestava intorno al 20% annuale. I tassi di rimborso dei crediti da parte dei clienti erano inoltre ridotti, dato che i crediti venivano considerati alla stregua di donazioni da parte del governo piuttosto che di prestiti da rimborsare. In conseguenza di ciò, il capitale di queste istituzioni andò via via erodendosi, e in alcuni casi arrivò a completo esaurimento. Cosa ancor più grave, questi finanziamenti non sempre servivano i poveri, ma finivano nelle tasche delle persone più influenti e degli agricoltori più abbienti. Nelle Filippine, a questo stato di cose si aggiunse il fatto che ai risparmiatori veniva riconosciuto il 6% all anno sui depositi, con una perdita secca in termini di potere di acquisto del 14%. In questo esempio specifico, lo schema di credito adottato non solo non fu sostenibile, ma peggiorò le stesse condizioni di redistribuzione del reddito poiché solo una piccola porzione di coltivatori già benestanti, ricevevano un credito a condizioni vantaggiose. Negli anni, molte critiche furono rivolte a questi programmi; essi

7 9 usavano il credito come un input addizionale della produzione agricola, anziché come strumento fungibile di intermediazione finanziaria. Il principale argomento di critica alle banche statali sussidiate risiedeva nel fatto che i sussidi non avevano migliorato in alcun modo le condizioni di vita delle fasce di popolazione più povere. Al contrario, queste banche avevano contribuito a eliminare i prestatori informali, cioè coloro ai quali i ceti più poveri si rivolgevano solitamente per chiedere prestiti. A questo si aggiunga il fatto che il tasso di interesse di mercato operava come meccanismo di razionamento: i soggetti disposti a pagare per il credito erano prevalentemente coloro che avevano progetti di valore. Ma applicando tassi di interesse sussidiati il meccanismo di razionamento veniva meno e il credito non veniva più allocato sulla base della produttività dei progetti, bensì sulla base di meri interessi politici e di condizionamenti sociali. Fu dunque in questo contesto che negli anni 70 si registrò la nascita, o meglio, la rivoluzione del microcredito. In questo periodo alcune istituzioni iniziarono a sperimentare nuove metodologie di prestito per i più poveri. Alcuni programmi in Bangladesh, Brasile e Bolivia iniziarono a prestare a donne povere, principalmente nel settore rurale ed informale. Le radici del microcredito sono dunque più diffuse di quanto normalmente si creda, ma l esempio più noto è indubbiamente quello di Muhammad Yunus e della Grameen Bank. La metodologia di credito adottata fu quella di credito di gruppo, nel quale ogni membro garantisce per il rimborso del credito di tutti gli altri. Oltre a Grameen Bank, altre iniziative pionieristiche furono ACCION International in America Latina, diffusasi poi anche negli Stati Uniti e in Africa; il Self-Employed Women s Association Bank in India, concepita come una banca appartenente a una cooperativa di donne. Si tratta di istituzioni che hanno ispirato in seguito moltissime altre esperienze nel mondo. Durante il decennio successivo, il microcredito migliorò sempre più le proprie metodologie organizzative e creditizie incrinando efficacemente quelli che erano stati sino ad allora i postulati e i pregiudizi negativi nei confronti delle tecniche finanziarie rivolte ai poveri. Innanzitutto la buona gestione di questi programmi dimostrò come i poveri, in particolar modo le donne, fossero in grado di rimborsare i prestiti anche con risultati migliori rispetto a persone più abbienti, con prestiti erogati da banche commerciali. Dimostrarono inoltre che i poveri erano disposti e in grado di pagare tassi di interesse che consentivano alle istituzioni di microfinanza (IMF) di coprire i propri costi. Le IMF che hanno raggiunto la piena sostenibilità economica sono considerate oggi un business redditizio attraendo depositi, prestiti commerciali e investimenti di capitale. Sono in grado di servire un elevato numero di clienti poveri, senza essere limitate dalla scarsità o dall incertezza delle fonti finanziarie basate sui sussidi di governi o donatori. La Bank Rakayat Indonesia (BRI) rappresenta un importante esempio di istituzione di microfinanza che tende a massimizzare l efficienza economica e la performance finanziaria. La BRI, oggi, serve più di 30 milioni di prestatari e risparmiatori a basso reddito. Gli anni 90 furono caratterizzati da un inedita attenzione nei confronti del microcredito, soprattutto tra le agenzie e i network di sviluppo internazionale, che iniziarono a considerare la microfinanza come uno strumento efficace nella lotta alla povertà. La microfinanza iniziò così ad espandersi in molti paesi. Tuttavia, i servizi offerti tendono ancor oggi a concentrarsi in zone urbane o rurali densamente popolate.

8 10 Agli inizi dello stesso decennio il termine microcredito lasciò posto al termine microfinanza, per meglio indicare l inclusione di altri servizi finanziari offerti oltre ai prestiti, come depositi, assicurazioni e trasferimento di denaro. Al fine di aumentare il numero di clienti, le IMF e i loro network hanno iniziato a mettere in atto strategie di commercializzazione, arrivando di fatto a trasformarsi in enti profit in grado di attrarre maggiori capitali e diventare così attori permanenti e forti nello scenario finanziario La microfinanza oggi La microfinanza ha raggiunto traguardi impressionanti negli ultimi trent anni. Ha dimostrato che i poveri sono non solo potenziali clienti ma anche clienti reali. Il settore è stato in grado di sviluppare un elevato numero di istituzioni forti che offrono servizi finanziari a persone indigenti e ha iniziato ad attrarre l interesse degli investitori privati. Nonostante ciò, la strada per estendere l accesso a tutti coloro che necessitano di servizi finanziari è ancora lunga. In particolare sono tre i principali ostacoli che definiscono la frontiera dei servizi finanziari per i poveri: 1. aumentare l offerta di servizi finanziari di qualità per servire un gran numero di persone (scala); 2. raggiungere persone sempre più indigenti e in zone remote (profondità); 3. diminuire i costi sia per i clienti che per i fornitori di servizi finanziari (costi). La soluzione per superare queste sfide non è semplice ma va in ogni modo ricercata attraverso l inclusione dei servizi finanziari per i poveri nel sistema finanziario tradizionale di ogni paese. Il processo di integrazione della microfinanza nel sistema finanziario sta tuttavia già avvenendo. I confini tra finanza tradizionale e sistema finanziario più ampio vanno scomparendo. Le IMF raggiungono con i loro servizi finanziari sempre più poveri, aumentando in tal modo l outreach. Le banche commerciali stanno iniziando a orientare la propria offerta verso fasce di clienti sempre più povere e in passato non contemplate dal loro target. Nonostante l estrema difficoltà nel raccogliere cifre che descrivano l ampiezza del mercato della microfinanza, è stato stimato che circa metà delle famiglie nel mondo non abbiano un conto corrente 12. Trattandosi di una media su scala mondiale, la variazione tra aree geografiche e paesi è notevole: si va da un livello inferiore all 1% di famiglie con conti correnti in Repubblica Democratica del Congo e in Afghanistan a quasi il 100% in Giappone. Se si prendono in considerazione solo i clienti che rientrano nel target della microfinanza - quindi i poveri e le persone a basso reddito - invece, si stimano circa 500 milioni di clienti attivi, rispetto a un mercato potenziale di circa 3 miliardi di persone a basso reddito. A questi dati numerici, occorre aggiungere l analisi della qualità dei servizi offerti, che non può certo definirsi elevata. Si assiste inoltre a un alta concentrazione di clienti sia sul piano geografico che istituzionale. Le banche statali, incluse le Postal Bank, gestiscono circa i ¾ di tutti i conti correnti. L 84% di tutti i conti si trovano in Asia; più della metà nelle sole India e Cina. In termini di istituzioni che offrono servizi di micro finanza, l 83% si trova in Asia, l 8% nei paesi dell area medio-orientale e nord-africana (MENA), il 4% in Africa Sub-Sahariana, il 3% in Europa e Asia Centrale, e il 2% in America Latina. 11 Helms, B., Access for All, CGAP, Financial Access 2010, CGAP.

9 Singoli paesi all interno delle varie regioni mostrano divergenti modelli di crescita. Paesi con economie emergenti come India, Brasile e Sudafrica, costituiranno, con ogni probabilità, un terreno fertile per testare nuove metodologie per raggiungere un elevato numero di poveri. Si tratta di economie caratterizzate da vaste infrastrutture (finanziarie e non) e con maggiori opportunità in termini tecnologici. Gli investitori privati premono per entrare nel mercato. Ad esempio, ICICI Bank sta aprendo in aree rurali più di 2,000 punti dotati di accesso ad internet che forniranno alcuni servizi finanziari via web sul territorio indiano; o Caixa Bank, che sta estendendo i servizi offerti attraverso 14,000 piccoli centri, supermercati, e fornitori locali in Brasile. Alcuni esperti pensano che questi paesi implementeranno direttamente un approccio commerciale su vasta scala raggiungendo milioni di poveri. Paesi come Bolivia, Uganda e Bangladesh, per contro, probabilmente saranno caratterizzati da un altro tipo di crescita del settore. La microfinanza in questi paesi si è già molto sviluppata e presenta persino elevati livelli di saturazione per alcuni tipi di istituzioni e per certi segmenti del mercato. Nonostante ciò, parti rilevanti della popolazione non hanno ancora accesso ai servizi finanziari, soprattutto nelle aree rurali. E probabile che i mercati della microfinanza di questi paesi non crescano al livello delle economie più grandi, ma la loro storia di innovazione potrebbe portare allo sviluppo di nuove tecniche in grado di raggiungere i più poveri e le aree più remote. Altri paesi invece si trovano all inizio della curva di crescita e di conoscenza del settore. Questi paesi, in particolare quelli che si trovano in situazioni di post-conflitto - soprattutto in Africa e in Medio Oriente - potranno beneficiare degli sviluppi raggiunti in altri paesi ed evitare la ripetizione di errori già commessi. 11

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