Il management tra ricerca, insegnamento e impresa
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- Geraldina Berti
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1 Il management tra ricerca, insegnamento e impresa GAETANO M. GOLINELLI * Abstract Prendendo a riferimento le riflessioni condotte in precedenti lavori da studiosi e manager d'impresa, il paper discute il tema della formazione manageriale, con riguardo anche al suo rapporto con la cultura umanistica. Parole chiave: formazione manageriale; ricerca; impresa; università; cultura umanistica Taking the reflections on previous works by scholars and business managers as a reference, the paper discusses the theme of managerial training, relating also to its relationship with the humanistic culture. Key words: managerial training; research; business; university; humanistic culture 1. Premessa Queste mie brevi riflessioni si basano su tre documenti assai diversi per origine, ma tutti e tre afferenti il tema in discussione: a) il manifesto Conference theme del convegno annuale della Academy of Management tenutosi a New Orleans nel 2004 su Creating Actionable Knowledge ; b) un articolo de II Sole 24 Ore del 25/05/2011 sul quale il Presidente dell AIDP (Associazione per la Direzione del Personale), Roberto Savini Zangrandi, pone il tema di avvicinare impresa e università. Nell articolo vengono evidenziate le carenze della formazione attualmente fornita; c) un pregevole interessante volume di un nostro collega, Luigi Maria Sicca: Leggere e scrivere le organizzazioni: estetica, umanesimo e conoscenze manageriali (Sicca, 2010), che raccoglie alcuni contributi di studiosi stranieri e, segnatamente, statunitensi. Scorrendo alcuni di questi saggi si coglie l attenzione che viene posta al problema dei rapporti tra formazione manageriale e cultura umanistica. * Emerito di Economia e Gestione delle Imprese - Sapienza Università di Roma gaetano.golinelli@uniroma1.it sinergie n. 86/11
2 12 IL MANAGEMENT TRA RICERCA, INSEGNAMENTO E IMPRESA Concluderò rifacendomi al saggio di Rullani e Pilotti Corporate governance e società della conoscenza tra teoria e prassi, evidenziando la loro condivisibile prospettiva sul ruolo del sapere umanistico nell ambito della formazione manageriale (Pilotti e Rullani, 2007, p ). 2. La posizione dell Academy Nel convegno dell Academy of Management del 2004 si affronta il problema se e come la conoscenza manageriale (qualificata da tanta produzione) trovi concreto utilizzo nelle prassi e nei processi decisionali delle organizzazioni e, segnatamente, nelle imprese. Si evidenzia che momento fondante della mission dell Academy è che la conoscenza scientifica porti un contributo alla società e alle istituzioni. La conoscenza deve quindi essere actionable, cioè azionabile, applicabile, e trascendere quindi i puri obiettivi scientifici per consentire l attivazione di consapevoli azioni di governo e gestione delle organizzazioni. Rileva che queste problematiche sono state al centro di un significativo dibattito in seno all Academy, concludendo che si è ben lontani da risultati accettabili. Ciò in quanto: - dibattiti e ricerche sono condotti separatamente e lontano dalle organizzazioni ; - le pubblicazioni sono scritte con linguaggi difficilmente comprensibili da chi governa e gestisce le imprese; - l attività di ricerca non è sufficientemente indirizzata alla soluzione dei problemi che le organizzazioni si trovano ad affrontare, dal momento che gli sviluppi dell attività di ricerca scaturiscono dall analisi di ricerche precedenti piuttosto che dall osservazione della realtà imprenditoriale. 3. La posizione dei manager Nell articolo de II Sole 24 Ore il Presidente dell AIDP Roberto Savini Zangrandi, dopo aver evidenziato uno scadimento di carattere generale nella preparazione dei giovani al lavoro nelle organizzazioni, affronta il problema delle metacompetenze, che tra manager vengono chiamate soft skill, rilevando che i temi dell integrazione nell organizzazione, del problem solving, dell orientamento al risultato, ecc., non sono oggetto di adeguata analisi e approfondimento nei percorsi formativi universitari. L articolo riporta poi le carenze della formazione con riferimento ad uno studio congiunto AIDP e Fondazione Agnelli, dal quale è emersa tra l altro l insoddisfazione delle imprese rispetto ai risultati della riforma universitaria del 3+2. La posizione dei manager evidenzia inoltre la necessità che le università formino i giovani sulla base delle esigenze del mercato del lavoro.
3 GAETANO M. GOLINELLI Formazione manageriale e cultura umanistica Il saggio di John Hendry Formazione manageriale e cultura umanistica: la sfida della post-burocrazia, nella già ricordata antologia di L.M. Sicca è di particolare significato in quanto affronta delle tesi significative che evidenziano il ruolo della cultura umanistica per la formazione manageriale (Hendry, 2010). La prima tesi collega alla duplice tirannia del pensiero economico e della mentalità tecnica la grave deformazione che caratterizzerebbe la formazione manageriale. Rileva in proposito che la formazione manageriale, così come è attuata oggi, con la sua esclusiva attenzione alle tecniche dell efficienza economica, ha poca o nessuna presa sui veri problemi e sulle vere sfide per il management. Tali problemi e sfide sono oggi (e sono sempre stati) quelli tipici di ogni attività umana dislocata in un ambiente sociale: vale a dire problemi di giudizio, di persuasione, di esercizio della leadership, di sviluppo della persona, nonché di azione politica, ovvero i tipici temi del pensiero umanistico. Si tratta proprio delle metacompetenze alle quali fa riferimento il Presidente dell AIDP. La seconda tesi è che il passaggio dall organizzazione burocratica tradizionale a ciò che viene talora chiamata post-burocrazia mette ancora più in evidenzia il gap tra esigenze di governo e gestione delle organizzazioni e formazione manageriale, accrescendo il bisogno di cultura umanistica. Rileva infatti che nelle tradizionali burocrazie aziendali la tendenza era quella di meccanicizzare la pratica manageriale, riducendo lo spazio per il giudizio individuale e per l azione umana. Le organizzazioni post-burocratiche, per contro, dipendono fortemente dalle qualità umane dei loro manager, dalle loro qualità in termini di fiducia, di coscienza morale, di capacità di apprendere, di iniziativa, di discernimento nonché di direzione. Mentre le burocrazie hanno avuto bisogno di una leadership soltanto al vertice e nei casi di emergenza, cioè in tempi di cambiamento radicale, le post-burocrazie ne hanno bisogno ogni giorno e a tutti i livelli, semplicemente per tenere tutto insieme. Per formare manager capaci di venire incontro a queste necessità, non possiamo assolutamente permetterci di trascurare le abbondanti risorse dei saperi umanistici. 5. Considerazioni conclusive Per concludere questo mio intervento la via migliore è rifarmi a quanto asseriva uno studioso italiano di grande qualità, Pasquale Gagliardi, nel saggio A role for humanities in the formation of manager di introduzione al volume Management Education and Humanities (Gagliardi, 2006). In questo scritto, la concezione di fondo del ruolo del manager e del modo in cui esso viene appreso, continua ad essere - in sostanza e in quasi tutti i casi - la concezione adottata e diffusa cinquanta anni fa attraverso le prime business school europee e le prime società di consulenza, che l avevano importata dall America del Nord. Il management è visto come una attività tecnica, quasi scientifica. La ricerca che sorregge questa visione è anch essa basata su una impalcatura sempre più
4 14 IL MANAGEMENT TRA RICERCA, INSEGNAMENTO E IMPRESA limitata, empirica, a-storica e a-culturale [...] tutto ciò rende difficile, se non impossibile, sviluppare manager come uomini di Stato, mentre vi è una via per promuovere questo sviluppo attraverso l esposizione alla cultura umanistica, ad una conoscenza non superficiale di storia, filosofia, arte, di tutto il patrimonio di conoscenza e sensibilità che il genere umano ha costruito nella sua storia su questo continente e che può costituire una fonte inesauribile di ispirazione (Gagliardi, 2006). Il ruolo della cultura umanistica è stato talora enfatizzato, proponendo quasi una svolta umanistica nella formazione manageriale nel contesto del filone del Critical Management Studies. Non condivido tali estreme impostazioni. Ritengo che nella formazione manageriale pensiero economico, mentalità tecnica e saperi umanistici debbano e possano interagire in maniera aperta, coinvolgente e reciprocamente sostenibile promuovendo così una educazione manageriale, qualificata da capacità di giudizio e sensibilità al contesto, riflessività, propensione a dialogare con posizioni differenti, impegno su problemi di interesse comune. In questa prospettiva, in un saggio pubblicato in Sinergie nel Pilotti e Rullani affermano che l impresa moderna raccordata alla riflessione su visioni e valori generali - ed è in questo senso che i saperi umanistici possono svolgere un ruolo determinante nella formazione manageriale - deve partire dalla considerazione della corporation come un institution che promuove e sviluppa relazioni con una moltitudine di stakeholders e di interessi diversificati per sostenere da una parte la creazione di ricchezza (ma non nell esclusivo interesse degli azionisti) e, dall altra, offrire servizi alla società di civilizzazione e promozione umana (Pilotti e Rullani, 2007, p. 75). Questa visione umana sembra riportarci indietro nel tempo, ma forse ci conduce più avanti nella modernità del capitalismo. Il management perde così quella connotazione di neutralità e competenza tecnica propria del fordismo e diviene un mestiere carico di senso e legato ad una vocazione professionale e di vita educativa ed etica. Bibliografia GAGLIARDI P., A Role for Humanities in the Formation of Manager, in Gagliardi P., Czarniawska B., (eds.), Management Education and Humanities, Edward Elgar Publishing, Cheltenham, p. 3-9, GHOSHAL S., Bad Management Theories Are Destroying Good Management Practices, Academy of Management Learning & Education, vol. 4, n. 1, p , Il volume accoglie gli atti del convegno annuale del 2006 intitolato L evoluzione del capitalismo tra teoria e prassi, convegno nel corso del quale il Prof. Peter Moran, allievo di Sumantra Ghoshal, ha approfondito le considerazioni sviluppate dal Maestro nel saggio Bad management theories are destroying good management practices (Ghoshal, 2005).
5 GAETANO M. GOLINELLI 15 HENDRY J., Formazione manageriale e cultura umanistica: la sfida della post-burocrazia, in Sicca L.M., Leggere e scrivere le organizzazioni: estetica, umanesimo e conoscenze manageriali, Editoriale Scientifica, Napoli, p (tit. orig., Management Education and the Humanities: The Challenge of Post-Bureaucracy, in Gagliardi P., Czamiawska B., (eds.) (2006), Management Education and Humanities, Edward Elgar Publishing, Cheltenham), MORAN P., The Role of Business Schools and their Influence on Corporate Governance: The Need for Debate, Sinergie, n , maggio-dicembre, p , PILOTTI L., RULLANI E., Corporate governance e società della conoscenza tra teoria e prassi, Sinergie, n , maggio-dicembre, SICCA L.M., Leggere e scrivere le organizzazioni: estetica, umanesimo e conoscenze manageriali, Editoriale Scientifica, Napoli, 2010.
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